Qualcuno di cui fidarsi
Riassunto: Al gruppo di Miss Parker, Sidney e Broots si aggiunge un quarto cacciatore ad aiutarli: un nuovo simulatore dotato delle stesse capacità di Jarod che...
Data di composizione: 22/01/2002
Racconto adatto: a tutti
DISCLAIMER:
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Jarod il
Camaleonte Italia", e che tutti i personaggi della serie "Jarod il Camaleonte /
The pretender" utilizzati nel racconto sono di proprietà MTM Productions / 20th
Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di
lucro.
Il Centro Blue Cove ore 7:15 a.m.
Miss Parker camminava velocemente nei bui corridoi del Centro verso l'ufficio di
Sidney. Un'ora prima lui le aveva telefonato dicendole di venire subito perchè
c'erano delle novità che riguardavano la ricerca di Jarod, e ora mentre si
chiedeva quali potessero essere queste nuove notizie aprì violentemente la porta
dell'ufficio facendo prendere un colpo al povero Broots.
"Buongiorno a tutti. Allora Sidney quali sono queste novità?" domandò
nervosamente.
"Buongiorno Miss Parker, vedo che dalla curiosità sei venuta qui più presto del
solito oggi.
"E' evidente Dottor Freud, mi hai praticamente buttata giù dal letto alle 6 del
mattino e adesso non dovrei essere curiosa? Quando ci sono delle informazioni
che riguardano Jarod io voglio essere la prima a saperle, avanti non tenetemi
sulle spine ancora a lungo, che c'è di nuovo?
"Una cosa che non ti piacerà molto Miss Parker" disse Broots.
"Già, sembra che non saremo più soli da ora in poi a cercare Jarod, avremo un
altro aiutante" continuò Sidney.
Miss Parker li guardava con gli occhi fuori dalle orbite, non riusciva a dire
niente; è vero che da quando Jarod era scappato non erano mai riusciti a
prenderlo, ma ci erano sempre andati molto vicino, e non trovava giusto che
adesso mandassero un'altra persona nella ricerca di Jarod. Voleva essere lei a
catturarlo senza l'aiuto di nessuno.
"E chi è che ha avuto questa brillante idea??" domandò ancora Miss Parker sempre
più nera dalla rabbia.
"Raines, però l'ordine arriva dal Triumvirato. Loro pensano che noi aiutiamo
Jarod nella sua fuga e quindi mandano questa persona anche per controllarci.
Figurati che sospettano anche che tu abbia dei rapporti molto molto personali
con Jarod" rispose Broots.
"E' assurdo" disse Miss Parker accendendosi una sigaretta "siamo già in tre
nella ricerca di Jarod, in più alcune volte ci si mette in mezzo anche quella
vipera di Brigitte quindi diciamo che siamo in 4. Non abbiamo bisogno di un
altro aiutante che magari sarà anche peggio di noi. Ah proposito l'avete già
conosciuto?"
"No, Raines ha detto che sarà qui tra poco, però ci ha detto che ci sarà molto
utile, e anche io lo penso, perchè ......" Sidney si fermò quasi volesse creare
un po' di suspence per Miss Parker, ma questa lo guardò subito male.
"Perché cosa Sidney, parla" gli ordinò a denti stretti.
"Perché è un simulatore".
Miss Parker scoppiò in una sonora risata. "Ho capito, è uno degli esperimenti
falliti di Raines ed ora vorrebbe collaudarlo, no grazie abbiamo già Angelo.
"No Miss Parker non hai capito. Questo è un simulatore come Jarod, intelligente
come lui e bravo nelle simulazioni come lui".
"Anche se è bravo nelle simulazioni non credo che riuscirà a prendere Jarod. Se
non ci siamo riusciti noi negli ultimi 2 anni non ci riuscirà neanche questo
nuovo topo da laboratorio e... ...
"Allora mettimi alla prova Miss Parker" disse all'improvviso una voce
sconosciuta. Quando Miss Parker, Sidney e Broots si girarono a momenti ebbero un
colpo: davanti a loro c'era Jarod.
