Jarod il Camaleonte Italia

La Virtual Season 6
di "Jarod il Camaleonte"

Episodio 3: Immersioni pericolose


Racconto appartenente alla Virtual Season 6 di "Jarod il Camaleonte", scritto da Maura e Rossella e pubblicato in esclusiva su Jarod il Camaleonte Italia. Tutti i diritti sono di proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte / The Pretender" utilizzati sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
Quanto compare in questa pagina è soltanto frutto della fantasia delle due autrici e non è stato realmente girato o creato dagli sceneggiatori di "Jarod".


IL CAST


JAROD

MISS PARKER

SIDNEY

BROOTS

MR. LYLE

MR. RAINES

GUEST STAR


JACK MALLOY

JAMES YALE

MICHAEL

L'EPISODIO

IL CENTRO, ore 8.45 a.m.

Parker stava camminando diretta verso l’ufficio di Sidney: aveva una gran fretta di sapere se ci fossero novità riguardo a Michael. Proprio mentre pensava all’ingombrante nuovo arrivato, lo vide camminare poco distante da lei.

"Buongiorno Miss Parker!" le disse sorridendo.

"Oh...buon giorno Michael...speravo che il mio completo ignorarti ti facesse capire che sarebbe stato un buon giorno anche, o meglio, soprattutto, senza incontrarti..."

Lui scoppiò a ridere: nonostante il suo brutto carattere la considerava una donna davvero ironica.

"Sempre spiritosa! Comunque sappi che ho trovato nuovi indizi su Jarod..."

"Che cosa? I lacci delle scarpe?" domandò lei senza controllare un ironico sorriso.

"E' stato avvistato a Portland e recandomi lì con la mia squadra ho trovato solo degli oggetti subacquei e il suo solito libretto rosso...troverai tutto nell'ufficio di Sidney!"

"Bene...ci andrò subito!"

"Sai, credo che ora Jarod faccia un lavoro riguardante il mondo marino... Dopotutto gli indizi lasciano presupporre proprio questo! Propongo di setacciare tutte le città della costa...”

"Michael, Jarod non è così stupido da lasciare indizi così ovvi per rintracciarlo...non lo troverai semplicemente mandando qualcuno a cercarlo sulle spiagge..." rispose lei.

A dire la verità la pensava come lui e molto probabilmente solo due anni prima avrebbe mandato una squadra di spazzini a controllare ogni città costiera, ma ora le cose erano molto diverse. Continuava a pensare a tutte le volte che Jarod aveva lasciato piccoli segni che lasciassero presupporre il suo futuro impiego...

"Se la pensi cosi, cara Miss Parker, allora vuol dire che dopotutto non conosci ancora bene Jarod! La cosa è molto strana...Lo stai cercando da sei anni, mentre io sono arrivato solo da pochi giorni e già lo conosco alla perfezione...ci vediamo più tardi!"

Dopo averle sussurrato queste parole all’orecchio, si allontanò diretto verso il suo ufficio, mentre Parker non poteva non lasciarsi sfuggire un commento.

"Dannato leccapiedi..." 

CALIFORNIA, ore 11.00 a.m.

Dopo aver setacciato i fondali per ore, James e i suoi uomini erano stanchi e affamati. Voleva prendersi una pausa e tornare a riva, dato che le ricerche non stavano avendo successo. Guardò verso un paio di uomini che riemergevano dall’acqua speranzoso.

"Avete trovato qualcosa?"

"No, capo niente, qui!" rispose uno dei due.

"D'accordo...riposiamoci un attimo e poi riprenderemo a setacciare un'altra zona!"

Fece per riaccendere i motori, quando dalla superficie dell’acqua sbucò l’ultimo sub immerso.

"L'ho trovato! E' qua sotto!" gridò agitando le braccia.

"Cosa? Presto ragazzi, aiutatelo!" gridò James felicissimo. Tre uomini si tuffarono nuovamente in acqua per raggiungere il loro collega. Quello che era appena emerso rimase ancora a galla. Dopo una decina di minuti i tre sub riemersero e guardarono il capo

“Ha ragione lui, capo... è proprio qui sotto!"

