RIASSUNTO:
Per aiutare i loro amati alieni a salvare le sorti di Antar, Liz, Alex, Maria e
Kyle si sottopongono ad un rito che farà loro perdere la memoria. Un
incredibile segreto riguardo le coppie reali viene svelato. Gli alieni partono
per Antar e quando tornano…
DATA DI CREAZIONE: dal 23 al 27 febbraio 2003
ADATTO A: tutti
DISCLAIMER: tutti i diritti dei personaggi del
racconto appartengono alla WB e alla UPN, tranne per i personaggi di Antares,
Prometea, Svevio, Ancestea (anche se solo nominati) e il generale Parotocle,
che sono di invenzione dell’autrice. Il racconto è di proprietà del sito
Roswell.it.
La mia e-mail è
rapiro84@libero.it
NOTA: mi raccomando, scrivetemi tutte le e-mail
che volete per farmi sapere cosa pensate delle mie storie, sarò molto felice di
rispondervi.
- Liz, sono Max! possibile che non
ti ricordi di me? – le chiese disperato Max.
- Non ti ho mai visto prima. Si può sapere cosa vuoi? – disse Liz spazientita.
- Michael, non ci credo! Non ci voglio credere! – disse Max rivolto all’amico,
che era disperato quanto lui.
- Nemmeno io. Guarda come è ridotta Maria! –
- Alex e Kyle sono nelle stesse condizioni di Liz e Maria. River Dog aveva
ragione, è successo proprio quello che ha detto. Perché sono state così stupidi
da accettare! – esclamò Isabel guardando con occhi lucidi Alex che imitava una
scimmia.
- Rivoglio la mia Liz! – esclamò Max. Poi, rivolto a Liz: - Liz, ti prego,
ascoltami, noi due stiamo insieme, noi due ci amiamo! Ti devi ricordare di me,
di noi… concentrati –
- E smettila di rompermi le scatole! Tu il mio ragazzo? Ma ti sei visto? Sembri
Dumbo!! Non mi sarei mai messa con uno come te, sei noioso! Sparisci – disse
Liz ridacchiando.
- Maria, ti ricordi di me? Sono Michael! – disse quest’ultimo avvicinandosi a
Maria.
- No, mi dispiace, non mi ricordo di te, dovrei? – rispose Maria timidamente,
non riuscendo nemmeno a guardare in faccia Michael.
- Sì, noi due siamo fidanzati. Ci amiamo – continuò il ragazzo.
- Mi dispiace, non ricordo nulla – rispose Maria iniziando a piangere e
correndo via.
- Questo è un incubo! – urlò Michael.
- Guarda Alex, hai visto cosa sta facendo? – chiese Tess rivolta a Isabel.
- Sì, non si è mai comportato così. River Dog ce l’aveva detto che il loro
comportamento sarebbe cambiato, ma non credevo fino a questo punto –
- Già. Anche Kyle però non è da meno agli altri: sta lì, zitto, non ci guarda
neanche. Lui è sempre stato molto socievole, un leader nella scuola – continuò
Tess.
- Questa volta li abbiamo persi per sempre – disse Isabel piangendo.
Con quelle terribili parole Liz, Maria, Alex e Kyle si svegliarono di
soprassalto. Era stato per tutti un incubo terribile, che li aveva spossati
senza far loro più chiudere occhio per il resto della notte.
La mattina dopo i quattro ragazzi erano stravolti per la notte passata in
bianco a ripensare al significato di quel bruttissimo sogno. Camminavano verso
la scuola a testa china cercando di tenere gli occhi aperti nonostante il
sonno.
- Ciao, Liz – la salutò andandole incontro Max.
Liz si irrigidì rivedendo le scene della notte precedente e, dopo un attimo di
esitazione, rispose sforzandosi di sorridere: - Ciao, Max –
Dietro di lui c’erano tutti gli altri: Liz si accorse subito che Maria, Kyle e
Alex erano nelle sue stesse pietose condizioni e guardavano i loro amici alieni
con espressione mista di scusa e di paura. Gli otto amici entrarono a scuola e
si recarono nelle rispettive classi.
All’ora di pranzo Liz portò Maria, Alex e Kyle nella stanza dei cancellini e
chiese loro spiegazioni.
- Vi ho visti stamattina, avete una faccia assurda… come la mia. È successo
qualcosa stanotte? – chiese.
- Ho fatto un sogno bruttissimo – disse Maria con un tremito.
- Anch’io – risposero all’unisono Kyle e Alex.
- Ho un brutto presentimento… raccontatemi il sogno – disse Liz.
Maria prese la parola e al termine del racconto disse: - Vi prego, ditemi che
il vostro sogno era diverso! –
- Purtroppo non è così – risposero i tre amici in coro, facendo così avverare i
peggiori presagi di Maria.
- Cosa può significare? – chiese Kyle.
- Non ne ho idea, ma di sicuro non è un buon segno. Ho paura che sia stato un
sogno premonitore – azzardò Liz.
- Sogno premonitore? Ciò significa che perderemo la memoria e ci comporteremo
come degli stupidi? Ma perché? – esclamò Maria iniziando a piangere.
- Non lo so. Forse dovremmo parlarne con gli altri, oppure andare da River Dog
– suggerì Alex.
- River Dog, è vero! Chissà cosa c’entra? – chiese Maria.
- Non lo so, ma lo scopriremo, comunque per ora vediamo cosa fanno gli altri –
concluse Liz.
I ragazzi tornarono alla mensa della scuola e si sedettero con gli amici
alieni.
- Dove eravate finiti? – chiese Max.
- Io e Maria dovevamo vedere una cosa nell’aula di scienze – mentì Liz.
- Io ero in palestra – disse Kyle.
- E io stavo cercando l’insegnante di musica, ma di lui neanche l’ombra –
rincarò la dose Alex.
- Ah, ok – i quattro alieni credettero alle parole degli amici e non fecero
commenti.
I giorni trascorrevano serenamente, ma i quattro terrestri protagonisti dello
strano sogno avevano cambiato atteggiamento: erano sempre pensierosi, si erano
chiusi in loro stessi e cercavano disperatamente di capire se quello che
avevano visto era un semplice e innocuo incubo oppure un sogno premonitore. Max
si accorse del comportamento bizzarro di Liz, e le chiese spiegazioni.
- Liz, c’è qualcosa che non va? –
- No, perché? – rispose questa facendo finta di essere stupita dalla domanda.
- Perché ultimamente sei strana… non so, è come se qualcosa ti preoccupasse –
- N-no, non c’è niente –
- Ne sei sicura? Lo sai che non sei brava a mentire –
- Lo so… il fatto è che… ho fatto un brutto sogno… -
- Continua, ti ascolto –
- Non solo io, l’hanno fatto anche Maria, Alex e Kyle… -
- Che cosa? E aspetti solo ora a dirmelo? –
- Lo so, scusami, è che avevamo paura –
- Paura di cosa? –
- Del suo significato… - disse Liz con aria grave.
- Raccontami –
Liz prese a raccontare il suo sogno, tentando di non tralasciare nemmeno il
minimo particolare.
- Pazzesco! – fu la risposta di Max.
- Già. Io non ti avrei mai detto quelle brutte cose, e poi cosa centra River
Dog? –
- Non ne ho idea, ma dobbiamo scoprirlo. Il vostro sogno ha tutta l’aria di
essere una specie di visione di qualcosa che accadrà nel futuro –
- Ti prego, non dirmi così! Io non voglio perderti, non voglio dimenticarti –
disse Liz tra le lacrime.
- Nemmeno io lo voglio, amore mio – Max la rassicurò dandole un lungo e tenero
bacio.
Il giorno dopo Max decise di parlare con gli altri alieni e tutti e otto si
riunirono a casa di Michael.
- Allora Max, cos’è tutto questo mistero? – chiese Michael impaziente di sapere
cosa di tanto urgente dovesse dirgli l’amico.
- Siamo qui perché è successa una cosa strana… - cominciò Max.
- Io, Maria, Alex e Kyle abbiamo fatto lo stesso sogno la stessa notte – prese
la parola Liz, dopo aver giusto interpretato l’occhiata d’intesa tiratale da
Max.
- E allora? – chiese Tess.
- Non vi pare un po’ strano? – domandò Maria sgranando gli occhi.
- Effettivamente… sì – rispose Isabel facendosi pensierosa.
- Bene, perché non ce lo raccontate? – propose Michael.
- Ok… - Alex raccontò per filo e per segno il racconto fatto qualche sera
prima. Dopo qualche minuto terminò: - … e questo è tutto –
- Caspita! Ma è terribile! – esclamò Isabel
- Infatti – dissero in coro gli altri tre alieni.
- Cosa facciamo? – chiese Kyle.
- Non ne ho la minima idea. Non possiamo semplicemente andare da River Dog e
dirgli che voi quattro avete fatto lo stesso sogno – disse Tess.
- Infatti, mi sembra stupido. Ci riderebbe in faccia – disse Michael
spremendosi le meningi in cerca di una soluzione.
- Ci deve essere stato un evento scatenante – disse Max
- Sì, ma quale… - fu la risposta di Kyle.
- E se fosse veramente un sogno premonitore e noi non prendiamo in tempo le
dovute precauzioni? – chiese Isabel rabbrividendo.
- Allora sì che sarebbero guai! La nostra amicizia finirebbe, il gruppo si
scioglierebbe… umani da una parte e alieni dall’altra… sarebbe orribile – disse
Max.
- E oltretutto noi alieni nel sogno ricordavamo chi erano loro, quindi per noi
sarebbe ancora più orribile – aggiunse Isabel.
- Io ho una paura assurda! Ragazzi, facciamo qualcosa! – esclamò Maria con le
lacrime agli occhi.
- Non ti preoccupare, troveremo una soluzione – le disse Michael
abbracciandola.
- Lo spero proprio – rispose Maria appoggiando la testa contro il suo petto.
- Io propongo di aspettare ancora qualche giorno e se non avremo nessun segnale
vorrà dire che si trattava di un incubo collettivo, altrimenti andremo da River
Dog – propose Max prendendo in mano la situazione da vero leader.
- Credo che sia l’unica cosa che possiamo fare – rispose Tess.
La serata si concluse dopo qualche minuto e tutti tornarono alle proprie
abitazioni.
Quella notte però non fu piacevole per i quattro alieni, perché fecero un sogno
molto strano: si trovavano nel deserto, all’uscita della grotta con il
granilith, e con loro c’erano anche i quattro terrestri, i quali non
ricordavano più nulla di loro alieni.
- Sono stati degli incoscienti, sapevano a cosa andavano incontro – disse Max
indicando Liz, Maria, Alex e Kyle.
- Già, ma l’hanno fatto per noi – rispose Isabel piangendo.
- Ora siamo proprio degli alieni, cosa ci facciamo qui? – disse Tess.
- Ma come puoi dire una cosa simile!? – le urlò in faccia Michael. – Il tuo
ragazzo non è più lui e tu pensi solo a tornare sul nostro pianeta! –
- Io amo Kyle, ma non posso vederlo così, mi fa troppo male! – urlò a sua volta
Tess piangendo come una fontana.
- Fa male a tutti noi, ma dobbiamo accettare la realtà e conviverci – disse
Max.
- Non è detto, possiamo anche andarcene sul nostro pianeta e porre fine una
volta per tutta alla guerra in corso. In fin dei conti è per quello che gli
altri si sono sacrificati, no? – disse Isabel.
- Isabel! Da te non me lo sarei mai aspettato – esclamò Michael.
- Lo faccio perché mi fa troppo male vedere Alex così e perché ho bisogno di
credere che una volta adempiuti ai nostri doveri tutto tornerà come prima –
- Stai dicendo che forse se andiamo su Antar, vinciamo e poi torniamo, quella
specie di incantesimo finirà e tutto tornerà come prima? – le chiese Michael
speranzoso.
- Spero con tutta me stessa che sia così –
- Forse ha ragione Isabel… in fin dei conti tentar non nuoce – disse Tess.
- Proviamoci – fu la risposta di Max.
I quattro alieni si svegliarono di soprassalto madidi di sudore. Isabel corse
in camera di Max e gli gettò le braccia al collo iniziando a piangere. Max la
abbracciò forte forte e prese a singhiozzare.
- Max… cos’era? – chiese Isabel tra le lacrime.
- Non voglio andarmene –
- Max, non era un semplice sogno! Ho paura –
- Anch’io… tanta –
- Contatto Michael e Tess e li faccio venire qui, dobbiamo decidere qualcosa –
- No, ci penseremo domani mattina, ora è tardi e dobbiamo chiamare anche gli
altri. Is, vuoi dormire qui con me? –
- Sì, Max –
I due fratelli si coricarono, si abbracciarono e, facendosi coraggio, si
addormentarono, anche se il loro sonno era disturbato dal ricordo delle
tremende immagini viste poco prima.
La mattina seguente i ragazzi si incontrarono davanti alla scuola e, dopo
essersi salutati, ognuno andò nella propria classe senza badare che si
comportava come un automa, spinto dalla forza della paura. Nessuno aveva il
coraggio di chiedere o dire qualcosa a proposito dei sogni e nessuno voleva
condividere le proprie paure.
