RIASSUNTO:
Liz e Michael chattano per mesi, ma quando giunge il momento di incontrarsi,
Michael ha un problema e al suo posto va Max…
DATA DI CREAZIONE:
23/07/04
ADATTO A:
tutti
DISCLAIMER: Tutti i diritti dei personaggi di
“Roswell” appartengono alla WB e alla UPN. Questo racconto è di
proprietà del sito Roswell.it.
La mia e-mail è
rapiro84@libero.it
Finalmente era a casa. Quel giorno
era stato infernale per Liz ed ora poteva rilassarsi facendo un bel bagno
caldo. Dopo il bagno andò a controllare la posta elettronica e a navigare un
po’ in Internet. C’era un’altra cosa però che voleva fare: andare in chat. La
sua amica Maria le aveva detto che si potevano incontrare ragazzi interessanti,
così perché non provare?
Doveva inserire un nickname. Scelse romantica, perché rispecchiava la sua
personalità. Poco dopo le arrivò un messaggio da Ulisse.
Ulisse: Ciao. Sei veramente romantica?
Romantica: Sì, sogno ancora il principe azzurro. E tu come mai Ulisse? È il tuo
nome?
Ulisse: No. L’Ulisse è il mio libro preferito. Il mio nome è Michael.
Romantica: Piacere, io sono Liz.
Ulisse: Liz, oltre ad aspettare il principe azzurro, cosa fai nella vita?
Romantica: Sono ricercatrice. Ho una laurea in biologia molecolare.
Ulisse: Forte! E quanti anni hai?
Romantica: Ventitre. E tu cosa fai nella via oltre a leggere l’Ulisse?
Ulisse: Sono avvocato.
Romantica: Però! Di dove sei?
Ulisse: New York
Romantica: Ma dai! Anch’io!
Ulisse: Com’è piccolo il mondo! Sei nata qui?
Romantica: No. A Roswell, New Mexico.
Ulisse: Quella Roswell?
Romantica: Già. La città degli alieni.
Ulisse: Deve essere stato emozionante. Ne hai mai visto uno?
Romantica: Non dirmi che credi negli alieni! È solo un pretesto per fare più
soldi. A Roswell abbiamo un Ufo Center e un locale a tema.
Ulisse: E con tutte quelle attrattive, come mai sei andata via?
Romantica: Perché non poteva darmi gli sbocchi professionali che volevo.
Ulisse: Già. Credo che tu abbia ragione. E dove abiti a New York?
Romantica: E chi mi dice che tu non sia un maniaco che voglia intrufolarsi a
casa mia?
Ulisse: Hai ragione. Non lo voglio sapere.
Romantica: Dimmi un po’ di te: hai fratelli o sorelle? Vivi ancora coi tuoi?
Ulisse: Sono figlio unico ma ho un amico, Max, che è come se fosse mio
fratello. E vivo da solo da qualche anno. È stressante dopo un po’ vivere con i
genitori. E tu?
Romantica: Sono figlia unica e anch’io ho un’amica che è come una sorella per
me.
Ulisse: Oltre a lavorare cosa ti piace?
Romantica: Mi piace molto leggere, stare a guardare le stelle e scrivere sul
mio diario. Ovviamente ho anche una vita sociale.
Ulisse: E di che tipo? Sei fidanzata?
Romantica: No. Ma gli amici non mi mancano. E tu?
Ulisse: A me piace dipingere e costruire le cose. Quanto a vita sociale, non mi
lamento.
Romantica: E la fidanzata?
Ulisse: Non ce l’ho.
Era una bugia, perché stava da tre anni con Isabel, la sorella di Max. Non
sapeva nemmeno lui il perché, ma aveva preferito non dirglielo. L’intrigava
questa ragazza e se le avesse detto che era impegnato, magari lei avrebbe
chiuso la conversazione.
Romantica: E qual è il tuo tipo?
Ulisse: Alta, magra e bionda. Tu come sei?
Praticamente aveva fatto il ritratto di Isabel.
Romantica: Bassina, magra e castana scura. E tu come sei?
Ulisse: Alto, capelli castano chiaro e occhi nocciola.
Romantica: Hai segni particolari? Non so… tatuaggi, orecchini.
Ulisse: Nessuno. Tu?
Romantica: odio i tatuaggi, ma ho i buchi alle orecchie.
Ulisse: Normale per una ragazza.
Romantica: Già. Cosa fai alla sera per divertirti?
Ulisse: Vado in giro con gli amici. Andiamo in discoteca o in qualche locale, a
guardare le partite di basket. Le solite cose. E tu?
Romantica: La mia amica ha una band. Lei è la cantante e si esibisce tutti i
sabati nei locali della città; così io e gli altri andiamo a sentirla.
Ulisse: Be’, praticamente vai ogni sabato in un locale diverso. Divertente!
Romantica: Abbastanza.
Ulisse: Qual è il tuo carattere?
Romantica: Sono molto razionale, comprensiva, con la testa sulle spalle, ma
sono una sognatrice. E il tuo carattere?
Ulisse: Molto impulsivo, a volte mi arrabbio per niente e faccio tante cavolate
di cui poi mi pento. Cerco di vivere la vita fino in fondo.
Romantica: Bella politica. Almeno non sarai costretto un giorno a guardarti
indietro e dire “e se…”
Ulisse: Vedo che capisci al volo.
Romantica: Come ti vesti di solito?
Ulisse: Di giorno giacca e cravatta per via del lavoro, ma quando esco mi metto
un po’ più in libertà. Scommetto che tu vesti in tailleur.
Romantica: No, li odio. Vesto molto semplicemente, tranne quando devo uscire.
Ulisse: Tutte uguali voi ragazze…
Romantica: Nah! Cavolo, è molto tardi. È meglio che vada a dormire altrimenti
domani mattina non mi sveglio.
