Roswell.it - Fanfiction

DEJA VU


Riassunto: Viene trovato un oggetto con strane scritte. Michael dopo due mesi circa riesce a scoprire cosa ci sia scritto e tornano tutti insieme, compresi Tess, Liz, Alex e Maria alla grotta da dove erano arrivati i piccoli alieni. Lì però succede qualcosa e i tre terrestri rimangono più coinvolti degli altri.

Data creazione: 24/01/2001 - 25/01/2001

Valutazione contenuto: per tutti.    

Disclaimer: tutti i diritti dei personaggi appartengono alla WB tranne l’ologramma. Il racconto è proprietà del sito Roswell.it.

La mia E-mail è acquachiara84@hotmail.com


Capitolo 1 

Scese una leggera foschia avvolgendo il bosco in un silenzio freddo e inospitale. La luce del sole fu coperta, il vento si placò, gli uccellini smisero di cantare la loro melodia, il fruscio delle foglie s’interruppe all’improvviso. Sembrava di essere immersi in una silenziosità fatale e la paura s’impossessò di lui. Era solo, immerso nella nebbia che si faceva sempre più fitta e senza sapere nemmeno più chi fosse adesso. Ricordava chi era stato e com’era stato, ma non sapeva cosa ci facesse lì o se la sua vita precedente non fosse stata solo un sogno. Mosse un passo e non sentì il rumore nemmeno di quello. Il cuore gli batté a mille mentre il tempo si fermava e tutto si faceva sempre più terribile, anche il palpito furioso che gli risuonava nei ricordi ma non nelle orecchie. 

Ecco un’altra delle immagini attutite che gli tornarono alla mente di quello che era stato.
Camminava lungo un corridoio affollato di studenti come lui. Voci si mescolavano e l’allegria regnava nei discorsi. Porte ovunque, armadietti e saluti. Si avvicinò a lui una ragazza bionda che lo salutò e sembrò di tornare a rivivere quel momento.
- Ciao Alex. Come stai? - chiese Isabel.
- Bene. Tu?
Isabel gli sorrise - Benissimo. Andiamo insieme alla lezione di scienze?
- Certo. Perché no? - le disse lui - Hai studiato per l’interrogazione?
- Fino a mezzanotte - disse la ragazza incamminandosi - Ho dovuto persino tener sveglio Max per farmi dare una mano.
Risero e si scambiarono informazioni riguardo alla lezione. Raggiunsero l’ingresso dell’aula quando con sorpresa trovarono ad aspettarli lo sceriffo Valenti. L’unico gesto che fece prima di sparire dietro l’angolo fu di alzare il suo inseparabile cappello in segno di saluto. Isabel sollevò le spalle mentre Alex lo guardò con sospetto.
Entrarono in classe e sedendosi ai loro banchi presero i libri per ripassare accorgendosi che ancora quasi nessuno era in classe.
- Isabel? Ma dove sono tuo fratello Max e Michael? - chiese Alex interrompendola.
- Max aveva annunciato che andava a cercare Liz mentre Michael non l’ ho visto - gli rispose.
Alex rimase ancora in silenzio - Non capisco una cosa! - esclamò all’improvviso.
Isabel lo guardo con occhi sgranati - Cosa non capisci? Qualcosa di scienze?
- No. Maria e Michael escono qualche volta assieme. Lo stesso Liz e Max. Noi due ci limitiamo a stare insieme. Non ti sembra un po’ strano?
- Quello che ora mi sembra strano è che tu mi rivolga una domanda del genere.
- Ciao Alex. Ciao Isabel - Maria era entrata in classe - Tutto a posto?
Dopo poco arrivarono anche Liz e Max e così la supplente che in quel mentre sostituiva il loro insegnante effettivo. La lezione iniziò e rimasero concentrati tranne quando Maria si addormentò sul banco e fu rimproverata. Verso la fine, la professoressa si decise ad interrogare e scelse un nome a caso. Il suo. Si alzò e rispose alle domande con precisione.

