RIASSUNTO:
Michael Guerin viene affidato allo sceriffo Jim Valenti dopo la morte del
padre. Il suo arrivo a Roswell cambia molte cose.
DATA DI CREAZIONE: 12 - 13 luglio 2005
ADATTO A:
tutti
DISCLAIMER: Tutti i diritti dei personaggi di
Roswell appartengono alla Jason Katims Productions / Regency Television – 20th
Century Fox. Il racconto
è di proprietà del sito Roswell.it.
La mia e-mail è
rapiro84@libero.it
- Maria, sbrigati che l’aereo arriverà
tra poco – urlò Amy dalle scale.
- Arrivo – urlò Maria senza entusiasmo.
Stava andando all’aeroporto con i suoi genitori ad aspettare Michael Guerin, un
ragazzo di San Francisco che era stato affidato alla sua famiglia dopo la morte
del padre Hank Guerin, grande amico di suo padre, lo sceriffo Jim Valenti.
Non era affatto entusiasta di avere uno sconosciuto in giro per casa. Se fosse
stata una ragazza sarebbe stato tutto più facile, ma con un ragazzo non sarebbe
potuta essere del tutto se stessa. Inoltre questo Michael era figlio di un
famoso giudice, abituato ad ogni comodità e sicuramente uno snob odioso.
Comunque non poteva cambiare le cose, perciò scese in cucina e si recò
all’aeroporto.
Mezz’ora dopo arrivò l’aereo e poco dopo li raggiunse un ragazzo bellissimo:
alto, castano, coi capelli a punta e occhi nocciola.
Ecco, di male in peggio! Non solo doveva vivere con un ragazzo, ma con un
ragazzo favoloso che sicuramente l’avrebbe tratta come una sorella.
- Michael Guerin? – chiese Jim al ragazzo.
- Sì. Piacere –
- Io sono Jim Valenti, piacere mio –
- Io sono Amy Valenti e lei è nostra figlia Maria –
- Ciao – disse Maria.
- Ciao – rispose Michael freddamente.
Si vedeva che non voleva stare in una cittadina sperduta come Roswell e che già
odiava tutti loro.
- Vieni, andiamo a casa – disse Jim prendendo qualche valigia.
Durante il tragitto Amy fece qualche domanda a Michael, il quale non rispose
mai con particolare entusiasmo.
- Maria ti farà vedere la casa – disse Jim una volta arrivati a casa.
- Seguimi – disse Maria rassegnata.
- Non è molto grande, ma avrai una stanza tutta tua – continuò Maria.
- Di certo i tuoi genitori non ci avrebbero permesso di dormire insieme –
Maria non rispose alla provocazione e continuò a camminare.
- Questa è la cucina e qui c’è la sala da pranzo –
- Carina –
- Non è certo la casa a cui sei abituato, ma ti devi adattare –
- Già –
Salirono le scale e Maria gli mostrò il piano superiore.
- Qui c’è il bagno, qui a destra c’è camera dei miei e qui in fondo le nostre
camere. La tua è quella a sinistra –
- Carina. Sì, può andare – disse Michael una volta entrato nella sua nuova
camera.
- Hai visto tutto. Domande? –
- Sì. Quanto tempo ci stai in bagno? –
- Come scusa? –
- C’è un solo bagno e siamo in quattro, perciò capisci che alla mattina è
problematico –
- Ci sto il tempo che serve –
- Be’, direi che non ti piaccio, vero? –
- Non sono abituata ad avere un ragazzo per casa e non mi sento a mio agio –
- Già, posso capirlo. Cerchiamo di comportarci come se abitassimo insieme da
sempre, magari ci rende la convivenza più semplice –
- Va bene. Allora, cosa mi racconti di te? Com’è la vita a San Francisco? –
- Be’, San Francisco è una grande città e c’è sempre qualcosa da fare, posti
dove andare. Insomma, non ci si annoia mai –
- Qui invece non c’è granché. È una cittadina sperduta nel deserto. Credo che
rimpiangerai San Francisco ogni giorno –
- Considero questo posto una vacanza, tanto tra un anno partiamo per il college
–
- Già, è vero –
- Ora sistemo le mie cose, altrimenti domani non ho niente da mettermi –
- Okay. Se hai bisogno di me sono in camera mia –
- Sì, grazie –
Michael rimase in camera a riordinare le sue cose e a pensare. Non era abituato
a vivere in una cittadina e soprattutto non era abituato ad avere per casa una
ragazza bella come Maria. Se a Roswell erano tutte carine come lei, allora si
sarebbe trovato proprio bene!
Sperava che anche gli altri ragazzi della città lo accettassero nonostante il
suo arrivo improvviso.
Anche Maria pensava a come sarebbe cambiata la sua vita ora che c’era Michael.
Sicuramente avrebbe dato del filo da torcere a Max Evans in fatto di ragazze e
lei avrebbe sofferto perché Michael sarebbe diventato da subito amico degli
Evans, i più popolari di Roswell, dimenticandosi di lei.
L’indomani mattina a scuola Maria presentò a Michael Liz e Alex.
- Ragazzi, lui è Michael Guerin – disse Maria ai suoi amici.
- Liz Parker –
- Alex Withman, piacere –
- Piacere – disse Michael stringendo la mano ai due ragazzi.
- Vieni, ti accompagniamo a fare il giro della scuola – disse Maria, e i
quattro si incamminarono per i corridoi.
- Caspita, questa scuola è piccolissima – esclamò Michael, quasi più a se
stesso che a loro.
- Non sei più a San Francisco ora, sei a Roswell – disse Liz.
- Lo so, è che mi sembra così strano essere qui: poche persone che si conoscono
tutte, niente superstrade e traffico, niente grattacieli. Ho bisogno di qualche
giorno per abituarmi al drastico cambiamento di vita – spiegò Michael.
- Ti comprendiamo, però guarda il lato positivo: qui la vita è più salutare –
scherzò Alex.
- Già – rispose Michael ridendo.
- Dobbiamo andare in classe. Ci troviamo in mensa? – disse Maria a Michael.
- Sì. A dopo – rispose Michael allontanandosi.
- Allora? Che vi sembra? – chiese Maria ai due amici.
- Sembra a posto. Non è poi così snob come lo immaginavamo – disse Liz.
- Forse perché vuole fare buona impressione – disse Maria.
- E dai! Non essere così dura con lui – disse Alex.
