Jarod il Camaleonte Italia

La Virtual Season 6
di "Jarod il Camaleonte"

Episodio 13: Alla ricerca di Jarod


Racconto appartenente alla Virtual Season 6 di "Jarod il Camaleonte", scritto da Maura e Rossella e pubblicato in esclusiva su Jarod il Camaleonte Italia. Tutti i diritti sono di proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte / The Pretender" utilizzati sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
Quanto compare in questa pagina è soltanto frutto della fantasia delle due autrici e non è stato realmente girato o creato dagli sceneggiatori di "Jarod".


IL CAST


JAROD

MISS PARKER

SIDNEY

BROOTS

MR. PARKER

MR. RAINES

MARGARETH
 


CASA DI MISS PARKER, ore 8.17 a.m.

Parker controllò di aver preso ogni cosa: le chiavi della macchina, il cellulare, la pistola. Di certo la cosa più importante e senza cui non sarebbe mai uscita...Una volta sicura di aver preso tutto si stava avviando verso la porta di casa, quando il telefono cominciò a squillare.

"Pronto!" gridò un po’ ansiosamente. Sperava che fosse Jarod, dato che non lo sentiva da qualche tempo ed era un po’ preoccupata.

"Miss Parker?" disse una voce femminile dall’altra parte.

"Sì, sono io..." rispose lei calmandosi. Era piuttosto scocciata da quella chiamata così di mattina presto, e soprattutto per il fatto che non si trattasse di Jarod.

"Sono Margareth..."

Parker spalancò gli occhi e sussultò un momento.

"Oddio...State bene? E' successo qualcosa?"

"No, no, tranquilla...io e tua madre stiamo bene!"

"Sapete della morte di Michael?" domandò senza perdere ulteriore tempo.

"Sì, l'abbiamo saputo qualche giorno fa, quando tuo padre stava per catturarci, spacciandosi per Michael. Ci aveva inviato delle e-mail false, e ci aveva attirato in una trappola...Ma Fortunatamente tua madre aveva previsto una mossa simile e ci siamo salvate...una volta al sicuro siamo venute a conoscenza del fatto che Michael era morto...ma ora siamo nascoste, non temere!"

Parker sospirò sollevata, ma le sorprese non erano ancora finite.

"Sai che vogliono uccidere sia te che Jarod?"

"Sì, lo sappiamo anche se non ne comprendiamo ancora il motivo...però io e Jarod temiamo che si tratti...delle pergamene..."

"Già, infatti è per questo...il Centro vuole impedire a tutti i costi che le Profezie si avverino!"

Parker rimase un momento in silenzio ripensando a ciò che le profezie dicevano...

"Avviserò presto anche Jarod, non preoccuparti..." rispose poi.

"Ti ho chiamato per questo, e anche per avvisarvi...di stare molto attenti!"

Parker sorrise e poi sentì la conversazione interrompersi. Riappoggiò la cornetta e senza indugio corse alla macchina. Doveva arrivare al Centro il più in fretta possibile...

E’ un simulatore
Sidney: “Devi concentrarti, Jarod!”
Separato dalla sua famiglia…
Jarod: “Un giorno…anch’io troverò mia madre”
…Ne aveva trovata un’altra
Jarod a Sidney: “Sei ancora…la mia famiglia”
Jarod a Miss Parker “ In fondo vogliamo tutti e due una sola cosa...non rimanere da soli”
E’ fuggito
Jarod a Miss Parker: “Grazie per non avermi fatto catturare”
E ora ha ritrovato la sua
Jarod: “Sei una sorella fantastica!”
Emily: “E tu un fratello straordinario!”
…E ha trovato l’amore
Miss Parker: “Jarod, perché sei qui?” (Jarod bacia Miss Parker)
Paziente: "La ringrazio..."
Jarod: "Jarod Overstreet... per oggi…"

IL CENTRO, ore 9.00 a.m.

Parker entrò nell’ufficio di Sidney sbattendo le porte, tanto che sia lui che Broots si voltarono spaventati. Aveva il cellulare all’orecchio, così i due evitarono persino di salutarla.

"Maledizione!" gridò mettendolo via.

"Che è successo Parker, stai bene?" domandò Sidney un po’ preoccupato.

"Per caso Jarod ti ha contattato? E' un'ora che provo a cercarlo, ma senza successo..."