Cercò di raggiungere qualche punto ma il silenzio lo faceva vagheggiare e incespicò più volte sui suoi passi. Un altro ricordo gli tornò alla mente.
Uno strano locale, un profumo di cibo, ragazze vestite in verde, piatti dalle strane forme. Lui era seduto ad un tavolo e davanti a lui c’era ancora la ragazza bionda, ma in quel momento non capì se quell’episodio fosse successo prima o dopo quel ricordo che aveva avuto precedentemente.
- Alex? Stai bene? - gli chiese Isabel.
- Certo. Perché? - le rispose lui perplesso.
- Sei un po’ pallido - la ragazza lasciò cadere l’argomento - Mi dispiace essere venuta da te questa mattina ma pensavo che com’era successo a Max e a Liz sarebbe potuto succedere anche a me.
- Stai parlando delle visioni? - le chiese lui.
- Certo! A cosa credevi mi riferissi?
- Ciao Isabel. Ciao Alex - Michael era arrivato e si sedette di fianco alla ragazza - Avete già ordinato oppure sono arrivato in tempo per prendere qualcosa anch’io?
- No. Stavamo aspettando che Liz la smettesse di sbaciucchiarsi con Max e venisse a prendere le ordinazioni! - esclamò ironicamente Isabel.
Liz, come se fosse stata chiamata, li raggiunse. Scrisse sul libretto le ordinazioni e scambiò quattro parole con Alex. Passò le ordinazioni a Maria che le trasmise alla cucina.
- Dovrei fare un pensiero per venire qua a lavorare! Ne ho proprio bisogno! - disse distratto Michael.
- Cosa? - chiese Isabel che non aveva sentito il suo bisbiglio.
- Niente. Devo chiedere una cosa a Liz! - si alzò intenzionato ad andare a parlare alla ragazza delle ordinazioni.
Alex li osservò da lontano sentendosi a disagio in compagnia di Isabel. Max li raggiunse come se gli avesse letto nel pensiero e rimase lì con loro. Disse a Isabel che quella sera sarebbe andato al bar dove erano usciti per la prima volta lui e Liz insieme. Isabel sostenne che non c’era bisogno che glielo dicesse. Cominciarono una discussione a bassa voce mentre Alex rimase a fissarli per un po’ e cui poi tentò di mettere fine.
Maria arrivò dal retro e li chiamò tutti. Avevano trovato qualcosa di interessante.

Riprese a camminare e s’impaurì vedendo davanti a sé solo il vuoto assoluto. Ombre cominciarono a sfuggirgli davanti agli occhi e un ricordo più vivido e che percepì anche più vicino nel lasso di tempo gli lampeggiò nella memoria.
Doveva trovarsi in una strana caverna ed era insieme ad altri sette ragazzi. Non riusciva a capire dove si trovassero, perché, chi li avesse portati lì.
Max, Michael, Isabel, Tess, Liz, Maria e Alex entrarono nella caverna e si guardarono attorno. La piccola entrata la trovarono facilmente. Era solo una bassa e buia apertura sul fondo che poteva essere notata solo se se ne sapeva l’esistenza.
Una volta passati dentro rimasero per un attimo a fissarsi cercando di capire cosa ci fosse di così importante.
- Michael! Cosa ci facciamo qui? - chiese Max.
- Non lo so!
La parte della caverna da cui erano entrati si richiuse con un potente scatto e a nulla valsero gli sforzi di Max e Michael di riaprirla.
- Dobbiamo riuscire ad uscire da qui! - esclamò risoluto Max.
- Sì. Ma come? - Michael tastò le pareti appuntite.
Liz si avvicinò a Max cercando protezione - Come abbiamo potuto finire qui? In questo strano posto?
- Dall’entrata! - rispose Maria sedendosi su una roccia umida.
- Se solo non si fosse chiusa! Se solo non fosse scomparsa! - esclamò lui rassegnato.
- Alex! Non ti arrendere così! Dacci una mano - Isabel lo tirò su e lo costrinse a cercare una via d’uscita.
- Strano! Mi sembra di aver già vissuto tutto questo! - esclamò Alex e cominciò a darsi anche lui da fare.
Tess si avvicinò a una delle pareti di roccia esaminandola. Ci passò sopra la sua mano e apparve un impronta verde. Tutti ne furono attirati e la raggiunsero rimanendo in contemplazione. Accorgendosi che nessuno faceva nulla Michael si avvicinò ci appoggiò sopra la sua mano.
- Aspetta Michael! - Max aveva tentato di fermarlo, ma ormai era troppo tardi.