Al termine delle lezioni però Max chiamò a raccolta tutto il gruppo e insieme
si diressero al Crashdown, che era chiuso per riposo settimanale.
- Stanotte io, Michael, Isabel e Tess abbiamo fatto lo stesso sogno… - disse
Max.
I quattro terrestri sgranarono gli occhi e Liz e Maria iniziarono a piangere.
Dopo una breve pausa in cui regnò un silenzio carico di tensione, Isabel prese
a raccontare il sogno, e al termine della sua spiegazione Liz prese a
singhiozzare e Maria mandò giù un intero flaconcino di gocce al pino di sua
madre. Alex e Kyle sbiancarono, e dopo qualche secondo Alex riprese il
controllo di sé e disse: - Avete intenzione di tornare su Antar? –
- Certo che no! – rispose Isabel.
- Ma il sogno parla chiaro – rincarò la dose Kyle.
- Lo sappiamo, ed è per questo che dobbiamo indagare, scoprire di cosa si
tratta – disse Max.
- Ma come? –
- Andremo nella grotta del granilith. Stasera – rispose Michael.
Liz abbracciò Max fortissimo, quasi da fargli male, ma il ragazzo non fiatò
perché temeva che fosse una delle ultime volte che la sua Liz poteva tenerlo
tra le braccia. Calde e silenziose lacrime iniziarono a rigargli il viso. Liz
se ne accorse, gliele asciugò con il pollice e gli diede un bacio, un bacio in
cui gli trasmise tutto il suo amore e tutta la sua paura.
Quella sera il gruppo si recò alla grotta contenente il granilith e lì fece
un’incredibile scoperta. Appena entrati videro il granilith illuminato: emanava
una forte luce azzurra. Max si avvicinò per scoprire cosa potesse farlo
brillare a quel modo e, appena lo sfiorò apparve l’ologramma della madre di Max
e Isabel.
- Mamma! – esclamò Isabel.
- Ciao ragazzi, spero che vada tutto bene – disse la donna sorridendo. I
ragazzi annuirono.
- So il motivo per cui siete qui e vi devo dare alcune notizie, che non credo
siano molto piacevoli per voi… -
- Di che si tratta? – chiese Max inquieto.
- Spero di non essere troppo brusca nel dirvele, ma non ho scelta. La prima
notizia è che io non sono la madre di Max e Isabel… -
- Cooosa!!! – esclamarono tutti.
- … o meglio, sono la madre di Max e di… Michael – aggiunse la donna.
- Non ci credo – urlò Isabel scoppiando a piangere.
- È la pura verità. La donna che vi ha parlato la volta scorsa non ero io, era
un mutaforma che ha preso le mie sembianze per farvi formare le coppie
sbagliate, in modo che la profezia non si sarebbe potuta avverare perché
sareste tornati su Antar pensando di essere altre persone, avendo ricordi di
altre persone, e non avreste adempiuto al meglio ai vostri compiti… - spiegò la
donna.
- Come hanno potuto fare una cosa simile! – esclamò Michael tirando un pugno
contro una parete della grotta.
- Ci sono altre cose che vi devo dire, riguardo alle coppie. Le vere coppie
sono Zan e Vilandra e Rath e Ava, cioè Max e Isabel, Michael e Tess –
- Questa è proprio bella!! Max è mio fratello! Io vivo con lui, noi due siamo
fratelli non marito e moglie – urlò Isabel fuori di sé.
- So che qui sulla Terra è come se foste tutti e quattro fratelli, ma nel
vostro mondo non è così. So anche che voi non siete più i quattro alieni
originari, ma la maggior parte del vostro corpo è aliena, non scordatelo mai, e
le vostre vite sono strettamente legate alle vostre passate, questo è
indiscutibile –
- E chi ci dice che non sia tu il mutaforma? – chiese Tess.
- Questo… - così dicendo si scoprì il braccio destro e fece vedere ai ragazzi
tre nei a forma di V, simbolo del loro pianeta –
- Il cartiglio reale – disse Max.
- Esatto. Solo i veri reali di Antar hanno questi nei, come voi quattro del
resto –
- Sono qui anche per un altro motivo: come ben sapete voi otto avete fatto
strani sogni in questi giorni… sono stata io a mandarveli perché dovevate
scoprire la verità. Non posso dirvi di più, se non di andare da River Dog e
farvi spiegare il resto. Lui ha parlato direttamente con me e vi dirà tutto ciò
che volete sapere. Il mio tempo è scaduto, ora devo andare. Mi dispiace tanto
Isabel. Addio – così dicendo scomparve, non dando nemmeno il tempo ai quattro
alieni di salutarla o porle altre domande.
Gli otto ragazzi rimasero interdetti dalla sconvolgente conversazione avuta
poco prima: Isabel continuava a piangere e a ripetere: - Non può essere vero! -
, gli altri alieni erano ammutoliti, mentre i terrestri erano sbiancati e non
osavano proferir parola per non scatenare l’ira di qualcuno degli alieni.
Senza parlare, senza guardarsi negli occhi, tutti uscirono dalla caverna e si
diressero alla riserva indiana, dove ebbero un colloquio con River Dog.
- Benvenuti – li accolse l’indiano.
- Salve – risposero i ragazzi.
- So perché siete qui, e risponderò ad ogni vostra domanda – continuò l’uomo.
- Dimmi che non è vero! Dimmi che sono la sorella di Max – lo supplicò Isabel.
- È venuta una donna qui, una donna del vostro mondo, la vostra regina e mi ha
detto la verità su di voi: mi spiace molto Isabel, ma lei ha detto la verità:
tu sei la moglie di Zan, non sua sorella – confermò River Dog.
- Ma come faccio a vederlo come un marito? –
- Nello stesso modo in cui lui ti dovrà vedere come una moglie – rispose
enigmatico l’indiano.
- Io non sono mai andato d’accordo con Tess, e ora scopro che è mia moglie –
disse Michael irritato.
- Già, nemmeno a me Michael è mai andato molto a genio – confermò Tess.
- Che vi amiate o meno questa è la verità. Voi ora siete sulla Terra, ma presto
dovrete tornare su Antar perché la guerra sta infuriando e Kivar si sta
impossessando del pianeta, e voi non potete permetterlo. Inoltre Kivar è
penetrato nella stanza segreta del palazzo reale e, leggendo un’antica
iscrizione, ha dato vita a una maledizione che distruggerà il vostro mondo in
pochi istanti se le coppie non saranno riformate e non andrete su Antar a
rileggere quella profezia – spiegò River Dog.
- Che cosa? Una profezia? – chiese Tess.
- Già. Voi dovete tornare su Antar per assolvere a due compiti: porre fine alla
guerra e alla maledizione, ma per fare questo avete bisogno dei quattro
terrestri – disse indicando Alex, Liz, Maria e Kyle.
- E loro cosa centrano con noi? – chiese Max.
- Quando siete morti su Antar i vostri spiriti vi hanno abbandonato e hanno
preso posto in alcuni esseri umani, gli esseri umani che sarebbero stati al
vostro fianco una volta qui sulla Terra. Le vostre anime si sono fuse con
quelle dei terrestri e hanno modificato il loro carattere, rendendole le
persone che sono ora. In ogni essere umano rivive lo spirito del vostro
compagno di Antar –
- Non capisco… - disse Michael.
- Ora vi spiego bene: nel corpo di Liz rivive lo spirito di Vilandra, perché
Vilandra è la sposa di Zan; in quello di Maria rivive Ava; in quello di Alex
rivive Zan e in quello di Kyle rivive Rath. –
- O porca… - esclamò Kyle
- Ma questo non spiega perché abbiamo bisogno di loro – continuò Isabel.
- Ci sto arrivando: per andare su Antar e poter leggere la profezia voi dovete
ritornare gli alieni che c’erano prima di voi e dovete unire la vostra anima
con la parte mancante che rivive nei terrestri. Attraverso un rito questo è
possibile –
- Ma questa è fantascienza! – esclamò questa volta Maria.
- No, purtroppo è la realtà. Le vite dell’intero pianeta di Antar sono nelle
vostre mani – disse rivolto ai terrestri.
- Noi faremo di tutto per loro – rispose Liz.
- Vi devo avvertire che il vostro comportamento cambierà, non so se di molto o
di poco, dipende da quanto le loro anime abbiano influenzato la vostra vita.
Potreste anche diventare persone completamente diverse – continuò l’indiano.
- In che senso? – chiese Alex.
- Vilandra era buona, una ragazza decisa, intelligente, proprio come è Liz ora
e togliendo questa parte, potrebbe diventare meno buona e meno decisa di quanto
lo sia ora. Zan, nonostante fosse il re, era umile, gentile, intelligente,
proprio come Alex. Rath era combattivo, forte, determinato, ma fondamentalmente
buono, come è Kyle; e Ava era intraprendente, esagitata, una ragazza che non si
tirava mai indietro, spigliata, proprio come è Maria. Voi potreste diventare
l’esatto opposto di quello che siete ora e la vostra vita cambierebbe
drasticamente, le vostre decisioni non saranno le stesse, le vostre amicizie
saranno viste sotto una diversa luce, l’intera vita sarà vissuta da una persona
diversa da quella che conoscete oggi. Ecco perché vi prego di pensarci bene
prima di prendere una decisione –
- Forse sto sognando – disse Maria sottovoce rivolta a Liz.
- Parlaci dei quattro reali, quali erano i loro compiti? – chiese Max.
- Zan è il re perché nato qualche tempo prima di Rath; la sua sposa Vilandra è
ovviamente la regina, la spalla di Zan; Rath è il principe, il braccio destro
di Zan, colui che l’ha sempre aiutato, protetto e consigliato; mentre Ava, in
quanto moglie di Rath, è la principessa e consigliera del pianeta, colei che
aiuta Zan a prendere le decisioni più difficili di politica, esperta in
comunicazioni planetarie e in strategie commerciali. Siete tutti e quattro
indispensabili per la sopravvivenza del pianeta, soprattutto dopo la storia
della profezia – rispose River Dog.
- Visto che non sono la sorella di Max, potrei sapere chi sono i miei genitori?
– chiese Isabel.
- Anche io, se non chiedo troppo – chiese anche Tess.
- I genitori di entrambe appartengono alla nobiltà di Antar, altrimenti non
avreste potuto sposarvi con i figli dei reali. I genitori di Isabel erano
conti, il conte Antares e la contessa Prometea; mentre quelli di Tess erano
duchi, il duca Svevio e la duchessa Ancestea. –
- Caspita che nomi! – esclamò Kyle.
- Abbiamo sorelle? – chiese ancora Isabel.
- No, siete entrambe figlie uniche –
- E i nostri genitori sono ancora vivi? – fu la volta di Tess.
- Purtroppo anche i vostri genitori sono morti per salvare Antar, come lo sono
i genitori di Max e Michael e come lo siete tutti voi –
- Capisco – disse Isabel a bassa voce, sconfortata.
- Non capisco però il motivo per cui le nostre anime hanno preso posto in
terrestri, non potevano congiungerci con noi una volta usciti dal guscio? –
chiese Max.
- Me l’aspettavo una domanda simile. È successo per tre motivi: il primo perché
le anime non possono vagare per il mondo in cerca del proprio corpo; in secondo
luogo, nel momento in cui voi foste tornati dei veri alieni, sopprimendo per
così dire la vostra parte umana, vi sarebbe risultato impossibile vivere qui
sulla Terra a stretto contatto con terrestri. Avendo tutti i ricordi di Antar
non avreste fatto altro che cercare un modo per tornare sul vostro pianeta e
spedirvi qui sarebbe risultato inutile; infine, per poter vivere qui è stato
necessario “spedire” le vostre anime nei terrestri che avreste amato, in modo
da avere tramite loro un contatto con Antar, e per darvi la possibilità, a
compito svolto, di scegliere se restare su Antar o tornare sulla Terra –
- Quindi possiamo scegliere? –
- Certo. Voi dovete andare su Antar per rimettere le cose a posto, ma una volta
che tutto sarà tornato alla normalità, se ritenete che sia giusto tornare sulla
Terra, niente ve lo potrà impedire. –
- Almeno una notizia positiva in tutta la serata c’è stata! – disse Michael,
privo però di ogni felicità.
- Ora vi consiglio di tornare a casa e pensarci bene. Qualunque cosa decidiate
avrete il mio appoggio, io non posso obbligarvi a fare niente, sappiate solo
che ne va dell’intero pianeta. La guerra contro Kivar è quasi finita, quindi
anche senza il vostro aiuto molto probabilmente la resistenza ce la farà e
tornerà la pace, ma la profezia è la cosa che più spaventa gli antariani perché
è imbattibile, solo voi potete fermarla. – concluse River Dog congedandoli.
- Un’ultima cosa: come facciamo a sapere quale rituale fare? – chiese Alex.
- Troverete un libricino nella grotta del granilith. Sarà tutto scritto -
- Ci penseremo. Grazie di tutto – salutò Max.
- Arrivederci – dissero i ragazzi.
Quella sera ne avevano sentite proprio di tutti i colori e non sapevano più ciò
che era vero e ciò che era falso.
