La
Virtual Season 6
di "Jarod il Camaleonte"
Episodio 14: Profezie svelate (1)
Racconto
appartenente alla
Virtual Season 6 di "Jarod il Camaleonte",
scritto da
Maura
e Rossella
e pubblicato in esclusiva su
Jarod il Camaleonte Italia. Tutti i diritti sono di
proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e tutti i personaggi della
serie "Jarod il Camaleonte / The Pretender" utilizzati sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e
sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di
lucro.
Quanto compare in questa pagina è soltanto frutto della fantasia delle due
autrici e non è stato realmente girato o creato dagli sceneggiatori di "Jarod".
IL CAST
JAROD |
MISS PARKER |
SIDNEY |
BROOTS |
MR. LYLE |
MR. RAINES |
MR. PARKER |
CATHERINE PARKER |
IL CENTRO, 14 MAGGIO, ore 10.23 a.m.
Miss Parker era ferma di fronte all’ufficio di suo padre da qualche minuto; aveva appena lasciato Sidney nel suo ufficio, dicendogli che sarebbe andata alla ricerca di informazioni per capire quanto gli mancava per scovare Jarod. Sembrava assurdo che lui sapesse dove si trovava e lei invece no. Ed in ogni caso era molto preoccupata per lui.
Una volta decisa, finalmente, sfiorò la porta per bussare e questa si aprì lievemente. Parker riuscì a intravedere suo padre e Lyle parlare, così decise di restare in ascolto.
"Finalmente dopo tanto tempo, oggi Jarod verrà riportato al Centro..."
"Già...non riesco ancora a credere che il Centro sappia dove si trova! Organizzerò subito una squadra di spazzini per andare a prenderlo..."
Lyle si avvicinò alla porta, così Parker fece in tempo a nascondersi dietro un muretto. Poi lo seguì con lo sguardo mentre si dirigeva, con estrema calma, verso il suo ufficio. Guardò suo padre e poi corse verso l’ufficio di Sidney.
UFFICIO DI MISS PARKER, 14 MAGGIO, ore 10.27 a.m.
"Cosa? Il Centro sa dov'è Jarod? E come fanno a saperlo?" gridò Sidney.
Parker non sapeva bene cosa rispondere: aveva appena raccontato a Sidney quello che aveva sentito dire da suo padre a Lyle, ma lo aveva trovato più preoccupato di lei.
"Beh...non ne ho idea, ma è proprio quello che ha detto a Lyle, quindi per qualche motivo deve saperlo..."
Sidney si sedette e si mise le mani fra i capelli; Parker lo guardò silenziosamente e poi si abbassò per potergli parlare con calma.
"Cosa possiamo fare, Sid?"
"La cosa migliore da fare è contattare Jarod e nasconderlo in un posto dove non lo verranno mai a cercare...”
Sidney aprì un cassetto e svelò alla donna un doppiofondo che non aveva più adoperato. Ne tirò fuori un mazzo di chiavi che fece dondolare a mezz’aria di fronte a Miss parker.
“Prendi queste!"
Parker guardò prima le chiavi e poi lui con fare curioso...
UFFICIO DI MISS PARKER, 24 MAGGIO, ore 10.40 a.m.
Parker reggeva la cornetta del telefono senza smettere di giocare con le chiavi; era molto nervosa e sentire Jarod la faceva innervosire ancora di più.
"Ho bisogno di vederti, Jarod...ho sentito mio padre parlare con Lyle...a quanto pare sanno dove ti trovi!"
"Ma è impossibile...In sei anni non hanno mai scoperto dove sono!"
"Beh...per sicurezza sarebbe meglio se venissi nella casa di campagna di Sidney, per qualche tempo...è abbastanza vicina a Blue Cove..."
"Grazie per la proposta ma...non è necessario...me la saprò cavare da solo anche stavolta!"
"Non è una proposta, è un'affermazione. Ci vediamo alla casa questo pomeriggio alle tre..."
Jarod sorrise pensando alla testardaggine di Miss Parker.
"Beh, inutile tentare di dissuaderti...A più tardi allora!"
Jarod riattaccò e guardò il telefono sorridendo; sapeva di essere in pericolo, ma sapere che Parker si preoccupava per lui lo rendeva molto felice...
UFFICIO DI BROOTS, 24 MAGGIO, ore 2.35 p.m.
Broots non aveva ancora finito si sistemare il programma di sorveglianza sul suo computer; aveva stabilito con Sidney di tenere a turno sotto controllo il piccolo Parker e cercare un modo per aiutarlo.
