Il Camaleonte Fan Fiction

Sentimenti


RIASSUNTO: Jarod e Miss Parker si trovano alle prese con i loro sentimenti… dai quali nasce qualcosa.

SCRITTO nel febbraio/marzo 2001

CLASSIFICAZIONE: Penso che la possano leggere tutti, ci sono una o due scene un po’ :o ma niente di trascendentale.

DISCLAIMER: Si ricorda che tutti i diritti dei racconti inclusi sono di proprietà del sito "Jarod il Camaleonte Italia", e che tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte / The Pretender" utilizzati nei racconti presenti sono di proprietà MTM Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e NON a fini di lucro.

RINGRAZIAMENTI: Alla mia mamma che mi ha fatto scoprire questo bellissimo telefilm e tutte le persone che mi conoscono. In particolare a Selene, Roberto e a tutti coloro che mi hanno sopportato…GRAZIE!


Capitolo 1

Ormai da svariato tempo Miss Parker cercava, inutilmente, di catturare Jarod. Egli, infatti, era il suo ultimo “caso” per il Centro infatti quando sarebbe riuscita a catturarlo avrebbe potuto lasciare per sempre quel posto che per lei era sinonimo di galera. Miss Parker era solo una ragazzina la prima volta che aveva visto Jarod, lei era in uno dei corridoi del Centro che parlava con la madre, lui passò di lì con affianco Syd, uno psicologo che lo seguiva nei vari “studi” che lui compiva, lei rimase subito affascinata da quel bambino che aveva si e no la sua età e aveva provato per lui qualcosa che però non aveva saputo decifrare. Tempo dopo la madre morì misteriosamente e da allora il suo carattere ebbe un brusco cambiamento, dalla dolce bambina di un tempo era diventata una donna dura con se e con gli altri. Jarod diventato anch’esso adulto scappò da quel luogo infernale per cercare la sua famiglia, lungo il suo cammino incontra, però, molte persone le quali sono in difficoltà e che lui volentieri aiuta. Tra Jarod e Miss Parker c’è una specie di compromesso, lui l’aiuta dicendole ciò che sa e riesce a sapere della madre e lei gli dice quello che scopre sulla sua famiglia. Miss Parker nella sua ricerca è affiancata da Syd e Broots, quest’ultimo è un esperto di computer.

Capitolo 2

La storia che vi sto per raccontare ebbe inizio il giorno di Natale, entrambi si trovavano da soli in una stanza d’albergo in due luoghi diversi il pensiero però gli avvicinava, infatti, entrambi si chiedevano:”Sono predestinato a vivere la mia vita senza nessuno da amare, da solo, pensando solo al lavoro?!?”. Il cellulare di Miss Parker suonò,era Jarod:
M: Sii…
J: Mi domandavo se siamo predestinati a fare la vita del gatto e del topo per sempre, non pensi mai al tuo futuro? 
M: Che cosa vuoi Jarod? Smettila con i tuoi indovinelli?!?
J: Io non pongo indovinelli ma rifletto, apri la porta…-e si sentì il clic del ricevitore che si chiudeva.
Miss Parker cercava di capire ciò che Jarod le volesse dire e mentre ci rifletteva sentì bussare alla porta, un po’ scocciata si recò ad aprirla e con sua grande sorpresa c’era un commesso con un gran pacco regalo in mano, lei lo prese e lo congedò con una discreta mancia.
Portò il pacco sotto la luce dove scorse un biglietto, sopra c’era scritto: “Buon Natale,Jarod”. Un sorriso le animò le labbra ma era anche un po’ stupita, Jarod non aveva mai fatto nulla dl genere nei suoi confronti. Da allora per ogni ricorrenza le arrivava un pacco spedito da Jarod, ogni volta lei si sentiva sempre più contenta anche quando era al Centro era più “morbida” nei confronti di tutti, la sera di San Valentino era seduta in poltrona che leggeva una rivista quando bussarono alla porta, lei si alzò e andò ad aprire, davanti alla porta c’era un gran mazzo di rose rosse, lei le portò in casa curiosa di vedere chi gliele avesse mandate, vicino ad una rosa c’era un biglietto: “Spero che questo San Valentino, spero che da oggi qualcosa in te cambi nei miei confronti:…Jarod”. Lei rimase un po’ scossa non riusciva a capire che cosa doveva cambiare che cosa volesse da lei, andò a dormire con questo pensiero fisso e grazie a lui non riuscì a prendere sonno, non dormì per circa una settimana, non riusciva a capire.Esattamente una settimana dopo chiamò Syd nel suo ufficio, voleva capire con il suo aiuto che cosa le stava succedendo…
S: Che cosa succede Miss Parker? Notizie di Jarod?
M: In un certo senso… ti devo parlare ma non qui. Sta sera al Caffè Noward, verso le 9:00? 
E uscì dall’ufficio, Syd sorrise. Jarod gli aveva detto ciò che stava facendo e adesso stava vedendo i risultati. 
Quando Miss Parker arrivò Syd era già la ad aspettarla, lei si sedette di fronte a lui e raccontò tutto ciò che era successo negli ultimi mesi. Alla fine Syd sorrise…
M: Che cosa c’è da ridere?
S: Niente, il mio sorriso non era un presa in giro anzi… devi sapere che Jarod qualche mese fa mi telefonò e mi disse brevemente ciò che gli stava succedendo io gli dissi che si stava innamorando e gli diedi qualche consiglio, ma non pensavo fossi tu!
M: Che cosa hai fatto?!?
S: Lui ha vissuto la maggior parte della sua vita al Centro, non aveva nessun’esperienza in questo campo e quindi…
M: Mi vorresti dire che lui… verso di me non prova rancore ma anzi il contrario!
S: Si, in fondo e quello che provi anche tu per lui, o sbaglio?
M: …Non lo so… certo mi ha fatto piacere ricevere quei regali da lui… però…
S: Senti Miss Parker vai a casa fatti un bagno caldo e non pensarci più per sta sera.
Si salutarono e lei tornando a casa non riusciva a distogliere il pensiero da Jarod, pensò a quando erano ancora piccoli, lui era seduto attorno ad un tavolo lei era arrivata e lo aveva baciato. Poi era morta la madre e da allora non aveva mai più amato qualcuno, aveva represso i sentimenti anche nei confronti di Jarod. Da quella sera Miss Parker pensava a Jarod in odo diverso e si accorse che in fondo gli aveva sempre voluto bene.

