RIASSUNTO:
Cosa sarebbe successo che Max non
avesse salvato Liz al Crashdown?
DATA DI CREAZIONE:
dal 15/07/04 al 17/07/04
ADATTO A:
tutti
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proprietà del sito Roswell.it.
La mia e-mail è
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Al Crashdown Liz e Maria stavano
servendo ai tavoli. Era una bella giornata di settembre e tutto era tranquillo
nella desertica cittadina di Roswell. Max, Isabel e Michael erano nel locale a
fare uno spuntino pomeridiano, quando qualcosa ruppe la quiete del luogo. Uno
sparo. Due clienti del locale stavano litigando e uno di loro sparò. Liz sgranò
gli occhi stupita e si accasciò al suolo. La pallottola aveva colpito proprio
lei.
Max si alzò di scatto per andare a soccorrere la ragazza. Non gli importava se
avessero scoperto il suo segreto. La vita di Liz era più importante. La amava
di nascosto da anni, fin da quando erano ancora bambini, e una stupida fatalità
non poteva portarla via da lui. Michael e Isabel però furono più veloci di lui
e lo bloccarono.
- Max, non fare sciocchezze – gli disse Michael, tenendolo per un braccio.
- Michael, lasciami! –
- No, vieni via –
- No! Lasciami! – Max diede uno strattone e Michael lasciò la presa, ma Isabel
gli si parò davanti, fermandolo nuovamente.
- Isabel, fammi passare! Non potete impedirmi di salvarle la vita – Max era
fuori di sé.
I suoi fratelli gli stavano impedendo di fargli fare l’unica cosa che voleva.
- Max, vieni via con noi. Sta arrivando l’ambulanza. Non puoi permetterti di
metterci in pericolo in questo modo – Isabel era irremovibile.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per Max, ma non questa; non gli avrebbe mai
permesso di rovinare le loro vite. Era già abbastanza dura così.
Michael ne approfittò per stringere nuovamente il braccio di Max e trascinarlo
fuori dal locale. Max continuava a dimenarsi, ma Isabel e Michael riuscirono
nel loro intento.
Continuarono a trascinarlo verso l’auto, poi misero in moto e si recarono a
casa Evans. Sapevano che Max ora aveva bisogno di tranquillità. Si sentivano
male per quello che avevano fatto: Max sarebbe stato in grado di salvare la
vita di Liz, e loro glielo avevano impedito, probabilmente condannando la
ragazza a una morte certa; ma era stato necessario. Sapevano anche che Max
sarebbe stato molto freddo con loro nei prossimi giorni, ma era un rischio che
erano disposti a correre per mantenere il loro segreto.
Intanto al Crashdown Maria e i genitori di Liz si precipitarono sul corpo della
ragazza, alcuni clienti chiamarono un’ambulanza e attesero il suo arrivo.
- Liz, bambina mia, svegliati – diceva piangendo a dirotto la madre di Liz.
Il padre di Liz camminava in circolo non sapendo più cosa fare e Maria, la sua
migliore amica, teneva stretta la mano di Liz, piangendo.
Pochi minuti dopo arrivò l’ambulanza e, dopo essersi assicurati che la ragazza
fosse ancora viva, la trasportarono in ospedale.
I genitori di Liz, Maria e Alex attesero per ore che la ragazza uscisse dalla
sala operatoria, doveva aveva subito un delicato intervento.
Finalmente uscì il chirurgo che aveva soccorso Liz.
- Dottore, come sta? –
- È fuori pericolo, ma la prognosi è ancora riservata. Ha subito una grave
lacerazione addominale e ha perso molto sangue. Ora si trova nel reparto di
rianimazione, ma potete vederla dal vetro –
- Grazie dottore –
Vedere Liz in un letto di ospedale, con decine di tubicini e fili che la
collegavano ad ogni sorta di macchina, fece piangere il cuore alle quattro
persone che le volevano più bene. Non era possibile! Una stupida lite tra due
clienti era sfociata quasi in una tragedia. Se avessero perso Liz non sapevano
come avrebbero fatto. La loro unica bambina era in fin di vita e loro non
sapevano proprio cosa fare per farla stare meglio. Attendere il suo risveglio
era straziante, ma dovevano avere fede e fiducia nei medici.
Poco dopo giunse all’ospedale anche Kyle, il ragazzo di Liz. Aveva appena
appreso la notizia ed era sconvolto.
- Maria, cosa è successo? –
- Oh Kyle! È appena stata operata. È lì, attaccata a tutte quelle macchine. I
dottori dicono che è ancora in prognosi riservata – disse Maria, scoppiando a
piangere. Kyle la abbracciò forte e pianse con lei.
Kyle e Liz stavano insieme da qualche mese, ma si conoscevano fin da quando
erano bambini; perciò Kyle teneva molto a lei. si sentiva in colpa per non
essere stato con lei al momento della sparo e per non avere atteso fuori dalla
sala operatoria. Ora l’unica cosa che voleva era che la sua Liz tornasse da lui
sana e salva.
Trascorsero tre giorni da quando Liz era stata operata, e la ragazza non era
ancora uscita dal coma. I suoi genitori, nonostante i buoni propositi,
cominciavano a perdere le speranze e sia Maria che Kyle erano sempre
all’ospedale, sperando in un miracolo.
E il miracolo avvenne il quarto giorno: Liz aprì gli occhi. Finalmente era
cosciente, era fuori pericolo. I medici si precipitarono nella sua stanza per
accertarsi delle sue condizioni ed il medico che aveva eseguito l’intervento
uscì dalla stanza sorridendo.
- È fuori pericolo. Ormai è stabile. Ora dovrà solo riprendersi al meglio –
annunciò.
- Dio, ti ringrazio – fu l’unica cosa che riuscì a dire la madre di Liz, prima
di scoppiare in un pianto liberatorio. La sua bambina stava bene e presto
sarebbe tornata a casa con loro.
- Possiamo vederla? – chiese il padre.
- Sì, ma solo un minuto. Non dovete farla stancare –
I quattro entrarono nella stanza. Liz li guardava e sorrideva.
- Ciao bambina mia. Come ti senti? – le chiese la madre stringendole una mano.
- Sono stata meglio. Mi tirano i punti – rispose la ragazza, quasi in un
sussurro. Era ancora molto debole.
- Siamo così contenti che tu stia bene – disse Maria.
- Quanto tempo è passato? –
- Quattro giorni, ma sono stati i più lunghi della mia vita – rispose la madre.
- Sanno chi è stato a spararmi? –
- No. È scappato durante il trambusto – rispose il padre.
- Signori, scusate ma la paziente è ancora molto debole. È meglio se la fate
riposare – li interruppe un’infermiera.
Dopo un altro saluto a Liz, uscirono dalla stanza, e Liz si addormentò.
