Riassunto:
Liz è osservata da un uomo che chiede di lei e Max. All’insaputa di
quest’ultimo decide di seguirlo, ma quando tornerà non sarà più la stessa.
Isabel entrerà nei suoi sogni per scoprirlo.
Data
creazione:
26\12\2000 - 28\12\2000
Valutazione
contenuto:
per tutti.
DISCLAIMER:
tutti i diritti dei personaggi che compaiono in questo breve racconto sono di
proprietà della WB,
tranne
la comparsa della ragazza che serve l’uomo nel Crashdown., il racconto è di proprietà del sito Roswell.it.
E-mail:
acquachiara84@hotmail.com
15
Novembre
Caro
Diario,
spesso mi ero chiesta cosa volesse dire fare parte di qualcosa di speciale e
adesso condivido segreti e sentimenti di persone che non sono simili a me. Da
quando tutto questo è iniziato, da quel giorno in cui ho visto la morte in
faccia, mi sono successe diverse cose. A volte mi domando persino se mi siano
veramente accadute o se da un momento all’altro mi svegliassi e scoprissi che
tutto ciò che è successo non è realtà. Ad esempio oggi mi sono sentita
osservata da un uomo che avevo già visto e non ricordavo proprio dove. Ma lo
avrò veramente già visto o è dai ricordi di Max che lo conosco? Dopo che
abbiamo trovato quello strano oggetto con disegnato quel simbolo che avevamo
visto nella grotta non ho più avuto visioni però i ricordi mi sono rimasti
impressi come un segno indelebile. Tornando a quello che stavo dicendo oggi è
successa una cosa strana. Ero al Crashdown e stavo prendendo un vassoio da
portare a Kail quando un uomo attirò la mia attenzione facendomi un cenno con
la mano. Ho portato il vassoio a Kail e subito mi diressi al suo tavolo.
L’uomo era mulatto, con i capelli e gli occhi neri e un po’ di barba.
Rimase un istante a fissarmi e io imbarazzata gli chiesi cosa desiderasse. Mi
indicò il menù “Alieno” e mentre tornavo al bancone a prepararlo sentii
il suo sguardo seguirmi.
Tornata
al suo tavolo gli diedi il piatto di portata. Stavo per andarmene quando
l’uomo mi fermò chiedendomi: “Sei Liz Parker, la ragazza di Max Evans,
giusto?”. Rimasi per un attimo perplessa così lo fissai negli occhi senza
fare alcun accenno di assenso: “Sono Liz Parker, ma non credo ci conosciamo.
Potrebbe essere così gentile da dirmelo?” risposi. “Vengo da New York, ma
una volta abitavo qui. Certi vecchi amici mi hanno parlato che alcuni ragazzi
ultimamente sono stati al centro dell’attenzione” mi rispose lui
cortesemente. Annuii ma in realtà non credetti a una sua sola parola anche se
non so come mai. Credo sia stato il famoso sesto senso femminile. Allora che
cosa avrà voluto in realtà?
-
Maria, quell’uomo non mi ha convinta ieri sera. Che sappia qualcosa? Aveva
un’aria un po’ strana… - chiese Liz a Maria. Si trovavano lungo il
corridoio della scuola e mancavano pochi minuti all’inizio delle lezioni.
- Liz, tu ti preoccupi sempre troppo per i Cecoslovacchi. Prova a pensare se
fosse vero che ultimamente si parli un po’ troppo di questi ragazzi. Inoltre
non sappiamo se in realtà siamo noi. Magari si tratta di qualcun altro.
- Allora prova a dirmi chi potrebbe essere - la sfidò Liz.
Alex le raggiunse
e percorsero insieme ancora un pezzo di corridoio.
- Liz, ti vedo un po’ preoccupata. Cosa succede? - chiese Alex turbato
dall’aria assorta della ragazza.
- Niente. E’ convinta che ci sia l’ennesima persona interessata a Max, Isabel
e Michael
- rispose Maria per lei.