Capitolo 3

Jarod continuava le sue ricerche, aveva scoperto qualcosa sulla sua famiglia e aveva ritrovato suo fratello, solo che dopo un incidente automobilistico il fratello morì. Miss Parker invece non aveva trovato niente di nuovo sulla madre e non sapeva più che fare. Dopo quella sera una sola volta Miss Parker era vicinissima a catturare Jarod solo che come al solito non ce la fece; arrivò nella città il giorno dopo della sua partenza, lui aveva lavorato per conto di una casa editrice la quale aveva pubblicato anche un suo libro. Questa volta con il solito libretto rosso, che lasciava come “souvenir”, aveva lasciato anche una copia del libro da lui scritto. Miss Parker lo lesse e capì che l’intero libro parlava di lei come lui la vedeva e come lei si mostrava a gli altri, ma non solo Miss Parker capì ciò che lui provava nei suoi confronti e si accorse che era reciproca anche se non lo voleva ancora ammettere. Da allora, però, non lo cercava solo per il Centro o per le notizie che poteva dargli sulla morte della madre ma anche perché lo amava e non se n’era mai resa conto. Ogni volta che si sentivano lei cercava di conoscerlo meglio di capire che cosa pensasse e che cosa volesse e ogni volta capiva che si assomigliavano moltissimo. Non passava giorno che lei non rivolgesse il suo pensiero al lui ma sul lavoro era sempre la solita donna, dura nei confronti di tutti tranne che con se stessa.

Capitolo 4

Miss Parker continuava il suo lavoro con la stessa determinazione di un tempo come se Jarod fosse diviso in due, in fondo catturarlo significava potersene andare da quel luogo era questo il pensiero che lei cercava di eliminare dalla mente, perché se fosse riuscita a catturare Jarod lei sarebbe diventata e lui sarebbe tornato al Centro, se invece non lo catturava lei poteva continuarci a parlare e sperare che un giorno tra loro ci sarebbe stato qualcosa di più di una semplice amicizia. 
Il suo lavoro proseguiva come al solito, un giorno Broots entrò nel suo ufficio e le disse:
B: Gira voce che c’è un squadra speciale con il compito di trovare Jarod e di riportarlo vivo o morto. 
Miss Parker sentite quest’ultime parole si sentì morire. Doveva assolutamente fermare questa squadra solo che il padre non c’era perché era in viaggio in Europea e quindi decise di sviare le indagini di questa squadra dando delle notizie sbagliate o inventate. Un pensiero la torturava: doveva o no dirlo a Jarod, la sua anima le diceva di dirglielo e decise, per una volta di ascoltarla. 
La sera del giorno in cui ricorreva il 20 anniversario della morte della madre, Jarod le telefonò. Lei era ubriaca fradicia e quando lui le disse “Novità!” lei non se lo fece ripetere due volte gli disse tutto, pressappoco inizio dicendo:
M: Il Centro a formato una nuova squadra di ricerca, quei bastardi hanno il compito di riportarti in quel lurido posto vivo o morto… io non voglio che tu muoia Jarod non voglio…
J: Stai tranquilla adesso calmati e raccontami tutto.
M: Il triunvirato ci ha sottoposto, a me a Syd e Broots, ad un interrogatorio “tortura”, perché credevano che uno di noi tre ti avesse aiutato a scappare da lì…essendo che non hanno scoperto niente hanno incaricato Brigitte di cercarti e riportarti con le buone e con le cattive… ma io non voglio che ti trovino…ho scoperto una cosa… ho scoperto che ti voglio bene non so se ti amo o no ma per me è già molto non voglio perderti prima di averti ritrovato…
J: Lo so amor mio, lo so, adesso vai a dormire domani mattina ti chiamerò…buona notte.
Il mattino dopo Miss Parker si alzò con un gran mal di testa, si ricordava poco e niente di quello che era successo la sera prima, l’unica cosa certa e che Jarod gli avrebbe telefonato il peccato e che non sapeva chi glielo avesse detto, verso mezzo giorno il telefono squillò:
M: Pronto! 
J: Ti sei appena svegliata?
M: No, che cosa vuoi Jarod?
Jarod aveva intuito che non si ricordava nulla della sera precedente e decise di non dirle niente.
J: Novità?
M: Sì il Centro ti ha messo alle calcagna un’altra squadra di ricerca, con il compito di riportarti “a casa” al più presto. 
J: Grazie per l’informazione…
E mise giù il ricevitore, Miss Parker rimase con il cellulare in mano e cercava di capire come faceva a sapere che quella mattina gli avrebbe telefonato. Non trovò risposta e decise di andare al Centro per avere nuove informazioni sulla seconda squadra di ricerca.