Erano passati quattro gironi da quando avevano sparato a Liz, e Max non era
nemmeno andato all’ospedale. Aveva chiesto sue notizie a scuola, ma non avevano
saputo dirgli molto; solo che era in coma. Loro due erano compagni di
laboratorio di chimica, ma Max non se la sentiva di andare a trovarla, non ne
aveva il diritto. Avrebbe potuto fare qualcosa per lei, evitarle l’ospedale e
il coma, ma non era stato abbastanza forte e determinato da superare Michael e
Isabel. Loro due erano solo degli egoisti. Certo, loro erano alieni, ma i
terrestri avevano fatto molto per loro. I loro genitori erano terrestri e li
avevano accolti e amati senza mai chiedere niente, senza mai far pesare loro il
fatto di essere dei trovatelli. Da Michael un simile comportamento se
l’aspettava; in fondo lui era stato adottato da un uomo orribile che non aveva
fatto altro che maltrattarlo, ma non credeva che anche Isabel avesse una tale
indifferenza nei confronti dei terrestri. Se Liz fosse morta non gliel’avrebbe
mai perdonata.
Max non aveva ancora rivolto la parola a nessuno dei due dal giorno
dell’incidente. Se ne stava tutto il giorno in camera sua e scendeva solo a
pranzo e cena, durante i quali ignorava la sorella, facendo preoccupare i suoi
genitori.
Michael e Isabel cercavano di parlare con lui, anche a scuola, ma Max non li
degnava di uno sguardo. Questa volta l’avevano fatta troppo grossa.
Quella mattina Max ricevette la notizia più bella per lui: seppe da alcuni suoi
compagni che Liz si era risvegliata dal coma e stava bene.
Ringraziò il Signore e si calmò. Avrebbe voluto andare all’ospedale e parlare
con lei, ma non ne aveva il coraggio. Come poteva pensare che a Liz facesse
piacere vederlo, se loro due non si erano scambiati che qualche parola durante
le ore di laboratorio? A causa della loro “diversità” Max, Michael e Isabel non
aveva mai legato con i terrestri, stando sempre per conto loro e facendo
crescere la solitudine nel loro cuore. Ora Max aveva capito, era cambiato:
avrebbe cercato di fare amicizia con Liz, Maria, Alez e forse anche con Kyle.
Non voleva più sentirsi un emarginato, voleva avere degli amici ed una vita
come quella dei suoi coetanei. Aveva capito che non serviva a nulla non avere
rapporti con i terrestri, perché per Liz era dispostissimo a mettere a rischio
il suo segreto. Quanto a Isabel e Michael, che facessero un po’ quello che
volevano! Lui aveva deciso.
Dopo due mesi di convalescenza, durante i quali fu costretta a stancarsi il
meno possibile e durante i quali fu coccolata da tutti, finalmente Liz ebbe il
permesso di riprendere le sue attività. Il dottore le aveva detto che era
completamente guarita e che non avrebbe più avuto problemi. Felicissima, Liz si
apprestò a ritornare a scuola. Quella mattina per lei fu quasi uno strazio:
tutti le chiedevano come stesse, cosa aveva provato quando era stata colpita e
lei non vedeva l’ora che finisse la giornata.
Quel pomeriggio fece il suo primo turno al Crashdown. Si sentiva piena di
energie e non avrebbe permesso a nessuno di farla stare ancora in casa a
girarsi i pollici.
Max entrò nel locale e la vide. Sbatté gli occhi per paura che fosse
un’allucinazione, ma lei era ancora davanti ai suoi occhi. Sentì il suo cuore
riempirsi di gioia e fece l’unica cosa che desiderava: si avvicinò a lei e
l’abbracciò. Liz rimase molto stupita da quel gesto, ma ne era felice.
Dopotutto erano pur sempre compagni di laboratorio.
- Sono così contento che tu stia bene –
- Grazie. Finalmente è passata –
Max si staccò da lei e la guardò negli occhi, profondamente, come solo lui
sapeva fare. Liz si sentì attraversare da una scossa. Non si era mai resa conto
di quanto fossero belli e dolci i suoi occhi.
- Se hai bisogno dei compiti o di spiegazioni non esitare a chiamare – disse
poi Max.
- Sì. Grazie Mx –
Max avrebbe voluto che lei lo ringraziasse per averle salvato la via, ma si
doveva accontentare di aiutarla con i compiti.
- Allora ci vediamo domani – disse ancora Max.
- Sì –
- Bene. Vado a sedermi –
- Sono subito da te –
Mentre, qualche minuto dopo, Max sorseggiava la sua sherry cola, pensava al suo
incontro con Liz. Era ancora più bella di quanto ricordasse e non aveva
respinto il suo abbraccio. Essere tra le sue braccia era stata la sensazione
più bela che avesse mai provato: si sentiva finalmente protetto e in pace con
tutto e tutti. Sì, Liz era la sua anima gemella, la persona per la quale
avrebbe sacrificato la sua vita. Ma lei stava con Kyle e sicuramente non
provava niente per lui.
Perché Max l’aveva abbracciata? E perché si era sentita così bene tra le sue
braccia? Liz non capiva cosa le stava succedendo. Certo, Max era un bel ragazzo
e con lei era sempre stato molto gentile, ma lei stava con Kyle non poteva
pensare ad un altro ragazzo. Ma quella sensazione, quella sensazione di
benessere e di pace che aveva provato quando era tra le sue braccia l’aveva
scombussolata. Con Kyle non aveva mai provato nulla di simile. Liz si costrinse
a non pensare più a Max e tornò al lavoro.
- Max, è ancora valida la tua proposta di darmi ripetizioni? – gli chiese Liz
il giorno seguente a scuola.
- Certo. quando vuoi – rispose il ragazzo.
- Potresti venire al Crashdown, così potrò studiare mentre lavoro –
- D’accordo. Ti va bene se iniziamo da oggi? –
- Sarebbe fantastico. Grazie ancora –
Max era fuori di sé dalla felicità: sarebbe stato con Liz tutto il pomeriggio.
- Vedo che, anche se non le hai salvato la vita, Liz non ce l’ha con te – fece
una battuta di cattivo gusto Michael.
- Cosa vuoi? – rispose Max freddamente.
- Hai intenzione di ignorarci ancora per molto? –
- Non lo so. Vi è andata bene che Liz sia sana e salva –
- Cosa voleva? – chiese Isabel.
- Ripetizioni –
- Oh, oh! Cosa non si farebbe per Liz Parker! – scherzò ancora Michael.
- Se sei in vena di battute, non sprecare il fiato con me. Io faccio quello che
voglio –
- Max, possibile che non capisci che l’abbiamo fatto anche per te? Riesci solo
a immaginare cosa sarebbe potuto succedere se qualcuno avesse scoperto il
nostro segreto? – Isabel cercava di sistemare la situazione con suo fratello.
Odiava stare lontana da lui.
- Se però al suo posto ci fosse stato mamma o papà non avreste reagito in
questo modo-
- È una cosa completamente diversa. Sono i nostri genitori e di certo loro non
avrebbero mai rivelato a nessuno il nostro segreto. Ma non conosciamo così bene
Liz da poterci fidare di lei – disse, giustamente, Isabel.
- Noi tre dobbiamo stare insieme. Non possiamo permetterci di venire separati
da una terrestre – disse Michael.
- Non chiamarla così! Siamo terrestri anche noi. Siamo usciti dalle capsule qui
sulla Terra, siamo cresciuti sulla Terra e non abbiamo alcun ricordo della
nostra vita aliena, solo i poteri – ribadì Max alterandosi.
- Max ha ragione, ma il nostro patto era chiaro: nessun coinvolgimento
sentimentale – disse Isabel.