Guardò i valori del server che doveva installare sul foglio che aveva sulla scrivania ed improvvisamente si rese conto che erano sbagliati.
Prese in mano una penna e fece per aprirla, ma questa gli cadde di mano e finì sotto la scrivania. La raccolse, ma mentre stava per risollevarsi, qualcosa attirò la sua attenzione. Qualcosa che si trovava attaccato al bordo inferiore della scrivania, nel vano libero. Iniziò a pensare a cosa potesse essere e, con molta calma, staccò l’aggeggio dal punto in cui si trovava attaccato.
Non ci mise molto a rendersi conto che si trattava di un piccolo microfono molto sofisticato.
Mi stanno spiando...
Si alzò velocemente ed iniziò a frugare ovunque: sotto la lampada, sul resto della scrivania, sul computer, nei cassetti...Poi improvvisamente notò la foto di Debby che aveva sul mobiletto. Corse a prenderla e trovò un altro microfono attaccato al retro della cornice.
Proprio in quel momento Sidney entrò nella stanza e lo notò mentre esaminava la fotografia di sua figlia.
"Che stai combinando Broots?"
Broots lo ammonì di fare silenzio e poi pensò a cosa dire: “Ah...Sidney...ecco io...stavo facendo un lavoro al computer ma ora ho proprio bisogno di una pausa..."
Diede a Sidney il piccolo microfono e lui non ci impiegò più di Broots a capire ciò che stava succedendo.
Broots lo prese in mano e riattaccò entrambi i microfoni alla scrivania e alla cornice.
"Vieni nel mio ufficio, allora...Ho del caffè pronto!"
"Mi ci vorrebbe proprio. Andiamo!"
I due uscirono e salirono in ascensore in silenzio.
"Cosa significa Sidney? Perché quel microfono? Io non ho fatto niente!" sussurrò Broots, quasi come se temesse di essere spiato anche lì.
"Sicuramente il Centro ti sta spiando Broots...ma immagino che tu non sia il solo...Quegli stessi microfoni saranno piazzati anche nel mio ufficio e in quello di...”
Sidney si bloccò improvvisamente ripensando alla conversazione di quella mattina nell’ufficio di Miss Parker.
"A cosa stai pensando Sidney?" domandò Broots sempre più nervoso.
"Forse ho capito..."
"Cosa Sidney? Vorresti spiegarlo anche a me? Tutta questa aria di mistero mi sta innervosendo..."
"Secondo te come hanno fatto Raines e il signor Parker a capire che Michael era l'infiltrato...e della relazione tra Jarod e Miss Parker?"
"Mi stai dicendo che ci stavano spiando da mesi?"
"Ne sono sicuro..."
"Oh mio Dio...ma allora il Centro saprà anche dell'incontro di oggi tra Jarod e Miss Parker!"
In quel momento l’ascensore si aprì al piano dell’ufficio di Sidney e i due scesero andando a nascondersi dietro ad un angolo.
"Dobbiamo andare subito nell'ufficio di Miss Parker a fare un sopralluogo..." consigliò Broots.
"Bene...Toglierò tutti i microfoni mentre tu tenterai di avvisarla..." concluse Sidney.
BLUECOVE, 24 MAGGIO, ore 3.03 p.m.
Parker scese dalla macchina e cominciò a guardarsi intorno furtivamente. La casa era circondata da un giardino molto ampio, pieno di alberi. Tutti i profumi primaverili inondavano la zona e Parker si trovò un attimo persa in mezzo a tutto quel verde.
"Jarod!" sussurrò.
"Miss Parker, sono qui..." rispose lui sbucando da dietro un albero.
"Stai bene? Sono felice di vederti..." sussurrò lei avvicinandosi e posandogli delicatamente una mano sul petto.
"Sì, tutto bene...Ti ringrazio per quello che stai facendo per me..."
Jarod le accarezzò il volto, ma in quel momento una massa di persone sbucarono da ogni parte intorno alla casa.
"Ma cosa..."
Jarod non riuscì nemmeno a rendersi conto di ciò che stava succedendo. Un gruppo di spazzini del Centro, appostati da molto prima che i due arrivassero, lo circondò e puntò verso di lui delle armi.
Jarod guardò Parker con sommo odio, ma lei era troppo sconvolta per riuscire a dire qualunque cosa.
In quel momento una macchina si fermò di fronte a loro e ne scesero Raines, Lyle e suo padre. I primi due sorridevano soddisfatti, il terzo raggiunse la figlia e le mise un braccio intorno alla vita.