"Ma come diavolo hai fatto, Jarod? Setacciavamo la zona da giorni!" gridò James.

"Beh...bastava cercare bene..." rispose lui sorridendo...

E’ un simulatore
Sidney: “Devi concentrarti, Jarod!”

Separato dalla sua famiglia…
Jarod: “Un giorno…anch’io troverò mia madre”
…Ne aveva trovata un’altra
Jarod a Sidney: “Sei ancora…la mia famiglia”
Jarod a Miss Parker “ In fondo vogliamo tutti e due una sola cosa...non rimanere da soli”

E’ fuggito
Jarod a Miss Parker: “Grazie per non avermi fatto catturare”

E ora ha ritrovato la sua
Jarod: “Sei una sorella fantastica!”
Emily: “E tu un fratello straordinario!”
…E ha trovato l’amore
Miss Parker: “Jarod, perché sei qui?” (Jarod bacia Miss Parker)
Paziente: "La ringrazio..."
Jarod: "Jarod Overstreet... per oggi…"

CALIFORNIA, IL GIORNO DOPO, ore 9.00 a.m.

"...E così era là sotto...il piccolo relitto della barca...il proprietario ci teneva. Dentro un piccolo antro sotto il timone aveva lasciato una cassa piena di gioielli della moglie!"

Jarod sorrise. Stava raccontando ai non presenti come aveva ritrovato il relitto di John Williams, l’uomo che aveva incaricato quella squadra di sommozzatori di ritrovare la sua barca.

"Sei stato proprio in gamba Jarod...erano giorni che lo cercavamo! Arrivi tu e magicamente il relitto appare! Ma come è possibile?"

"Beh...ho fatto molta esperienza l'anno scorso...sei mesi in alto mare senza nemmeno toccare terra... Mi hanno detto che anche il vostro collega, George Caron...era un tipo davvero in gamba..."

“Una vera disgrazia...è stato disattento perché prima di immergersi non ha controllato la quantità di ossigeno nella bombola!" disse un uomo raggiungendoli sul molo.

"Jarod...ti presento Jack Malloy. Fa parte anche lui della squadra!” disse James Yale, il capo della squadra.

"E' un piacere conoscerla... – disse stringendogli la mano - Comunque mi sembra strano che un esperto come George...abbia commesso una simile disattenzione..."

"Trovi stano anche tu che un esperto come lui si sia scordato di controllare una cosa cosi banale? Beh lo credo anch'io, ma è l'unica spiegazione! Quando è stato ritrovato non aveva più ossigeno nella bombola..." rispose Jack. Poi si spostò e Jarod lo guardò pensieroso.

"Davvero strano..." 

IL CENTRO, nel frattempo

Parker stava ancora spiegando a Sidney quello che era successo il giorno precedente, senza tralasciare il tono ironico che aveva da sempre.

“E così mi ha detto che secondo lui Jarod sta facendo qualcosa che abbia a che fare con il mare...io ho cercato di depistarlo, ma non ci sono riuscita..."

"E' chiaro che Jarod ora sta facendo qualcosa che ha a che fare con il mare... ma potrebbe anche darsi che l'abbia già fatto e ora si stia occupando di qualcos'altro!" replicò Sidney dando un’occhiata alla tuta da sub e alla bombola d’ossigeno.

"Dobbiamo trovarlo prima di Michael, altrimenti potrebbe non riuscire a muoversi in tempo...Dì a Broots di iniziare a cercarlo sul suo numero, ma tanto ho l'impressione che non lo troveremo..."

Stava camminando avanti e indietro, visibilmente preoccupata. E Sidney cercò di calmarla immediatamente.

“Non preoccuparti Miss Parker...Jarod non ha lasciato questi indizi per farsi trovare da Michael, ma solo per giocare con lui...Tempo fa lo faceva anche con te, ricordi?"

Lei lo guardò ed abbozzò un sorriso...come dimenticare tutte le volte che aveva dato la caccia a Jarod...inutilmente.

