La
Virtual Season 6
di "Jarod il Camaleonte"
Episodio 1: Sorprese
Racconto
appartenente alla
Virtual Season 6 di "Jarod il Camaleonte",
scritto da
Maura
e Rossella
e pubblicato in esclusiva su
Jarod il Camaleonte Italia. Tutti i diritti sono di
proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e tutti i personaggi della
serie "Jarod il Camaleonte / The Pretender" utilizzati sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e
sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di
lucro.
Quanto compare in questa pagina è soltanto frutto della fantasia delle due
autrici e non è stato realmente girato o creato dagli sceneggiatori di "Jarod".
RIASSUNTO DELLA VIRTUAL SEASON 5
Ethan a Jarod: “Ho appena finito di costruire una bomba, Jarod...me
l'aveva ordinato Raines…e ricordo che ha parlato di un numero… 15P”
Jarod: “E’ il numero dell’ufficio di Miss Parker… la bomba è destinata a
lei”
Miss Parker a Lyle: “Chi ti ha ordinato di uccidermi?”
Lyle: “E’ un ordine del Triumvirato…sono irremovibili. Vogliono che tu
muoia”
Miss Parker a Jarod: “Il Triumvirato dice che io sono molto pericolosa per
il Centro. E adesso sono diventata anch’io una preda”
Jarod: “Benvenuta nel club”
Miss Parker: “Perché sei ritornato al Centro rischiando di farti prendere,
Jarod?”
Jarod: “L’ho fatto per salvarti, Miss Parker…Dall’isola non è cambiato
niente per me”
Sidney rivolto a Miss Parker e Jarod: “Ho scoperto che Catherine Parker
aveva iniziato un progetto per far scappare tutti i bambini del
Centro…attuato con l’aiuto di un’altra persona… tua madre, Jarod”
Broots a Miss Parker: “Lyle e Raines hanno ricevuto un ultimatum dal
Triumvirato… vogliono eliminarti al più presto”
Miss Parker a Jarod: “Jarod, perché sei venuto a casa mia? Cosa devi dirmi?”
Jarod: “Questo” (Jarod bacia Miss Parker)
Miss Parker a Sidney: “E’ nato qualcosa tra me e Jarod… e temo che il Centro
possa scoprirlo”
Sidney: “Parker, non ci sono tracce della tua relazione con Jarod… siete al
sicuro”
Miss Parker: “Invece una traccia c’è… sono incinta”
Miss Parker a Sidney e Broots: “ho deciso di dire tutto a Jarod a proposito
del bambino”
Broots rivolto a Sidney: “collegandomi agli apparecchi telefonici del Centro
ho saputo che qualcuno sta intercettando tutte le chiamate che arrivano al
cellulare di Miss Parker. Sicuramente avranno scoperto che lei andrà da
Jarod... e sanno anche dove, temo!"
Jarod a Sidney: “è successa… una cosa terribile. Hanno testo un’imboscata a
me e a Miss Parker nel mio rifugio”
Sidney: “e Miss Parker sta bene?”
Jarod: “per niente! Temo che ci sia un’emorragia interna… non so se ce la
farà”
Medico rivolto a Sidney e Broots: “le condizioni di Miss Parker si sono
stabilizzate, ce la farà… ma purtroppo, in seguito alle lesioni interne e al
profondo trauma… ha perso il bambino”
Broots a Miss Parker: “i dottori hanno fatto il possibile per salvare la
bambina…”
Miss Parker: “Si vede che proprio... non era destino, giusto?"
Ginecologo a Miss Parker: "Purtroppo ho riscontrato che la sua ulcera ha
affaticato molto la sua gravidanza e sono abbastanza convinto che lei
avrebbe perso il bambino... anche senza quell'incidente... E inoltre, se lei
dovesse rimanere di nuovo incinta… sarà molto difficile che possa portare a
termina la gravidanza.
Sidney rivolto a Miss Parker: “ricominciare a bere, non ti aiuterà”
Miss Parker: “Io non potrò più avere figli… quindi non dirmi quello che devo
o non devo fare”
Angelo: “Ti sbagli, Miss Parker. L'amore tra te e Jarod c'è e ci sarà
sempre... presto avrete un altro bambino!"