- Lo so, devo essere comprensiva e non farlo sentire emarginato –
- Brava –
All’ora di pranzo si trovarono tutti e quattro in mensa per mangiare.
- Com’è andato il tuo primo giorno di scuola? – chiese Liz a Michael.
- Siete molto indietro come programma. Sinceramente mi sono annoiato a
risentire cose che già so –
- Be’, così non dovrai studiarle – disse Alex.
- E ci potrai aiutare coi compiti – disse Maria.
- Cos’hai intenzione di fare oggi pomeriggio? – chiese Alex a Michael.
- Farò il giro della città per iniziare ad orientarmi un po’ –
- Be’, se vuoi fare uno spuntino pomeridiano vieni al Crashdown Cafè. È dei
miei genitori – disse Liz.
- E io ci lavoro come cameriera con Liz – continuò Maria.
- Interessante – rispose Michael.
- Già. Praticamente siamo sempre lì. È il ritrovo di tutti i giovani – spiegò
Alex.
- Allora farò un salto – rispose Michael.
- Michael, alla fine delle lezioni vieni a casa con me? – gli chiese Maria.
- No, faccio quattro passi. Ci vediamo dopo a casa –
- Okay. La cena è alle sette –
- A dopo – E i quattro si recarono nuovamente in classe.
Al termine delle lezioni Michael e Maria si incrociarono per caso all’uscita
della scuola.
- Che fai, mi segui? – scherzò Maria.
- No, stai tranquilla –
Ad un tratto tutti gli studenti si fecero da parte per far passare due
studenti, un ragazzo e una ragazza.
- Chi sono quelli? – chiese Michael.
- Max e Isabel Evans. Loro sono l’elite, i padroni della scuola e tutti fanno
ciò che loro vogliono – spiegò Maria storcendo il naso.
- Ma hanno amici o stanno solo loro due? –
- Tutti sono amici di Max e Isabel. Loro chiedono e gli altri obbediscono –
- Mi ricordano me e Tess a San Francisco –
- La tua fidanzata? –
- Sì, ma è una storia chiusa –
- Hai intenzione di entrare a far parte della cerchia dei privilegiati? –
- Non lo so. Non sono abituato ad essere uno dei tanti –
- Fai come vuoi, ma io, Liz e Alex non siamo loro amici… loro non ci degnano di
uno sguardo –
- Questo non vuol dire che non posso essere amico vostro –
- Già, ma sarai diviso tra i due gruppi –
- E chi ti dice che magari i due gruppi si uniscono in uno solo? –
- Non sognare. Loro sono fuori dalla nostra portata –
- Va be’, ci vediamo dopo –
- Sì, ciao –
Quella conversazione non le era affatto piaciuta. Non le importava poi molto se
Michael aveva deciso di fare amicizia con Isabel e Max, ma sapeva che una volta
entrato a far parte del loro gruppo si sarebbe dimenticato di lei e sarebbero
stati due estranei nonostante vivessero nella stessa casa.
Forse aveva sperato troppo nel loro rapporto, credendo che lui si affezionasse
a lei solo per il fatto che vivessero insieme, ma non aveva pensato che lui
veniva da un altro mondo e che quindi era logico che volesse stare con i suoi
simili.
Già, perché Max e Isabel erano proprio come lui: figli di papà viziati e con il
mondo ai loro piedi.
Michael le era sembrato diverso, ma a poco a poco il suo vero essere stava
emergendo.
Be’, lei gli amici li aveva anche prima che arrivasse lui e di certo non
avrebbe cambiato il suo stile di vita; perciò che facesse un po’ quello che
voleva!
Quel pomeriggio Michael entrò al Crashdown proprio con Max e Isabel.
- Hai visto con chi è Michael? – chiese subito Liz a Maria.
- Vedo che non ha perso tempo. Quello è il suo mondo – rispose Maria triste.
- Già. Non ti dà fastidio? –
- E cosa dovrei fare? Dirgli di scegliere tra noi e loro? –
- No, tanto credo che abbia già scelto –
- Appunto. Vado a prendere le loro ordinazioni – E così dicendo Maria si
avvicinò al loro tavolo.
- Cosa posso portarvi? – chiese.
- Una diet coke – disse Isabel senza nemmeno guardarla.
- Una coca e un cheesburger – disse Max.
- Una fetta di torta alle mele. È vero che le fa tua madre? – disse Michael.
- Sì. Torno subito –
Quando ebbe portato le ordinazioni Maria tornò da Liz.
- Sono odiosi! Isabel non mi ha nemmeno guardata mentre ordinava –
- Lei è la regina di ghiaccio e non guarda mai nessuno. Sono gli altri che
guardano lei – disse Liz.
Da quel giorno Michael cambiò atteggiamento nei confronti di Maria: trascorreva
più tempo con Max e Isabel che con Maria e a casa non faceva altro che parlare
di quanto fosse bello poter fare tutto ciò che si voleva e quanto si divertisse
con Max e Isabel.
Come previsto Maria soffriva per questa situazione perché il suo comportamento
la faceva sentire inferiore e quindi non degna di essere sua amica.
Le cose peggiorarono quando Michael e Isabel si fidanzarono. Erano inseparabili
e Maria odiava il fatto che Michael si allontanasse da lei ogni giorno di più.
- Sai, dovresti uscire con noi qualche volta – le disse Michael una sera
entrando in camera della ragazza.
- Ma sei impazzito? Loro non sanno nemmeno come mi chiamo –
- Lo sanno invece perché io gliel’ho detto e ho parlato di te diverse volte –
- E perché l’hai fatto? –
- Perché vivo con te e non mi va di essere diviso –
- Mi pare che mettendoti con Isabel tu abbia fatto la tua scelta –
- Mica me la devo sposare! Migliorerà la mia immagine stare con la regina di
ghiaccio –
- Non farmi ridere! Non puoi stare con lei solo per via della sua reputazione –
- Non ho detto questo. Be’, pensaci su. Max ha una gran voglia di conoscerti –
- Sì, certo. Con tutte le ragazze che ha intorno guarda proprio me. Non farmi
ridere! –
- Credi quello che vuoi – e così dicendo Michael se ne andò.
Forse stava sognando. Non era possibile che Max volesse conoscerla. Lui aveva
una reputazione da difendere e uscire con lei non l’avrebbe di certo
migliorata.
Forse Michael si sentiva in colpa perché l’aveva trascurata nell’ultimo periodo
e voleva riparare permettendole di conoscere Max e Isabel.