Ulisse: D’accordo. Cosa ne dici di incontrarci ancora qui?
Romantica: Sì, sarebbe fantastico. Quando?
Ulisse: Domani sera. Stesso posto, stessa ora.
Romantica: Ok. Ho sempre questo nickname. Cercami.
Ulisse: Lo farò. È stato un piacere conoscerti, Liz. A domani.
Romantica: A domani Michael. Buonanotte.
Maria aveva proprio ragione. La chat era fantastica. E quel Michael era molto
simpatico. Non vedeva l’ora che arrivasse l’indomani sera per continuare a
chattare con lui. sentiva come un flusso magico che la legava a lui e voleva
conoscerlo il più a fondo possibile. Andò a dormire serena e sognò di Michael,
che andava a prenderla a lavoro in sella ad un cavallo bianco.
Michael aveva chattato diverse volte, ma questa era la prima in cui si
interessasse così ad una persona. Immaginava Liz, come sarebbe stato parlare
con lei guardandola negli occhi e provare di nuovo il brivido del
corteggiamento e del primo bacio. Non era molto corretto nei confronti di
Isabel, ma in fin dei conti non conosceva Liz di persona; perciò non le faceva
alcun torto.
La sera seguente Liz si collegò e attese che Michael la chiamasse.
Ulisse: Ciao principessa. Visto che ho mantenuto la promessa?
Romantica: Michael! Ciao. Come è andata oggi?
Ulisse: Sono dovuto andare in tribunale per una causa di divorzio, poi sono
tornato in ufficio e sono stato in riunione un paio d’ore e poi nel pomeriggio
ho sbrigato qualche pratica e mi sono incontrato con un nuovo cliente. E la tua
giornata?
Romantica: Mamma mia che giornata movimentata! La mia è stata molto più
tranquilla. Stiamo cercando di clonare una cellula umana, ma non è semplice.
Ulisse: Direi di no! Lo sai che ti ho pensato oggi?
Romantica: Davvero? Anch’io ti ho pensato. È così strano pensare ad una persona
che non conosci neanche.
Ulisse: Sì, ma c’è il fascino del mistero.
Romantica: Vero. quando conosci una persona da tanto no c’è più quell’interesse
che non ti fa stare nella pelle al pensiero di vederla; invece quando devi
scoprire tutto di una persona è quasi magico.
Ulisse: Sei veramente dolce Liz. È come se per te la vita fosse tutta una
scoperta, un luogo da esplorare.
Romantica: Sì, è proprio così.
Ulisse: Sai che per me è la prima volta che chatto tanto con una ragazza? Di
solito dopo qualche ora mi annoiavo e interrompevo la conversazione, ma con te
è diverso. È come se ci fosse qualcosa che mi porta da te.
Romantica: Per me è lo stesso. È come se ti conoscessi da tanto tempo,
nonostante non sappia quasi niente di te.
Ulisse: Com’era la tua vita a Roswell? Cosa facevi? Voglio sapere tutto di te.
Romantica: I miei genitori hanno un locale che si chiama Crashdown Cafè e io li
aiutavo dopo la scuola. Maria, la mia migliore amica, faceva la cameriera come
me. Noi due ne facevamo di tutti i colori! Poi è arrivato Kyle, il mio ex
ragazzo, e mi sono calmata. Sono stata con lui tutti gli anni del liceo, ma poi
le nostre strade hanno preso direzioni diverse. Lui era il figlio dello
sceriffo ed è andato alla scuola di polizia, mentre io sono venuta qui a New
York. Ti basta?
Ulisse: Sei venuta qui da sola?
Romantica: No. Maria è venuta con me. Lei ha studiato alla scuola d’arte ed è
diventata una grande cantante. Poi abbiamo conosciuto Alex, che è diventato il
nostro più grande amico, ed è anche il bassista del gruppo di Maria.
Ulisse: E storie con ragazzi?
Romantica: C’è stato un ragazzo: Sean, il cugino di Maria. Siamo stati insieme
qualche mese ma non era il ragazzo giusto per me. Ora tocca a te.
Ulisse: Io e Max siamo praticamente cresciuti insieme. Abitavamo nello stesso
quartiere. Poi a noi si è aggiunta Isabel, la sorella di Max. Siamo sempre
stati inseparabili, finché io e Isabel ci siamo messi insieme. Credo che sia
stato inevitabile. Siamo stati insieme tre anni e la storia è finita da non
molto.
Perché continuava a mentirle? Lui e Isabel stavano ancora insieme. Cosa gli
stava succedendo?
Romantica: Mi dispiace. Devi aver sofferto molto.
Ulisse: Sì, ma ora è passata. Max mi porta fuori appena può e mi fa divertire.
È un buon amico.
Romantica: E lui ce l’ha la ragazza?
Ulisse: No. È stato due anni con Tess, la migliore amica di Isabel, ma poi è
finita. Lei è un’ochetta viziata. Non faceva per Max.
Romantica: Deduco che non ti piacciono le figlie di papà…
Ulisse: Esatto. Odio le persone che si atteggiano superiori solo perché hanno i
soldi. Anche la mia famiglia è benestante, ma io mi sono sempre dato da fare
per cavarmela da solo con le mie forze. Studiavo e lavoravo per pagarmi gli
studi e appena ho potuto sono andato a vivere da solo.
Romantica: Ammirevole. Sei in gamba.
Ulisse: Grazie. Sai, continuo a immaginare i tuoi occhi. Hai detto che sono
marroni e io vedo i dolci occhi di un cerbiatto, occhi intelligenti, curiosi e
brillanti. Sbaglio?
Romantica: Vuoi farmi diventare rossa, vero?
Ulisse: Scommetto che sei bellissima quando arrossisci.
Romantica: Devi avere molte ragazze ai tuoi piedi! Sai come farci perdere la
testa.
Ulisse: No. Dico solo quello che penso.