CALIFORNIA, ore 4.00 p.m.

Jarod stava camminando sul molo e vide Yale di fianco alla barca della squadra. Stava sistemando la fiancata, che era stata leggermente sfiorata da un peschereccio ed ora doveva essere riverniciata.

"Salve signor Yale...volevo chiederle alcune informazioni su una faccenda che mi ha...incuriosito..." disse Jarod arrivando in quel momento.

"Di che si tratta Mackanzie?"

"Beh...ho saputo di George Caron e continuo a chiedermi...come abbia potuto essere così disattento da dimenticare la cosa fondamentale prima di  immergersi..."

"Me lo sono chiesto anch'io...non posso credere che sia stato cosi disattento...Una vera tragedia!"

"Ma...quando avete...insomma quando l'avete trovato...non avete notato nulla di strano nella bombola, o nei tubi dell'ossigeno?"

"Nessuna traccia di danneggiamento, la bombola era perfettamente a posto!" rispose Yale senza smettere di pitturare.

Jarod lo guardò pensando che non gliela raccontava giusta.

"E poi, Mackanzie, si può sapere cosa sono tutte queste domande?" domandò il capo voltandosi.

"Oh...solo un po' di curiosità, signore..." rispose lui.

In quel momento sentì uno strano rumore provenire dal largo, una barca che si muoveva ad una gran velocità e che stava trasportando una ragazza che faceva sci d’acqua. Jarod rimase sconvolto: non aveva mai visto nessuno fare sci d’acqua...

"Ora torna al lavoro, Jarod!" sorrise Yale.

"Cosa stanno facendo?" domandò incuriosito e un po’ preoccupato. Non capiva come la ragazza riuscisse a rimanere in piedi sul filo dell’acqua a quella velocità.

Il capo diede un’occhiata e vide la barca in lontananza.

"Mi prendi in giro, Mackanzie?"

"Come fa a rimanere in piedi? E' incredibile..."

"Non hai mai visto nessuno fare sci d'acqua?"

Jarod scostò lo sguardo e capì che poteva sembrare strano che un esperto sommozzatore non conoscesse uno sport, a quanto pare, così noto.

"Ehm...non di recente..."

Yale sembrava divertito.

"Credo che dovrò provare a farlo...si prova tutto nella vita!" disse a sé stesso più che a Yale.

"Ehi, superman, guarda che ci vuole una scuola per far quello...e anni di esercizio, non si impara cosi velocemente!"

"Penso proprio che ci andrò di corsa..." 

IL CENTRO, ore 7.00 p.m.

Miss Parker stava andando verso il suo ufficio a chiudere tutto: non vedeva l’ora di tornarsene a casa. Fece per raggiungere la porta, quando vide Lyle che le bloccava la strada.

"Oh, fratellino...qual buon vento ti porta? Uno freddo suppongo..."

"Non scherzare... sono già abbastanza infuriato per conto mio!"

"Cos'è, ti ha morso la tarantola?" chiese sorridendo.

"Peggio...per quanto tempo quello scocciatore dovrà rimanere qui? Tu lo sai?"

"Di chi parli?" domandò indifferente, senza smettere di camminare.

"Parlo di Michael, il nuovo spazzino!"

"Cosa? - si bloccò di botto - Mi stai dicendo che per la prima volta nella vita siamo d'accordo su una cosa?! E da quand'è che non lo sopporti, me l'hai presentato come se fosse il nuovo messia..."

"E infatti inizialmente mi stava simpatico...ma poi ho parlato con papà...Dai suoi discorsi ho l'impressione che voglia sostituirmi con quel bell'imbusto. Se ci pensi siamo già in troppi a cercare Jarod!"

Parker sorrise e in quel momento arrivò Broots, di certo con notizie per lei.

"Miss Parker...Miss Parker ho..."

Si rese conto che c’era anche Lyle, quindi si bloccò.

“Che succede? Notizie su Michael?" chiese lei.

"Beh...sì...in effetti..." sussurrò Broots.

