Un incontro speciale
Riassunto: dopo l’ennesima fuga, un incontro molto speciale che porterà nuove emozioni nel cuore di Jarod…
Data di composizione: 11/03/2002
Racconto adatto: a tutti, non contiene scene violente o di sesso.
DISCLAIMER:
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Jarod il
Camaleonte Italia", e che tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte /
The pretender" utilizzati nel racconto sono di proprietà MTM Productions / 20th
Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di
lucro.
La stanza era
illuminata dalle luci soffuse dei lampioni. La finestra era spalancata ed un
leggero venticello primaverile, rinfrescava la piccola camera ammobiliata con il
minimo indispensabile. Dalla strada provenivano i classici rumori: automobili,
clacson, sirene, il vociare dei passanti… Jarod era suduto sul suo letto a
guardare al computer, immagini del suo passato. Simulazioni al limite del
sopportabile, la tensione di quei momenti, la voglia di essere libero… e Sidney
che lo incitava a dare il massimo, a sforzarsi maggiormente. Con uno scatto
nervoso, Jarod spense il computer e andò all’indietro, tuffandosi con la schiena
sul suo letto, chiudendo gli occhi e chiudendo ogni contatto con la realtà,
abbandonandosi al sonno ristoratore.
Toc…toc…
Un incessante bussare alla porta, fece svegliare Jarod. “Arrivo…arrivo!!!”
esclamò scocciato l’uomo, alzandosi faticosamente dal letto. Aprì la porta e si
ritrovò davanti una donna sulla quarantina, molto alta ed anche molto…larga.
Jarod sembrò non notare la stazza della signora, era ancora nel mondo dei sogni…
“Si?” chiese con voce educata.
“Senti giovanotto” la voce della donna era sgarbata: “ci sono delle persone che
ti stanno cercando…”. Jarod ebbe un sussulto: “me le può descrivere?”.
La donna lo guardò accigliata e rispose: “senti,giovanotto… se li faccio salire,
vedrai come sono fatti!”. Jarod si innervosì, ormai era completamente sveglio:
“mi può dire almeno se sono due uomini…” non fece in tempo a finire la frase che
una voce femminile molto familiare intervenne: “si Jarod, siamo due uomini ed
una donna…”. Jarod guardò l’esile figura davanti a sé come se fosse
l’apparizione di una madonna: “Miss Parker, mi hai trovato!!!”. In quell’istante,
alle spalle della donna, apparvero Sidney e Broots. Quest’ultimo salutò Jarod
come un vecchio amico, guadagnandosi le frecciate dei suoi due compagni. Jarod,
approfittando di quella distrazione, diede uno spintone alla donnona bisbetica
che perse l’equilibrio e cadde addosso alla povera Miss Parker che lanciò un
urlo straziato. Con una risata, Jarod diede una pacca sulla spalla di Broots,
visibilmente confuso ed esclamò: “due paia di braccia forti, penso bastino a
tirare su la donna caduta sulla Parker”.
Miss Parker lanciò uno sguardo infuocato nei confronti del suo eterno rivale e
questo gli rispose mandandogli un bacio.
L’aveva scampata bella… anche stavolta gli era andata bene!Purtroppo, però,
aveva lasciato il computer e tutte le sue carte in camera. Era troppo tardi per
tornare indietro, sicuramente, Sidney e compagni avevano già sequestrato tutto.
Al momento opportuno, avrebbe pensato a riprendersi la sua roba, sarebbe stato
un gioco da ragazzi. Quello che più gli premeva in quel momento era riuscire a
calmare il brontolio che aveva allo stomaco. Il portafoglio era rimasto nella
tasca dei pantaloni, aveva dormito vestito.
Dal primo venditore ambulante, acquistò un enorme hot dog pieno di maionese e
ketch up e dopo una sosta dal giornalaio, si diresse verso la fermata del bus
pronto per andare incontro ad una nuova avventura!
