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LA FESTA DI NATALE


Riassunto: In occasione del Natale la scuola ha organizzato un ballo studentesco. Ma per Max, Isabel e Michael non sarà una festa qualunque…

Data di composizione: 27 Novembre 2000

Valutazione: Adatto a tutti

Disclaimer: Tutti i diritti dei personaggi descritti nel racconto appartengono alla casa di produzione Warner Bros, il racconto è di proprietà del sito Roswell.it.

La mia e-mail è gioicar@tin.it


“È la mattina di Natale e io sono Liz Parker. Ho un po’ trascurato il diario in questi giorni ma c’è un motivo: sono accadute molte cose nell’ultima settimana e non ho avuto neanche il tempo di rifletterci un po’ sopra. So solo che questa mattina mi sento felice: mi sembra che il mondo mi sorrida e che la mia vita ad un tratto sia la più bella del mondo.

Tutto è cominciato la settimana scorsa a scuola. Stavamo assistendo alla lezione di storia quando improvvisamente è entrato il preside per dare un annuncio molto speciale.
“Ragazzi, sono qui per dirvi che in occasione delle prossime feste, questa scuola ha organizzato un ballo che si terrà la Vigilia di Natale. Naturalmente sono invitati tutti gli studenti. É gradito l’abito elegante e raccomando a tutti di mantenere un comportamento consono all’occasione. Ciascun ragazzo potrà invitare una ragazza a sua scelta, della quale sarà l’accompagnatore per l’intera serata. Buon divertimento a tutti”.
Questo annuncio ha immediatamente portato un grande scompiglio nella nostra classe.
Ciascuno di noi, infatti, aveva ben chiaro in mente il nome della persona che avrebbe desiderato avere al suo fianco per l’occasione ma sapevamo altrettanto bene che i rapporti tra noi ultimamente erano diventati un po’ complessi.
Ho notato immediatamente lo sguardo di Max che era rivolto nella mia direzione, ma appena si è accorto che lo stavo osservando si è ricomposto, facendo finta di niente.
Non ho potuto fare a meno di osservare anche il diverso comportamento di Michael e Maria. Lei, espansiva come sempre, lo guardava speranzosa ma lui non si è neppure girato. Chissà a cosa pensava…
Alla fine delle lezioni Maria è venuta da me e mi ha detto:
“So cosa stai pensando ma se stiamo ad aspettare che ci invitino i cecoslovacchi saremo mature per l’ospizio. Dobbiamo studiare qualche espediente. O adesso o mai più, Liz! È il nostro momento!”
“Maria, mi fa piacere vederti così entusiasta ma…non lo so, è tutto così difficile. Forse dovremmo aspettare”.
“Tu aspetta pure, se vuoi. Per quanto mi riguarda, io ho già un’idea!”
“Cosa vuoi dire?” le ho chiesto allora.
“Intendo mettere un biglietto di invito anonimo nell’armadietto di Michael per un appuntamento al buio prima della festa. Non resisterà alla curiosità di scoprire chi glielo manda e vedrai che alla fine sarà troppo tardi per dirmi di no!”
“Ma come ti vengono in mente certe idee? È…è una pazzia! E se poi dovesse arrabbiarsi scoprendo la verità?”
“In quel caso non avrò perso nulla, visto che non c’è nessuna storia tra me e lui. Non credi? Ma io sono sicura che funzionerà!”.
“Non guardare me, eh?! Se mi dovesse chiedere qualcosa gli risponderò che non so nulla di tutto questo e che non ho idea di chi possa avergli mandato il biglietto” le ho risposto con tono categorico.
“Sei proprio sicura, piuttosto, di non volerne mandare uno a Max?” mi ha chiesto allora con un’espressione ammiccante. E poi ha aggiunto, enfatizzando con i gesti il suo discorso per risultare più convincente:
“No, hai ragione, lascia perdere. Tanto prima o poi incontrerai qualcuno che ti voglia invitare. In fin dei conti questa scuola è piena di gente e…tutt’al più passerai la Vigilia di Natale sola e disperata e…”
“Va bene, va bene, hai vinto! Scriverò anch’io un biglietto. Contenta? Ancora mi domando come mai non riesco a dirti di no. Anche quando cerchi di trascinarmi in imprese assurde come questa!”
“È perché sono la tua migliore amica e perché ho sempre delle idee geniali!” mi ha risposto Maria con voce entusiasta.
“Speriamo che tu abbia ragione” le ho detto alla fine.
Ma non ero completamente convinta che si trattasse di una mossa intelligente.