"Ehi, cosa state combinando? Se state facendo ricerche su Michael, voglio sapere anch'io!"

"Da quando sei interessato ai nostri metodi investigativi che possono ledere la sicurezza del Centro?"

"Beh...da quando ci tengo a conservare il mio posto!"

Parker guardò Broots seria, poi annuì per fargli capire che andava tutto bene.

"Bene... allora ho intercettato una chiamata tra vostro padre e Michael, in cui il signor Parker lo informa di...stare attento e di non fidarsi di...voi due!"

"Che cosa?" gridò Lyle.

"Stai scherzando, Broots?"

Entrambi i fratelli lo fissarono con aria minacciosa.

"Ehi, ehi...non guardatemi cosi...io vi comunico quello che ho scoperto...e ora torno in ufficio!" replicò lui.

"Non ci posso credere..." sussurrò Parker guardando verso Lyle.

"Papà si sta mettendo contro di noi..." rispose lui arrabbiato.

CALIFORNIA, IL GIORNO DOPO, ore 4.00 p.m.

Jarod controllò che in giro, vicino agli uffici, non ci fosse Yale; dopo aver controllato che fosse in mare, cercò Jack e lo raggiunse velocemente.

"Senti Jack...ho bisogno di un favore..."

"Si, dimmi pure!" rispose lui che stava camminando avanti e indietro con il carburante per le imbarcazioni.

"La tuta da sub di George...è stata buttata o messa da qualche parte? O magari data alla famiglia..."

"E perchè vuoi saperlo?"

"Non ci credo a questa storia dell'incidente...George non era un novellino, era un perfetto sub...e sono convinto che c'entri qualcuno con la sua morte..."

"Ma...tutti amavano George, non aveva nemici! Quello che dici è assurdo...E comunque, anche se fosse, quel giorno lui era uscito in barca da solo, e quando si è immerso non c'era nessun altro con lui!"

"Senti...ti prego, lasciami controllare i miei sospetti...se ho torto giuro che la smetterò di andare in giro a fare domande..."

"D'accordo, Jarod...probabilmente sarà nel deposito degli attrezzi. Ma purtroppo non ho le chiavi del deposito, le ha Yale e nessuno a parte lui, può accedere!"

"Grazie mille Jack..." rispose dandogli una pacca sulla spalla.

Jarod si avvicinò al deposito degli attrezzi e controllò che non ci fosse nessuno ad osservarlo. Dopodiché forzò la serratura ed entrò chiudendo la porta dietro di sé. Iniziò a controllare fra gli ammassi di vestiti buttati alla rinfusa, finchè non trovò ciò che cercava: la tuta di George. Era abbandonata in un angolo semi nascosto, senza il rischio che qualcuno la vedesse per caso e la controllasse. Prese la bombola dell’ossigeno, ma non vi trovò danneggiamenti. Poi ripercorse fino all’imboccatura il tubo collegato alla maschera e finalmente trovò ciò che stava cercando: vicino all’erogatore, impercettibile e minuscolo, c’era un piccolo foro. E di certo era stato praticato da qualcuno...

Uscì di corsa dal deposito e decise di seguire Yale, che gli sembrava il più sospettoso, insieme a Jack. Era appena tornato dalla ricognizione e si era già cambiato nel suo spogliatoio. Jarod lo seguì senza dare nell’occhio fino alla strada poco lontana dal molo, su cui si stagliava una piccola chiesa, la Chiesa dei Marinai. Yale entrò e andò ad accendere una candela; poi prese una foto dalla tasca: rappresentava un ragazzo sorridente. Jarod, pensieroso, uscì dalla chiesa.

IL CENTRO, ore 7.00 p.m.

Parker e Broots entrarono litigando e senza bussare nell’ufficio di Sidney.

"Senti Broots, te lo ripeto...è impossibile che mio padre abbia detto una cosa simile...per quanto possa aver sbagliato nella vita, mi vuole troppo bene per non fidarsi di me!"

Broots stava per rispondere, ma Parker lo bloccò con una mano notando che Sidney era soprappensiero e non aveva nemmeno notato le loro urla.