Alex si avvicinò
in modo buffo a Liz e le chiese sottovoce - Dimmi tutto.
Quella
sera Max bussò alla finestra della sua stanza e Liz andò ad aprirgli.
Gli sorrise - Cosa fai qui? Se i miei ci vedessero non crederebbero alle nostre
buone intenzioni. Di solito un ragazzo si dovrebbe presentare alla porta di
casa a un’ora più rispettabile.
- Dovevo vederti - le disse Max entrando in camera - Maria ha detto a Michael
di quell’uomo che ha chiesto di noi al Crashdown.
- Ovviamente Michael lo ha detto a te e a Isabel e ora sei qui per chiedermi
cosa è successo per filo e per segno.
- Ormai sai leggermi nei pensieri - Max le si avvicinò e le appoggiò le
labbra sulle sue.
Liz raccontò nuovamente la storia e rimase a osservare Max che fissava fuori
dalla finestra cercando di capire l’episodio. Gli andò vicino e gli appoggiò
una guancia sulla spalla.
- Perché avrà detto “Liz Parker, la ragazza di Max Evans”? - Max non
riusciva a spiegarselo.
- Non lo so.
- Sai se è ancora in città? - chiese ancora Max.
- Ha detto che si tratteneva qui ancora per un po’. Non so altro. Magari si
farà rivedere al Crashdown - improvvisamente a Liz venne in testa un’idea
che non avrebbe dovuto dire a Max altrimenti l’avrebbe distolta da
quell’intenzione. Aveva deciso, nel caso l’uomo fosse tornato al Crashdown,
di seguirlo. Ovviamente doveva trovare qualcuno che la sostituisse nel momento
in cui fosse uscita, ma per questo non c’era problema. C’era sempre Maria.
La
mattina dopo, appena vide Maria, la salutò calorosamente.
- Liz, che cosa vuoi? - Maria aveva già capito tutto.
- Tu non sei impegnata col Crashdown fino a Venerdì, vero?
- Vero, ma qualunque cosa mi vuoi chiedere è no!
Lo stesso pomeriggio Maria si era ritrovata al Crashdown nel caso Liz avesse
ricevuto quella telefonata importante per un provino. Quando Liz le si avvicinò
le chiese - Sei sicura che ti chiamino?
- No, ma metti il caso che lo facciano non vorrei perdere questa occasione -
Liz tornò al bancone e osservò tra i clienti. Aveva raccontato a Maria che le
era arrivata una lettera con scritto sopra che era tra le candidate per un
provino di una pubblicità e che in quei giorni forse l’avrebbero chiamata.
Era riuscita a convincere l’amica.
La porta del Crashdown si aprì ed entrarono Max, Isabel e Michael. “Questa
non ci voleva” pensò Liz preoccupata dello sguardo che Max le rivolse. Che
lo sapesse? No, era un po’ strano che lo sapesse.
Michael salutò prima Maria e poi lei, così si rivolse ancora alla prima e le
chiese qualcosa del tipo: Ma non eri libera fino a Venerdì? Maria lo guardò
di sbieco e fece un cenno verso Liz.
Max si protese verso Isabel per dirle qualcosa e dopo verso Michael, così si
alzò e andò verso di lei.
- Domani apriranno una mostra. Che ne dici se andiamo tutti insieme a vederla?
- le chiese Max.
- C-certo. Verrò sicuramente - rispose bruscamente Liz vedendo entrare dalla
porta l’uomo che cercava.
Max guardò l’uomo e le chiese - E’ lui?
- Lui chi? - disse Liz riuscendo a calmarsi facendo l’indifferente.
- L’uomo dell’altro ieri - Max la fissò in modo strano non comprendendo il
suo comportamento.
- No, era solo uno che gli assomigliava. Non preoccuparti. Comunque, cosa c’è?
Mentre ascoltava Max che le diceva cosa volevano di menù curava di sottecchi
l’uomo seduto al tavolo che stava venendo servito dall’altra ragazza.