La mattina dopo ha avuto inizio la prima fase del piano: bisognava distrarre i ragazzi mentre Maria recapitava i biglietti.
“Mi raccomando: stai attenta a non sbagliare perché gli armadietti si trovano uno accanto all’altro. Quello di Max è quello di sinistra. Hai capito bene?” le ho detto prima di dividerci, nel corridoio.
“Sì, sì, ho capito. Non sono mica una stupida! Me lo hai già ripetuto tre volte!” ha risposto lei gesticolando come fa sempre quando qualcuno la esaspera.
“A proposito, dove gli hai dato appuntamento?” mi ha chiesto alla fine.
“Alle sette dal grande albero nel cortile della scuola. E tu, invece?”
“Anch’io alle sette, vicino al cancello”.
“O.K. Adesso andiamo o finiremo col destare dei sospetti se continuiamo ad aggirarci qui intorno parlottando in questo modo”.
“Sei troppo paranoica, Liz! Fai come me! Guarda come sono disinvolta!” mi ha detto Maria girandosi di scatto e andando a sbattere direttamente contro Alex, che stava arrivando nella direzione opposta.
“Ops, ciao Alex. Come mai qui?”
“Mi trovo in un corridoio della scuola alle 10.30 del mattino e sto per entrare in aula. Lo trovi così strano?” le ha risposto lui con tono sarcastico. E ha continuato: “Voi due non me la contate giusta. Di cosa stavate parlando? Sembravate due agenti segreti in missione speciale”.
Dopo un attimo di pausa, visto che non rispondevamo alle sue domande, ha ripreso: “Hey, aspettate un attimo: non si tratterà per caso di nuovo dell’ FBI? Perché se le cose stanno così io non voglio saperne niente e…”
“No, no, niente del genere! Se sai tenere un segreto…io e Maria abbiamo deciso di mettere due biglietti anonimi di invito al ballo della scuola negli armadietti di Max e Michael. Così organizzeremo un appuntamento al buio per coglierli di sorpresa. Se avremo un po’ di fortuna magari ci inviteranno alla festa… Non guardarmi in quel modo: un’idea di Maria…”
“Non è da te, Liz! Non credevo che saresti arrivata a tanto!” ha ribattuto lui con un’espressione incredula.
“Tu, invece, chi intendi invitare?” l’ ha interrotto allora Maria.
“Nessuno. Figurati, io! Ti sembro il tipo? No, resterò a casa tranquillo con i parenti e poi mi racconterete com’è andata. Come succede tutti gli anni” ha risposto scrollando la testa.
“Perché no? Potresti invitare Isabel e …” incalzava Maria, che quando ha qualcosa in mente sa essere molto persuasiva.
“Isabel, scherzi? Con tutti i ragazzi che le girano intorno non accetterebbe mai l’invito di uno come me! È troppo bella e poi non avrei mai il coraggio di chiederglielo e…”
“Perché non fai come noi, allora? Potresti mandarle un messaggio!” ha ribattuto  allora lei con convinzione.
“No, no. Grazie. Non mi sembra il caso. Direbbe senz’altro di no e poi non avrei più il coraggio di mostrare la mia faccia in giro!” ha detto Alex accompagnando con un movimento della mano il suo rifiuto.
“Mi sembra che ti abbia invitato già una volta! Era per la festa alla fabbrica di sapone, o sbaglio?” ho detto io.
“Era solo per assicurarsi che non avessi detto niente a Valenti e poi dovresti ricordarti bene com’è finita?! Ci siamo ritrovati tutti e due in prigione!”
“Già, ma non sarebbe la stessa cosa. Insomma, pensaci. Dopotutto potrebbe essere una buona occasione!” ha concluso Maria. Poi, rivolta a me: “Ora devo andare. Se dovessi vedere i ragazzi fermali a qualunque costo. Inventati qualsiasi cosa ma non farli avvicinare. O.k.?”
“Ci proverò. Speriamo bene…”