"JAROD!!" gridò Miss Parker tirando fuori la pistola e puntandogliela contro
"non fare una mossa o giuro che ti sparo, che diavolo ci fai qui, hai deciso per
caso di arrenderti??" Disse Miss Parker con un'aria apparentemente soddisfatta
ma nel profondo pensava "Jarod scappa che ti è saltato in mente?".
"Si calmi Miss Parker" disse il Dr. Raines entrando nell'ufficio "questo non è
Jarod. Sidney Broots, Miss Parker vi presento Jason, il clone di Jarod, è lui il
vostro nuovo aiutante nella ricerca di Jarod e spero che questa volta non mi
deludiate" e così Raines lasciò l'ufficio lasciando i tre a bocca aperta.
Miss Parker era rimasta ferma immobile per tutto il tempo e aveva di nuovo la
pistola puntata contro il simulatore.
"Miss Parker metti via la pistola, hai sentito o no quello che ha detto il Dr.
Raines io non sono Jarod, a meno che tu non abbia problemi di udito" disse Jason
sogghignando con un tono da presa in giro. Questo di solito avrebbe fatto
diventare Miss Parker una bestia, lei odiava essere presa in giro, però questa
volta, neanche lei sapeva il perché, non si arrabbiò, e senza dire niente rimise
la pistola nella fondina.
"Mio dio sei uguale identico a Jarod" disse Sidney guardando il simulatore e
sorridendo.
"Già me lo dicono in tanti, tu devi essere Sidney lo psicologo che assisteva
Jarod nelle sue simulazioni, Raines mi ha parlato di te, sembra che anche tu
come Miss Parker non vuoi che Jarod ritorni al Centro ma...
"Ti sbagli" lo interruppe Miss Parker avvicinandosi a lui "noi tutti vogliamo
che Jarod ritorni, però lo vogliamo catturare vivo e spero che tu accetti questa
nostra decisione altrimenti là c'è la porta". disse Miss Parker indicando la
porta e guardando Jason dritto negli occhi in segno di sfida.
"Non intendo uccidere Jarod, Miss Parker non ti preoccupare. Al tuo caro ragazzo
prodigio non verrà fatto niente di male. Mi è stato insegnato a catturare
persone vive non a ucciderle.
"Mi stupisco che Raines ti abbia insegnato questo, di solito il suo motto è:
preferibilmente vivo, se morto non importa, che zio Fester sia cambiato?". Disse
in tono ironico Miss Parker, quasi volesse risultare simpatica agli occhi del
simulatore.
"Sei molto in gamba Miss Parker e anche molto carina se posso permettermi di
dirtelo" disse Jason sorridendo facendo sorridere anche Miss Parker.
Broots si rodeva dalla rabbia. Spesso lui aveva cercato di essere gentile con
Miss Parker, una volta le aveva anche fatto i complimenti, dicendole che
l'ammirava molto per il suo carattere e la sua determinazione, e adesso questo
qui arriva e con due paroline riesce a conquistarla. Incredibile si diceva.
"Bè che state facendo qui impalati gente? Vogliamo catturare il mio clone o
stiamo qui a parlare ancora? Li incitò Jason.
"Si, Jason ha ragione; forza Broots mettiti al computer e se trovi qualcosa
avvertimi subito, io vado nel mio ufficio, ci vediamo più tardi" disse Miss
Parker lasciando la stanza, e dando un' ultima occhiata al simulatore che si era
messo anche lui vicino a Broots e Sidney, sorrise di nuovo e uscì.
Il Centro Blue Cove ore 1.00 p.m.
Jason era da solo nell'ufficio di Sidney e stava guardando degli incartamenti
con delle notizie riguardanti le simulazioni che Jarod aveva compiuto negli anni
passati al Centro.
"Sei molto intelligente Jarod" pensava "ma riuscirò lo stesso a trovarti".