Improvvisamente corse verso la porta di servizio e fece un cenno a Maria.
- Ma non sta squillando nessun telefono! - protestò la ragazza seguendola nel
retro. Una volta entrata Liz era già sparita. Pochi secondi dopo anche Michael
e Max entrarono e guardando Maria chiesero cosa fosse successo.
- Niente! - rispose lei evasivamente cominciando però a preoccuparsi - Credo
tornerà subito.
Max e Michael tornarono di là e tornarono al tavolo da Isabel.
- Cosa è successo? - chiese lei - Perché Liz è corsa via?
- Maria ha detto che torna subito - disse Michael poco convinto. Così si guardò
attorno e il suo sguardo cadde sul posto occupato poco prima dallo straniero -
Max, Isabel, l’uomo che aveva fissato Liz è sparito!
Max scattò in piedi seguito dagli altri due - Liz ha deciso di pedinarlo. Non
dovrebbe essere troppo lontano.
- Max, sei sicuro di quello che dici? - fece Isabel apparentemente calma.
Max non l’ascoltò neppure e si diresse verso l’uscita, con Michael alle
calcagna. Isabel si alzò anche lei e decise di interrogare Maria che nel
frattempo era tornata e stava già prendendo le ordinazioni.
Liz
aveva preso la sua vecchia bicicletta per le emergenze ed era riuscita a
seguirlo a distanza verso la periferia di Roswell. Lui entrò in un vecchio
ripostiglio grigio con le finestre rotte e l’erba del piccolo giardino
incolta. Liz lasciò la bicicletta sull’altro lato della strada e si avvicinò
cautamente alla recinzione ormai tutta rotta. Procedendo quasi a carponi arrivò
sotto una finestra e dopo un attimo di esitazione alzò la testa per guardare
dentro. Non vide nessuno in tutta la stanza che era anche l’unica del
ripostiglio. Si spostò verso l’entrata e sbirciò ancora una volta
perplessa. Si arrischiò a entrare e all'istante la porta si chiuse alle sue
spalle e le finestre si sbarrarono.
- Ma chi me lo ha fatto fare! - si disse ad alta voce.
- Io - l’uomo spuntò da un angolo come se si fosse mimetizzato e fissò la
ragazza. Era quello che aveva seguito, ma Liz si chiese se era lui che si era
fatto seguire - Sono stato io a portarti qui.
- Cosa vuoi da me? - chiese pur sapendo che sarebbe stata lei a dover dire
qualcosa.
- Quello che vuoi tu! - le si avvicinò e la sbatté contro la parete alzando
solo la mano.
- Chi sei tu? - chiese lei impaurita. Non capiva nemmeno perché non tentava di
fuggire.
- Sei sicura di volerlo sapere? Io sono Nasedo, o almeno quello che non conosci
tu. Io non sono colui che ha curato River
Dog. Sono comunque come i tuoi amici, ma loro potrebbero rovinare il mio piano
così come voleva fare Nasedo.
- Tu hai ucciso Nasedo… - la voce di Liz fu affievolita mentre si accorse che
l’uomo aveva appoggiato la mano sul suo collo nudo. Così cadde in un sonno
profondo.
Max e Michael arrivarono all’incrocio e non seppero più da che parte andare.
Max si guardò attorno chiedendosi dove Liz sarebbe potuta andare. Michael
allungò un braccio in direzione di qualcosa e Max alzando la testa la vide.
Era Liz che sorrideva mentre gli correva incontro. Max la abbracciò e la
strinse.
- Liz, dove eri finita? - chiese Michael.
- Hai seguito quell’uomo, vero? - le chiese Max.
- Sì, ma l’ho perso e così ho deciso di tornare indietro
- Meno male che non ti è accaduto nulla di male. La prossima volta cerca di
non prendere decisioni del genere - le disse Max circondandole le spalle - Ci
hai fatto venire un colpo.
- Anche a Isabel? Sarebbe la prima volta - fece lei.