Romantica: Be’, anche stasera si è fatto tardi. Vorrei restare con te tutta la
notte, ma non posso. Ci sentiamo ancora?
Ulisse: Certo. domani sera. Ti cerco io. Ciao principessa, sogni d’oro.
Romantica: Buonanotte.
E così tutte le sere Liz e Michael chattavano. A poco a poco si conobbero
meglio e crebbe anche la voglia di incontrarsi. Ormai Liz si confidava più con
Michael che con Maria e Michael ogni sera lasciava Isabel per tornare a casa
presto e chattare con Liz.
Lui non faceva altro che immaginarsela, coi suoi lunghi capelli scuri e gli
occhi da cerbiatto e lei non faceva altro che fantasticare sul suo principe sul
cavallo bianco. Incontrarsi divenne inevitabile.
Si diedero appuntamento per vedersi il lunedì pomeriggio in un caffè del
centro.
- Max, sono nei guai! – disse Michael lunedì mattina al suo amico.
- Cosa è successo? –
- Devo andare a incontrare una ragazza conosciuta in chat ma ho un’udienza
molto importante oggi pomeriggio –
- Scusa, tu stai con mia sorella e incontri altre ragazze? –
- Non la tradisco mica! È solo un’amica conosciuta in chat. Non c’è niente di
male. Beviamo un caffè, facciamo quattro chiacchiere e poi non ci vediamo più –
- Allora sposta il giorno –
- Non ho il suo numero di telefono e non so quale sia il suo cognome –
- Ma se sapevi dell’udienza, perché le hai dato appuntamento? –
- L’hanno spostata all’ultimo. Tu mi devi aiutare –
- E cosa vuoi che faccia, scusa? –
- Incontrala tu –
- Ma sei impazzito? Non voglio entrarci nei tuoi casini –
- Non posso darle buca. Ci rimarrebbe troppo male –
- Così la prossima volta non fai lo stupido e ti concentri sulla vita reale.
Chi ti dice che non sia una squilibrata? –
- Max smettila di essere così diffidente. Ascolta, tu dovrai andare là,
fingerti me, parlare un paio d’ore con lei e poi inventerai qualcosa per
scaricarla –
- Questo invece sarebbe carino? Non è meglio non illuderla? –
- Devo sapere com’è fatta. Farò tutto quello che vuoi –
- Sì, come no –
- Ti scongiuro Max, è l’ultimo favore che ti chiedo –
- D’accordo. Ma che sia l’ultimo –
- Grazie, sei il migliore. Allora, queste sono le stampe delle nostre chat.
Studiatele bene per oggi pomeriggio – disse Michael consegnandogli un plico di
fogli.
- Ma per quanto tempo avete chattato? –
- Qualche mese. Ah, le ho detto che non sono fidanzato e le ho fatto un po’ di
complimenti, sai, per tenere viva la conversazione. Tu non preoccuparti, lo sai
che amo Izzy –
- Lo spero per te –
Così Max passò il resto della mattinata ad apprendere più notizie possibili su
Liz.
Liz non stava più nella pelle. Finalmente avrebbe conosciuto Michael, l’uomo
dei suoi sogni. Sentiva che lui era quello giusto. Non faceva altro che pensare
a lui, alle dolci parole che le scriveva quando chattavano, a quanto fosse
intelligente e diverso dagli altri ragazzi che conosceva. Sperava che anche per
lui fosse stato lo stesso. Be’, ripensando a ciò che si erano scritti forse
qualche possibilità ce l’aveva. Poi lui non era fidanzato e vivevano nella
stessa città. Cosa voleva di più?
E così, immersa nei suoi pensieri, Liz giunse al caffè. Poco dopo un ragazzo
bruno con due occhi splendidi le si avvicinò: - Sei Liz?-
- Sì –
- Io sono Michael –
- Michael? Ma i tuoi capelli? –
- Sì, volevo farti una sorpresa e così non ti ho detto che me li tingevo –
Max non era preparato a questo. Erano diversi lui e Michael. Ma perché quel
ragazzo si cacciava sempre nei guai e puntualmente lo coinvolgeva?
Max sedette e osservò Liz. Aveva letto la sua descrizione, ma sicuramente non
le rendeva giustizia. Era bellissima. I suoi lunghi capelli scuri scendevano
morbidi e lucenti sulle spalle e i suoi occhi erano ipnotizzanti. Erano dolci e
davano quasi un senso di pace. Meno male che Michael non era andato
all’appuntamento, altrimenti si sarebbe di certo innamorato di lei.
- Be’, avevi detto che avevi gli occhi nocciola, ma hai omesso i suoi riflessi
dorati – interruppe i suoi pensieri la voce di Liz.
- Be’, non sono niente di speciale –
Doveva comportarsi come Michael. Si presumeva che loro due avessero una certa
confidenza e Liz lo ricopriva di complimenti per chat, perciò non doveva farsi
vedere in imbarazzo.
- Avevo proprio ragione a immaginare i tuoi occhi. Sono belli come quelli di un
cerbiatto – continuò Max. Aveva fatto bene Michael a dargli le stampe delle
loro “chiacchierate”.
Liz sorrise e arrossì leggermente. A Max si fermò il respiro. Non aveva mai
visto niente di più bello. Era come se il suo sorriso illuminasse la stanza, un
sorriso così puro e genuino.
Liz non sapeva più a cosa pensare. Michael si era descritto leggermente
diverso. Non le aveva mai detto di avere le orecchie leggermente a sventola e
di aver gli occhi più stupefacenti del mondo. Erano di un colore indescrivibile
e le davano un tale calore da farla sentire sicura. Quel ragazzo era
bellissimo. Aveva l’aria misteriosa e moro stava benissimo.
- Allora Michael, pensi di aver fatto un buon affare incontrandomi o stai solo
sprecando il tuo tempo? –
- Vai dritta al punto, tu! Devo dire che è stata la scelta migliore che abbia
mai fatto. E tu cosa ne pensi?- rispose Max sorridendo, ed era vero.