Capitolo 2

Sentiva freddo, paura e soprattutto non vedeva nulla. Navigava persa nel senso del tempo, spaventata da quello che le sarebbe successo se non avesse risolto quella situazione. Ricordi si affollavano nella mente e niente riusciva a fermarli. Ma intanto vagava nel silenzio, persa nella sua mente mentre il suo terrore si nutriva di lei. Cercava qualcosa che non trovava e si voltava mentre i suoi gesti sembravano sogni, le sue parole si perdevano nel vuoto come un piccolo sospiro. Si trascinava mentre la nebbia si faceva più fitta, la nascondeva e la torturava.
I ricordi arrivarono e nulla li poté fermare.

Era in una stanza buia e afosa. La presenza di un ragazzo accanto a sé la fece meravigliare. La sua identità persa nella nebbia cercò di tornarle, ma qualcosa che non era il suo nome le sfuggiva dalle mani. I volti erano confusi tranne quello che le stava davanti.
- Maria! Dobbiamo andare! - bisbigliò Michael riprendendola tra le braccia.
- Aspetta! Tienimi stretta ancora un poco - disse Maria quasi rimpiangendo il momento in cui l’avrebbe lasciata. Quella notte era stato da lei, quella mattina sua madre si era preoccupata. Lui adesso era lì con lei.
Alzò la testa dal banco accorgendosi di essere stata scossa e di essersi messa dormire sul banco di scuola.
- Signorina De Luca. Se deve dormire dovrebbe starsene a casa! - esclamò la professoressa.
Maria si scusò rimettendosi comoda a leggere con il libro in mano. La professoressa le fece domande e lei tentò di rispondere combinando un vero disastro.
Si girò per guardare il posto occupato da Michael e con terrore si accorse che era vuoto! Che se ne fosse andato? Solo allora si ricordò che l’episodio che aveva sognato non era mai successo ed era stato a dormire da lei più di due mesi prima. Si rimproverò e non capì come fosse possibile che si fosse addormentata così sui banchi. La professoressa interrogò così Alex e Maria sorrise nel vederlo così sicuro di sé.
Finita la lezione Liz le si avvicinò chiedendole se si sentisse bene.
- Certo? Era solo un po’ di stanchezza! - disse sperando di essere convincente.
Liz non disse nulla. Camminarono un po’ insieme fino a raggiungere l’uscita e andarono direttamente al Crashdown dove mangiarono e iniziarono il loro turno.
Quella sera si ritrovarono tutti e sette, compresa Tess, nel deserto di Roswell a causa di uno strano segno. Nessuno sul primo momento ci volle credere eppure quelle sensazioni di Dejavù che lei, Liz e Alex avevano avuto erano strane, come se certe scene le avessero già vissute.

Si fermò per guardarsi attorno. Le sembrava quasi di sentire flebili respiri e dopo tutto quel silenzio ne rimase meravigliata. Altri ricordi le tornarono alla mente e sembrarono collegarsi con quelli di qualcun altro. Era come se uno completasse l’altro.

Isabel e Alex erano seduti a un tavolo del Crashdown, Max e Liz si trovavano vicino al bancone a scambiarsi tenerezze mentre lei era lì ad aspettare che Michael cambiasse idea. Lo vide entrare e sedersi al tavolo con Isabel e Alex.
Liz andò da loro a prendere le ordinazioni e le passò a lei che a sua volta le disse ai cuochi. Michael le raggiunse mentre Max era tornato al tavolo da sua sorella.
- Sto cercando un posto per lavorare… non è che qui avete bisogno di qualcuno? - chiese Michael a Maria.
- Credo di sì. Aspetta che chiedo a Liz - gli rispose Maria.
Quando l’amica tornò al bancone chiese se ci fosse un posto di lavoro per Michael e Liz assicurò che avrebbe chiesto a suo padre. Nel frattempo sarebbe potuto essere messo alla prova.
Maria lo accompagnò nel retro dove gli diede un grembiule bianco. Rimasero per un attimo a fissarsi mentre involontariamente si avvicinarono l’uno all’altra.
Erano abbastanza vicini - Fango! - esclamò Michael allontanandosi.
Maria rimase sul primo momento sorpresa, così s’infuriò - Ancora con questa storia?! Mi vuoi spiegare una buona volta che significa?
- N… niente - Maria si accorse che Michael aveva esitato.
Stava per rispondergli per le rime quando un forte rumore li attirò sulla strada. Uscirono a controllare e trovarono uno strano oggetto metallico.
- Cos’è? - chiese Maria prendendolo in mano.
Michael glielo rubò nonostante le proteste di Maria - Ci sono strane scritte. Chissà cosa vorranno dire?
Tutto si svolse in fretta e rimase poco di quel ricordo che si offuscò e capì che si sarebbe completato solamente attraverso qualcun altro. Come i suoi ricordi si erano completati con quelli di qualcuno che era lì nella nebbia con lei. Non lo vedeva, ma c’era.