- Andava bene quando eravamo bambini. Come possiamo anche solo pensare che non
ci innamoreremo mai di nessuno? Abbiamo un cuore, dei sentimenti, siamo delle
persone ed è inevitabile che accada – disse Max.
- Be’, fai quello che vuoi – disse Michael andandosene. Max aveva detto delle
cose giuste, ma loro non potevano cedere ai sentimenti, almeno fino a quando
non avessero trovato delle persone di cui si fidavano ciecamente.
Isabel rimase con Max. voleva ristabilire con lui il magnifico rapporto che le
aveva dato la forza di andare avanti. anche Isabel si sentiva sola e avrebbe
voluto dichiarare i suoi sentimenti ad Alex, ma non ne aveva mai avuto il
coraggio perché la paura la bloccava.
- Anche lui si sente come te – disse Isabel, riferendosi a Michael.
- Lo so. Solo che io ora ho il coraggio di affrontare la vita. Izzy, io la amo,
la amo da quando ero ancora un bambino e ora non ce la faccio più ad aspettare,
ma non ho intenzione di rivelare il nostro segreto. Voglio solo stare con lei,
come un normale terrestre. Ho bisogno di sentirmi solo un terrestre –
Isabel lo abbracciò per dargli forza, perché capiva e condivideva il suo stato
d’animo. Avrebbe appoggiato Max, a patto che lui non rivelasse il loro segreto.
Da quel giorno qualcosa cambiò. Il rapporto tra Max e Michael era ancor un po’
teso, ma stava migliorando; mentre con Isabel tutto era tornato come prima. Max
si divideva tra Liz e i suoi amici, e i suoi fratelli.
Infatti Max, dal giorno seguente, aveva preso a stare al Crashdown con Liz,
Maria, Alex e Kyle, sia per dare ripetizioni a Liz che per stare in loro
compagnia.
Michael e Isabel raramente andavano al Crashdown, ma quando lo facevano si
sedevano al tavolo con lui; perciò avevano conosciuto gli altri.
Isabel era entusiasta di quelle giornate al Crashdown, perché poteva stare
accanto ad Alex e provare ad essere se stessa, essere solo Isabel e non la
regina di ghiaccio, come tutti la chiamavano.
Michael invece era sempre molto taciturno e scontroso. Avrebbe voluto avere la
forza di Max e Isabel, ma a causa di Hank, aveva perso ogni fiducia nei
terrestri. Vedeva nemici ovunque, e questo non gli permetteva di aprirsi agli
altri.
L’amicizia tra Max e Liz cresceva di giorno in giorno, e con l’amicizia
crescevano anche le meravigliose sensazioni che provavano quando erano insieme.
Liz le combatteva con tutte le sue forze, ma ogni sera, prima di addormentarsi,
il suo pensiero volava a Max. la sua bellezza, la sua dolcezza, la sua serietà,
la sua intelligenza la stupivano giorno dopo giorno, facendole quasi
dimenticare di stare con Kyle.
Qualche mese dopo giunse il momento della verità. Era una stellata sera di
aprile e il Crashdown stava per chiudere. Maria era appena andata a casa dopo
il suo turno e Max era rimasto con Liz ad aiutarla a sistemare degli scatoloni.
Sollevarono l’ultimo ma Liz, a causa del peso, si sbilanciò e finì contro Max.
Fu un attimo: i loro occhi si incontrarono e videro i sentimento l’uno
dell’altro, i loro corpi si avvicinarono ulteriormente, come se cercassero quel
contatto da tutta la vita, e le loro labbra si trovarono. Fu il bacio più dolce
ed emozionante della loro vita. Non si erano mai sentiti così bene, così felici
e sicuri. Non solo i loro corpi, ma anche le loro anime si baciarono, trovando
quell’amore che avevano sempre cercato, quella forza che permette di affrontare
ogni difficoltà pur di stare con la persona amata. Quel bacio fu l’inizio di
una nuova vita per loro.
L’idillio però venne presto interrotto dalla voce di Kyle. Liz si era persino
dimenticata che quella sera aveva un appuntamento con lui per andare al cinema.
- Ehi! Cosa state facendo? –
Max e Liz si allontanarono velocemente e si voltarono verso Kyle.
- Kyle, non… non è come credi – disse Liz. Nessuna frase è più stupida di
questa quando si viene beccati durante un tradimento.
- Ah no? E allora com’è? A uno di voi mancava l’aria e l’altro prontamente gli
ha fatto la respirazione artificiale?-
- Kyle, per favore… - disse Liz.
- No, per favore lo dico io! Mi sembra chiaro il messaggio che mi avete dato,
perciò tolgo il disturbo. Liz, da ora considerati libera –
- Kyle, aspetta! Noi due non volevamo. Non so neanch’io perché è successo – Liz
non voleva far soffrire Kyle, ma come poteva spiegargli quello che provava
quando stava con Max?
- Non mi interessa perché è successo. È successo, e questo mi basta – così
dicendo Kyle se ne andò.
Tra Max e Liz era sceso un imbarazzante silenzio.
- Scusa – riuscì solo a dire Max.
- Non è stata colpa tua. Dio, mi ero completamente dimenticata di avere un
appuntamento con Kyle! –
- Ma come… -
- Come ho fatto? Non lo so. Stavo così bene qui con te che mi è passato di
mente –
A Max quasi venne un colpo. Lei stava bene con lui e aveva risposto al bacio.
Forse c’era una speranza per loro.
- Portiamo questo scatolone, così poi io vado e magari tu riesci a sistemare le
cose con Kyle – Max aveva detto esattamente l’opposto di quello che pensava, ma
sapeva che Liz teneva a Kyle e che doveva prima chiarire la situazione con lui.
- Grazie – rispose Liz, e sollevò lo scatolone.
Prima di andare, Max le disse: - Se hai voglia di parlare con qualcuno, chiamai
– E a Liz venne voglia di correre da lui e baciarlo nuovamente.
Quella notte Liz dormì ben poco perché era confusa. Ormai era da più di un anno
che stava con Kyle e farsi trovare tra le braccia di Max era l’unico dispiacere
che non avrebbe voluto dargli. Si sentiva malissimo, terribilmente in colpa.
Ora Kyle stava soffrendo a causa sua.
La parte razionale di lei le suggeriva di allontanarsi da Max e cercare di
ristabilire il rapporto con Kyle, ma il suo cuore la portava dritta da Max. Lui
la capiva, l’aiutava, la faceva ridere e le faceva provare emozioni a lei
sconosciute. Come poteva tornare con Kyle se il suo cuore apparteneva a Max?
come poteva baciare ancora Kyle pensando al suo bacio con Max? no, tornare con
Kyle era fuori discussione: avrebbe solo fatto del male a tutti e due; però
voleva chiarire le cose con lui. aveva diritto a una spiegazione.
Così la mattina successiva Liz prese Kyle per un braccio e lo portò nella
stanza dei cancellini.
