Someone to trust
Riassunto: cosa lega Wolfram & Hart, studio legale di Los Angeles, ad un vampiro in cerca di redenzione di nome Angel , a una certa Slayer, e al Centro? La risposta: Jarod.
Nota: Crossover con la seconda stagione della serie "Angel" e con la quinta di "Buffy the Vampire Slayer".
Iniziato il 19 aprile 2001, terminato il 27 maggio 2001
Adatto a tutti
Disclaimer: Si ricorda che tutti i diritti dei racconti inclusi sono di proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e che tutti i personaggi della serie Jarod il Camaleonte / The Pretender utilizzati nel racconto sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro. Per il resto niente è mio, tutto appartiene a Joss Whedon e a WB Television (Angel), UPN (Buffy) e alla 20th Century Fox.
Lindsey
era nervoso. Quel posto lo rendeva nervoso. L'uomo a cui lo avevano indirizzato
lo aveva lasciato ad aspettare in uno di quegli ampi corridoi come se fosse uno
dei loro uomini di fiducia, uno spazzino, come erano chiamati lì, e questo non
gli andava a genio. Aveva attraversato mezza America per giungere lì, aveva
lasciato Los Angeles e il lavoro allo studio legale, e Lilah. Soprattutto Lilah.
Quella donna con cui divideva la sezione dei Progetti Speciali avrebbe
certamente provato a farlo fuori mentre era via. Ma ora doveva preoccuparsi di
altre cose. Riguardò il dossier che stringeva tra le mani. Sì, i pezzi grossi
di quel posto lo avrebbero trovato molto interessante…sempre che fossero
disposti a credergli. Glielo aveva consegnato personalmente il suo capo, Holland
Manners, pregandolo di muoversi nella massima segretezza. Oltre a quello gli
aveva consegnato un indirizzo: Il Centro, Blue Cove, Delaware. Sopra c'era
scritto a matita un nome. Raines.
"La
prego, si accomodi signor…?" disse Raines andando a sedersi alla sua
scrivania.
"McDonald. Lindsey McDonald."
"Bene. Conoscevo Holland, mi è spiaciuto sapere della sua morte. Come è
successo?"
"È una storia lunga" tagliò il giovane avvocato.
"Vorrei vedere quello che ha portato con sé."
"La avviso, ha dell'incredibile quello che c'è scritto."
"Lei non ha mai lavorato qui, allora" esclamò Miss Parker entrando
senza preavviso nella stanza "l'incredibile al Centro è la regola."
"Miss Parker! Ma come si è permessa…?"
"Non credo di averla mai vista" disse rivolgendosi a Lindsey, e
ignorando deliberatamente Raines.
"È un avvocato di Los Angeles. È qui per mia richiesta, a differenza di
lei."
"Ero venuta a sincerarmi che fosse ancora vivo dopo il suo viaggio in
Oriente, idea di mio padre se vuole saperlo. Adesso anche dalla città degli
angeli fa venire gente. Non le basta di avere come scagnozzi metà del
Centro?"
Raines stava fremendo di rabbia,
quando il telefono squillò e lui e la sua cigolante bombola d'ossigeno
sparirono subito dalla stessa porta dov'era entrata Miss Parker.
La donna camminò lentamente verso la scrivania, e si appoggiò al tavolo
prendendo in mano il dossier.
"Wolfram & Hart, documenti riservati" lesse.
"Sono per Raines. Nessun altro deve vederli…". Stava per dire a
parte lui, ma la donna aveva già cominciato a sfogliarli, e così
velocemente che dubitava stesse capendo qualcosa di quanto era scritto. Se
avesse conosciuto Miss Parker da un po' più di un minuto e venti secondi, si
sarebbe accorto di quanto la sua considerazione fosse errata.
Cercò di scrutare sul suo viso segni di sorpresa, paura, o una qualsiasi altra
reazione, ma gli occhi di ghiaccio rimasero tali fino a quando non li sollevò
dal dossier per fissarlo dritto nei suoi.
"È tutto vero?"
"Dalla prima all'ultima parola."
"Ho detto che qui al Centro l'incredibile è la regola. Questo non è solo
incredibile, è pura fantascienza."
"Lei non crede che esistano demoni?"
"Ho imparato a vederli nelle persone che mi circondano, e mi creda qui ce
ne sono tanti, a partire da quello che è appena uscito, signor…?"
"Lindsey McDonald."
"Bene, Lindsey, venga con me."
"Ma…"
L'espressione degli occhi di Miss Parker gli fece morire in gola qualsiasi
protesta, e quasi rassegnato si lasciò guidare dalla donna fino al sottolivello
dove Broots e Sydney stavano lavorando.
"Sydney, il nome Wolfram & Hart risveglia qualcosa nei tuoi
ricordi?"
"Wolfram & Hart? Ma Jarod non ha lavorato per loro circa due mesi
fa?"
"Il nome Jarod le dice niente?" chiese a Lindsey.
"Jarod Hope…sì che lo conosco. Ha mandato in galera due miei colleghi, e
neanche i migliori avvocati dello studio sono riusciti a tirarli fuori. Come mai
lo conoscete?"
"È una lunga storia."
"Per caso è uno dei vostri?"
"In un certo senso lo era" rispose Miss Parker avvicinandosi al
computer e battendo qualcosa alla tastiera, facendo poi cenno di avvicinarsi.
"Ecco, signor McDonald. Credo che sia il suo turno di mostrarsi
sbalordito."
E non scherzava.
Simulatori.
Ecco qualcosa che di sicuro non si vede tutti i giorni. Stava leggendo quello
che Miss Parker, Sydney e Broots avevano raccolto, insieme a quel poco che Jarod
aveva lasciato dietro di lui quando era scappato dal Centro. Lo aveva avuto
sotto il naso per due mesi, e mai aveva sospettato che non fosse chi diceva di
essere, o che non fosse un vero avvocato. Alzò un momento gli occhi dallo
schermo, e fissò le persone nella stanza con lui. L'uomo che Miss Parker aveva
chiamato Sydney stava sfogliando i documenti, con alle spalle l'altro uomo che
aveva visto prima alla tastiera, calvo e magro come un'acciuga. Scrutando le
loro facce, si accorse che erano a metà tra l'incredulità e lo sconvolgimento.
Miss Parker invece camminava lentamente avanti e indietro, i pensieri che la
preoccupavano accuratamente celati dalla sua corazza. Da una rapida analisi
parevano tutti e tre menti molto razionali, avrebbero accettato di mettere in
discussione le loro convinzioni per quei documenti che ora tenevano in mano?
"Signor McDonald, converrà con me che quanto è scritto è assurdo.
Demoni, vampiri e creature del genere sono solo miti della cultura popolare, e
che ora servono solo a spaventare i bambini."
Non è stato a LA di recente allora…"Mi dispiace, è tutto
vero. E l'essere di cui parlo è una minaccia per lo studio che rappresento, e
per voi se il vostro simulatore lo incontrasse."
"Lei cosa ci offrirebbe in caso del nostro aiuto?"
"La vostra ricerca continua a fallire, da quanto ho letto. Io vi offro
l'appoggio incondizionato di Wolfram & Hart. Credo vi farà molto comodo una
mano nel caso i vostri uomini si mettessero nei guai. Inoltre contiamo molti
demoni che per noi farebbero qualsiasi cosa, nel caso fallissimo."
Sydney nel sentire questo chinò la testa, ma Miss Parker neanche se ne accorse,
le brillavano gli occhi "E noi ci occuperemo di Angel. Ma voglio saperne di
più."
______________
Cordelia
Chase quella sera si stava ritoccando il trucco, pregustando il momento in cui
avrebbe incontrato il ragazzo che vedeva da qualche sera a quella parte. Con lo
specchio teneva d'occhio la porta, odiava che Wesley le arrivasse alle spalle
facendo i suoi soliti commenti. Tutta invidia, secondo lei. Wes neanche sapeva
cos'era, una vita privata. Dopo che il Consiglio degli Osservatori lo aveva
cacciato per lui esisteva solo il suo lavoro di cacciatore di demoni. Ma prova a
divertirti, gli aveva suggerito, e le era valso un'occhiata fulminante e il
rischio di veder sfumare la sua unica serata libera dopo tanto tempo.
Angel dal canto suo aveva un
ottimo motivo per fargliela sfumare. Cordelia aveva di nuovo archiviato gli
ultimi casi secondo il suo personale modo di pensare. Che diavolo ci faceva il
file della signor Emerson sotto la "R"? E perché mai la scheda di
Kate Lochley era sotto la "P"?
Si alzò dalla sua scrivania, arrivato sulla porta del suo ufficio la vide farsi
bella, e questo lo fece arrabbiare.
"CORDELIA!"
Cordelia fece un salto, sbavando così il segno del rossetto, e voltandosi
subito. Che stupida, lo specchio poteva aiutarla per prevenire Wesley, ma per
Angel non funzionava. I vampiri non si riflettono, accidenti a loro.
"Ringrazio il cielo di essere troppo giovane e spensierata per un infarto.
Che ho fatto?"
"Potresti gentilmente spiegarmi perché il file Emerson è sotto la
"R" e non la "E"?"
"L'ho messo sotto la "R" di rompiscatole. Te lo ricordi, che
tipo?"
"Sì, era un vero rompiscatole…e Kate Lochley?"
"Sotto la "P" di polizia."
"Cordy, possiamo essere un po' meno giovani e spensierati per quanto
riguarda l'archivio? Grazie di cuore. Come sei carina stasera. Dove vai?"
le domandò, notando il suo vestito e la pettinatura.
"Esco con il mio vicino di casa. Tipo simpatico, ma anche tanto misterioso.
Pensa che di lui a parte il nome non so altro."
"Potrebbe essere pericoloso."
"No, credimi. E poi anche Dennis lo trova a posto, e sai quanto è geloso
nei miei riguardi."
"Chi? Il fantasma che infesta casa tua?" si intromise Wesley.
"Già, Wes, tu lo conosci bene. Credo ti abbia sc…" ma non riuscì a
terminare la frase, perché cadde a terra tenendosi la testa tra le mani in
preda ad una delle sue solite dolorosissime visioni.
Rimase a terra ansimante e continuando a reggersi la testa, ed Angel e Wesley
dovettero aiutarla ad alzarsi. Mentre quest'ultimo andava a prenderle un
bicchiere d'acqua, Angel si era seduto accanto a lei e le aveva chiesto di
dirgli cosa aveva visto.
"Accidenti a te, Doyle…ma proprio ma me dovevi lasciarle in eredità, le
tue visioni?"
"Cordelia, calmati. Che cosa hai visto?"
"Un uomo…Jarod…contro quell'avvocato di Wolfram & Hart…"
"McDonald?"