Capitolo 5

Dopo due settimane ci fu il compleanno di Miss Parker, Jarod prese una decisione che avrebbe portato delle complicazioni in qualsiasi modo, decise di andare a casa di Miss Parker.
Arrivò che erano le nove di sera, iniziava a piovigginare vide che in casa c’era solo lei e suonò il campanello:
J: Salve Miss Parker!
M: E tu cosa ci fai qui!?!(dicendo queste parole indietreggiò fino alla borsetta per prendere la pistola ma poi ci pensò e prese il pacchetto di sigarette, in fondo aveva sperato fino all’ultimo che Jarod si facesse vedere)
J: Ho deciso di farti visita, qualcosa mi diceva che per nulla al mondo non mi avresti teso una eventuale trappola.
M: E chi te lo dice…( prese in mano la borsetta e ci infilò la mano)
J: Il mio sesto senso…
Miss Parker tirò fuori l’accendino e pensò “Quanto ha ragione il tuo sesto senso!”
J: Posso entrare? 
M: Entra, fai come se fossi a casa tua…Wsky?
J: Sì grazie.
Miss Parker preparò i due bicchieri e si sedette di fronte a lui, iniziarono a parlare del più e del meno e nel frattempo si osservavano senza farsi notare uno dall’altro, entrambi si sentivano a loro agio e, senza volerlo, caddero nel discorso “amare”. Lui cercava di sedurla ma, apparentemente, senza nessun risultato ad un certo punto Jarod disse:
J: Secondo te noi staremmo bene insieme?
Miss Parker lo guardò stupita e non rispose, prese il suo bicchiere e andò vicino alla finestra, adesso fuori pioveva fitto non si riusciva a vedere più di un metro oltre la finestra, Jarod si alzò e vedendo che dai suoi occhi iniziavano a scendere qualche lacrima si avvicinò e le circondò i fianchi con le braccia e vedendo che non reagiva la strinse a se e le disse:
J: Alexandra, perché vuoi rifiutare al tuo cuore un così bel sentimento? Di che cosa hai paura?
Lei si girò verso di lui, non l’aveva mai chiamata con il suo nome, aveva il volto rigato dalle silenziose lacrime e gli disse:
M: Una sola volta ho veramente voluto bene ad una persona, ed era mia madre…se capitasse qualcosa sono sicura che non riuscirei a venirne fuori una seconda volta…
J: Non ti devi preoccupare … a me non succederà niente, e poi : “Aver amato è perso, è meglio di non aver mai amato.”
Così dicendo le posò il bicchiere su un tavolino, lui prese il suo volto tra le due mani e la baciò, Miss Parker era felice e adesso dagl’occhi uscivano lacrime di felicità.

Capitolo 6

Dopo qualche istante suonarono alla porta, lei si allontanò da lui e andò a vedere chi era, c’era il padre; disse a Jarod di nascondersi in camera sua e andò ad aprire la porta:
P: Buon compleanno piccola mia!
M: Ciao papà! Che cosa ci fai qui?
P: Non posso trascorre un po’ di tempo con mia figlia il giorno del suo compleanno?
M: No e che…mi hai colto di sorpresa, entra!
Andarono in salotto dove, per fortuna, Jarod aveva tolto i due bicchieri, così che il padre non s’insospettisse.
P: Tieni questo è per te.
Gli porse un pacchetto non troppo grande, sembrava di una gioielleria, lei lo aprì subito e vedendo un magnifico braccialetto d’oro bianco gli disse:
M: Grazie papà!
P: Di niente… ti devo parlare…
M: Di che cosa?
P: Penso che tu sia venuta a conoscenza della seconda squadra che il Centro ha messo per trovare Jarod…
M. Pensavo fossi stato tu, non il Centro!
P: Hai ragione non ti sfugge niente, ma era solo per aiutarti…
M: Non ti preoccupare c’è l’ho in pugno, ci sono più vicina di quanto non sembri. Solo che la ruota della fortuna non si è ancora fermata sul nostro numero ma…
Squillò un cellulare
P: Pronto…sì…no, non adesso…va bene allora arrivo! Piccola mia il dovere mi chiama, buona notte!
M: Ciao papà.
Richiusa la porta si soffermò a vedere la macchina del padre che si allontanava e quando fu lontana tirò un sospiro di soglievo, e andò in camera sua. Lì trovò Jarod che guardava fuori dalla finestra che gli disse:
J: Sei brava a mentire…
M: Chi ti assicura che stessi mentendo…
J: Il mio sesto senso, sul letto c’è qualcosa per te.
Miss Parker si avvicinò e vide, sorpresa, un pacco regalo, era piatto con sopra un gran fiocco rosso, lo aprì e all’interno c’era un collier tempestato di diamanti! Lei felicissima gli si avvicinò e disse:
M: Grazie Jarod, è bellissimo è il sogno di tutte le donne aver un collier simile!
J: Mi fa piacere che ti piaccia, l’ho fatto io solo ed esclusivamente per te!
Lei lo guardò dritto negl’occhi e prendendo le sue mani fra le sue lo baciò e gli disse:
M: Hai ragione il mio cuore non amava più da moltissimo tempo è venuta l’ora di liberarlo da quelle catene…
Si guardarono e senza dir più niente iniziarono a baciarsi, in quella notte divennero una cosa sola, i due corpi sembravano due pezzi di un puzzle che finalmente si erano uniti e formavano una cosa perfetta.
La mattina dopo Jarod fu svegliato dal dolce cinguettio degli uccellini che svolazzavano fuori, ed il sole cercava di passare attraverso le persiane. Le diede un bacio sulla fronte e si alzò per andare a preparare la colazione, lei dormiva ancora quando lui ritornò con il vassoio della colazione e vedendola ancora addormentata si avvicinò per svegliarla, lei aveva sulle labbra un sorriso innocente che faceva intuire che stava dormendo profondamente, lui si avvicinò e la baciò, lei si svegliò e con un bel sorriso e gli disse:
M: Buon giorno!
J: Buon giorno mon amoure. Come ti senti?
M: Non sono mai stata così bene in vita mia!
Miss Parker si gustò la colazione mentre Jarod si stava vestendo, lei gli disse:
M: Sei un ottimo cuoco… ma adesso dove vai?
J: Devo scappare dalle grinfie di una bellissima donna di nome Alexandra, perché se no, ne sono sicuro rischierei di… non farla arrivare in tempo a lavoro…
M: Io posso anche non andarci al Centro oggi, anche perché la mia preda l’ho già catturata! So essere molto persuasiva quando voglio…
Miss Parker si avvicinò e lo baciò, in quegli attimi squillò il telefono lei disse:
M: Non ho voglia di rispondere, sarà qualcuno del Centro che…
J: No, rispondi se no s’insospettiranno…
M: La prossima volta mi devo ricordare di spegnerlo…Pronto? A ciao Broots, notizie di Jarod?
Si guardarono e sorrisero, mentre Broots gli stava riferendo le ultime notizie, lui la osservava ed era sempre più sicuro di volerle bene.
M: Va bene, ci vediamo tra un’ora all’aeroporto… No non ce la faccio prima devo ancora lavarmi e… va bene tra mezzora.
E chiuse la telefonata, disse a Jarod:
M: Broots ha detto che sei a New York, a me non sembrerebbe…
J: Sbrigati su tanto ci rivedremo. 
Si baciarono e mentre lui stava per uscire dalla stanza lei lo chiamò e gli disse:
M: Tieni con te questa catenina, il ciondolo è sempre stato il mio porta fortuna adesso lo sarà per te. Ogni volta che mi penserai lo stringilo tra le tue mani così che io possa sentire il calore del tuo amore.
J: Grazie, lo terrò sempre con me!
Si salutarono. Lei fece una doccia veloce, si vestì e poi si recò all’aeroporto.