Isabel stava peggio di tutti perché venire a sapere che colui che ha da sempre
ritenuto un fratello, in realtà era suo marito, le aveva fatto perdere ogni
dogma in cui credeva. Non ci si può sposare tra fratello e sorella! Viveva con
Max, dormiva nella camera di fronte alla sua, alla notte quando si sentiva sola
o aveva qualche problema andava a dormire nel letto con lui, sempre credendo di
parlare con suo fratello, col suo vero fratello; invece da quella sera in poi
sapeva che non sarebbe più riuscita ad andare da lui in caso di necessità, ma
che si sarebbe rivolta a Michael o Tess, perché parlare con Max la metteva in
un tremendo imbarazzo. Sapeva di non provare nulla per Max che non fosse un
vero e sano amore fraterno, ma ora niente era più certo, niente era quello che
sembrava, e aveva paura di commettere qualche errore, di vederlo come suo
marito e non più come suo fratello e perciò di innamorarsi di lui. Lo stesso le
era successo con Michael, quando era venuta a sapere dalla finta madre che
sarebbe stato il suo sposo. Per Isabel anche Michael era un fratello, ma un
fratello speciale, perché non viveva con lui, perciò lo vedeva come un
fratellastro, qualcuno perciò di cui potersi innamorare, ed era stato più
facile parlare con lui, chiarire la situazione e capire che amava Alex. Sì, lei
amava Alex, ma l’amore per la sua patria, per il suo pianeta poteva giocarle
brutti scherzi, perciò era più confusa che mai e aveva paura a stare sola con
Max. Si sentiva male dalla confusione che regnava nella sua testa e sapeva che
una buona dormita purtroppo non l’avrebbe fatta sentire meglio.
Anche per gli altri alieni fu un duro colpo. Michael era sempre stato il
ragazzo senza famiglia, alla disperata ricerca di una figura che lo legasse ad
Antar ma, a parte Isabel, Micheal e Tess, non c’era nessuno che potesse
soddisfare la sua sete di verità. Ora invece aveva scoperto di essere
addirittura il fratello di Max, il figlio del re e della regina di Antar. Si
sentiva in colpa con Isabel, ma anche con Max; e poi non sopportava l’idea di
essere stato il marito di Tess, che non sopportava poi molto, anche se aveva
imparato ad accettarla. Sarebbe stato un bel guaio fare gli sposini su Antar,
quando il suo pensiero sarebbe stato rivolto solamente a Maria, la sua Maria.
Che dire di Max: Max era sempre il re, il leader, colui che avrebbe dovuto
prendere le decisioni importanti, che avrebbe dovuto guidare i suoi sudditi
alla vittoria e che avrebbe dovuto dar vita alla profezia. Non poteva ignorare
che il potere che racchiude la profezia si sarebbe reso conto delle reali
affinità tra i reali e aveva paura che se non avessero provato ad amarsi come
coppia e non come fratelli, non avrebbero mai potuto salvare il loro pianeta.
Quello a cui pensava era terribile, soprattutto nei confronti di Liz, che amava
più di ogni altra cosa al mondo e che non avrebbe mai lasciato, ma purtroppo
era giunto il momento di farlo per un bene più grande, per l’intera vita di un
pianeta, del suo pianeta.
Tess aveva sempre avuto un debole per Max, che si era tradotto invece in una
storia con Kyle, storia che oltretutto procedeva a gonfie vele e dove non
mancava di certo l’amore. Sarebbe stato più facile per lei se al posto di
Michael ci fosse stato Max, invece il destino ha voluto così; si sarebbe dovuta
sacrificare, avrebbe dovuto lasciare, almeno temporaneamente, il suo Kyle per
stare con Michael, la persona che meno la interessava tra i suoi amici, quasi
quasi avrebbe preferito Alex. Comunque c’era sempre da tenere a mente che ora
non avevano tutta la loro anima, ma solo una parte, e che quindi era probabile
che riacquistando completamente la memoria, i sentimenti sarebbero giunti da
soli, e sarebbero riusciti a dimenticare i terrestri senza nemmeno rendersene
conto. In cuor loro i quattro alieni speravano proprio questo, così una volta
che tutto fosse finito sarebbero potuti tornare sulla Terra e, con qualche
miracolo qua e là, ripristinare le coppie di prima.
I terrestri non sapevano più a cosa pensare: non li sconvolgeva tanto il fatto
che le coppie fossero cambiate, se non per il dispiacere che provavano nei
confronti dei loro amici per aver scoperto tutto in una sola volta; quello che
li faceva star male era il fatto di poter cambiare completamente il proprio
carattere diventando l’esatto opposto di com’erano ora. Si stava avverando
quello che avevano visto nel sogno, e non era certo una cosa piacevole, per
nessuno.
Il giorno dopo, nel pomeriggio, i ragazzi si ritrovarono al Crashdown e
discussero sul da farsi.
- Avete deciso qualcosa? – cominciò Maria.
- Non proprio. Siamo confusi – rispose Max.
- Io sono con voi, qualunque cosa decidiate di fare – rispose Liz guardando
Max.
- Anch’io – si unì Alex.
- Non so proprio cosa faremo senza di voi – rispose Isabel sorridendo al suo
Alex.
- E chi lo sa? – rispose Kyle.
- Non siamo noi a doverlo decidere, ma voi – disse Michael.
- Cosa vuoi dire? – chiese Maria.
- Siete voi che ci dovete donare una parte di voi, quindi sta a voi decidere se
volete farlo –
- È vero, ma noi dobbiamo sapere se voi volete tornare su Antar o meno –
rispose Alex.
- È questo il problema: siamo indecisi. Certo, da una parte salvare il nostro
pianeta è lo scopo della nostra vita, ma dall’altra ci siete voi, bene molto
prezioso per noi, forse ancora più di Antar – rispose Max guardando Liz.
- Avete sentito cos’ha detto River Dog: se non lo fate il vostro pianeta
scomparirà. Certo, non ci sarebbe più nemmeno Kivar, e nemmeno una guerra, ma
non ci sarebbe nemmeno più Antar, e voi sareste per sempre dei semplici
terrestri, probabilmente anche senza i vostri poteri – disse Alex.
- Ai poteri non ci avevo pensato. Però il lato positivo sarebbe che l’FBI non
ci darebbe più la caccia, o comunque se ci prenderebbero scoprirebbero che
siamo dei semplici umani – rispose Tess.
- La fai troppo facile, quelli non scherzano – disse Kyle che, con suo padre,
si era fatto una cultura su ogni forma di autorità militare.
- Dobbiamo rischiare la vita, i nostri affetti sulla Terra, per gente che non
conosciamo nemmeno? – chiese, ovviamente non convinta, Isabel.
- Isabel! Noi siamo pur sempre i reggenti di Antar, non possiamo tirarci
indietro. Noi siamo stati mandati qui apposta, salvare Antar è il motivo per
cui siamo qui, per cui abbiamo incontrato loro, non puoi negare l’evidenza –
rispose Max un po’ alterato.
- Lo so, ma è più forte di me. Non posso non pensare al fatto che vivo qui da
18 anni, che ho degli amici, un ragazzo, che ho dei progetti e soprattutto non
riesco a pensare al fatto che su Antar dovremo essere marito e moglie – spiegò
Isabel.
- Credo che dovremmo fare di più che apparire marito e mogli, dovremmo esserlo
veramente – spiegò Max.
- Cioè? – chiesero in coro Isabel e Liz.
- Cioè, la profezia è stata fatta da persone molto potenti, probabilmente
vissute all’inizio dell’universo, i quali avevano poteri inimmaginabili. Se
siamo noi a doverla leggere perché tutto finisca, e se dobbiamo farlo in veste
non solo di reggenti, ma di coppie come lo furono originariamente, significa
che la profezia è investita di una specie di potere in grado di riconoscere i
nostri sentimenti. Capisci? – spiegò Max.
- A dire il vero non molto –
- Sta dicendo che dobbiamo imparare ad amarci, o quanto meno a volerci bene non
più come se fossimo quattro fratelli, ma come se fossimo due coppie – spiegò
Tess.
- Esatto – confermò Max.
- Che cosa? – esclamò Michael.
- Pensateci bene, altrimenti perché River Dog avrebbe insistito sul fatto che
le coppie devono essere ripristinate per far avverare la profezia? Con i nostri
sudditi possiamo anche fare finta, magari ogni tanto ci scambiamo un bacino e
finisce lì, loro non se ne curano nemmeno, ma la profezia è qualcosa di magico,
qualcosa che va ben oltre la ragione, qualcosa che capisce e riconosce chi ha
di fronte. – continuò Max.
- Max ha ragione. Di certo non sono contenta di dover stare con Michael, ma
dovremo farlo, se vogliamo tornare su Antar, per il bene del nostro popolo
dovremo imparare a non sentirci più tutti fratelli, perché non lo siamo –
concluse Tess.
- E noi? – chiese Maria.
- Qui viene il brutto, il più brutto dei brutti: immagino che non potremo più
stare insieme dopo lo scambio di anime – disse Max.
I quattro terrestri sbiancarono, e lo stesso fecero Isabel e Michael.
- Stai scherzando, vero? – chiese Michael.
- Affatto – rispose Max con la voce spezzata dal dolore.
- Ma possiamo rimanere amici? – chiese Alex, il primo a rassegnarsi.
- Certo, questo è indiscutibile. Però vi ricordo che nel sogno voi non
ricordavate più nulla di noi, quindi immagino che per voi sarà semplice, è per
noi che sarà dura – rispose Tess.
- Anche questo è vero – rispose Kyle.
- Allora, a quanto sento avete deciso? – chiese Maria.
- Sì. Partiamo – rispose Max.
- Ok. Quando faremo lo scambio? – chiese Liz.
- Stasera – rispose Tess.
- Allora ci vediamo stasera alla grotta. –
Detto questo Liz salì in camera sua e Maria la seguì. Max fece per alzarsi ma
Michael lo fermò: - Max, non cambierebbe niente. –
Liz e Maria si sedettero sul letto, si abbracciarono ed iniziarono a piangere a
dirotto. Le rivelazioni di poco prima erano state un fulmine a ciel sereno, non
avevano previsto questa eventualità. E se non avessero perso la memoria?
Avrebbero sofferto per tutta la vita, dato che non avrebbero mai dimenticato i
loro amati alieni. Com’era crudele la vita, quanta sofferenza recava ogni
giorno a questi poveri otto ragazzi. In fondo loro non avevano fatto nulla
male, tranne forse innamorarsi delle persone sbagliate al momento sbagliato, ma
l’amore non bada a queste cose; quando c’è è impossibile arrestarlo.
Quella sera si recarono nuovamente alla grotta contenente il granilith.
Entrarono e vi trovarono un libricino che conteneva il rituale da fare per il
passaggio dell’anima da un corpo all’altro. Prima di iniziare con il rituale,
lessero il libro e salutarono, forse per l’ultima volta i terrestri.
- Liz, so che probabilmente ti farò ancora più male, ma sappi che ti amo e ti
amerò per sempre, anche se dovrò far finta di essere chi non sono – le disse
Max abbracciandola.
- Ti amerò per sempre anch’io, anche se non ricorderò più nulla di te. Il mio
cuore sarà sempre con te – disse Liz baciando per l’ultima volta Max.
- Maria, non sono mai stato bravo a dire queste cose, ma… ti amo, ti amo con
tutto il cuore. Odio dover fare coppia con Tess, ma è il mio destino, almeno
per qualche tempo. Spero di ritrovarti quanto tornerò qui da te – le disse
Michael.
- Certo che mi troverai. Ti aspetterò per tutta la vita, anche se non ti
ricorderò più. Non credo che potrò mai innamorarmi di un’altra persona. – detto
questo i due si baciarono.
- Be’, noi due stiamo insieme da poco, ma mi hai dato più di ogni altra persona
su questa terra. Io ho sempre vissuto solo con Nasedo, che mi ha inculcato che
il mio posto era accanto a Max, e invece vengo a sapere che è accanto a
Michael. Già mi vengono i brividi. L’unica cosa che voglio dirti è che ti amo,
ti amo da morire e non ti dimenticherò mai. Il mio cuore apparterrà sempre a
te, perché il mio vero posto, il mio unico posto è accanto a te – disse Tess.
- Anche il mio posto è accanto a te, per tutta la vita. Anche se ti
dimenticherò, ti dimenticherà solo la mia testa, ma non il mio cuore, quello
sarà sempre accanto al tuo – le rispose Kyle baciandola.
- Che dire di noi. Non ho mai provato nulla del genere per nessun’altra
persona. Tu mi hai salvato la vita facendomi aprire il cuore, rendendomi umana,
facendomi uscire dal mio guscio. Ti devo tutto. Ti amo più di ogni altra cosa,
non scordarlo mai – disse Isabel.
- Non lo scorderò. E tu non scordare che ti amo da morire, che per te farei
qualsiasi cosa e che ti aspetterò, se non con la mente, lo farò col cuore,
amore mio – rispose Alex baciando la sua amata Isabel.
Una volta che le coppie si furono salutate, iniziarono i preparativi per il
passaggio dell’anima.
