Il Camaleonte Fan Fiction

Un passo verso il futuro


Riassunto: sensi di colpa, rimpianti e speranze post “Island of Haunted”.

Data di composizione: 16 Maggio 2002 - 25 Giugno 2002

Adatto: a tutti

DISCLAIMER:
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e che tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte / The pretender" utilizzati nel racconto sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.

Nota dell’autore: E’ la mia prima ff su questo telefilm, si tratta di una prova quindi abbiate pazienza.


L’aria era opprimente e il peso sul petto cresceva a dismisura.
Miss Parker si girò nel letto strattonando le lenzuola dalle quali si sentiva imprigionata.
La testa le scoppiava,ricordi e voci si sovrapponevano nella sua mente. Le sembrava il preludio alla pazzia.
Si alzò di scatto dal letto e si precipitò verso la finestra, la aprì rapidamente chiudendo gli occhi e alzando la testa al cielo nero,un vento di tempesta entrò nella camera facendo muovere i suoi capelli e la seta grigioperla del suo pigiama.
Lentamente si lasciò scivolare a terra avvolgendosi le ginocchia nelle braccia e puntando gli occhi sulla radiosveglia che segnava le 02:17 am.

*****

“Buon giorno Miss Parker” salutò la voce avvolgente e rilassante di Sidney.
“Buon giorno Sidney”.
L’uomo la guardò mentre varcava la soglia del proprio ufficio e si avvicinava a Broots.
Gli occhi stanchi e un’espressione lontana. Bella come sempre, ma più spenta che mai.
“Allora topo di biblioteca,hai trovato Jarod?”
“Be..ci sono delle tracce che ci conducono in un ospedale del Maryland”
La donna gli strappò il foglio dalle mani ringhiandogli contro
“E quando avevi intenzione di dirmelo?” guardò il foglio con una strana espressione sul viso
“Muovetevi!” ordinò girando le spalle e uscendo.

*****

“Non posso credere che il dott. Peterson mi abbia fatto questo…solo per soldi!” la ragazza era incredula mentre scuoteva la testa
“Non pensarci,adesso starai bene Kate” disse Jarod con un sorriso alla ragazza distesa nel letto della camera 201
“Per merito tuo Jarod. Non so davvero come ringraziarti” gli occhi azzurri di lei erano sinceri e Jarod per qualche istante ricordò altri occhi azzurri.
Lui sorrise e uscì dalla camera.
Si guardò intorno,e per un attimo rimase paralizzato.
Miss Parker era infondo al corridoio,stava girando la testa alla ricerca di lui.
Jarod avrebbe dovuto scappare immediatamente ma qualcosa lo trattenne dov’era, finché non fu tardi, perché lei lo aveva visto.
Vide le labbra di lei muoversi e pronunciare il suo nome ma fu sicuro che nessun suono era uscito dalla bocca di lei.
La ragazza non si mosse.
Perché?Lei doveva riportarlo al Centro,questo Jarod lo sapeva, allora perché non si muoveva di lì?Neanche lui riusciva a muoversi,era completamente calamitato dai suoi occhi.
Ma gli occhi erano diversi. Sembrava che in lei si stesse consumando una battaglia.
Guardarla era un lusso che non si poteva permettere solitamente e adesso poterla vedere era un’occasione irrinunciabile.
Lui sentì una fitta allo stomaco. Era così vicino da poterla quasi toccare ma non abbastanza da poterla confortare mentre i suoi occhi gli gridavano che aveva bisogno d’aiuto.
Non poté finire di formulare alcun pensiero perché alle spalle della donna fecero capolino due spazzini. Lei se ne accorse e ordinò ai due di inseguirlo.
Jarod si voltò facendo un veloce slalom tra le infermiere e i visitatori dell’ospedale.
Miss Parker corse nella sua direzione,voltò l’angolo nel corridoio e non ci trovò nessuno.
Spinse la porta d’emergenza e vide una moto lasciare il parcheggio dell’ospedale.
La sua eterna preda stava andando via.
Si girò per tornare all’altra uscita andando a sbattere contro la spalla di uno degli spazzini “Idioti!” inveì contro i due che la seguirono mestamente.