Capitolo 7

Arrivata all’aeroporto aspettò Syd e Broots, quando arrivarono salirono sull’aereo e arrivarono a New York in poco più di mezzora. Quando arrivarono nel luogo dove era stato visto Jarod logicamente non c’era più: Era una gioielleria artigianale e Jarod ci aveva lavorato per due settimane, il proprietario descrisse Jarod come una persona fantastica e rivolgendosi a Miss Parker disse:
P: Forse ai signori non interessa ma a lei forse sì, Jarod mentre è stato qui a fatto un gioiello a dir poco magnifico, che vale più di un milione di dollari l’ha chiamato mon amour.
Dicendo queste parole estrasse dalla cassaforte una corona tempestata di pietre preziose, con sopra una donna fatta tutta d’oro e diamanti, e proseguì dicendo:
P: Sarà indossata dalla reggina d’Inghilterra nella sua prossima visita in America.
Salutarono il proprietario e lo ringraziarono, Miss Parker era contentissima, Jarod quella mattina quando svegliandola l’aveva chiamata mon amour ciò significava che quando aveva fatto quella corona stava pensando a lei.
Dopo qualche giorno Jarod telefonò:
M: Ho visto i gioielli che hai fatto a New York, sono a dir poco fantastici… poi il nome che hai dato a quella corona e molto appropriato.
Scoppiarono in una sonora risata.
J: Alexandra ti posso venire a trovare o questo o il prossimo week-end, decidi tu.
M: Vorrei che venissi in entrambi, solo che questo fine settimana ho un impegno dove non posso mancare, una specie di ricevimento…
J: Ti penserò.
M: Anch’io. Ti voglio bene ricordatelo sempre, dovunque sarai ricordatelo.
J: Va bene, fai anche tu lo stesso. 
Quel fine settimana andò a quel ricevimento di mala voglia, però fu un occasione per indossare il collier che le aveva regalato Jarod. Non passò inosservato essendo che era veramente bello, il padre le disse:
P: Dove lo hai comprato?
M: L’ho comperato in un negozio a New York diverso tempo fa solo che non avevo mai avuto l’occasione di metterlo.
P: Non lo sapevo, non pensavo ti piacessero così tanto i gioielli!
M: Non devo averlo ereditato dalla mamma, forse date…
La sera passò lentamente, lei non riusciva a pensar ad altro che a Jarod, si domandava dov’era ma non provò a dare risposta perché tanto non lo avrebbe indovinato. 
Jarod, nel frattempo, era ad Ottawa che stava aiutando una famiglia a trovare la loro bambina rapita da una banda di mal viventi. 