Riprese a camminare mentre il silenzio sembrò per un momento scomparire. L’aria intorno a lei sembrò colorarsi, ma era solo un altro ricordo. Un altro ricordo, recente, strano.
I quattro alieni si contattarono. Max si trovava da Liz e fu lei a informare Maria e Alex di quello che Michael aveva scoperto. Si fissarono un appuntamento vicino alla caverna da dove Max, Michael, Tess e Isabel erano usciti alla luce terrestre per la prima volta.
- Cosa ci fanno qui loro tre? - esclamò Tess vedendo arrivare lei, Liz e Alex.
- Sono venuti con me! - ribatté Max.
- E’ tutto così strano… mi sembra di aver già vissuto questo momento - disse Maria.
- Un Deja vu? - chiese Michael.
- Credo di sì! - disse Maria.
- Michael? Cosa ci facciamo qui? - chiese Isabel - A quest’ora di notte?
- Ho decifrato i segni che erano scritti qui, quella volta che io e Maria lo abbiamo trovato nel vicolo! - affermò lui serio e indicando verso l’entrata della caverna - Parla di quella grotta. Parla che c’è un’altra entrata al suo interno e credo che potremmo trovare qualcosa che possa esserci utile!
I quattro alieni rimasero a fissarsi.
- Cosa aspettiamo a entrare? Ormai siamo qui! - disse Alex curioso.
Max lo fissò e guardò così Isabel e Tess - Che ne dite?
- Credo che dovremmo provare! - rispose Tess.
- Sono d’accordo! - comunicò Isabel anche se poco convinta.
- Allora andiamo! Voi se volete potete rimanere qui! - suggerì Max a Liz, Maria e Alex.
- No. Veniamo anche noi! - esclamò risoluta Maria.

Capitolo 3

Cadde e si rialzò! Ansimando impaurita si guardò attorno senza però capire dove fosse. Ma perché? Perché era lì? Cosa aveva fatto? Cosa era successo? Ora sentiva freddo, altre volte aveva una paura folle. Perdeva la concezione di chi era mentre i ricordi veri diventavano sempre più sogni. Ombre cominciarono a intravedersi nella nebbia, ma improvvisamente tutto tornò a essere silenzioso e invisibile.
Un ricordo le arrivò nella mente e quasi la spossò da tanta che era la forza di uscire dalla sua mente.