*****

“Dalla tua faccia direi che è andata male” notò Sidney risalendo in macchina dopo la donna.
“E qual è la novità?” chiese sarcastica lei.
“Parker sei sicura di stare bene?” la voce di Sidney era sinceramente preoccupata.
“Benissimo” troncò lei freddamente.

*****

Jarod avrebbe voluto telefonarle,si era sempre divertito nelle sue chiamate post-mancata cattura,ma il solo pensiero della voce di lei lo metteva in agitazione.Gli sembrava di poter crollare da un momento all’altro. Non poteva permetterselo,anche se certe volte ne avvertiva un bisogno quasi fisico.

*****

L’ufficio di Sidney era illuminato solo da una lampada sulla sua scrivania e guardava i fogli davanti a sé.
Il trillo del telefono lo tirò via dai suoi pensieri
“Pronto”
“E’ da tanto che non ci sentiamo vero Sid?”
“Jarod.Si è da tanto” la voce dell’uomo era gentile, ma in un certo senso strana,diversa dal solito tono calmo e saggio di sempre.
“Ti sento strano Sid. E’ tutto a posto?”
“Si,certo,ma sono preoccupato per Miss Parker”
Dall’altro capo del telefono non arrivò subito risposta e le sopracciglia di Sidney si piagarono pensando a cosa stesse passando per la testa di Jarod.
“Perché sei preoccupato?…c’è qualcosa che non và?”,Jarod ricordò gli occhi di lei,lui sapeva che qualcosa non andava.
“Non lo so Jarod,da quando è tornata dall’isola è diversa,sembra stanca,la vedo peggiorare ogni giorno che passa…non ho idea di come aiutarla”
“Miss Parker non dice mai quando ha bisogno di aiuto”
“Già”

*****

Un’altra notte insonne,tra sogni ad occhi aperti e incubi che ti perseguitano ad ogni respiro.
Miss Parker cercò di dormire,il letto era enorme,freddo,insopportabile. Si passò un braccio intorno alla vita.
Era un’eternità che era sola. Se solo ci fosse stato qualcuno in grado di farla sentire libera.
La sua mente tornò a giorni prima,ad una persona che ci era riuscita.
Jarod era sempre riuscito a farla sentire libera,a rassicurarla.
Anche quando erano bambini,dopo la morte di sua madre,mentre lei giocava ad essere una ragazzina intoccabile e fredda a lui bastava guardarla negli occhi per vedere la sua solitudine e il dolore.
Cercò di contare tutte le volte in cui lui aveva cercato di avvicinarsi a lei e non glielo aveva permesso. I giochetti snervanti e i regali che le mandava.
E lei era la sua inseguitrice.Lei doveva riportarlo al Centro,staccarlo dal mondo,strapparlo dal sogno di riavere la sua famiglia,togliere al mondo un uomo che aiutava chi era in difficoltà.
Lei era la cattiva della storia. Detestava tutto quello,non potersi comportare altrimenti,non poter ammettere a se stessa ciò che provava perché altrimenti non sarebbe più riuscita a rimettersi la maschera della ‘regina di ghiaccio’ e chiunque al Centro avrebbe potuto schiacciarla.
Si rigirò nel letto e di nuovo fu invasa dall’impressione di non riuscire a respirare.

