Riassunto:
Cosa sarebbe successo se Max, nel vedere Liz e Kyle a letto insieme, non se ne
fosse andato via a testa china?
Data di stesura:
dall’11 al 20 dicembre 2003.
Valutazione:
adatto a tutti. Beh, magari i bambini più piccoli è meglio che vadano a
nanna...
Diritti: Tutti
i diritti dei personaggi appartengono alla WB e alla UPN, e il racconto è di
proprietà del sito Roswell.it.
Nota dell'autrice:
Grazie, Monica! “Per cosa?” “Per ogni commento, per ogni confronto, per ogni
consiglio...”
E-mail:
ellis@roswellit.zzn.com
“Devo convincerla... Devo assolutamente riuscire a convincerla a venire con
me...” Salì risoluto la scala di sicurezza e scavalcò il muretto. Esitò ancora
un attimo poi si fece coraggio e si avvicinò alla finestra. E si fermò di
colpo. Per un attimo il cuore smise di battere e sentì la testa diventare
leggera. Un’espressione di totale smarrimento gli si dipinse sul volto mentre
continuava a fissare Liz e Kyle sdraiati a letto insieme. Quasi incapace di
respirare indietreggiò e i biglietti per il concerto di Gomez gli caddero dalle
dita ma lui non se ne accorse. Si volse per andarsene, inebetito dal dolore.
Poi venne travolto dall’ira, un’ira furibonda, e fece dietrofront. Spalancò la
finestra con tanta forza che quasi ruppe il vetro e si scagliò all’interno
della stanza. - Fuori! Sparisci! - gridò a Kyle evitando con cura di guardare
Liz.
Preoccupatissimo per l’amica il giovane non si mosse.
- Ho detto fuori! - gridò ancora Max avvicinandosi al letto con fare
minaccioso.
- Fai del male a Liz e io ti ammazzo - Kyle parlò con voce fredda e decisa,
pienamente consapevole della rabbia cieca dell’altro.
- Prova a toccarla, e sarò io ad ammazzare te! - L’alieno era fuori di sé e
aveva una gran voglia di spaccare tutto. - Vattene! -
Liz era terrorizzata. Non aveva mai visto Max in quel modo ed era sicura che
avrebbe davvero ucciso Kyle. Nel tentativo di placarlo si sollevò un poco a
sedere stringendosi al petto la coperta, le dita talmente contratte da avere le
nocche bianche. - Max... - Non fece in tempo ad aggiungere altro perché lui si
volse a guardarla con un tale disprezzo che si sentì quasi svenire. - Perché
Kyle? - la interruppe gelido. - Non avevi detto che eravate soltanto amici? Tu
vai a letto con gli amici, e ti rifiuti di uscire con chi dici di amare? -
- Max, lasciala in pace - intervenne di nuovo Kyle, sempre più agitato per Liz.
- Non so cosa sia successo tra di voi né lo voglio sapere, ma guai a te se osi
picchiarla! -
Max non diede segno di averlo sentito. Continuava a fissare la ragazza, ancora
incapace di credere a quello che aveva davanti agli occhi.
- Max, vai via. E’ meglio per tutti. -
Senza alcun preavviso il giovane si girò puntandogli un dito contro. - No, tu
te ne devi andare! E subito! E guai a te se osi rimettere piede in questa
stanza! Non sto scherzando, Kyle! Se ti rivedo accanto a Liz io ti uccido! -
Abbassò la mano per afferrare un lembo della coperta. - Fuori! - gridò tirando
il tessuto con violenza.
Liz lanciò un grido strozzato cercando inutilmente di trattenere la coperta, e
Kyle balzò giù dal letto deciso a lottare contro Max pur sapendo che avrebbe di
sicuro avuto la peggio.