A turno i due interessati, il terrestre e l’alieno che doveva ricevere la parte
d’anima, si coricarono al centro di un cerchio formato dagli altri alieni e
terrestri. I due al centro del cerchio si presero per mano e chiusero gli
occhi, mentre tutti gli altri si presero per mano ed elevarono le mani giunte
al cielo. A terra, tra le due teste posizionarono il granilith, lo coricarono
in modo che toccasse con le estremità le tempie dei due al centro del cerchio.
Per primi andarono Max e Alex e quando tutto fu pronto, tutti sgomberarono la
mente e si concentrarono sul passaggio dell’anima. Dalla tempia di Alex partì
un raggio azzurro che passò attraverso il granilith e andò a finire nella
tempia di Max. Dopo qualche secondo il processo era terminato. Si svegliarono
entrambi e tutto sembrava esattamente come prima. Alex e Max erano gli stessi
di qualche minuto prima e pensarono che non aveva funzionato.
Poi fu la volta di Kyle e Michael; seguirono Liz e Isabel, e infine Maria e
Tess. Il procedimento di ripeté identico per tutte e quattro le volte e nessuno
sembrava aver acquistato o perso una parte di sé. Ma dopo qualche secondo,
quando tutti i terrestri ebbero terminato di donare parte della propria anima
agli alieni, svennero.
Il primo a svegliarsi fu Max, che andò a chiamare tutti gli altri. Isabel,
Michael e Tess sembravano gli stessi, solo avevano una luce diversa negli
occhi, come se fossero più maturi, più saggi, più consapevoli di ciò che li
attendeva.
Fu ben altro discorso per i terrestri, i quali, una volta svegli, erano
totalmente cambiati.
Max si precipitò subito da Liz. Quando questa aprì gli occhi lo guardò torvo: -
Chi sei? Cosa vuoi? Che ci faccio qui? –
- Liz, non ti ricordi dove siamo? Siamo nella grotta –
- Grotta? Quale grotta? –
- Ehi Liz, secondo te chi sono questi? – chiese Alex alla ragazza.
- È quello che stavo chiedendo a questo moretto – rispose Liz
- Moretto? – chiese Michael stupito dell’aggettivo usato da Liz. Non era nel
suo stile usare quei termini.
- Ahia, che mal di testa. Liz, dove siamo? – chiese Maria.
- È quello che mi chiedo anch’io – rispose Kyle.
Una volta in piedi iniziarono l’interrogatorio e le spiegazioni.
- Cominciamo dall’inizio. Io sono Max, lei è Isabel, lui è Michael e lei è Tess
– disse Max.
- Piacere – risposero i quattro ragazzi in coro.
- Non diteci i vostri nomi perché li sappiamo già – disse Michael.
- E come fate a saperli? – chiese Liz sospettosa.
- Perché vi conosciamo da due anni ed eravamo i vostri fidanzati fino a oggi –
rispose Max.
- E chi era il mio? – chiese Liz maliziosamente.
- Io – rispose Max.
- Tu?! Ma figuriamoci! Non mi sarei mai messa con te. Sembri Dumbo con quelle
orecchie! Piuttosto, il biondino è carino. Sei impegnato? – rispose Liz.
I quattro alieni sgranarono gli occhi e per poco Max non svenne.
- Liz, ti senti bene? – le chiese Isabel.
- Mai sentita meglio spilungona – rispose la ragazza con sufficienza
- Spilungona a chi? –
- Isabel, per piacere – le disse Max. – Non è più la Liz che conoscevamo, ha
perso la parte buona di te. Ora è, come dire… cattiva! –
- Ci avete rapito? Guardate che ve la faccio pagare! – esclamò Alex.
- Alex! Ti sembra che noi vi rapiamo? – gli chiese Isabel.
- E che ne so! Non vi conosco! –
- Non ricordi proprio niente? Io sono la tua ragazza! –
- Però! Bel bocconcino. Ho buoni gusti in fatti di donna, modestamente! –
rispose Alex compiaciuto.
- Oddio, sto per svenire! – esclamò Isabel.
- Sentite, io ho paura, ho freddo, siamo lontano da casa, mia madre sarà in
pensiero. Non è che potete accompagnarci a casa? – chiese Maria timidamente.
- E da quando ti preoccupi degli orari di tua madre? – le chiese Michael.
- Da sempre. Io sono una ragazza modello. A scuola tutti ottimi, non faccio mai
arrabbiare mia madre, non esco con gli sconosciuti, non bevo, non fumo –
rispose Maria.
- Porca miseria! Ma vi rendete conto? Ora Maria è la brutta copia di una
secchiona, mammona, timidona!! Aiuto! – esclamò Michael fuori di sé.
- Non ci resta che provare con Kyle, magari uno di loro non è cambiato molto –
disse Tess. Poi aggiunse: - Kyle, ti ricordi di me? –
- No, mi spiace – le rispose diventando tutto rosso.
- Perché sei diventato tutto rosso? -
- Pepeperché qqquando ssssono agittato iiinizio a babbalbettare, ssoprattutto
davanti a una bbella rragazza – disse
- Oh no! Anche questa ci voleva! – esclamò a sua volta Tess.
- Abbiamo appurato che non ricordano nulla di noi e sono completamente diversi:
ma che bellezza!!! – disse Michael sconvolto. – Rivoglio la mia Maria! –
- Maria ti prego, tu non sei così. Tu sei una ragazza tutto pepe, tu sei la mia
ragazza, io ti amo – le disse Michael sperando che lei ricordasse qualcosa.
- Mi spiace, sei molto carino, ma non mi è permesso avere un ragazzo fino a
quando non avrò finito la scuola. Le storie d’amore distraggono dallo studio e
non me lo posso permettere – rispose Maria diventando rossa. Poi aggiunse: -
Inoltre la parola amore è molto grossa e va detta a una persona che si conosce
da molto tempo, quando si dà l’anello di fidanzamento per il matrimonio –
- Andiamo bene!!! – risposero in coro gli alieni.
- Sentite bambocci, mi sono scocciata di stare qui, ce ne andiamo da qualche
parte a fare baldoria? – propose Liz.
- Liz! Tu sei sempre stata la più saggia, quella che capisce tutto al volo, ti
prego, sono Max, sono io, ti ricordi la sparatoria al Crashdown? – provò Max.
- No. Io non vado mai al Crashdown. Non ci penso nemmeno a fare la cameriera.
Io me ne vado in giro di giorno, non di certo a lavorare. È già tanto se vado a
scuola! –
- Appunto! – rispose Max sconsolato.
- Senti bambola, visto che noi due stavamo insieme, che ne dici di andare ad
appartarci da qualche parte e fare qualche porcata mentre loro continuano a
parlare? – disse Alex rivolto a Isabel.
- Alex! Ma che ti salta in mente? –
- Vuoi dire che noi due non abbiamo mai fatto sesso? –
- No, mai –
- Scusa, e allora che ci stavo a fare con te? –
- Mi amavi –
- Ah ah ah! Questa è bella! Tu devi essere impazzita! Io non esco con le
ragazze che fanno le verginelle. Mi sa proprio che con te ho perso solo tempo.
Va be’, andiamocene, è meglio. Liz, che ne dici se andiamo in disco, ho voglia
di sgranchirmi le gambe –
- Ci sto. Bye bye amici – rispose Liz andandosene con Alex.
- Non possiamo lasciarli andare via! – disse Max.
- E cosa vuoi fare? Alex è capace anche a mollarci due cazzotti – rispose
Isabel.
- Sentite, non vorrei essere inopportuna, ma credo sia meglio se qualcuno mi
riaccompagni a casa, domani mattina mi devo alzare presto e devo andare a
dormire – disse Maria.
- Certo, ti accompagniamo subito – rispose Michael.
- Pppotete dare un passssaggio anche a me? - chiese Kyle tutto rosso.
- Certo – rispose ancora Michael.
La mattina successiva, dopo aver detto ai loro genitori che sarebbero andati
per qualche tempo via per motivi di studio, Max e Isabel passarono a prendere
Tess e Michael e si diressero alla grotta per partire alla volta di Antar. Ora
erano alieni a tutti gli effetti, anche se non avevano del tutto preso
coscienza delle loro potenzialità e del loro destino. Si sentivano i ragazzi di
tutti i giorni, solo un po’ più responsabili, un po’ più consapevoli di ciò che
li attendeva. Attivarono la navicella spaziale utilizzando il granilith e in
poco tempo furono nello spazio aperto. Era bellissimo: miliardi e miliardi di
stelle, ora piccolissime, ora enormi, alcune un po’ più luminose, altre un po’
più spente, attorno a loro orbitavano asteroidi di tutte le dimensioni, e la
Terra vista dallo spazio era veramente magnifica. Una sfera non perfettamente
rotonda di colore azzurro con chiazze qua e là di marrone. Ogni colore era
presentato in ogni sua tonalità e l’atmosfera era come polvere di stelle vista
da lassù, uno spettacolo che nessuno mai vorrebbe perdere.
Il viaggio sarebbe durato tre giorni e tre notti. Prima di partire avevano
comunicato con Parotocle, il generale in comando delle forze della resistenza
di Antar, il quale fu estremamente felice di incontrare i sovrani, e li invitò
a partire il prima possibile, perché la profezia stava per avverarsi, mancava
veramente poco, forse questione di giorni. Il generale sperava solamente che i
quattro prescelti arrivassero in tempo.
Durante il viaggio parlarono molto, soprattutto le due “coppiette” non ancora
formate. Avevano molto da chiarirsi, avevano molto di cui discutere, dovevano
prendere delle serie decisioni, e ne andava del loro futuro.
I primi a parlare, sicuramente per forza di abitudine, furono Max e Isabel, i
quali trascorsero un’intera giornata chiusi in una cabina, mentre nella cabina
dei comandi restarono Michael e Tess, i quali impiegarono qualche ora in più
per decidersi finalmente a parlare e a chiarire i loro diverbi del passato.
- Max… - prese coraggio Isabel. – dobbiamo parlare. –
- Lo so. Andiamo nella mia cabina – rispose Max.
I due sedettero sul letto e confessarono tutto ciò che avevano dentro, come
quando erano bambini e si raccontavano le marachelle che combinavano all’asilo
oppure qualche impiego di potere quando non era il momento. Si guardarono per
un lungo istante, uno sguardo che parlava da sé; avrebbero potuto non usare le
parole, avrebbero potuto collegarsi mentalmente e trasferirsi i propri
pensieri, ma preferirono parlare perché avrebbero buttato fuori quello che
avevano dentro, e forse dopo si sarebbero sentiti meglio.
- Non so da che parte cominciare… - disse Isabel imbarazzata.
- Nemmeno io. Is, ieri sera abbiamo saputo cose stupefacenti, io non ho chiuso
occhio. Non posso immaginare che tu possa essere mia moglie, non perché tu non
sia bella… anzi, sei bellissima, e non perché non ti voglia bene… ma per il
semplice fatto che sei sempre stata mia sorella, come lo è Michael sia per me
che per te – cominciò Max.
- È esattamente come mi sento io. Noi due viviamo insieme da quando i nostri
genitori ci hanno trovati, ci siamo sempre confidati tutto, abbiamo sempre
condiviso ogni momento della nostra vita, noi due eravamo la nostra famiglia,
famiglia di sangue. Ora veniamo a sapere che non è così, che noi due non siamo
fratello e sorella e tutti gli ideali in cui abbiamo sempre creduto sono
crollati. –
- Sì, è vero. Se penso a quanto ha fatto Tess per stare con me mi viene da
ridere! Ha fatto tutto per niente. –
- Già, e se penso a tutto il male che io e Michael abbiamo fatto a Maria con la
storia del bambino mai esistito mi sento male –
- Forse lo dovevamo capire da quello che c’era qualcosa di sbagliato –
- Forse… comunque non è questo il punto. Ora stiamo parlando di noi, Isabel e
Max Evans, ti rendi conto… Evans, abbiamo lo stesso cognome. Se penso a tutte
le volte che ho dormito con te nel letto. I nostri genitori erano felici di
vederci così uniti, ma non immaginerebbero mai il perché di questa unione. Dio!
Credo che li venga un colpo se diciamo loro la verità! –
- Credo che prima o poi dovremmo farlo. Non sappiamo quanto siamo su Antar e
non credo sia possibile contattarli. Ci daranno per dispersi. Poveri mamma e
papà –
- Già. Mamma e papà. –
- Isabel, cosa dobbiamo fare? Dobbiamo provare ad amarci come una coppia o
lasciar perdere? –
- Non ne ho la minima idea. Da una parte voglio che tutto rimanga com’è, ma
dall’altra ho paura, come tutti del resto, di non riuscire a fermare quella
dannata maledizione se non tentiamo nemmeno di volerci bene in un senso che non
sia fraterno –
- Hai ragione. Be’, non posso negare di non aver mai provato attrazione per te.