Jarod a Miss Parker: “Sei in collera con me per via dell’incidente?… Mi
dispiace, se avessi saputo che eri stata seguita... non ti avrei mai
attirato nel mio rifugio”
Miss Parker: “Maledizione, ero incinta Jarod!... Era una bambina... me
l'aveva detto Broots il giorno... il giorno in cui sono venuta da te... La
cosa che non mi perdonerò mai...è stato accettare il tuo invito e venire da
te, maledizione!… Ed ora vattene da qui... è finita..."
Jarod: “Ancora una volta... sono la causa delle sofferenze delle persone che
amo..."
Broots a Miss Parker: “Ho trovato diversi file di Raines che parlano di
missioni in Africa da parte di squadre del Centro... La sede del Triumvirato
in Africa sta tenendo in ostaggio qualcuno e... credo che questo qualcuno
sia tuo padre!"
Miss Parker a Sidney e Broots: “E’ stata come una visione... ho rivisto le
ultime scene su quell’aereo, mio padre... e la sede del Triumvirato in
Africa”
Broots: "Quindi tuo padre è vivo?"
Miss Parker: "Non ne sono sicura… vorrei avere anche il parere di qualcun
altro... Ethan"
Miss Parker: "Ethan...io ho saputo qualcosa che riguarda mio padre e... ho
avuto una visione..."
Ethan: "Sì...l'ho sentito anch'io...lui è vivo!… Fidati sempre del tuo senso
interiore…”
Miss Parker: "Tu pensi che l'amore fra... me e Jarod... potrebbe durare?"
Ethan: "Lo scoprirai molto presto"
Jarod a Miss Parker: “Quest’ultimo mese è stato il periodo più brutto della
mia vita… sapere che stavi male e che non potevo aiutarti mi ha fatto
pensare a quanto io ti voglia bene. Non escludermi dalla tua vita, ora che
hai bisogno di me”
Broots a Miss Parker: “Leggendo alcune e-mail di Lyle e Raines che arrivano
dall'Africa, ho scoperto che tengono nascosto qualcuno nel palazzo del
Triumvirato... la domanda è… chi?"
Miss Parker: "Mio padre..."
Jarod a Miss Parker: "Io vengo con te in Africa!”
Miss Parker: "No, Jarod... è una cosa che riguarda me e mio padre... nessun
altro..."
Jarod: “Ti ho già lasciata sola una volta, non voglio ripetere lo stesso
errore”
Miss Parker: "Papà! Papà!"
Miss Parker "Ho trovato mio padre, Sidney!"
Sidney: "Raines e Lyle sono già partiti per l'Africa e saranno lì a
momenti... io e Broots partiremo il prima possibile..."
Miss Parker a Jarod: “Dobbiamo salvare mio padre”
Mr Parker a Miss Parker: "Quando mi sono buttato dall'aereo, quella notte,
sono caduto in mare e ho nuotato fino in Africa con le pergamene. Purtroppo
mi hanno trovato mentre ero nascosto nella Selva Encantada. Mi hanno preso e
hanno letto le pergamene!”
Miss Parker: “Cosa dicono quelle pergamene, papà?”
Mr Parker: “Il Centro cadrà per mano dell'eletto e... dell'angelo!"
Hasani: “Sono contento di aver riunito tutti quanti...specie poi di aver
trovato l'eletto e l'angelo!"
Catherine Parker: "Lasciateli andare!"
Miss Parker: "Mamma!"
Miss Parker: "Papà...le profezie dicono niente sul... futuro mio e di
Jarod?"
Mr Parker: "Se è vero ciò che ho letto, non dovrai più temere di rimanere da
sola... mai più!"
Jarod: “Miss Parker… io ti amo"
IL CAST
JAROD |
SIDNEY |
MISS PARKER |
BROOTS |
MR. PARKER |
ETHAN |
CATHERINE PARKER |
MARGARETH |
L'EPISODIO
CASA DI MISS PARKER, ore 7.00 a.m.
Sveglia. Nel suo letto. Era stato solo un sogno, o meglio, un ricordo. In quel periodo aveva rivisto quella scena tante di quelle volte che ormai la sognava anche di notte. Aveva rivisto sua madre dopo anni in cui l’aveva creduta morta... ed ora aveva paura di non riuscire ad abbracciarla, a dirle quanto le voleva bene e a spiegarle tutto ciò che stava vivendo.
Parker guardò l’orologio: erano le sette e sapeva benissimo di doversi preparare per andare al Centro. Si alzò in fretta e iniziò a vestirsi ripensando al sogno che aveva fatto. Cercava di non pensare ad altro, ma la verità era che c’era una sola cosa che la assillava, una cosa a cui continuava a pensare senza tregua: Jarod. Erano giorni che non riusciva a vederlo, giorni in cui avevano vissuto nell’ombra senza potersi sentire se non per pochi minuti ogni tanto.