Ma l’alieno era rimasto immobile, ansimante e sconvolto. Sia Liz che Kyle
indossavano la biancheria intima, e la cosa non aveva alcun senso... Tornò a
guardare Liz, il suo volto pallidissimo e bagnato di lacrime. - Che significa,
tutto questo? - chiese con voce bassa e roca, in cui non c’era più alcuna
traccia della furia che lo aveva animato fino a pochi secondi prima. - Parla,
Liz... Dimmi che cosa significa... -
Invece di rispondere la ragazza si rannicchiò stringendosi le ginocchia al
petto, quasi volesse scomparire alla sua vista, e lui non poté fare altro che
continuare a guardarla mentre piangeva e si dondolava piano. Poteva sentire la
sofferenza che emanava da lei, forte ed intensa, ma non capiva. Non riusciva a
capire perché avesse organizzato tutta quella messinscena... In un angolo
remoto del suo cervello registrò i movimenti di Kyle che si rivestiva e, dopo
aver borbottato un sommesso saluto a Liz, se ne andava, ma non distolse mai gli
occhi dal capo chino di lei. Dopo alcuni interminabili secondi emise un
profondo sospiro. - Perché? - Guardò con cupa tenerezza le sue spalle esili, la
linea affusolata dei piedi e delle caviglie, e avvertì un doloroso senso di
sconfitta. Quante volte gli aveva detto di amarlo, e poi gli aveva confessato
di non voler stare accanto a lui. Ed era finita a letto con Kyle... Ma non
avevano fatto l’amore, no. Erano rimasti vestiti, sotto le lenzuola, ed avevano
scelto proprio quella sera, fra tante... O forse, non era la prima volta... No,
no, non era possibile. Vero che da qualche tempo Liz si comportava in modo
molto strano, ma non poteva essere per via di Kyle... Lo avrebbe sentito,
quando l’aveva baciata nell’ufficio della Whitaker, e invece nella sua mente
aveva percepito solo immagini di loro due... Liz non lo aveva lasciato per Kyle,
però aveva fatto in modo che lo credesse. Perché? Perché, maledizione? Avrebbe
voluto scuoterla, costringerla a rispondere alle sue domande, ma non voleva
spaventarla. Non voleva che si ritraesse da lui. Non voleva più vederla
allontanarsi. Non lo avrebbe sopportato... Non di nuovo...
Lentamente sedette accanto a lei e attese finché alzò il viso e lo guardò.
Aveva gli occhi rossi e gonfi, e per un attimo desiderò stringerla fra le
braccia e baciarla fino a cancellare ogni segno di quella terribile serata. Ma
aveva bisogno di sapere. Doveva, o sarebbe impazzito. - Tu mi ami, lo so. Però,
per un motivo che ancora non sono riuscito a capire, hai deciso che non
dobbiamo stare insieme. Che io... devo stare con Tess. Ma io amo te... - Si
chinò leggermente verso di lei, teso perché forse, nonostante tutto, quella
poteva anche essere la verità. - Hai cercato di farmi credere di aver fatto
l’amore con Kyle - sussurrò. La sua fu più un’affermazione che una domanda, ma
aveva comunque timore della risposta.
Liz non disse niente, limitandosi a continuare ad osservarlo. Era esausta, non
riusciva a provare più nulla se non una grande stanchezza. Sapeva che, nascosto
in bagno, il Max del futuro stava aspettando, ma lei aveva fatto tutto quello
che poteva...
Poiché non controbatteva, Max sentì una scintilla di speranza nascergli in
cuore. Allora era così! Si era trattato solo di una messinscena! Costruita per
lui, per convincerlo che fra di loro era finita, mentre la verità era che Liz
lo amava ancora e voleva vivere al suo fianco... Sì, gli aveva detto di non
voler morire per lui, ma era anche convinta, in un qualche modo contorto, che
per il bene suo, di Michael e di Isabel doveva lasciarla andare... Forse era
per questo che aveva sentito il bisogno di ferirlo così atrocemente, per
costringerlo a rinunciare per sempre a lei? Certo, Liz sarebbe stata capace di
fare qualsiasi cosa pur di salvarlo, e di salvare le persone che amava. Perché
lei era fatta così... Era generosa ed altruista... Era la sua Liz... Quindi,
doveva pensare che avesse deciso di allontanarlo da sé, arrivando a fare in
modo che la trovasse a letto con Kyle, perché riteneva che quella fosse la cosa
più giusta da fare per... lui...
