Jarod il Camaleonte Italia

La Virtual Season
di "Jarod il Camaleonte"

Episodio 14: Viaggio in Africa (1)


Racconto appartenente alla Virtual Season di "Jarod il Camaleonte" scritto da Maura e Rossella e pubblicato in esclusiva su Jarod il Camaleonte Italia. Tutti i diritti sono di proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte / The Pretender" utilizzati sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.
Quanto compare in questa pagina è soltanto frutto della fantasia delle due autrici e non è stato realmente girato o creato dagli sceneggiatori di "Jarod". Le partecipazioni degli attori indicati in fotografia come "guest-star" non sono reali ma servono soltanto a dare un'idea del personaggio.


IL CAST


JAROD

MISS PARKER

SIDNEY

BROOTS

MR. LYLE

MR. RAINES

MR. PARKER
   

L'EPISODIO

CASA DI MISS PARKER, ore 9.00 a.m.

Parker aprì gli occhi quando sentì i primi raggi del sole posarvisi sopra. Non riusciva a credere di essere ancora lì con Jarod. Non ricordava nemmeno quando si erano addormentati così, teneramente abbracciati.

Guardò lui, che dormiva tenendola ancora stretta.

Sorrise.

Si alzò cercando di non svegliarlo e con tutta la calma possibile andò a lavarsi la faccia. Era ancora vestita, quindi non doveva nemmeno perdere tempo a vestirsi.

Uscì dopo aver chiuso a chiave e lasciato Jarod sul divano e salì in macchina diretta verso il Centro.

IL CENTRO, UFFICIO DI SIDNEY, ore 9.30 a.m.

Una volta arrivata di fronte all’ufficio spinse con forza la porta ed entrò vedendo subito Broots e Sidney confabulare.

"Miss Parker..."

"Buongiorno...allora, trovato niente?" domandò con voce radiosa. Sidney la guardò ed iniziò a sorridere, immaginando che fosse un’ottima giornata per lei.

"Sì, ho fatto le ricerche che mi hai chiesto...leggendo alcune e-mail di Lyle e Raines che arrivano dall'Africa, ho scoperto che effettivamente tengono nascosto qualcuno nel palazzo del Triumvirato. Poi ho sentito una telefonata di Lyle e Raines con qualcuno...dicevano che stanno aspettando il momento buono per andare a prenderlo...la domanda è...prendere chi?"

"Mio padre..." sussurrò lei.

"E' probabile" le diede man forte Sidney.

"Non mi sorprende, immaginavo si trattasse di lui...ed ora devo andare a trovarlo prima che lo facciano Lyle e Raines...temo che possano fargli del male..."

"Quando hai intenzione di partire?" chiese Sidney.

"Devo farlo subito...il tempo di prepararmi...partirò oggi pomeriggio..."

"Bene, Parker, verremo anche noi con te!"

"No Sid, voi rimarrete qui...ho bisogno che mi avvisiate per ogni minimo spostamento di mio fratello e Raines...dovete controllarli e tenermi informata...mi servite di più qui!"

"Ah meno male...i leoni non mi attirano..." bofonchiò Broots un po’ nervoso.

Parker e Sidney si voltarono verso di lui sorridendo e poi iniziò lei a rispondere.

"Non temere Broots, avrai modo di vederli... - ridacchiò – Perché appena partono Lyle e Raines, mi raggiungerete!"

Sid scoppiò in una risatina silenziosa, mentre Parker usciva dall’ufficio diretta verso casa.

"D'accordo...mi armerò di stivali e fucile!" concluse Broots uscendo di corsa.

Sidney scoppiò a ridere, pensando che erano settimane che non vedeva Miss Parker così in forma.