"Sì. E insieme a lui ci sono altre persone. Il primo sembra un cadavere
che cammina, con una bombola d'ossigeno al seguito, poi c'è una donna sui
trenta, mi pare una collega di McDonald, e un'altra, che sembra una statua di
ghiaccio, mora, occhi azzurri. Ho ancora i brividi."
"Jarod come?" chiese Wesley portando a Cordelia un bicchiere d'acqua.
"Jarod e basta. Niente cognome."
"E così siamo di nuovo contro quel maledetto studio di avvocati. Dobbiamo
trovarlo, e prima di loro."
Peccato
che Jarod non avesse la minima intenzione di farsi trovare. Quando era entrato a
Wolfram & Hart, lo aveva fatto per aiutare una povera donna che quei due
avvocati avevano rovinato, ma solo alla fine si era reso conto che là dentro
non solo lo sapevano tutti e tacevano, ma anche che lui ora si trovava nella
loro lista nera. Doveva sparire, ma prima voleva salutare la ragazza con cui si
sarebbe dovuto vedere quella sera. Era stata la sua vicina di casa, ma
soprattutto una buona amica.
Era seduto al bancone del bar, davanti ad una birra, quando sentì una pacca
sulla spalla "Scusa il ritardo Jarod."
"Sempre occupata, eh Cordy?"
"Come te del resto" rispose Cordelia sedendosi al suo fianco. Non
voleva credere ai propri occhi. L'uomo che aveva visto era proprio lui!
"Lascio la città. Sono venuto qui per salutarti."
"Perché? Posso aiutarti?"
"Non ti voglio tirare in mezzo, meglio che tu non sappia niente.
Addio" e fece per andarsene.
"Sei nei guai con Wolfram & Hart?"
Questa affermazione lo fece voltare all'istante. E lei come faceva a saperlo?
"Sto dalla tua parte, non preoccuparti. Ho un amico che forse può darti
una mano."
Con sguardo confuso Jarod seguì Cordelia fino all'hotel abbandonato dove
l'agenzia investigativa per cui lavorava aveva sede, l'Hyperion.
"È qui che lavori?"
"Lo so, fa pena, ma dentro è meglio, te l'assicuro. I miei amici saranno
ancora lì, almeno lo spero."
"Come sai dello studio legale?"
"Ho avuto una visione, e di solito quando succede è perché la persona che
vedo ha bisogno di aiuto. Stavolta sei tu."
"Una visione?"
Cordelia gli disse di seguirla, e lo introdusse entro l'ufficio dove Angel e
Wesley stavano parlando.
"Angel, Wes, vi presento Jarod. L'uomo della mia visione, nonché mio
vicino di casa."
I due prima si guardarono l'un l'altro, e poi la fissarono sorpresi.
"Beh? Pensate di essere solo voi due bravi a trovare le persone?"
sbottò lei.
"L'importante è che sia qui e non a Wolfram & Hart."
"Quello che mi piacerebbe sapere è cosa sapete esattamente su questo
studio legale."
Angel allora si alzò dalla scrivania, e cominciò a spiegargli in breve cosa
fosse quello studio legale in realtà.
"Ogni brutto affare che ti possa venire in mente, Jarod, loro ci sono
invischiati. Sono due anni che li combattiamo."
"Una cosa del genere esiste anche a Blue Cove, nel Delaware. È un centro
di ricerca che si chiama "Il Centro". E questi sono i miei
cacciatori" disse loro mostrando delle foto di Sydney, Broots, Raines e
Miss Parker.
"Angel, questi due! Erano nella mia visione!" esclamò Cordelia,
indicando le immagini di Miss Parker e Raines.
"La cosa che però non mi spiego, Cordy, è come mai Wolfram & Hart e
questo Centro siano legati."
"Lavoravo per quello studio legale fino a qualche mese fa. Ho spedito in
galera due di loro, e ora cercano vendetta."
"O cercano altro. Che cosa sei?"
"Scusami?" disse Jarod sorpreso, fissando Angel.
"Se ti stanno cercando ci dev'essere una buona ragione. Che cosa sei?"
"Sono un simulatore."
Cordelia, Wesley e Angel lo fissarono senza capire.
"Simulatore?"
_______________
Una
volta rientrato nel suo ufficio, Raines era diventato furioso quando aveva visto
che McDonald non era più lì, e neanche il dossier. Non ne poteva più di
essere scavalcato da Miss Parker, ma gliel'avrebbe pagata, e cara stavolta.
Si
sedette alla sua scrivania, e premendo un bottone sotto il tavolo, dal muro alla
sua destra comparve uno schermo, da dove vedeva e sentiva quello che la Parker,
Broots, Sydney e l'avvocato si stavano dicendo. Molto, molto interessante.
"Quindi, questo Angel era la creatura più crudele d'Europa fino a quando
una maledizione l'ha reso inoffensivo?"
"Proprio così. Da quanto ho letto lui e il vostro "problema"
sono simili. Entrambi aiutano i deboli e i derelitti, e si impicciano di cose
che non li riguardano."
"Una volta qui smetteranno di farlo, glielo garantisco."
"Angel vive e lavora a Los Angeles, e posso dirvi dove trovarlo. Jarod?"
"È invisibile. Dopo aver lavorato a Wolfram & Hart non abbiamo più
avuto indizi da lui."
"Indizi?"
"Vede, Lindsey, Jarod gioca con noi come fa il gatto col topo, ci dà
tracce…" e Miss Parker si interruppe un istante per prendere un paio di
pillole per la sua ulcera "…e poi sparisce appena arriviamo. Devo a lui
tanti di quei problemi che ho perso il conto."
"Parker" s'intromise Broots prendendo in mano il flacone di pillole
"prendi ancora questa roba? Tra non molto non avrai solo la tua ulcera
a…"
"Sta zitto, Broots."
Miss Parker compose un numero al cellulare "Sam, sono io. Fa preparare
l'aereo del Centro. Io, e l'avvocato McDonald partiamo per Los Angeles. Non dare
nell'occhio, mi raccomando, e sbrigati."
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A
Hyperion intanto era calato il silenzio. Dopo le spiegazioni di Jarod, Angel si
era sentito in obbligo di spiegare chi fosse. Sembrava che stessero facendo a
gara per raccontare la verità più assurda.
"Ehm…così tu saresti un vampiro di 248 anni?"
" E tu…tu puoi diventare chiunque tu voglia? Medico, agente
federale…"
"Sono stato anche un investigatore privato una volta, conosco il tuo
lavoro."
"Spiacente di contraddirti, ma non credo proprio. Le persone che aiuto
hanno a che fare con le forze del male, tu fino a cinque minuti fa neanche
sapevi che esistevano."
"Il Centro mi ha sempre tenuto isolato dal resto del mondo. Ora sto
recuperando."
"La cosa migliore per il momento è farti sparire."
"Angel, sono quattro anni che scappo. Sono esperto al riguardo."
"Dove ti mando è l'ultimo posto dove ti verrebbero a cercare. Sunnydale."
"Dov'è?"
"Poco distante da qui. Una nostra amica vive là, si chiama Buffy Summers,
e cosa molto importante, Wolfram & Hart non sa della sua esistenza. "
"Ti fidi di lei?"
"Le affiderei la mia vita" rispose Angel con una nota di tristezza,
quasi a ricordare qualcosa di lontano, e ormai irrimediabilmente perso. Solo
amici? No, c'era qualcos'altro o almeno c'era stato, Jarod lo aveva capito. Era
curioso di conoscere Buffy. Voleva vedere se anche lei provava le stesse cose
per lui. Nel giro di dieci minuti partì per Sunnydale insieme a Cordelia e
Wesley, ed Angel rimase a riordinare l'archivio secondo un ordine più logico,
quello alfabetico.
A tende tirate, non si accorse che verso l'alba gli spazzini del Centro avevano
cominciato a circondare l'edificio, armati con le loro armi e anche con croci e
acqua santa.
D'improvviso alzò gli occhi, avvertendo una presenza estranea nell'edificio, e
interruppe il suo lavoro. Rimase perfettamente fermo e in silenzio, e sentì dei
passi che facevano scricchiolare il vecchio pavimento di legno. Almeno cinque
persone. Angel silenziosamente si alzò dalla sua scrivania e si avvicinò alla
porta, per sorprendere gli intrusi quando sarebbero entrati, ma invece furono
loro a cogliere di sorpresa lui, sfondando le finestre e arrivandogli alle
spalle. Sam e gli altri spazzini con lui spalancarono la porta, e il primo gettò
in faccia al vampiro la fiala di acqua santa che aveva con sé, facendolo urlare
di dolore. Approfittando dell'occasione, gli altri spazzini lo incatenarono
stretto rendendolo inoffensivo. Angel non riusciva a distinguere chiaramente chi
avesse davanti, vedeva solo ombre tremolanti, e ai danni provocati dall'acqua
santa, per lui pericolosa come un acido, sentì aggiungersi una spossante
stanchezza, causata dal forte sedativo che Sam gli aveva iniettato.
Lindsey fu l'ultimo ad entrare nell'ufficio, e guardò con estrema soddisfazione
il suo nemico ridotto in quelle condizioni. Dopo che gli spazzini del Centro
portarono via Angel incappucciato, il giovane avvocato chiamò Wolfram &
Hart.
"Ho delle grandi notizie per voi."
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Ignari
di quanto stava succedendo, Wesley, Cordelia e Jarod erano ormai arrivati a
Sunnydale. Mentre Wesley era andato dall'Osservatore di Buffy per sapere
dov'era, Jarod aveva lasciato Cordy addormentata in albergo ed era uscito a fare
due passi, capitando vicino al cimitero. Spalancò gli occhi da quanto era
grande.
All'improvviso, senza sapere come, si ritrovò a terra con un piede di donna sul
torace.
"Ho avuto veramente una brutta giornata, sai? Vediamo se ammazzandoti
migliora..."
Jarod cercò di rialzarsi, ma quella ragazza lo spinse giù. Per essere così
giovane, quella biondina era veramente molto forte. Da una tasca tirò fuori un
paletto, e l'avrebbe conficcato nel cuore di Jarod se Cordelia non fosse corsa a
fermarla.
"Buffy! È un amico di Angel ed è umano, lascialo andare!"
La mano di Buffy si fermò a due centimetri dal cuore dell'uomo
"Umano?"
Buffy guardò sorpresa Jarod, che annuì velocemente con l'espressione più
innocente che poteva. Cordelia nel frattempo era arrivata alle spalle
dell'amica, e le aveva tolto l'arma dalle mani "Perdiamo colpi, Slayer?"
"Qui la gente non esce di casa a quest'ora, io e gli altri diamo per
scontato di trovare solo gente pallida, o con corna e squame in giro. Scusa per
lo spavento" si giustificò Buffy aiutando Jarod ad alzarsi.
"Buffy Summers?"
"In carne, ossa e paletti. Cordelia, ma che fai qui? Pensavo che tu ed
Angel aveste da fare…non sarà successo qualcosa?"