Di certo non sarebbe uscita con loro: l’avrebbero fatta sentire indesiderata, e
questo era proprio l’opposto di ciò che voleva.
Comunque Maria non ebbe la possibilità di scegliere il giorno dopo a mensa,
quando Michael si avvicinò al tavolo dove stava mangiando insieme a Max e
Isabel.
- Possiamo sederci? – chiese.
Alex e Liz per poco non si strozzarono col panino e Maria strabuzzò gli occhi.
- Certo – disse dopo qualche secondo Maria.
- Credo che sia giusto fare le dovute presentazioni – disse Michael una volta
seduto.
- Maria Valenti –
- Alex Withman –
- Liz Parker –
- Max e Isabel Evans – presentò Max entrambi.
- E così Michael abita con te – disse Isabel a Maria.
- Sì – rispose la ragazza. Era in tremenda soggezione e inoltre tutta la scuola
li stava guardando.
- E si comporta bene? – continuò Isabel.
- Sì, non ha mai fatto niente di male –
Cavolo, Isabel Evans stava parlando proprio con lei e la guardava direttamente
negli occhi! Sicuramente Michael le aveva chiesto di essere cordiale.
Maria si voltò e osservò Liz e Alex. Erano entrambi paralizzati e intenti a
fissarli come se fossero delle visioni. Era noto a tutti che Liz aveva una
cotta per Max dal tempo delle elementari e che Alex se avesse potuto avrebbe
baciato la terra dove camminava Isabel.
Maria stava per dire qualcosa ai due amici, ma venne anticipata da Isabel.
- Be’, potete anche parlare voi due. Non vi mangiamo mica –
- È che non siamo abituati a parlare con voi – rispose Alex arrossendo.
- Noi siamo come voi. Sono gli altri che ci hanno messo su un piedistallo –
rispose Max.
- E allora perché non rivolgete la parola a nessuno? – chiese Liz.
- Perché abbiamo una reputazione da mantenere – rispose Isabel.
- E la vostra reputazione vi permette di addormentarvi sereni la sera? – chiese
Maria.
- Maria, non ti sembra di esagerare? – le disse Michael.
- No, ha ragione. In fin dei conti qui ci odiano tutti – disse Max.
- E ne siete felici? – chiese Liz.
- No. Odiamo questa situazione, ma non siamo stati noi a volerla – rispose
Isabel.
- Be’, potevate fare qualcosa per cambiarla – continuò Maria.
- Non è facile quando tuo padre è giudice e tua madre è senatrice. Sei sempre
sotto i riflettori ed è logico che tutti ci vedano come due ricchi snob –
rispose Max.
- Perché, non lo siete? – chiese Maria.
- Voi non sapete niente di noi. Perché continuate ad attaccarci? Siamo venuti
qui perché volevamo abbassare le difese e provare ad essere amici, ma a quanto
pare la nostra presenza non è gradita – disse Isabel alterandosi.
- Perché proprio con noi e perché adesso? –
- Per Michael. Lui è come noi sempre al centro dell’attenzione, ma è anche
vostro amico; perciò ci ha dato la spinta che ci serviva – rispose Max.
- Non sarà facile unire i due gruppi, ma se non ci proviamo nemmeno non lo
sapremo mai – disse Michael.
- Per noi non c’è problema. In fondo io vivo con Michael – rispose Maria.
- Nemmeno per noi. In fondo io sto con Michael – rispose Isabel in tono di
sfida.
- Scusate, ma ora dobbiamo andare. Ci vediamo in giro – disse Max.
- Sì. Ciao –
Rimasti soli Maria, Liz e Alex parlarono di quanto appena accaduto.
- Cosa ne pensate? – chiese Maria.
- È ancora più bello visto da vicino – rispose Liz sognante.
- Liz! Sono seria –
- Anch’io! Comunque credo sia un buon inizio. Forse non sono poi così snob –
- Già. Non mi sono sembrati malaccio. Forse l’arrivo di Michael è stata una
buona cosa – disse Alex.
- Io non sono ottimista come voi, comunque vedremo come andrà a finire – disse
Maria.
Da quel giorno le cose cambiarono: Max e Isabel iniziarono ad andare sempre più
spesso al Crashdown e iniziarono ad invitarli a sedere al tavolo con loro.
A poco a poco abbatterono la loro corazza ed iniziarono a comportarsi sempre
più come loro amici.
Maria, Liz e Alex scoprirono che Isabel e Max non erano affatto gli snob che
credevano, ma che invece erano dei ragazzi soli e spaventati e che i loro
compagni di scuola avevano scambiato la loro riservatezza per un atteggiamento
di superiorità.
Si aprirono completamente con loro e raccontarono di quanto fosse brutto non
avere quasi mai i genitori a casa ad occuparsi di loro perché erano troppo
impegnati con il lavoro; così avevano dovuto crescere in fretta e imparare a
contare solo su loro stessi.
Maria si avvicinò molto a Michael e si scoprì gelosa del suo rapporto con
Isabel.
Avrebbe dato qualunque cosa per essere al suo posto, ma doveva accontentarsi di
essere solo la sua coinquilina.
Anche Michael si era aperto molto e aveva raccontato della morte della madre
quando aveva solo quattro anni e quella del padre, avvenuta per mano di
delinquenti che aveva spedito in prigione.
Maria si era resa conto di quanto fosse solo e di quanta paura avesse che quei
delinquenti facessero del male anche a lui e alle persone a lui care.
Michael era molto simile a Max e Isabel, ma era un ragazzo d’oro e soprattutto
un grande amico. E per tutte queste ragioni Maria lo amava ogni giorno di più.
Michael finalmente aveva capito perché avesse fatto di tutto per unire i due
gruppi: per poter stare con Maria in ogni momento della giornata.
Inizialmente lo aveva fatto perché non gli piaceva essere “conteso” tra i due
gruppi, ma a forza di stare con Maria, vederla sbocciare giorno dopo giorno e
conoscendola per quella ragazza splendida che era, aveva capito che lo aveva
fatto solo per lei.
Questa era una consapevolezza che lo faceva star male perché stava con Isabel e
non voleva farla soffrire.
Isabel era una ragazza fantastica, bellissima e che lo faceva stare bene, ma
Maria aveva qualcosa che nessuna ragazza possedeva.
Maria lo comprendeva meglio di chiunque altro e lo faceva sentire a casa in
ogni momento della giornata. Averla al suo fianco lo faceva sentire protetto e
accettato, come mai si era sentito prima d’ora.