Stava per andare in bagno quando squillò il telefono. Parker corse a rispondere sperando vivamente che fosse proprio lui.
"Pronto..."
"Voglio vederti Parker... Ormai sono passate due settimane... "
"Lo so Jarod...ma da quando mio padre è tornato sono perseguitata da spazzini che si improvvisano guardie del corpo...lui ha paura che mi accada qualcosa..."
"Ancora non ha capito che tu sai badare a te stessa... oppure sospetta di noi?"
"Non ne sono sicura...però cercherò di convincerlo a lasciarmi un po' libera... - dicendo questo si avviò verso la finestra e guardò fuori spostando le tendine. La solita macchina nera parcheggiata di fronte a casa sua… - Perché ti giuro...non ne posso più..."
"Ti senti come me... sempre osservata"
Parker sorrise: "Già...ti chiamerò non appena le acque si saranno calmate...forse riusciremo a vederci..."
"Lo spero"
Jarod riattaccò fiducioso e subito dopo si sedette nuovamente sul letto. Anche lui continuava a pensare a sua madre, al momento in cui l’aveva vista…e anche lui pensava a Catherine, la donna fantastica che lo aveva sempre spronato a dare il meglio di sé per aiutare gli altri…
E poi c’era Parker... così lontana da lui e così irraggiungibile... si sentiva come se fossero passati secoli da quando l’aveva abbracciata l’ultima volta...
IL CENTRO, ore 8.30 a.m.
Parker non esitò un attimo: non appena messo piede al centro si diresse verso l’ufficio del padre convinta di sé e pronta a far valere le proprie argomentazioni. Arrivò di fronte alla porta e come suo solito entrò senza bussare.
"Ciao papà..."
"Oh, ciao tesoro!" rispose lui alzandosi per abbracciarla.
"Senti papà...io vorrei parlarti un attimo dei...dei miei angeli custodi..."
"Intendi gli spazzini che ho assoldato per proteggerti? Non dirmi che quegli incompetenti non ti stanno proteggendo abbastanza?"
"Papà non è questo...io so badare a me stessa, lo sai benissimo...sono stanca di averli sempre intorno come degli avvoltoi!"
"Io sono solamente preoccupato che il Triumvirato possa di nuovo tentare di ucciderti. Ho saputo che ci hanno già provato due volte e che... stavi per morire"
"Papà...non è né la prima né l'ultima volta che ho rischiato la vita...sono stata anche in situazioni peggiori...sebbene l'incidente mi abbia davvero...sconvolto...ma ti prego, toglimi quegli idioti di dosso...posso cavarmela da sola...e poi ci sono Sidney e Broots che pensano a me!" concluse ironicamente.
"Ne sei proprio sicura, angelo? Sai io mi sento in colpa perché non ci sono stato quando avevi bisogno di me e quando ho saputo del tuo incidente... ho voluto prendere delle precauzioni... Non voglio perdere anche te..."
"Già ma...chi credevi di aver perso...ora non è più così lontano...non credi?"
"Già... tua madre è viva!"
"Tu...sapevi che lei era ancora viva?"
"Come ti viene in mente una cosa del genere? Io credevo fosse morta e sono contento di aver scoperto che è ancora viva! Spero di poterla presto riabbracciare"
"Papà ma...se la mamma è viva...magari veniva detto nelle pergamene..."
"Le pergamene non la citavano" rispose freddamente lui.
"Ma non parlavano di noi, della nostra famiglia...insomma, se dicevano di me doveva pur dire qualcosa della mamma..."
"Angelo ora ho molte cose da fare, non parliamone più di questa storia va bene? L'importante è che tutti noi stiamo bene. Dopo l'esperienza dell'Africa con Hasani, credevo proprio che per me fosse finita... invece eccomi di nuovo qui alla guida del Centro. Ora vai a lavorare angelo, ci vediamo più tardi. E ritornando al discorso delle guardie del corpo... provvederò a togliertele, se è questo che desideri"
Le lanciò uno sguardo affettuoso e poi si sedette di nuovo e prese in mano il telefono. Parker, capendo di essere di troppo, uscì con un po’ di disappunto, dall’ufficio.