"Tranquilla, sta meglio di me e te messe insieme. È lui ad avere bisogno
del nostro aiuto. Si chiama Jarod."
"Piacere di conoscerti, ma non capisco come…?"
"Degli uomini gli stanno dando la caccia, deve sparire…"
"…letteralmente. Beh, Jarod, sei nel posto giusto. Ma non nel momento
giusto."
"Che succede? Non ci sarà di nuovo la fine del mondo?"
"No, Cordy, è stata l'anno scorso. È solo che Willow e Tara sono a San
Diego per un incontro tra streghe, e non so quando tornano. Dovrete aspettare,
mi dispiace. Ma nessuno che ha un po' di sale in zucca viene qua sulla Bocca
dell'Inferno, dopo quello che è successo il giorno che mi sono diplomata,
quindi sta tranquillo…"
"Streghe? Bocca dell'Inferno?"
"Sì, Jarod, streghe. E Bocca dell'Inferno è l'altro nome di questo
affascinante posticino…sbaglio o sei nuovo alla cosa?"
"Diciamo che in una sera ho scoperto più cose di quelle che avrei voluto.
"
_______________
Dopo
quella sua alzata di testa, Miss Parker era stata aspramente rimproverata dal
padre e a niente erano valse le sue scuse. L'aveva fatta sentire una bambina di
cinque anni, e oltre a quella umiliazione aveva anche dovuto sopportare la
presenza di Raines, con quell'espressione di tronfia soddisfazione stampata in
faccia.
Ne era uscita arrabbiata con il mondo intero, diretta verso l'ufficio di Sydney,
ma una volta là aveva optato per l'Ala Rinnovamento. Grazie a Broots aveva
ottenuto una carta d'accesso, così poteva scendere nella nuova versione della
bottega degli orrori senza destare problemi. Una volta davanti alla cella di
Angel si accorse che lo avevano incatenato ad una parete, e le ferite che aveva
sul petto e in faccia indicavano che Raines aveva dato ordini ben precisi su
come estorcergli informazioni su Jarod. Da quanto aveva sentito mentre scendeva,
pareva invece che nonostante tutto non avesse detto una parola su quello che
sapeva.
Già, perché Miss Parker, entrata dopo Lindsey nel palazzo, aveva trovato uno
dei quadernetti rossi che Jarod aveva l'abitudine di usare, e non ci aveva messo
molto a fare due più due. Purtroppo neanche questo era riuscito a migliorare la
sua posizione agli occhi del padre.
Quando entrò nella cella, Angel sentì lo sguardo glaciale della donna
percorrerlo dall'altro in basso, ma non riusciva a scorgerla. La sua vista era
ancora molto annebbiata, e riusciva a vedere a malapena luci e ombre. Sentì il
rumore dei suoi tacchi risuonare nella cella, e fermarsi poi vicino a lui.
"Miss Parker."
"Non vedi ad un palmo dal tuo naso, ma sei riuscito a riconoscermi. Sono
impressionata."
"La tua presenza è difficile da dimenticare."
"Lo prenderò come un complimento, Angel. Dov'è Jarod?"
"Non lo so."
"Perché mi stai mentendo? So che lui era nel tuo ufficio, e comunque
proteggerlo non servirà. Lo troveremo comunque."
"Allora buona fortuna. Anche se sapessi dove si trova ora, e non lo so, non
lo direi certo a te."
"Angel, Raines non scherza. So di cosa è capace. Dì quello che sai se ci
tieni ad uscire da qua con le tue gambe…"
"Non tradirò Jarod."
"Come vuoi. Allora preparati al peggio, perché non sai che ti
aspetta."
Miss Parker uscendo sentì come un'ondata di dispiacere per l'uomo incatenato.
Anche se era un nemico perché aiutava Jarod, non meritava di finire tra le mani
di Raines. Era una cosa che non avrebbe augurato al suo peggior nemico.
Miss
Parker rimase in disparte nei giorni a seguire, spiando il comportamento di
Raines. Sembrava il gatto che era riuscito ad arrivare alla crema, e a giudicare
dai libri che gli aveva visto in mano si stava documentando su come rendere la
permanenza di Angel un vero inferno. Il dossier che McDonald aveva portato era
tornato in suo possesso, e lei aveva le mani legate. Poteva solo assistere come
spettatrice impotente.
Quando fu sicura che non si sarebbero accorti della sua presenza, utilizzò di
nuovo la carta magnetica e andò a vedere come stava Angel. Non sembrava neanche
più la stessa persona di due giorni prima, era pesta e sanguinante.
"Angel?"
"Buffy…"
"Buffy?" ripeté Miss Parker. Che strano nome. Angel continuava a
ripeterlo, e avvicinandosi a lui si accorse che stava delirando. Quel pazzo di
Raines lo avrebbe distrutto, bisognava impedirglielo! Preso in mano il
cellulare, chiamò Sydney, e gli disse di far preparare una stanza
nell'infermeria del SL - 5. Prendendo poi una forcina dai suoi capelli, cominciò
a forzare la serratura delle catene che lo imprigionavano. Essere cresciuta al
Centro dopotutto le era servita a qualcosa, aveva imparato cose che non si
insegnano sui banchi di scuola.
Angel
si svegliò qualche ora dopo nell'infermeria del SL - 5. Si guardò intorno per
qualche istante, poi si alzò lentamente per vedere dove si trovasse, e dando
un'occhiata alle sue ferite si rese conto che qualcuno aveva provveduto a
curarlo. Chi?
Stava ancora riflettendo, quando Miss Parker entrò quasi di soppiatto nella
stanza richiudendo la porta dietro di sé.
"Miss Parker, ma che sorpresa. Ti manda Raines per controllarmi?"
La donna gli fece cenno di fare silenzio, e gli si avvicinò "Smettila col
sarcasmo. Come stai?"
"Sono stato meglio."
"Ti avevo avvertito."
"Perché sei qui?"
"Ho dei perché a cui mi piacerebbe dare una risposta."
"Ad esempio?"
"Ad esempio perché un demone protegge la gente invece di ucciderla, e
perché hai al collo quella catenina."
L'aveva notata per caso, mentre lei e i suoi uomini lo stavano portando via.
Quel ciondolo era stato un regalo per l'ultimo compleanno della madre, ricordava
ancora il sorriso che aveva fatto nell'aprire il pacchetto, e quando lei gliela
aveva messa al collo. Non riusciva a spiegarsi perché ce l'avesse lui.
Angel riguardò il ciondolo, una martire cristiana, e sorrise al ricordo della
persona che gliela aveva donata, anni prima.
"Sei Jennifer?"
Miss Parker spalancò gli occhi, contrariata dall'uomo che aveva davanti, uno
dei pochi che a quanto pareva sapeva il suo nome.
"Sì. Te lo ha detto Jarod?"
"No. Catherine. Tua madre."
"Che cosa ti lega a lei?"
"Diciamo che mi ha aiutato quando nessuno al mondo poteva, o voleva farlo.
Tu conoscevi solo una sua faccia,
non sai chi era e cosa faceva."
"Tu me lo dirai?"
"Hai ricevuto molte brutte notizie, avverto la tua tristezza. E la tua
paura. Non so se sei pronta ad accettarlo."
"Paura? Paura di che?"
"Paura del bambino che aspetti."
Miss Parker a quel punto cercò a tentoni una sedia, perché le ginocchia
avevano iniziato a tremarle. Thomas era morto, e lei aveva scoperto tre mesi
dopo di aspettare un bambino, suo figlio. Non lo sapeva nessuno a parte Sydney e
Broots, neanche suo padre si era accorto dei suoi malesseri, e ora a questo
demone bastava darle un'occhiata per comprendere tutto.
"Lo sento. I vampiri hanno dei sensi molto sviluppati…"
"Capisco…Quando con i miei colleghi ti ho portato qui, continuavi a
ripetere un nome. Buffy."
"Era una persona che conoscevo bene, tempo fa."
"La amavi?"
"Sono tornato dall'Inferno per lei. Ora però è tardi."
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Tara
e Willow tornarono tre giorni dopo l'arrivo di Jarod, letteralmente entusiaste
di quella piccola vacanza. A causa dell'ora, avevano deciso di incontrare tutti
a lezione il mattino dopo per salutarli. Il seminario di Psicologia era quello
che avevano in comune con molti, ed era quello che Willow prediligeva. Dopo la
morte della professoressa Walsh era cominciata una processione di supplenti, e
si era divertita immensamente a mandarli in crisi con le sue acute osservazioni.
"Tara, so che tu non studi Psicologia, ma non è che sai qualcosa del nuovo
supplente?"
"Dicono in giro che non sia male, simpatico, circa 37 anni, e che si chiami
Jarod W. Hart."
"Bene signor Hart, vediamo quanto reggi."
"Willow, che cattiva!"
"Lo so, ma ora ci ho preso gusto, è più forte di me!" esclamò
entrando in classe. L'aula però era deserta, eccezion fatta da Buffy e dal
professore, che pareva proprio stesse aspettando le due ragazze.
"Will, Tara, bentornate!"
"Ciao Buffy. Salve anche a lei professor Hart. Non c'è lezione oggi?"
"No. Buffy è stata così gentile da farmi un piccolo riassunto delle
vostre gesta eroiche qui sull'Hellmouth. Stava appunto terminando di raccontarmi
L'Ascensione durante il vostro giorno dei diplomi, su come avete sistemato il
Sindaco diventato demone."
"Ah…"
"Willow, sta tranquilla, e anche tu Tara. È un amico di Angel che ha
bisogno di una mano…"
E Buffy spiegò alle due ragazze chi fosse Jarod, quale fosse il suo problema e
chi fossero i suoi nemici. A Willow s'illuminarono gli occhi appena sentì la
parola simulatore.
"E così sei un vero simulatore? O mio Dio…avevo letto di un uomo che
senza aver compiuto gli studi necessari sapeva esercitare perfettamente la
professione di medico, ma…o mio Dio! Pensi che potrei farti qualche
domanda?"
"Willow! Metti a riposo i tuoi istinti da scienziata, vuoi?"
"Se Angel l'ha mandato da noi vuol dire che il problema è grosso. E se
l'ha fatto accompagnare da Cordelia e Wesley vuol dire che è molto
grosso. Ora sono da Giles al negozio di magia a dargli una mano. Con
l'influenza che si è presa Anya, ancora un po' e si sarebbe fatto prendere dal
panico!"
"Influenza?"
"Regalo della mia adorata sorellina, Dawn."
"Tornando a Jarod…possiamo aiutarti?"
"Siete essenziali. Buffy mi ha accennato al fatto che siete streghe. Ci
sono incantesimi tra i libri che avete che servono a far sparire una persona e a
farla ricomparire lontano da qui?"