Michael la guardò in modo strano e si chiese il perché di quella risposta.
Non era tipico di Liz fare una battuta simile.
Arrivati
al Crashdown Isabel, Maria e Alex li accolsero e chiesero spiegazioni. Alex era
stato chiamato da Maria che si era preoccupata alquanto. Liz ammise la verità
e Maria la apostrofò dicendogliene di tutti i colori sia sulla sua incoscienza
sia per il fatto che l’aveva imbrogliata.
DUE GIORNI DOPO
-
Liz ultimamente è strana - esclamò Alex a Maria mentre stavano andando alla
mostra dei libri aperta il giorno prima. Là avrebbero trovato Liz, Max,
Michael e Isabel.
- Sarà stata per la sciocchezza dell’altro giorno quando a tutti i costi
doveva fare la detective.
- Maria, sii ragionevole per una volta. Quando le ho chiesto se poteva
prestarmi quel CD mi ha detto di andarmelo a comprare. Liz non si sarebbe mai
comportata così.
- Aspettiamo qualche giorno e se ancora si comporta così le chiederemo
spiegazioni. Ti basta? - gli disse Maria ironicamente - Liz è sempre la
stessa, sei tu che ti sei messo in testa il contrario. Hai visto troppi film
gialli.
Maria e Alex arrivarono alla mostra e trovarono Michael e Isabel. Maria si
avvicinò a Michael e lo abbracciò. Alex guardò Isabel e le chiese - Dov’è
Max?
Isabel incrociando le braccia disse cantilenando - E’ andato a prendere Liz.
Quello che non capisco è perché ci mettano così tanto.
Dopo qualche minuto arrivarono e la Liz che si presentò ai loro occhi era
strana. Portava alcuni vestiti strani ed era truccata pesantemente.
- Stai benissimo Liz - disse Isabel guardando Max. Il ragazzo alzò le spalle.
Alex guardò Maria significativamente. All’interno della mostra Liz portò
Maria a guardare dei libri dell’orrore. Gliene mostrò tre e chiese a Maria -
Quale credi che dovrei comprare? Oppure li prendo tutti e tre?
Maria li prese e li guardò incredula - Uno più spaventoso dell’altro. Liz,
tu non hai mai letto libri dell’orrore!
Liz la guardò imbarazzata così, come riprendendosi, li depose - Hai ragione!
Chissà perché ne volevo uno.
Quella
sera Michael fu svegliato da un bussare alla porta. Guardò le ore e osservò
che erano le due di notte. Si chiese chi potesse essere a quell’ora della
mattina. Si alzò per andare a vedere quando il bussare aumentò di intensità.
Aprendo la porta sgranò tanto d’occhi vedendosi davanti una Liz disperata.
La fece entrare mentre lei piangeva disperata - Liz, cosa c’è?
- Oh Michael, sono disperata! E’ successa una cosa terribile.
Michael la fece sedere sul divano e andò a farle un po’ di tè. Liz si alzò
e lo raggiunse.
- Mia madre si è sentita male e l’hanno portata all’ospedale. Non sapevo a
chi rivolgermi e ho pensato a tè.
Michael rimase girato verso il fornello e Liz alzò la mano su Michael per
appoggiarla sul collo e provocargli una ferita mortale quando improvvisamente
qualcun altro bussò alla porta.
- Michael, Liz è lì con te? - chiese Maria fuori dalla porta - Aprimi che sto
congelando.
Michael si girò di scatto innervosito da tutte quelle visite. Raggiunse la
porta e aprì a Maria squadrandola.
- Maria, da quando soffri d’insonnia? - le chiese scocciato invitandola a
entrare con un gesto della mano.
- Da quando Liz ha deciso di lasciare il letto alla una e mezzo del mattino. A
proposito… dov’è? - chiese Maria guardandosi attorno.
- Che domande! E’ proprio … lì - Michael esitò nel dirlo poiché
girandosi Liz era sparita.