Jarod notò subito il volto triste di una ragazza seduta sulla panchina della
fermata. Aveva il mento sulle ginocchia e le braccia stringevano le gambe al
petto. Guardava un punto fisso non ben definito… Jarod le si avvicinò e le si
sedette accanto… “qualcosa non va?”. La ragazza non gli rispose e lui concentrò
la sua attenzione sul bus in arrivo. Della gente scese e della gente salì, ma
sia lui, sia la ragazza non si mossero. Rimasero solo loro due. Jarod aprì il
giornale e cominciò a sfogliarlo, finchè non iniziò a commentare le notizie ad
alta voce, cercando di attirare l’attenzione della giovane, ma quest’ultima
sembrava essere su un altro pianeta.
“Jarod Correst” si presentò l’uomo, porgendo la mano alla ragazza. Quest’ultima
finalmente lo guardò. I suoi occhi erano rossi e lucidi per il troppo pianto. I
capelli erano ribelli sulla testa ed i suoi vestiti erano logori. La ragazza
accennò ad un timido sorriso e si alzò.
“Devo andare!” furono le sue parole. La ragazza sembrava visibilmente confusa e
da come era conciata, sicuramente, aveva passato la notte fuori casa. Gli abiti
erano firmati, come le scarpe. Anche le mani della ragazza erano ben curate.
Jarod pensò che fosse una ragazza ricca scappata di casa. Con non chalance,
l’uomo si alzò e la seguì e senza tanti problemi le chiese se fosse scappata di
casa. La ragazza non lo ascoltava.
“Vuoi che ti offra da mangiare?” chiese con gentilezza Jarod e con un sorriso
amichevole. La sua interlocutrice si girò a guardarlo ed in quel momento, il suo
stomaco si fece sentire. Jarod rise e la sconosciuta arrossì, ma la risata di
Jarod fu così contaggiosa che non potè fare a meno di fare la stessa cosa.
Seduti al tavolo di
un bar, Hellen, divorava il suo panino. Jarod la fissava con curiosità… Era
molto bella e giovane, occhi verdi, capelli biondi.
“Ti senti meglio?” chiese con tono amorevole.
“Sì, grazie!” rispose lei con un sorriso.
“Allora, mi racconti perché ti trovi per strada, senza un soldo e senza un abito
pulito?”
Hellen si rabbuiò per un attimo, ma poi fece un sorriso e rispose:”vedi, non
vivevo più bene a casa mia.”
“I tuoi genitori ti maltrattavano?”
La ragazza fissò Jarod per alcuni interminabili secondi. Quell’uomo aveva un
volto così dolce e sereno… “Da quando ho 12 anni che non ho più i miei
genitori.”
“Mi dispiace”
“Un vecchio amico di mio padre si è preso cura di me. Un uomo molto severo…
voleva che sposassi una persona scelta da lui. Pensa, siamo nel 2002!!!”. Fece
una risata.
“E’ per questo che sei scappata?”
“No” fece una pausa e continuò: “non credo sia giusto dirtelo, sei uno
sconosciuto e non voglio coinvolgerti”.
“Io sono un avvocato!” disse Jarod. Hellen lo guardò e chiese: “mi aiuteresti?”
e lui: “è il mio lavoro, penso che tu abbia bisogno di me!”
“Ho visto il mio promesso sposo, che non ho mai accettato come tale, uccidere
una persona!”. La ragazza si agitò, ma Jarod non disse nulla e con sguardo
attento e severo, le fece cenno di continuare.