Willow scosse la testa, mentre Tara ci pensò su per un istante e poi disse che
sì, le sembrava proprio che un testo simile ci fosse nella sua stanza alla
Stevenson Hall. Solo, bisognava cercarlo in mezzo alla montagna di altri libri
che aveva, ed erano veramente parecchi.
Mentre Buffy, Jarod e Willow controllavano i testi ammucchiati sul tavolo, Tara
guardava quelli nello scaffale, quando si accorse che in cima ce n'erano altri
due. Mettendosi in punta di piedi e allungandosi più che poteva riuscì a
sfiorarli e a farli cadere a terra. Insieme ai libri, si accorse, era venuto giù
anche un mazzo di carte che riconobbe come i tarocchi che aveva ricevuto da sua
madre. Buffo il modo in cui erano disposti. Erano tutte cadute senza mostrare le
figure, tranne una. La Morte.
Tara rimase a guardarla per qualche istante senza riuscire a muovere neanche un
muscolo, poi con gesti rapidi raccolse le carte e fatto spazio sul tavolo a
scapito di alcuni libri iniziò a disporre le carte sotto lo sguardo perplesso
degli altri tre.
"Tara?"
"Tara, che succede? Che hai visto, me lo vuoi dire?"
"Solo un brutto presagio Willow. Può essere niente, e lo spero con tutto
il cuore, ma se non lo fosse…" e cominciò a girare le quattro carte che
aveva davanti.
"Non ho sbagliato. A qualcuno vicino a uno di noi succederà qualcosa di
molto brutto. Forse è già successo. Chi indica questa carta?" domandò
Tara all'amica.
"Non lo so. L'Angelo capovolto…una persona in cerca di riscatto. Chi
conosciamo noi che…o santo cielo!"
"Angel…"
Tutti si voltarono a guardare Buffy, che era sbiancata di colpo, e che
continuava a fissare quella carta.
"Buffy, vedrai che non è niente di così grave…" tentò di calmarla
Willow, ma Buffy non la stava a sentire, e presa la giacca e controllati i soldi
che aveva con sé prima che Jarod potesse fermarla corse via, diretta alla
stazione degli autobus per prendere il primo in partenza per Los Angeles. Angel
l'aveva sempre aiutata, nei momenti importanti c'era sempre stato. Il funerale
di sua madre era l'ultimo della lista. Era arrivato il momento di ricambiare.
Una volta fatto il biglietto stava per montare al volo sull'autobus in partenza,
quando si sentì afferrare saldamente alle spalle da qualcuno, perdendo la
possibilità di salire. Furiosa, senza guardare chi fosse gli tirò una gomitata
allo stomaco e lo scaraventò a terra. Povero Jarod, quando aveva a che fare con
Buffy le prendeva sempre.
"Sei tu. Ti avverto, non torno indietro. Angel ha bisogno di me."
"Non sono qui per fermarti" disse indicando con un cenno l'auto di
Wesley "Wesley e Cordelia rimangono qui per aiutare Giles col negozio, mi
hanno lasciato la macchina che mi risulta essere più veloce di un autobus.
Angel è anche amico mio, Buffy. Se è nei guai, io vengo con te."
______________________
Miss
Parker gongolava. Quando Raines era andato nella cella di Angel, e non
trovandolo era piombato come una furia nell'ufficio del signor Parker, aveva
avuto la brutta sorpresa di trovarci già Miss Parker, con una sua versione dei
fatti che nessuno si sentì di ribattere, neanche Lyle e Brigitte. L'espressione
di Raines era tutta un programma, ma stavolta era lui ad avere le mani legate.
Inoltre Raines aveva avuto dalla Torre un incarico che lo avrebbe portato a Los
Angeles per un po' di tempo, e si vide costretto a lasciare il suo nuovo
giocattolo nelle mani di Miss Parker.
"Lassù qualcuno mi ama!" esclamò entrando felice e contenta
nell'ufficio di Sydney.
"Ho sentito che l'incarico passa a te. Congratulazioni."
"Spero di non dovermene pentire. Raines è uno che se la lega al dito, ma
francamente è meglio se Angel resta vivo, e per farlo è meglio che parli con
me."
"Stai mantenendo la cosa sul piano professionale, vero?"
Miss Parker ci pensò un attimo, e poi gli disse di sì. Anche se sapeva di
mentire. Aveva subito sentito una sorta di attrazione verso di lui, una forza
che l'aveva subito spinta a parlargli e a vederlo. Era l'unico che sapeva il suo
nome a cui aveva permesso di chiamarla così. Appena Raines fu fuori dal Centro
e dalla zona di Blue Cove, Miss Parker fece trasferire Angel dall'infermeria ad
un sottolivello dove erano ospitati altri soggetti del Centro. La motivazione
ufficiale era quella di convincerlo a collaborare usando un diverso approccio.
"E quella ufficiosa, Jennifer?" domando Angel divertito, seduto al
lato opposto della tavola a cui era seduta anche Miss Parker.
"Mia madre si sarebbe rivoltata nella tomba se ti avessi lasciato a marcire
nell'Ala Rinnovamento. Se possibile è peggio del museo degli orrori che Raines
aveva quando era in vita lei, e per cui quel morto che cammina brucerà
all'Inferno."
"Lo odi molto."
"Sono convinta sia responsabile della morte di mia madre."
L'espressione scura di Angel le fece capire che lui non lo sapeva "Scusami.
Credevo lo sapessi."
"Ho saputo con certezza della sua morte solo nel 1996, da un amico comune,
e ancora non mi pare vero. Mi avevano detto che si era suicidata."
"E tu ci credi?"
"Sinceramente? No."
"Mia madre amava la vita, la sua famiglia, e so che non l'avrebbe mai
fatto. I conti non tornano."
"Catherine sapeva le sarebbe successo qualcosa prima o poi, ma non sapeva
per mano di chi. Aveva anche altri nemici a causa del suo lavoro."
"Chi?"
"Non ti servirà a niente saperlo."
"Tu dimmelo. Deciderò io se mi serve o no."
"D'accordo. Tua madre lavorava per un'istituzione inglese antichissima, il
Consiglio. Era un'Osservatrice molto in gamba, sapeva il fatto suo. E non era la
donna fragile che tutti credevano."
"Osservatrice?"
"Tua madre sapeva molte cose sulle forze del male. Parte dei suoi studi che
aveva condotto in Inghilterra vertevano su quello. Una volta laureata era
tornata in America e aveva proseguito la sua vita come se nulla fosse, ma ogni
anno prendeva e tornava in Inghilterra. Sbaglio?"
"Diceva che si trattava di una riunione con i vecchi compagni di
scuola…"
"E invece andava a Cambridge da loro. Suo progetto era quello di salvare te
e altri bambini da questo posto, se ricordo giusto, e di portarvi laggiù. Una
volta ottenuta la protezione del Consiglio sareste stati al sicuro. Per
sempre."
"È tanto influente questo Consiglio?"
"Influente e pericoloso."
"Sembri sapere di cosa si parla."
"Ho visto che succede a chi va contro di loro."
"Buffy?"
"No, un'altra ragazza che conoscevo."
"Non parli molto di lei."
"Neanche tu parli del padre di tuo figlio se è per quello."
"È morto tre mesi fa, e due mesi dopo ebbi questa bella sorpresa. C'est la
vie" sospirò Jennifer sorridendo amaramente "Anche lei è…"
"No, ma è come se lo fosse, ed è meglio così."
"Come vuoi. Torniamo al motivo per cui sei qui. Che sai di Jarod?"
"Dimmelo tu."
"So che lavorava per uno studio legale chiamato Wolfram & Hart, che ha
spedito in galera due di loro."
"Come lo sai?"
"Uno dei loro è venuto qui."
"Tiro a indovinare. Lindsey McDonald, vicedirettore della sezione Progetti
Speciali di Wolfram & Hart?"
"Già…Progetti Speciali?"
"Sì, e io sono uno di quelli. Ti riporteranno Jarod?"
"Ci possono provare. Ma la caccia, quella è solo tra me e lui, e se non
ritorna qui io non sarò mai libera. Voglio lasciarmi questo posto alle spalle e
le persone che ci lavorano al più presto."
"Anche la tua famiglia?"
"La tua famiglia è morta da secoli, ma la mia purtroppo è ancora qui. Ho
un padre debole e bugiardo, e un fratello psicopatico. Starò molto meglio senza
di loro. Mia madre…era l'unica persona di cui potevo fidarmi. Ora non mi fido
di nessuno."
"Puoi fidarti di me."
___________________
"Willow
dopo che sono uscita ha detto qualcos'altro al riguardo?" disse Buffy
mentre insieme a Jarod entrava all'hotel Hyperion.
"Ha detto solo quello che sapevi già."
"Quindi può essere Drusilla, Darla, un nuovo nemico, o di nuovo un veleno
mortale…qualsiasi cosa. Ma se Angel muore, troverò il responsabile e gliela
farò pagare."
Una volta nell'ufficio di Angel, fu chiaro a tutti che erano arrivati troppo
tardi, erano evidenti i segni di lotta e di effrazione.
"Santo cielo…"
"Dovevano essere in cinque, lo hanno preso alle spalle e immobilizzato.
Almeno così pare."
"Chi può essere stato?"
"Wolfram & Hart. Uno studio legale con cui è meglio non avere a che
fare."
Poi sentirono dei passi, di due persone che entravano nel palazzo e che presto
si fecero vedere. Erano Lindsey e Lilah, e non sembravano felici di rivederlo.
"Jarod."
"Lindsey, Lilah, ma che sorpresa. Scommetto che state cercando Angel."
"Noi a differenza di te sappiamo dove si trova. E da quel posto non uscirà
mai più, sono troppo interessati a studiare i demoni."
"The Initiative?" domandò Buffy all'uomo.
"Il governo non c'entra. Per rispondere alla vostra domanda, stiamo solo
dando un'occhiata in giro. Questo palazzo diventerà di nostra proprietà tra
non molto, è meglio essere informati."
"Se il proprietario non fa ritorno prima, Lindsey" rispose Jarod. E
poi rivolgendosi alla sua amica "Sai Buffy, credo proprio di sapere dove
sia. Quanto?"
"Cosa?"
"Quanto ti ha offerto Raines per farti cadere così in basso e vendere le
persone, Lindsey?"
"Oh, non si tratta di denaro, ma di vendetta. Pura e semplice. E mi pare tu
sia un esperto al riguardo" disse uscendo con la collega.
Erano appena saliti in macchina, che il cellulare di Lindsey cominciò a
suonare. Dall'altro capo del filo, Raines, che i due avvocati sapevano li stava
aspettando a Wolfram & Hart.
"Come è andata?"
"Il suo simulatore era lì, che cercava Angel. Credo che tra non molto sarà
a Blue Cove per cercare di aiutare il vostro ospite…"
"È questo che mi piace sentire, però ho l'impressione che lei stesse per
dire un ma."