*****

Jarod si fermò in un negozio di libri. Prese vari testi dagli scaffali e li portò verso la cassa mettendoli sul ripiano
“Vedo che si vuole dare alla cucina!” esclamò la ragazza bionda dietro la cassa.
L’uomo al fianco di Jarod estrasse velocemente una pistola dalla tasca del giubbotto puntandola contro i presenti
“Avanti dammi tutti i soldi!”
Jarod guardò il ladruncolo,mentre la ragazza eseguiva i suoi ordini.
Velocemente assestò un colpo al braccio teso del ragazzo facendogli cadere la pistola e sbattendogli ta testa sul rispiano del bancone,prese dal suo fianco un paio di manette e dopo avergli bloccato i polsi gli lesse i suoi diritti.
Infilò l’uomo nell’auto e poi rientrò a prendere i libri e pagare il conto
“Ah no,per lei offre la casa!”
“Grazie,molto gentile”
“Penserebbe che sono una sfacciata se la invitassi a cena per ringraziarla?”
“No,affatto”
“Bene,allora questo è il mio indirizzo,a stasera” disse porgendogli il foglio su cui aveva segnato il suo indirizzo di casa.
“A proposito,io sono Karen!”

Il ragazzo raggiunse l’auto e mentre risaliva nella vettura notò un uomo che fissava la commessa,e i suoi occhi erano malinconici. Le sue labbra si piegarono in un sorriso amaro. Conosceva quegli occhi perché spesso anche il suo sguardo diventava così, guardando ‘lei’.

*****

Jarod mescolò l’impasto che stava nella ciotola davanti a lui leccandosi le dita.
Versò il prodotto in una formina per biscotti,mentre nel pentolino sul fuoco fondeva la cioccolata. Sfogliò rapidamente il libro di dolci e afferrò quello che parlava dell’utilizzo delle erbe.

*****

“Un poliziotto con la passione dei dolci!” esclamò la ragazza seduta sul divano mentre stringeva tra le dita il calice con il vino bianco
“Diciamo che mi interesso di molte cose”
Jarod sorrise tornando a guardarla negli occhi.
Karen gli accarezzò una mano con le dita prima di avvicinarsi per baciarlo.
Jarod rimase inizialmente fermo,stava cominciando a rispondere al bacio quando ricordò Miss Parker di fronte a lui,avvolta nella coperta,infreddolita e senza difese – staccò Karen da se
“Scusa…mi dispiace” lui era davvero mortificato per quel rifiuto.
Si sentì stupido,aveva l’impressione di tradire Miss Parker.
Davvero stupido.
“Scusami tu,sei impegnato forse?”
“No,sono solo” e mentre lo diceva un velo di tristezza gli si posava sugli occhi.
“Impossibile che uno come te non abbia nessuna ragazza che pensi a lui!” Jarod sorrise
“E tu invece?…sei troppo carina per non avere nessuno!”
“Ero sposata,ma…siamo separati”
“Come mai?”
“Certe volte le cose finiscono…”
“Non se tu non vuoi”
Lui sapeva che lei non voleva che finisse?
“Io…io non so cosa mi sia preso ma,quando ne ho avuto la possibilità non l’ho colta… e adesso… non credo che lui mi voglia più vedere”
“Hai avuto solo paura,è umano questo,succede”
“Si ma adesso è tutto finito,ho gettato tutto al vento” disse coprendosi il volto con le mani
“Fai un passo” disse allungando la mano e prendendo dal tavolino il telefono