“Stavo facendo una passeggiata nel boschetto attorno alla mia casa, quando
sentii la voce di 2 uomini. Andai subito a curiosare e vidi il mio promesso
puntare una pistola ad un uomo in ginocchio. Quell’uomo aveva le mani dietro la
nuca ed alle sue spalle c’era la guardia del corpo del mio tutore. Non sentii
quello che si dissero perché appena mi resi conto di cosa stessi guardando, il
mio promesso fece partire un colpo, l’uomo cadde a terra ed io urlai!”. Hellen
fece una pausa e bevendo un sorso d’acqua, riprese il racconto: “11 anni che
abito con il mio tutore e mai mi ero accorta che fosse un criminale. Ero
convinta che fosse un onesto petroliere. Scappai e gli raccontai quello che
avevo visto e sai cosa mi ha risposto? ‘Hellen, ho ordinato io a Lyle di
uccidere quell’uomo…’.”
“Lyle?!” chiese incuriosito Jarod
“Sì, è il nome del mio promesso- e continuò- Lyle si presentò nello studio del
mio tutore ed insieme mi dissero che avrei dovuto imparare a condividere con
questa realtà. Ebbi molto paura, restai chiusa in camera mia 2 giorni non
sapendo che fare… e così scappai. E due giorni che vago senza meta!!!”.
Jarod strinse a sé la ragazza che non smetteva di piangere e nella sua mente si
formavano mille pensieri, ma uno era il predominante: quanti Lyle criminali
potevano esistere al mondo?
Hellen sussultò.
“Qualcosa non va?”
“Mi hanno già trovata!!!” quasi urlò indicando degli uomini che stavano entrando
nel bar.
Hellen si alzò di scatto e corse verso la porta di servizio. I due uomini la
inseguirono, ma Jarod li bloccò prendendoli a pugni. Dopo averli stesi, corse
nella direzione presa dalla ragazza, ma quando fu fuori, la vide sopra una
macchina che stava sfrecciando via. Accanto a lei, Lyle…
Ricerche, ricerche,
ricerche… Chi era il tutore di Hellen? Perché Lyle aveva interesse a sposarla?
Qual’erano i piani del Centro?
Centro!!!!!!finalmente le informazioni che Jarod cercava. Dopo giorni di
incessanti ricerche negli archivi elettronici del Blue Cove, l’uomo aveva
scoperto che il tutore di Hellen si chiamava George Person ed era un petroliere
che aveva all’attivo una lunga carriera come trafficante d’armi ed i suoi
clienti preferiti erano i paesi arabi.
Il Centro mirava a proseguire gli ottimi affari che già esistevano con Person,
facendo sposare Lyle con Hellen, assicurandosi un impero nel campo del traffico
d’armi. Proprio come nel medioevo, gli imperi si conquistano anche con i
matrimoni combinati!
Doveva studiare un modo per liberare Hellen da quella prigione dorata e
soprattutto dalle grinfie di Lyle. Ne avrebbe anche approfittato per scoraggiare
l’ennesima malefatta del Blue Cove… Come prima cosa, mandò una bella e-mail a
Sidney e poi, si appostò davanti alla villa di Person, aspettando il momento
giusto per entrare.
Miss Parker fumava
una sigaretta dietro l’altra, mentre Sidney e Broots, la guardavano.
“La nostra missione è catturare Jarod, dobbiamo scoprire dove si trova in questo
momento. Non mi importa di cosa faccia Lyle e nemmeno che voglia sposare una
mocciosa.”
“Forse Jarod sta cercando di impedire che questa fusione vada in porto” spiegò
Sidney con calma. Miss Parker lo fissò e disse: “parlerò con Lyle e cercherò di
scoprire qualcosa di più e cercherò di scoprire le sue intenzioni post
matrimoniali. Se Jarod se ne occupa, ci sarà sicuramente qualcosa di grosso in
mezzo!”.
Jarod aveva saputo
da Angelo che Lyle sarebbe stato al Blue Cove per molto tempo. Doveva
guadagnarsi la fiducia di George Person e doveva stare il più possibile accanto
ad Hellen, finchè non avrebbe avuto l’occasione per portarla via e per
smascherare Lyle. Era stato appostato alla villa del petroliere per una
settimana, studiando ogni movimento ed ogni uomo. Aveva scoperto che Person
aveva bisogno di una nuova guardia del corpo ed il giorno seguente, con occhiali
neri, maglietta attillata bianca e giubottino di pelle nera, si presentò alla
porta di Person, portando un curriculum molto interessante.