Sì, tu sei… cioè, eri mia sorella e non avrei mai osato dirti qualcosa del
tipo: ‘Sei bellissima. Se non fossi mia sorella ti bacerei come bacio Liz’,
però in cuor mio qualche volta l’ho pensato… -
- Oh Max! Sapessi quante volte sono stata male perché sognavo di noi due, noi
due che stavamo insieme, che ci amavamo. Forse erano tutti segni del nostro
destino. Non abbiamo letto i segnali e ora ci troviamo in imbarazzo –
- Sì. Un tremendo imbarazzo. Isabel, io voglio provarci, voglio rendere
possibile l’impossibile, e cioè che fratello e sorella stiano insieme -
Così dicendo si avvicinò a lei e la baciò. Fu un bacio intenso, carico di
emozioni. Durante quel bacio Isabel e Max si scambiarono tutti i ricordi che
avevano del loro rapporto dal momento in cui uscirono dalle capsule. Come
ultima immagine videro loro due felici che si tenevano per mano. Forse sarebbe
stato proprio quello il loro destino: dimenticare i terrestri e vivere una vita
di soli alieni su Antar. Una vita già scritta, ma che li rendeva felici.
- Uau – fece Isabel quando il bacio terminò.
- È stato… magnifico – disse dolcemente Max.
- Non ho mai provato delle emozioni del genere. Affetto, amore, gioia, calore,
comprensione, protezioni, tutte sensazioni rassicuranti. Tu sai proteggermi
come nessun altro, e sai farmi stare bene in ogni situazione –
- Il mio scopo è proteggerti da ogni pericolo e averti al mio fianco per sempre
–
- Per sempre… - disse piano Isabel baciando Max.
Il loro amore era suggellato. I due alieni avrebbero iniziato una nuova vita
insieme, avrebbero provato ad amarsi come due veri sposi per poter fermare
l’effetto devastante di quella profezia, e speravano che le cose andassero per
il meglio.
Intanto nella sala di controllo, dopo aver inserito il navigatore automatico,
Michael prese a sgranocchiare qualche patatina mentre Tess guardava incantata
fuori dall’oblò. Si sentiva a casa, nello spazio profondo. In un pianeta in una
remota galassia le era stata data la vita, e in quel posto avrebbe desiderato
continuare a vivere, crescere e morire. Stare accanto alla sua gente, guidarla,
consigliarla erano le cose che più voleva, ma voleva anche chiarire la
situazione con Michael.
- Michael, dobbiamo parlare – disse ad un tratto.
- E di che cosa? – chiese evasivo Michael, intuendo però di cosa si trattava.
- Delle rivelazioni di ieri sera. Non ti hanno minimamente toccato? –
- Certo che mi hanno toccato. Tess, noi due non siamo andati mai molto
d’accordo. Certo, tu sei un’aliena come noi, sei buona, gentile, carina e
simpatica, però c’è qualcosa a pelle che non mi permette di instaurare un buon
rapporto con te, non so cosa sia. Forse è stato il modo in cui ti sei posta
appena sei arrivata da noi, il modo in cui hai pilotato le menti per avere Max,
oltretutto quello sbagliato. Il fatto è che non riesco a fidarmi di te –
- Che cosa? Credo di avervi dato più volte prova di esservi fedele, ho
rischiato molte volte la vita con voi e l’unica cosa che voglio è stare con i
miei simili. Certo, ammetto che all’inizio non mi sono comportata molto bene
nei vostri confronti, ma solo perché Nasedo mi ha istruita così, a usare ogni
mezzo per raggiungere i miei obiettivi. Col tempo però qualcosa è cambiato,
sono diventata più… umana, mi sono addirittura innamorata di un umano, e sono
diventata esattamente come voi –
- Questo lo so, è che non so come spiegartelo… quando hanno detto che la mia
sposa era Isabel, ho pensato che, nonostante io la considerassi come una
sorella, era quella con cui ero sempre andato più d’accordo, quella con cui
avevo condiviso la mia vita, e mi sembrava logico che lei fosse la mia
compagna. Con te è diverso, non perché non ti reputi all’altezza o che so io,
ma perché a te è sempre piaciuto Max, a me Maria, e i giochi erano fatti. Tu e
Max, io e Isabel. Sapere in una volta sola che Max è mio fratello, che sono il
principe di Antar, che Isabel è la moglie di Max mi ha mandato nel pallone.
Tutto quello in cui credevo è sparito in trenta secondi, tutte le mie
convinzioni se ne sono andate. Come ben sai noi abbiamo rinunciato al nostro
destino per stare con i terrestri che amiamo, così ho creato una specie di
barriera tra me e Izzy, una barriera diciamo… sessuale. Mi sono imposto di non
pensare a lei come ad una ragazza, ma solo come ad una sorella, e ci sono
riuscito. –
- E quale sarebbe il problema con me? Cosa cambia che io non sia Isabel? –
- Cambia perché non ho avuto il tempo di riflettere, non so come difendermi da
te –
- Ma tu non devi difenderti da me. In che modo posso minacciarti? –
- Con la tua presenza per esempio –
- Cosa vuoi dire? –
- Tess, sei una bellissima ragazza, sei tutto ciò che ho sempre desiderato e il
fatto che ora il mio ideale di donna sia incarnato in te mi spaventa, perché è
come se fin dall’inizio io sapessi che saresti stata tu la mia consorte, e non
Isabel. Ho fatto di tutto per allontanarmi da Isabel, ma con te non sono
pronto. La mia paura è quella di cadere nella trappola –
- E allora? Non è questo che andiamo a fare ad Antar? –
- Sì, ma c’è Maria. Lo so che non devo pensare a lei perché non è più lei,
perché non centra niente con noi, ma è più forte di me. Maria è stata l’unica
ragazza che mi abbia mai amato e glielo devo. –
- Forse non sarà l’unica… - come terminò la frase Tess baciò Michael.
Anche questo fu un bacio nuovo per i due alieni, un bacio in cui scambiarono
per la prima volta le loro anime, in cui scoprirono tutto l’uno dell’altra, e
forse in cui seppero che il loro destino si sarebbe compiuto. Michael era
riuscito ad aprire la sua anima ad un’altra ragazza che non era Maria, e questo
lo spaventò moltissimo; invece Tess era riuscita ad avere un ragazzo senza
usare alcun sotterfugio, conquistandolo essendo semplicemente se stessa, e
questo la faceva stare tremendamente bene, ma nello stesso tempo tremendamente
male, perché solo l’amore vero può tanto.
- Michael, io… - disse Tess in tono di scusa.
- Non parlare – e questa volta fu Michael a baciarla.
Le due coppie della profezia si formarono nel giro di una giornata, e forse il
destino degli alieni e degli umani questa volta sarebbe stato completamente
diverso, completamente sconosciuto per gli uni e per gli altri. Forse alieni e
umani non si sarebbero mai più rivisti e forse i terrestri non si sarebbero mai
più ricordati delle tante vicende passate con gli alieni.
Dopo altri due giorni di viaggio, finalmente i quattro reali arrivarono ad
Antar. Furono accolti con tutti gli omaggi che il popolo si poteva permettere.
Appena ebbero poggiato piede sul loro pianeta, i quattro reali cambiarono
espressione, cambiarono modo di vedere le cose, di vivere la vita. Ora erano a
capo di un intero popolo e dovevano combattere la battaglia decisiva di una
lunga guerra. Avevano solo 18 anni, ma il destino era stato duro con loro e li
aveva posti di fronte a molte scelte importanti e sofferte, e infine li aveva
condotti nel loro paese d’origine, per riavere finalmente la vita che sulla
Terra non si potevano permettere. Furono molto sorpresi dell’accoglienza così
calorosa, ma si resero subito conto di essere attesi per motivi molto
importanti, perciò non ci dettero molto peso e si fecero accompagnare a
palazzo.
- Altezza – disse il generale Parotocle rivolto ai reali - siate i benvenuti su
Antar, vostro pianeta. Il vostro popolo vi adora, oh grande Zan. Non vedeva
l’ora che voi arrivaste –
- Chiamami Max, io sono Max. – rispose il ragazzo arrossendo leggermente per i
complimenti. Sulla Terra certi privilegi non sono di tutti.
- Certo, vostra Altezza. Permettetemi di accompagnarvi nelle vostre stanze,
dovrete essere molto stanchi. Per di qua – fece segno il generale, che scortò i
quattro reali verso i loro appartamenti immensi e bellissimi.
Una volta soli, si incontrarono tutti nell’appartamento di Max e Isabel.
- Caspita che accoglienza! – esclamò Michael.
- Mi sembra di sognare! È come una favola – esclamò a sua volta Isabel
contentissima di essere trattata come una regina. Ops, lei era veramente la
regina!
- Ehi, non montiamoci la testa. Siamo qui per due motivi ben precisi – li
riportò alla realtà Max.
- Lo sappiamo, ma facci fantasticare cinque minuti, ti prego! – lo implorò
ridendo Tess.
- Ok, fantasticherò un po’ anch’io. –
Dopo il primo giorno, trascorso in totale tranquillità, arrivò la parte
difficile del loro viaggio: dovettero preparare l’ultimo attacco a Kivar.
Avevano scoperto che la maledizione non si sarebbe avverata per ancora qualche
mese, perciò si concentrarono sulla guerra. I reali si riunirono alla mattina
prestissimo, quando sorsero i due soli che scaldavano quel magnifico luogo, e
la riunione si protrasse fino a notte inoltrata, quando la luna rosa tornò a
splendere alta nel cielo. Ci vollero ben quattro settimane per mettere a punto
il piano di battaglia, e finalmente tutto era pronto per lo scontro finale con
l’usurpatore. La battaglia decisiva si svolse il giorno dopo il termine delle
riunione. Alla mattina presto Max, Michael e i soldati si recarono sul campo da
combattimento e, con armi di tecnologia avanzatissima, fecero strage di nemici.
Lo scontro durò due giorni e due notti, giorni incessanti e massacranti per
tutti, ma al termine della rappresaglia la guerra era vinta, Kivar fu ucciso e
la pace tornò a regnare su Antar. Il popolo acclamò i reggenti per un giorno
intero, e questi furono ben lieti di sentirsi elogiare a quel modo: sulla Terra
non capitava quasi mai di ricevere complimenti per aver svolto bene il proprio
compito.
Terminata la guerra dovettero mettere a punto i piani per risaldare l’economia
del pianeta e per ricostruire tutto ciò che era andato distrutto. Dopo altre
interminabili riunioni, finalmente, all’alba del trentesimo giorno, tutto era
pronto e i lavori iniziarono a procedere veloci e precisi.
Terminate tutte le riunioni, i reali presero qualche giorno di pausa prima di
affrontare l’ultima prova, e si recarono sui pianeti limitrofi ad Antar.
Andarono su Spartan, un pianeta ancora più piccolo del loro, dove la
popolazione li accolse come salvatori e offrì loro interminabili banchetti per
due giorni. Qualche giorno dopo si recarono sul terzo pianeta della Galssia,
Vecolas, e anche qui furono costretti a banchettare e a raccontare per filo e
per segno come avessero sconfitto quel sanguinario usurpatore di Kivar.
Finalmente, dopo una settimana, fecero ritorno su Antar, e poterono andare a
sistemare le cose con la profezia.
Si recarono nella stanza segreta del palazzo. La profezia era racchiusa in una
bolla azzurrognola che solo il granilith o il potere della famiglia reale
poteva infrangere. Tutti e quattro imposero le loro mani sulla parete della
barriera protettiva, e questa sparì. Finalmente lessero la frase che avrebbe
riportato tutto alla normalità. I quattro reali si presero per mano e si
concentrarono sull’amore, vero o finto che fosse, che provavano nei confronti
del compagno a loro fianco. Presero in mano il grande libro e recitarono:
“Quando i reali queste parole leggeranno
le ire del mondo si placheranno,
ma i loro cuori pieni d’amore essere dovranno
altrimenti i più terribili cataclismi si verificheranno.
Attenzione dunque, leggete queste parole
solo se al compagno volete dare prole”.
Appena ebbero terminato di leggere le strofe, il foglio su cui queste erano
incise diventò bianco e il libro fu nuovamente avvolto dalla barriera
azzurrognola.
- Chissà cosa avrà voluto dire con ‘dare prole’? – disse Michael.
- Significava che dobbiamo essere innamorati, ricordati che per loro siamo
sposati, perciò è naturale che prima o poi avremmo dei figli – spiegò Max.
- Hai ragione. Credo che abbia funzionato. Non è successo niente – disse ancora
Michael.
- Già, ora siamo liberi dai nostri impegni. E ce la siamo cavati in soli due
mesi e mezzo – disse Tess.
- Ora che facciamo? – chiese Isabel.
- Non ne ho la minima idea. Voi volete tornare sulla Terra? – chiese Max.
- Non lo so. Qui siamo serviti e riveriti, però mi manca la Terra, mi mancano i
frullati del Crashdown e mi mancano tutti quanti – disse Isabel diventando
cupa.
- Già, anche a me mancano molto. Soprattutto le nostre uscite per andare al
lago o alla grotta, le nostre festicciole e le nostre fughe da casa per non
farci scoprire – disse Max.
- In tutto questo tempo non abbiamo avuto tempo di pensare ai ragazzi sulla
Terra, chissà come se la passano. Non oso pensare cosa possano avere combinato
Alex e Liz ridotti in quelle condizioni – disse Michael.
- Davvero! Credo che saranno stati espulsi da scuola, finiti in carcere per
qualche mese e spero nient’altro – disse Tess.