- Vuoi confrontare me e Max? –
- No. Voglio chiarire –
- Cosa c’è da chiarire? Mi hai tradito! Mi sembra che non ci sia niente di più
chiaro –
- È successo così all’improvviso. Non volevo baciarlo, ma quando sono
inciampata e gli sono finita addosso, be’… i sui occhi… io non so cosa sia
successo, ma ho risposto al su bacio –
- Lo ami? –
- Kyle, non lo so. Io voglio solo che tu sappia che ti voglio bene e che mi
sento malissimo per quello che ho fatto. Non te lo meritavi –
- Già. Non me lo meritavo –
- Spero solo che un giorno potrai perdonarmi ed essere di nuovo mio amico –
- Ma ti rendi conto di come mi sono sentito? Noi due siamo cresciuti insieme,
stiamo insieme da più di un anno e fino a quando Max Evans non è apparso tra
noi due le cose andavano bene. Poi tu hai iniziato ad allontanarti da me, ed io
non ne capivo il motivo. Ora però lo so. Vuoi stare con lui. È come se mi
avessi tradito per mesi! –
- Mi dispiace Kyle, non so che altro dirti. Vorrei che le cose tra noi
tornassero come prima, ma non è possibile, perché tu hai ragione: voglio stare
con lui –
- Già. E fa male. Ti auguro di essere felice con Max. ora devo tornare in
classe – Kyle se ne andò, lasciando Liz coi suoi pensieri.
Era riuscita ad essere totalmente sincera con lui. sapeva di averlo ferito, ma
quelli erano i suoi sentimenti e lei nn poteva farci niente. Era sicura che un
giorno lei e Kyle avrebbero ricordato e magari riso di questa brutta
esperienza.
Quel pomeriggio l’aria al Crashdown era tesa perché Max e Liz si sentivano in
imbarazzo. Il ricordo della sera precedente era vivo nelle loro menti e nei
loro cuori. S sorpresero più volte a guardarsi l’un l’altro, ma ogni volta
distoglievano lo sguardo.
Maria si accorse del cambiamento dei due ragazzi e fece il terzo grado alla sua
amica.
- È successo qualcosa tra te e Max? –
- Perché? –
- Perché non vi siete nemmeno parlati oggi, e vi tirate certe occhiate! –
- Che occhiate? –
- Oh, ma allora lo fai apposta?! Vi mangiate con gli occhi. Allora, mi vuoi
dire cosa è successo? –
- Ieri sera ci siamo baciati e Kyle ci ha visti –
- Come?! –
- Shh, non urlare! È successo così, è stata una cosa naturale, ed è stato il
più bel bacio della mia vita - disse Liz con occhi sognanti.
- E con Kyle? –
- Ci siamo lasciati, anzi… mi ha lasciata. E ha fatto bene. Mi sento in colpa
nei suoi confronti, ma io voglio stare con Max –
- Wow! E adesso cosa hai intenzione di fare? –
- Non lo so. Non so se parlare con Max o aspettare che lo faccia lui. oppure
lasciare passare un po’ di tempo –
- No, devi parlare con lui e capire cosa prova per te, anche se secondo me è
cotto. Buona fortuna, chica! –
- Grazie –
La sera stessa Liz chiese a Max di incontrarsi per parlare.
- Scusa se ti ho fatto venire a quest’ora… - disse Liz.
- Non preoccuparti. Come è andata con Kyle?-
- Come mi aspettavo. È giustamente arrabbiato con me –
- Avete deciso di continuare a vedervi? –
- No. Ad essere sincera credo che non siamo nemmeno più amici –
- Mi dispiace –
- Le cose si aggiusteranno. Max, io ora sono confusa… -
- Io invece ho le idee chiarissime – lo sguardo di Liz lo fece continuare.
- Io so quello che voglio, ed è stare con te. Liz, io ti amo da quando ero
ancora un bambino. in tutti questi anni non ho fatto altro che pensare a te.
Per me ieri sera è stato un sogno, è stato l’avverarsi del mio più grande
desiderio –
- Oh, Max. se prima avevo qualche dubbio ora tu hai reso tutto più facile. Io
non provo più niente per Kyle, non lo provo più da quando tu mi hai abbracciata
al Crashdown, ed ora so che anch’io voglio stare con te. Tu mi hai provare
sensazioni che credevo nemmeno esistessero. Quando sto con te io mi sento
felice, protetta, completa. Tu mi completi –
Max si avvicinò a lei e la baciò. Questo bacio fu, se possibile, ancora più
intenso e magico del precedente, perché era carico dell’amore che provavano.
Loro due erano fatti per stare insieme, e finalmente l’avevano capito.
E così la loro storia cominciò. Dal giorno seguente cominciarono a vivere
praticamente in simbiosi. Il loro amore era talmente forte che, solo attraverso
lo sguardo, facevano milioni di discorsi. Maria, Alex ed Isabel erano molto
contenti per loro: Maria e Alex vedevano Liz finalmente felice, in pace con se
stessa e per Isabel loro due erano la dimostrazione che poteva esistere l’amore
tra un terrestre e un alieno.
Michael invece non la prese affatto bene. Era contento per il suo amico, m
aveva troppa paura che Liz scoprisse il loro segreto. Si erano già esposti
abbastanza diventando loro amici, ma questo era veramente troppo.
Da impulsivo qual era, Michael una sera fece irruzione al Crashdown e si mise a
discutere con Max. Era quasi orario di chiusura e al locale c’erano solamente
Max, Liz e Maria.
- Cosa ti sei messo in testa, Maxwell? – esordì Michael, rivolgendosi a Max.
- Niente, perché? – Max cadde dalle nuvole.
- Niente! Non mi sembra che mettersi con Liz sia niente! –
- Tu non hai nessun diritto di dirmi quello che devo fare –
- Se tu fai delle stronzate, certo che ne ho il diritto! Ne va anche della mia
vita –
Maria e Liz non riuscivano a comprendere il significato di quelle parole.
Magari Liz stava antipatica a Michael, ma la sua vita non era assolutamente in
pericolo!
- È meglio se continuiamo questa conversazione in privato – disse Max, vedendo
gli sguardi di Liz e Maria.
- No, voglio che Liz senta quello che ho da dire. Noi abbiamo fatto un patto e
posso capire che un giorno o l’altro qualcuno di noi non l’avrebbe rispettato,
ma ora è troppo presto. Noi siamo troppo giovani per correre un rischio simile
e Roswell è una città troppo piccola per essere al sicuro. Lo capisci? –
- Capisco, ma non hai nulla di cui preoccuparti -
- Per il momento! Ma chi mi dice che tra un mese non ti venga voglia di giocare
al gioco della verità? –
- Non sono così stupido –
- Sì che lo sei! Altrimenti non ti saresti messo con lei! abbiamo cose più
importanti da fare, dobbiamo scoprire chi siamo, cosa facciamo qui e un giorno
ce ne andremo. Che senso ha legarsi a qualcuno se poi bisogna abbandonarlo?
Perché soffrire inutilmente?-
- Tutto questo ha senso se si ama una persona –
- Stronzate! L’amore non esiste, soprattutto se è un amore come il nostro –
- Scusate, ma noi non stiamo capendo niente. Come fa Liz a capire se voi
parlate in codice? – chiese Maria.