Ringraziava mentalmente Michael per averlo coinvolto in questo incontro.
- Ero sicura che conoscerti sarebbe stato fantastico, ed ora ne sto avendo la
conferma –
- Sei sempre così dolce con tutti? –
- No, solo con chi se lo merita –
Ora toccò a Max sorridere e questa volta fu a Liz che si bloccò il respiro.
Dopo aver preso una bibita fresca andarono a fare una passeggiata a Central
Park. Sedettero su una panchina e continuarono a parlare. Effettivamente non
avevano molto da dirsi, conoscendo già quasi tutto l’uno dell’altro, ma essere
fisicamente vicini era una sensazione troppo bella.
- Mi sembra un sogno essere qui con te – disse Liz.
- Anche a me. Ho sempre visto solo parole scritte, mentre ora posso parlarti
guardandoti negli occhi e vedere come sei fatta –
- E come sono fatta? –
- Sei la creatura più dolce e bella che abbia mai conosciuto –
Liz gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia.
Max rimase immobile. Non si rendeva conto che solo con quel minimo contatto lui
rischiava l’infarto? Non aveva mai provato sensazioni forti come quelle che gli
dava Liz e il suo cuore rischiava di esplodere da un momento all’altro per la
felicità di essere con lei.
Max si alzò dalla panchina, raccolse una margherita e gliela porse.
- Per il fiore più bello –
- È una scusa per avere un altro bacio? – scherzò Liz, perché se non l’avesse
fatto si sarebbe messa a piangere da quanto era felice per quel gesto.
- Puoddarsi – stette al gioco Max. Desiderava avere un altro contatto con lei,
ma non un semplice bacio sulla guancia. Lui voleva baciarla come non aveva mai
baciato nessun’altra ragazza.
Liz prese la margherita e se la mise tra i capelli. Così sembrava una dea, ma
per Max lo era anche senza i fiori tra i capelli.
La giornata trascorse velocemente e presto si dovettero separare.
- Liz, è stato fantastico conoscerti. Spero di vederti ancora –
- Lo spero anch’io. Perché non ci mettiamo d’accordo in chat? –
- Io non voglio più chattare con te, io voglio parlare con te a quattr’occhi.
Perché non ci scambiamo il numero di cellulare?-
- Ottima idea –
- Allora ti chiamo per fissare il nostro prossimo appuntamento –
- Parli proprio come un avvocato –
- Già, a volte non me ne rendo nemmeno conto –
- Allora a presto –
- A presto –
Continuando a guardarsi negli occhi presero direzioni opposte.
Liz era in paradiso. Sapeva che Michael era speciale, ma non credeva di provare
sensazioni così nuove e belle con lui. Era dolce, gentile, capace di farla
sentire l’unica ragazza presente per lui. Era stata una giornata fantastica e
sperava che il loro prossimo incontro avvenisse il prima possibile. Gli mancava
già.
Max era nei guai. Come faceva a dire a Michael che si era innamorato a prima
vista di Liz? Non era mai stato così bene con una ragazza prima d’ora, ma
continuare a prenderla in giro non era affatto giusto. La voglia di rivederla
però era troppa per dar retta alla sua coscienza, ma molto presto le avrebbe
rivelato la sua vera identità. Perso nei suoi pensieri Max aveva raggiunto
l’appartamento di Michael.
- Allora, com’è andata? Com’è? Cosa avete fatto? –
- Michael, una domanda per volta! –
- Ok, ok. Allora, racconta –
- Liz è fantastica. Ha dei lunghi capelli scuri che sono lucenti come un raggio
di sole; i suoi occhi sono come quelli di una fata; il suo viso è bello come
quello di un angelo e il suo corpo è perfetto. Michael, lei è la perfezione –
- Max, da quando parli così di una donna? –
- Da quando ho conosciuto Liz. Abbiamo parlato di tante cose, ed è molto
intelligente. Quando le facevo qualche complimento lei arrossiva e sorrideva e
il mio cuore sembrava volesse esplodere –
- Oh Signore! Max, non dire quello che stai per dire –
- Michael, credo di essermi innamorato –
- Ecco, l’hai detto! Ma sei impazzito? Non puoi innamorarti di lei! Lei ti
crede me e non sarebbe giusto nei suoi confronti –
- Lo so ma non posso non rivederla più. Io non mi sono mai sentito così e
voglio andare fino in fondo –
- No, tu non farai niente del genere. Soffrirai tu e soffrirà lei. Quando
scoprirà che tu sei Max lei si sentirà tradita, ti mollerà e tu sarai ridotto
uno straccio. È questo che vuoi? –
- Io voglio stare con lei, costi quel che costi –
- Tu sei suonato. Lei ti parla in quel modo perché crede di parlare con me. Lei
prova qualcosa perché la prova per me. È una cosa falsa. Lei non vuole Max,
vuole Michael–
- Questo lo so, ma non posso farci niente. Preferisco avere il suo amore
fasullo che non averlo affatto –
- E non soffri all’idea? –
- Sì, ma non importa –
- Come vuoi, ma la prossima volta che vi vedete vengo anch’io. Capiterò lì per
caso e mi spaccerò per te. Voglio vedere la sua reazione –
- D’accordo –
Qualche giorno dopo, quando Max non resistette più senza vederla, chiamò Liz.
- Liz, ciao. Sono Michael –
- Michael! Credevo non mi chiamassi più –
- Scusami, ho avuto un po’ da fare. Mi stavo chiedendo se domani sera avevi
impegni –
- No, nessuno –
- Perfetto. Ti andrebbe di cenare con me? –
- Certo. Dove ci incontriamo? –
- Cosa ne dici di andare al ristorante italiano sulla 5°? –
- Vedo che ti ricordi i miei gusti in fatto di cucina –
- Ricordo tutto di te –
- Okay. Allora ci vediamo lì per le 7.30? –
- Sì. Non vedo l’ora. A domani –
- A domani –
E ‘indomani sera arrivò. Max era talmente agitato che arrivò al ristorante con
mezz’ora d’anticipo. Quando lei apparve, per lui fu come una visione. Era
splendida nel suo elegante abito nero e con i capelli racconti.