Si diresse verso l’ufficio di Sidney dove trovò anche Broots.
"Buongiorno Miss Parker!" le sorrise Sidney.
"Buongiorno un corno, Sidney!"
"E'...successo qualcosa?" domandò Broots un po’ intimorito.
"Mio padre...lui mi sta tenendo all'oscuro di qualcosa, lo so...lo sento e lo conosco! Non vuole ammettere che sapeva qualcosa di mia madre, non ci credo che non sapesse che era viva!"
"Già, anche io sono stupito di questo. Non si comporta proprio come una persona che ha scoperto che la propria moglie è ancora viva...dopo averla creduta per anni morta…"
Parker si sedette un po’ contrariata e cercò di calmarsi un attimo.
"Comunque Miss Parker... sono contento che tua madre sia ancora viva…" disse Broots cercando di farla felice.
Parker sorrise a Broots, forse in quella che sarebbe stata una delle poche volte in vita sua.
“Anch'io sono molto felice...è come se una parte di me fosse rinata...ma voglio vederla, ho bisogno di lei...e sono certa che mio padre sa qualcosa che potrebbe aiutarmi a trovarla..."
"Credimi Parker... lui non ti dirà niente quindi la miglior cosa da fare è non chiedergli niente...”
“Giusto... scopriremo da soli se nasconde qualcosa!" continuò Broots dando man forte a Sidney.
Parker li guardò entrambi e poi sorrise.
MISSOULA, MONTANA, ore 4.00 p.m.
"E così ho cercato di chiedere a papà e ad Emily...se avevano saputo niente di mia madre, ma...lei non li ha cercati...e io ho tanta voglia di rivederla..."
"Purtroppo neanche io l'ho vista, ma sento che sta bene e so che è insieme a mia madre...Loro stanno bene, e vedrai che si faranno vive molto presto!"
Ethan sedeva al tavolino del portico, come ogni volta. Jarod andava spesso a trovarlo e facevano delle lunghe chiacchierate. Jarod, però, avvertì subito che il fratello stava provando dei sentimenti contrastanti. Nonostante ciò, ogni volta che Ethan gli dava delle buone notizie, sapeva di potersi fidare ciecamente di lui: finora non aveva mai sbagliato...
"Mi conforta molto sapere che tu la pensi così...mi fido moltissimo del tuo senso interiore...e mi ha aiutato in tante altre occasioni..."
Ethan non rispose, si limitò a fare un vago sorriso.
"Come sta mia sorella?" domandò poi.
"Lei...sta molto bene, è molto felice di sapere che vostra madre è ancora viva...però sono molti giorni che non riusciamo a vederci...è sotto controllo costante degli scagnozzi di suo padre..."
"Ho avvertito che c'è un distacco tra voi, Jarod...”
Jarod, che stava guardando verso il giardino pensando nuovamente a Parker, tornò a posare gli occhi su Ethan stranamente sorpreso da quell’affermazione.
“Non allontanarti da lei, specialmente da adesso in avanti, perchè sento... che ci saranno molti ostacoli"
"Non devi preoccuparti di questo...niente e nessuno potrà mettersi fra noi, ne sono certo..."
"Mai sottovalutare il senso interiore...Il vostro rapporto potrebbe anche guastarsi, Jarod...non devi prendere queste parole alla leggera…"
Jarod lo guardò poco convinto, ma poi notò che era stranamente serio. Ed era incredibile pensare a quanto fosse giovane e allo stesso tempo quanto fosse saggio. Gli sembravano passati secoli da quando lo aveva conosciuto, invece erano solo un paio d’anni...
CASA DI MISS PARKER, ore 9.00 p.m.
Parker era felicissima di tornare a casa, per la prima volta in due settimane, senza la scorta. Scese dall’auto euforica, convinta che non appena avesse comunicato a Jarod la bella notizia, lui sarebbe andato subito a trovarla.
Prese la chiavi e fece per aprire il portone, quando sentì un rumore all’interno; prese immediatamente in mano la pistola e aprì il più lentamente possibile la porta. Entrò puntando la pistola davanti a sé, cercando di guardarsi intorno.
Si avvicinò all’interruttore e lo premette velocemente, vedendo apparire una sagoma voltata di spalle nel suo soggiorno. Aveva dei folti capelli castani e non era molto alta. Ma era una donna.
"Voltati immediatamente o premerò questo grilletto..." sussurrò rabbiosamente.