Dopo una breve esitazione si spostò sul bordo del materasso, tenendosi a quella
che giudicò una distanza di sicurezza. Vedere Liz praticamente nuda lo stava
sconvolgendo ogni istante di più... - Per favore, spiegami... Spiegami il
perché di tutto questo... Mi hai detto delle cose... che mi hanno fatto molto
male ma... che ho accettato perché... è vero, hai ragione, vivere accanto a me
è pericoloso... e tu hai il diritto di condurre una vita normale, di avere dei
figli che possano crescere in sicurezza... E siccome io ti amo, Liz, ti amo
veramente, ho capito che dovevo lasciarti libera... Ma è difficile, per me,
rimanerti lontano e... - abbassò lo sguardo sulle proprie mani, abbandonate tra
le gambe, e scosse un poco la testa - e così ho continuato a sperare... ad
insistere... E ti ho costretta a ricorrere all’inganno... Solo che... continuo
a non capire perché tu abbia cercato di... di allontanarmi da te e allo stesso
tempo di farmi avvicinare a Tess... Ti giuro, Liz, sto letteralmente impazzendo
nel tentativo di comprendere il motivo del tuo comportamento... ma non ci
riesco Tornò a guardarla, e Liz poté vedere il profondo dolore che lo
tormentava. - Io... - Si passò una mano fra i capelli e lanciò un’occhiata
smarrita in direzione del bagno. Nuove lacrime presero a scivolarle lungo le
guance, e le asciugò in maniera automatica. - E’ vero, ho fatto proprio quello
che hai detto... E mi sento male da morire al pensiero di averti trattato
così... Ma ho dovuto farlo... - La voce le si ridusse ad un bisbiglio e Max si
scoprì a trattenere il respiro per non perdere una sola parola. - Perché? -
chiese di nuovo, quando il silenzio divenne troppo lungo.
Invece di rispondere la ragazza si volse nuovamente a guardare il bagno. -
Perché non potevo sopportare l’idea di essere la causa della morte di Isabel...
di Michael... della fine... di tutto... - Tremava, e quando tacque si morse le
labbra a sangue. - Mi dispiace... - sussurrò incontrando ancora una volta lo
sguardo di Max.
Il giovane si protese impercettibilmente verso di lei. - Come fai a dirlo? -
mormorò concitato - Come puoi sapere che stare insieme a me possa avere
questi... questi effetti distruttivi?!? Tu non conosci il futuro, nessuno di
noi lo conosce! -
- Io sì -
Nell’udire quelle parole Max si girò di scatto e rimase a fissare sbigottito
l’uomo fermo sulla soglia del piccolo bagno di Liz. - E tu chi diavolo sei? -
Si alzò in piedi, continuando a studiare ogni dettaglio del nuovo venuto. Era
così familiare... così... No, non poteva... - Sei... me? - disse con un filo di
voce.
Il Max del futuro si raddrizzò ed incrociò le braccia davanti al petto. - Sono
come sarai tu fra quattordici anni. E... sono stato io a chiedere a Liz di fare
quello che ha fatto - Alzò un attimo lo sguardo al cielo. Certo, avrei
preferito che avesse trovato un altro sistema ma... tu... io... - Scrollò il
capo accennando un mezzo sorriso - siamo decisamente restii a stare lontani da
lei... Ci voleva qualcosa di molto drastico, e avrebbe anche funzionato se tu
non fossi tornato indietro... -
Max serrò più volte le mascelle. Avrebbe voluto gridare, prendere a pugni quel
farabutto che aveva costretto Liz a fare tutte quelle cose orribili, ma come
poteva? In fin dei conti... era lui stesso... Era lui, che, nonostante le mille
promesse fatte di proteggerla sempre, alla fine le aveva fatto del male...
- E adesso cosa succederà? - chiese la ragazza, lo sguardo basso e le labbra
tremanti per la tensione. Avere fatto tanto, aver causato tanta sofferenza alla
persona che amava più della sua vita, e tutto per niente...