"Veramente Jarod mi ha informato due giorni fa che sarebbe partito per il Brasile per alcuni aiuti umanitari. Sai, là ci sono molte persone che hanno bisogno di aiuto e..."

"Ora non c'è tempo per fare i buoni samaritani ed aiutare i bambini del Burundi...quando ha previsto di tornare il tuo pupillo?" lo bloccò lei nervosamente.

“Non me l’ha detto...”

“Perfetto! Ho ricevuto una chiamata da Margareth prima di venire qui...mi ha detto che stavano per essere catturate da mio padre e che si sono salvate per il rotto della cuffia...e per di più a quanto pare quelli del Triumvirato stanno cercando di uccidere me e Jarod per fare sì che le Profezie non si avverino...e in tutto questo...io non riesco a trovarlo!!!”

Parker si voltò verso Broots che stava già tremando.

"Senti, non mi interessa in che modo farai...prova tutto: e-mail, telefono, fax, segnali di fumo...per quanto mi riguarda puoi anche usare il codice morse...ma devi trovare Jarod e non smetterai di cercarlo finché non l'avrai trovato, intesi?"

"D'accordo Miss Parker..." ubbidì lui senza contraddirla. Coda fermamente fra le gambe, uscì dall’ufficio di Sidney.

"Sai, Parker, trovare Jarod non è l'unico problema qui... ultimamente Raines si incontra spesso nel SL 25 con il piccolo Parker, ma non so per quale motivo. Sono quasi certo che gli stia facendo fare simulazioni..."

"Sid, ti prego...occupati tu di questa faccenda, va bene?" sussurrò Parker esausta. Sidney annuì e lei uscì dal suo ufficio.

UFFICIO DI SIDNEY, ore 12.00 a.m.

Sidney aveva pensato tutto quel tempo al modo più semplice per seguire le mosse di Raines senza rischiare di essere visto, come era avvenuto in passato. Stava aspettando Broots che doveva arrivare da un momento all’altro.

"Mi hai fatto chiamare?" disse lui entrando proprio nel mezzo dei suoi pensieri.

"Sì, Broots, volevo chiederti se puoi farmi un favore..."

Broots lo guardò con fare dubbioso: "Se posso...”

"Devo assolutamente sapere cosa sta combinando Raines con il piccolo Parker... Potresti collegarti alle telecamere del SL 25 con il terminale del mio ufficio?”

Broots iniziò a scuotere la testa: “Non lo so Sidney...si tratta di Miss Parker...Le avevo promesso che avrei cercato di contattare Jarod e non posso fare due lavori contemporaneamente!"

"Se è solo questo il problema ho io la soluzione...Cercherò di contattare io Jarod, dopotutto sono pratico di e-mail!" sorrise.

"Però se Miss Parker poi se la prende con me..."

"Tranquillo Broots, mi prenderò io la colpa...Buon lavoro!" sorrise dirigendosi fuori dall’ufficio. Una volta solo Broots si sedette alla scrivania e guardò il computer di Sidney.

"Sì certo...chi la sente poi?"

UFFICIO DI MR. PARKER, 12.09 a.m.

Parker aprì le porte dell’ufficio di suo padre con violenza, quasi ad annunciargli che stava arrivando.

"Sono qui papà...perchè mi hai fatta chiamare?"

"Oh, angelo, eccoti. Ho una bellissima notizia da darti!"

"Oddio, sentiamo...non avrai deciso di buttare via quel catorcio ambulante di Raines?!"

"Presto riusciremo a mettere le mani su Jarod...è solo questione di giorni..." rispose lui freddamente ed ignorando la sua battutina.

Lei rimase sconvolta, ma cercò di nascondere la sua reazione sorridendo.

"E...come è possibile?"

"Purtroppo non posso dirtelo, sai...ordini dall'alto...Comunque non so bene neanche io come il Triumvirato intenda agire..."

Lei lo guardò negli occhi e capì in un momento che stava mentendo: ormai conosceva bene suo padre e sapeva quando raccontava bugie.

"Hai ragione papà, è davvero una splendida notizia! Ora comunque...ti lascio, torno al mio lavoro..." mentì a sua volta. Si avviò alla porta non prima di vederlo salutarla sorridente.

"A dopo angelo!"