"Che succede Sid? Dammi almeno tu delle buone notizie, ti prego..." sussurrò Parker gettandosi sul divano.

"Vorrei poterlo fare, Parker...il fatto è che sono preoccupato. Negli ultimi giorni Raines si sta comportando in modo strano...L'ho visto più volte aggirarsi da solo nei SL sotterranei...quelli in cui faceva i suoi esperimenti..."

"Non dirmi che sta combinando ancora qualcosa là sotto...quel vecchio pazzo non ne ha abbastanza di fare esperimenti scientifici? Almeno trovasse una soluzione per farsi ricrescere i capelli..."

"Secondo me, c'è sotto qualcosa!" replicò Sidney.

"...Io devo tornare in ufficio..."

Broots tentò di dileguarsi, ma con scarsi risultati.

"No no no...dove credi di andare?" gridò Parker alzandosi e trattenendolo.

"Dobbiamo scoprire cosa sta facendo...andiamo là sotto a dare un'occhiata..." concluse trascinandolo con sé fuori dall’ufficio. Sidney sorrise, si alzò e li seguì.

CALIFORNIA, IL GIORNO DOPO, ore 10.00 a.m.

Jarod aveva indosso una tuta nera attillata: aveva già in mente cosa avrebbe fatto nelle prossime due ore. Raggiunse Jack, che stava riverniciando la barca, e lo salutò.

"Buon giorno Jack...che ne diresti di andare a fare un po' di sci d'acqua?"

chiese mostrandogli gli sci.

"No, Jarod non ho tempo...e poi da quando sai fare sci d'acqua tu?"

"Ho preso un po' di lezioni ieri sul tardi..." sorrise lui. In realtà aveva recuperato un paio di sci e con l’aiuto di un istruttore era andato subito in alto mare.

"Non credo che qualche lezione ti faccia diventare un esperto. Non ti voglio sulla coscienza!"

"Giuro che non ti citerò se dovessi farmi cadere...avanti!"

Jack lo guardò un po’ contrariato, poi lo seguì. Pensò che in effetti un po’ di svago gli facesse bene dopo tutto quello che era successo.

Un’ora dopo erano ancora in alto mare e Jarod stava divertendosi come un bambino a scivolare sull’acqua. Quando lo ritenne opportuno disse a Jack di bloccare la barca. Lui obbedì immediatamente e Jarod risalì a bordo senza smettere di sorridere.

"Sono sbalordito! Hai davvero imparato tutto ieri?"

"Oh, sono...un ottimo studente..." 

"Sarà ma io credo che tu sapessi già come usare quei cosi!"

Jarod sorrise, ma poi capì che quello era il momento adatto per chiarire le cose.

"Ho trovato la muta da sub di George, nel deposito..."

"Beh...complimenti! Nessuno prima d'ora era mai riuscito a farsi dare da Yale le chiavi del deposito...Evidentemente gli sarai simpatico!"

"In realtà...non gli ho davvero chiesto le chiavi...ho forzato la serratura...ma dovevo farlo! Ho scoperto qualcosa di molto interessante che doveva esservi sfuggito..."

Jack lo guardò incuriosito.

Dieci minuti dopo erano di nuovo sul molo e si erano cambiati. Jarod lo portò fino al suo piccolo alloggio e gli mostrò immediatamente la bombola d’ossigeno di George.

"Ecco, noti qualcosa?"

Jack guardò la bombola: “No...niente. Sei sicuro di non sbagliarti?"

"Guarda bene...proprio all'imbocco del tubo..."

"Mi sembra di vedere...un piccolo buco..."

"Esatto...è un foro piccolissimo, quasi impercettibile...ed è stato questo foro a causare la perdita di ossigeno, e non un fantomatico errore di calcolo di George..." rispose Jarod piuttosto arrabbiato.

"Ma no, è impossibile...sicuramente si sarà danneggiato quando è stato messo nel deposito!"