"Non è che ti sopravvaluti un po' troppo Jason" disse Sidney entrando
improvvisamente nell'ufficio.
"Sidney, ti pregherei di bussare prima di entrare, ah scusa dimenticavo, questo
è il tuo ufficio" disse Jason senza togliere gli occhi dagli incartamenti "e
comunque non credo di sopravvalutarmi, forse il tuo genietto non è abbastanza
intelligente. Queste sono le stesse simulazioni che Raines mi ha fatto fare e
che ho svolto nella metà del tempo che ci ha messo Jarod, come vedi Sidney non
sono io a sopravvalutarmi, è la realtà".
"Il fatto che queste simulazioni le hai svolte in poco tempo in confronto a
Jarod non vuol dire che riuscirai a prenderlo".
"Vedremo Sidney" disse Jason sogghignando. "Ti posso chiedere un favore??"
"Certo, dimmi pure"
"So che Jarod si fa sentire spesso qui al Centro, la prossima volta che chiama
gli vorrei parlare, voglio che sappia che da ora in poi avrà un altro cacciatore
che lo vuole catturare e che ci riuscirà".
"Va bene ma ricordati che sarà la caccia più lunga della tua vita, ora vado ho
delle cose da fare" Ma mentre Sidney si avviò verso la porta squillò il telefono
dell'ufficio così ritornò indietro e rispose.
"Sono Sidney"
"Ciao Sidney, come va lì al Centro? "
"Jarod! Ma dove eri finito in tutto questo tempo, è più di una settimana che non
ti fai sentire, è successo qualcosa?" mentre Sidney disse questa frase Jason
tolse gli occhi dagli incartamenti e guardando nella direzione di Sidney
sorrise.
"No, non è successo niente, dovevo salvare delle vite, come al solito".
"Qui ci sono delle novità invece. Ti devo passare una persona che ti vuole
parlare". Jarod dall'altro capo del telefono pensava si trattasse di Miss Parker
e sorrise.
"Ciao simulatore, sorpreso o deluso di non parlare con la bella regina di
ghiaccio"?
"E tu chi sei?" domandò Jarod sorpreso.
"Semplice sono come te, un simulatore; mi chiamo Jason, aiuto Miss Parker nella
tua ricerca e sta pur certo che ti prenderemo".
"Bene, se sei cosi tanto sicuro allora vieni a prendermi" sussurrò Jarod prima
di riattaccare la cornetta.
Dopo aver restituito il cellulare a Sidney Jason lasciò l'ufficio
precipitosamente, ma con un'aria soddisfatta lasciando il dottore molto
preoccupato.
"Allora Dr. Raines l'ha trovato?" Disse Jason entrando nell'ufficio di Raines.
"Si, si trova a New York, ha chiamato da una cabina telefonica. E non solo
sappiamo anche dove lavora. Devi sapere che noi abbiamo spazzini sparsi ovunque
con l'incarico di chiamarmi se avvistano Jarod, casualmente uno di loro si
trovava a New York, ha detto che lavora come dottore in un ospedale. Ecco questo
è l'indirizzo. Presto vai là e mi raccomando non fartelo sfuggire Jason".
"Non si preoccupi, glielo riporterò". E così Jason uscì dall'ufficio, prese il
suo cellulare e compose un numero.
"Sono Jason, prenotami 5 posti nel jet privato si va a New York, ci vediamo tra
10 minuti.
"Perché vai a New York, Jason? Raines ti ha ordinato di svolgere una simulazione
là per caso? Disse Miss Parker sbucando improvvisamente dal corridoio.
"Miss Parker, proprio te cercavo. Non vado solo io verrai anche tu. Jarod si
trova là.
"Io non vado da nessuna parte se non ho delle prove. Come fai a saperlo?" gli
domandò furiosa.
"E' troppo lungo da spiegare, adesso smettila di fare domande e vieni con me.
Non hai detto che vuoi catturare Jarod?" Le rispose lui duramente.
