Vacanze italiane
RIASSUNTO:
Jarod è di nuovo alle prese con Argyle, questa volta pero’ sul suolo
italiano, il malcapitato è testimone di un omicidio ed è obbligato a
nascondersi per paura dell’assassino.
Scritto il 28/2/2001
Il racconto è piuttosto semplice, adatto a tutti, non sono presenti forme scurrili, i nomi e le persone nel racconto non sono casuali.
DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito “Jarod
il Camaleonte Italia”, e che tutti i personaggi della serie “Jarod il
Camaleonte / The Pretender” utilizzati nel racconto sono di proprietà MTM
Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori
e non a fini di lucro.
Era una giornata
primaverile, il cielo era sgombro di nuvole e il sole splendeva alto.
Jarod era felice, mettendosi gli occhiali da sole disse al co-pilota di
prepararsi a fare scendere il carrello, l’atterraggio era imminente.
Questa volta Jarod era un pilota di linea e per la prima volta era in Europa,
precisamente pronto ad atterrare all’aereoporto di Malpensa.
Toccata terra il freno entro’ in azione, il pensiero di Jarod era già fuori
dall’aereo ad immaginare un paese che aveva visto solo in videocassetta.
La curiosita’ lo porto’ in Italia, ma il vero motivo era una richiesta di
aiuto di Argyle, nuovamente nei guai.
L’amico di vecchia data, che precedentemente lo aveva cercato di vendere al
Centro, era nei guai fino al collo, dopo la veloce visita al Papa con i
complimenti di Jarod si era fermato per un po’ a Milano, aveva fiutato un
affare diceva lui, ma Jarod sosteneva
invece che erano i guai ad averlo fiutato.
Jarod preso un taxi arrivo’ all’indirizzo scrittogli da Agyle, era una casa
mal ridotta, non in Milano, ma in una cittadina in periferia, molto in periferia
dato il costo del taxi preso a Malpensa, Vimercate era il nome della cittadina.
Jarod trovo’ Argyle nascosto, anzi barricato in casa, lo sventurato adorò
l’amico accorso appena possibile, come se fosse il Messia.
Appena entrato gli offri’ dell’acqua, non aveva niente altro, dato che non
usciva di casa per la paura.
Jarod si fece spiegare la situazione con calma e sin dalle
prime parole capi’ che il suo amico Argyle si era di nuovo immischiato
in qualcosa piu’ grande di lui.
Argyle spiego’ che trovo lavoro come tuttofare in un famoso Hotel di Vimercate,
il Ritz di Vimercate, la settimana prima verso le undici di sera entro’
nell’ufficio del suo capo e assistette all’assassinio del tale.
Preso dalla paura scappo’, rincorso dall’assassino, si nascose nella camera
di un suo collega, a questo punto Argyle racconta tutto al collega che lo aiuta
facendolo scappare.
Argyle continua nel racconto dicendo che la mattina dopo l’hotel era
attorniato da fotografi e poliziotti, furono trovati due cadaveri, il suo capo e
il collega ,un certo Giacomo C.che fu ritenuto l’assassino dalla polizia, il
quale dopo avere ucciso il capo fece l’insano gesto di suicidarsi.
Naturalmente non era lui l’assassino, ma chi l’ha ucciso era riuscito a
farlo credere.
Da quel momento Argyle si nascondeva in casa per paura del vero assassino.
Jarod era sconcertato, Argyle era di nuovo in un guaio serio, sospirando decise
di mettersi in azione.
Tiro’ fuori dalla valigia un bel vestito con cravatta, li indosso’ e si
diresse verso l’hotel.
Arrivato la’, si presento’ come un agente della Digos, Jarod Manzoni, il suo
impeccabile italiano studiato con le lezioni in cd-rom ebbe un grande effetto,
almeno con lui ha funzionato.
Entrato nell’ufficio del capo di Argyle ispeziono’ l’archivio cercando
degli indizi per scoprire chi fossero i veri assassini.
La ricerca nel archivio non aveva dato grandi risultati, cerco’ anche nella
banca dati del computer e li’ trovo’ dei versamenti fatti ad un’impresa
locale di ristrutturazione, la società Monge e f.lli, la cosa curiosa era che i
versamenti non erano firmati dal direttore, ma da un certo sig.Mancio, il quale
era il suo socio in affari.
Jarod inizio’ ad insospettirsi, difficile credere a dei pagamenti per un
ammontare di dodici miliardi di lire in tre anni.
Finita l’ispezione chiamo’ la casa di Argyle per informarlo sulle novita’,
gli chiese se sapeva dov’era l’impresa Monge e f.lli, ma non dette
informazioni utili.
Jarod controllo’ a computer dov’erano diretti i versamenti e scopri’ che
l’impresa era in realta’ un immenso prato.
La situazione incominciava a puzzare,
era palese che la societa’ citata era una copertura e il sig. Mancio avra’
molte cose da spiegare.
Jarod torno’ a casa di Argyle e gli chiese la descrizione accurata
dell’assassino, era proprio Mancio,
la descrizione corrispondeva ad una foto vista nell’ufficio del capo di Argyle.
Jarod organizzo’ una bella trappola, l’unico modo per fare uscire allo
scoperto l’assassino era consegnargli Argyle.
Jarod torno’ all’hotel presentandosi come elettricista dicendo di dover
aggiustare l’ascensore, nel quale posiziono’ una telecamera e modifico’ i
freni di contenimento del peso.
Finito il lavoro fece entrare in azione
Argyle, il quale chiamo’ al telefono il nuovo direttore Mancio proponendogli
un accordo, il quale all’apparenza accetto’, caricando durante la
conversazione la pistola.
Mancio usci’ dal suo ufficio e si diresse verso l’ascensore, li’ lo
aspettava Jarod assicurandogli il pieno funzionamento.
Il direttore schiacciò il bottone per il piano terra e l’ascensore dopo un
piano si blocco’, Mancio non ebbe il tempo di imprecare che Jarod gli
ordino’di confessare altrimenti avrebbe fatto un bello schianto diversi piani
sotto.
Il direttore continuò a dire di non sapere niente e di essere innocente, a quel
punto Jarod libera i freni e l’ascensore precipita per diversi piani, la paura
nel direttore è al limite e confessa l’omicidio del socio e del ragazzo.
Jarod soddisfatto scende a piedi con in mano la registrazione della confessione,
trovato Argyle all’ingresso chiama con il
cellulare la polizia e lascia la cassetta bene in vista con un messaggio che
diceva dove trovare il direttore.
Jarod finita questa ennesima storia decide di provare una nuova simulazione, fare il turista, nei famosi vicoli di Vimercate e sui meravigliosi navigli di Milano.
(scritto da Mic)