Liz girò l’angolo e quasi si bloccò alla vista di Max, perfetto nel suo
completo grigio.
- Ciao –
- Ciao. Questi sono per te – disse Max porgendole un mazzo di rose bianche.
- Wow! Ti ricordi anche quali sono i miei fiori preferiti –
- Sì. Vogliamo entrare? –
Nonostante avessero davanti un piatto di spaghetti fumanti, non riuscivano a
staccare gli occhi l'uno dall'altro. Era come se una forza misteriosa li
costringesse a fissarsi. Chiunque li avessi visti in quel momento avrebbe
capito quanto fossero innamorati.
La cena fu tranquilla, nonostante l’irrefrenabile voglia di essere l’uno tra le
braccia dell’altro. Stavano bene insieme, si divertivano, si sentivano a loro
agio, ma di tanto in tanto emergevano prepotentemente i loro sentimenti a
creare una strana tensione tra di loro; come se da un momento all’altro
potessero esplodere e non rispondere più delle loro azioni.
Dopo cena fecero una passeggiata per le strade della città e “casualmente”
incontrarono Michael.
- Michael! Cosa ci fai da queste parti? – esordì Michael.
- Oh ciao Max. Facciamo una passeggiata – rispose Max.
- Così lui è il famoso Max! Ho sentito molto parlare di te. È un piacere
conoscerti, io sono Liz –
- Il piacere è mio. Be’, Michael mi aveva detto che ha conosciuto una ragazza
stupenda, ma le sue parole non ti hanno reso giustizia –
- Ma siete tutti così galantuomini voi avvocati o voi due siete un’eccezione? –
- No, solo noi due – rispose Michael.
- Come mai sei in questa zona della città? – chiese Max a Michael.
- Ho litigato con Izzy e così ho fatto una passeggiata per schiarirmi le idee –
rispose Michael. Naturalmente era una bugia.
- E cosa ti ha fatto questa volta? –
- Oh, non è importante. Mia sorella sa essere così egoista a volte! – continuò
Michael.
- Vedrai che domani tutto si sistemerà –
- Lo so. Ma basta parlare di lei. Mi ha detto Michael che vi siete conosciuti
in chat –
- Già – rispose Liz.
- E quando l’hai visto cosa hai pensato? Era come te lo immaginavi? –
- Veramente mi aveva detto di avere i capelli castani. Direi che la descrizione
che ha fatto coincide di più con la tua, ma non è importante –
- Si vede che per fare colpo deve spacciarsi per me! – scherzò Michael.
- Ma ti fai trattare così? – chiese Liz a Max ridendo.
- Lui fa sempre così. Ci sono abituato –
- Diciamo che io e lui siamo due metà che si completano: lui è quello serio,
posato, razionale e io sono quello che si mette sempre nei guai e che fa il
bullo – disse Michael.
- Già. Me ne sono accorta – disse Liz ridendo ancora.
- Va bene, vi lascio. Divertitevi. Liz è stato un piacere conoscerti –
- Anche per me. Ciao –
- Simpatico il tuo amico – disse Liz una volta rimasti soli.
- Già –
- Però in chat non ti eri descritto serio e posato. Mi hai dato tutta un’altra
impressione –
- Vedi, quando sei in chat ti lasci andare, mentre nella vita di tutti i giorni
devi comportarti in un certo modo – si salvò in corner Max. Lui e Michael erano
uno l’opposto dell’altro e lei aveva chattato per mesi con Michael. Era ovvio
che Max si comportasse diversamente da lui. Sperava solo che Liz non avesse
capito niente.
- Sì, credo che tu abbia ragione – rispose Liz.
Camminarono ancora e giunsero davanti al palazzo dove abitava Liz.
- Eccoci. Io abito qui –
- Liz, è stata una serata fantastica –
- Anche per me lo è stata. Buonanotte Michael –
- Buonanotte Liz –
E così dicendo Max si chinò lentamente verso di lei e le sfiorò le labbra con
le proprie. Liz sollevò lo sguardo e lo guardò negli occhi. Max capitolò: la
strinse a sé e la baciò, dolcemente ma passionalmente, come se fosse l’ultima
volta.
Quando il bacio terminò, si guardarono ancora negli occhi e poi Liz prese a
salire i gradini fino al portone. Giunta in cima alla scalinata si voltò ancora
verso di lui, gli sorrise ed entrò.
Niente era mai stato perfetto come quella sera. Le rose bianche, la cena al
ristorante italiano, la loro passeggiata: tutto era andato per il meglio. Lui
l’aveva fatta sentire speciale e ora con quel bacio le aveva trasmesso il suo
amore. Camminando a volte si sfioravano le mani e lei era percorsa da brividi,
ma il bacio le aveva fatto provare molto di più. Mai nessun ragazzo le aveva
fatto tremare le gambe e girare la testa come aveva fatto lui. Ora sapeva
veramente cosa voleva dire essere innamorati.
Max si precipitò da Michael. Doveva parlare con qualcuno o sarebbe impazzito.