Parker chiuse la porta dietro di sé e chiuse un momento gli occhi: si guardò intorno subito dopo cercando eventuali persone che la stessero seguendo. Ora ne era convinta: suo padre la stava spiando...non sapeva come, ma ne era certa. Altrimenti come poteva sapere dove si trovava Jarod?

Tornò nel suo ufficio e guardò con desiderio il telefono, ma dopo pochi minuti capì che forse era meglio evitare di contattare Jarod, poteva metterlo in pericolo...

IL GIORNO DOPO, UFFICIO DI SIDNEY ore 1.00 p.m.

"Ho fatto quello che mi hai detto Sidney...e finalmente sono riuscito a collegarmi alle telecamere del SL 25!" spiegò Broots dirigendosi verso il computer seguito a ruota da Sidney.

"Ottimo lavoro, Broots!"

"A proposito...Miss Parker ha saputo che mi stavo occupando di questo e che tu mi hai sostituito nella ricerca di Jarod?" chiese lui preoccupato.

"Sì Broots, ma sta tranquillo...Miss Parker mi ha informato che non è più necessario tentare di contattarlo. Teme che il signor Parker la stia spiando!"

Broots annuì sollevato: "Torno nel mio ufficio, allora...A più tardi!"

Sidney si sedette al computer e si collegò alla periferica segnalata da Broots con il nome baldy. Aprì il programma e si vide all’interno della rete di telecamere del Centro. Iniziò a cercare nelle varie riprese e finalmente trovò quello che cercava: il piccolo Parker. Si trovava all’interno di una sfera di vetro e sembrava molto sudato; Raines gli camminava intorno con fare d’attesa.

"Signor Raines...non posso farlo!"

"Sì che puoi invece...La soluzione è proprio sotto i tuoi occhi! Devi solo trovarla..."

"Non ci riesco...non c'è soluzione..."

“Certo che c'è...Vuoi forse che tutta quella gente muoia? Avanti sbrigati, non hai molto tempo!" gridò Raines.

Sidney spense il computer con rabbia e si rivide vent’anni prima con Jarod...

"Jarod, avanti...so che puoi farcela!"

"No, Sidney...non posso...non riesco a trovare una soluzione!"

"La soluzione è davanti ai tuoi occhi...quella gente è nelle tue mani...so che puoi salvarla...avanti concentrati!"

Sidney spalancò gli occhi con rabbia e si rese conto di ciò che stava succedendo: Raines stava addestrando il ragazzo esattamente come aveva fatto lui anni prima con Jarod...

BRASILE, FAVELAS DI RIO DE JANEIRO, ore 2.00 p.m.

Jarod stava finendo di salutare i volontari con cui aveva lavorato nelle ultime due settimane. Non avrebbe voluto andarsene, ma sentiva che ormai era tempo che tornasse a casa.

"Davvero devi tornare a casa?" gli chiese Matteo, un ragazzo italiano che lo aveva aiutato facendogli da infermiere nelle ultime intense giornate.

"Beh...quello che dovevo fare l'ho fatto e il mio lavoro è finito...anche se credo che il vostro durerà ancora a lungo..."

"Non sappiamo come ringraziarti per quello che hai fatto...Senza il tuo aiuto molti bambini sarebbero morti a causa di quell'epidemia che si era diffusa...Ma ti prego, toglimi una curiosità: com'è possibile che un medico in gamba come te, sappia essere anche un ottimo cuoco e un intrattenitore?"

Jarod sorrise: "Imparo molto in fretta..."

Poi gli diede in mano un assegno che aveva preparato quella mattina.

"Questo servirà per i bambini...per apparecchiature mediche, cibo...ed ogni cosa che possa servire!"

Matteo e Juan, un ragazzo brasiliano del campo, lessero la cifra e quasi svennero.

"Starai scherzando vero? Dove hai trovato tutti questi soldi?"

"Ti assicuro che è solo il minimo...per tutti questi bambini meravigliosi... meritano solo il meglio, e così possono averlo..."

"Arrivederci!" risposero loro abbracciandolo a turno.

"Ciao ragazzi...Non dimenticatemi!"

Si mosse verso la sua macchina, ma sentì lo schiamazzo di una decina di bambini che lo raggiungevano.

"Jarod!"

"E' vero che parti?"

"Purtroppo sì, ragazzi...ma vi assicuro che un giorno...ci rivedremo..."

"Grazie per le caramelle..." disse uno dei piccoli.