- Mamma mia, com’erano buffi Kyle e Maria! – rise Isabel.
- Hai ragione. Sapete, non vedo l’ora di riabbracciare tutti, anche la madre di
Maria e Valenti – disse Michael.
- Anch’io non vedo l’ora. Be’, allora che ne dite di tornare sulla Terra e
vedere cosa succede? – propose Max.
- Ok – risposero in coro gli altri tre.
Due giorni dopo partirono e dopo tre giorni tornarono sulla Terra, impazienti
di riabbracciare i loro amici. Le cose certo per loro non erano molto facili,
visto che i terrestri in questione non ricordavano di averli mai conosciuti.
Quel pomeriggio Liz, Maria, Kyle e Alex erano al Crashdown. Erano passati tre
anni e mezzo da quando avevano perso la memoria, ed erano quasi
irriconoscibili. Liz aveva tagliato i capelli e si era fatta i colpi di sole
biondi. Il suo carattere non era minimamente migliorato e continuava a
cacciarsi nei guai per il suo modo di fare troppo intraprendente e villano,
però non era mai stata in carcere come supposto da Tess. Dato il suo nuovo modo
di essere vestiva con corte e strette minigonne, top attillati e scarpe
rigorosamente col tacco, anche per servire ai tavoli del Crashdown, dove ora
lavorava a tempo pieno come cameriera. Aveva terminato il liceo ma non aveva
voluto andare all’università, perciò si era adattata a lavorare per i suoi
genitori. Il suo viso non era più quello candido di circa quattro anni prima,
ma era sempre dipinto con un trucco molto pesante e quasi volgare. Di certo non
era molto gentile con i clienti, però i ragazzi apprezzavano il suo
fondoschiena e le sue gambe, perciò il Crashdown non aveva ancora dovuto
chiudere.
Alex era quello piazzato peggio di tutti: si era fatto allungare un po’ i
capelli e aveva fatto le punte altissime, metà verdi e metà blu. Suonava in una
band di rockettari sgangherati come lui e fuori di testa. Nemmeno lui era mai
stato in carcere, ma ci era andato vicino una volta per aver procurato una
rissa in un locale dove suonava, ma l’amicizia con lo sceriffo lo aveva
salvato. Nessuno lo riconosceva più e tutti spiegavano il suo comportamento con
la partenza di Isabel. Stessa cosa pensavano di Liz nei riguardi della partenza
di Max. Anche Alex aveva terminato il liceo e non aveva voluto continuare gli
studi, così faceva il mantenuto dei suoi genitori guadagnandosi ogni tanto
qualcosa suonando in locali spesso malfamati.
Discorso totalmente opposto va fatto per Kyle e Maria, i quali si erano
diplomati con il massimo dei voti, avevano vinto una borsa di studio e ora
frequentavano l’università di Albuquerque con la media di voti più alta della
scuola. Anche loro erano cambiati moltissimo: Kyle non usava più il gel per
pettinare i capelli, perché non badava più molto al suo aspetto, e per il
troppo studio aveva dovuto mettere gli occhiali. I suoi abiti non erano più
all’ultima moda come un tempo, ma erano pantaloni a righe o a scacchi a gamba
corta e camicie con gilet. Il tipico secchione tutto cervello e niente
personalità.
Maria era la fotocopia di Kyle, ma al femminile: aveva fatto crescere i
capelli, ma non erano ben curati come li portava di solito, il suo guardaroba
cambiò drasticamente diventando pieno zeppo di pantaloni, magliette larghe,
golfini e gonne lunghe e larghe; ora più niente della sua femminilità era messo
in risalto, nemmeno il viso, dato che da più di tre anni aveva smesso anche di
truccarsi.
I genitori dei quattro ragazzi erano disperati, chi per un motivo, chi per un
altro, e non sapevano più cosa fare per farli tornare quelli di sempre. Gli
incontri con gli psicologi non avevano funzionato, le terapie di gruppo
nemmeno, ora veramente si erano rassegnati ad avere dei figli totalmente
diversi da quelli che avevano visto crescere. Max, Michael, Isabel e Tess
potevano avere una certa dose di colpa, ma di certo non tutta. Ed è qui che
invece si sbagliavano di grosso!
Erano da poco iniziate le vacanze estive e Kyle e Maria erano tornati
dall’università per trascorrere con la famiglia le vacanze; Liz stava servendo
ad un tavolo e Alex stava facendo l’imitazione di un componente del suo gruppo
musicale, quando la porta si aprì ed entrarono Max, Isabel, Michael e Tess.
I quattro alieni si guardarono intorno e videro il tavolo dove c’erano tre dei
loro amici: riconobbero solamente Kyle e Maria perché, nonostante il
cambiamento, il look era circa quello di tre anni prima. Si avvicinarono al
tavolo.
- Ciao ragazzi, come va? – chiese Michael rivolto a Maria e Kyle.
- Ma tu sei la biondina della grotta! – esclamò Alex guardando Isabel.
- A-Alex? Sei tu? – chiese Isabel sconvolta.
- In carne e ossa, baby – rispose questi alzandosi.
- Vi prego, ditemi che è uno scherzo! – esclamò Tess.
- E Liz? – chiese Max.
- Sta servendo –
I nuovi arrivati si voltarono e la videro in tutto il suo “splendore”.
- Quella non è Liz! – esclamò Max.
- Certo, è proprio lei – rispose Kyle sorridendo imbarazzato.
- Ma cosa le è successo? È vestita come una prostituta! – esclamò Michael.
- Ehi, non offendere la mia amica, belloccio – ringhiò Alex alzandosi di scatto
dalla sedia.
- Ehi, vedi di calmarti porco spino – lo rimbeccò Michael indicando i suoi
capelli sparati.
Alex stava per dire qualcosa quando intervenne Max a mettere pace. – Ragazzi
per piacere calmatevi. Siamo appena tornati e non mettiamoci già a litigare. –
- Okay amico – disse Alex sedendosi.
- Ehi, vi sedete oppure siete solo venuti a fare conversazione con i miei
amici? – chiese Liz ai nuovi arrivati.
I ragazzi la guardarono con occhi strabuzzanti: non si erano accorti della
maschera di trucco che aveva in faccia.
- Oh mio Dio, Liz! – esclamò Max.
- Ma tu sei Dumbo! Chi si rivede! Gli amici della grotta! – esclamò
ridacchiando.
- Ehi, smettila di chiamarmi Dumbo per piacere – le disse Max deciso.
- Allora ordinate o state lì come delle statuine? – chiese ancora Liz
spazientita.
- Ordiniamo. Portaci il solito – disse Isabel, dimenticandosi di ciò che era
accaduto.
- È la prima volta che vi vedo qui, come faccio a sapere qual è il ‘solito’? –
chiese Liz.
- È vero. Allora, quattro anelli di saturno, quattro frappé di Venere e quattro
torte al cioccolato – disse Michael.
- Certo bel biondino, per te questo ed altro! – disse Liz strizzandogli
l’occhio.
- Max, hai mai sospettato che Liz avesse una cotta per me quando stava con te?
–
- Lei non aveva una cotta per te, è solo che adesso i suoi gusti sono cambiati.
Ricordati che lei aveva una parte dell’anima di Vilandra in sé, e per questo è
ovvio che amasse me – rispose Max un po’ irritato.
- Hai ragione, non ci avevo pensato. –
- Come se ci avessi detto una novità! – scherzò Max.
- Perché non vi sedete con noi? – chiese Kyle ai quattro ragazzi ancora in
piedi.
- Volentieri – rispose Tess sedendosi.
- Ehi, hai smesso di balbettare! – osservò Isabel.
- Sì, con un bel po’ di esercizio ho trovato un minimo di sicurezza in me
stesso e ho smesso di balbettare – rispose il ragazzo arrossendo.
- Però il vizio di arrossire non l’hai perso – osservò ancora Isabel.
- Già – ora Kyle era bordeaux.
Dopo qualche minuto Liz portò le ordinazioni e sedette con loro.
- Allora, cosa mi raccontate? – chiese la ragazza guardando Michael con
malizia.
- Che io e Michael stiamo insieme – rispose Tess.
- Io non sono mica gelosa! – rispose sorridendo Liz sfidando l’aliena.
- Ma sentila! – esclamò totalmente interdetta Isabel.
- Okay, cambiamo discorso. Cosa avete fatto in questi mesi? – chiese Max, che
non era molto contento dell’effetto che Michael aveva su Liz. Nonostante tutto
provava ancora qualcosa per lei.
- Mesi? Vorrai dire anni! – esclamò Alex.
- Anni? – chiese Michael.
- Ma dove vivi, su Marte? Sono passati tre anni e mezzo dalla prima volta che
ci siamo visti alla grotta – rispose Liz.
- Tre anni e mezzo!?! Caspita, come vola il tempo! – esclamò Max.
- Ci siamo tutti diplomati e io e Kyle andiamo all’università, mentre Liz
lavora qui e Alex suona con la sua band – rispose Maria. – E voi? –
- Noi siamo andati su Antar, abbiamo sconfitto Kivar e abbiamo rimediato alla
profezia – rispose Max tentando di far ricordare qualcosa ai ragazzi.
- Eeeeeh?! – esclamarono in coro i quattro terrestri.
- Antar, il nostro pianeta. Non ricordate? –
- Voi siete tutti fumati! –
- Ma è… -
Max non fece in tempo a finire la frase che due uomini seduti al tavolo dietro
al loro iniziarono a litigare e uno di loro estrasse una pistola. Liz si alzò,
il colpo partì e una pallottola la colpì in pieno petto facendola cadere a
terra in una pozza di sangue.
- Liiiz!!! – urlarono i sette ragazzi.
I due uomini che stavano litigando scapparono e nel locale rimasero solo i
quattro alieni e i quattro terrestri, perché il cuoco era andato nel retro a
prendere altre provviste di carne.
Max si chinò su Liz, posò la sua mano sul suo petto, si concentrò e in qualche
secondo la ferita si rimarginò completamente. I ragazzi trattennero il respiro,
mentre gli alieni in cuor loro gioivano per essersi trovati nel posto giusto al
momento giusto. Dopo qualche istante Liz aprì gli occhi e Max le chiese, molto
dolcemente: - Tutto bene? –
Quell’avvenimento aveva fatto riemergere in lui tutto quello che aveva passato
con Liz, tutto quello che c’era stato tra di loro e aveva riportato a galla i
sentimenti che provava ancora nei suoi confronti, pur essendo a conoscenza del
fatto che lei non l’avrebbe mai più amato.
- Sì, ma… cosa è successo? – chiese la ragazza stranita.
- Ti hanno sparato e ti ho guarito –
- Cosa?! –
- Già. –
- Ho come una sensazione di deja vu, come se avessi già vissuto questo momento
–
- E l’hai vissuto. Più di cinque anni fa ti hanno sparato proprio con le stesse
dinamiche e io ti ho salvato la vita, poi ci siamo innamorati e poi ne sono
successe di tutti i colori –
- Mi stai prendendo in giro? –
- Assolutamente no. Non lo farei mai, Liz –
- Ma tu sei… Antar… un alieno? –
- Esatto. Sono un alieno, il tuo alieno preferito –
- No, questo è solo un sogno –
- No, cerca di sforzarti. È tutto vero. –
- Non ricordo bene, ho alcuni ricordi sfocati di te che mi dici che sei un
alieno e poi di noi due che ci baciamo e tu mi trasmetti delle immagini. Ha un
significato tutto questo? –
- Certo che ce l’ha. È l’inizio della nostra storia d’amore. Non potrei mai
dimenticarlo –
- E allora perché io l’ho fatto? –
- Non è stata colpa tua, l’hai fatto, voi tutti l’avete fatto, per aiutarci a
salvare il nostro pianeta dalla completa distruzione –
- Mi sembra un film di fantascienza –
- Ma non lo è. Su, andiamo dagli altri –
I due ragazzi si alzarono e raggiunsero gli altri al tavolo.
- Stai bene? – le chiese subito Maria.
- Sì, sto benissimo – rispose Liz sorridendo. – Ora scusate, ma preferisco
andare in camera mia a riposare un po’ –
- Loro ci hanno raccontato che siete veramente degli alieni e che tu hai il
potere di guarire – disse Kyle.
- Sì, è così. Noi otto, oltre a tuo padre, siamo gli unici a saperlo – rispose
Max.
- Ecco perché mio padre non ha smesso un attimo di chiedere di voi. Era
preoccupatissimo –
- Brav’uomo lo sceriffo. Dovremmo andare a salutarlo – disse Michael.
- Sì, domani gli faremo una visita. Ora però è meglio se andiamo a riposarci,
il viaggio è stato lungo – rispose Max.
Salutarono i loro amici e i quattro alieni si diressero ognuno nelle loro case.
Liz rimase in camera sua a pensare a quello che era accaduto poco prima, alla
sensazione di deja vu che aveva avuto, alla confessione di Max. Erano tutte
cose che aveva già vissuto, erano tutti sentimenti repressi, emozioni represse,
ricordi repressi. Ma perché? Max aveva detto che lei aveva perso la memoria
perché aveva deciso, con Maria, Alex e Kyle, di aiutarli a salvare il loro
pianeta, ma lei non ricordava nulla del loro pianeta e di quello che dovevano
salvare. Doveva ricordare, doveva sapere il motivo per cui aveva, in un certo
senso, sacrificato la propria vita per il bene dei quattro alieni. Quella notte
non chiuse occhio per cercare di rispondere alle migliaia di domande che le
affollavano la mente.