"Ottimo lavoro, angelo..."
"Non posso crederci...mi hai tradito!" gridò Jarod.
"Jarod, io non c'entro con tutto questo, te lo giuro!"
"Mi fidavo di te!"
"Portatelo via..." concluse Raines.
Jarod guardò ancora una volta Parker lasciando trasparire tutta la sua delusione, ma lei non poté muoversi.
"Come hai fatto a trovarci?" sussurrò parker rivolta verso il padre.
"Angelo, mi hai proprio deluso..." concluse lui.
Parker lo guardò risalire in macchina e rimase ancora qualche attimo a contemplare Jarod che veniva rinchiuso in una cadillac nera. Senza smettere di piangere, salì sull’auto con cui era arrivata e seguì il corteo.
UFFICIO DI MISS PARKER, 24 MAGGIO, ore 4.14 p.m.
Broots riappese il telefono con rabbia: "E’ tutto inutile...il cellulare di Miss Parker è spento!"
"Speriamo solo che Jarod sia riuscito a scappare..."
Broots annuì concordando con Sidney, poi i due sentirono dei rumori fuori dalla porta. Aprirono l’uscio e videro una massa di gente che si muoveva.
"Sidney, che sta succedendo?"
"Non ne ho idea. Seguiamo la folla...vediamo dove stanno andando!"
Seguendo la gente, si resero conto che tutti si muovevano verso l’entrata del Centro, così iniziarono a seguirli.
Una volta all’ingresso, videro il signor Parker e Raines entrare sorridendo; dietro di loro un mucchio di agenti trasportavano un inerme Jarod che non riusciva nemmeno a camminare, tanto era lo sconvolgimento interiore.
Il signor Parker vide Sidney e lo raggiunse con aria trionfante: "Lunga vita al Centro! Finalmente il nostro Jarod è a casa!" spiegò ai due.
"Portatelo dove sapete..." sussurrò Raines.
“Sì, signor Raines!" annuì uno spazzino.
Il gruppo si mosse verso chissà quali sottolivelli e Broots si rivolse a Sidney.
"Non posso crederci, Sidney!"
"Neanche io, Broots..."
In quel momento Miss Parker fece il suo ingresso nella sala; aveva gli occhi lucidi e teneva le mani incrociate.
"Miss Parker noi...ecco...abbiamo tentato di contattarti...Vedi il tuo ufficio, come anche il mio e quello di Sidney, era cosparso letteralmente di microfoni... ecco perché...”
Parker alzò la mano e sorrise, facendogli cenno di tacere. Dopodiché Broots tornò in silenzio e la donna si mosse, malinconicamente, verso il suo ufficio...
UFFICIO DI RAINES, 24 MAGGIO, ore 6.45 p.m.
Sidney entrò nell’ufficio di Raines sbattendo la porta.
"Perché non posso vedere Jarod?" gridò appoggiando le mani sulla sua scrivania.
"Buongiorno anche a te Sidney!" rispose l’uomo senza nemmeno alzare il volto da un mucchio di incartamenti che stava esaminando con estrema cura.
"Rispondi alla domanda..."
"Ora calmati...non possiamo rischiare...Tu hai aiutato Jarod in molte occasioni, chi mi dice che ora non cercherai di...”
"Oh andiamo Raines...cosa potrei fare? La sua cella di detenzione è piena di spazzini!"
"Vedo che non hai perso tempo e hai scoperto subito dove ho nascosto il tuo protetto...sei un vero segugio!"
"Ora non ho tempo per le tue provocazioni, Raines...mi è stato negato l'accesso e mi hanno detto che se volevo vederlo avevo bisogno della tua autorizzazione…”
"Che io non ti darò mai...ora vattene, ho molto lavoro da fare!"
"Oh andiamo Raines... – disse una voce alle loro spalle - Una visita gliela si può anche concedere, dopotutto Jarod è il suo pupillo...vero Sidney?"
Il signor Parker era appena entrato nella stanza e cercava di calmare le acque fra i due. Sidney lo guardò con sommo disprezzo, ma capiva che assecondarli era l’unico modo per vedere Jarod.
"E sia...ma solo per pochi minuti!" concluse Raines.
Sidney non rispose nemmeno e se ne andò squadrando prima Raines, poi Parker. Una volta fuori i due si guardarono senza smettere di sorridere.
UFFICIO DI MISS PARKER, 24 MAGGIO, ore 6.54 p.m.