"Infatti. C'è una variabile. Jarod non era solo, con lui c'era una ragazza
bionda, che lui ha chiamato Buffy."
"Può essere solo una spettatrice, ma io voglio sapere lo stesso chi sia.
Voglio sapere dove vive, con chi, se va in chiesa, se ha litigato con qualcuno
prima di partire…tutto. Appena trovate qualcosa, vi voglio vedere. Tutti e
due. Dobbiamo definire altre cosette."
E
le notizie non tardarono ad arrivare. Lilah era stata estremamente precisa al
riguardo, pur di dimostrare di essere meglio di McDonald.
"Ecco quanto sappiamo di questa ragazza. Elizabeth Anne Summers, nata nel
gennaio dell'81 qui a Los Angeles, figlia unica. Studentessa modello fino a
quattro, cinque anni fa quando inizia a essere coinvolta in casi oscuri e
misteriosi, e viene cacciata dalla scuola per aver bruciato la palestra."
"Affascinante…"
"Dopo il divorzio dei suoi Buffy si trasferisce con la madre a Sunnydale,
un posto veramente particolare perché molto popolato da demoni e simili. Angel
è in città in quel periodo, e anche se c'è poco al riguardo, credo siano
stati molto legati fino a quando due anni fa lui si trasferisce qui. Lei si
diploma nel 1999, e ora frequenta il college. E continua a essere coinvolta in
casi oscuri e misteriosi. Ha imprigionato di nuovo Acathla, ha impedito che il
Maestro tornasse nel mondo reale. Ha evitato anche un'Ascensione. La ragazza è
tutto fuorché innocua, se è sopravvissuta a questo."
"Esiste un termine per definirla, secondo i testi che ho letto. Slayer."
"Non credo di sapere di cosa stia parlando, signor Raines" esclamò la
donna.
"Una ragazza, una per generazione, chiamata a combattere il male che voi
difendete. Credo che lei abbia ragione, Lilah. È tutto fuorché
innocua…"
"Devo avvertire i soci anziani?"
"Non credo sia necessario. Dopotutto, è solo una ragazzina, e noi abbiamo
qualcosa che lei vuole. E Jarod la aiuterà…ma avranno una bella sorpresa.
Crede che potrei avere un colloquio con la signorina Summers?"
"Lei è uno dei nostri migliori clienti, e per lei Wolfram & Hart farà
questo ed altro."
__________________
Nel
frattempo, Buffy era da sola all'Hyperion, seduta sul pavimento. Jarod dopo aver
guardato in giro nel palazzo non aveva trovato altri elementi utili a
ricostruire cos'era successo, e dopo essersi accorto dell'ora era uscito per
comprare qualcosa da mangiare al vicino ristorante cinese. Dopo che quei due
avvocati se n'erano andati, Jarod le aveva fatto vedere cos'era il Centro che
lui tanto odiava attraverso le immagini e i documenti che aveva rubato, e le
aveva parlato di William Raines, dell'Ala Rinnovamento e del SL - 27. Abbastanza
perché a Buffy venissero i brividi. Pensava che dopo aver visto di cos'era
stata capace Maggie Walsh e The Initiative non fosse possibile trovare niente di
peggio. Ora sapeva che era possibile.
E Angel era lì…Aveva una tale rabbia in corpo, odiava essere impotente. Uno
scricchiolio del pavimento le fece voltare di scatto la testa, e si alzò
lentamente cercando di non far rumore nascondendosi in un angolo buio.
Aveva visto giusto, non era Jarod. Assomigliava a uno di quelli che lui aveva
chiamato spazzini, solo aveva un'aria diversa. Non sembrava il classico tipo del
subalterno senza cervello. Trattenne il respiro quando lui iniziò a ispezionare
con lo sguardo l'ufficio, e rimase immobile fino a quando non uscì dalla porta,
dicendo agli altri con lui che non c'era nessuno.
"Come nessuno? La ragazza deve essere qui."
"Da quanto ho sentito non va sottovalutata."
"Non ha neanche vent'anni. Che cosa vuoi che ci fac…"
L'uomo non riuscì a terminare, Buffy lo aveva steso con una mazzata in testa.
Gli altri prima guardarono lui, poi lei che dopo aver gettato la mazza da
baseball stava sorridendo.
"Scusate. Stavate forse cercando me?"
Subito l'attaccarono, ma Buffy era abituata a ben altro e con un paio di calci
ben assestati e qualche pugno li mandò a far compagnia al loro amico.
Chinandosi un momento su di loro, si accorse che dalla tasca di uno sporgeva un
biglietto da visita.
W&H. Wolfram & Hart.
"Perfetto…" disse sospirando, e si era appena rialzata quando
qualcuno le piombò alle spalle tenendola stretta e premendole sul volto uno
straccio imbevuto di etere. Prima di perdere conoscenza riuscì a liberarsi e a
scagliarlo contro un muro, ma poi le pareti avevano cominciato a girarle intorno
e dopo tre passi cadde per terra svenuta. Esattamente ai piedi di Lindsey, che
la prese agilmente in braccio e la portò via, mentre altri uomini si occupavano
di quelli che aveva steso. E tutto solo cinque minuti prima che Jarod tornasse
con la cena.
Buffy si risvegliò seduta su
una poltrona, dentro un ufficio molto elegante, circondata da persone che non
conosceva. Due uomini e una donna, e uno dei due aveva una bombola d'ossigeno al
seguito.
Scosse la testa un paio di volte per far andar via il caos che le annebbiava il
cervello, e guardò con sguardo confuso le persone davanti a lei.
"Chi siete, e che volete da me?"
"Benvenuta a Wolfram & Hart, miss Summers."
Ad
un più attento esame, si rese conto di conoscerli. Erano i due avvocati che
erano venuti all'ufficio di Angel durante il giorno, Lindsey McDonald e Lilah.
Mentre l'altro, ci avrebbe giurato, doveva essere William Raines.
___________________
"Osservatrice?"
esclamò confusa Miss Parker, sotto lo sguardo serio di Angel, seduto dall'altro
lato del tavolo.
"Sì. Osservatrice. E anche una molto in gamba, sapeva il fatto suo. Non
era la donna vulnerabile che tutti credevano."
"Mia madre sapeva di voi?"
"Ti avrebbe stupito quante cose sapeva. Ma veniamo al giorno in cui le
nostre vite sono entrate in collisione."
"Sono tutta orecchi."
"1900. Arrivai in America in quel periodo più o meno, dopo la rivolta dei
Boxer in Cina. Non potevo attaccare nessuno, il rimorso e il ricordo delle
persone che avevo ucciso in 125 anni di scorrerie in tutta Europa me lo
impedivano. Vivevo per le strade, mangiavo quando capitava, e soprattutto quel
che capitava."
"Quel che capitava?"
Angel le lanciò un'occhiata eloquente, e la donna capì cosa intendeva.
"Qualsiasi cosa vivente con del sangue eccetto persone. Qualsiasi.
Insomma, vissi così per non so quanto tempo, circa settant'anni. Poi una notte
che i crampi della fame mi stavano facendo impazzire, decisi di attaccare la
prima creatura indifesa che mi capitasse a tiro."
"Mia madre?"
"Stava tornando a casa da sola, con un libro stretto tra le mani. Mi era
sembrata perfetta…Dio quanto sbagliavo. Appena tentai di aggredirla lei mi
torse un braccio contro la schiena e mi spinse a terra, e quando tentai di
alzarmi aveva già in mano una croce per tenermi lontano. Decisamente non era la
donna indifesa che credevo. Lei poi mi guardò come se mi riconoscesse, e mi
chiamò Angel. Io le risposi che sbagliava, ma lei mi rispose di no. Sapeva che
ero Angelus, e che non ero il mostro sanguinario delle origini."
"Sapeva anche della maledizione, allora."
"Sapeva tutto di me. Mi confessò che aveva fatto la sua tesi su di me,
quando era diventata Osservatrice, e che in un certo senso aveva sempre sperato
di trovarmi. Donna curiosa, tua madre. Affascinata da quello che più avrebbe
dovuto temere. Facemmo un patto: io le avrei parlato di me, e lei mi avrebbe
aiutato a riemergere dall'abisso in cui ero piombato. Voleva farmi ritornare un
uomo che cammina nel mondo reale, e non che si nasconde ai suoi margini."
"E c'era riuscita?"
"Non ero ancora pronto per farlo, mi serviva uno scopo che era ancora di là
da venire. Aiutare una Cacciatrice che doveva ancora nascere. Buffy."
"Cacciatrice?"
"La naturale nemica dei vampiri e del resto dei demoni del mondo. Una sola
per generazione."
"Ora capisco alcune cose."
"Quelle che io ho compreso dopo tre anni con lei, suppongo" rispose
lui, e poi accennò un sorriso.
"Che c'è?"
"Niente, è solo che…le assomigli tanto. Mi pare di parlare ancora con
Catherine, anche se so che non è possibile. Le dovevo molto, ma non ho mai
avuto il tempo di dirle quanto. Un giorno l'aspettai per ore, ma lei non arrivò
più. Pensai che il Consiglio avesse scoperto tutto e glielo avesse proibito,
non immaginavo certo che fosse morta. Me lo disse con certezza un demone a New
York, che lei aveva aiutato alla stessa maniera in cui aveva fatto con me. Lui
completò l'opera e mi fece diventare quello che sono. Fine della storia."
__________________
Raines
era in viaggio sull'aereo che avrebbe riportato lui e Buffy al Centro, e dopo
essersi assicurato che fosse sorvegliata attentamente si mise seduto e tirò
fuori un diario di pelle. Mai avrebbe pensato che quelli che aveva sempre
considerato come i vaneggiamenti di una povera pazza si potessero rivelare veri.
Sulla prima pagina c'era il nome di Catherine Jameson, e più sotto un altro
nome di donna, con vicino due date. Un periodo di 10 anni. Aveva confrontato a
Los Angeles il profilo che aveva ottenuto da Lilah su Buffy con quello della
ragazza, che si chiamava Laney Osborne, era giunto alla conclusione che fossero
simili, per non dire uguali. Catherine usava i termini Slayer,
Cacciatrice, o la Prescelta per riferirsi a lei, e non ci aveva messo molto a
capire cosa c'era in ballo. Studiare la cacciatrice e la sua preda. Molto
interessante. Non riusciva a chiarire però come la dolce defunta signora Parker
fosse invischiata in storie tanto assurde e terrificanti. Peccato che fosse
morta, non gli sarebbe dispiaciuto saperne di più dalla diretta interessata.
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Angel
stava per tornare alla sua cella con Miss Parker, quando notò degli uomini che
spingevano un lettino, con sopra una ragazza. Erano diretti verso l'Ala
Rinnovamento, e non poté fare a meno di sentirsi dispiaciuto per lei. Chissà
cosa le avrebbero fatto.