Non poteva però cedere ai suoi sentimenti; perciò non fece mai niente per
mostrarle il suo amore e continuò a stare con Isabel.
- Secondo me tu piaci a Max – disse un giorno Liz a Maria.
- Ma figurati! Non dire cavolate –
- L’ho sorpreso più volte a fissarti e a sorriderti. Cavolo, come vorrei essere
al tuo posto –
- Max non prova niente per me e non lo proverà mai, perciò stai tranquilla –
- Ma io sono tranquilla. Siamo amici ed è già un buon traguardo –
Maria però si sbagliava, perché qualche giorno dopo Max le chiese di parlarle
in privato.
- Dimmi tutto – disse Maria.
- Ecco, non sono molto bravo coi discorsi, perciò te lo dico tutto insieme…
Vuoi uscire con me? –
- Cosa?! –
- Sì, mi piaci e vorrei essere il tuo ragazzo –
- Non posso fare una cosa simile a Liz –
- Liz è carina e dolce ma non voglio avere una storia con lei, la voglio con te
–
Maria non sapeva più cosa fare: da una parte c’era Liz e dall’altra c’era
Michael.
Non ce la faceva più a vederlo insieme a Isabel e in cuor suo sperava di
dimenticarlo mettendosi con Max, ma doveva fare le cose di nascosto perché non
voleva che Liz lo sapesse.
Sapeva che stava facendo una cosa poco leale e che se ne sarebbe pentita, ma
decise di mettersi con Max e forse così il suo amore per Michael sarebbe
diminuito.
- D’accordo, ma a condizione che non lo sappia nessuno – rispose Maria.
- E perché? –
- Per Liz –
- E quanto credi di tenerlo nascosto? –
- Il più possibile. Non voglio che soffra. Ti prego, io nel frattempo cercherò
di persuaderla –
- Okay –
Max si avvicinò a lei e la baciò. Maria però non sentì nulla e si maledisse per
avere accettato.
Il tempo passava e Maria e Max continuavano a stare insieme nell’oscurità, ma
il suo amore per Michael non era diminuito di molto.
Max era formidabile: la ricopriva di attenzioni, le faceva dei regali, la
coccolava e la faceva sentire al centro del suo mondo, ma alla sera Maria
lottava ancora contro l’impulso di correre in camera di Michael e baciarlo come
mai aveva baciato un ragazzo prima.
Pensando e ripensando era giunta ad una conclusione: avrebbe lasciato Max,
tanto non era servito a molto il suo piano per dimenticare Michael.
Così quando si decise portò Max nel retro del Crashdown e stava iniziando a
parlare quando Max la baciò. Maria rispose al bacio perché sapeva che sarebbe
stato l’ultimo, ma così facendo non sentì Liz entrare.
- Oh mio Dio! – esclamò Liz.
- Liz! Aspetta –
- Perché non me l’hai detto? –
- Perché avresti sofferto –
- Da quanto va avanti –
- Qualche mese –
- Io ero la tua migliore amica. Avrei capito –
- No, avresti sofferto –
- E invece così sto bene! Credevo di potermi fidare di te e invece mi hai
tradita –
- Max ci puoi lasciare sole per favore? –
- Certo –
- Lui è solo un ragazzo, mentre tu eri la mia migliore amica, la mia famiglia.
Maria, siamo cresciute insieme – disse Liz piangendo.
- Lo so e non sai quanto stia male per quello che ti ho fatto. Mi sono pentita
da subito, ma ho dovuto farlo – disse Maria piangendo.
- Ti ha costretta? –
- No, ma l’ho fatto per cercare di dimenticare Michael –
- Non dirmi altre bugie per favore –
- Ti sto dicendo la verità. L’ho portato qui oggi perché volevo lasciarlo, ma
lui mi ha baciata e sei entrata tu –
- È stato meglio così perché ho capito come sei fatta. Non mi interessa il
perché, ma l’hai fatto. Mi hai mentito per mesi e questo non posso perdonartelo
–
- Lo so che ora sei arrabbiata, ma non dire cose di cui ti puoi pentire –
- No, non mi pentirò. D’ora in avanti considerami un’estranea. Io e te non
abbiamo più niente da dirci –
- E col locale? Non ci parliamo mentre serviamo ai tavoli? –
- Sei licenziata –
- Non puoi licenziarmi –
- Certo che posso. E ora sparisci –
Maria si sentì morire. Le parole di Liz erano state dure ma se le meritava. Si
era comportata veramente male nei suoi confronti e il minimo che potesse fare
era accettare la sfuriata di Liz.
Uscì dal retro del locale e corse in strada piangendo, senza guardare dove
andava. Fu così che un’auto la investì.
Si risvegliò qualche giorno dopo in un letto di ospedale con un braccio
ingessato e la testa dolente. Accanto a lei c’erano i suoi genitori e Michael.
- Cosa è successo? – chiese appena sveglia.
- Maria, finalmente ti sei svegliata – disse sua madre piangendo.
- Non ricordi niente? – le chiese il padre.
- Ho litigato con Liz e sono uscita in strada di corsa piangendo –
- Sì, e un’auto ti ha investita –
- Oh mio Dio! –
- Già. Fortunatamente hai riportato un piccolo trauma cranico e hai un braccio
rotto. Per il resto è tutto a posto –
- Me la sono cavata con poco. Sono stata fortunata –
- Sì, molto –
- Mamma, papà posso parlare sola con Michael? –
- Certo –
Rimasti soli Michael si avvicinò a lei e l’abbracciò.
- Non hai idea dello spavento che mi sono preso. Perché correvi in quel modo? –
- Per Liz. Senti, statele vicino in questi giorni –
- Cosa è successo? –
- Adesso mi odierai anche tu ma è giusto che tu sappia. Ho tenuto nascosta a
lei e a tutti voi la mia relazione con Max –
- Con Max?! –
- Sì. Non so nemmeno io perché ho accettato di mettermi con lui, ma per non
fare soffrire Liz non gliel’ho detto –
- E perché non l’hai detto nemmeno a me? –
- Non lo so. Sapevo che stavo facendo una cosa orribile alla mia migliore amica
e avevo paura che tu ti arrabbiassi con me –
- E come l’ha scoperto Liz? –
- Ci ha sorpresi mentre ci baciavamo nel retro del locale. L’ho portato lì per
lasciarlo perché avevo capito che non volevo stare con lui, ma lui mi ha
baciata prima che potessi proferir parola e Liz è entrata in quel momento –
- Hai sbagliato a non dirle niente. Se ne avessi parlato con lei prima di
decidere, ora non saresti all’ospedale –
- Ma avrebbe sofferto –
- Così soffre molto di più perché si è sentita tradita –
- Sono orribile. Ma perché non sono morta? –
- Non dirlo nemmeno per scherzo! Vedrai che si sistemerà tutto con Liz. Ora
riposati –
- Michael –
- Dimmi –
- Tu non mi odi, vero? –
- No testolina, come potrei –
- Ti voglio bene – e si addormentò.