- Ero rimasta da lei a dormire per prepararci insieme all’interrogazione di
domani. L’ho sentita agitarsi e aprendo gli occhi ho visto che stava uscendo.
Seguendola ho notato che entrava da te.
- Quello che mi chiedo è perché è venuta qui da me e adesso, appena ti ha
sentita, se ne è andata - disse Michael pensando ad alta voce.
- Alex aveva ragione a dire che era diversa. A proposito… che ti ha detto? -
gli chiese Maria guardandolo dritto negli occhi.
- Che mi ha detto cosa? - fece Michael distratto.
- Michael - la voce di Maria lo riscosse - Liz… che ti ha detto Liz per farti
sembrare una cosa del tutto normale venire a farti visita a quest’ora del
mattino.
- Mi ha detto che sua madre era stata portata all’ospedale. Prima che tu
bussassi però ho sentito come qualcosa dietro a me mentre le preparavo un
po’ di tè…
- Tè?! A Liz non piace affatto il tè! E sua madre non è stata portata
all’ospedale ma sta benissimo nel suo letto a dormire e fare placidi sogni -
Maria era stupefatta - Michael, secondo me quella non è Liz.
Michael la fissò ironicamente - A sì?! Allora chi credi che sia?! Un Visitors?
- Bisogna avvisare Max e Isabel… - Maria lo fissò fulminata da un’idea -
Perché non le entri nei sogni?
- Maria, scordatelo. Non sono in grado di farlo! - Michael andò alla sua
stanza - Vattene a casa che io vado da Max.
- Io vengo con te! Liz è mia amica e se per colpa vostra le è successo
qualcosa non so cosa vi succede! - lo sfidò Maria.
Dopo qualche minuto Michael ricomparve sulla soglia della sua stanza. Annuì e
insieme uscirono dirigendosi a piedi verso la casa di Max. Arrivati videro un
ombra furtiva aggirarsi nel giardino.
- Liz, sei tu? - gridò Maria.
Michael le tappò la bocca - Stai zitta! - ormai era troppo tardi. La figura
era sparita e inutilmente Michael cercò dove fosse finita.
Si arrampicò fino alla stanza di Max e bussò alla finestra svegliandolo. Con
gli occhi assonnati Max andò ad aprirgli - Che succede Michael?
Michael fece cenno a Maria di salire - Max, si tratta di Liz.
- Che ci fa qui Maria? - chiese Max fissandola allibito - Oppure sono così
addormentato da avere visioni?
- E’ Maria - confermò Michael. Entrambi entrarono nella stanza di Max.
Maria rimase in piedi a fissarsi attorno - Bel posto!
Max la guardò così chiese a Michael - Spero per te che sia importante.
- Bisogna chiamare Isabel - fece invece Michael come se non lo avesse sentito.
- Perché bisogna chiamare Isabel adesso! Non credo sia clemente quanto me!
- Max, stavolta è veramente importante.
Pochi minuti dopo anche Isabel era nella stanza di Michael. La ragazza lo fissò
e così guardò Maria interrogativamente - Che succede?
- Alle due di questa mattina Liz è venuta a bussare alla porta di casa mia e
disperata mi ha detto che sua madre era all’ospedale - così Michael raccontò
ciò che era successo dopo - Isabel… tu-tu potresti entrare nei sogni di Liz
e vedere che cosa le sta succedendo?
- Michael… sei sicuro di non esagerare?! Sarà rimasta scioccata a causa di
quell’uomo.
Max la prese per le spalle - Isabel… Ti prego!
Isabel tornò
nella sua stanza a cercare una fotografia di Liz. Preferiva rimanere da sola
quando entrava nei sogni di qualcun altro. Trovò l’annuario, quello che
aveva usato anche per entrare una volta nei sogni di Alex. Si sdraiò sul letto
e guardò la fotografia di Liz.