Miss Parker a quelle parole lo guardò ancora più arrabbiata. Nessuno prima d'ora
le aveva parlato con quel tono. Nessuno tranne Jarod. Alcune volte lei era
testarda ed era impossibile sopportarla. Guardando il simulatore con un'aria
furiosa sperava di fargli paura come faceva di solito con Broots quando alcune
volte si sbilanciava un po' troppo con lei. Invece si accorse che Jason era un
osso duro tale e quale a Jarod. Per tutto il tempo era rimasto fermo e
impassibile.
"Sei proprio uguale a Jarod" disse lei sorridendo "non mi era mai capitato che
qualcuno mi
parlasse in quel modo. Di solito l'unico che lo fa è Jarod, io non ti faccio
paura quando mi
arrabbio?
"E perché dovrei?" sussurrò Jason sorridendo "non mi fai paura mi dispiace, anzi
mi piace il tuo carattere.
"Aspetta un paio di giorni e poi sono sicura che mi odierai a morte"
"Aspetterò. Però adesso andiamo è tardi". Jason la prese per mano e insieme si
diressero verso l'ascensore dove li avrebbero condotti sul tetto del Centro dove
si trovava il jet pronto per decollare.
New York ore 5:30 p.m.
Jason e Miss Parker si trovavano a New York da mezz'ora accompagnati da tre
spazzini e finalmente raggiunsero l'ospedale dove lavorava Jarod.
"Grazie dottore, senza il suo aiuto mio figlio non ce l'avrebbe mai fatta".
Disse una donna a Jarod, il quale aveva operato il figlio per salvarlo da una
malattia che gli sarebbe stata fatale. Dopo averla salutata, Jarod si diresse
verso il suo armadietto. Quello era il suo ultimo caso in quell'ospedale,
infatti aveva già mandato al suo capo la richiesta di trasferimento e quel
giorno sarebbe partito per andare in un'altra città.
Jarod si diresse verso l'ascensore, ma mentre la stava aspettando notò da
lontano un uomo che stava avanzando velocemente verso di lui. Si rese subito
conto che si trattava di uno spazzino e si mise a correre. Subito lo spazzino si
mise a correre anche lui e intanto prese la ricetrasmittente.
"Miss Parker, l'ho trovato si trova al 3° piano, però adesso sta scendendo al
2°, ha preso le scale.
"Bene questa volta non ci sfuggirà, le uscite sono bloccate" disse Jason che era
vicino a Miss Parker "presto andiamo" disse ancora e i due si misero a correre
nella direzione delle scale. Jarod appena sceso si mise a correre per il
corridoio, ma ad un tratto si trovò faccia a faccia con Miss Parker che aveva la
pistola puntata verso di lui.
"La corsa è finita, Jarod".
"Non mi sparerai Miss Parker, non ne saresti capace". Disse Jarod e girandosi
per rimettersi a correre ebbe un colpo e gridò dalla paura: davanti a lui c'era
sè stesso.
"Hai ragione a gridare, specie perchè adesso non hai via d'uscita, clone" disse
Jason.
"Clone? vuoi dire che...
"Si Jarod" disse Miss Parker facendolo voltare verso di lei "questo è il tuo
clone, Jason.
"Jason! quello che .....
"Quello che ha parlato con te al telefono oggi. Prova a prendermi se ci riesci,
non sono parole tue? Mi sembra di esserci riuscito", disse sogghignando.
"Non ancora" disse Jarod a denti stretti e subito dopo diede un pugno a Jason
facendolo svenire. "Non sei molto sveglio per essere il mio clone".
"JASON!" gridò Miss Parker andando verso di lui e cercando di farlo riprendere e
subito dopo si girò verso Jarod.
"Jarod maledetto" disse lei guardandolo con rabbia.
Jarod era scioccato. Da quella reazione era evidente che Miss Parker provava
qualcosa per quel simulatore, ma non riusciva a crederci. Miss Parker gliene
aveva sempre dette tante quando lui riusciva a scappare, ma era la prima volta
che vedeva Miss Parker guardarlo con quella espressione. I suoi occhi erano
diventati duri come il ghiaccio e Jarod per un attimo ebbe paura, ma subito dopo
vide alcuni poliziotti avvicinarsi e guardò Miss Parker sorridendo.