- Non lo so - Il Max del futuro guardò la versione più giovane di se stesso,
ricordando ogni sensazione, ogni desiderio, ogni fantasia che aveva provato in
quegli anni, e si strinse nelle spalle. - Ero venuto qui, in questo tempo, per
far sì che io e Liz non diventassimo una coppia, ma... alla fine è successo
proprio come... come allora... Non... andrò mai al concerto di Gomez... -
- Quindi... la Terra è destinata ad essere invasa, e tutti noi moriremo... -
Liz fissò sgomenta il Max del futuro ma poteva sentire su di sé lo sguardo
penetrante del “suo” Max.
- Non è detto. - L’uomo si rivolse al suo doppio - Vedi, noi quattro... mi
riferisco a te... me, Michael, Isabel e Tess, ognuno col nostro particolare
dono, formavamo una squadra. La nostra forza era legata alla nostra unione,
ma... un giorno Tess lasciò Roswell e così... l’equilibrio si ruppe e, in
seguito, non riuscimmo a far fronte ai nemici che, dopo aver conquistato Antar,
attaccarono la Terra. - Tacque, visibilmente a disagio, e Max lo fissò
socchiudendo gli occhi. - Per quale motivo Tess se ne andò via? - indagò. -
Sapeva che la sua presenza era fondamentale? -
Il Max del futuro fece un cenno negativo col capo. - Lo abbiamo capito solo
dopo, quando ormai non c’era più niente da fare. E prima che tu me lo chieda...
lei... se ne andò perché io la trattai molto male. - Abbozzò un sorriso triste.
- Non sopportava di vedermi insieme a Liz e... ed era diventato... difficile,
per me, averla intorno... Un giorno litigammo violentemente e alla fine lei
fece i bagagli e partì. Non avemmo più sue notizie... E poi fu troppo tardi.
Però... se tu non commetterai i miei stessi errori... se cercherai di essere...
paziente... con lei, allora, forse, non se ne andrà via da Roswell e... le cose
saranno diverse... - Lo fissò con intensità prima di tornare a rivolgersi alla
ragazza. Addio, Liz, è stato bellissimo rivederti così com’eri, a diciassette
anni... - Le si avvicinò fino a sfiorarle il viso con una carezza quasi
impercettibile, poi si tirò indietro per evitare qualsiasi contatto con Max. -
Se dovessimo toccarci finiremmo distrutti entrambi - spiegò, notando la sua
espressione perplessa. - E’ contro ogni legge della fisica che due corpi
esistano nello stesso posto nello stesso momento, nonostante le inimmaginabili
capacità del Granilith... Ora... devo andare... -
- Dove? Dove vai? - gli chiese Liz spaventata, ricordando le sue spiegazioni.
- Immagino che tornerò al futuro da cui provengo - Chinò per un attimo la
testa, ricordando la sofferenza provata quando, cedendo alle implorazioni di
Liz, della sua Liz, l’aveva lasciata per compiere quel viaggio pazzesco. Per un
attimo avvertì un terribile senso di fallimento poi, però, si rese conto che in
effetti aveva gettato le basi per un nuovo avvenire e concentrò la propria
attenzione su Max. - Non sono riuscito a cambiare il nostro destino ma forse il
fatto di averti rivelato quello che succederà servirà ad aiutarti ad impedire
la distruzione dell’intera razza umana. Se non riuscirai a trattenere Tess
qui... non ci sarà alcuna speranza di salvezza e le cose andranno come... come
sono andate. - Lanciò un’ultima occhiata a Liz, quasi a volersi dissetare del
suo dolcissimo volto, non sapendo se avrebbe avuto la possibilità di vederla
ancora, là dove sarebbe andato. Inspirò a fondo, e dalla sua espressione Max
comprese quello che stava pensando. La vita di Liz, come quelle di Isabel e di
Michael, dipendevano soltanto da lui...
- Lo so che non sarà facile ma ti prego... ricòrdati che rimanere insieme è la
nostra unica possibilità di vittoria. Addio... - L’uomo chiuse gli occhi e,
prima che Liz o Max potessero fare un gesto, scomparve nel nulla.