Quella notte nemmeno gli altri dormirono: gli altri terrestri perché, da quando
Max aveva salvato Liz, avevano una sensazione di deja vu, come se avessero già
vissuto quelle situazioni e avessero già fatto quei discorsi; e gli alieni
perché pensavano a com’era cambiata la loro vita, il loro modo di pensare, al
fatto che non sapevano se provavano ancora qualcosa per i terrestri e anche al
fatto che erano stati via di casa per tre anni e mezzo.
La mattina seguente Max e Isabel parlarono con i loro genitori e dissero loro
tutto: che erano alieni, che erano partiti per salvare Antar da una guerra e da
una profezia, e infine che erano marito e moglie e che perciò ora erano
fidanzati e non più fratello e sorella. Per tutta risposta la madre dei due
ragazzi svenne, mentre il padre sbiancò visibilmente indietreggiando. Dopo aver
spiegato loro che non dovevano aver paura di loro, che non stavano scherzando e
che tutto sarebbe stato come prima, Philip e Diane si ripresero e accettarono
la vera identità dei loro figli.
Qualche giorno dopo i quattro ragazzi accompagnarono i loro amici alieni alla
Roswell High School per sbrigare alcune pratiche per l’iscrizione alla scuola
per frequentare l’ultimo anno, seppur con un po’ di ritardo. Quando ebbero
finito in segreteria fecero un giro per la scuola, per verificare se era
cambiato qualcosa. Tutto si rivelò identico a quando l’avevano lasciata, però
alcuni ricordi iniziarono a riaffiorare…
Stavano camminando lungo il corridoio, quando Michael esclamò: - Ragazzi, la
stanza dei cancellini! Quanti ricordi! –
Max, Tess e Isabel annuirono, mentre gli altri ragazzi non diedero molto peso
all’esclamazione di Michael; anche se Maria, dopo qualche minuto di
riflessione, esclamò: - Ma certo! Io e Michael abbiamo passato almeno la metà
delle lezioni in quella stanza! –
- Stai dicendo che ricordi? – le chiese Michael sgranando gli occhi.
- Sì, ricordo noi due nella stanza dei cancellini, mi pare che stessimo
insieme. –
- Già, siamo stati insieme per due anni, tra alti e bassi –
- Ricordo che in quella stanza vedevo delle cose, tuoi ricordi credo –
- Esatto. Ci trasmettevamo emozioni. Tu sei stata la prima a cui io abbia
aperto la mia anima. –
- E questo è un bene? – chiese Maria pensierosa.
- Considerando il carattere di Michael, direi che è un miracolo! – esclamò Max
ridendo.
- Non ricordo il suo carattere, mi spiace – si rabbui Maria.
- Non fa niente, forse fra poco ricorderai. Hai già fatto un passo avanti –
cercò di rincuorarla Isabel.
- Sapete cosa mi fa venire in mente questa scuola? – disse Alex
- I compiti in classe? – scherzò Liz.
- No, il ballo di primavera del quarto anno. C’eravate anche voi quattro –
rispose il ragazzo.
- Sì, è vero. Ma ti ricordi qualcosa di specifico? – chiese Isabel speranzosa.
- Sì, noi due siamo andati insieme al ballo e se non sbaglio stavamo insieme –
le disse Alex.
- Esatto! È stata una serata magnifica. Quella sera ho capito di amarti
veramente, ma poi sono successe delle cose che hanno cambiato la situazione –
- Come posso essermi dimenticato quanto ti amavo? –
- Voi avete donato parte della vostra anima a noi, perché diventassimo alieni
puri e potessimo andare su Antar a salvarlo – spiegò Max.
- E questo ha causato la nostra amnesia? – chiese Maria.
- Sì. Ora è meglio se andiamo in un altro posto, così vi spiegheremo tutto bene
– disse Tess.
Dopo venti minuti erano alla grotta col granilith.
- Ehi, ma io questo posto lo conosco! – esclamò Kyle.
- Già – risposero gli altri tre amici.
- Questa è la grotta contenente il granilith, l’oggetto da cui nascono i nostri
poteri – spiegò Max.
- Sì, e permette anche la comunicazione tra la Terra e Antar – continuò Liz.
- Brava! Ti ricordi altro? – le chiese Isabel.
- Ricordo che voi dovete proteggerlo a costo della vita, che non deve cadere
nelle mani degli skin, altrimenti per voi sarebbe la fine – disse ancora Liz.
- Sì, e ricordo che siamo venuti qui molte volte, e due di queste è apparsa
vostra madre – continuò Maria.
- Ragazzi, andate forti! – esclamò Michael.
- Ma la prima volta non era la vostra vera madre, bensì un mutaforma – proseguì
Alex.
- La vostra vera madre ha detto quali devono essere le vere coppie e ha parlato
della profezia, ecco perché noi vi abbiamo donato la parte aliena di anima che
avevamo – disse Kyle.
- Ci avevate avvertiti del pericolo, ma vi amavamo troppo per poterci tirare
indietro – disse Liz guardando intensamente Max.
- Siete stati unici, come sempre del resto! – esclamò Michael guardando Maria,
la quale, stranamente non arrossì e nemmeno abbassò la testa.
- Venite, c’è un altro posto in cui volevamo portarvi – disse Tess.
Dopo qualche minuto giunsero al laghetto, il luogo in cui i ragazzi solevano
incontrarsi per fare picnic o scampagnate notturne per vedere le stelle.
- Tess, io e te venivamo spesso qui quando stavamo insieme! – esclamò kyle
rivolto alla ragazza.
- Sì, è qui che ci siamo dati il nostro primo bacio, ed è sempre qui che ci
siamo detti che ci amavamo per la prima volta –
- Sì, ora mi ricordo. Mamma mia quanto ci amavamo! Mi sembrava di vivere di te,
e di punto in bianco mi sono scordato tutto. Come posso farmi perdonare? –
disse Kyle quasi con le lacrime agli occhi.
- Voi non avete alcuna colpa di quanto è successo. Non avete dimenticato per
vostra volontà, ma per colpa dell’incantesimo fatto. – spiegò Tess.
- Inoltre anche i vostri caratteri sono drasticamente cambiati, tanto che non
vi riconosciamo più – aggiunse Max.
- Ehi, ma che ci faccio vestita così!?! – chiese sbigottita Liz guardandosi gli
abiti.
- Liz, è da tre anni che vesti così! – le disse Maria con ironia.
- Non dire sciocchezze! Io non mi vestirei mai così –
- Invece lo fai cara mia – disse Kyle guardandola compiaciuto di quello che
vedeva.
- Non capisco proprio come abbia potuto lasciarti vestire così. Sono o non sono
quello che bada sempre agli altri! – disse infine Alex.
- Ragazzi! Ma vi rendete conto di quello che state dicendo? – esclamò Isabel.
- Sì, perché? – risposero i quattro amici.
- Sono riemerse le vostre personalità prima dell’incantesimo. Siete tornati
quelli di sempre!!! – urlò pieno di gioia Max.
- È vero! Ora ricordo tutto – disse Liz.
- Anch’io – dissero gli altri tre.
- State dicendo sul serio? – chiesero i quattro alieni in coro.
- Sì, e ora ve ne diamo la prova… -
I quattro terrestri presero a raccontare tutto quello che era accaduto dal
giorno in cui Max aveva salvato la vita a Liz al Crashdown quasi quattro anni
prima, fino a quel momento, parlando anche di quello che avevano fatto da
quando avevano cambiato personalità. I quattro alieni furono molto contenti di
venire a conoscenza del fatto che i loro adorati amici avevano perfettamente
recuperato la memoria.
- Ora però dovete raccontarci tutto quello che è successo su Antar – disse
Maria curiosa.
I quattro alieni presero a raccontare per filo e per segno tutto quello che
avevano fatto su Antar, come avevano sconfitto Kivar, come avevano posto fine
alla profezia e, ovviamente, con chi erano fidanzati.
- Dato che noi ricordiamo tutto, è ovvio che i nostri sentimenti nei vostri
confronti siano gli stessi di quattro anni fa, però non dovete preoccuparvi,
noi sappiamo che ora state con altre persone e non vi intralceremo affatto. Voi
dovete compiere il vostro destino e dovete stare con le persone giuste per voi
– disse Liz molto tristemente.
- Oh, Liz! Sei tornata la ragazza saggia di una volta – le disse Max
dolcemente.
La ragazza annuì ma non proferì parola, e nemmeno lo guardò, per paura che lui
si accorgesse che i suoi occhi erano pieni di lacrime.
- Liz ha ragione. Anche se soffriremo come cani non cercheremo di dividere le
coppie in nessun modo, e continueremo ad essere amici. Promesso – disse Maria
sorridendo, ovviamente forzatamente.
- Prendetela come un’altra prova del nostro amore! – cercò di sdrammatizzare
Alex, anche se il suo cuore piangeva come mai prima aveva fatto.
Isabel lo guardò con ammirazione, facendo uno sforzo immane per non gettargli
le braccia al collo e piangere.
- Ora che ci penso: devo assolutamente iscrivermi all’università! – esclamò Liz
dopo qualche minuto di silenzio.
- Ora la riconosco veramente, lei non riesce a stare lontano dai libri – disse
Isabel.
- Mio Dio, ho preso il diploma per miracolo! – esclamò questa volta Alex.
- Anch’io – rispose Liz abbassando la testa.
- Devo aver dato un sacco di dispiaceri ai miei genitori. Ma che mi è saltato
in mente? – continuò a martoriarsi Alex.
- E io? Guarda come vado in giro! – fu la volta di Liz.
- Ragazzi, basta piangere sul latte versato, in fin dei conti non avete fatto
niente di irrimediabile. Appena terminate le vacanze andrete a iscrivervi
all’università e comincerete a vestirvi e comportarvi come prima della perdita
di memoria – disse Max.
- Sì, ma siamo indietro di due anni rispetto agli altri e sicuramente qui non
ci saremo fatti una buona reputazione. Mamma mia, come mi vergogno! – disse Liz
quasi piangendo.
- Mi chiedo come mai i miei genitori non hanno avuto un infarto quando mi hanno
visto conciato così! – rincarò la dose Alex.
- Mio padre è molto fiero di me, però io voglio giocare a basket, non laurearmi
in psicosociologia. Cavolo, solo la parola mi mette il mal di testa – disse
Kyle.
- E io non voglio laurearmi in fisica, io voglio aprire un negozio di oli come
quelli che ha mia madre, una specie di erboristeria – disse Maria.
- Bene, ora che siamo tornati tutti alla normalità, direi di tornare a casa,
farci una bella dormita, e da domani ricominciare una nuova vita – propose
Michael.
- Avete intenzione di tornare su Antar? – chiese Maria.
- No, staremo qui per sempre – rispose Max guardando Liz.
Con quest’ultima bella notizia i ragazzi tornarono a casa e per la prima volta
dormirono serenamente, felici di essere nuovamente loro stessi.
Dopo aver recuperato completamente la memoria, come previsto, Alex, Liz, Maria
e Kyle soffrirono moltissimo nel vedere i loro amati fra le braccia di altre
persone ma, come promesso, non cercarono mai di dividere le nuove coppie.
Trascorsero il resto dell’estate insieme e, pochi giorni prima che iniziasse la
scuola, andarono ad Albuquerque a visitare l’università e a fare una piccola
vacanza di due giorni. Si divertirono molto, fecero acquisti, andarono a
ballare in uno dei tanti locali della città e finalmente per qualche giorno
dimenticarono tutte le loro preoccupazioni. Preoccupazioni che puntualmente
tornarono a tormentarli una volta tornati a Roswell.
Nonostante non lo dessero a vedere, i quattro alieni erano cambiati, vedevano
diversamente i loro amici e i loro compagni, non rendendosi bene conto di
provare ancora qualcosa per quei quattro ragazzi che avevano lasciato quasi
quattro anni prima. Tentarono di non pensarci, di buttarsi a capofitto nelle
loro presenti relazioni, ma di notte i volti dei terrestri si insinuavano nei
loro sogni facendo provare loro emozioni andate perdute e rievocando momenti
indimenticabili. Alla fine tutto precipitò.
Max e Isabel continuavano a fare finta di essere fratello e sorella quando
erano fuori di casa, ma in casa e quando avevano qualche momento per stare da
soli, si comportavano ovviamente come una coppia. Per Michael e Tess non
c’erano questi problemi, e ne erano felici, anche se Michael doveva sorbirsi le
accuse della madre di Maria, la quale non gli perdonava di aver abbandonato sua
figlia ‘‘per mettersi con la biondina dalla faccia d’angelo” (parole di Amy).