Improvvisamente si ritrovò in un posto strano, completamente bianco. Liz
giaceva nel mezzo addormentata. La ragazza improvvisamente aprì gli occhi e si
guardò attorno senza vederla. Si alzò in piedi e il suo pensiero rimbombò
nell’aria “Dove mi trovo?”. Si incamminò verso una direzione sperando
che tutto cambiasse e improvvisamente l’atmosfera si trasformò in un
bellissimo parco con una fontana che mandava sprizzi d’acqua color argento.
Liz andò dritta verso di lei accorgendosi che era assetata e bevve avidamente
dalla sorgente. Così si sedette sul bordo e disse ad alta voce - Ora ricordo.
Sono morta?
Improvvisamente il paesaggio cambiò nuovamente e si ritrovarono in una stanza
grigia e sporca mentre Liz fissava un uomo mulatto con i capelli neri, gli
occhi scuri e la barba.
Isabel non comprese molto le parole ma vide che Liz fu sbattuta contro la
parete. L’uomo disse ancora qualcosa e appoggiò una mano sul suo collo. La
vide cadere addormentata.
Tutto si fece nuovamente buio. Comparve una strada che sembrava durare
all’infinito e Liz la stava percorrendo. Improvvisamente si fermò e guardò
dritta negli occhi Isabel - Isabel! Dove porterà questa strada?
Isabel rimase un istante interdetta rendendosi conto che era la prima volta che
qualcuno le rivolgeva la parola nei sogni, poi si avvicinò ed entrò nella
strada arrivando vicina a Liz - Non lo so. Liz, cosa è successo?
Liz spostò lo sguardo lungo la strada - Chissà dove arriverà questa strada?
Forse porterà al vostro pianeta.
Isabel tentò di prenderla per le spalle e scuoterla sperando che le
rispondesse ma le sue mani caddero nel vuoto. Liz riprese a camminare e Isabel
la seguì impotente. Sarebbe dovuta uscire tuttavia qualcosa la bloccava.
- Max sarà là in fondo? Dovevamo andare a una mostra tutti insieme ma non
ricordo più quando… - Liz parlava come trasognata.
- Liz… - Isabel capì che Liz con quella frase le aveva voluto dire che lei
non era mai tornata dopo la sua scomparsa al Crashdown - Non so se tu mi
sentirai. Ultimamente è successo qualcosa e vorremmo sapere cosa. Tu sei
diversa, ma forse non sei nemmeno tu la ragazza che si fa scambiare per Liz tra
di noi. Non so che posto sia questo, non so dove condurrà questa strada, se tu
sei morta o se Max sarà lì in fondo. So solo che voglio sapere cosa ti è
successo perché odio ammetterlo ma sono preoccupata per te. Siamo tutti
preoccupati per te e se tu non mi darai una mano non so cosa potrà succedere a
noi tutti. Liz - disse il suo nome come se fosse una parola magica.
Il paesaggio cambiò ancora una volta e si ritrovarono nuovamente nella stanza
dove Liz era stata colpita da quell’uomo. Adesso però lei era addormentata o
(pensò Isabel con terrore) morta. Notò le corde alle mani e alle gambe e il
bavaglio sulla bocca e ricominciando a respirare si disse che doveva ancora
essere viva se il suo assalitore si era preso quella precauzione. Si sentì
appoggiare una mano sulla spalla e voltandosi incontrò il volto di Liz.
- Isabel, grazie! Ora però devi andare, l’unica che mi può salvare è me
stessa.
Isabel si ritrovò nuovamente nella sua stanza e rimase per un attimo
perplessa. Si sedette di scatto sul letto e corse silenziosamente nella stanza
di Max. Trovò Maria addormentata sul letto, Max e Michael sul pavimento.
Sorrise e si avvicinò a Max svegliandolo - Liz è viva e tornerà presto.
- Isabel … - tentò di chiedere Max, ma la ragazza era già diretta verso la
porta e si appoggiò un indice sulle labbra. Così come era entrata uscì
silenziosamente dalla porta.