E' un simulatore
Sidney: “Devi concentrarti, Jarod!”
Separato dalla sua famiglia…
Jarod: “Un giorno…anch’io troverò mia madre”
…Ne aveva trovata un’altra
Jarod a Sidney: “Sei ancora…la mia famiglia”
Jarod a Miss Parker: “ In fondo vogliamo tutti e due una sola cosa... non rimanere da soli”
E’ fuggito
Jarod a Miss Parker: “Grazie per non avermi fatto catturare”
E ora ha ritrovato la sua
Jarod: “Sei una sorella fantastica, Emily!”
Emily: “E tu un fratello straordinario!”
…E ha trovato l’amore
Miss Parker: “Jarod, perché sei qui?” (Jarod bacia Miss Parker)
Paziente: "La ringrazio…"
Jarod: "Jarod Overstreet…per oggi"
 

CASA DI MISS PARKER, ore 10.00 a.m.

Jarod aveva già preparato la colazione: immaginava che Parker sarebbe tornata da un momento all’altro, di certo voleva vedere se lui avrebbe avuto il coraggio di rimanere lì anche il giorno seguente. E non voleva perdere la scommessa.

Sentì un rumore di chiavi e capì che doveva essere lei di ritorno.

"Parker...ma dove sei stata?" domandò sorridendo.

"Temevi che fossi andata a consegnarti?" rispose lei ridendo.

"No, non temevo questo...sei stata al Centro, immagino!"

"Già...e temo che non ci sarà tempo per la colazione...devo partire immediatamente"

Detto questo, senza aspettare risposta, corse in camera e iniziò a preparare una valigia mettendo dentro vestiti alla rinfusa.

Jarod la seguì e la raggiunse pieno di domande. Ma invece di porgliele, si limitò ad un commento ironico.

"Vuoi farti una vacanza?"

"Non dirmi che non sai cosa sta succedendo! Di solito le cose che riguardano il Centro le scopri prima di noi..."

"Beh...ho avuto altro a cui pensare, ultimamente..." sussurrò.

Parker stette zitta un attimo, poi sorrise ed iniziò a spiegare.

"Broots ha trovato delle e-mail e ha intercettato delle chiamate di Lyle...che fanno pensare che qualcuno sia tenuto in ostaggio in Africa...io ho avuto una visione..."

"Non penserai che la persona che è tenuta in ostaggio sia..."

"Mio padre? Sì...è per questo che dovevo parlare con Ethan...lui ha confermato i miei presentimenti...ed ora devo partire al più presto..."

Prese in mano il telefono e controllò sull’elenco il numero dell’aeroporto per prenotare il volo.

"Io vengo con te!"

"Cosa?" gridò lei posando il telefono.

"Non ti lascerò andare da sola, ci potrebbero essere troppi pericoli!"

"Dubiti per caso delle mie capacità? Sono passata attraverso...problemi ben peggiori..."

"Se c'è una persona che può intraprendere questa missione da sola questa sei tu...non ho dubbi su questo...è solo che...voglio aiutarti! E poi lì potrei trovare delle informazioni su mia madre!"

Parker non rispose.

"Comunque non hai molta scelta...se non mi inviti tu andrò da solo...tanto vale lavorare in squadra! Abbiamo già notato di essere...ottimi ricercatori e collaboratori..."

Sia Jarod che Parker ripensarono un attimo all’anno prima, quando si erano trovati insieme sull’isola e avevano dovuto intraprendere una collaborazione forzata per cercare notizie sulle madri e sulle pergamene.

"Non voglio Jarod...è una cosa che riguarda me e mio padre...nessun altro..."

"Senti...ti ho già lasciata sola una volta, non voglio ripetere lo stesso errore...ti prego Parker..."

Lei sospirò e poi capì che non poteva affrontare un’intera giungla e un esercito armato da sola.

"Va bene..."

Jarod sorrise.

"Allora io vado al mio rifugio a prendere un paio di cose...vediamoci all'aeroporto tra...un'ora?"

"Va bene un'ora, prenoto i biglietti!"

VENTI MINUTI DOPO 

Parker salì in macchina dopo aver messo la valigia sul sedile posteriore; non fece in tempo ad allacciarsi la cintura che decise di chiamare Sidney per sentire se c’erano problemi o novità.

"Sono Sidney!"