La donna alzò le mani e si voltò un po’ spaventata, ma non appena vide Parker abbasso la guardia e sorrise. Parker, al contrario, rimase così stupita che per poco non fece cadere l’arma.
"Ma...tu...sei..."
"E' già la seconda volta che mi punti contro una pistola..." le disse la donna. Poi sorrise e Parker abbassò l’arma senza riuscire a pronunciare una parola.
"Sì, Miss Parker...sono Margareth..."
RIFUGIO DI JAROD, nel frattempo
"Hai saputo qualcosa su tua madre o Catherine?"
"No...brancolo nel buio, è stato più semplice aiutare tutte le persone che ho salvato...che scoprire qualcosa di mia madre...lei e Catherine stanno coprendo le proprie tracce in maniera incredibile..."
Jarod chiuse la portiera della macchina; stava parlando con Sidney riguardo a sua madre e sembrava ancora piuttosto amareggiato di non aver scoperto nulla.
"Anche qui al Centro purtroppo si sono mobilitati per trovarle, ma non so che intenzioni abbiano"
"E il Signor Parker?"
"Anche lui si sta comportando stranamente da quando è tornato al comando. Sembra quasi che di Catherine non gli importi più di tanto...lo vedo quasi distaccato… E anche Miss Parker crede che le stia nascondendo qualcosa"
"Beh...spero di trovarle prima io, Sidney...non vorrei che accadesse loro qualcosa..."
Jarod concluse la chiamata e si avviò verso il suo appartamento; aprì la porta e la richiuse alle sue spalle. Quando accese la luce, però, il suo spavento fu incredibile. Si trovò davanti l’unica persona che non si sarebbe mai immaginato di vedere…
"Jarod…"
"Catherine!" gridò correndo verso di lei. Quasi in lacrime per rivederla dopo tanto tempo, l’abbracciò felicissimo che stesse bene.
"Ma come ha fatto a trovarmi?"
"Non sottovalutare il mio senso interiore, ragazzo...Funziona ancora perfettamente...Dio, come sei cresciuto…"
“E com’è bello saperla ancora viva, Catherine...è una gioia immensa...Ma venga, sediamoci! Sta bene?”
“Certamente...”
“Ma...mia madre? Sta bene anche lei?"
"Sì, sta benissimo! E tu e mia figlia, Jarod? Come state?"
"Benissimo...nonostante il Centro, il Triumvirato e...suo marito... - disse un po' titubante - Riusciamo a stare insieme!"
"Cosa? Aspetta un attimo... hai detto che state insieme?"
"Già...stiamo insieme…” rispose Miss Parker.
"Ma questa è una bellissima notizia! Sono così felice per voi…" disse Margareth abbracciandola.
"Ma...perchè sei venuta da me? Jarod vorrà vederti! Muore dalla voglia di poterti riabbracciare..." continuò Parker. Era così ansiosa di dirgli che sua madre era lì con lei, che prese in mano il telefono. Ma Margareth la fermò.
"No, cara...non è ancora il momento di rivederci…"
"Ma perchè non vuole vedere sua figlia? Parker vuole rivederla con tutto il cuore!" chiese Jarod sorpreso.
"Lo so...ma lo sto facendo per il suo bene...Non c'è tempo ora per incontrarci, avremmo troppe cose da dire e così poco tempo per spiegarle..."
"Di cosa sta parlando?"
"Io e tua madre ci stiamo organizzando per distruggere il Centro una volta per tutte…E avremo bisogno anche del tuo aiuto e di quello di Jarod…" spiegò Margareth.
"Faremo tutto il possibile per aiutarvi...“
“…il Centro distrugge le nostre vite da troppo tempo ormai...e io voglio solo poter rivedere di nuovo mia madre!" concluse Jarod.
"La rivedrai presto...molto presto…" sorrise Catherine.
"Dove siete nascoste ora?"
"In un posto sicuro… Ma questo è tutto quello che posso dirti, non posso rivelarti dove…Nessuno deve saperlo…" sospirò Margareth.
Parker sorrise: "Già...una vita molto simile a quella di tuo figlio...Non insisterò allora..."
Margareth sorrise.
“Ora è tempo che vada, Jarod…sono già rimasta troppo a lungo…ma voglio che tu e mia figlia stiate molto attenti: non dovete assolutamente fidarvi di nessuno, tranne che di voi stessi…”
“Ma cosa sta succedendo al Centro? E al signor Parker?”