Per alcuni lunghissimi istanti i due ragazzi rimasero perfettamente immobili,
quasi senza respirare. Quello che era appena successo era troppo grande, troppo
incredibile per poter essere accettato così, come se niente fosse. Max doveva
riuscire a digerire l’idea che, in un futuro non troppo lontano, avrebbe fatto
un viaggio nel tempo per chiedere a Liz di impedire che loro due continuassero
a stare insieme per la salvezza del pianeta, e Liz doveva trovare la forza di
perdonare se stessa per quel che aveva fatto al ragazzo che amava senza per
questo riuscire a proteggerlo.
Poi il rumore attutito di passi dietro la porta riscosse entrambi dalle cupe
riflessioni in cui erano immersi.
- Liz? Tua madre vuole sapere se ceni con noi oppure esci con Maria... -
Nell’udire la voce del padre la ragazza sbatté forte le palpebre. - O mio dio!
- Schizzò giù dal letto e corse verso la porta spingendovisi contro nel timore
che lui cercasse di entrare. - Io... non ho fame, papà, e... e devo ancora
finire i compiti... Buona notte -
- Buona notte, tesoro. Ma vedi di non fare troppo tardi, d’accordo? -
- No, certo. Ciao... - Respirando sollevata girò le spalle alla porta e chiuse
per un attimo gli occhi. “Pericolo scampato...” pensò sentendo le gambe
tremarle per la tensione. Ci sarebbe mancato solo che suo padre entrasse e la
trovasse con Max... Max! Riaprì di scatto gli occhi e lo trovò in piedi davanti
a lei, che la fissava con intensità. Ricordando di avere addosso soltanto gli
slip e il reggiseno arrossì violentemente. Ehm... Forse... forse è meglio che
mi vesta... - mormorò facendo l’atto di spostarsi verso il bagno, dove aveva
lasciato i vestiti.
- No... - Il ragazzo fu svelto a prenderle il polso costringendola a fermarsi.
- No... - ripeté scrutandola con attenzione. - Sei così bella... - disse piano.
Le lasciò andare il polso e col dorso della mano le sfiorò una guancia e poi
scese fino alla spalla. - Non sai quante volte ho sognato di farlo... -
La sua voce sommessa ed il tocco delicato le procurarono brividi e, allo stesso
tempo, vampate di calore. Cominciò a tremare sempre più forte, irrigidendosi
quando sentì le dita seguire il bordo del reggiseno. Questo... questo non
doveva accadere... - bisbigliò. Cercò di ritrarsi, avrebbe voluto farlo, ma si
scoprì incapace di muoversi. - Io... non credo di essere pronta... - Lo guardò
implorante negli occhi, sperando che capisse, che decidesse per lei smettendo
di sua volontà di toccarla in quel modo.
E forse, in qualsiasi altro momento, Max lo avrebbe fatto. Tuttavia lì, dopo
essere passato attraverso le violente emozioni scatenategli dalla vista della
ragazza che aveva sempre amato a letto con un altro, il giovane non era più in
grado di pensare razionalmente. Soprattutto non davanti al corpo seminudo di
lei. Serio e senza ombra di scusa negli occhi Max la guardò dritto in volto. -
Nemmeno io. Ma se non lo faccio credo... credo che morirò... - La sua mano andò
a posarsi sul seno morbido e ansante di Liz, che emise un gemito e si inarcò
impercettibilmente.
Concentrato in modo totale su quello che sentiva e la percezione interiore di
Liz, l’alieno le circondò la schiena con un braccio e lasciò scivolare la mano
lungo il suo fianco fino ad insinuarla tra di loro.
Sentendo le ginocchia cederle di schianto la ragazza si afferrò ai risvolti
della sua camicia. - Devi fermarti, Max... ti prego... - Ma mentre diceva così
si arcuò maggiormente divaricando un poco le gambe, in una implicita
accettazione delle sue carezze.
- Non posso... - disse lui, e cominciò a tirare verso il basso il leggero
tessuto di cotone.
Soffocando un piccolo grido Liz gli mise le braccia intorno al collo. - Ho
paura... - confessò con un filo di voce. Sentì le sue dita toccarla come mai
avrebbe creduto possibile e chiuse gli occhi. - Max! - Il respiro le si fece
quasi rantolante e d’istinto sollevò la testa per baciarlo. Senza soffermarsi a
pensare si premette contro di lui approfondendo il bacio con una passione ormai
fuori da ogni controllo. Con le mani scese lungo l’ampia schiena del giovane
fino ad aggrapparglisi ai fianchi, e gemette più forte nel sentire la sua
eccitazione.