Broots entrò senza bussare nell’ufficio di Miss Parker; sperava che questo riaccendesse in lei la forza di arrabbiarsi e cacciarlo, ma non appena la vide capì che era praticamente distrutta.
"Miss Parker? Posso entrare?"
La donna annuì e Broots la raggiunse.
"Stai bene?"
"Sai Broots...credo che questa sia stata la più bella giornata della mia vita..."
"Sono venuto a dirti che Sidney ha ottenuto il permesso di andare a trovare Jarod...Tra poco andrà...mi ha detto di dirti che puoi andare con lui se vuoi!"
"Non credo che gradirebbe la mia presenza...lui è convinto che io l'abbia tradito...e non posso fare niente per fargli cambiare idea..."
"La colpa non è stata tua...ma di quei dannati microfoni...Tu non potevi sapere che sarebbe successo!"
"Scusami tanto Broots, ma ora ho bisogno di restare un po' sola..."
Parker si alzò, prese il golfino e lasciò un melanconico Broots solo nel suo ufficio...
CELLA DI DETENZIONE DI JAROD, 24 MAGGIO, ore 7.03 p.m.
Sidney sentì il cancello chiudersi dietro di lui e trovò Jarod sdraiato su un lettino. Si trovava rinchiuso in una gabbia molto grande e sembrava privo di forze.
"Ciao Jarod..."
Lui non rispose e continuo a guardare fisso per terra.
"Miss Parker è preoccupata per te...e lo sono anch'io!"
Jarod continuò imperterrito ad osservare il pavimento.
"Miss Parker mi ha raccontato di come hai reagito quando ti hanno preso...ma voglio che tu sappia che noi non c'entriamo con la tua cattura!"
Jarod alzò lo sguardo; sembrava quasi divertito dalle affermazioni di Sidney.
"Vedi...nei nostri uffici erano piazzati dei microfoni in ogni angolo ed è per quello che il signor Parker e Raines hanno scoperto dell'appuntamento!"
Jarod scoppiò in una risatina dettata dal nervosismo.
"E' incredibile Sid...tanto tempo a cercare di aiutarmi...e invece mi stavate proprio buttando tra le loro braccia...”
Jarod sospirò ironicamente: “E' finita...ormai...non cercherò nemmeno di scappare...Senza contare...che ormai non avrei comunque più nessuno su cui contare..."
"Non dire così...la speranza è l'ultima a morire dopotutto!"
Sidney gli si avvicinò e parlò sotto voce.
"Ti aiuteremo ad uscire di qui, vedrai..."
"Ormai non mi fido più nemmeno di te Sidney...puoi andartene..."
"Cosa ti hanno fatto Jarod? Di me ti sei sempre fidato!"
"Ti ho detto di andartene, Sidney!" gridò lui.
Jarod si alzò ed iniziò a muovere le sbarre dietro cui si trovava.
"Jarod calmati!"
Iniziò a muovere le sbarre con veemenza e a saltare da un posto all’altro della gabbia.
“Presto, portiamolo via!" gridarono alcuni uomini entrando nella stanza.
"Mi avete tradito! Ormai non mi fido più di nessuno Sidney!" gridò Jarod.
"Ma...dove lo portate?" domandò Sidney ad uno degli spazzini, mentre li osservava portare via il ragazzo.
"Ha bisogno di un tranquillante!" spiegò l’uomo.
Sidney lo guardò poco convinto e poi uscì dalla stanza.
IL CIMITERO, 24 MAGGIO, ore 8.00 p.m.
Miss Parker si trovava di fronte alla tomba di sua madre. Era lì già da un’ora e cercava un po’ di conforto dopo tutto il dolore provato.
"Mi sembra assurdo parlare ancora a questa tomba, dato che so per certezza che...è vuota...ma qui mi hai sempre dato tanti consigli, mamma...Jarod è convinto che l'abbia tradito, ed io... – fece una risatina - Non so più cosa fare...ma forse lui ha ragione...”
Parker si alzò sospirando: “Forse l'ho tradito davvero..."
"Non dire cosi...sai benissimo che non è vero..." disse una voce alle sue spalle.
Parker si voltò speranzosa e non poté credere ai suoi occhi quando di fronte a sé vide una persona che non avrebbe mai immaginato di poter vedere.
“Mamma!" sussurrò.
Lei sorrise e guardò intensamente la figlia, che non poteva fare a meno di meravigliarsi nel vederla lì, viva, di fronte alla sua tomba...
Jarod il Camaleonte Italia - Virtual Season © 2004/05 Antonio Genna