- Max, perché sei venuto a quest’ora? –
- Sono perso! Sono innamorato pazzo! Sto impazzendo! –
- Ok, ora calmati e dimmi cosa è successo –
- L’ho baciata… ed è stato come camminare su una nuvola. Il mio corpo era
percorso da brividi, sentivo solo lei. Era come se fossimo solo noi due
nell’universo: niente rumore delle auto che passavano o delle persone che
parlavano. Ero perso in lei ed è stata l’esperienza più bella della mia vita –
- Sei da manicomio! –
- Tu l’hai vista. Allora, com’è? –
- È veramente una bella ragazza, i suoi occhi sono proprio come me li ero
immaginati, ma non sento quello che senti tu. Quando chattavamo mi aveva preso
molto, al punto da trascurare Isabel, ma ho capito vedendola che era solo
l’influenza della chat. Io voglio una storia vera, e ce l’ho già con Isabel,
perciò è tutta tua –
- È la cosa più bella che tu mi abbia mai detto –
- Va bene, ora vai a casa, fatti una doccia fredda e poi vai a dormire. Non ti
ho mai visto così, mi stai spaventando –
- È l’amore, Michael, l’amore –
Il giorno dopo Max chiamò Liz. Non poteva più resistere senza sentire la sua
voce.
- Ciao Liz, sono Michael. Disturbo? –
- Assolutamente no –
- Ti sembrerò uno scemo, ma dovevo sentire la tua voce –
- No, mi sembri dolcissimo –
- Cosa fai oggi pomeriggio? –
- Finisco di lavorare alle 5.00 –
- Ti va se ci vediamo? Alle 5.30? –
- D’accordo. Vieni a prendermi a casa. Primo piano, appartamento numero 5 –
- Okay. A dopo –
Alle 5.30 Max suonò il campanello.
- Ciao –
- Ciao –
Tra loro scese l’imbarazzo. La sera prima si erano baciati ed ora non sapevano
come comportarsi. Dovevano parlarne? Per l’altro era stato magico? Decisero di
far cadere l’argomento ed uscirono a prendere un gelato.
Erano di fronte ad un chiosco, quando Isabel vide Max e li raggiunse.
- Max! Cosa ci fai qui? –
- Max? – chiese Liz.
- Sì, Max – continuò Isabel.
- Vuol dire che tu non sei Michael? –
- Max, perché questa ragazza crede che tu sia Michael? – Anche Isabel non
capiva la situazione.
- Isabel, puoi lasciarci soli per favore? – disse Max.
- Okay, ma non finisce qui. Voglio una spiegazione, sia da te che da Michael –
- A che gioco state giocando? – cominciò Liz una volta soli.
- Non volevamo ferirti. Tu hai chattato con Michael e proprio quando vi
dovevate incontrare lui ha avuto un impegno di lavoro e così sono venuto io –
- E perché? –
- Perché non credevo di innamorarmi di te a prima vista. Pensavo che la cosa
finisse lì e invece… -
- E invece hai pensato bene di prendermi in giro tutto questo tempo –
- No! Liz, i miei sentimenti sono sinceri –
- Ora capisco perché tu eri moro e perché eri così diverso da come Michael si
era descritto in chat. Ma come ho fatto a non capirlo prima? –
- Liz, mi devi ascoltare. Io non voglio perderti –
- Lo capisci che io credevo di parlare con Michael? Che tutto quello che
sentivo era per Michael? Tu ti sei approfittato di me e mi hai ingannata.
Dovevi dirmelo subito –
- Lo so, ho sbagliato –
- Già, ma ora è troppo tardi –
- No, Liz! Tu in questi giorni hai imparato a conoscermi e ieri sera hai
baciato me, non Michael –
- Sì, ma io credevo che tu fossi Michael. Sai cosa ti dico: andate al diavolo
tutti e due! –
Liz corse via, piangendo amaramente.
Non si era mai sentita così umiliata in vita sua. Max e Michael si erano presi
gioco di lei e dei suoi sentimenti. Ma come avevano potuto essere così? Dov’era
finito il Michael che aveva conosciuto in chat? E che fine aveva fatto il dolce
Max che aveva incontrato al caffè? Max e Michael erano diversi e si era resa
conto che quello con cui aveva trascorso tutte quelle belle giornate era Max, e
questo la fece arrabbiare ulteriormente. Ma era anche confusa: tutte quelle
sensazioni le provava per il ragazzo della chat o per Max? Da quando l’aveva
visto aveva dimenticato tutto quello che si erano detti in quei mesi e si era
concentrata solo sulle sensazioni che lui le dava. E quando si erano baciati
non aveva pensato che quel ragazzo era Michael, ma solamente alle sue labbra
sulle sue. E adesso cosa avrebbe fatto? Con chi dei due doveva avercela di più?
Rimase tutto il giorno a letto a pensare e alla fine prese una decisione:
avrebbe dimenticato tutti e due.
Max era sconvolto. Rimase immobile in mezzo alla strada a guardare Liz
allontanarsi da lui. Michael l’aveva avvertito che avrebbe sofferto, ma lui non
aveva voluto dargli retta, e ora stava malissimo.
Come ormai faceva spesso, si recò da Michael, e lì trovò anche Isabel.
- Allora Max, cosa sta succedendo? – andò dritta al punto Isabel.
- Michael ha conosciuto Liz in chat e hanno deciso di incontrarsi, ma lui non è
potuto andare all’appuntamento e così sono andato io spacciandomi per lui. Mi
sono innamorato di Liz da subito e ho continuato a vederla, fino a oggi –
- Siete due stronzi! – urlò Isabel.
- Ah sì?! –
- Sì. Michael, nonostante fossi fidanzato hai continuato a chattare con lei e
per giunta le hai dato un appuntamento! Chi sono io per te, un passatempo da
rimpiazziare con la prima che capita? –
- No. Non so cosa mi sia preso, volevo solo conoscere una persona nuova. Sarei
andato a quell’appuntamento e poi non l’avrei più rivista. Non avevo nessuna
intenzione di tradirti –
- Certo, perché io ti credo! –
- Fai quello che vuoi. Io ho incontrato Liz e le ho anche parlato. L’altra sera
ho incontrato lei e Max e mi sono fermato. Non ho provato niente e ho capito
che la storia che ho con te è migliore di quella che potrei avere con una
ragazza conosciuta in chat –
Isabel rimase in silenzio qualche secondo e poi parlò a Max: - E tu sei
doppiamente stronzo perché non le hai detto la verità. Lei credeva di stare con
Michael e invece era con te. Hai idea di come possa sentirsi in questo momento?