“Buona fortuna per il vostro appuntamento. Penso che ne avrete bisogno…”. Detto questo Alex si è avviato lungo il corridoio. Ma dopo tre passi si è voltato e ha chiamato Maria:
“Ehi, Maria. Aspetta. Va bene, forse dopo tutto non è un’idea tanto pessima. Se ti dessi un biglietto da parte mia lo metteresti nell’armadietto di Isabel?”
“Mi avete preso per il postino, per caso?” ha ribattuto lei. “Sto già rischiando abbastanza nel mettere questi due messaggi”.
“Scusa, credevo fossi un’amica. In fin dei conti mi hai dato tu il consiglio e io non ero neanche d’accordo!” ha risposto lui un po’ risentito.
“O.K., O.K. Ce lo metto. Ma mi devi un favore!” ha concluso Maria tornando indietro.
Una volta scritto il biglietto è scattato il piano. Io mi sono messa di guardia dietro l’angolo. Neanche a dirlo pochi istanti dopo sono arrivati Max e Michael, che si dirigevano verso gli armadietti per prendere dei libri.
“Max, Michael, che sorpresa!”. Mi sentivo sprofondare per l’imbarazzo. Non avevo assolutamente idea di come fare a tenerli lontani da Maria.
“Ciao Liz” mi ha detto Max.
“Ciao!” ha aggiunto Michael. Ma entrambi non davano segno di volersi fermare.
Così mi sono letteralmente messa davanti a loro impedendogli di proseguire.
“Ma quanta fretta! Come va?” gli ho chiesto, ma mi rendevo conto di aver parlato con voce  alterata e poco credibile.
“Bene, grazie. Ma mi sembri strana Liz. Va tutto bene?” mi ha chiesto Max incuriosito.
“Si, sì, certo. È solo che mi chiedevo se… sì insomma…se per caso avete gli appunti di scienze di martedì scorso, perché non li trovo più”.
Mi rendevo conto di gesticolare un po’ troppo ma mi succede sempre quando devo inventare delle frottole e, chiaramente, avevo appena tirato fuori la scusa più stupida che mi era venuta in mente.
“Sì, li ho. Te li porto domani, va bene? Scusaci ma ora dobbiamo proprio andare”. Ha risposto Max manifestando l’intenzione di proseguire.
“Aspettate. Stavo pensando che uno di questi giorni potremmo andare tutti insieme a fare shopping. Devo acquistare un mucchio di regali per Natale e mi servirebbe il consiglio di un ragazzo per…”
“Sì, va bene. Scusaci ma ora siamo proprio in ritardo” ha concluso Michael, che si stava spazientendo.
Ero veramente nel panico perché si stavano avviando rapidamente verso gli armadietti. Non mi è venuto in mente niente di meglio che seguirli; in caso di emergenza avrei trovato qualche altro pretesto per trattenerli.
Ma fortunatamente non ce ne è stato bisogno perché Maria, nel frattempo, era riuscita ad infilare i biglietti e ad allontanarsi.
Ho visto che mi faceva un cenno di vittoria attraverso lo spiraglio della porta dei bagni, dove si era nascosta appena aveva scorto i ragazzi.
“Missione compiuta!” ha esclamato poi, venendomi incontro sorridente. “Non è stato facile ma senza falsa modestia potrei fare la scassinatrice!”
“Continuo a chiedermi se abbiamo fatto bene. E se qualcosa andasse storto?”
“Ora non ci pensare. Dobbiamo invece procurarci due vestiti da urlo per la festa, altrimenti tutta questa fatica sarà stata inutile. Non trovi?”
“Se lo dici tu..” e così abbiamo passato il pomeriggio a girare tutti i negozi della città in cerca degli abiti adatti. Adoro passeggiare nelle strade addobbate per Natale: le luci, i suoni e i profumi mi rendono estremamente allegra!
Dopo ore ed ore di tentativi mi sono infine rassegnata a prendere un abito da sera blu notte. Avrei decisamente preferito che fosse rosso ma si trattava di una creazione unica, disponibile in un solo colore.
Maria, dal canto suo, ha trovato un abito nero che le sta d’incanto.