“Sono cose che saprete molto presto, Miss Parker…Aspetta fiduciosa e mi raccomando…occupati di mio figlio…” sussurrò Margareth mettendosi un foulard in testa e stringendo la mano di Parker.
“D’accordo? Pensa a lei e stalle vicino…con te al fianco è diventata molto più forte ed io sono fiera di entrambi…” sussurrò Catherine accarezzando il volto di Jarod. Lui sfiorò la sua mano e poi le sorrise.
“Saluti mia madre…e state molto attente…”
“Tenetevi sempre in contatto con noi, Margareth…” disse Parker.
“Non posso prometterti che lo faremo, cara…ricordatevi che vi vogliamo bene…”
“A entrambi…” concluse Catherine.
“Arrivederci…” sussurrò Jarod.
“Ciao Margareth…dì a mia madre che le voglio bene!”
“Lo farò…”
IL CENTRO, ore 11.00 p.m.
Lyle stava ancora aspettando la chiamata. Era tutto il giorno che aspettava. Una chiamata che avrebbe cambiato parecchio la loro vita al Centro, e persino la sua. Guardò l’orologio nervosamente, continuava a camminare avanti e indietro da circa un’ora. E poi finalmente il telefono squillò. Lyle corse verso di esso e alzò la cornetta velocemente.
“Sì…sì, siamo d’accordo allora…lo aspettiamo!”
Con una smorfia di rabbia e nervosismo allo stesso tempo riappoggiò la cornetta sul telefono e poi, senza badare più nemmeno all’ora, corse fuori dall’ufficio, chiuse la porta e si diresse verso il garage. Voleva tornare a casa il più presto possibile.
CASA DI MISS PARKER, ore 0.03 a.m.
"Sai...mi sembra veramente incredibile tutto questo...sono le nostre madri, non le abbiamo viste per anni ed ora...sono apparse quasi dal nulla per...sistemare le cose! Vogliono fare quello che nessuno di noi è riuscito a fare per anni..."
"E' la cosa giusta…Finalmente tra poco sarà tutto finito..." rispose Jarod.
Jarod era piombato in casa di Miss Parker verso mezzanotte e mezza, sconvolgendola clamorosamente. Si erano chiamati praticamente allo stesso tempo, dicendosi che avevano visto le rispettive madri…e Jarod aveva preso le chiavi della macchina ed era corso da lei, senza contare che aveva anche un’immensa voglia di vederla da parecchi giorni…
“Purtroppo…ho l'impressione che non sarà così semplice...quelli del Centro sono degli ossi duri...e non riusciranno facilmente a cacciarli..." riprese Parker.
"Ce la faranno... e noi le aiuteremo. Qualcosa mi dice che le sorprese non sono ancora finite. E tu? Ancora assediata da quei gorilla?" domandò lui sporgendosi dalla finestra per controllare che nessuno avesse notato il suo arrivo. In effetti era stato un po’ imprudente andare lì senza nemmeno pensare ai rischi che stava correndo.
"No, grazie al cielo...mio padre non ha sentito ragioni...la via è sicura..." rispose lei controllando insieme a lui fuori dalla finestra. Poi si rimise malinconicamente al centro del soggiorno. Sapeva che ormai era tempo di andare, per Jarod…
"Già...devo andare...” sussurrò lui quasi le avesse letto nel pensiero. Le si avvicinò e l’abbracciò.
“Ma ci vedremo presto…"
"Già...sarà meglio che nessuno dei miei parenti o...del Centro...ti veda qui con me, non credi?" domandò lei ironicamente. L’ironia era l’unica arma che aveva contro la sua malinconia.
Jarod sorrise e poi le rispose: “Anche perché... finiresti nei guai…"
"Ci sono abituata..." concluse lei.
Sapeva benissimo che rischiava ogni secondo che parlava con lui, lo vedeva o persino lo pensava. Jarod era il suo obiettivo da anni e il suo compito era quello di trovarlo e portarlo al Centro…non osava nemmeno immaginare cosa avrebbe potuto fare suo padre nel caso avesse capito cosa c’era fra loro…
Jarod la strinse forte nuovamente e la baciò.
“Mi sei mancata, Parker…”
Lei sorrise e gli fece un cenno mentre lui se ne andava guardandosi intorno. Chiuse la porta di casa e poi, mestamente, si indirizzò verso la camera da letto…non era la prima notte che passava da sola...
Jarod il Camaleonte Italia - Virtual Season © 2004 Antonio Genna