- Liz non deve capire. Deve solo sapere che Max ha fatto un errore a mettersi
con lei e ha messo a repentaglio la mia vita e quella di Isabel. L’unica cosa
che Liz deve capire è che deve lasciare Max –
- Tu sei pazzo –
- Io sono il pazzo? Possibile che sei diventato così stupido? Ma che cos’hai al
posto del cervello? –
- Vedi di calmarti, altrimenti… -
- Altrimenti cosa? Ti credi superiore a me solo perché sei il capo? Tu non sei
nessuno, ricordatelo! –
Michael era fuori di sé e, quasi senza accorgersene, distese il braccio verso
Max, pronto a usare i suoi poteri contro di lui. max, per proteggere Liz e
Maria, che erano accanto a lui, creò la barriera protettiva. Tutto precipitò.
- Ma cosa…? – Maria e Liz non stavano capendo più niente. Da dove veniva quella
cosa verde davanti a loro? E cos’era?
- Sei contento ora? ti sembrava il caso di usare i tuoi poteri contro di me? Ma
cosa ti è saltato in mente? –
Michael era rimasto paralizzato. Aveva fatto di tutto per far sì che Liz non
scoprisse il loro segreto e ora, proprio a causa sua, sia Maria che Liz stavano
per scoprire tutto. Complimenti Michael, sempre il solito!
- Okay, credo che voi due ci dobbiate delle spiegazioni – disse Maria.
- Sedetevi – rispose Max. Ormai non potevano più fare niente, se non dire loro
tutta la verità.
- È una cosa un po’ complicata, perciò cercate di interromperci il meno
possibile e non saltate a conclusioni affrettate –
Le due ragazze annuirono.
- Allora… io, Michael e Isabel veniamo da molto lontano, e questo è il nostro
segreto – cominciò Max.
- Eh? –
- Max, taglia corto – disse Michael.
- Tu stai zitto. Hai già fatto abbastanza danni per stasera – poi si rivolse
alle due ragazze: - Quando diciamo lontano, intendiamo veramente lontano.
Talmente lontano che non è un luogo della Terra –
- Oh mio Dio! – esclamò Liz.
- Appunto. Noi siamo quelli che voi chiamate alieni o extraterrestri. Siamo
giunti qui nel 1947, ma hanno messo a tacere tutto. Siamo usciti dalle capsule
diversi anni dopo e avevamo l’aspetto di bambini. Gli Evans hanno trovato me e
Isabel nel deserto e ci hanno adottati. Michael invece è scappato ed è stato
poi adottato da Hank Guerin. Siamo cresciuti come normali terrestri, ma
sapevamo di non esserlo, e i nostri potrei lo testimoniano. Non sappiamo da
dove veniamo né perché siamo qui –
- Ragazzi! –
- Il patto di cui parlava prima Michael è un nostro giuramento di non legarci
mai ai terrestri perché il nostro segreto poteva essere messo in pericolo.
Capite che se qualcuno scopre che noi siamo alieni ci rinchiuderebbero in
qualche laboratorio. Noi ora stiamo mettendo le nostre vite nelle vostre mani.
Vi prego, non rivelate mai a nessuno il nostro segreto –
- Hai la mia parola – disse prontamente Liz.
- A… anche la mia – disse Maria. Ma come faceva Liz ad essere così calma?
Stavano parlando con due alieni!
- Cosa intendeva Michael quando ha detto che dovrete partire? – chiese Liz.
- Che molto probabilmente un giorno dovremmo ritornare sul nostro pianeta.
Sotto questo punto di vista ha ragione, ma non posso nemmeno pensare la mia
vita senza di te – rispose Max, guardando Liz.
- Okay, la spiegazione è stata fatta. Cosa avete intenzione di fare voi due? –
chiese Michael.
- Niente. Cosa dovremmo fare? –
- Capirò se tu ora avrai paura di me – disse Max, rivolto a Liz.
- Mai, io ti ho conosciuto per quello che sei, e non avrò mai paura di te –
- Io invece un po’ di paura ce l’ho. Cioè, non è proprio paura, è soggezione –
disse Maria.
- Hai paura che ti distruggiamo col raggio laser dei film? – ironizzò Michael.
- No, è che voi siete la dimostrazione che non siamo soli nell’universo, e
questo fa paura. E se i vostri compaesani vogliono invadere la Terra? –
- Non accadrà perché io sono il re – disse Max.
- Quello che sappiamo della nostra vita aliena è che Max è il re, io sono il
suo bracco destro e Isabel è nostra sorella – disse Michael.
- E quali sono i vostri poteri? –
- Io posso guarire e creare barriere protettive e tutti e tre possiamo cambiare
forma e colore alle cose – disse Max.
- Io sono telecinetico e Isabel può entrare nei sogni delle persone – continuò
Michael.
- Forte! – esclamò Maria.
- Be’, pensate a quello che vi abbiamo detto e fateci sapere se avete ancora
intenzione di essere almeno nostre amiche o scapperete non appena ci vedete –
disse Max, alzandosi e avviandosi verso la porta.
- Max! – lo chiamò Liz. Non appena il ragazzo si voltò, Liz si avvicinò a lui e
lo baciò. Quello era il suo modo per dirgli che mai e poi mai l’avrebbe
abbandonato.
Non appena si allontanò da lui, Liz disse: - Io ti amo, ed è l’unica cosa che
conta – Max non si era mai sentito così felice. Liz l’amava nonostante sapesse
la verità. Era fantastico, assolutamente fantastico.
Poco dopo parlò anche Maria: - Non nascondo che ci vorrà un po’ di tempo per
abituarmi all’idea, ma sono vostra amica; perciò continuerò ad esserlo, anche
se non prometto niente per quanto riguarda questo qui – disse puntando il dito
verso Michael.
- La cosa è reciproca – disse Michael.
Max e Liz scoppiarono a ridere. La tensione era quasi scomparsa del tutto e la
battuta di Maria aveva fatto capire a Max e Michael che non li avrebbero
traditi.
Quella notte fu molto difficile per tutti dormire.
Max non riusciva nemmeno a stare fermo da quanto era felice. Liz lo amava e lo
aveva accettato per quello che era. Finalmente non erano più soli e sapeva che
potevano sempre contare su Liz e Maria. Anche se ora Maria era un po’
spaventata, sicuramente non avrebbe mai tradito il loro segreto e presto
avrebbe accettato di essere amica di tre alieni.
Liz e Maria erano sconvolte dalle rivelazioni di quella sera. Gli alieni erano
tra loro! Ma Liz non aveva paura perché conosceva Max, lo amava e sapeva che
era la persona più fantastica che avesse mai conosciuto.
Nemmeno Maria aveva paura, perché aveva imparato a conoscere Max e Isabel, ma
Michael le incuteva un po’ di timore. Era così impulsivo che temeva sempre
potesse scoppiare da un momento all’altro e uccidere tutti. Però sperava che, a
forza di stare con loro, il suo carattere sarebbe migliorato.
Michael era preoccupato. Si malediceva ogni cinque minuti per essere stato così
impulsivo la sera precedente. Ma cosa gli era saltato in mente? Adesso Liz e
Maria sapevano tutto e aveva il terrore che spifferassero tutto. Però Liz era
sembrata sincera quando, senza pensarci nemmeno un minuto, si era gettata tra
le braccia di Max dandogli un’ultima prova del suo amore. No, Liz era a posto.
Era Maria quella da tenere d’occhio. Aveva ammesso che le serviva del tempo per
abituarsi all’idea e forse sarebbe andata dallo sceriffo per avere protezione.