"Che cosa è successo?" Disse uno dei poliziotti.
"Queste due persone hanno tentato di aggredirmi, hanno delle armi, arrestateli".
"Subito dottore" e così a Miss Parker e a Jason, che nel frattempo si era
ripreso, vennero messe le manette e furono condotti nell'ufficio della polizia
dell'ospedale.
Miss Parker si girò verso Jarod che continuava a sorridere soddisfatto, ma in
realtà era molto preoccupato. Quel simulatore era pericoloso, quel giorno era
stata una fortuna che lui era riuscito a farcela. Che cosa poteva fare? Non
avrebbe mai potuto ucciderlo, perchè era sè stesso, era pur sempre sangue del
suo sangue. E con questi pensieri Jarod abbandonò l'ospedale e si diresse in
aeroporto.
Blue Cove ore 11:30 p.m.
"Non è possibile, un altro fallimento!!" disse Raines quando Miss Parker e Jason
gli spiegarono quello che era successo.
"Miss Parker, mi sta veramente deludendo molto in questo periodo, specialmente
adesso. Ce l'avevate in pugno, era in trappola, e ve lo siete fatto scappare.
Jason mi meraviglio anche di te. Da quando Jarod è fuggito ti ho addestrato a
prenderlo e tu al primo tentativo fallisci".
"La colpa non è stata di Jason è stata soprattutto mia, avrei dovuto ....".
"No Miss Parker, ti sbagli tu non c'entri. Non si ripeterà più Dr. Raines glielo
garantisco" disse Jason.
"Lo spero perchè se fallisci ancora mi vedrò costretto ad assegnarti simulazioni
per il Centro come hai fatto da quando sei nato, anzi no, volevo dire da quando
sei stato creato. E adesso andate, ci vediamo domani mattina".
E così dopo queste parole Miss Parker e Jason uscirono dall'ufficio.
Miss Parker percorrendo il corridoio insieme a Jason lo guardò e notò la ferita
del pugno di Jarod.
"Accidenti, Jarod ti ha conciato proprio male, andiamo in infermeria, ti aiuto a
medicarti" disse lei sorridendo.
"Grazie Miss Parker, ma non importa faccio da solo, vai a casa" rispose lui
contraccambiando il sorriso.
"Tanto non riuscirei lo stesso a dormire una volta a casa dopo questo
fallimento, non riesco a credere che ce lo siamo fatti scappare da sotto il
naso".
"La colpa è mia Miss Parker se fossi stato più attento Jarod non mi avrebbe
colpito e tu non..." Jason e Miss Parker si guardarono intensamente "tu non ti
saresti distratta per aiutarmi".
Senza dire più niente arrivarono in infermeria e Miss Parker aiutò Jason a
medicarsi la ferita.
"Miss Parker, ti posso fare una domanda?" domandò a un tratto Jason.
"Si, purchè sia una domanda a cui io possa dare una risposta"
"Perchè dai la caccia a Jarod? Raines non me l'ha mai detto".
"Vedi, tempo fa ho fatto un patto con mio padre: quando avrò catturato Jarod
potrò andarmene dal Centro, io odio il Centro ed è per questo che ogni volta che
Jarod mi scappa da sotto il naso con lui fugge anche la speranza di potermene
andare" disse Miss Parker tristemente.
"Quindi tu non odi Jarod, lo vuoi prendere solo per andartene, invece Raines è
convinto che tu fai apposta a lasciartelo sfuggire. Pensa che tra voi due ci sia
qualcosa".
"No, Raines si sbaglia. E 'vero alcune volte Jarod si fa sentire, mi rivela
delle scoperte riguardanti la morte di mia madre, e io altre volte le dico cose
riguardanti la sua famiglia, c'è una specie di qui-pro-quo tra noi ma tutto
finisce lì".