"Cosa combina quell'impiastro di mio fratello? Si è accorto di niente?"

"No, per ora né Lyle né Raines si sono accorti della tua assenza...li terremo d'occhio comunque!”

"Bene...e Sid..."

“Sì?"

"Jarod viene con me..."

Prima che lui potesse risponderle, Parker concluse la telefonata e partì di corsa verso l’aeroporto. Sidney intanto era sollevato nel sapere che Jarod sarebbe andato con lei e sorridendo si rimise al lavoro.

AEROPORTO, ore 11.00 a.m.

Parker stava ormai aspettando da venti minuti, ma non aveva ancora visto la sagoma di Jarod. Continuava a guardare l’orologio da almeno un quarto d’ora e ormai l’aereo stava per partire. Aveva pregato già una volta l’assistente di aspettare a chiudere il corridoio d’imbarco, dato che un suo amico doveva arrivare.

Ma quando questa le venne a dire che non poteva più aspettare, lei annuì e fece per darle il biglietto.

"Credevi mi avessero preso?"

Jarod era proprio dietro di lei e la prese alla sprovvista. L’assistente sorrise.

"Oddio, che spavento! No...solo che tu sei sempre puntuale e..."

"Lo so, ma ci ho messo più tempo del previsto...Dopotutto andiamo piuttosto lontano e ho dovuto equipaggiarmi a dovere!"

"Già...ma non farmi mai più uno scherzo del genere, ok?"

"Non dirmi che sei preoccupata per la tua preda, Miss Parker! Se ti sentissero Sidney e Broots non ti riconoscerebbero!”

Parker sorrise "Assolutamente no, non montarti la testa! A proposito, è meglio se chiami Sidney...io salgo, ok?"

Lasciò i due biglietti alla ragazza che decise di concedere altri due minuti a Jarod.

"Sidney!"

"Ciao Sid...Parker ed io stiamo partendo...come vanno le cose al forte?"

"Jarod! Per ora bene, ma non ci vorrà molto perchè scoprano dell'assenza di Parker e si mettano a fare domande!”

"Beh...io conosco un modo per distrarli un po'...me!"

Sid sorrise: "Intendi dire..."

"Beh...lo sai anche tu no? Se c'è una cosa che fa gola a Lyle sono io...fate finta di avermi trovato in giro e che Parker mi stia cercando, guadagneremo almeno un po' di tempo!"

"Buona idea Jarod...speriamo che abbocchino!"

"A presto!"

Jarod mise via il cellulare dopo averlo spento e entrò nel corridoio di corsa. La ragazza, guardando verso la sua collega, scoppiò a ridere dato che lui aveva fatto un sorriso malizioso per accattivarsele...

IL CENTRO, 2.00 p.m. (ora americana) 

Broots e Sid stavano provando il discorso da ormai dieci minuti.

"Allora tutto chiaro Broots? Quando arriva Lyle dobbiamo dirgli che è stato avvistato Jarod nel Mississippi.. impegnato in alcune ispezioni sul fiume!"

"Certo, certo, mi ricordo tutto...ma parla tu, che io sono già abbastanza agitato!"

"Non preoccuparti!"

"Non preoccuparti per cosa?" chiese Lyle entrando.

Avevano evitato Lyle per tutta la giornata, ma ormai dovevano incontrarlo. Broots saltò in aria quando lo vide e Sidney gli strinse un braccio per calmarlo.

"Beh...stavamo parlando di Jarod...e stavo per venirti a dire che è stato avvistato nel Mississippi...sta facendo alcune ispezioni sul fiume...Credo che dovresti andare!"

"Ah sì, eh? Mi sembrate un po'...agitati..." sussurrò diretto a Broots, notando che sudava più del solito in sua presenza.

“Agitati? No, ti sbagli" rispose lui quasi balbettando.

"Ah sì? Dov'è mia sorella?"

"Lei è andata a casa...sai non sta tanto bene in questi giorni e le ho consigliato di riposarsi. Dovresti esserne felice Lyle... Jarod è tutto tuo!" concluse Sidney.