- Anch’io te ne voglio, non immagini nemmeno quanto – e Michael uscì dalla
camera.
Andò a sedersi con i genitori di Maria e capì che il suo amore per Maria non
era affatto diminuito nonostante avesse continuato a stare con Isabel.
Vederla in quel letto così fragile l’aveva fatto sentire impotente e il solo
pensiero che Maria non si fosse più risvegliata lo aveva mandato in paranoia.
Quando lei era ancora addormentata non aveva fatto altro che pregare perché si
svegliasse e lo guardasse con quei suoi splendidi occhi verdi.
Finalmente ora sapeva quanto profondamente amava Maria perché si era reso conto
che senza di lei non avrebbe potuto continuare a vivere.
Con questa consapevolezza continuare a fare finta di niente era impossibile;
perciò si recò da Isabel per rompere con lei.
- Ciao. Come sta Maria? – gli chiese Isabel non appena entrò in casa.
- Si è svegliata e sta bene –
- Meno male. Max è appena andato da lei –
- Stava dormendo. Non credo che gliela facciano vedere –
- Spero di sì perché era in paranoia –
- Già, ha fatto prendere un bello spavento a tutti –
Michael fece un grosso respiro e parlò a Isabel del motivo della sua visita.
- Izzy, sono qui perché devo dirti una cosa molto importante –
- Ti ascolto –
- Voglio essere del tutto sincero con te… Sono innamorato di un’altra ragazza –
- È Maria, vero? –
- Sì –
- Si vede lontano un miglio –
- Ma come? –
- Quando lei è nei paraggi io divento invisibile. Non hai occhi che per lei –
- Perché non me ne hai parlato prima? –
- Non lo so, forse perché volevo fare finta che tutto andasse bene. Finalmente
ho un ragazzo che mi tratta come una persona qualunque e finalmente ho degli
amici veri che non mi vedono come la regina di ghiaccio. Avevo paura che
nessuno di voi avrebbe più voluto avere a che fare con me –
- Sai che questo non succederà mai. So che ora stai soffrendo e che
probabilmente mi odierai, ma se vorrai io sarò onorato di essere ancora tuo
amico –
- Io non ti odio. Ero preparata a tutto questo, ho solo aspettato che fossi tu
a parlarmene –
- Be’, se vuoi puoi dire a tutti che mi hai lasciato tu –
- Magari lo farò. Hai parlato con Maria? –
- No, aspetterò che esca dall’ospedale. Ora vado. Ci vediamo domani a scuola –
- A domani –
Non appena fu sola Isabel scoppiò a piangere. Sapeva che Michael non l’amava e
sinceramente nemmeno lei lo amava, ma la faceva sentire protetta e finalmente
non più sola. Ora invece non aveva più nessuno che si occupasse di lei.
Si calmò un po’ e andò da Alex. Era un buon amico e l’avrebbe consolata.
- Isabel, cosa ci fai qui? – chiese stupito Alex non appena la vide.
- Michael mi ha lasciata – e scoppiò nuovamente a piangere.
- Raccontami tutto –
- Ti senti sola, vero? – le chiese Alex quando Isabel ebbe finito di
raccontargli tutto.
- Da morire. Come farò adesso? –
- Ci siamo noi. Io, Max, Liz, Maria e anche Michael ti proteggeremo sempre e
non ti lasceremo sola. Lo sai che puoi contare su di noi –
- Davvero? –
- Certo. Gli amici servono a questo. Stai tranquilla –
- Maria penserà che la odio –
- Allora tu dille che non la odi –
- Lo farò non appena uscirà dall’ospedale –
- Va un po’ meglio? –
- Sì, grazie Alex. Sei un tesoro. Mi chiedo perché ci ho messo tanto ad aprimi
con gli altri –
- Perché sei sempre stata abituata a stare sola con Max, ma ora ci siamo anche
noi –
- Siete dei ragazzi fantastici. Grazie Alex, sei il migliore amico che potessi
avere – gli diede un bacio sulla guancia e tornò a casa, più serena e
rincuorata. Ora sapeva che non sarebbe più stata sola.
Dopo una settimana Maria uscì dall’ospedale e Michael decise che era giunto il
momento di parlarle. Si fece coraggio ed entrò in camera della ragazza.
- Si può? –
- Entra –
- Come stai? –
- Sto bene. Ho solo un braccio rotto –
- Sai, quando eri all’ospedale ho riflettuto e ho capito che senza di te non
potrei vivere –
- Addirittura! –
- Sono serio. Maria, forse abbiamo iniziato col piede sbagliato, forse ti ho
fatto soffrire quando ho iniziato ad uscire con Max e Isabel, e forse ho perso
troppo tempo facendo finta che in me non fosse cambiato niente, ma ora non
posso più aspettare… -
- Michael, cosa stai dicendo? –
- Sto dicendo che ti amo, ti amo dal primo giorno in cui ti ho vista, ma ero
troppo stupido per capirlo e accettarlo –
- Michael, io… -
- Non parlare – e la baciò.
Per entrambi fu il bacio più bello della loro vita. Provarono delle emozioni
nuove e fantastiche, che solo l’amore può dare.
Erano talmente presi dal loro bacio che non sentirlo bussare alla porta della
camera. Max entrò e li vide.
- Vedo che stai decisamente meglio – disse Max.
- Max! – esclamò Maria allontanandosi bruscamente da Michael.
- Non dire niente, ho già capito tutto – disse Max voltandosi verso la porta.
- No, aspetta. Ho bisogno di parlarti. Michael per favore lasciaci soli – disse
Maria.
Quando Michael se ne fu andato Maria riprese a parlare.