*****

Miss Parker aveva gli occhi fissi sullo specchio di fronte a lei ma non vedeva la sua immagine. Solo scene confuse che le regalavano conforto e tristezza.
Se chiudeva gli occhi poteva quasi sentire il corpo di Jarod seduto accanto a lei,e il solo pensiero le regalava pace e speranza.
La sua mano si muoveva lenta spazzolando i capelli morbidi quando il suo telefonò suonò.
Si alzò raggiungendo il comodino e aprendo la comunicazione
“Pronto”
“Non dovresti far preoccupare i tuoi amici Miss Parker”
Lei rimase silenziosa per un attimo cercando di capire a cosa si stesse riferendo Jarod.
Era da tanto che non la chiamava.
Da allora.
Da quando avevano deciso che la loro vita sarebbe continuata con il solito “tu corri,io inseguo”,
anzi,da quando lei lo aveva deciso.
“Jarod.Di cosa parli?”
“Sidney e Broots sono molto preoccupati per te”
“Non dovrebbero,è tutto ok”
“Lo so che non dovrebbero. E’ inutile che si preoccupino di te”
Jarod non era mai stato così freddo e distaccato da quando aveva l’abitudine di telefonarle.
“Sei arrabbiato?” sembrava una bambina spaventata e si sentì una perfetta idiota per questo.
Jarod non considerò la sua domanda
“Non si dovrebbero preoccupare per te,perché non ce n’è motivo Parker…e non c’è motivo che tu sia così triste”
“Lo pensi davvero?”
“Almeno adesso sai la verità”
“Si ma,io..”
Jarod capiva la confusione,la paura che in quel momento doveva provare lei. Il senso di vuoto e di perdita.
Le poche certezze di una vita di sofferenze crollate miseramente come un castello di carte.
“In salotto ci dovrebbe essere qualcosa per te”
La comunicazione fu interrotta.
Miss Parker posò il telefono dirigendosi nel salotto.
Accese la luce e sul tavolino del salotto vide un piccolo pacchetto bianco.
Si sedette sul divano tenendo gli occhi sulla piccola scatola.
Era dolce avere davanti un regalo di Jarod ma il timore di quello che conteneva la invase.
Stavolta lui doveva essere davvero arrabbiato con lei perché lei non aveva afferrato subito ‘la svolta’.
Prese il pacchetto portandoselo sulle ginocchia,delicatamente sollevò il coperchio.
Sul fondo della scatola stava un biscotto a forma di stella e sopra una scritta fatta con il cioccolato “Esprimi un desiderio”. Chiuse gli occhi qualche istante.
Lei sorrise prendendo la scatola e tornando nella sua camera da letto.
Le finestre erano aperte e le tende svolazzavano nell’aria.
Lei però quella sera non le aveva aperte.
Le coperte erano scostate e sul materasso c’era un foglio.
Lo prese leggendo avidamente quello che c’era scritto.
‘Sembra che il destino non ci voglia vedere insieme,ma tu lo sai che ci sarò sempre quando avrai bisogno di me. E’ così che deve andare,per adesso. Io continuerò a cercare la mia famiglia e tu a cercare me anche se so che non vorresti. Non essere triste Miss Parker, neanche quando eravamo bambini ho mai sopportato di vederti triste, e non essere arrabbiata con te stessa, io non lo sono. So che hai paura,ma non devi averne,ci sono io con te e ci sarò sempre,anche se mi mandi via.’
La risata liberatoria nacque dalle labbra di lei mentre gli occhi diventavano lucidi.
Si voltò verso il telefono e vide una tazza fumante - una tisana di erbe.
Era strano come Jarod riuscisse a farle sentire la sua presenza anche senza esserci fisicamente, ed era strano come lui riuscisse sempre a farla sentire meglio.

Jarod la guardò bere il liquido caldo che aveva lasciato per farla dormire.
Gli sembrò che fosse tornata bambina quando la vide mordere il biscotto e infilarsi sotto le coperte.
Miss Parker allungò una mano spegnendo la luce sul comodino e solo la luce argentea della luna invase il suo volto e il suo corpo coperto dalle lenzuola mostrando a Jarod la sagoma delicata e tenera di lei. La vide sistemarsi nel letto, la mano alzata sul cuscino poteva quasi toccarle le labbra mentre il suo volto era voltato verso la finestra.
Miss Parker aprì gli occhi e sorrise guardando fuori.
A Jarod sembrò quasi che lei lo avesse visto. Sorrise.
“Buona notte Miss Parker” pronunciò prima di allontanarsi e scomparire nel buio.

(scritto da Swamy83)


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