La settimana è letteralmente volata, senza che né Max né Michael ci abbiano quasi rivolto la parola. Senz’altro non avevano in mente di invitarci o almeno questa è l’impressione che davano. La sera prima del ballo, inaspettatamente, mentre eravamo di turno al Crash Down, i ragazzi sono venuti a sedersi ad uno dei tavoli.
“Ciao ragazzi. Cosa vi porto?” ha chiesto Maria con il blocchetto e la penna in mano. Cercava di apparire distaccata e professionale ma sapevo che stava friggendo dalla curiosità.
“Per me il solito” ha risposto Michael.
“Anche per me” gli ha fatto eco Max dopo aver dato una rapida occhiata alla lista.
Maria era decisa a cercare di carpire qualche stralcio della loro conversazione per sapere se avevano letto i biglietti e quali erano le loro intenzioni.
Così continuava a girare intorno al tavolo fingendo di spostare le zuccheriere.
“Signorina, mi scusi. Se non le dispiace vorrei ordinare!” le ha chiesto un cliente ad un certo punto, con tono seccato.
“Un attimo! Adesso arrivo!” gli ha risposto lei in malo modo. Infatti proprio in quel momento la conversazione tra i ragazzi si faceva interessante.
“Cosa intendi fare?” ha chiesto Michael a Max. “Io credo che faremmo meglio ad andarci. Dopo tutto non abbiamo niente da perdere. E poi sarebbe meglio che stessimo lontani da Maria e da Liz, almeno per un po’.”
“Forse hai ragione, è solo che mi dispiacerebbe se Liz mi vedesse con un’altra. So bene che non siamo impegnati ma non vorrei neanche ferirla e…”
“Fai come credi. Io intendo andarci e scoprire almeno chi mi ha mandato il biglietto.” Ha concluso Michael con il suo tono tipico delle decisioni importanti.
“D’accordo. Andrò all’appuntamento. Poi deciderò sul posto come comportarmi. Ma francamente non riesco ad immaginare chi possa avermelo mandato; non vorrei che si trattasse di uno scherzo” ha concluso Max sorseggiando una bibita.
“Allora, cosa dicono?” ho chiesto a Maria. Non resistevo neppure io alla curiosità di sapere cosa intendevano fare.
“Liz è fatta! È fatta!” mi ha detto lei correndo verso di me tutta trafelata. “I ragazzi andranno all’appuntamento. Il mio piano ha funzionato!”.
“Ne sei sicura? Max non sembra avere un’espressione molto convinta!” ho obiettato.
“Sciocchezze! Vedrai che andrà tutto come previsto!”