“Mia nipote Hellen ha tentato di scappare nuovamente la scorsa notte. Questo mi
ha convinto che fosse necessario che qualcuno la tenesse bene d’occhio!”. Disse
Person a Jarod strascicando un po’ le parole e sorseggiando il suo brandy.
“Sono pronto a fare da baby sitter!” esclamò Jarod.
“Mi sei simpatico, ragazzo!”. Appoggiò il bicchiere sul tavolo e gridò ad alta
voce il nome di un uomo che si presentò subito e al quale fu ordinato di
chiamare Hellen.
La ragazza scese e quando vide Jarod, non sapeva se ridere o se piangere. Person
glielo presentò come Jarod Jano, sua futura guardia. Hellen cercò di ribellarsi
e fuggì dalla stanza, ma Jarod la seguì fino in giardino.
Ora erano soli, Hellen in lacrime.
“Tu non sei un avvocato, tu eri là per farmi catturare!” gridò la ragazza.
“Sono venuto per aiutarti e per mettere il bastone tra le ruote a Lyle.”
Jarod raccontò a grandi linee la sua storia ed il suo obiettivo e raccontò i
piani di Lyle.
Hellen comprese e chiese: “Mi proteggerai?”
“Certamente” fu la risposta di Jarod seguita da una carezza sulla guancia di
lei.
Passò una piacevole settimana dove i due ebbero occasione di fare amicizia, di
ridere e scherzare. Hellen era felice di stare accanto a Jarod ( e chi non lo
sarebbe? ) ed avrebbe voluto che lui le rimanesse sempre accanto.
Quel giorno Jarod
accompagnò Mr Person ad un incontro di lavoro da cui avrebbe tratto ulteriori
prove contro l’uomo. Infondo, era anche sua intenzione farlo marcire in galera.
Lyle tornò alla villa del petroliere e trovò Hellen che faceva il bagno in
piscina.
“Ciao Hellen”.
La ragazza, che era intenta nei suoi pensieri, sussultò e guardando in faccia il
suo interlocutore, con disprezzo disse: “si stava così bene senza di te…”. Lyle
fece una sonora risata e le ordinò di uscire dall’acqua. La ragazza, dal canto
suo, gli voltò le spalle e continuò a nuotare. Lyle si tuffò in acqua dopo
essersi tolto camicia e scarpe, la raggiunse e la portò a terra. Hellen cercò di
dimenarsi, ma l’uomo era più forte di lei.
La ragazza non
sapeva come fuggire, Lyle era forte, robusto ed agile. Per quanto si dimenasse,
lui la tratteneva. Lyle le diceva che più lei faceva così, più gli piaceva.
Hellen smise di lottare, era inutile. Ormai l’aveva adagiata sul letto, ma
proprio in quel momento, una calda voce esclamò: “Lyle, ti sembra il modo di
trattare una donna?”
“Jarod!!!” esclamarono Hellen e Lyle all’unisono. I due si guardarono e Lyle
disse: “allora Jarod, ti sei intrufolato anche tu in questa villa? Con quale
scopo?”
“Con lo scopo di rovinare i tuoi sporchi piani!”
Lyle rise ed esclamò: “ad un mio solo gesto, fra pochi minuti, questo luogo sarà
pieno di uomini del Centro! Tu sarai finalmente catturato e tu, ragazzina -disse
puntando il dito minaccioso verso la ragazza- mi sposerai questa notte stessa e
domani parteciperò ai funerali tuoi e di Person!”
Hellen diede uno schiaffo a Lyle che subito la immobilizzò. Jarod gli andò
addosso e ci fu una violenta colluttazione. In quell’istante entrarono molti
uomini nella stanza e Jarod fu circondato… Hellen era minacciata da una pistola,
Jarod si distrasse e qualcuno lo colpì alla testa.