"Un'altra delle marionette di Raines" sussurrò Miss Parker
arrivandogli alle spalle.
"Che le farà?"
"Esperimenti. Il solito. Anche lei viene da Los Angeles, quegli sono uomini
di Wolfram & Hart."
Angel fissò il viso della ragazza per un istante, mentre stava facendo una
smorfia come di dolore, e gli sembrò che il tempo si fermasse. Quella ragazza
era Buffy.
"Buffy…"
"Che cosa?"
"Devo aiutarla!" esclamò cercando di correre verso di lei, prima che
la facessero entrare nell'ascensore.
"No! Angel, ragiona, non puoi fare niente per lei a parte farti
ammazzare…" gli disse lei trattenendolo, e osservando con lui quegli
uomini portare via Buffy. Lo sguardo addolorato di Angel diventò subito
furioso, e mostrata
la sua faccia demoniaca spinse Miss Parker contro il muro "Perché?"
ringhiò lui, con uno sguardo che avrebbe fatto tremare molta gente. Miss Parker
però non si lasciò intimidire.
"Non avresti ottenuto niente comportandoti in quel modo, a parte farti
ammazzare, mettere in pericolo lei e nei guai me. Se scoprono quello che
facciamo…"
"Cosa c'è, le parole qui possono uccidere?"
"Hanno ucciso mia madre, e scusa tanto se non voglio fare la sua stessa
fine!"
"Jennifer, cerca di capire almeno perché è qui. Ti prego, solo
questo."
"Cercherò di fare il possibile, Angel, ma ora che Signor Scienziato Pazzo
è tornato tu torni sotto la sua giurisdizione."
"Motivo in più per fare in fretta."
"Ti faccio sapere. Ora ti devo riportare alla tua stanza…"
Angel si fermò, e sorprendendo Miss Parker la abbracciò "Grazie."
Miss Parker si ritrasse subito, un po' imbarazzata, e lo fece entrare nel suo
alloggio chiudendo la porta. Non si accorse del pezzo di plastica tra la
serratura e la porta che impedì a quest'ultima di chiudersi, e non si accorse
neanche del fatto che Angel, durante l'abbraccio, le aveva sottratto la tessera
per entrare all'Ala Rinnovamento.
Quando
fu certo che non ci fosse nessuno in giro, uscì diretto per andare nel regno di
Raines, a cercare Buffy. Ma come erano arrivati a lei? Che era successo?
Si accorse di una porta che si apriva, e prudentemente si nascose dietro un
muro. Non poteva vedere chi stava parlando, ma sapeva di
chi stavano parlando.
"Continuate a somministrarle…non so neanche come si chiamino quelle
pillole verdi, comunque continuate a dargliele. E se ha di nuovo le crisi,
rimettetela sotto sedativi. Se penso che era sotto l'effetto della droga e ha
steso Hayes…ora sembra solo una gattina indifesa."
"Una gattina preziosa, se Raines spende tanto tempo per piegarne la volontà,
dottore."
"Lei e quell'altro sono i nuovi soggetti di Raines, e credo di non
sbagliare quando dico che questi il mondo là fuori non lo vedranno più…"
Sentì il rumore dei passi e le voci allontanarsi nel corridoio, e una volta
solo s'introdusse nella stanza, usando il passe-partout di Miss Parker. Vedere
Buffy ridotta all'ombra di sé stessa fu come ricevere una pugnalata al cuore.
La ragazza era seduta sul letto, con il braccio attaccato ad una flebo, e lo
guardava senza però riconoscerlo, effetto delle medicine che Raines le dava.
Nella sua mente un uomo come lui, vestito di nero, era sinonimo di spazzino,
come quelli che l'avevano condotta lì. E lei ne aveva paura.
"Che ti hanno fatto…"
Buffy subito si alzò dal letto terrorizzata, e più lui le si avvicinava più
lei indietreggiava verso il muro in lacrime. Angel allora si fermò, e le tese
una mano dicendole che non le avrebbe fatto niente, che poteva fidarsi di lui. E
Buffy prese la mano, alzandosi in piedi e lasciandosi ricondurre a letto. Angel
si sedette accanto a lei, finalmente riuscendo a comprendere l'odio profondo che
Jennifer nutriva per Raines.
Mise un braccio intorno alle spalle della ragazza, e l'attirò contro di lui
"Buffy, ascoltami. So che puoi farlo. Troverò il modo per portarti via da
qui, te lo giuro, come giuro che Raines pagherà per quel che ti ha fatto.
Smetti di prendere le pillole che ti danno. Ti stanno uccidendo…ti prego,
lotta contro di loro."
Buffy non disse niente, ed Angel, triste come non lo era mai stato le diede un
bacio sulla fronte e uscì silenziosamente com'era entrato.
Miss
Parker, nel frattempo, si era accorta della mancanza della tessera, e seguendo
il presentimento che aveva, tornò giù di corsa fino alla cella di Angel. Lo
trovò seduto sul letto, con un'aria incredibilmente triste, che giocherellava
distrattamente con la carta magnetica che aveva tra le mani.
"Credo tu abbia qualcosa che mi appartenga" esclamò fredda Miss
Parker, e Angel, senza neanche alzare lo sguardo appoggiò l'oggetto sopra il
tavolo.
"Che pensavi di fare? Portarla via?"
"Ne sono stato tentato. Tu non l'hai vista…"
"Permettimi di ricordarti che qui tu vali un po' più di lei perché sei un
demone, e per questo dovresti ritenerti estremamente fortunato. Non riuscireste
a muovere neanche un passo fuori da qui, che avreste Wolfram & Hart e il
Centro alle calcagna!"
"Non continueranno a farle del male. Io glielo impedirò, con o senza il
tuo aiuto."
"Ora Raines è qui, quindi è facile che anche tu finisca nell'Ala
Rinnovamento e che io rimanga solo una spettatrice. Raines sa che cercherei di
mettergli i bastoni tra le ruote, e non aspetta altro per screditarmi di fronte
a mio padre e farmi sbattere fuori da qui."
"Jarod lo farà."
"Jarod se si fa rivedere qui sa bene cosa gli succederà."
"Tu e lui, insieme, potete aiutare me e Buffy. Jennifer, riflettici."
La serratura scattò in quel momento, e tre uomini di Raines entrarono e senza
troppe cerimonie portarono via il vampiro, lasciando Miss Parker sola con la sua
coscienza fino all'arrivo di Raines.
Negli ultimi tempi aveva visto troppe volte quell'espressione soddisfatta, e
moriva dalla voglia di tirargli un pugno se solo gli fosse arrivato a tiro.
"Vedo che i suoi sistemi non hanno sortito alcun effetto."
"Almeno è ancora vivo."
"I test cominceranno al più presto, volevo che lo sapesse."
"Anche sulla ragazza?"
"Buffy Summers è solo una pedina. Studiarla sarà divertente, ed Angel non
farà niente di stupido finché lei è in mano mia."
"Non è parte del progetto, allora."
"No. E voglio dirle un'altra cosa, Miss Parker."
"Sentiamo."
"Neanche Angel fa parte del progetto. Angel è
il progetto."
__________________
Il
telefono cominciò a squillare a casa di Miss Parker, qualche ora dopo il suo
rientro a casa, ma lei non aveva la minima voglia di alzarsi dal divano dove si
era sdraiata. Era sicura che prima o poi avrebbe smesso.
Terzo squillo.
Quarto squillo.
Quinto squillo.
Prima che squillasse per la sesta volta rompendole i timpani, afferrò
brutalmente la cornetta "Chi diavolo è?"
"Miss Parker. Brutta giornata nella tana dei serpenti?"
Miss Parker non rispose, immaginando di stringere le mani intorno al collo di
Jarod "Va al Diavolo."
"Parker, Parker…non avresti dovuto coinvolgere Buffy e Angel. Proprio no."
"Volevo solo sapere dove sei, maledizione!"
"A scapito della vita altrui? Tua madre sarebbe così orgogliosa di
te…"
"Sono affidati a Raines, non a me. Ho avuto modo di parlare con Angel,
mentre lui a LA organizzava il rapimento di Buffy. Mi ha detto delle cose…non
merita di finire così."
"Mi stai chiedendo aiuto per liberarli?"
"Non illuderti Jarod, l'ascia di guerra è seppellita fino a quando questa
storia sarà finita."
"E chi s'illude?" esclamò lui, entrando in casa dalla porta che aveva
lasciato socchiusa.
"Come stai, Parker?"
"Come una donna incinta dalla vita troppo complicata per godersi questo
momento, perché?" disse chiudendo il telefono.
"Male non stai se riesci a fare del sarcasmo. Che cosa ha fatto Angel per
farti andare contro il Centro?"
Miss Parker tornò con la testa sui cuscini, sospirando "Conosceva mia
madre, e mi ha detto cose su di lei che non avresti potuto scoprire neanche tu.
Glielo devo."
"E Buffy?"
"Non ho avuto modo di vederla. Angel ha perso la testa quando l'ha vista
portare qui. Mi ha rubato la mia carta d'accesso ed è corso da lei. Mi ha detto
che non sembrava neanche più la stessa persona."
"Allora dobbiamo muoverci, prima che la riduca come Angelo, e che il nostro
comune amico finisca anche peggio" disse tirandola su in piedi e levando
dalla tasca una benda.
"Non mi pare il momento di giocare a nascondino!"
"Non penserai che ti faccia vedere come entro ed esco dal Centro,
vero?"
Miss Parker sbuffò, ma alla fine accettò quel compromesso e si lasciò guidare
per mano da Jarod fino a quando non le levò la benda nel SL - 27, o meglio, ciò
che ne rimaneva.
"Et voilà. Di Angel mi occupo io. Dove…?
"Credo sia all'Ala Rinnovamento."
"Buffy?"
"Anche."
"Vai a prenderla. Meglio subito, che durante la confusione che seguirà
quando sparirà anche Angel."
"E tu che fai?"
"Aspetto che Raines faccia l'unica mossa che ancora può fare."
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Assente.
Era l'unica parola che secondo Miss Parker descriveva lo stato di Buffy. La
ragazza si era voltata verso di lei quando le era arrivata vicino, e l'aveva
fissata dritto negli occhi.
"Ciao Buffy. Io sono Miss Parker."
La ragazza continuava a fissarla, e Miss Parker sperava per Angel che dietro
quegli occhi verdi ci fosse ancora lei.
"Buffy, ora devi venire via con me" e presala per mano la condusse via
con lei. Non avevano fatto altro che qualche passo, quando Buffy si fermò di
colpo e tirò la donna dietro un muro. Appena in tempo per evitare che degli
uomini che stavano portando via Angel le vedessero.