E così è giunta la fatidica sera del ballo. Io e Maria abbiamo passato ore e ore a prepararci. Poi ci siamo divise per non dare troppo nell’occhio e io, come previsto, mi sono posizionata vicino al grande albero nel cortile. Per la verità mi sentivo un po’ a disagio perché mi sono resa improvvisamente conto che se Max non fosse venuto avrei passato l’intera serata da sola e sarei diventata lo zimbello della scuola. Eppure, qualcosa nel mio cuore mi diceva che sarebbe arrivato.
Ad un tratto ho visto un’ombra avvicinarsi circospetta ma poiché non c’era molta luce, sul momento non ho riconosciuto subito la persona che avevo davanti. Poi, nel silenzio, ho sentito una voce ben conosciuta.
“Liz! Sei tu!”
Ma non era la voce di Max, come mi sarei aspettata. “Alex! Che ci fai qui?”
“Che ci fai tu! Io pensavo di incontrare Isabel!”
“Non me lo dire: le hai dato anche tu appuntamento vicino a quest’albero! Non posso crederci!”.
“Mi sembrava il posto più adatto per non dare nell’occhio. E poi Maria non mi aveva detto niente e…”.
“Lascia perdere! Ora piuttosto che facciamo?” gli ho chiesto.
“L’unica alternativa possibile mi sembra quella di andare ad aspettare Isabel, ammesso che venga, vicino all’ingresso. Facciamo finta di niente…Ah, Liz, comunque sei bellissima! Se fossi Max sarei ben felice della sorpresa…”
“Grazie Alex. Ora vai. E speriamo che non ci siano altri intoppi!”.
“Accidenti, Maria, cosa hai fatto! Per poco non rovinavamo tutto!” ho mormorato a denti stretti. Ero veramente nervosa e quell’incidente aveva solo peggiorato le cose.
Intanto, vicino al cancello, accadevano altri inattesi incontri…
Lì Maria aspettava impaziente il suo accompagnatore quando…
“Max?”
“Maria? Sei tu che mi hai mandato il biglietto?” le ha chiesto lui con un’espressione incredula. “Francamente non pensavo che tu…insomma…” ha balbettato poi per la sorpresa.
“No, aspetta, non correre. Deve esserci stato un errore perché io stavo aspettando..”
“…Michael, immagino! Allora devi aver sbagliato armadietto!”
“Accidenti! Che figura! Sono…sono mortificata! Io non volevo…e adesso…O mio Dio, Liz! Se tu sei qua, lei adesso deve essere con...”
“Michael?”
"Liz ? Dovevo immaginarlo che si trattava di uno scherzo! Ero venuto solo per accertarmene” mi ha detto lui, restando immobile con le mani in tasca. “Se volevi organizzare una scena ad effetto…complimenti, ci sei riuscita!”.
“No, Michael, non è come pensi. In realtà al mio posto doveva esserci…cioè…al tuo posto doveva esserci…”
“Non me lo dire: Max! Ho indovinato? Il biglietto era diretto a lui, giusto? Bhè, mi dispiace averti deluso. Ora posso anche andarmene” ha concluso, un po’ irritato e poi si è girato per andarsene. Maria ne aveva combinata un’altra delle sue.
“Michael, aspetta. La verità è che siamo state io e Maria a mandarvi i due biglietti, perché speravamo che, una volta qui, ci avreste invitate al ballo. Maria deve aver scambiato gli armadietti. Ecco tutto.  So che è stato un errore, mi dispiace. Adesso lei ti sta aspettando vicino al cancello. Ora che ci penso: se noi siamo qui vuol dire che adesso Maria è con Max!”.
“Complimenti per l’organizzazione! Comunque, ormai è fatta. Visto che siamo qui tutto sommato potremmo anche approfittare della situazione e unirci agli altri. A casa non ho di meglio da fare” mi ha detto allora Michael.
Così siamo andati incontro a Maria e Max che, a loro volta, venivano nella nostra direzione.
Quando ci siamo incontrati c’è stato un terribile momento di imbarazzo, durante il quale ho lanciato occhiate terribili a Maria che mi aveva messo nei guai.
Lei si è avvicinata e mi ha detto sotto voce: “Liz, mi dispiace, non so cosa dire.  Non ho giustificazioni. Eppure sono stata così attenta e…”
“Lascia perdere, ormai il guaio è fatto. Cerchiamo almeno di recuperare quello che resta della serata”.
Non mi ero ancora resa conto di quanto Max fosse affascinante in abito da sera. Anzi: era proprio bellissimo! Dopo tutto avevamo raggiunto il nostro scopo, in un modo o nell’altro. Ma ancora non sapevo se fosse un bene o un male…
“Ciao, Max”
“Ciao Liz!” ha risposto lui, che sembrava divertito dalla situazione almeno quanto io ero in imbarazzo. Questo mi sembrava l’ unico segno positivo fino a quel momento.
“Beh, direi che come inizio di serata le sorprese non sono mancate. Il seguito non può che migliorare, che ne dite?” ha commentato Michael con sarcasmo, fissando Maria con aria di sfida.
Dopo qualche interminabile secondo di silenzio, durante il quale guardavamo tutti altrove per sfuggire ai rispettivi sguardi, Maria ha finalmente rotto il ghiaccio:
“Beh, vogliamo restarcene tutta la sera qui come delle statue o ci buttiamo nella mischia?”
Nella sala principale abbiamo incontrato Alex e Isabel, che chiacchieravano vicino al tavolo degli aperitivi. La musica era assordante e a malapena si riusciva a parlare.
Alex mi ha preso in disparte e mi ha detto: “Grazie, Liz. A parte i problemi di organizzazione è stata un’idea geniale. Isabel si è presentata puntualmente ed è stata contenta di vedermi. In bocca al lupo a te, adesso!” e mi ha strizzato l’occhio.
“Già, ne ho proprio bisogno!” gli ho risposto senza pensarci troppo. Non mi ero accorta, infatti, che Max si trovava proprio dietro di me.
“Hai detto qualcosa?” mi ha chiesto Max, che sembrava curiosamente a proprio agio proprio mentre io avrei desiderato scomparire nelle viscere della terra.