I bambini, infatti, avevano tutti in mano un pez che Jarod aveva donato loro.

"Ehi, ehi! Andateci piano con quei dolci, va bene? E' il dottore che ve lo ordina!"

I bambini scoppiarono a ridere e corsero via, mentre Jarod li guardava malinconico. Sentiva che gli sarebbero mancati enormemente, ma sapeva di dover tornare negli Stati Uniti, dove anche Parker aveva bisogno di lui.

Salì in auto e legò un paio di collanine che gli avevano regalato i bambini allo specchietto retrovisore, poi ingranò la marcia e partì.

UFFICIO DI SIDNEY, ore 7.00 p.m.

"...ancora non riesco a credere che Raines stia facendo questo!" concluse Sidney, che aveva appena detto tutto a Miss Parker e Broots.

"Già...la storia si sta ripetendo, solo che questa volta è mio padre l'artefice di tutto...con l'ausilio del suo fedele servitore, ovviamente, Raines..."

"Ho osservato attentamente le simulazioni del bambino e non solo sono le stesse che facevo fare a Jarod anni fa, ma Raines si sta comportando esattamente come facevo io!"

"Anch'io ho una brutta notizia...sono quasi certa, ormai, che mio padre mi stia spiando..."

"Ne sei sicura?" domandò Sidney.

Lei annuì.

"Spero che Jarod torni presto..." sussurrò Sidney.

IL GIORNO DOPO, UN POSTO VICINO A BLUE COVE, ore 2.00 a.m.

Jarod mise la valigia in casa e accese le luci dopo aver chiuso tutte le porte e tirato le tende. Sapeva per certo che uno dei posti più sicuri in cui non poteva essere cercato, era proprio nei dintorni di Blue Cove...

Si sdraiò sul letto pronto ad andare a dormire dopo il lungo viaggio, ma poi si rese conto che il computer giaceva inanime sul suo comodino. Lo prese e lo accese in fretta, controllando di non avere e-mail importanti, magari da parte di sua madre. Ma ne trovò moltissime provenienti da Rifugio, così si rese conto che Sidney l’aveva cercato.

Guardò la sua scrivania e vide il cellulare; lo prese e lo accese per la prima volta dopo due settimane e trovò moltissimi messaggi in segreteria e di chiamate perse del giorno prima, molte delle quali erano di Miss Parker...

IL CENTRO, ore 2.03 a.m.

Parker si dirigeva verso l’auto stanca morta. Si erano trattenuti fino a quell’ora per discutere di Raines e del bambino, ma ora voleva solo tornare a casa.

Il suo cellulare squillò proprio mentre stava aprendo l’auto.

"Pronto?" sussurrò un po’ assonnata.

"Ci sono problemi? Ho trovato un sacco di e-mail e telefonate..."

"Dove diavolo ti eri cacciato, Jarod? Ah no, lo so che eri in Brasile...non dovevi sparire, qui siamo finiti all'Inferno...Non dovevi sparire proprio ora che abbiamo così bisogno di te..."

"Mi dispiace, ma là in Brasile molti bambini e le loro famiglie avevano bisogno di me...non potevo ignorarli..." rispose lui scocciato.

"Senti...mi ha chiamato tua madre dicendomi che il Triumvirato sta cercando di uccidere entrambi perchè non si avverino le profezie delle Pergamene...e ne ho avuto conferma, dato che mio padre ha affermato di essere sul punto di catturarti...temo che stiano seguendo le tue tracce, e temo che mi stiano spiando..."

"Ho capito...per il momento è meglio non sentirci!"

"Già...Senza contare che Sidney ha scoperto che Raines sta addestrando il piccolo Parker...proprio come faceva lui con te: roba da far venire i brividi, Jarod...le stesse simulazioni, lo stesso atteggiamento...non potevo crederci quando l'ho visto...Comunque hai ragione...è meglio se evitiamo di sentirci per un po'..."

Jarod annuì fra sé e sé.

“Ora ti lascio, Jarod...”

“Ah, Parker!” gridò lui.

“Che c’è?” rispose lei scocciata.

“Per quanto riguarda l’inferno...lì ci sei sempre stata...” rispose riattaccando.

Parker salì in macchina e sorrise.

Lo so...


Jarod il Camaleonte Italia - Virtual Season © 2004/05 Antonio Genna

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