Capitolo 8

Broots all’inizio della settimana aveva avuto una soffiata da una spia che si trovava a Ottawa, lo disse a Syd e a Miss Parker, partirono immediatamente. Jarod aveva appena finito di risolvere il caso della bambina rapita che girando per il centro della città in una stradina di periferia incontrò Syd e Broots, quest’ultimo lo cercò di ammanettare e l’altro andò a chiamare Miss Parker, appena Syd si allontanò Jarod si liberò dalle manette e dalla presa di Broots che fu scaraventato a terra, nel frattempo Miss Parker e Syd erano di ritorno, si riuscirono a scambiare uno sguardo e in quella frazione di secondo lui, prendendo la catenina con il ciondolo, lo portò alle labbra e lo baciò. Miss Parker fu felicissima di quel gesto ma non lo poté dimostrare, aiutò Broots a rialzarsi e andarono via.
Jarod arrivò il Sabato mattina verso le 9:00, si era travestito da tecnico del gas per non destare sospetti. Per fortuna non c’era nessuno ad osservare la casa di Miss Parker, si avvicinò alla porta per suonare ma Miss Parker aprì la porta e gli saltò, letteralmente, in braccio; lui per poco non stava per cadere ma riuscì a tenerla, lei gli disse:
M: Mi sei mancato…
J: Anche tu, sta mattina ti vedo radiosa, non ti avevo mai vista così… al Centro non sei mai…
M: No Jarod, in questi due giorni non voglio sentire parlare del Centro, capito?
Lui annui ed entrò in casa, quando furono dentro lui le disse:
J: Non ci siamo ancora salutati per bene…
Le diede un bacio, lei non aveva aspettato altro da quando se nera andato due settimane prima.
Lei lo guardava mentre stava disfando la valigetta, lui era di spalle e quando ebbe terminato si girò verso di lei e gli porse una rosa. Lei ne fu molto contenta, da due settimane a quella parte ogni suo gesto la rendeva felice. Lui si cambiò d’abito, poiché non gli piaceva più di tanto indossare una divisa da tecnico, non gli sembrava appropriato per la situazione.
Passarono la giornata a ridere e scherzare, giocando al computer e sdraiandosi sotto al portico a prendere un po’ di sole, per pranzo ordinarono una pizza. Passarono la giornata come bimbi innocenti, a sera fatta Miss Parker uscì per andare a prendere, in videoteca, un film d’amore, entrambi avevano concordato sul genere, sembrava il più adatto. Mentre Miss Parker era fuori Jarod ebbe l’idea di preparare una romantica cenetta a lume di candela, apparecchio e andò in cucina a preparare, dopo mezz’oretta aveva già finito di fare il tutto doveva solo più guarnire la torta. Lei rientrò mentre lui iniziava a decorare la torta, rimase sbalordita da come aveva apparecchiato la tavola e dal profumino che si sentiva aleggiare nel soggiorno, nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lei. Andò in cucina stava per salutare Jarod ma lo vide troppo impegnato a guarnire la torta, che decise di andare in camera da letto a cambiarsi d’abito quando riandò in cucina Jarod stava dando gli ultimi ritocchi al suo capolavoro. Lui non si accorse della sua presenza, così lei gli andò vicino e le sue braccia li circondarono la vita, lui allora si girò e le disse:
J: Ho pensato che ti facesse piacere mangiare qualcosa di buono, ma quando sei tornata?
M: Da un po’, sono venuta di qua ma tu eri troppo preso dalla torta che ne ho approfittato per andarmi a mettere qualcosa d’appropriato per la serata.
J: Ai fatto benissimo, vai di la e accendi le candele sarò subito da te, mon amoure.
Lei fece come le aveva detto, andò in soggiorno accese le candele e si sedette, pensò alla giornata passata insieme a Jarod e a quello che aveva fatto prima dell’arrivo di Jarod, con un apparecchio apposta aveva trovato diversi microfoni messi sparsi per la casa, erano lì da poco lo aveva intuito leggendo il taiemer, gli aveva tolti, sicuramente gli aveva messe il Centro per tenerla sotto controllo, non l’aveva detto a Jarod perché non voleva farlo preoccupare.
Lui arrivò poco dopo, cenarono e poi andarono a guardare il film in camera da letto, era una storia d’amore che si svolgeva a Parigi, per tutta la durata del film rimasero abbracciati, e così si addormentarono. La mattina dopo Miss Parker fu la prima a svegliarsi, non fece niente rimase ad osservarlo, le piaceva guardarlo non sapeva bene il perché però non gli resisteva, era stregata da lui, ad un certo punto con un dito gli accarezzò il contorno delle labbra, lui si svegliò e si baciarono, si amarono di nuovo, insieme si sentirono un appartenente all’altro e si unirono in una cosa sola.
Verso mezzogiorno si alzarono, si lavarono e vestirono. Lei accese il cellulare e trovò in memoria un nuovo messaggio, proveniva da Syd che le diceva di trovarsi al Centro per le tre del pomeriggio perché le doveva parlare. Lei lo disse a Jerod che le disse:
J: Ok, ti telefonerò tra qualche giorno così potremmo decidere cosa fare.
Si baciarono e lui andò via dalla porta sul retro.