“No, no. Stavo solo pensando che avrei voglia di bere uno di quegli aperitivi…” ho risposto dirigendomi subito verso il tavolo.
“Bevi... bevi un analcolico?” ha chiesto Alex, un po’ imbarazzato, a Isabel.
“Veramente preferirei qualcosa di forte. Vediamo un po’…” e ha preso in mano uno dei calici. In un istante l’analcolico ha cambiato colore.
“Così va meglio!” ha commentato Isabel soddisfatta. “Vuoi assaggiare?”
“Perché no? Sì, mi piacerebbe!” 
Isabel si è guardata bene in giro; poi ha toccato il bicchiere di Alex che a sua volta ha cambiato colore.
“Forte! Comincio ad apprezzare queste tue doti!” ha risposto lui compiaciuto.
Nel vedere gli altri contenti mi sentivo sempre più in imbarazzo.
Non avrei mai dovuto costringere Max ad invitarmi: l’avevo messo in una posizione difficile. Sul momento mi era sembrata una buona idea ma adesso…
Poi il gruppo musicale ha iniziato a suonare musica soft e le varie coppie si sono messe a ballare, compresa Maria, che dopo qualche difficoltà iniziale è riuscita a vincere le resistenze di Michael e a trascinarlo in pista.
Ad un certo punto, mentre proseguivano le danze, Maria mi si è avvicinata e mi ha detto sottovoce:
“Dopo qualche disguido, mi sembra che le cose si mettano bene!”. Poi ha aggiunto qualcosa ma si stava già allontanando e la voce si è persa nella musica. Anche Alex e Isabel si trovavano in pista in mezzo alla folla.
Fino a quel momento non mi ero posta il problema ma ora mi ritrovavo da sola e mi sentivo terribilmente stupida. Ho cercato Max con lo sguardo ma ho visto che si era allontanato per prendere qualcosa da bere al tavolo e ora parlava tranquillamente con un compagno.
In quel momento ho sentito l’irrefrenabile impulso di correre fuori per respirare.
Così sono uscita sul balcone, dove si trovava uno splendido albero illuminato. In un altro momento mi avrebbe riempito di gioia ma ero così triste che mi sono messa a piangere. Inoltre il vestito era leggero e il freddo della sera si faceva sentire.
Ad un certo punto mi sono sentita coprire le spalle con una giacca: mi sono girata e ho visto Max, in piedi accanto a me, che mi sorrideva. Proprio come quella sera, dopo la morte della nonna. Poi ha preso in mano due bicchieri, che evidentemente aveva portato con sé.
“Ti ho portato qualcosa da bere. Vedrai, poi ti sentirai meglio” mi ha detto con voce calda.
“Grazie”. Dopo aver bevuto ho sentito il bisogno di dargli una spiegazione per quello che era successo.
“Mi dispiace, è stato tutto uno stupido errore. Non avrei mai dovuto mandarti quel biglietto, non avevo nessun diritto di farmi invitare con un pretesto. Non è da me, non so neanche perché l’ ho fatto. E ora sono qui in un terribile imbarazzo, con un vestito blu che avrebbe dovuto essere rosso e mentre tutti gli altri si divertono noi…” mi sono resa conto di aver pronunciato queste frasi tutte d’un fiato e di essere sembrata infantile ma lui mi ha interrotto mettendomi un dito sulle labbra e mi ha detto: “Non potevo invitarti io, questo lo capisci, vero? Sarebbe stato come prendere un impegno che forse non avrei potuto mantenere. Ma sinceramente speravo che ci fossi tu dietro questa storia e ora sono felice che sia così”. Poi ha improvvisamente cambiato espressione e mi ha detto: “Aspetta, ho un’idea!”
Si è girato verso l’albero di Natale e ha sfiorato una delle tante decorazioni rosse che splendevano tra i rami. Poi ha toccato il mio vestito e questo ha immediatamente cambiato colore, diventando di uno splendido colore rosso. Infine mi ha chiesto:
“Vuoi ballare?”
E così ci siamo messi a ballare anche noi, sul balcone, tra le luci. Non so quanto sia durata la canzone ma so di aver trascorso alcuni tra i momenti più felici della mia vita.
Ad un tratto ci siamo sentiti chiamare: si trattava del fotografo ufficiale che scattava una foto ad ogni coppia presente, da conservare nell’annuario della scuola. Io e Max ci siamo messi in posa sorridenti.
“Complimenti, siete proprio una bella coppia!” ha esclamato il fotografo mentre mi consegnava la nostra copia della foto.
In quel momento, senza pensarci troppo, mi è venuta un’idea…
“Max, vorrei che questa la conservassi tu. Considerala un po’ il mio regalo di Natale per ricordare sempre questa serata”.
“Grazie, Liz. Io però non ho preparato niente da regalarti”. Poi ha riflettuto qualche istante: “… ma forse una cosa la posso fare. Chiudi gli occhi”.
Ho sentito che mi sfiorava leggermente le tempie con le mani e, improvvisamente ho rivisto come in un film le immagini più belle della nostra storia. Per primi scorrevano i momenti di gioco, quando eravamo bambini. Poi il giorno in cui mi ha salvato la vita, le nostre avventure insieme, il bacio sul mio terrazzo, il biliardo e il ballo al ristorante cinese e i momenti appena trascorsi.
Alla fine ho riaperto gli occhi.
“É…è un regalo straordinario. Grazie Max”.
“Almeno questo ti apparterrà sempre!” mi ha risposto.
“Sono tutti pronti per il brindisi finale. Venite?” la voce di Maria, affacciata alla porta, ci ha riportati bruscamente alla realtà.
Così ci siamo avviati per raggiungere gli altri. “Liz, aspetta: il vestito!” mi ha ricordato Max.
“È vero! Quasi dimenticavo”. È strano, ma a volte mi accorgo che mi sto abituando alle stranezze della mia nuova vita e devo dire che..quasi non ne potrei più fare a meno!
Così Max ha sfiorato il vestito una seconda volta e il tessuto è ritornato blu.