"Angel…" sussurrò Buffy vedendolo, e Miss Parker sperava che fosse
un segno di miglioramento. Invece quando tutto tornò silenzioso la donna si
rese conto di essersi sbagliata. La sua espressione era tornata quella di prima,
e aspettato qualche istante cominciò a riportarla da Jarod, nel frattempo
nascosto nell'oscurità del SL-27. Quando sentì dei passi, si accorse subito
che non erano i tacchi di Miss Parker, e sorrise. Raines sapeva che sarebbe
venuto a cercare Angel nell'Ala Rinnovamento, e così avrebbe potuto tendergli
una trappola. Peccato avesse scordato il fatto che era un bravo simulatore, e
che sapeva ormai come prevedere le sue mosse. Rimase ad osservare quel che
succedeva senza intervenire. Aveva il sospetto che anche a Angel girasse per la
testa un piano, e prima che i tre uomini potessero accorgersene il vampiro li
aveva già spediti nelle braccia di Morfeo. Angel stava per andarsene, quando
all'improvviso un dolore lancinante alla spalla lo fece cadere in ginocchio. Un
colpo di pistola.
"Angel. Non penserai di lasciarci così presto?"
"McDonald. Come sta Darla, la mia ex? Ti ha già mandato al Diavolo?"
Lindsey per tutta risposta sparò un altro colpo, beccandolo all'addome. Angel
gemette di dolore, ma si rialzò in piedi "Pensavo sapessi che il piombo
non uccide i vampiri."
Non li uccide, ma li fa soffrire molto Angel" mormorò Raines, arrivando
alle spalle dell'avvocato.
"Sai, ti credevo più intelligente. Buffy è in mano mia, e sembra una
ragazza dolce. Non vorrei avesse a pagare per i tuoi sbagli…"
"Non la toccare, bastardo!"
"Altrimenti? Non puoi uccidere un essere umano, a meno che tu non ritorni
l'essere spietato che eri. Ed è quello che vogliamo tutti, Angelus."
"Io no" esclamò Miss Parker, sopraggiunta in quel momento con Buffy,
con la pistola puntata contro i due uomini.
"E neanch'io" disse Jarod comparendo alle spalle dei due, anche lui
armato con una pistola.
"Miss Parker! Ma che significa?"
La donna fece un cenno a Jarod, che aiutò Angel a camminare e lo portò da lei
e Buffy.
"Niente potrà proteggerla dall'ira del Centro, della Torre e del
Triumvirato, quello che sta facendo è inqualificabile, e…"
Raines rimase immobile, senza osare neanche respirare. Un pugnale si trovava a
neanche due centimetri dal suo collo, ed era stata Buffy a lanciarlo.
"Vuoi stare un po' zitto?"
"Ma tu…tu…"
Buffy rimanendo in silenzio camminò lentamente fino a dove si trovava Raines,
ed estrasse il pugnale dal muro. Poi tirando fuori un involucro dalla tasca ne
svuotò a terra il contenuto - tutte le pillole e i sedativi che le avevano
dato.
"Ho solo seguito un buon consiglio" e lasciandolo sconvolto girò i
tacchi e tornò dagli altri, che se ne andarono con lei. Raines era ancora sotto
shock, ma McDonald trovò la prontezza di spirito di avvisare chi di dovere del
tradimento di Miss Parker e della fuga di Jarod, Angel, e Buffy chiedendo di
mandare l'unità di contenimento che Wolfram & Hart aveva creato per mettere
a tacere le persone scomode.
I quattro fuggitivi se li trovarono davanti ad un solo passo dall'uscita. Un
gruppo di venti vampiri assetati di sangue.
"Buffy? Ce la puoi fare?"
"Accetto aiuto, Miss Parker. Jarod, tu conosci questo posto, pensi di
riuscire a tirarci fuori da questa situazione?"
Jarod però le rispose che non ne era certo, e che sperava che un suo amico
venisse in loro aiuto.
"OK" esclamò Buffy col pugnale in mano "volete il nostro
sangue?"
"Solo il tuo, Cacciatrice. Ho sempre desiderato uccidere una della tua
stirpe maledetta…" disse scagliandosi contro di lei.
Buffy prontamente lo pugnalò al cuore "E io ho sempre desiderato una vita
tranquilla e delle lezioni di piano. Come vedi ho anch'io la mia rabbia
repressa" disse guardandolo dissolversi. Riguardò la sua arma, e ringraziò
silenziosamente il Sindaco per aver regalato alla sua defunta nemica Faith
un'arma dalla lama d'argento.
Gli altri vampiri presero quel gesto come una dichiarazione di guerra, e si
gettarono su di loro. Tra le macerie Angel vide una sedia di legno rotta e,
spezzandone un'estremità, con quel paletto di fortuna cominciò ad aiutare
Buffy. Dopo averne sistemati un paio però, le ferite riportate incominciarono a
farsi sentire e uno di loro dopo averlo disarmato stava per finirlo, quando si
dissolse sotto gli occhi di Angel. Il vampiro stava per ringraziare Buffy,
quando si accorse che il suo paletto non era in mano a lei. Era in mano a Miss
Parker.
La donna lo aiutò ad alzarsi, e mentre si stava guardando intorno si accorse di
qualcosa, o meglio qualcuno dietro una grata del condotto di aerazione. Angelo.
L'amico che Jarod stava aspettando.
Angelo tolse con l'aiuto di Miss Parker la grata, e aiutò Angel a entrare.
Jarod fu il secondo, seguito da Buffy che era riuscita a liberarsi dei suoi
nemici non senza fatica. Lindsey e Raines stavano sopraggiungendo, potevano
sentire gli eco dei loro passi, bisognava fare in fretta.
"Miss Parker, che fai, vieni o resti?"
"Io…"
"Jennifer, vieni via con noi. Mi hai detto di non essere felice qui, perché
vuoi farti del male?"
Forse perché è l'unica vita che abbia mai conosciuto, voleva rispondere ad
Angel, forse perché ho paura di quello che mi aspetta. Ma aveva anche una tale
voglia di scrollarsi dalle spalle quel posto che tanto l'aveva fatta soffrire
che accettò la mano che Jarod le porgeva, e sparì all'interno del condotto. La
grata, grazie ad Angelo, tornò a posto qualche secondo prima che l'avvocato e
Raines arrivassero…e si rodessero il fegato al pensiero di esserseli fatti
sfuggire.
"Non accetto un fallimento del genere, McDonald. Devono tornare, costi quel
che costi."
"Allora li aspetteremo al varco. Cercheranno di tornare sulla Bocca
dell'Inferno, e sarà proprio lì che li prenderemo, assieme ai loro amici.
Riguardo Miss Parker? Come ci dobbiamo comportare?"
"Come con una traditrice. Né più, né meno."
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Miss
Parker aveva viaggiato in molti posti, fatto molte cose strane, ma mai aveva
fatto l'esperienza di finire in un vagone merci insieme ad una ammazzavampiri,
un simulatore, e un vampiro ferito dopo un viaggio ancora più rocambolesco in
aereo fino a Los Angeles. Seduta su una cassa, guardava Buffy prendersi cura di
Angel, sentiva i due beccarsi scherzosamente, e capì che il suo castello di
illusioni era appena crollato sotto i colpi della realtà.
L'ansia di quello che sarebbe potuto succedere le impediva di dormire, quella
notte, e si accorse che anche Buffy, seduta accanto a lei, era ancora sveglia.
"Pensi ai tuoi amici?"
"Ormai tutti conoscono i giocatori in campo, e per quegli avvocati e il tuo
Centro scoprire le loro identità e andare a minacciarli non sarà una
passeggiata…sarà ancora più semplice."
"Potrebbero accorgersene, e difendersi."
"Non sono demoni. Sono esseri umani, e in quanto tali ancora più
pericolosi e complessi."
"Esperienza personale?"
"Diciamo di sì."
"Cosa succederà adesso?"
"Vorrei tanto saperlo, Miss Parker. Ma nel gruppo non sono io quella che ha
la palla di vetro."
"Come sta?" disse la donna indicando Angel con la testa.
"Jarod gli ha tolto i proiettili dalla spalla e dall'addome, quindi direi
bene. È un osso duo, io lo so, quindi non preoccuparti per lui."
"Ma anche tu a quanto ho visto."
"È una cosa che mi spetta dalla nascita. Non l'ho chiesto io, ma
ormai…"
"Ormai non sai più dove finisci tu e comincia il tuo lavoro."
Buffy sorrise "Esperienza personale?"
Miss Parker ricambiò il sorriso "Diciamo di sì."
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A
Sunnydale tutti erano in attesa di notizie. Buffy aveva detto che li avrebbe
chiamati per dire cosa aveva trovato a Los Angeles, ma il telefono era rimasto
muto.
"Non ha chiamato ancora?"
"Giles, è di Buffy che stiamo parlando. Forse ha trovato qualcosa e non ci
vuole mettere in mezzo."
"O forse è successo qualcosa, Xander. Ho chiesto informazioni ad alcuni
miei colleghi che vivono a Los Angeles, se hanno sentito qualcosa riguardo fatti
strani, e mi hanno detto un nome. Wolfram & Hart."
"Wolfram & Hart?" domandò Willow, alzando gli occhi dal suo
portatile.
"Mi hanno detto che sono invischiati in un giro di demoni, che si servono
di loro, o li aiutano se sono potenti. Willow, pensi di…?"
"Dovrei violare un sistema di sicuro pieno di tranelli?"
"Ho paura di sì."
"Finalmente qualcosa di divertente! Mi stavo annoiando un po' in questi
ultimi giorni."
Non aveva battuto che qualche tasto, quando la porta dell'appartamento di Giles
si spalancò, e un gruppo di uomini piombò in casa. Willow fece solo in tempo a
far scivolare il portatile sotto la scrivania, pregando che il suo programma di
decrittazione portasse a termine il lavoro…e che Buffy riuscisse a trovarlo in
tempo. Senza tante cerimonie Xander, Giles, e Willow vennero portati al negozio
di magia, nella sala degli allenamenti, dove Cordelia, Wesley, Tara e Anya
erano, insieme a uomini di entrambi gli schieramenti che li tenevano d'occhio.
"Che diavolo succede?" domandò Tara a Willow.
"Credo che abbiamo appena trovato la causa del silenzio di Buffy. Cordelia,
tu sai chi sono?"
"Uomini che lavorano per uno studio legale demoniaco, a LA."
"Wolfram & Hart?"
"Sì."
Le ragazze furono interrotte dall'arrivo di Lindsey, subito riconosciuto da
Cordelia "Ma guarda che si vede."
"Ci conosciamo?"
"Per colpa del tuo studio a momenti finivo a far da cena a un vampiro, ma
non importa. Angel mi ha tirato fuori dai guai. Ora ricordi, maledetto
bastardo?"
"Crede che cercheranno di salvarli?" mormorò Raines sopraggiungendo
nella stanza.