Capitolo 9

Miss Parker arrivò puntuale all’appuntamento, anche se con qualche difficoltà a causa del traffico, Syd le disse:
S: Ieri ti ho cercata per tutto il giorno sul cellulare ma era sempre spento!
M: Ho voluto passare un po’ di tempo a riflettere, tu non lo fai mai? Notizie su Jarod?
Miss Parker era ridiventata come per magia la stessa di sempre, dura con tutti e senza scrupoli nei confronti di nessuno.
Syd non le chiese ulteriori spiegazione e le disse:
S: Jarod è stato visto venerdì sera nel Sud Dakota, ma per tutto ieri e oggi non si è più visto in circolazione.
M: Forse si è preso l’influenza oppure se ne sgattaiolato via cometa sempre. 
S: Però vale la pena andarci, o no? Potrebbe aver lasciato qualche indizio sulla sua prossima destinazione.
Miss Parker gli lanciò un occhiata, Jarod poteva essere tornato lì dopo che si erano lasciati quel pomeriggio e non voleva che gli succedesse qualcosa però non poteva neanche dire di no all’idea di Syd di andare nel Sud Dakota per cercare qualche indizio perché se no si sarebbe insospettito più del dovuto quindi a ml in cuore gli rispose:
M: Sì va bene, partiamo al più presto.
Il viaggio sarebbe durato due ore, lei aveva tutto il tempo per pensare ad un piano per mettere fine a quella storia d’inseguimenti, pensò a lungo e prese una decisione, innanzi tutto aveva bisogno dell’aiuto di Syd, era il solo a poterlo aiutare. Syd venuto a conoscenza di tutto quello che era successo fra i due ragazzi ne fu contento e decise di aiutare Miss Parker nel suo laborioso piano. 
Arrivati nel Sud Dakota girarono per lungo e in largo la capitale in circa tre giorni, con tutto il personale possibile ed inimmaginabile, per fortuna lui era già andato via. 

Capitolo 10

Miss Parker iniziò a mettere in pratica il suo piano, sapeva che avrebbe sofferto molto ma era meglio soffrire prima e non dopo. Il venerdì di quella settimana Jarod le telefonò:
J: Ciao Alexandra, come stai?
M: Ciao amore, benissimo ora che ti sento.
J: Ti ho vista Domenica pomeriggio ti ho visto a Pierre, mi avevate quasi preso solo che non avete controllato nella periferia. 
M: Sì, Syd aveva avuto l’idea di venirti in ogni caso a cercarti sostenendo che potevi aver lasciato delle tracce…
J: Immagino, io sento la tua mancanza mi manchi veramente tanto…
M: Anche tu, che cosa ne dici se ci vediamo a Pierre tra due giorni affittiamo una stanza e ce ne stiamo lì, mi piace molto la veduta che si vede dal Grand Hotel nel centro della città. Se per te va bene ci vediamo lì domenica verso le 6 di sera.
J: Va benissimo, anche a me piace quel’hotel, prenoto la stanza 256.
M: Va bene, logicamente prenota con un falso nome se no…
J: Come sei premurosa… mi piace molto. Ti amo.
M: Anch’io.
Con queste parole dette a mezza voce terminò la telefonata. Miss Parker non riuscì a dormire per tutta la notte era troppo preoccupata.
La mattina arrivata al centro raccontò tutto a Syd che comprendeva la sua tensione. Miss Parker arrivò all’hotel in leggero ritardo per colpa dell’aereo che aveva avuto qualche problema al decollo, entrò in stanza e trovò Jarod che guardava fuori dalla finestra, lei si avvicinò, si salutarono e si baciarono lui le disse:
J: Che cos’ai?
Lei dura come un pietra rispose:
M: Niente solo che sto poco bene, vado un attimo in bagno intanto mi prepari un bicchiere d’acqua?
Lui annuì, lei si girò e andò verso la porta d’entrata senza farsi sentire da Jarod e l’aprì, era il segnale. Il tempo di fare due passi verso la porta del bagno che fecero irruzione nella stanza un’intera squadra d’agenti del Centro, lui non ebbe modo neanche di accorgersene che si ritrovò ammanettato, lei entrò nella stanza e Jarod urlò:
J: PERCHE’!!! Alexandra, perché mi hai fatto questo: io mi fidavo di te!!
Miss Parker era diventata dura come sempre e gli rispose:
M: Tra l’amore e la libertà ho preferito la libertà, troverò qualcun altro anche più capace di te… in più io non ti ho mai dato il permesso di chiamarmi con il mio nome di battesimo!Portatelo via!!
Lo portarono via mentre lui imprecava contro il Centro e diceva che lui aveva riposto in lei tutta la sua fiducia e lei l’aveva tradita.
Nella stanza rimasero solo Syd e Miss Parker.Lei scoppiò a piangere, non piangeva così dalla morte della madre, e disse:
M: Non sono sicura di poter portare a compimento il mio piano…
Syd le disse:
S: Non ti preoccupare fra poco sarà tutto finito.
La strinse paternamente a se e la portò via.

Capitolo 11

Jarod era da una settimana sotto osservazione, e da un giorno e mezzo sotto sedativi perché non aveva smesso di urlare da quando l’avevano preso. Adesso iniziava la seconda parte del piano di Miss Parker, lei era stata dimessa dal suo lavoro, non avrebbe più ripreso servizio in nessuno momento della sua vita futura, come liquidazione li avevano dato due milioni di dollari. Lei scrisse una lunga lettera che Syd avrebbe dato a Jarod al più presto. Syd continuava a seguire Jarod come psicologo come ai vecchi tempi e Broots si era licenziato sotto consiglio di Miss Parker, una sera Syd portò un libro a Jarod, all’interno c’era la lettera. Syd sotto voce, sapendo che era osservato e sentito dal Triunvirato disse:
S: Leggi ciò che trovi all’ineterno, ricordati però che sei osservato e quindi non avere reazioni avventate.
Jarod lasciò il libro da parte per quasi un’ora ma dopo un po’ non resistette per la curiosità e iniziò a leggere il “libro”, la lettera iniziava così:

“Caro Jarod,
spero che mi perdonerai per ciò che ho fatto, ma ho dovuto. E’ stato molto doloroso per me e questo voglio che tu lo sappia. Sto tremando tutta, un po’ per la paura che tu non mi voglia più e un po’ per l’ansia, quanto ti vorrei avere vicino, voglio che tu sappia anche che tutto ciò che ti ho detto quella domenica non era vero, a me piace che mi chiami per nome, l’unica persona che lo abbia mai fatto era mia madre e adesso tu. Le due persone che io abbia mai amato al mondo. Amore, quello era il principio di un piano (non ti lascerai per niente al mondo lì dentro) l’ho architettato con Syd. Adesso che tu sei lì dentro io ho potuto lasciare il Centro, adesso sei tu a dover uscire. Syd ti darà una bottiglietta con all’interno un liquido che bloccherà e ridurrà al minimo i tuoi organi vitali, sembrerai morto. Ti trasporteranno nella sala mortuaria dove Angelo ti farà rinvenire e ti mostrerà il modo di uscire. Quando sarai fuori prendi l’auto di Syd: sarai libero, potrai andare dove vuoi. Spero che tu voglia ritornare da me, ma se così non fosse sappi che io ti amerò per sempre. Ricordati che l’ho fatto solo per il nostro avvenire.
Ti amo 
Per sempre tua
Alexandra"

La lettera profumava del suo profumo e Jarod la rilesse per ben tre volte per capire se diceva sul serio oppure era un altra trappola, ci pesò per diversi giorni perché sentiva dentro di se che lo amava veramente. Al terzo giorno disse a Syd:
J: Va bene.
S: Allora domani ti porto un altro libro.
Jerod capì e gli disse.:
J: Potresti dire a Mr Parker che gli vorrei parlare…
S: Vedrò cosa posso fare…
Jarod aspettò una risposta, la sera Mr Parker sarebbe andato a fargli visita.

Capitolo 12

La sera verso le 10 entrò nella sua stanza Mr Parker che gli disse:
M: Syd mi ha detto che mi volevi parlare…che cosa c’è?
J: In tutto questo tempo che sono stato fuori di qua ho cercato una risposta a delle domande ed essendo che sicuramente non potrò più scappare ne parlare con nessuno al di fuori di Syd volevo delle risposte alle mie domande.
M: Dimmele ed io ti risponderò, ma non più di due. 
J: Lei mi dovrà rispondere sinceramente, tanto non avrà da temere niente da me ormai mi sono rassegnato definitivamente…
Mr Parker annuì, Jarod disse:
J: Chi sono i miei genitori e dove vivono.
M: Me l’aspettavo questa domanda…
J: Voglio la verità!
M: L’avrai, i tuoi genitori vivono a New York, sono i signori Askerd. Tuo padre ha lavorato per un po’ per il Centro, commise un errore e noi gli togliemmo il figlio, tu Jarod.
J: Io pensavo fosse stato lei, ho sempre pensato che lei era al di sopra di tutto quello che mi ha circondato per anni…
M: Ho sempre avuto ragione ha giudicarti un bambino intelligente, molta gente non c’è ancora arrivata Eh!Eh!Eh!
J: La seconda domanda è una cosa che però non ho mai capito, chi e perché ha fatto uccidere Catherine Parker?
M: Come… hai capito che io sono a capo di tutto ma non hai capito chi ha ucciso mia moglie? Sono stato io con queste mani, ho sparato e ho fatto credere a tutti che si era suicidata.
J: Perché?
M: Perché lei non era innamorata di me, aveva una storia con un uomo nel Maine e io non lo potevo sopportare così ho deciso di porre fine a quella storia a modo mio… Eh!Eh!Eh!
J: Lei è malato, si dovrebbe far curare…
Mr Parker uscì dalla stanza e si ripromise di non metterci più piede, dalla settimana dopo sarebbero ripresi gli esperimenti su Jarod.
Syd il giorno dopo gli portò la pozione, Jarod la assunse subito, dopo un’ora accusò un forte dolore al cuore e si accasciò a terra, i primi ad entrare furono Syd e Mr Parker, Syd chiamò il dottore mentre Mr Parker pensava fra se e se: “Sapeva di dover morire e prima si è voluto togliere ogni curiosità! Che gran bastardo!”
Il dottore confermò la morte e come da procedura fu subito portato in camera mortuaria, quando se n’andarono tutti Angelo sì avvicinò a Jarod e gli fece bere un’altra pozione che lo fece ristabilire in pochissimo tempo. Misero nella bara dei sacchi di sabbia e poi Angelo lo aiutò a fuggire. Nessuno scoprì l’inganno e perciò non fu dato un eventuale allarme.

Capitolo 13

Jarod prese la macchina di Syd e si recò da Miss Parker, frenò bruscamente davanti casa di Miss Parker. Lei si precipitò fuori con le lacrime agl’occhi, lui le andò in contro non si dissero niente lui ebbe una conferma, lei lo amava veramente e ciò che aveva scritto nella lettera era vero, lei disse:
M: Jarod io…
Lui le mise un dito davanti la bocca per azzittirla e la baciò.
Entrarono in casa solo dopo un paio di minuti, lei gli chiese:
M: Hai capito? Io non volevo tradire la tua fiducia, io volevo…
J: Sì ho capito, basta che non lo rifai… mi hai fatto passare dei momenti bruttissimi.
M: Vedrò di rimediare…
E si amarono come se fosse stata la prima volta. La mattina dopo si svegliarono si lavarono e fecero colazione come se non fosse mai successo niente, alla fine lei gli disse:
M: Hai scoperto dov’è la tua famiglia?
J: Sì, ho scoperto anche chi ha ucciso tua madre…
Lei iniziò a tremare, allora lui si avvicinò e tenendola stretta le disse:
J: Alexandra lo vuoi sapere?
Miss Parker annuì fra le lacrime. Jarod le raccontò tutto per filo e per segno, lei svenne. Dopo pochi minuti rinvenne e disse:
M: Gliela dobbiamo far pagare a quel bastardo, la deve pagare!!!
Pianse a lungo tra le braccia di Jarod, alla fine disse:
M: Grazie. 
J: Avrei preferito non arrecarti questo dolore…
M: Io invece preferisco così, è tutta la mia vita che volevo sapere chi aveva ucciso mia madre e adesso che lo so, gliela farò pagare…
J: Io ho già un idea…
Nel pomeriggio iniziarono a preparare ciò che serviva…