Il giorno prima dell’inizio della scuola Max e Isabel erano in camera del
ragazzo che stavano parlando del loro futuro. Stavano molto bene insieme, ma
iniziavano a comportarsi sempre più come fratello e sorella e sempre meno come
fidanzati. Dopo molto parlare si baciarono e, come sempre accadeva, si
trasmisero emozioni e pensieri. Quello che videro non fu molto piacevole per
nessuno dei due, almeno in un primo momento, però poi capirono di provare
entrambi gli stessi sentimenti. Isabel vide il volto di Liz e Max vide quello
di Alex. Terminarono bruscamente il bacio e si guardarono negli occhi, un po’
intontiti.
- Max, stavi pensando a Liz – disse Isabel con tono di accusa.
- E tu ad Alex –
- Secondo te perché? –
- Non lo so, ma ho paura che i nostri sentimenti non siano più quelli di una
volta – Max era molto serio e anche molto preoccupato, soprattutto aveva paura
di ferire i sentimenti di Isabel.
- Già, anch’io. Da quando gli altri hanno scoperto tutto non siamo più gli
stessi. Involontariamente sono entrata un paio di volte nei tuoi sogni, e al
centro di questi c’era sempre Liz –
- Ti ho osservata in quest’ultimo periodo e ti ho spesso sorpresa a fissare
Alex con occhi sognanti. –
- Max, credo che entrambi stiamo pensando alla stessa cosa, non è vero? –
- Sì, credo di sì. –
- Bene. Avevo il timore che non avrebbe funzionato per molto. Avere recuperato
la nostra parte aliena ha fatto riaffiorare i sentimenti del passato, ma una
volta tornati qui sulla Terra, al sicuro e a contatto con gli umani, la nostra
parte umana ha preso il sopravvento ed eccoci di nuovo a pensare ai nostri ex –
- Sì, credo che tu abbia ragione. Tu sei sempre stata molto importante per me,
ma ti ho sempre vista come una sorella e ho paura che quello che è successo su
Antar sia stato uno sbaglio, uno sbaglio dettato più dal nostro subconscio che
dal nostro cuore. –
- Sì, è proprio così. Max, devi promettermi che sarò sempre la tua sorellina,
che tu sarai sempre il mio fratellone e che non ci lasceremo mai. – gli disse
Isabel con le lacrime agli occhi.
- È ovvio che non ti lascerei mai, io senza di te non potrei vivere. Sei una
parte di me – Max abbracciò forte Isabel, senza aver nessuna intenzione di
baciarla. Voleva tornare ad essere solo suo fratello.
- Max, ora va’ da lei. Sta soffrendo moltissimo –
- E tu va’ da lui. Non lo dà molto a vedere ma è a pezzi. –
I due ragazzi annuirono ed uscirono di casa senza fare alcun rumore. Presero
due macchine e si recarono dai loro amati.
Dopo dieci minuti Max stava bussando alla finestra della camera di Liz.
- Max, cosa ci fai qui? – chiese la ragazza stupita. Non entrava in camera sua
da circa quattro anni.
- Sono venuto per dirti che ho capito cosa voglio –
- Non capisco… -
- Io e Izzy abbiamo capito quello che vogliamo dalla vita, e io ho capito che
voglio te. –
- Mi stai dicendo che tu e Is vi siete lasciati? –
- Veramente non ci siamo lasciati, credo che non siamo mai stati insieme
veramente. Erano i nostri ricordi a farci provare dei sentimenti che in realtà
sentivamo per te e per Alex. Ora l’abbiamo capito e io e Izzy abbiamo deciso di
essere semplicemente fratello e sorella, per sempre –
- Ma se dovesse succedere qualcosa su Antar e voi foste costretti ad andare là,
cosa succederebbe? Tornerete insieme per il bene del pianeta? –
- No, perché non torneremo mai più su Antar. Possiamo comunicare con il
consiglio di Antar, perciò non è più necessaria la nostra presenza. E comunque
non ci rimetteremo mai più insieme. Per me Isabel è una sorella, non una
fidanzata. Mi devi credere Liz, io amo te, ti ho sempre amata e ti amerò per
sempre. –
- Max, io… -
- Non parlare – Max le chiuse le labbra con le sue. Fu un bacio lungo, intenso,
in cui si comunicarono tutti i sentimenti che avevano tenuti sopiti per tutti
quegli anni. Rividero scene del passato dell’altro e Liz scoprì che l’amore che
Max provava per lei era autentico, e che non l’avrebbe mai più lasciata.
- Ti amo anch’io – gli disse Liz appena il bacio terminò.
Passarono il resto della serata a parlare e a baciarsi, mentre Isabel stava
rivelando i suoi sentimenti ad Alex.
La ragazza attirò l’attenzione di Alex gettando sassolini nella finestra della
sua camera. Il ragazzo si stupì molto di vedere Isabel sotto la sua finestra. –
Izzy, cosa fai qui? –
- Ti devo parlare –
- Scendo subito. –
I due giovani si sedettero sul dondolo che c’era in cortile e parlarono.
- Sono qui per dirti una cosa molto importante… - iniziò la ragazza, molto
imbarazzata.
- Ok, ti ascolto –
- Vedi, io e Max stasera abbiamo scoperto di non amarci –
- Che cosa!?! –
- Già. Mentre ci stavamo baciando io ho visto che stava pensando a Liz e lui ha
visto che io stavo pensando a te –
- A me? –
- Sì, a te. Tutto quello che c’è stato tra me e Max era un’illusione, una
nostra convinzione per poter adempiere ai nostri compiti su Antar; ma una volta
tornati qui e rincontrati di nuovo, abbiamo capito che era tutto falso e che
amavamo voi –
- Mi stai dicendo che… -
- Ti sto dicendo che io amo te, non Max. Ti ho sempre amato, da quel fatidico
ballo di primavera, e ora sono sicura che ti amerò per sempre e amerò solo te,
per tutta la vita-
- Izzy, io… -
Alex non fece in tempo a terminare la frase, che Isabel lo baciò,
trasmettendogli tutto quello che aveva tenuto dentro fino a quel momento. Alex
capì che le parole della ragazza erano vere e che lo avrebbe amato per sempre.
Si lasciò andare al bacio più bello della sua vita.
- Ti amo da morire – le disse Alex appena finito il bacio.
- Lo so – disse lei appoggiando la testa sulla sua spalla. Rimasero così per
molto tempo a pensare a quello che era appena accaduto e a quello che sarebbe
potuto accadere nei prossimi giorni, mesi, anni.
Michael e Tess erano a casa del ragazzo che si coccolavano e, quando si
baciarono, videro nei pensieri dell’altro scene del loro passato con altre
persone: Michael vide il primo bacio tra Tess e Kyle, le loro uscite, quello
che provavano l’uno per l’altra; e Tess vide la prima volta in cui Michael e
Maria fecero l’amore, vide tutto l’amore che il ragazzo provava per Maria. Le
loro labbra si staccarono, si guardarono negli occhi e Tess disse: - Non c’è
bisogno che tu mi spieghi niente. Io sono nella tua stessa situazione. È giusto
che sia così – e fece per andarsene.
- Aspetta un attimo! Mi dispiace – disse Michael guardandola con occhi
supplichevoli.
- Non devi dispiacertene. Tu pensavi a Maria e io a Kyle, mi pare che sia
inutile che noi due stiamo ancora insieme –
- Ma… sei arrabbiata con me? –
- Assolutamente no. E tu con me? –
- No, cosa dici. –
- Michael io ti voglio bene, ho imparato ad apprezzare anche i tuoi difetti in
questi anni, però entrambi proviamo dei sentimenti per altre persone. Noi due
siamo tornati più umani che alieni e questo ci collega inevitabilmente a Maria
e Kyle, perciò è meglio se ora andiamo da loro e diciamo quello che proviamo,
una volta per tutte. –
- Sì, credo che tu abbia ragione. Tess, voglio che noi due restiamo amici e che
non ci siano rancori tra di noi –
- Ti assicuro che non ci saranno e che resterò tua amica per sempre, ti
proteggerò, ti aiuterò. Tra noi non cambierà niente. Saremo solo amici invece
che fidanzati, ma i nostri comportamenti non cambieranno. Te lo giuro –
- Ti voglio bene. Sei veramente fantastica – disse Michael abbracciandola.
- Ti voglio bene anch’io, testone. Ora corri da Maria e dille che la ami più di
ogni altra cosa al mondo, altrimenti ti torturo finché non lo urli, siamo
intesi? – disse la ragazza sorridendo.
- Certo, lo farò. Non mi farò scappare una seconda occasione. Ma tu devi andare
da Kyle, altrimenti non vale. –
- Certo che ci vado. Buona fortuna. –
- Buona fortuna – I due ragazzi si salutarono e andarono ognuno dal proprio
amato.
Il primo ad arrivare a destinazione fu Michael, che si arrampicò alla finestra
di Maria. Maria non era in camera, perciò Michael si sedette sul letto e la
aspettò. Dopo qualche minuto giunse la ragazza e per poco non urlò nel vederlo.
- Michael!! Che ci fai qui? Mi hai fatto prendere un colpo! –
- Scusa, ma devo parlarti urgentemente. Non posso aspettare. –
- Cosa c’è di tanto urgente da darmi da venire qui senza avvisare? –
- Questo… - Michael si alzò di scatto dal letto, si avvicinò velocemente a
Maria e, non dando il tempo a quest’ultima di rendersi conto di ciò che stava
accadendo, la baciò. Michael le aprì la sua anima e le trasmise tutti i
sentimenti che provava per lei, tutto quello che aveva dovuto sopportare su
Antar e tutto quello che lo tormentava prima di rendersi conto di amarla.
Quando il bacio terminò Maria barcollò un attimo, frastornata, poi disse: -
Michael, io… -
- Maria, ti amo. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo. L’unica cosa di cui mi
pento è di averti permesso di dare a Tess parte della tua anima; ti avrei
risparmiato un bel po’ di sofferenza. –
- Non dire così. Io l’ho fatto proprio perché ti amavo, cioè… perché ti amo. Lo
sai che per te farei qualsiasi cosa –
- Lo so. Maria, promettimi che non ci lasceremo mai, che staremo per sempre
insieme. Ti prego, io non posso vivere senza di te –
- Te lo prometto, Michael Guerin. Tu sarai mio per sempre, e io sarò tua per
sempre. L’unica cosa che voglio dalla vita sei tu. – così dicendo lo baciò
appassionatamente.
Anche questa coppia fu ripristinata, e ora vediamo come se l’è cavata Tess, che
aveva più problemi degli altri a rivelare i suoi sentimenti.
Una quindicina di minuti dopo aver lasciato l’appartamento di Michael, Tess
suonò alla porta di casa Valenti. Aprì lo sceriffo.
- Ciao Jim, c’è Kyle? – chiese sorridendo.
- Certo, figliola, entra. È in camera sua. –
- Grazie. –
Tess si recò decisa in camera di Kyle. Lo trovò che stava osservando una foto
che ritraeva lui e Tess insieme. Tess si intenerì e le fu più facile dire ciò
che provava per lui.
- Disturbo? – chiese.
Kyle riconobbe la voce e si affrettò a nascondere la foto. – No, no, entra pure
–
- Ciao –
- Ciao. Come mai da queste parti? –
- Io non sono molto brava a parlare, perciò non interrompermi… -
- Ok. – disse Kyle curioso, stupito, incapace di comprendere il motivo di
quella visita e di quelle parole.
- Bene… - Tess fece un lungo respiro. Poi riprese: - Io stavo baciando Michael
e, come sai, ci scambiamo sensazioni, emozioni eccetera. Sta di fatto che io ho
trasmesso a lui tutti i ricordi che avevo della nostra storia d’amore e lui
tutti quelli della sua storia con Maria. Abbiamo subito capito di non amarci,
di essere ancora legati a voi e perciò ci siamo lasciati ed eccomi qui –
- Sei venuta qui per sfogarti per aver lasciato Michael? –
- No! Sono venuta qui per dirti che… che io ti amo, che voglio stare con te,
che non mi interessa niente di Michael, lui per me è solo un amico, mentre tu
sei la mia vita. Kyle, io non posso stare senza di te. Mi sento soffocare
quando non ti ho vicino e sto male al pensiero di non poterti abbracciare,
baciare. Io… ti amo da morire -
- Tess, davvero non mi aspettavo queste parole –
- Cosa dici? –
- Dico che sognavo questo momento da quando ho ricordato tutto e che non voglio
nessun’altra ragazza a parte te. Io ti ho sempre amata, dal primo giorno in cui
ti ho vista, e ti amerò per sempre. Non immagini nemmeno quanto ti amo –
- Lo immagino benissimo invece… -
Anche loro due si baciarono e si trasmisero tutto l’amore che provavano l’uno
per l’altro.
Le quattro coppie originarie si sono riformate e ora tutti avevano la
consapevolezza che sarebbero stati insieme per sempre, come si dice, finché
morte non li separerà. L’amore vero non si può dimenticare, non si può
abbandonare a sé stesso. Ci possono essere milioni di imprevisti, anche
intergalattici, ma alla fine il vero amore trionferà sempre, perché due anime
non si possono separare, non possono vivere lontane l’una dall’altra; ed è
proprio questo che gli otto protagonisti di questa galattica storia d’amore
hanno scoperto, promettendosi eterno amore.
Scritta
da Kassandra |