Era seduta in una stanza con tanti banchi circondata da altrettanti ragazzi. Fissava ridendo uno di questi che a sua volta non le toglieva gli occhi di dosso.
Si riscosse quando sentì richiamare la ragazza che si era addormentata sul banco.
Fissò Maria sconcertata accorgendosi che mai era successo che lei si addormentasse sui banchi. Che fosse a causa della sera prima quando era rimasta a lavorare fino a tardi perché aveva rotto il contenuto di un carrello intero e doveva riparare i danni?
Appena uscirono dalla classe Liz andò immediatamente a chiederle che cosa le fosse successo. L’amica le ripose di non preoccuparsi. Andarono al Crashdown dove mangiarono e cominciarono il loro turno.
Quando il locale chiuse andò a fare la doccia. I suoi erano fuori per il weekend e toccava a lei mettere a posto e fare tutti i mestieri di casa. Adesso era stanchissima e non vedeva altro che il suo letto. Sentì suonare il campanello e si domandò chi potesse essere. Uscì irritata e s’infilò un accappatoio gridando di aspettare un momento.
Raggiunse la porta e sbirciò fuori.
- Max! Cosa ci fai qui?
- Ero venuto a trovarti… Posso entrare?
Liz era imbarazzata - Non è che potresti aspettare almeno che mi vesta? Sono in accappatoio e…
- Ops. Scusami! - anche lui rimase un momento imbarazzato - Se vuoi me ne vado!
- No, no! Aspettami solamente un momento. Intanto accomodati.
Lasciò la porta semiaperta mentre corse su per le scale raggiungendo la sua camera. Si mise le prime cose che trovò e uscì ritrovandosi con Max in salotto.
Il telefono squillò e lei rispose - Michael?! - era sorpresa.
- Sì… Max è qui!… Aspetta che te lo passo!
- Sono Max - rispose il ragazzo prendendo la cornetta - Come? Adesso?! … Sì, va bene…Ci sarò, ma spero per te che sia importante.
Max rimise giù il telefono - Devo andare. Michael dice di aver scoperto qualcosa di importante e vuole che lo raggiunga alla caverna.
- Quella della riserva? - chiese Liz.
- No! Quella da dove siamo venuti fuori, vicino al luogo dell’impatto.
- Portami con te!
- Meglio di no! - affermò lui.
Eppure poco dopo si ritrovarono in macchina assieme e Liz era persino riuscita ad avvisare Maria e Alex. Maria sarebbe passata a prendere l’amico portandolo lì dove avevano concordato!
La ragazza ricominciò a camminare ed ebbe paura di perdere anche quei pochi ricordi rimastigli. Si mise a correre. Forse avrebbe raggiunto meglio un qualche punto da cui avrebbe potuto riordinare più soddisfacentemente quello che ricordava.

Era al Crashdown, vicino a Maria e a Michael che nel vicolo avevano trovato quello strano oggetto con quelle ancor più strane scritte. Anche lei lo prese in mano e per un momento credette di sognare quando sentì che il contatto le trasmise dei brividi.
- Liz! Hai visto qualcosa? - le chiese Max premuroso.
- No! Ho sentito solo dei brividi. Non capisco cosa sia potuto essere - gli rispose.
- Michael. Cosa credi vogliano dire quelle scritte? - domandò Isabel.
- Non lo so! Lo porterò a casa e vedrò cosa posso scoprire. Nel frattempo Max tenterà di capire a cosa serve quell’oggetto che lui e Liz hanno trovato nel deserto.
- Dici che forse si possano collegare? - chiese Alex perplesso commentando che sembravano troppo diversi l’uno dall’altro.
- Sinceramente non saprei ma potrebbe darsi - disse Michael - Allora Max?
- Sì, va bene. Nascondilo bene però!
- Sicuro, Per chi mi hai preso?
Maria e Michael andarono in cucina, Alex, Max e Isabel tornarono invece al tavolo per discutere a bassa voce. Liz riprese a prendere ordinazioni. Dopo un quarto d’ora giunsero imprecazioni dalla cucina e Maria e Liz si misero a ridere. Era già la terza volta che Michael bruciava quella ciambella di Uranio.
Le cose poi andarono normalmente per tutta la sera e soprattutto lei e Max si divertirono molto dimenticandosi completamente dell’episodio avvenuto nel pomeriggio che poteva essere stato solamente lo scherzo di qualche buontempone.