- Ho già perso Liz, non voglio perdere anche te –
- Mi hai già perso. Come hai potuto farmi questo? –
- Voglio essere del tutto sincera con te. Il giorno dell’incidente ti ho
portato nel retro del Crashdown per dirti che era finita perché non potevo più
continuare così –
- Così come? –
- Sono una persona orribile, ma ho accettato di uscire con te solo per cercare
di dimenticare Michael. Non ce la facevo più a soffrire così tanto vedendolo
con Isabel e ho pensato che se avevo un ragazzo anch’io l’avrei dimenticato, ma
purtroppo non ha funzionato –
- Mi hai usato! Ti sei presa gioco di me –
- Lo so e mi dispiace da morire. Spero solo che un giorno tu possa perdonarmi –
- Hai intenzione di metterti con Michael? –
- Lui sta con Isabel e credo di aver bisogno di stare un po’ sola per
riflettere –
- E con Liz? –
- Non mi parla ancora, ma me lo sono meritato. Cerca di starle vicino –
- Certo. Io tengo agli amici – e così dicendo Max se ne andò.
Maria scoppiò a piangere. Nell’ultima settimana aveva tradito due persone a lei
molto care e si sentiva veramente male. Odiava se stessa e il suo
comportamento. Non meritava l’amore di Michael.
Poco dopo Michael bussò alla sua porta.
- Entra – gli disse.
- Com’è andata? –
- Come previsto. Mi odia –
- Non ti odia, è solo ferito nell’orgoglio –
- Michael, perché mi hai baciata? –
- Perché ti amo –
- Ma tu stai con Isabel –
- L’ho lasciata una settimana fa –
- Ecco, così mi odia anche lei –
- No, ha capito la situazione e non si è arrabbiata –
- Michael, io non mi merito il tuo amore, non mi merito l’amore di nessuno –
- Non dire stupidaggini. Tu sei una ragazza fantastica e un errore non cambia
quello che sei. Maria, io voglio stare con te –
- Michael, non sai quanto ho sognato che tu mi dicessi queste parole. Sono mesi
che soffro perché ti vedo con Isabel e ho accettato di stare con Max per
cercare di dimenticarti, ma non ci sono riuscita –
- Perché non me l’hai detto prima? –
- Perché eri felice con Isabel e non volevo perderti come amico –
- Se mi avessi detto i tuoi sentimenti io avrei lasciato Isabel –
- Ora lo so, ma prima avevo paura –
- E adesso hai ancora paura? –
- Adesso ho bisogno di stare un po’ sola per riflettere. Non ce la faccio ad
essere serena e a farmi vedere con te senza sentirmi in colpa. Cerca di capirmi
–
- Ti capisco e ti aspetterò –
- Non sei obbligato. Devi continuare la tua vita –
- La mia vita è con te, quindi non cambierò idea –
Maria scoppiò nuovamente a piangere, di felicità questa volta, e abbracciò
forte Michael.
Il tempo continuava a scorrere e Liz non aveva ancora rivolto la parola a
Maria.
Max aveva capito che non teneva a Maria come credeva, perciò la perdono e i due
tornarono ad essere amici.
Isabel aveva subito chiarito la situazione con Maria tranquillizzandola e
dicendole che non ce l’aveva con lei.
Da quando si era lasciata con Michael, Isabel aveva trascorso molto tempo con
Alex. Lui era sempre stato pronto a sostenerla e a proteggerla e finalmente si
sentiva bene. Quando era con lui si trasformava, lui aveva la capacità di far
crollare ogni sua difesa e di permetterle di essere completamente se stessa. Fu
per tutte queste ragioni che Isabe capì che Alex non era un semplice amico, ma
il ragazzo che aveva sempre sognato di avere.
Si fece forza e glielo disse. Naturalmente Alex non poteva esserne più che
felice e finalmente coronò il suo sogno di stare con Isabel.
Erano una coppia veramente bella, erano così dolci e avevano molte cose in
comune. Insomma, si completavano a vicenda.
Max si era avvicinato a Liz, ma il loro rapporto non era mai andato al di là
dell’amicizia. Max le stava vicino, la proteggeva, la faceva ridere, la
sosteneva e aiutava, ma aveva paura a fidarsi ancora di una ragazza perché
temeva di essere nuovamente usato.
Sapeva che Liz aveva una cotta per lui, ma non era ancora pronto a lasciarsi
andare e non era del tutto sicuro dei tuoi sentimenti per lei.
Maria stava meglio dopo aver fatto pace con Max e avere chiarito con Isabel,
anche se non parlare con Liz non le permetteva di essere serena.
Michael si era rivelato una persona splendida, il migliore amico che potesse
avere e il ragazzo più dolce che avesse mai conosciuto.
Maria aveva iniziato a cantare nel gruppo di suo padre e si esibiva di tanto in
tanto nei locali vicino a Roswell, e fu proprio in una di queste serate che
venne notata da un talent scout.
- Salve, sono Patrick Johnson, discografico – si presentò l’uomo mostrandole il
suo biglietto da visita.
- Maria Valenti. Ha detto discografico? – chiese Maria stupita.
- Sì. Ho sentito come canti e mi sei piaciuta molto. Vorrei proporti un affare
–
- Che genere di affare? –
- Chiamami e ne parleremo –
Maria rimase a fissare l’uomo che si allontanava e nella sua mente iniziarono a
formarsi immagini di lei famosa.
Il giorno seguente chiamò il discografico e si accordò per un loro incontro a
Los Angeles.
- Maria sei sicura? – le chiese Jim.
- Sì. È l’occasione che stavo aspettando da una vita –
- Los Angeles è lontana e potrebbe volerti fregare – continuò Michael.
- So badare a me stessa, e se qualcosa non mi va bene tornò subito indietro –
disse Maria determinata. Ormai aveva deciso e nessuno le avrebbe fatto cambiare
idea.
Così qualche giorno dopo Maria partì per Los Angeles. Le fecero incidere alcune
canzoni, ma non prestarono la minima attenzione per le canzoni che lei aveva
composto. Questo la fece infuriare e decise di tornare a Roswell.
Inoltre non sopportava più di stare lontana dai suoi genitori e da Michael.
Quella vita non faceva per lei: avrebbe girato il mondo e sarebbe stata lontana
dalle persone che amava.
Tornò senza avvisare nessuno e casa sua sembrava deserta, ma quando salì in
camera sua trovò Michael addormentato sul suo letto.
A quella vista le vennero le lacrime agli occhi. Allora Michael l’amava sul
serio!