"No, Jack...e ora l'hai capito anche tu...c'era sicuramente qualcun altro con lui...qualcuno che prima ha creato il foro e poi si immerso con lui per assicurarsi che non ne uscisse vivo..."

"No...è assurdo...nessuno voleva la sua morte! E ora scusa ma ho molto lavoro da fare"

Jack uscì dalla stanza, ma Jarod lo seguì. Quando si trovò a una decina di metri di distanza da lui lo chiamò.

“Ho visto Yale nella chiesa, ieri...”

Jack si bloccò di scatto.

“Tu sai qualcosa, vero?"

"Io non so proprio niente...Per quanto ne so io, George è morto per pura fatalità!"

"Non è vero...hai paura di dire la verità? O sei stato tu?!"

"No! Non sono stato io ma..."

"Ma cosa?"

"Niente...devo andare!"

"Jack...George era una brava persona...è più importante consegnare chi lo ha ucciso alla giustizia o coprire un assassino?"

"Non posso dire niente..." rispose Jack senza smettere di camminare.

"E George? Era un tuo amico...e ti voleva bene..." replicò Jarod seguendolo.

Jack si fermò e sospirò. Jarod attese qualche secondo, poi l’uomo tornò sui suoi passi e lo raggiunse.

"D'accordo Jarod...ti dirò tutto. E' stato il capo...è stato Yale a uccidere George!"

"Yale? Per quale motivo?"

"Un paio di mesi fa, Yale aveva portato qui suo figlio Brian...compiva dodici anni e voleva fare la sua prima immersione! George insistette per occuparsi del ragazzo e cosi uscirono in barca al largo. Purtroppo sopraggiunse una tempesta, ma Brian era così eccitato! Voleva entrare ad ogni costo...così i due si immersero comunque e..."

"Il bambino ha avuto un incidente..."

"Quando George riemerse dall'acqua non trovò più il bambino...il mare era mosso...tentò di ritrovarlo ma fu tutto inutile. Il corpo di Brian fu ritrovato quando la tempesta finì...e nonostante i soccorsi non c'è stato nulla da fare!"

"E Yale ha dato la colpa a George..."

"Già...e ha deciso di vendicare il bambino. Quando Yale lo ha ucciso, è venuto da me dicendomi che Brian era stato finalmente vendicato. Ho capito subito che l'aveva ucciso ma Yale mi disse di tenere la bocca chiusa e che mi avrebbe fatto ottenere una promozione in cambio del silenzio..."

"Per quale motivo non hai detto niente?! Hai coperto un assassino e non hai reso giustizia a George...per quanto mi riguarda potresti essere considerato al suo livello...concorso nel delitto...è un reato grave, Jack..."

"Sì lo so ma...sarebbe stata la mia parola contro la sua...mi dispiace!"

"Beh...ora è tempo di farla pagare a Yale...e tu mi darai una mano..."

IL CENTRO, ore 11.00 a.m.

Parker era nell’ufficio con Sidney e Broots. Stavano ancora cercando di capire come avessero fatto a perdere di vista Raines il giorno precedente.

"Non riesco proprio a capire dove sia finito...non è così facile scoprire dove va quel vecchio pazzo..."

"Lo scopriremo Parker...e finalmente sapremo cosa sta combinando!" replicò Sidney.

In quel momento Michael entrò nell’ufficio senza bussare.

"Spero di non disturbarvi..."

"Beh, se lo temi non ci conosci abbastanza..." rispose lei ringhiando.

"Volevo chiedervi se avete scoperto dove può essere ora Jarod..."

"Ma come...ora che ci sei tu pensavo non ti servisse il nostro aiuto...non eri in grado di trovarlo ovunque?"

"Beh, modestamente...sì...Ma ho sempre bisogno della supervisione di Broots con il computer, della saggezza di Sidney e...del tuo fiuto da cacciatrice, Miss Parker!"

"Pensa un po'...tutte qualità che guarda caso...ti mancano! E comunque queste sviolinate da leccapiedi risparmiatele per mio padre, d’accordo?" rispose lei ironicamente. Ce l’aveva ancora su con suo padre per ciò che Broots aveva scoperto, e Michael lo intuì.