La sua mente stava vagando, immaginando le cose terribili che sarebbe successe
se qualcun altro avesse saputo il loro segreto. Isabel l’avrebbe aiutato a
tenere a bada Maria.
Il giorno seguente Max e Michael raccontarono tutto a Isabel.
- Ieri sera siamo stati costretti a dire tutto a Liz e Maria – cominciò Max.
- Che cosa?! –
- Sì, Michael ha fatto letteralmente irruzione al Crashdown e la cosa è
degenerata –
- Spiegatevi meglio –
- Stavo per usare i miei poteri contro di lui e Max ha attivato la barriera –
- Michael, ma ti ha dato di volta il cervello? Usare i tuoi poteri contro Max?!
mio Dio, noi dobbiamo restare uniti –
- Scusa, forse non hai capito bene: Liz e Maria sanno tutto – le ricordò
Michael.
- E come l’hanno presa? –
- Bene. Liz ha detto che mi ama e che non gliene importa, e Maria ha detto che
siamo suoi amici e perciò non ci tradirà – spiegò Max.
- Mi sono sempre piaciute quelle due ragazze. Benissimo, ora che Max ha la sua
storia d’amore, io vado da Alex a vedere se posso averla anch’io –
- Isabel, stai male? Non ti rendi conto di quello che è successo? – continuava
a insistere Michael. Era lui ‘unico che ragionasse ancora?
- Certo che me ne rendo conto e finalmente posso stare con Alex. Grazie Michael
– gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò sorridendo.
- È partita – disse Michael.
- No, mi sa che è innamorata – disse Max, sorridendo a sua volta.
Isabel non era mai stata così felice. Le era pesato molto non rivelare nulla ad
Alex e continuare ad essere solo sue amica. Da quando Max aveva iniziato a
frequentare Liz, lei si era accorta che provava qualcosa per Alex, ma non
voleva mentirgli. Voleva stare con lui dopo avergli detto tutto, ed ora
finalmente poteva farlo.
Eccolo. Stava uscendo da scuola. Il cuore prese a batterle forte e si avviò
verso di lui.
- Alex! Aspetta –
- Isabel, ciao –
- Ciao. Ascolta, ho bisogno di parlarti in privato –
- Okay. Andiamo al parco –
Una volta seduti su una panchina abbastanza isolata, Isabel fece un grosso
respiro ed iniziò a sua confessione.
- Ecco, io… è un po’ di tempo che… provo qualcosa… per te –
Alex strabuzzò gli occhi. Stava sognando?
- Però devo prima essere sincera con te –
- Isabel, io… -
- No, fammi finire per favore – Alex annuì.
- Bene. Vedi, io, Max e Michael veniamo da molto lontano, da un posto che si
trova in un'altra galassia –
- Stai dicendo che siete alieni? –
- Sì. Siamo giunti qui nel 1947 e quando siamo usciti dalle capsule avevamo
l’aspetto di bambini. Poi siamo stati adottati e siamo cresciuti come normali
terrestri. Finora nessuno sapeva il nostro segreto, ma ieri sera Max e Michael
hanno dovuto dire tutto a Liz e Maria perché Michael ha usato i suoi poteri di
fronte a loro. Oggi mi hanno raccontato tutto e ho deciso che era giunto il
momento di uscire dal mi guscio, dirti tutto e farti entrare nella mia vita,
sempre che tu lo voglia –
- Oh mio Dio! Io non so se sono più sconvolto perché non sei terrestre o perché
vuoi stare con me. Isabel, io ti muoio dietro da quando eravamo bambini e ora
mi sembra di sognare. Conosco Liz e Maria e so che loro hanno accettato la
verità; e io farò lo stesso –
- Non mi odierai? Non avrai paura di me? Non andrai a rivelare il nostro
segreto? –
- Come potrei odiarti e metterti in pericolo? Io ti amo –
A Isabel non servì altro: si avvicinò a lui e lo baciò.
- Anch’io ti amo, Alex Withman –
- Isabel, dammi un pizzicotto –
Isabel scoppiò a ridere e lo baciò di nuovo. Era impossibile stare lontana da
lui. Era così dolce, gentile, la faceva sentire normale, amata e accettata.
Finalmente la regina di ghiaccio era scomparsa; ora c’era solo Isabel.
Poco dopo Isabel e Alex entrarono al Crashdown mano nella mano. Tutti si
complimentarono con loro, tutti tranne Michael, che era furioso. Non bastava
Max, adesso anche Isabel aveva completamente perso di vita l’obiettivo di stare
soli e concentrarsi sulle ricerche per capire chi erano. Ma cosa poteva fare
oltre che arrabbiarsi? Inoltre Alex, Liz e Maria sembravano tutt’altro che
interessati a rivelare il loro segreto. Forse poteva iniziare anche lui ad
abbassare la guardia, senza esagerare ovviamente.
- Allora, avete intenzione di mettere su casa?- chiese ironicamente Michael.
- Michael, sei impossibile! Perché non ti fai la ragazza anche tu, così la
smetti di rompere a noi?- disse Isabel.
- Il giorno che farò come voi nevicherà verde – e così dicendo se ne andò.
- Cosa mi trattiene dal mollargli due schiaffi! È insopportabile – urlò Maria.
- È solo troppo orgoglioso per ammettere che muore dalla voglia di vivere
normalmente, e ha troppa paura per farlo – disse Max.
- Ah, se continua così non trova una ragazza nemmeno fra cent’anni – disse
ancora Maria.
- Magari tu potresti fargli cambiare idea – disse Liz.
- Questa sì che è bella! Preferire un convento di clausura –
- Esagerata! – esclamarono gli altri in coro.
Maria roteò gli occhi esasperata e si allontanò.
- Ragazzi, ho un piano – disse Liz.
- Di che si tratta? – chiese Isabel.
- Quei due si attraggono come due calamite. Litigano, si insultano, ma si
cercando sempre, quindi perché non li aiutiamo? –
- E come? –
- Organizziamo un incontro. Dirò a Maria che andrà ad un appuntamento al buio e
a Michael direte che verrà a cena con voi, ma che non potete accompagnarlo. Lo
porterò io – continuò Liz.
- E se non abboccano? Se si ammazzano? –
- Come sei tragico! Vuoi che non riescano a stare qualche ora insieme? Vedrete,
sarà un successo –
Così cominciarono i preparativi per la serata di Michael e Maria: prenotarono
in un elegante ristorante fuori Roswell e recitarono la loro parte per farli
abboccare.
La fatidica serata arrivò. Maria era felicissima di conoscere un nuovo ragazzo
e si era preparata con molta cura per l’occasione.
Michael era stata costretto da Isabel a vestirti elegante, anche se lui non ne
vedeva il motivo. Inoltre era sospettoso il fatto che loro non potevano
portarlo, ma che l’avrebbe fatto Liz. Forse pensavano che parlare con lei
l’avrebbe addolcito un po’.