–
- Sì, ma avevo troppa paura di perderla –
- Se l’amavi sul serio gliel’avresti detto. Una volta chiarita la situazione
magari lei capiva che voleva te, ma sei troppo stupido per agire come un uomo –
- Hai ragione. E adesso cosa faccio? –
- Niente. Hai perso la tua occasione con lei –
- Dio Izzy, quanto sei tragica! Vedrai che un modo lo troveremo per
riconquistarla – disse Michael.
- Ha ragione Izzy, non mi vorrà più vedere –
- Ora devi parlare con lei, farle capire che lei è sempre uscita con Max e devi
dimostrarle quanto l’ami – disse Isabel.
- Sì, da domani scatta l’operazione “riconquistare Liz” –
- Buona fortuna amico – disse Michael.
Il giorno dopo Max si appostò all’uscita del centro di ricerca dove lavorava
Liz e aspettò che lei uscisse.
- Liz, ti devo parlare – le disse non appena la vide.
- Non abbiamo niente da dirci –
- Ti prego, ascoltami. Io volevo dirtelo ma avevo troppa paura di perderti –
- Ora è troppo tardi – aprì lo sportello della sua auto e vi salì, senza
degnarlo di uno sguardo.
- Liiiiz! – urlò Max all’auto che si stava allontanando.
Se credeva che le sue sorprese sul posto di lavoro potessero farle cambiare
idea, si sbagliava di grosso. Quella era stata l’ultima volta che un ragazzo si
prendeva gioco di lei. Era ora di tirare fuori gli artigli.
Per una settimana Max, tutti i giorni, andava ad aspettarla al laboratorio e la
seguiva fino a quando lei non saliva in macchina. I primi giorni tentò di
parlarle ma poi capì che era inutile e smise, si accontentava di camminarle
accanto, anche se lei non lo guardava e non gli parlava. Quando l’auto di Liz
lasciava il parcheggio, lui si incamminava verso casa.
Michael non riusciva più a vedere il suo amico in quello stato: non mangiava
più, non sorrideva, non si impegnava nel suo lavoro. Era diventato un automa
che non faceva altro che aspettare l’ora per andare da Liz. Decise così di dare
una mano al suo amico.
Quel pomeriggio fu Michael a presentarsi al laboratorio.
- Liz, per favore ascoltami –
- Tu sei l’ultima persona che voglio vedere –
- Lo so e mi dispiace, ma Max è uno straccio –
- Adesso non fare il furbo per farmi sentire in colpa. Lui sta benissimo,
perciò tornatene alla tua vita –
- Liz, non l’ho fatto apposta a non venire all’appuntamento. Hanno cambiato la
data di un’udienza e l’ho saputo poco prima; non avevo il tuo numero di
telefono, così ho mandato Max –
- Potevi non venire e poi spiegarmi tutto in chat –
- No, ti saresti arrabbiata, avresti sofferto e io non volevo –
- E credi che ora non stia soffrendo? Mi hai fatto credere di essere una
persona speciale, e invece sei esattamente come tutti gli altri. Perché hai
mandato Max? Perché dopo quell’incontro mi avresti scaricata, non è vero? –
Michael rimase in silenzio.
- Infatti. Che senso aveva dirmi tutte quelle cose, farmi sentire speciale per
te, illudermi che tra noi potesse nascere qualcosa se tu non avevi nemmeno
alcuna intenzione di diventare mio amico? –
- Io sono fidanzato. Quando chattavamo ho sentito qualcosa per te che mi ha
spinto a dirti di essere libero, ma quando abbiamo deciso di incontrarci ho
realizzato che la cosa stava diventando reale e che avrei potuto tradire
Isabel; così ho deciso di vederti una sola volta –
- Molto commovente – disse Liz ironicamente.
- Non credevo che Max si innamorasse di te da subito. Ti giuro, non l’ho mai
visto così. Io gli ho detto di non vederti più, ma lui ha insistito dicendo che
non poteva stare senza di te –
- Non attacca, Michael –
- Non ti sto mentendo. Liz, come hai fatto a non accorgerti che non ero io? –
- Non lo so. Le sensazioni che provavo quando stavo con lui erano talmente
forti e nuove da non farmi pensare ad altro. Mi ero trovata così bene solo con
te, perciò per me era logico che quello fossi tu –
- E cosa hai provato quando mi hai visto la prima volta? –
- Niente. Cosa dovevo provare? Ho solo notato che tu eri proprio come ti eri
descritto, ma non sono riuscita a capire cosa era successo –
- E perché? Perché non ti è venuto il dubbio quando mi hai visto? Perché non
hai fatto un paragone tra me e lui? –
- Perché non ne avevo bisogno. Sapevo che Michael era il ragazzo al mio fianco
–
- No, perché non ti interessava chi fosse veramente Michael. Stavi troppo bene
con Max e non vuoi ammettere che ti sei innamorata di lui non appena l’hai
visto –
- Io credevo che fossi tu! – urlò Liz.