Qualcosa! C’era qualcosa oltre il banco di nebbia! Corse e sbatté contro un albero. Un dolore atroce la colpì sulle ginocchia e cadendo dovette riposarsi. Non sapeva da quanto tempo camminava. Ora però c’era un altro ricordo.
Apparve un ologramma di una strana forma umana. Si poteva vedergli attraverso e alla ragazza vennero i brividi. Erano nella caverna, in una semioscurità paurosa e tutti e sette fissarono quella strana forma apparsa dal nulla.
- Così siete arrivati fino a qui! - esclamò!
- Chi sei tu? - chiese Michael avvicinandosi cautamente.
- Ora non ha importanza. Quello che importa è sapere quanto volete andare avanti.
- Avanti per dove? - domandò Max.
- Avanti a scoprire di voi stessi! - esclamò l’ologramma. Mosse una mano e una parete si aprì completamente mostrando un bosco che sembrava solo quello di Roswell.
Tutti lo fissarono sperando si spiegasse.
- Se siete pronti per sapere dovete entrare qui! Ma… - e qui s’interruppe guardando soprattutto Alex, Maria e Liz - … qualcuno potrebbe perdersi per sempre se non è veramente attaccato ai suoi ricordi e a quelli di altri.
- Non capisco… - bisbigliò Isabel.
- Capirete! - e scomparve lasciando solamente silenzio.
Tutti fissarono il bosco e Maria si avvicinò a Liz prendendola per mano.
- Cosa facciamo? - domandò più a sé stessa che agli altri.
- Io vado! - esclamò risoluto Michael.
- Aspetta! Non sappiamo se siamo pronti! Non possiamo rischiare la nostra vita per scoprire qualcosa che forse ancora non possiamo trovare - affermò cauto Max.
- Max. E’ tutta la vita che aspetto e ora non mi tirerò indietro! - Michael si mise a correre ed entrò nel bosco. Scomparve dietro a un albero.
Isabel si mise a correre per raggiungerlo e così Max e Tess.
Alex, Maria e Liz esitarono.
- Andiamo anche noi? - domandò Alex.
Maria rimase in silenzio.
- Non possiamo rimanere qui! Tanto vale che proviamo! - insinuò Liz.
- E se poi ci perdiamo? - chiese Maria.
- Se veramente non lo vuoi non succederà! - sostenne Alex.
- Sapete una cosa? Credo di aver avuto anch’io un Dejavù!
Ma erano stati troppo indecisi per passare senza intoppi.

Capitolo 4

Non c’erano più ricordi per loro mentre camminavano e pensarono di essersi già persi nel tempo e nello spazio. Improvvisamente, come se lo sapessero, allungarono una mano e si afferrarono tutti e tre. Proseguirono insieme senza nemmeno vedersi e l’unico contatto era quello che avevano attraverso la mano.
Camminarono eppure non si sentivano soli. I loro ricordi si unirono, ritrovarono la loro identità, la nebbia cominciò a diradarsi e si trovarono a camminare nel bosco. Alex Whitman, Maria DeLuca e Liz Parker erano tornati a essere quello che erano.
Si guardarono attorno e videro a qualche metro di distanza la statale.
- Fa uno strano effetto tornare al mondo reale, non credete? - dichiarò Maria.
- Sì, soprattutto tornare a sentire i propri battiti del cuore. In questo momento mi sembra la cosa più bella che mi sia mai capitata - disse Alex.
- Ma dove sono finiti gli altri? - Liz si stava preoccupando.
Raggiunsero la strada e provarono a fare l’autostop. Nessuno ebbe intenzione di prenderli su a quell’ora di notte e furono costretti a fare un pezzo a piedi per tornare verso Roswell.
Dei fari li illuminarono e furono costretti a ripararsi con gli occhi. Una macchina si fermò davanti a loro e Liz quasi senza accorgersene si sentì abbracciare forte da Max, e lo stesso fu per Maria con Michael e Alex con Isabel.
- Eravamo preoccupati che vi fosse successo qualcosa! Volevamo controllare un’ultima volta e poi saremmo andati ad avvisare lo Sceriffo della vostra scomparsa - disse Tess.
- Ma voi non siete passati in mezzo alla nebbia? - chiese Liz.
- Nebbia?! Quale nebbia? Noi siamo arrivati direttamente nel bosco e abbiamo raggiunto Roswell a piedi. Nessuno voleva tirarci su! Sono oltre tre ore che non facciamo che percorrere avanti e indietro la statale per cercarvi. Cosa vi è successo?
Liz sorrise e si unì a Maria e ad Alex. Li prese per mano.
- Noi eravamo pronti per scoprire! - esclamò.
- Cosa avete scoperto? - domandò Michael avvicinandosi - Da dove veniamo?
- Niente di tutto questo! Noi tre ci completiamo a vicenda coi ricordi. Ci siamo persi nei flashback e solo insieme siamo potuti uscire - rispose Maria.
- Non capisco cosa volete dire - affermò Isabel.
- La nostra amicizia! Bisogna essere veramente legati l’uno con l’altro. Quando succederà sarete pronti per scoprire. Fino ad allora, fino a che voi quattro non vi sentirete legati come fratello e sorella, oppure come amici non lo sarete - disse Alex.

Scritta da Monny


Torna all'indice delle Fanfiction

Torna a Roswell.it