Nonostante tutto gli piaceva Liz e gli piaceva anche Alex. Erano due bravi
ragazzi, buoni amici e si potevano fidare di loro, ma quella Maria era
insopportabile. Ormai aveva accettato che Max e Isabel stessero con Liz e Alex,
ma vedere tutti i giorni Maria gli faceva venire i bruciori di stomaco, oltre
che dargli una strana sensazione. Lei era sempre acida nei suoi confronti, gli
dava sempre contro, ribatteva tutto ciò che lui diceva e lo stuzzicava
continuamente. Quella ragazza lo voleva vedere in un manicomio! Meno male che
lo aveva accompagnato Liz, con cui riusciva a fare un discorso senza perdere le
staffe.
- Eccoci qui – disse Liz.
- Ecco perché Isabel mi ha detto di vestirmi bene – disse Michael guardando il
ristorante.
Liz sorrise. – Su, ora vai o Max e Isabel ti danno per disperso –
- Tu non vieni? –
- No. Devo andare a casa. Ci vediamo domani –
- Okay. Grazie Liz –
- Di niente. Divertiti –
Michael scese dall’auto ed entrò. Il cameriere gli disse che c’era una
prenotazione a sua nome e lo fece accomodare. Max e Isabel non c’erano ancora.
Maria parcheggiò la sua auto ed entrò nel bel ristorante. Non vedeva l’ora di
scoprire chi fosse il misterioso ragazzo. Il cameriere le fece strada verso un
tavolo e Maria si sentì male.
- Michael! –
- Ancora tu! Ma cosa ci fai qui? –
- No, cosa ci fai tu! Mi hanno detto che avevo un appuntamento con un ragazzo,
ma qui ci sei solo tu –
- Io sto aspettando Max e Isabel, perciò vada ad aspettare da un’altra parte –
- Cameriere, scusi… qui ci deve essere un errore. Io sto aspettando un ragazzo
per una cena. Hanno prenotato per De Luca e per chi altro? –
- Guerin –
- Mi scusi ma io sto aspettando i miei amici, non lei – disse Michael.
- No, signore. I signori Evans mi hanno pregato di riferirle che non verranno
questa sera e che il ragazzo dell’appuntamento con la signorina De Luca è il
signor Guerin. Vi augurano una buona serata – così dicendo il cameriere se ne
andò.
- Io li ammazzo – disse Michael.
- Liz me la pagherà molto cara – disse Maria sedendosi.
- Cosa fai? –
- Mi siedo. Io mangio, tu sei libero di andartene –
- Resto solo perché non so come tornare a casa –
- E chi ti dice che ti accompagno a Roswell?-
- Se non lo fai ti rompo la macchina con i miei poteri –
- E io ti ammazzo con le mie mani. Cafone –
- Cafone a chi? Bada a come parli –
- Non mi fai paura, perciò stai zitto e leggi il tuo menù –
Poco dopo il cameriere giunse a prendere le loro ordinazioni. Rimasti
nuovamente soli ripresero a battibeccare.
- Possibile che tra tutti i ragazzi di questo mondo proprio con te Liz mi ha
organizzato l’appuntamento? –
- Io mi aspettavo una tranquilla cena con Max e Isabel e invece sono seduto con
l’ultima persona che vorrei vedere –
- La cosa è reciproca. Ma quello che non capisco è perché abbiano organizzato
tutto questo. Lo sanno che non ci sopportiamo –
- Forse vogliono farci mettere insieme –
- Tempo sprecato –
- Concordo –
- Bene –
Perché era così agitato? Non era mica la prima volta che era con Maria. Sì, ma
era la prima volta che era solo con lei. E allora? Lei non era diversa dalle
altre! Sì invece, lei era unica e bellissima. Quando l’aveva vista gli si era
bloccato il respiro: quel vestito le stava d’incanto ed esaltava i suoi
magnifici occhi verdi. Okay Michael, adesso basta. È di Maria che stai
parlando! Quella ragazza rompiscatole, egocentrica, permalosa, intelligente,
sexy, bellissima, piena di vita.
- No! – quasi urlò Michael.
- Ma che ti prende? –
Oh cavolo, aveva parlato ad alta voce! Doveva smetterla di pensare così di lei.
Lui la detestava… la detestava, vero? e fare quei pensieri su di lei non era
affatto una buona cosa.
- Niente – rispose dopo qualche secondo.
- Che eri matto lo sapevo, ma non credevo fino a questo punto –
Ecco, l’aveva fatto ancora. Ma perché non riusciva a tenere chiusa la sua
boccaccia? Quando aveva visto Michael al tavolo si era sentita proprio bene.
Aveva sperato fin dall’inizio che fosse lui il ragazzo del suo appuntamento, ma
non perché gli piacesse; perché lui non ti piace, vero Maria? Lei voleva solo
passare una serata con lui per cercare di aggiustare il loro rapporto in modo
da non continuare a dare spettacolo non facendo altro che litigare, e non certo
perché era bellissimo, sexy, sfuggente, uno di quei ragazzi che ti fanno
perdere la testa solo con un sorriso.
- Non riesci proprio a tenere la bocca chiusa, vero? – interruppe i suoi
pensieri Michael.
- No, mi spiace. La sincerità prima di tutto –
- Okay. I nostri cari amici ci hanno fatto questo scherzetto perché sono
stanchi di vederci litigare, perciò che ne dici di iniziare a comportarti come
una persona adulta e smettere di ribattere acidamente come una vecchia zitella?
–
- Quello che si comporta da bambino sei tu. E porca miseria, nessuno ti ha
insegnato l’educazione? Non ci si rivolge così alle persone! –
- Ah, come se tu risparmiassi i tuoi commenti su di me. Si può sapere perché ce
l’hai tanto con me? –
- Io non ce l’ho con te. Non sopporto il tuo atteggiamento da superiore. Sembra
che io, Alex e Liz non siamo degni nemmeno di rivolgervi la parola perché non
siamo come voi. Possibile che non capisci che la vita non è solo fare delle
ricerche? Non ti accorgi che hai vissuto come noi da quando sei nato? Magari
non hai avuto dei genitori come quelli di Max e Isabel, ma non sei solo. Noi ci
siamo per te –
- Io non mi comporto con superiorità. Io non posso permettermi di sentirmi
umano perché non lo sono –
- Sì invece. Sei molto più umano di tante persone che conosco. Il tuo cuore lo
è –
- Io ho paura, ho paura di cedere alle emozioni, ho paura di fidarmi ancora e
poi essere abbandonato come ha fatto Hank. Io non ho mai conosciuto l’amore,
l’affetto di una famiglia. Ho avuto sempre e solo Max e Isabel –
- Ora non più. Quando capirai che ci siamo anche noi tre? Che non vi tradiremo
e non vi abbandoneremo? Non potremo darti l’amore di un padre o di una madre,
ma potrai sempre contare su di noi –
- Su di noi? Ti metti in mezzo anche tu? Vuoi essere mia amica? –
- Da sempre, ma tu non me ne hai mai dato la possibilità. Io non so cosa ti ho
fatto, ma dal primo giorno hai alzato un muro contro di me. Anche adesso che
hai accettato Alex e Liz. Non dico che con loro ti comporti come con Max e
Isabel, ma ci parli, ci scherzi, vai con Alex a guardare le partite di basket,
ti fai aiutare da Liz con la matematica. E invece con me sei duro, freddo,
crudele a volte. Non mi hai mai fatto un sorriso, non hai mai parlato con me,
non mi hai mai chiesto niente. Se le tue parole di prima sono vere, allora
dovresti comportarti così anche con Liz e Alex – Maria si alzò e uscì dal
ristorante.