- E allora, se non ti interessa niente di Max, perché quando hai scoperto chi
era ti sei arrabbiata tanto con lui? –
- Perché non mi aveva detto la verità –
- Ti sei arrabbiata tanto con lui e non con me perché provi qualcosa per lui –
- Non è vero –
- Sì che lo è, e tu lo sai –
- Sparisci Michael –
- Lo farò, ma ricorda quello che ti ho detto: tu ami Max e Max ama te –
Ma chi si credeva di essere per andare da lei e dirle quello che provava per
Max? Cosa ne sapeva lui dei suoi sentimenti? Sicuramente si sentiva in colpa
per quello che aveva fatto e voleva rimediare cercando di farla cadere tra le
braccia di Max, ma non avrebbe funzionato. Anche Max si comportava così per il
suo senso di colpa. Di certo non provava niente per lei. E lei non provava
niente per Max. Ma allora perché essere sola con Michael, con il vero Michael,
non le aveva dato nessuna sensazione, mentre non appena vedeva Max nel
parcheggio le batteva più forte il cuore? E perché sperava che Max le
confessasse di essere stato lui a chattare con lei per tutti quei mesi? Ma cosa
le era preso: non era mai andata in chat, non aveva mai flirtato così
apertamente con un ragazzo e non si era mai nemmeno sognata di incontrare un
ragazzo che in fondo non conosceva affatto. E invece non aveva dato ascolto
alla parte razionale di lei e si era lasciata andare. Complimenti Liz, proprio
un’ottima scelta! E ora non sapeva più cosa fare e cosa pensare. Nonostante
tutto, le parole di Michael l’avevano colpita, riuscendo a leggere dentro di
lei e rassicurandola sull’amore di Max. Avrebbe aspettato una mossa da parte di
Max e poi avrebbe deciso.
Sì, ci aveva visto giusto: Liz era innamorata di Max. Ora non restava altro che
spronare Max a continuare la sua “operazione”.
- Max, ho parlato con Liz e penso che d’ora in poi sarà più disposta a parlare
con te –
- Cosa le hai detto? Cosa ti ha detto? –
- Le ho spiegato tutto e le ho detto che è vero che l’ami –
- E lei non ti ha creduto – disse Max rassegnato.
- Subito no, ma poi l’ho fatta ragionare e credo che prima o poi anche lei avrà
qualcosa da dirti –
- Odio quando parli in questo modo! Sii chiaro, cosa mi dirà? –
- Eh no caro mio, io ho già fatto abbastanza. Ora tocca a te –
Così Max si rassegnò e il giorno seguente si presentò da Liz con in mano un
mazzo di rose bianche.
- Per te – le disse porgendogliele.
- Non le voglio –
Max abbassò il capo sconfitto, ma non si diede per vinto.
- Ho saputo che ieri hai parlato con Michael. Non so cosa vi siete detti ma
spero che tu sia disposta a perdonarmi… prima o poi –
- Cosa te lo fa pensare? –
- Niente, ma non ce la faccio più ad andare avanti così. Mi manchi da morire,
mi manca sentire il profumo dei tuoi capelli, guardare i tuoi occhi, mi manca
la tua voce, il tuo sorriso –
- Risparmia il fiato –
- Capisco che tu ti senta tradita da me e da Michael, ma cosa posso farci se mi
sono innamorato di te non appena ti ho visto al caffè? Credi che io non abbia
sofferto a sentirmi chiamare Michael e sapendo che tu eri felice perché credevi
di stare con lui? Ma non mi importava, perché ero con te –
- Non ti ho chiesto io di innamorarti di me – disse Liz, ma con poca
convinzione nella voce.
La sua forza stava iniziando a vacillare. Dopo le parole di Michael e la
confessione di Max, cominciava a credere che Max l’amasse sul serio.
- Io so che non proverai mai niente per me, ma almeno vorrei la tua amicizia.
Per essere felice mi basta starti vicino e poter parlare e scherzare con te.
Purtroppo so che nel tuo cuore c’è Michael, e io non posso fare niente per
farti cambiare idea –
Liz era senza parole. Possibile che l’amasse così tanto e che avesse sofferto
tutto quello per lei? Possibile che non si era accorto che quegli sguardi erano
per lui e che nel suo cuore c’era lui e non Michael?
In quelle settimane era stata malissimo, non solo perché era arrabbiata con Max
e Michael, ma anche perché Max le mancava terribilmente. Michael aveva ragione:
se non le fosse importato niente di Max lei non se la sarebbe presa con lui. Se
non avesse provato niente per Max, quando aveva scoperto che lui non era
Michael, avrebbe accettato le sue scuse. Invece si era arrabbiata così tanto
perché a non dirle la verità era stato Max, l’uomo che amava. E ora che aveva
capito i suoi veri sentimenti non poteva perdere Max di nuovo. Al diavolo i
suoi propositi di non perdonarlo e allontanarlo da sé; avevano sofferto
entrambi abbastanza ed ora era giunto il momento di essere felici.
- Tu non puoi fare niente per farmi cambiare idea, perché non c’è proprio
niente da cambiare – Liz si avvicinò a Max lo baciò.
Le sensazioni che aveva provato al loro primo bacio tornarono, più forti e
profonde. Era la conferma finale, e l’aveva avuta. Lei amava Max da quando
l’aveva conosciuto al caffè.
- Liz, ma… - disse Max spaesato, poco dopo.
- Non l’hai ancora capito? –
- Perché mi hai baciato? Io… -
- Perché amo te, da sempre –
- Ma tu credevi che io fossi Michael –
- È vero, ma quando ho saputo che eri Max io me la sono presa con te perché eri
tu il ragazzo che mi faceva ridere, che mi faceva provare sensazioni
magnifiche. Quando ti ho baciato, io ho baciato te, non Michael –
- Liz, stai dicendo sul serio? Non mi stai prendendo in giro, vero? –
- No. Max, è te che voglio. Da quando ho incontrato i tuoi occhi al caffè
Michael non è più esistito –
- Dio Liz, sapessi quanto ti amo. Non ce l’avrei fatta ad andare avanti senza
di te. Ora che so com’è stare con te, non voglio perderti. Mi prometti che non
mi lascerai mai? –
- Be’, non ti posso assicurare niente per gli anni a venire, ma per ora non ho
alcuna intenzione di lasciarti –
- Ti amo Liz –
- Ti amo anch’io, Max –
Scritta
da Kassandra |