Nel frattempo il Preside, in piedi sul palco dei musicisti, ha preso in mano il microfono:
“Un momento di attenzione, per favore. Devo comunicare a tutti voi, nostri graditi ospiti, che la scuola ha preparato una sorpresa. Ora verrà portato un grande cesto contenente una serie di palline decorative colorate.
Ciascuna di esse contiene un messaggio di augurio per l’anno prossimo. Siete tutti invitati ad avvicinarvi e a prenderne una. E ora il brindisi!”.
Ci siamo avvicinati tutti e, dopo aver scelto una pallina, abbiamo cominciato a leggere i messaggi.
“Cosa c’è scritto sul tuo?” mi ha chiesto Maria, allegra come sempre.
“« Questo sarà per te un anno molto particolare. Accadranno cose impreviste e ci saranno grandi novità. Cerca di ponderare bene le tue azioni perché dovrai affrontare una scelta difficile. » C’è di meglio! E il tuo?”
“Dice: « Trascorrerai giornate di fuoco con la persona amata. Non ti scoraggiare alle prime difficoltà ». Mi sembrano buone notizie!” ha esclamato lei entusiasta.
Poi ci siamo voltate inconsciamente verso Max e Michael e abbiamo notato che avevano entrambi un’espressione estremamente turbata.
“Cosa è successo? Cosa c’è scritto sui vostri biglietti?” ho chiesto subito. Avevo come il presentimento che non si trattava di normali messaggi d’auguri.
“Io e Michael abbiamo trovato lo stesso messaggio” mi ha risposto Max, laconico, con un’espressione molto seria. “Dice di raggiungere al più presto la fontana in cortile. Questa storia non mi piace”.
“Veniamo con voi!” ha detto subito Maria.
“La cosa non vi riguarda. È meglio che restiate qui questa volta. Avete già fatto abbastanza, per stasera” ha ribattuto Michael, che era evidentemente ansioso di approfondire il mistero.
“Non mi sembra una buona idea. Abbiamo sempre condiviso tutto e…” mentre Maria stava concludendo la sua frase si è avvicinata Isabel con in mano un biglietto identico a quello dei ragazzi.
“Avete ricevuto anche voi questo messaggio?” ha chiesto con aria seria, allungando la mano col biglietto in direzione di Max.
“Sì, è lo stesso!” ha esclamato lui dopo aver dato una rapida occhiata.
“Adesso che si fa, andiamo?” ha chiesto allora Michael impaziente.
“Potrebbe trattarsi di un tranello per farci uscire allo scoperto. Perché è stato inviato solo a noi?” ha ribattuto Isabel.
“Di qualunque cosa si tratti è meglio essere prudenti. Se ci presentassimo in tanti potremmo scoraggiare la persona che ci ha scritto. Andremo io, Michael e Isabel. È meglio che voi aspettiate qui: ci terrete d’occhio dal balcone e interverrete solo se dovesse accadere qualcosa di strano. Siamo intesi?” ha concluso Max con tono autoritario.
“Va bene, come volete. Ma…”
“Allora a dopo”. Con questo breve saluto si sono allontanati.
“Secondo te di che si tratta? E se fosse un messaggio di Valenti? Se stesse cercando solo conferma ai suoi sospetti sui ragazzi?” ho chiesto a Maria, parlando meccanicamente.
“Stai calma, Liz, non ti agitare. Cerchiamo piuttosto di non perderli d’occhio. Eccoli, sono già nel cortile”. Infatti potevamo vedere le loro tre figure che si avvicinavano alla fontana. Apparentemente non si vedeva nessuno oltre a loro, ma nella penombra le ombre erano confuse.
Poi ci è parso di vedere i ragazzi afferrare un oggetto appoggiato al bordo della fontana.
“Cos’è? Riesci a vederlo?” mi ha chiesto Maria, che sporgeva tanto da rischiare di cadere.
“Non bene. Sembrerebbe una pietra o qualcosa del genere!” le ho risposto, basandomi più sull’intuito che sulla vista.
“Accidenti ai lampioni fulminati! Se il preside non fosse così maledettamente avaro avrebbe già fatto riparare quelle luci che sono rotte da tre mesi…” borbottava Maria.
“Cosa state guardando di tanto interessante?” ha chiesto qualcuno che si trovava dietro di noi.
Colte di sorpresa abbiamo istintivamente gridato all’unisono.