Michael rimase di stucco. Si rese conto di essersi sempre comportato malissimo
con lei e si sentì un idiota. Ma perché aveva sempre avuto così tanta paura di
essere suo amico? Certo, lei non gli aveva reso la vita semplice, ma il motivo
per cui si comportava così era perché lui aveva iniziato quel gioco. Lui si
comportava male, lui la derideva, lui la allontanava, e tutto perché aveva
troppa paura di cedere ai suoi sentimenti. Paura di ammettere che senza di lei
si sentiva vuoto, che vedeva se stesso nei suoi occhi, che il suo profumo era
il profumo di casa, che il suo cuore apparteneva a lei. Ma ora lo sapeva, aveva
capito cosa doveva fare.
Si alzò dal tavolo e corse fuori dal ristorante per cercarla. La sua macchina
non era più parcheggiata, perciò doveva essere tornata a Roswell. Chiamò Max e
si fece venire a prendere.
- Michael sembri sconvolto. Cosa è successo? – chiese Max non appena l’amico
salì in macchina.
- Grazie per lo scherzetto –
- Mica te la sei presa? Era per farvi chiarire –
- Certo, ci siamo chiariti, tant’è vero che Maria è corsa fuori dal ristorante
piangendo –
- Cosa le hai fatto? Possibile che tu sia sempre così stronzo con lei?
- Lei non mi odia, Max. mi ha detto che ci sarà sempre per me, che voleva
essere mia amica, ma io non gliel’ho mai permesso. Dio, Max! Come ho fatto a
comportarmi così male con lei? –
- Perché hai troppa paura di ammettere che ti sei innamorato di lei la prima
volta che l’hai vista –
- Hai ragione. Ora l’ho capito. L’ho allontanata perché sono senza spina
dorsale. Io e tutte le mie cazzate aliene! Adesso lei mi odia. Le ho fatto
troppo male e non mi perdonerà mai –
- Vedrai che ti perdonerà. Maria è speciale –
- Lo so e ho impiegato troppo tempo prima di accorgermene –
- E adesso cosa hai intenzione di fare?-
- Dirglielo –
Ma perché si era messa a piangere di fronte a lui? adesso forse lui avrebbe
cambiato atteggiamento nei suoi confronti, ma solo per pietà. Dio, che stupida
che era stata! Non era necessario dirgli quelle cose, fagli capire che teneva a
lui e che soffriva quando lui la trattava male. Ma perché si era esposta in
questo modo, quando sapeva che lui non avrebbe mai capito?
Nonostante la vista appannata dalle lacrime, giunse a casa e corse nel letto
per soffocare i singhiozzi nel cuscino. Quando fu esausta si calmò e si
addormentò. Non vide Michael alla sua finestra che tentava di attirare la sua
attenzione.
La mattina seguente Maria, dopo aver fatto la ramanzina Liz, le raccontò tutto.
- Maria mi dispiace. Non credevo stessi così male –
- Già. Non lo credevo nemmeno io, ma le parole sono uscite da sole, e così
anche le lacrime –
- Vedrai che si sistemerà tutto. Michael fa il duro ma in realtà è molto dolce.
È solo spaventato –
- Quelli spaventati dovremmo essere noi, non loro! –
- Maria – la chiamò Michael.
- Cosa vuoi? –
- Ho bisogno di parlarti –
- Non abbiamo niente da dirci – e se ne andò.
- Dalle tempo. Le passerà – gli disse Liz.
Quel pomeriggio al Crashdown tra Michael e Maria l’aria era molto tesa. Michael
cercava di parlare con Maria, di farle capire che ora sapeva cosa significasse
lei per lui, ma lei lo evitava. Si sentiva troppo imbarazzata ed era furiosa
con lui perché non aveva nemmeno cercato di rassicurarla la sera precedente. A
lui non importava niente di lei, tantomeno della sua amicizia; perciò avrebbe
agito di conseguenza. Da quel momento in poi Michael Guerin per lei non sarebbe
più esistito.
- Liz, ho finito il turno. Vado a casa – disse Maria.
- Non ti fermi con noi? –
- No, sono molto stanca. A domani –
Non appena Maria uscì dal locale, Michael la seguì.
- Maria, aspetta –
- Michael, smettila di seguirmi. Non voglio niente da te –
Michael la raggiunse e le si parò davanti, bloccandole la strada.
- Perché non mi hai detto niente prima?-
- Non lo so. Non è importante –
- Sì che lo è se tu stai male –
- Io non sto male. E ora lasciami andare a casa –
- No. Maria, quello che hai detto ieri sera è vero e so che tu ci sarai sempre
per me, Max e Isabel. Il fatto è che io ho avuto troppa paura per ammetterlo –
- Okay basta. Ora tornatene al Crashdown –
- Ma perché non vuoi nemmeno starmi a sentire?-
- Perché non ne vale la pena. Tu mi detesti e non te ne frega niente di quello
che ho detto ieri. Se ora vuoi parlarmi è solo per placare il tuo senso di
colpa. Be’, non scomodarti –
- Sei la persona più testona che abbia mai conosciuto! Qualche giorno mi
manderai al manicomio –
- Non ho bisogno di mandartici io. Sei già pazzo di tuo –
- Bene, volevo chiarire con te, ma visto che non è possibile continuerò a
comportarmi come sempre –
- Bravo, tanto è quello che sai fare meglio. Stattene nel tuo brodo –
Detto questo Maria lo superò e si allontanò da lui. Michael l’afferrò per un
braccio, l’attirò a sé e la baciò. Si aprì completamente a lei, mostrandole la
sua anima. Le fece sentire ciò che provava quando la guardava, quando parlava
con lei, le mostrò le sue paure e i suoi pensieri più intimi. Come ultima prova
le mostrò tutto l’amore che provava per lei.
- Micale, cos’erano quelle immagini e quelle sensazioni? –
- Ero io. Ti ho permesso di vedermi nell’anima perché volevo farti capire cosa
provo per te. Dato che non mi ascolti ho preferito il modo più diretto… e vero
–
- Vuoi dire che se tu mi avessi odiato io l’avrei sentito? –
- Sì. Ti ho mostrato i miei sentimenti per te da quando ti conosco ad oggi –
- C’era amore, non c’era odio o antipatia. Amore e paura –
- Esatto. Ma l’amore ha sconfitto la paura –
- Davvero? –
Michael la baciò di nuovo, trasmettendole i sentimenti che provava in quel
momento: amore, felicità e sicurezza.
- Wow! Mi sento anch’io così –
- Lo so. Tu mi hai sempre permesso di leggere in te –
Così, mano nella mano, tornarono al Crashdown.
Che cos’è il destino? È quella forza che fa sì che le cose vadano in un certo
modo anche se le scelte fatte sono diverse. Qualunque sia l’iter che si è
dovuto fare, alla fine il risultato sarà sempre lo stesso. Nonostante Max non
abbia salvato Liz, tutto è andato come doveva, perché Max e Liz, Michael e
Maria, Isabel e Alex erano destinati a stare insieme.
Scritta
da Kassandra |