"Già... andiamo allora, cosa state aspettando?"

"No Lyle, noi non veniamo, abbiamo altro da fare..."

"D'accordo...allora ci vediamo al ritorno..."

Diede un’ultima occhiata torva a Broots, poi uscì prendendo il cellulare. Chiamò Raines ancora sulla soglia dell’ufficio.

"Abbiamo trovato Jarod...Vengo subito... d’accordo!"

Lyle si allontanò; Broots uscì sulla porta e controllò che si fosse effettivamente diretto verso l’ufficio di Raines, poi rientrò.

"Speriamo bene, Sidney!" 

KAMPALA, ore 8.00 p.m. (ora africana) 

Pur essendo ormai quasi notte, Jarod e Parker non potevano aspettare ancora a lungo. Fortunatamente l’escursione termica non era così elevata e non faceva così freddo.

Erano ormai fuori da un negozietto nella località dove si trovava il Triumvirato, secondo le loro ricerche.

Stavano comprando tutto il necessario: dopo i viveri avevano affittato una gip ed ora Parker stava cercando una cartina adatta mentre Jarod controllava di avere ogni cosa utile.

Parker, poco convinta della scelta della sua cartina, si avvicinò al venditore. Era un anziano scuro e con la barba che la scrutava da ormai venti minuti. Sembrava uno di quegli stregoni enigmatici delle tribù africane. E forse lo era.

Quella zona, un piccolo paese vicino a Kampala, era stata per lungo tempo un paese coloniale dell’Argentina.

"Senta, quanto dista la Selva Encantada da qui?" domandò Parker in inglese. Non sapeva bene la loro lingua e aveva bisogno di informazioni sulla foresta.

"Volete andare là?" chiese quello stupito, ma con una vaga indifferenza.

"Sì, e subito...Ci può guidare fin là?" domandò Jarod.

"Mai nessuno ha messo più piede in quella foresta da anni...E' portatrice di morte..."

"Si spieghi meglio" disse Jarod.

"Tutti i cacciatori che si sono avventurati lì dentro non hanno più fatto ritorno!"

Jarod e Parker si guardarono convinti di aver avuto la stessa idea: dovevano esserci cecchini del Triumvirato che zittivano la bocca a tutti quelli che provavano ad entrare.

"Bene...andremo da soli...allora! Mi dia la migliore cartina per raggiungere il posto!" disse Parker.

"Ma... ne siete sicuri? Volete proprio andarci?"

"Certo...e le assicuro che lì dentro...non c'è proprio niente di incantato!"  rispose lei schietta.

Dopo averle consegnato una piccola mappa della Selva, le strinse la mano e Parker lo guardò sorpresa.

"Che gli spiriti vi proteggano!"

Fece un segno con la mano e Jarod prese Parker a due braccia e la trascinò via, poco attirato da quella sottospecie di stregone.

SELVA ENCANTADA, ore 8.30 p.m. 

Parker continuava a scrutare la foresta.

“E’ proprio come l’ho vista nella mia visione...” sussurrò. Jarod non rispose: stava controllando con un binocolo la situazione dall’alto e voleva essere sicuro che non fosse troppo densa, prima di entrarvi.

"Sembra davvero intricata, Jarod...sicuro che vogliamo avventurarci lì dentro senza guida?"

"Non dirmi che hai paura, Parker..." rispose lui.

"Non ho paura...ma hai sentito il vecchio...nessuno ne è uscito vivo!"

"Ma noi non siamo nessuno..."

"Già, dimenticavo che con me ho il grande mago, colui che tutto può! - rispose ironica - Sai fare anche il boyscout per caso?"

"Cos'è un boyscout?"

Parker lo guardò e poi scoppiò a ridere, mentre lui la guardava interrogandosi senza capire cosa ci fosse di divertente.

In quel momento squillò il cellulare di Parker che rispose ancora in preda alle risate.

"Pronto!"

"Parker...sei di buon umore, vedo... Stai facendo un'allegra passeggiata?"