“Va bene che non sono molto bello ma addirittura urlare di terrore…” ha esclamato Alex tirandosi indietro.
“Ah, sei tu. Che spavento! Pensavamo che fosse qualcun altro” ha risposto Maria tirando un sospiro di sollievo.
“Sei sicuro che nessuno ci stia ascoltando?”
“Io non vedo nessuno. Che è successo?” ha chiesto lui guardandosi intorno con sospetto.
“I ragazzi hanno ricevuto tutti e tre un identico messaggio che li invitava a recarsi immediatamente alla fontana. Sembra che abbiano trovato qualcosa ma non riusciamo a vedere bene. È troppo buio” gli ho spiegato.
“Ecco dov’era finita Isabel! Stavamo aprendo il messaggio di auguri quando improvvisamente è corsa via e non sono più riuscito a trovarla, con tutta questa confusione!” ha commentato lui.
“Mi sembra tutto tranquillo. Che dite, li raggiungiamo?”
“Sì. Non resisto più ad aspettare qui. Forza, scendiamo!” ha esclamato Maria imboccando la porta con decisione.
Ci siamo avvicinati ai ragazzi, che hanno fatto istintivamente un passo indietro quando hanno sentito dei passi nel buio, mentre Max nascondeva la pietra nella tasca della giacca.
“Tranquilli, siamo noi! Non riuscivamo più a stare fermi ad aspettare. C’è anche Alex, sa tutto. Allora, di che si tratta?” ho domandato a Max.
“Ancora non lo sappiamo. Si direbbe un pezzo di roccia. Non sembra avere niente di speciale, se non fosse per…” a questo punto si è interrotto per guardarsi intorno con circospezione. Una volta accertatosi che nessuno ci stesse osservando ha terminato la frase con voce grave: “…questo!” e ci ha mostrato l’altra faccia della pietra, dove si trovava inciso il simbolo della caverna.
C’è stato un momento di silenzio generale.
Poi Max ha ripreso: “Ora torniamo dentro come se niente fosse. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno adesso è dare nell’occhio. È evidente che qualcuno sa chi siamo e ci tiene d’occhio ma ancora non sappiamo se si tratta di una persona di cui ci si può fidare. Per adesso è meglio fingere che non sia accaduto niente”.
“Max, potrebbe trattarsi di un messaggio! Forse qualcuno sta cercando di mettersi in comunicazione con noi, come è avvenuto quella sera dell’avvistamento nel bosco!” ha esclamato Michael con entusiasmo.
“Già, ma se non avesse buone intenzioni? Non dimentichiamoci dell’autore di quel libro sugli alieni che è stato assassinato da qualcuno come noi!” ha obiettato Isabel, richiamando l’attenzione di tutti sull’effettivo pericolo che correvano. Poi ha ripreso: “Facciamo come ha suggerito Max. Domani faremo il punto della situazione”.
Così siamo ritornati nella sala, appena in tempo per i saluti finali.

Sono Liz Parker e questa è stata la mia Vigilia di Natale, con un’alternanza di momenti di tristezza, stupore e gioia. Un po’ come accade sempre, nella mia vita, da quando ho conosciuto Max. 
So che ormai il mio destino è intimamente legato al suo e che niente sarà più come prima. Sento anche che ancora tante cose dovranno accadere e che, nonostante l’attuale pausa di riflessione, il rapporto tra me e Max sta crescendo ogni giorno di più. Qualunque cosa accada, ormai, so che voglio restare al suo fianco e affrontare ogni giorno le sfide che dovrà superare. Ma oggi è Natale e auguro a tutti di essere felici quanto lo sono stata io ieri sera ballando con lui. Buon Natale a tutti!”

Liz

Alla fine della serata, il Preside ha esaminato rapidamente le foto degli studenti insieme al fotografo. All’improvviso si è soffermato su una coppia in particolare:
“Ma Liz Parker non indossava un abito blu stasera?”
“Le posso assicurare che era rosso. Escluderei qualunque problema di stampa e inoltre ricordo di aver notato che era proprio dello stesso colore delle decorazioni dell’albero…”

Scritta da Joy


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