Com’era bello profondamente addormentato: sembrava un dolce angelo venuto sulla
Terra per proteggerla e amarla. In quel momento capì che non aveva più la forza
di combattere il suo amore per Michael. Aveva sofferto abbastanza ed ora per
lei era giunto il momento di essere felice con il ragazzo che amava.
Si avvicinò al letto e diede a Michael un bacio a fior di labbra. Il ragazzo
aprì gli occhi e sorrise.
- Maria, cosa ci fai qui? – le chiese una volta sveglio.
- Sono appena tornata –
- Perché non ci hai avvisati? –
- Perché l’ho deciso all’improvviso –
- Cos’è successo? – chiese Michael preoccupato.
- Non hanno nemmeno ascoltato le mie canzoni. Io sono una cantautrice; poi mi
mancavate –
- Anche tu ci mancavi –
- A proposito, cosa ci fai nel mio letto? –
- In camera tua ti sentivo più vicina a me –
- Sei fantastico – E così dicendo Maria si avvicinò a Michael e lo baciò.
- Maria, perché? – le chiese Michael quando il bacio terminò.
- Perché non ho più paura e ho capito che senza di te non posso stare. Se
ancora mi vuoi ora sono pronta ad iniziare una nuova vita con te –
- Certo che ti voglio ancora. Non ho mai voluto niente e nessuno come voglio te
–
- Ti amo, Michael Guerin –
- Ti amo anch’io, Maria Valenti –
Da quel giorno per Maria iniziò veramente una nuova vita: finalmente si sentiva
bene, protetta, amata e felice, felice come mai si era sentita in vita sua.
L’unico piccolo inconveniente era che vivevano insieme e che quindi non
dovevano far capire nulla ai genitori di Maria, altrimenti li avrebbero
ostacolati.
Più volte Michael aveva cercato di parlare con Liz, ma la ragazza non voleva
più avere nulla a che fare con Maria.
E Liz probabilmente era quella che soffriva di più: Maria non era più andata al
Crashdown dal giorno della lite e Max continuava a trattarla solo come
un’amica. Vedere Alex e Isabel così uniti e sapere Maria e Michael innamorati
di certo non migliorava il suo umore.
Ma forse c’era speranza anche per lei…
Si trovava al centro commerciale a fare shopping quando nell’ascensore entrò
Max.
- Ciao, cosa ci fai qui? – gli chiese Liz.
- Devo prendere delle cose per Isabel –
Poco dopo però l’ascensore si fermò e loro due rimasero chiusi dentro.
- Oh no! Non è possibile! – esclamò Liz.
- Soffri di claustrofobia? –
- Per fortuna no. Tu? –
- No –
Tra di loro cadde un imbarazzante silenzio. Erano amici, erano stati spesso
insieme, ma mai soli e soprattutto mai bloccati in un ascensore.
Liz era allo stesso tempo felice e triste: era felice perché finalmente poteva
stare sola con Max, ma era triste perché sapeva che lui avrebbe preferito
essere in qualsiasi altro posto.
E Max invece era confuso. Essere solo con Liz gli stava procurando strane
sensazioni, come un senso di costrizione allo stomaco e di agitazione generale.
Il suo cuore stava battendo velocemente e il suo cervello stava elaborando
situazioni non proprio “pure” tra lui e Liz in quell’ascensore. Non aveva mai
provato queste emozioni prima, nemmeno con Maria.
Si accorse che Liz era a disagio perché continuava a torturarsi il labbro
inferiore e sapeva che lei lo faceva quando era agitata o quando doveva
prendere una decisione importante.
- Ehi, non è che mi hai detto una bugia prima riguardo alla claustrofobia? – le
chiese Max per cercare di distoglierla dai suoi pensieri.
- No, perché? –
- Perché ti stai mordendo il labbro inferiore –
Liz capì a cosa si riferiva Max e rimase piacevolmente colpita del fatto che
lui avesse imparato a conoscerla così bene.
- Allora, mi dici cosa c’è che non va? – continuò Max.
- Niente, è che è una situazione strana –
- Be’, non è detto che non possa essere piacevole – scherzò Max, ma Liz la
prese molto seriamente.
- Non farmi ridere! So che preferiresti essere ovunque ma non qui… con me –
- Perché dici una cosa del genere? –
- Perché sei mio amico solo perché Maria te l’ha chiesto –
- Questo non è vero –
- E allora perché ti sei avvicinato a me da quando tu e Maria vi siete
lasciati? –
- Perché non avevi più la tua migliore amica; poi Alex e Isabel si sono messi
insieme e anche Michael e Maria –
- E così per non rimanere solo ti sei avvicinato a me –
- Non è vero. E comunque tu eri nella mia stessa situazione –
- Già, ma io non sono la più popolare della scuola e non ho una fila di ragazzi
ai miei piedi –
- Solo perché tu non li vedi. Quasi ogni ragazzo della scuola si volta quando
passi e segue i tuoi movimenti –
- Tutti tranne te – disse Liz pentendosi immediatamente di aver detto quella
frase; però non ce la faceva più a tenersi tutto dentro. Forse se avesse detto
a Max come si sentiva e cosa provava per lui si sarebbe sentita meglio.
- Perché dici così? –
- Perché sembra che per te tutte le ragazze di questo mondo, tranne me, siano
degne della tua attenzione –
- Questo non è vero. Io non sono amico di tutte –
- E se io non volessi essere tua amica? –
Max vide gli occhi pieni di lacrime di Liz e si bloccò. Si rese conto di quanto
l’avesse fatta soffrire, ma non riuscì a dire niente perché il suo senso di
colpa non glielo permise. Liz interpretò il suo silenzio come una confessione
da parte di Max.
- Infatti. Per te sono e sarò sempre solo un’amica – disse Liz sconsolata.
Ora aveva capito una volta per tutte che per Max lei non sarebbe stata altro
che un’amica.
Max non ebbe il tempo di ribattere perché le porte dell’ascensore si aprirono e
Liz si precipitò fuori senza che lui potesse fermarla.
Max trascorse la notte a riflettere. Si sentiva un verme per come aveva
trattato Liz in quel periodo e capì che lei non lo avrebbe usato perché l’amava
con tutta se stessa.
Era stato così cieco da non accorgersi che la persona che stava cercando era
stata davanti a lui per tutto quel tempo, ma ora l’aveva finalmente capito e
non aveva più intenzione di far soffrire la ragazza più splendida che avesse
mai conosciuto.