"Beh...sono di buon umore se mi dai buone notizie...quell'idiota di mio fratello?" chiese tornando seria.

"L'ho spedito in Mississippi, dicendogli che abbiamo avvistato Jarod là...ma state attenti lo stesso, non sappiamo ancora se ha abboccato!”

"Perché?"

"Sembra che il Triumvirato abbia cosparso la foresta di telecamere e guardie...vi sarà difficile entrare..."

"Sì, siamo proprio qui davanti...la Selva encantada sembra più intricata della foresta amazzonica!"

"Il Triumvirato vi tiene d'occhio...state attenti..."

"D'accordo...ci faremo sentire!"

Jarod rimise il binocolo in borsa e poi guardò Parker che inspirò profondamente. Un’ultima occhiata alla macchina, l’ultimo baluardo della civiltà, poi si addentrarono nella foresta. 

UN’ORA DOPO

"Ehi Jarod...si può sapere che diavolo hai in quella borsa? Da quanto è grande si direbbe un vero arsenale..."

Jarod infatti faticava a muoversi con lo zaino pieno di viveri e altro. Però fino ad allora non avevano ancora trovato sorprese né umane né tecnologiche.

"Veramente non ho portato armi..." rispose lui sedendosi un attimo.

"Cosa? Ma ti rendi conto che qui dovremo affrontare praticamente un esercito da soli? Io ho con me solo due pistole, ero convinta che ci avessi pensato tu..."

Nel frattempo Jarod aprì il suo zaino tirando fuori ogni sorta di accessorio: il suo computer portatile, cavi, pistola a razzi, coltellini, sonniferi a spruzzo e altro.

"Questi servono per disinnescare le telecamere...mente questi sono sonniferi per le guardie!"

Parker sorrise pensando che forse lui aveva avuto idee migliori per proteggersi in quella situazione. Ma si ricredette quando vide un cecchino dietro Jarod pronto a sparargli. Gli abbassò la testa e in pochi secondi tirò fuori la pistola dalla tasca e la puntò contro di lui uccidendolo sul colpo.

"Parker...è la prima volta che mi salvi la vita..."

Lei gli sorrise e poi lo aiutò a rimettere tutto a posto.

IL CENTRO, 5.40 p.m. 

"Sono preoccupato...è un po’ che Raines non si vede...voglio dare un'occhiata all'ufficio!" disse Broots.

In effetti loro erano rimasti nell’ufficio di Sid controllando che nessuno entrasse o uscisse, ma non avevano visto movimenti.

Si diressero verso l’ufficio di Raines e bussarono. Nessuno rispose. Broots si guardò intorno e lui e Sid entrarono di nascosto. Dentro non c’era nessuno.

“Beh, magari sono in Mississippi...” sussurrò Broots.

Controllò il telefono e notò che la segreteria lampeggiava: un messaggio era stato registrato poco meno di quattro ore prima. Schiacciò il tasto di riavvolgimento e poi fece partire il nastro. Era la voce di Lyle.

Parker è partita...scommetto che è andata in Africa, ho saputo che se n'è andata circa un paio d'ore fa...
Deve avere intercettato le nostre e-mail! E’ meglio se partiamo immediatamente anche noi, Raines...ci vediamo all'aeroporto fra mezz'ora!

"Maledizione Broots...dobbiamo contattare subito Miss Parker!"

Broots prese la cornetta in mano e compose il numero di Parker, ma non ebbe fortuna.

"Accidenti...ha il cellulare spento!"

SELVA ENCANTADA, un’ora 10.20 p.m.

Jarod e Parker avevano affrontato la giungla a modo loro: mentre lui disinnescava telecamere e addormentava soldati senza fargli del male, Parker usava il silenziatore per colpire cecchini e sorveglianti appostati.

Nel giro di un paio d’ore erano ormai arrivati di fronte alla fortezza, che si ergeva su uno spiazzo privo di alberi. Era veramente grande e Parker sentiva di essere già stata in quel posto, a causa della sua visione.