“Che mal di
testa!”esclamò Jarod risvegliandosi. Il luogo dove si trovava era buio: “Dove
sono?”
“Quegli uomini ci hanno catturato –disse una voce alle sue spalle- e ci hanno
rinchiuso qua dentro. Tu hai perso i sensi”
“Hellen!!!! Stai bene?” esclamò Jarod, voltandosi e avvicinandosi alla ragazza.
“Si, ma ho molta paura!”
Jarod allargò le braccia e la ragazza accolse l’invito accoccolandosi al suo
petto.
Per alcuni interminabili secondi, non si dissero nulla. Jarod le alzò il viso e
le disse: “dobbiamo uscire di qua! Sai, dove siamo?”. Hellen si staccò da Jarod
e sedendosi in un angolo rispose: “mi hanno bendato, ma quando sono arrivata
qua, ho sentito la voce di una donna che sicuramente stava fumando. L’odore
della sigaretta accesa, era intenso”.
“Miss Parker… sicuramente siamo al Centro!”
“E' l’organizzazione di Lyle, vero?”
“Sì!”
Jarod cominciò ad
ispezionare la stanza. Nessuna finestra, solo una porta blindata. Le pareti
erano insonorizzate ed una piccola telecamera li spiava dall’alto. Jarod, con un
salto, riuscì a sferrare un pugno all’obiettivo: “così smetteranno di
guardarci!”. Dopo un ultimo giro si sedette accanto ad Hellen che lo aveva
fissato per tutto il tempo.
“Ho tanta paura, Jarod!”
“Ci sono io con te” e l’abbracciò.
Jarod fu colto dall’irrefrenabile voglia di baciare quella ragazza impaurita che
gli faceva un’immensa tenerezza. Sembrava un cucciolo spaurito, così indifesa,
ma allo stesso tempo così forte. Fu così che si chinò sulle sue labbra e gliele
sfiorò. Si fermò a guardarla negli occhi, voleva il suo permesso per continuare.
Lei si strinse a lui senza dire una parola e Jarod si chinò nuovamente a
baciarla e stavolta non si fermò. Fu un bacio dolce nei primi attimi, ma poi
quel bacio li travolse entrambi…
“Guarda, guarda, che scenetta romantica!!!” esclamò Miss Parker irrombendo nella
cella.
Jarod ed Hellen non si erano accorti di nulla. L’uomo si alzò di scatto e con
sguardo combattivo esclamò: “allora, Miss Parker, vedo che sei soddisfatta!”. La
donna gli sorrise e con non curanza, si accese una sigaretta. In quell’istante
entrarono due uomini vestiti di nero.
“Portatela via”, ordinò ai due che ubbidirono.
Hellen cercò di divincolarsi e Jarod cercò di andarle in soccorso, ma Parker gli
sbarrò la strada.
“Cosa le farete?”chiese Jarod quasi urlando.
“Non lo so, lei non ci serve più, visto che tu hai fatto arrestare il suo
tutore!” rispose con calma Miss Parker.
Jarod, aveva accompagnato George Person ad un incontro di lavoro ed usando la
sua solita tattica di ‘chi la fa, l’aspetti’, incastrò l’uomo che venne
immediatamente arrestato dalla polizia. Dopo si era recato alla villa ed aveva
interrotto Lyle mentre aggrediva Hellen.
Jarod incrociò le braccia e fissò Miss Parker che continuò: “l’importante e
riaverti al Centro. Certo, ti ha catturato Lyle, ma non temere, ti riserveremo
ugualmente tutti gli onori…”
“Cosa ne farete di Hellen, la lasciarete libera?” insistè Jarod.
“Sai cosa fa il Centro alle persone che non gli servono…”
Jarod fu colto da una feroce rabbia, scaraventò Miss Parker per terra ed uscì
dalla stanza. Superò gli uomini di guardia, riuscì a strappare dalle mani di uno
di loro una pistola e si diresse nella direzione che quegli uomini, impauriti da
tale furia, gli indicarono.