"Beh visto che ci siete voi...muovetevi a cercare qualcosa, invece di starvene con le mani in mano!" disse rivolto a Broots.

"Nessuno ha mai osato dare ordini ai miei collaboratori, e tanto meno a me! Quindi finchè sei qui...ricordatelo se non vuoi ritrovarti una pallottola dove non batte il sole!"

"D'accordo come vuoi...allora ti dispiace chiedere ai tuoi fedeli cagnolini di mettersi al lavoro?”

Fece per uscire, poi si voltò.

"Ah...vale anche per la loro padroncina!"

"Ovviamente il tuo grande interesse per il nostro lavoro deve essere dettato dal fatto che non hai trovato più nulla su Jarod...mi sembrava di averti avvisato che non lo prenderai mai..."

"Per tua informazione io sono venuto qui per aiutarvi nella ricerca di Jarod usando i miei metodi, ma contavo anche sul vostro aiuto! Ma siccome vedo che siete in letargo, agirò da solo d'ora in poi!"

Michael uscì non prima di essersi preso un’occhiataccia da Parker.

CALIFORNIA, ore 4.00 p.m.

Jarod entrò di corsa nell’ufficio di Yale: tutto era pronto e Jack si era preparato a spiegare ai compagni ciò che era successo.

"Signor Yale...non ci crederà, ma hanno avvistato un relitto a qualche miglio dalla costa!"

“Cosa? Ma non abbiamo ricevuto segnalazioni!"

"Invece è così! Deve avere almeno una cinquantina d'anni e si è perfettamente mimetizzato con le alghe...dobbiamo assolutamente andare a controllare!"

"Va bene, non perdiamo tempo allora!" replicò Yale pronto a trovare un altro bottino.

Si portarono sull’imbarcazione, dove presto arrivarono anche gli altri membri della squadra pronti a immergersi. Dieci minuti dopo erano al largo, nella zona in cui Jarod diceva di avere avvistato il relitto. Disse a Yale che, dato che l’aveva trovato lui, voleva che si immergessero solo loro due. Yale sorrise e ordinò ai suoi uomini di rimanere sulla barca.

Si immersero lui e Jarod e iniziarono la discesa a circa mille metri di profondità. Indossavano le radio subacquee e si potevano parlare: Jarod indicò a Yale la zona in cui dovevano andare, ma prima di raggiungere il fondo iniziò a parlare.

"Sai Yale...mi sto chiedendo...come deve essersi sentito George quando si è reso conto...che non aveva più ossigeno per respirare...e che non sarebbe riuscito a riemergere in tempo..."

"Ma cosa stai dicendo? Ti sembra il momento di parlare di George ora?"

"Beh...direi di sì...perchè fra poco ti sentirai anche tu così...visto che ti ho fatto immergere per farti fare la stessa, identica...fine..."

Yale guardò dietro di sé e vide che Jarod non c’era più. Lo chiamò, ma non ricevendo risposta tentò di risalire per capire cosa stesse succedendo. Mentre si voltava si sentì preso da dietro: Jarod lo aveva afferrato.

"Non farai in tempo a riemergere, Yale...ora romperò il tubo dell'ossigeno come hai fatto con George...prima ti senti soffocare, poi ti si appanna la vista...e a poco a poco non puoi più respirare e ti togli il casco per risalire...ma non hai più la forza per tornare in superficie...Hai idea di cosa significhi?"

"Se mi ucciderai...non la passerai liscia. Jack e gli altri a quest'ora avranno sentito tutto e si immergeranno per aiutarmi!"

"Beh ma...a dire la verità io non sono un vero sub...e a differenza di te avrò ancora abbastanza ossigeno per tornare fino a riva e sparire..."

"Ma si può sapere cosa vuoi?"

"Vendetta...proprio come te! Hai ucciso George per vendicarti della morte di tuo figlio...ma non è stata colpa sua...e l'omicidio non ti ha riportato indietro il tuo ragazzo!"

"Non so proprio di cosa tu stia parlando!"