"Caspita Jarod...non credevo che con quei miseri affarini e il tuo computer...saremmo davvero arrivati fin qui! Devo farti i miei complimenti ancora una volta...per la tua genialità!" sussurrò ironicamente.

"Non per niente sono un simulatore!" rispose lui.

Erano nascosti dietro ad un enorme masso di pietra e controllavano il perimetro d’azione delle guardie. C’erano soldati davanti alle porte, sulle mura e persino a breve distanza da loro.

"Non credo che i tuoi sonniferi possano aiutarci molto per entrare nel palazzo...sembra una fortezza medievale!"

"Dovremo organizzarci..." rispose lui.

In quel momento un boato fragoroso si udì in lontananza e pochi secondi dopo un allarme che sembrava una sirena cominciò a suonare. Jarod e Parker si abbassarono e videro tutte le guardie correre in una direzione imprecisa della foresta.

Lui prese Parker per mano e, una volta spariti tutti i soldati, corsero verso le mura laterali della fortezza cercando dei buchi da cui passare per entrare.

Jarod percorse almeno duecento metri, ma alla fine trovò quello che cercava: un condotto sotterraneo per le fogne e un tombino a fare da apertura.

"Passiamo da qui... sicuramente non è sorvegliato e arriveremo prima nelle stanze sotterranee..."

Una volta dentro percorsero tutto il condotto e si ritrovarono di fronte ad una scala che saliva. Jarod si mosse per primo e controllò che fosse tutto libero, poi tirò Parker e l’aiutò a salire. Si trovavano in un altro corridoio che sembrava quello delle celle, così capirono di essere entrati proprio nel punto più azzeccato.

Le guardie non c’erano e così percorsero il corridoio fino in fondo. Arrivarono di fronte ad una cella a vetro e all’interno c’era proprio il signor Parker.

"Papà! Papà!" gridò lei. Ma lui pareva non vederla e nemmeno sentirla. Era seduto davanti ad un tavolo e ammanettato. Parker provò a picchiare sul vetro, ma non ottenne molti risultati.

"E' insonorizzata...noi lo possiamo vedere, ma lui non ti sente e non ti vede"

Jarod era molto stupito di vedere davvero il signor Parker vivo e lì dentro. Si chiedeva come avesse fatto a sopravvivere...

"Sento dei passi, Parker, dobbiamo allontanarci" sussurrò bloccando la ragazza che stava per entrare.

La trascinò verso un’altra stanza, vuota. Guardando fuori dalla finestra udirono delle voci di soldati. Stavano parlando in una lingua che non comprendevano e Jarod immaginò che fosse qualche dialetto del posto.

Parker si rese conto tutt’a un tratto che non aveva più acceso il cellulare e così lo fece immediatamente.

"Accidenti! Il cellulare! L'avevo spento perchè non riuscivo a trovare campo...magari è successo qualcosa..."

Mise il silenzioso per evitare che le guardie sentissero la suoneria e attese qualche chiamata.

Non ci mise molto a riceverne una di Sidney.

"Sid?!" rispose.

"Parker... finalmente!"

"Ho trovato mio padre, Sid!"

"Cosa? Non è possibile...ed è... vivo?"

"Sì...cosa succede lì al Centro?"

"E' per questo che ti ho chiamata! Raines e Lyle sono già partiti per l'Africa e saranno lì a momenti...io e Broots invece stiamo andando all’aeroporto,  partiremo il prima possibile...state attenti!"

"D'accordo!"

Mise via il cellulare e poco dopo si udirono degli spari dall’esterno. I due guardiani si spaventarono.

"Ma che succede?" chiese Jarod sottovoce.

"Devono essere Lyle e Raines...Sid mi ha detto che sarebbero arrivati..."

"Allora dobbiamo scappare..." rispose Jarod.

"No!” esclamò lei bloccandolo per un braccio “prima dobbiamo salvare mio padre..."


Jarod il Camaleonte Italia - Virtual Season © 2004 Antonio Genna

Torna all'indice Virtual Season

Torna a Jarod il Camaleonte Italia