Entrò nella stanza buia dove Hellen era in piedi al centro della stanza, legata
mani e piedi da delle catene fissate al pavimento ed al soffitto. L’avevano
bendata ed un uomo le puntava una pistola alla tempia.
Hellen sentì entrare Jarod e cominciò a gridare il suo nome. Non riusciva a
vedere niente, ma sentiva i rumori di una colluttazione, finchè uno sparo sibilò
nell’aria.
“Jarod?!” gridò Hellen. Nessuna risposta, finchè non le si avvicinò un uomo che
cominciò a sciogliere le catene e le tolse le bende dagli occhi.
Hellen fu così felice di vedere vivo Jarod che lo abbracciò con foga, ma lui
lanciò un gemito di dolore. Hellen lo guardò e notò la sua ferita al braccio.
“Sei ferito!”
“Non è nulla, è solo un graffio!”
“Ma stai perdendo parecchio sangue!”
“Quando saremo fuori di qui, penserò a curarlo!”
La prese per la mano e corse fuori dalla stanza.
Miss Parker lo vide uscire mano nella mano con quella ragazzina, ma si fermò a
guardarli scappare. Sopraggiunse Lyle, seguito da Sidney e da Broots.
“Cosa fai sorella, muoviti!” urlò Lyle che corse dietro ai due fuggiaschi,
seguito da Broots ed altri uomini. Sidney si fermò con Miss Parker e le chiese:
“perché non li insegui?”
La donna lo guardò e con espressione quasi choccata gli rispose: “Jarod mi ha
fatto veramente male sbattendomi per terra. E’ la prima volta che fa una cosa
del genere. Vuole bene a quella ragazza e sai una cosa, Sidney?”
“Cosa?”
“Spero che riescano a scappare…”
Sidney sorrise e prendendo sotto braccio Miss Parker si diressero nella parte
opposta a quella presa dai due fuggiaschi.
Libertà… Jarod ed
Hellen erano riusciti a scappare ed ora si trovavano nella stanza di un motel.
La ragazza stava bendando il braccio del ferito e commentava con entusiasmo la
fuga, ma lui non proferiva parola.
“Voglio stare sempre con te, Jarod!!!… cos’hai, Jarod?”
Lui si destò dai suoi pensieri e guardandola le sorrise.
“C’è qualcosa che non va?” chiese Hellen preoccupata, ma non ricevette risposta.
Il mattino seguente si svegliò. “Jarod?”, lo cercò in bagno e fuori. Chiese di
lui ai gestori del motel ed ai vicini, ma nessuno lo aveva visto. Una strana
angoscia cominciava a pervaderla. Forse era andato a comprare qualcosa, fu il
suo pensiero. Rientrò in camera e solo allora si accorse di un biglietto
lasciato sul comodino con accanto dei soldi:
“Hellen, la mia
vita è una continua fuga
ed una continua ricerca.
Non posso stare accanto a te!
Torna a casa…
I love You
Jarod.”
Hellen si sedette
sul letto come un automa, con quel biglietto in mano. Le lacrime le rigavano il
volto ed il suo sguardo era perso nel vuoto.
Entrò nella stanza Miss Parker che le si sedette accanto ed Hellen la guardò.
“Jarod non lo ha fatto con cattiveria, non ne sarebbe capace…”
“lo so! -rispose Hellen- quando lo incontrerai, digli da parte mia che anche io
gli voglio bene…”
Miss Parker sorrise e guardando dalla finestra la pioggia che iniziava a
scendere esclamò: “Purtroppo Jarod non è un uomo qualunque; è un simulatore: io
sono il cacciatore, lui la mia preda! Ed io catturo sempre le mie prede…”.
Hellen la guardò uscire e disse alla stanza vuota: “Non se la preda è Jarod…”
(scritto da Elena)