Liz
aprì gli occhi boccheggiando per respirare. Isabel l’aveva svegliata nel
sogno e l’aveva riportata alla realtà. Si guardò attorno tentando di
mettere a fuoco nel buio il posto in cui si trovava. Il cuore le batteva a
mille per paura che l’uomo che l’aveva ridotta così tornasse da un momento
all’altro. Sentì un dolore pulsante alla testa e tentò di toccarsela ma era
legata mani e piedi e un bavaglio le occupava la bocca. Una rabbia impotente le
attraversò il corpo, così riprese a pensare razionalmente. Si guardò attorno
per scorgere qualcosa che la potesse aiutare a liberarsi e notò i frammenti di
vetro delle finestre. Con uno sforzo riuscì a saltellare fino a uno dei più
grossi e girandosi lo prese tra le mani. Respirò a fondo e cominciò a
tagliare le corde mentre ogni tanto reprimeva gli urli di dolore a causa del
vetro che le provocava tagli sulle mani. In un attimo fu libera. Si liberò
anche di quelle che le tenevano legati i piedi e si tolse il panno alla bocca.
Appoggiandosi al davanzale della finestra si tirò in piedi stiracchiandosi e
senza pensare troppo uscì da quella casa e corse a prendere la bicicletta dove
l’aveva lasciata. Mentre si dirigeva verso la casa di Max si chiedeva per
quanto tempo fosse rimasta lì sentendo di avere una fame terribile. Non poteva
arrischiarsi a tornare a casa per paura che l’uomo la aspettasse proprio nel
suo giardino e questa volta la addormentasse del tutto. Una frase che Isabel le
aveva detto in sogno le risuonò nella mente: “Tu sei diversa, ma forse non
sei nemmeno tu la ragazza che si fa scambiare per Liz tra di noi”.
Appena arrivata nel giardino si mosse cautamente per non fare rumore e salì
alla finestra di Max. Bussò e aspettò che qualcuno venisse ad aprirle. Max le
aprì la finestra e rimase sbalordito nel vederla.
Lo abbracciò - Max! Mi sei mancato.
- Tu invece mi devi delle spiegazioni - disse portandola in camera.
Liz rimase meravigliata nel vedere anche Maria seduta sul letto e Michael in
piedi vicino alla finestra - Cosa ci fate tutti qui?
- Ti stavamo aspettando - disse Michael.
- Sì, ti stavamo aspettando - fece Maria - Che ti è saltato in testa di
andare alle due di notte a casa di Michael dicendo che tua madre era stata
portata all’ospedale quando non è affatto vero.
- Maria, cosa stai dicendo?
- La verità. Liz, perché sei così strana ultimamente? - le chiese Max.
- Perché non era lei. Semplice no? - Isabel si era affacciata alla porta.
Liz la fissò come per chiedere spiegazioni. Isabel si avvicinò agli altri e
cominciò a spiegare.
- Liz ha seguito quell’uomo e in una casa disabitata e in disuso le è
successo qualcosa con questo - invitò Liz a raccontare cosa fosse successo
visto che lei non aveva sentito le parole che si erano detti.
- Tu hai incontrato un altro di noi… - Michael era allibito e guardò Liz
come pregandola di dirgli dove era adesso.
- Tutti noi lo abbiamo incontrato - disse Isabel - Era la Liz che si è
presentata a noi dopo che tu e Max l’avete riportata al Crashdown. Questa è
la Liz che è rimasta via in questi giorni…
- E tu sei l’Isabel che mi ha risvegliata… - Liz le si avvicinò e rimasero
un momento a fissarsi. Liz inaspettatamente la abbracciò e Isabel ricambiò.
- Che cosa è successo nel sogno - Max si era avvicinato a loro due e dietro
c’erano Michael e Maria.
- Max, possiamo avere anche noi dei segreti. Credo sia giusto che questo
rimanga tra di noi - disse Liz staccandosi - O almeno se Isabel non vuole
dirlo.
-
Sono d’accordo con te Liz.
Scritta
da Monny |