Capitolo 14

Mr Parker dormiva nel suo letto, era molto tranquillo…sentì un rumore e si svegliò, preso un po’ dal panico poiché era da solo in casa, decise di scendere a vedere che cosa stesse succedendo siccome i rumori venivano proprio da lì, scese e vide che in cucina c’era qualcuno, si avvicinò alla soglia e non credette ai suoi occhi, c’era la moglie che stava preparando la colazione, lei gli disse: 
C: Siediti caro, la colazione è pronta…
M: Ma tu, tu sei morta…
C: Che cosa stai dicendo, non dire sciocchezze… su siediti e mangia.
Mr Parker si sedette al tavolo e bevve un bicchiere d’acqua era incredulo e pensava: “è solo un sogno, adesso mi risveglio…”Catherine, si girò verso di lui e gli porse un piatto, lui lo prese e vide all’interno vari volti di persone che lui aveva ucciso, lasciò cadere il piatto e si rizzò in piedi Catherine lo guardò e disse:
C: Perché mi hai fatto questo…perché?
M: Perché ti amavo…
C: E loro, perché ai ucciso anche tutti quei poveri bambini?
M: Perché loro erano troppo intelligenti, non lo meritavano!!!
E svenne, quando si riprese si trovava nel proprio letto, aprì gli occhi e pensò che fosse stato solo un sogno, si girò verso il comodino e vide Jarod, gridò e Jarod disse:
J: Ai ragione a gridare, vedi la morte in faccia Eh!Eh!Eh! 
M: Ma tu, tu sei morto…
J: Sì, come lo è Catherine…e come lo sono tutte le persone che tu hai ucciso!!
Mentre si avvicinava minaccioso Mr Parker se la fece sotto e poco dopo svenne.
Il giorno dopo cercò Syd perché ne doveva parlare con qualcuno competente, Syd ascoltò e gli disse che stava mostrando chiari sintomi d’instabilità mentale e che se sarebbe continuato così si sarebbe dovuto ricoverare in un ospedale psichiatrico. Mr Parker non fiatò, uscì dall’ufficio e andò a rifugiarsi a casa sua. Syd chiamò Miss Parker e gli disse:
S: Che cosa gli avete fatto, pensa di aver visto Jarod e Catherine a casa sua, e adesso è andato a casa di corsa. 
M: Abbiamo sfruttato la mia somiglianza con mia madre e Jarod lo ha spaventato un po’, abbiamo registrato tutto, la polizia dovrebbe essere a casa sua a momenti, fai scattare l’allarme antincendio…sei sicuro di voler tenere tu Angelo?
S: Sì, sono l’unico che lo può aiutare. Chi appiccherà l’incendio?
M: Jarod a collegato la campanella con un dispositivo, inizierà a bruciare dopo pochi minuti quindi fai velocemente.Ti aspettiamo a casa mia.
S: Ok
Organizzò tutte le sue cose le prese e le portò in macchina, andò a prendere Angelo e prima di uscire fece scattare l’allarme, in pochissimo tempo l’edificio fu svuotato, dopo due minuti si sentì lo scoppio di una bomba e l’edificio cadde come se fosse stato di carta, Syd lo guardò cadere nello specchietto retrovisore e ne fu allo stesso tempo felice e un po’ dispiaciuto. Dopo un po’ arrivò a casa di Miss Parker, davanti all’entrata c’era un camion dei traslochi che stava per partire, Syd scese dalla macchina e si avvicinò a Miss Parker e Jarod; entrambi stavano caricando le ultime cose in macchina, Syd disse:
S: Avete proprio deciso?
Entrambi risposero di sì.
S: Adesso dove andrete?
J: Facciamo un salto a New York e poi chi sa…
S: Ci verrete a trovare qualche volta?
M: Sì, a patto e condizione che verrete anche voi da noi!
S: Non era neanche da chiedere. Sa Miss Parker non ti avevo mai visto così felice!
M: Sì perché non lo ero mai stata, e non mi chiamare più Miss Parker chiamami Alexandra!
S: Va bene… Alexandra. Tuo padre?
A: L’hanno arrestato e penso che lo condanneranno all’ergastolo, prima o poi gli telefonerò, penso il più tardi possibile. 
Angelo scese dalla macchina, si salutarono. Jarod e Alexandra partirono verso un futuro a loro sconosciuto ma sicuramente pieno d’amore da condividere con più persone possibili.

(scritto da Tea)

P.S. Mandatemi i vostri commenti! Belli, brutti, anche insulti ma ricordatevi che, in fondo, è la mia prima fan fiction… mandate il tutto a: trinity-@ciaoweb.it


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