"Brian è morto...e tu non puoi farci niente! Ora ti manderò presto a raggiungerlo, mi basta fare un taglio all'imbocco del tubo, proprio come hai fatto tu! A meno che...tu non decida di confessare e compiere finalmente un atto sincero..."

"Non lo farai!"

"Oh, sì invece!" rispose lui tirando fuori un coltellino da sotto la tuta.

"No aspetta!" gridò Yale. Jarod si fermò e lo guardò.

"Va bene... è vero, l'ho ucciso per vendicarmi di mio figlio...lo so che ho sbagliato...ma quel bastardo doveva pagare! Brian era l'unica cosa che mi rimaneva dopo la morte di mia moglie..." concluse piangendo.

Jarod lo guardò pieno di rammarico e poi lo trascinò con sé in superficie senza dire una parola. Una volta emersi, Yale vide puntati addosso i riflettori e capì che era attorniato da motovedette della polizia.

Yale guardò con rabbia Jarod, rendendosi conto che aveva preparato tutto.

Furono caricati sulla barca della polizia e Yale guardò con delusione verso Jarod.

“Non l'avrei mai fatto, Yale...ma tu hai ucciso un uomo senza nemmeno pensare alle conseguenze delle tue azioni..."

Yale annuì e riprese a piangere, poi la motovedetta partì in vista della costa.

IL CENTRO, ore 10.00 p.m.

Parker, Sidney e Broots erano appostati dietro a Raines da quasi mezz’ora. Aveva percorso tutti i sottolivelli con uno strano atteggiamento di sospetto, e ora si trovava al SL 25 e stava camminando nei bui corridoi.

"Mi-miss Parker...sei sicura che c'è bisogno anche di me? Ho molto lavoro da fare e..."

"Broots, pezzo d'idiota! Se la piantassi di piagnucolare come una femminuccia forse avremmo già capito cosa fa Raines da un pezzo! Ora siamo qui e lo seguiremo, chiaro?" bisbigliò rabbiosamente Miss Parker girandosi verso di lui.

Broots stava lamentandosi dall’inizio del pedinamento e lei era arrivata al limite della sopportazione.

"C'è un problema, Parker!"

Lei si voltò e vide che Raines era sparito.

"Accidenti! Dov'è finito? Broots...è sempre colpa tua, non fai altro che distrarmi!" gridò lei.

In quel momento un’ombra apparve alle loro spalle: “Che ci fate voi qui?"

"R-Raines!" sussurrò Broots voltandosi. Parker, invece, sorrise prima di girarsi: erano davvero fortunati...

"Stavamo...solo controllando delle cose!" sorrise Sidney.

Broots e Sid si spostarono diretti ai loro uffici; Parker invece si alzò da terra senza smettere di guardare male Raines.

"Giuro che se stai combinando qualcos'altro...questa volta non la passerai liscia..." ringhiò.

"Parker...andiamo!" la bloccò Sidney. Lei guardò ancora rabbiosa Raines, il quale la fissò allo stesso modo. Poi Parker seguì Sidney e Broots.

CALIFORNIA, IL GIORNO DOPO, ore 11.00 a.m.

Jarod stava salutando tutti i suoi colleghi. Arrivò infine il turno di dire addio anche a Jack.

"Beh Jack...hai fatto bene a dirmi la verità...Metterò una buona parola per te..." sorrise stringendogli la mano.

"Grazie Jarod...e ora cosa hai intenzione di fare? Dove andrai?"

Jarod scrutò il mare: una coppia di amici facevano sci d’acqua.

"Beh...io un'idea ce l'avrei..." rispose sorridendo.

FLORIDA, MIAMI, DUE SETTIMANE DOPO

I ragazzi stavano guardando il loro istruttore sorridendo. Si divertivano un mondo con lui a studiare sci d’acqua.

"Bene ragazzi! Oggi...impareremo le tecniche migliori per lo sci d'acqua a due!" sorrise Jarod mettendosi gli sci.


Jarod il Camaleonte Italia - Virtual Season © 2004 Antonio Genna

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