Il giorno seguente si recò da lei. Salì le scale del suo terrazzo e bussò ai
vetri di camera sua.
- Cosa ci fai qui? – chiese Liz freddamente. Max sperava solo di non essere
troppo in ritardo.
- Questi sono per te –disse Max porgendole un mazzo di rose bianche, i suoi
fiori preferiti.
- Non devi scusarti di niente. Tu non mi devi niente –
- Non è vero, ti devo molto invece –
- La tua amicizia è sufficiente –
- E se non volessi essere tuo amico? –
- Cosa vuoi, Max? – chiese Liz spazientito. Dopo la figuraccia del giorno prima
si sentiva tremendamente imbarazzata.
- Voglio farti capire quanto sei importante per me –
- I fiori vanno bene –
- Non vuoi nemmeno ascoltare cosa ho da dirti? –
- Se serve alla tua coscienza, allora parla –
- Perché sei così fredda? –
- Perché non voglio che tu mi dica che sono importante per te solo perché ieri
mi sono messa a piangere come una bambina che non ha ciò che vuole. Io per te
sono un’amica, e mi sta bene –
- Non è vero che ti sta bene, altrimenti non soffriresti così –
- Ora che sono sicura che tra noi non ci potrà mai essere niente sono
finalmente pronta a guardarmi intorno e a dimenticarti –
- Perché non mi hai mai detto prima come ti sentivi? –
- E cosa sarebbe cambiato? Non ti importava di quello che provavo, non ti è mai
importato di me –
- Non è vero –
- Chiedere alla mia migliore amica di uscire con te quando sapevi che mi
piacevi è stata una chiara dimostrazione di quanto tu tenessi a me – disse Liz
con ironia.
- Questo è un colpo basso –
- No, il tuo è stato un colpo basso. Forse speravi che così avrei finalmente
capito che non avevo speranze con te –
- Non mi ha mai nemmeno sfiorato l’idea. Credevo di provare qualcosa per lei ma
quando ci siamo lasciati non ho sofferto per la fine della nostra storia, ma
solo per il mio orgoglio ferito –
- Sai una cosa? Non mi interessa –
- Liz per favore, come devo farti capire che sono dispiaciuto per tutto il male
che ti ho fatto e che ho capito che sei tu la ragazza che voglio? –
- Per favore, non rendere le cose più difficili. Non è necessario che tu faccia
finta di provare qualcosa per me solo per sentirti meno in colpa –
- Io provo qualcosa per te, non sto facendo finta –
- E io non ti credo –
- Ieri quando eravamo nell’ascensore ho provato sensazioni nuove che mai
nessun’altra mi aveva dato. Poi a casa ho riflettuto molto sul mio
comportamento e sul tuo. Io avevo paura, paura che anche tu mi avresti usato e
poi scaricato come una cosa usata, ma dopo aver ripensato agli ultimi tempi ho
capito che tu eri sempre presente. Mi eri amica, mi consolavi, mi incoraggiavi,
mi consigliavi, tu eri e sei il mio punto di riferimento –
- Già, la tua migliore amica –
- No, non la mia migliore amica. Tu c’eri come persona, come ragazza. Tu mi fai
sentire bene, come mai nessuna mi ha fatto sentire, e mi completi. Liz, quello
che ho sempre sentito quando ero con te è diverso da ogni altra cosa e ho avuto
paura, mi sono tirato indietro perché sapevo che se tra di noi non avesse
funzionato io sarei morto –
- Cosa stai dicendo? –
- Sto dicendo che ti amo Liz, ti amo sul serio e con te non voglio avere una
storiella, con te voglio che sia per sempre –
- Credo che tu abbia sbagliato persona –
- Non ho sbagliato persona, ora lo so. Tu sei la ragazza giusta – e così
dicendo Max la baciò.
Le sensazioni che provarono furono indescrivibili. Mai nessun bacio era stato
magico come quello e per Max fu la conferma che aspettava. Sì, Liz era la
ragazza che aveva sempre voluto.
- Liz, ti amo – le disse guardandola negli occhi dolcemente.
- Io non voglio soffrire ancora, non potrei sopportarlo –
- Non soffrirai mai più perché io starò accanto a te per sempre –
- Non fare promesse che non puoi mantenere –
- Liz, io non ti lascerò andare mai più ora che ti ho trovata – La strinse
forte, come per proteggerla da ogni male del mondo, e poi la baciò.
Liz finalmente credette alle parole di Max e si lasciò totalmente andare al
meraviglioso bacio che si stava scambiando con il ragazzo che amava più di ogni
altra cosa al mondo.
Finalmente anche Liz era felice e praticamente da quel giorno visse in simbiosi
con Max.
Ora che le cose si erano sistemate decise di parlare con Maria, così si recò a
casa della ragazza.
- Liz! – esclamò Maria aprendo la porta.
- Posso parlarti? –
- Certo. Entra –
Una volta in camera di Maria, Liz iniziò a parlare.
- Non so da dove iniziare… ora le cose vanno meglio, io e Max stiamo insieme e
siamo felici –
- Lo so –
- Sono stata male, mi sono sentita tradita dalla mia migliore amica, ma ora non
voglio più stare senza di te. Mi manchi troppo –
- Mi manchi tanto anche tu. Io non volevo farti soffrire, ho solo agito senza
pensare alle conseguenze perché stavo soffrendo disperatamente per via di
Michael, e quella mi è sembrava l’unica via di fuga –
- Lo so. Probabilmente avrei agito anch’io come te –
- Puoi perdonarmi? –
- L’ho già fatto – E si abbracciarono forte forte.
- Certo che Michael ha sconvolto la nostra vita! – disse Liz una volta sciolta
dall’abbraccio.
- Già, ma in meglio – disse Maria ridendo.
Eh già, Michael aveva proprio sconvolto la vita di Roswell. Grazie a lui la
regina di ghiaccio Isabel e il re di cuori Max erano scomparsi; Maria, Liz e
Alex avevano finalmente trovato l’amore e tutte le barriere sociali erano state
abbattute.
Max e Isabel ora potevano comportarsi come normali studenti e Maria, Liz e Alex
non si sentivano più inferiori a nessuno.
Tutte le incomprensioni erano state risolte e i due gruppi si erano uniti in un
unico formidabile sestetto.
Michael si era rivelato un ragazzo d’oro e grazie al suo grande cuore era
riuscito a cambiare la vita di Roswell in meglio, proprio come aveva detto
Maria.
Scritta
da Kassandra |