Staccandosi riluttante dalle sue labbra Max ruotò la testa fino a posare la
guancia sulla spalla di Liz e fece dei respiri profondi per calmarsi. - Mi sei
mancata da morire... - disse così piano che lei fece fatica a sentirlo. - Anche
tu - fu la sua debole risposta.
- Ho bisogno di fare l’amore con te... Adesso... Mi dispiace ma non posso più
aspettare... -
Comprendendo che non aveva alcun senso continuare a negare quello che in realtà
anche lei desiderava con tutta se stessa, Liz strinse con forza gli occhi e
spostò una mano sul davanti dei suoi pantaloni. Neanch’io - ammise trepidante.
- Sei sicura di volerlo? -
La ragazza accennò una piccola risata mentre muoveva piano le dita mozzandogli
il respiro. - Ormai è un po’ tardi per chiederlo... -
Con un sospiro Max si allontanò da lei quel tanto che gli permise di sfilarle
il reggiseno. - Sei davvero bellissima... - disse a bassa voce studiandola con
intensità, e Liz sentì un leggero rossore coprirle tutta la pelle.
Mordicchiandosi le labbra abbassò lo sguardo per non incontrare il suo,
imbarazzatissima, poi si fece coraggio e cominciò a sbottonargli la camicia,
che gli spinse giù dalle spalle prima di afferrare l’orlo della maglietta e
tirarlo decisa verso l’alto. Infine, un poco a disagio, passò alla cintura.
Lui era rimasto completamente fermo mentre le mani della ragazza sfioravano
leggere il suo petto, ma quando fu la volta dei pantaloni fremette ed emise un
rauco sussurro. - Liz... -
- Ti amo - Le guance cremisi per l’imbarazzo e l’anticipazione, Liz tornò ad
incontrare il suo sguardo e sorrise intimidita.
- Ti amo - Anche Max sorrise. Un sorriso sereno, tenero, che per troppo tempo
era mancato dalle sue belle labbra. L’avvolse in un caldo abbraccio e la baciò
con dolcezza, lasciandosi sprofondare nelle più intime emozioni della sua
anima.
Mentre riprendevano fiato Liz sembrò ricordare qualcosa. - Hai... hai un...? -
Non riuscì a terminare la frase ciononostante lui parve comprendere e arrossì
leggermente, come un bambino colto in flagrante. - In effetti... ne ho un paio
nel portafogli. - rivelò.
Pensando alla reazione che aveva avuto quando il Max del futuro le aveva
svelato la verità, la ragazza volle indagare più a fondo. - Come mai? Ti
sentivi così sicuro di te? -
Il giovane fece una smorfia. - Questo no davvero... Da un po’ di tempo a questa
parte se c’è qualcosa che non provo è la sicurezza... No, ad essere sinceri
io... li porto con me da quasi un anno, ormai... Una specie di...
scaramanzia... L’inconfessata speranza di quello che desideravo per noi... -
Aveva parlato con tono incerto, quasi vergognoso, e Liz sorrise dentro di sé.
Quello era proprio il suo Max. Timido fino all’inverosimile eppure capace di
sogni al limite della follia... Non volendo infierire su di lui tornò a
baciarlo, e sospirò sensualmente nel sentire la sua mano afferrarle una coscia
e sollevarle la gamba. Reagendo ad un istinto antico come il mondo rafforzò la
stretta delle proprie braccia intorno alle spalle del giovane e alzò l’altra
gamba cingendogli la vita, del tutto dimentica dei preservativi.
Nessuno dei due si rese davvero conto del momento in cui si ritrovarono
sdraiati sul letto semidisfatto, perduti com’erano nella meravigliosa pienezza
del loro amore, e quando si addormentarono l’uno nelle braccia dell’altro erano
ancora uniti.
Come sarebbero sempre stati, da quel momento in poi.
Scritta da Elisa |