"La Cacciatrice lo farà di certo, Angel e Jarod verranno di
conseguenza."
"Che il Cielo vi aiuti…" sussurrò Giles a denti stretti.
"Sta zitto tu!" urlò uno degli spazzini colpendo l'Osservatore alla
schiena e facendolo crollare a terra.
"Aspetta, Finn. Sentiamo che ha da dire."
Giles si rialzò in piedi lentamente, e ridendo piano "Ho detto che il
cielo vi aiuti."
"E perché?"
"Perché ora siamo proprio arrabbiati" disse Buffy, sulla porta
insieme ad Angel.
"Vi stavamo aspettando."
"Fuori dalla mia città. Magari così ve ne andrete interi."
"Ma che paura, Buffy. E cosa pensi di fare?"
"Lei non ha fatto grandi ricerche sui miei amici, vero?"
"E questo che centra?"
Le ultime parole famose. Tra le mani di Willow e Tara Buffy aveva visto una
specie di bolla azzurrina, e si ricordava di avergli visto provare
quell'incantesimo. Serviva per congelare il tempo. Una volta che tutti a parte
lei e i suoi amici rimasero fermi, Buffy camminò fino a trovarsi davanti a
Raines "Ha visto che centrava?"
Poi rivolgendosi a Willow, le espose quello che Angel e lei avevano in mente per
loro, e di quello che dovevano fare.
"Solo dobbiamo fare in fretta. L'incantesimo dura poco, solo alcuni
minuti."
"Allora muovetevi ad andare al convitto. A loro pensiamo noi."
Le facce di Raines e Lindsey quando l'incantesimo svanì furono la cosa più
divertente che Buffy e Angel avessero mai visto. Scomparsi gli ostaggi,
scomparse le loro armi. Ora le parti si erano capovolte, e a Raines tornarono in
mente le parole di Buffy, quando erano a Los Angeles.
"A quanto pare la situazione ha preso uno sviluppo imprevisto. Non vi
pare?"
"Non potete affrontarci da soli."
"Lei dice? Allora non sa cosa vuol dire aver a che fare con me e Angel
quando siamo insieme, e quando siamo molto arrabbiati. E un'altra cosa"
sorrise Buffy tirando fuori il suo pugnale e giocandoci un po' "La prossima
volta che decide di reclutare dei vampiri, che ne dice di cercare qualcosa di
meglio di queste mezze cartucce?" e lanciò l'arma a recidere le funi che
trattenevano la tenda, lasciando che l'ultimo raggio del sole al tramonto
colpisse un paio di loro, incenerendoli.
Ecco la goccia che fece traboccare il vaso. Quello che Buffy sperava. Mentre
sistemava i vampiri con l'aiuto di Angel, si accorse del fatto che se la stavano
svignando. Ora era tutto nelle mani di Willow.
"Will,
hai bisogno di altro?" chiese Tara, guardando la sua amica preparare il
necessario per la magia.
"Sì. Ho bisogno delle foto delle persone in questione. L'avvocato e il
morto che cammina. Le abbiamo? Ditemi di sì…"
"Non ti preoccupare. Eccole" le sorrise Jarod tirandole fuori dalla
sua giacca.
"Manca nessuno?"
"Aspetta, Willow" esclamò Miss Parker, cercando qualcosa nella sua
borsa. La sua agenda. Dentro c'era una foto sua con suo padre e il resto della
famiglia, e un'altra con Sydney e Broots "Mancano loro."
Jarod le bloccò il polso prima che riuscisse a darle alla giovane strega
"Ne sei proprio certa, Jennifer?"
"Tu che dici, Ragazzo Prodigio?"
Tara e Willow si sedettero ai due lati opposti del cerchio che avevano creato e
che conteneva le foto, e sopra congiunsero le mani.
"OK. E che il cielo ce la mandi buona. Sebeth, Regina della Luna
dell'Illusione, ascolta la nostra umile preghiera. Imploriamo su di loro la tua
maledizione. Rendi cieca la loro mente, e dona a noi la tua protezione..."
Ci fu un lampo di luce, poi tutto tornò alla normalità.
"Avrà funzionato?" chiese Giles.
Willow prese in mano una foto, e la mostrò a Giles. Gli occhi erano diventati
bianchi. "Cecità simbolica. Sapranno di noi, ma non ci riterranno
importanti. Neanche ci riconosceranno se ci troveranno per strada."
"E che spiegazione si daranno per essere qui?"
"Magari essere alla ricerca del nostro prof. di Psicologia?" suggerì
Buffy entrando, con sottobraccio il portatile di Willow.
"Grazie al cielo questo incubo è finito. Come sta Angel?"
"È tornato al suo vecchio appartamento. Allora, ha funzionato?"
"Sarà già tanto se si ricorderanno i nostri nomi."
"Lo hai fatto sul serio, miss Parker, quello che mi hai detto sul treno, o
mi volevi solo prendere in giro?"
"Nessuno mi verrà più a cercare, e non cercheranno neanche il mio
bambino. Per tutti Miss Parker se n'è andata per i fatti suoi, e a nessuno
importerà ritrovarla…"
Una
volta che tutti furono tornati alle loro case, Giles si offrì di ospitare
Jennifer per qualche tempo. Una volta in casa, quasi si terse una lacrima di
commozione.
"Mi auguravo che un giorno o l'altro saresti venuta da me, Jennifer."
"Davvero?"
"Forse tu non mi ricordi, ma io ricordo una bambina di dieci anni che una
volta è venuta da me per qualche giorno insieme alla madre, in
Inghilterra."
"O Dio, sì. Ora mi ricordo di lei. L'amico di mia madre…l'amico che ci
doveva aiutare…"
"Sì. Io. Jennifer, mi dispiace tanto per tua madre. Era una buon amica,
oltre che una brava collega."
"È stato tanto tempo fa."
"Ho qualcosa per te" e sparì nel suo studio, tornando poi da lei con
una scatola "Tua madre me l'ha spedita quando progettava la fuga. Non
voleva finisse nelle mani sbagliate. Mancava un diario..."
Miss Parker fece tanto d'occhi quando lo vide comparire da sotto la giacca
dell'uomo.
"Ma ora è tornato alla legittima proprietaria."
"Ecco come faceva Raines a sapere di Buffy."
"Credo sia giusto l'abbia tu questo diario. E anche tutte le altre sue
cose" e dopo avergliele messe in mano la lasciò da sola con i ricordi di
Catherine.
All'interno c'erano lettere, vecchie foto, documenti che riguardavano il
Consiglio, e la sua famosa tesi su Angel, che non mancò di farla sorridere
ripensando a quello che le aveva raccontato il vampiro di quella notte, su come
l'aveva sistemato sua madre. Aveva proprio ragione lui, era un lato di lei che
non conosceva. Però aveva tutta l'intenzione di saperne di più…
Jarod
sparì quella notte stessa, ed Angel, Cordelia e Wesley fecero altrettanto.
Ognuno doveva tornare alla propria vita, e qualcun altro doveva ricominciare
daccapo.
"Willow,
aspettami!" urlò Buffy, facendo fermare la sua amica, che chiacchierava
con Tara vicino all'aula di Psicologia.
"Ciao Buff. Come mai così puntuale oggi?"
"Dawn mi ha buttato giù dal letto perché voleva che le facessi
matematica. Cara la mia sorellina, che voglia di strangolarla!"
"Balle, lo sappiamo che l'adori."
"Sì, certo. Allora, nuovo supplente?"
"Nuova. È una donna."
Tara guardò l'orologio, e dopo aver salutato scappò via per correre alla sua
lezione di Mitologia Greca, lasciando le due amiche a parlare.
"Allora Buffy, come stai?"
"Cerco di dimenticare. Non è stata una bella esperienza."
"Guarda il lato positivo. Li hai presi a calci, ed Angel era al tuo fianco
come ai bei vecchi tempi."
"Sì, almeno questo non mi è dispiaciuto. Jarod ha gradito i file dello
studio legale?"
"Tanto quanto io ho gradito la sua promessa di tornare, e di farsi fare un
terzo grado da parte mia."
"Willow, sei incorreggibile!"
"Aspetta a dirlo. Non ho ancora messo in crisi la nuova prof."
Ma stavolta Buffy aveva la certezza che la sua amica non ci sarebbe riuscita, e
che la donna aveva tutte le intenzioni di restare.
"Non è possibile…"
In cattedra, l'ultima persona che si sarebbero aspettate di vedere. Miss Parker,
con a fianco uno studente anziano a cui stava impartendo degli ordini. Sorrise
alle due ragazze, e poi cominciò la presentazione.
"Salve a tutti, sono la vostra nuova professoressa di Psicologia e mi
chiamo Jennifer Parker. Chiunque pensi che questo corso sia una passeggiata, o
che il fatto di essere incinta mi faccia essere più accomodante, prenda la
porta subito e sparisca dalla mia vista. Qui si lavora duro, e mi aspetto che
voi non mi deludiate. Sono stata chiara?"
"Ecco finalmente qualcuna di tosta" sussurrò Willow a Buffy. La
lezione si dimostrò molto interessante, e le domandine di Willow trovarono
finalmente qualcuno in grado di rispondere a tono. Al termine infatti, la
ragazza andò a farle i complimenti.
"Finalmente qualcuno che non va in crisi al primo giorno."
"Hai intenzione di continuare, Rosemberg?"
"Finché avrò fiato, professoressa Parker."
Buffy poco distante se la rideva. Finalmente Willow aveva trovato pane per i
suoi denti. Era contenta che Jennifer avesse deciso di restare e far fruttare
quella laurea in Psicologia che aveva preso ad Oxford, e Giles più di lei. Era
stato molto affezionato a Catherine Parker, e aiutando sua figlia e il suo
bambino non ancora nato a rifarsi una vita era un modo per sentirsi ancora
vicino a lei.
"E tu non hai niente da dire, Buffy?" esclamò Jennifer, scuotendola
dai suoi pensieri, e facendole segno di avvicinarsi.
"Ha già detto tutto Willow. Io posso aggiungere solo una cosa."
"E cosa?"
"Ben arrivata sulla Bocca dell'Inferno. Sicura di reggere il gioco?"
"Buffy, stai dimenticando chi sono."
"Dico solo che qui l'Apocalisse capita almeno una volta l'anno, sempre che
qualcuno non voglia un'altra Ascensione, o riaprire la Bocca dell'Inferno. Ti
ripeto la domanda" disse ridendo "sicura di reggere il gioco?"
Miss
Parker le sorrise determinata, e con l'aria di chi la sapeva lunga "Puoi
essere sopravvissuta alla fine del mondo, Summers, ma io sono sopravvissuta al
Centro, Raines, Brigitte, alla mia famiglia, e volendo anche a Jarod e alla mia
ulcera. Tu che dici?"
(scritto da Ilaria)