"Forse è sbagliato dirtelo, ma credo che tu debba smettere di avere questo
genere di rapporto con Jarod, pensa se a Raines venissero dei sospetti e ti
facesse qualcosa, per esempio ti usasse come cavia per alcuni suoi esperimenti.
Raines è capace di tutto".
"Già ma non ho paura di lui" disse Miss Parker con aria da sfida.
"Non ti conviene sottovalutare Raines, esperienza personale" disse lui
tristemente.
"Perchè? Per caso ti ha fatto qualcosa?"
"Bè diciamo che fino a poco tempo fa io ero la sua cavia preferita per i suoi
esperimenti".
"Jason, Raines ti ha affidato questo incarico, perchè sei il clone di Jarod o ci
sono altri motivi?" disse a un tratto Miss Parker.
"Non mi sono mai porso questa domanda, so solo che se fallirò ancora mi
riporterà in isolamento e continuerà a usarmi per i suoi esperimenti" disse lui
tristemente.
"E io non me ne potrò andare dal Centro" qualche lacrima le solcò il viso.
"Jason ti prometto che farò di tutto per toglierti dalle mani di Raines dopo che
Jarod sarà tornato al Centro. Conosco Raines, sicuramente non ti lascerà andare,
ma ti garantisco che non ti farà più niente" sussurrò lei guardandolo
intensamente.
"E io ti prometto che cattureremo Jarod. Prima questo lavoro lo facevo solo per
me, per non tornare più in laboratorio come una cavia ma adesso che so il motivo
per cui lo vuoi catturare, da ora in poi farò questo lavoro per te. Io voglio
che tu sia felice Miss Parker".
"Nessuno aveva mai fatto qualcosa per me, io non mi fido di nessuno, ma posso
fidarmi di te?" disse Miss Parker sfiorandogli una guancia.
"Mettimi alla prova" sussurrò Jason prima di darle un lungo bacio appassionato
che durò alcuni minuti oppure secoli per Miss Parker. Lei in quel momento si
sentì felice. Felice di aver trovato una persona che la sapesse capire,
ascoltare e fosse capace anche di volerle bene.
Subito dopo si salutarono e lei tornò a casa.
Casa di Miss Parker 7:30 a.m.
Miss Parker stava preparandosi per andare al lavoro, non vedeva l'ora di essere
là per poter passare un'altra giornata con Jason.
"Incredibile" disse sorridendo "io che mi innamoro di una persona identica a
quella che odio di più al mondo"
E mentre era assorta dai suoi pensieri ad un certo punto squillò il telefono che
la fece spaventare, e il suo viso sorridente di pochi secondi fa svanì lasciando
il posto a lamentele per chi potesse essere a quell'ora.
"Chi è!" rispose duramente.
"Vedo che ci siamo svegliati di buon umore oggi, Miss Parker"
"Jarod, ma che sorpresa sentirti alle 7:30 del mattino, sei caduto dal letto per
caso?" gli disse con un tono da presa in giro.
"Non proprio, volevo solo dirti di stare alla larga da quel simulatore, è molto
pericoloso" le disse lui preoccupato.
"Non puoi dirmi quello che devo o non devo fare Jarod, chi ti credi di essere?"
gli rispose lei furiosa.
"Io sono solo molto preoccupato per te, Miss Parker e non ti sto prendendo in
giro devi credermi" "Non ci penso neanche a stare alla larga da Jason e sai
perchè? Lui è come te. Ha paura di Raines. Ti rendi conto che se non ti
catturiamo finirà di nuovo ad essere una cavia da laboratorio per gli
esperimenti di Raines? E io non me ne potrò mai andare dal Centro". Jarod io non
ti vorrei catturare, ma devo farlo".
"Quindi tu vorresti sacrificare me per te e per Jason? Ti rendi conto di quello
che stai dicendo? Perchè sei così testarda, se io ritornassi al Centro pensi che
tuo padre ti permetterà di andartene? E soprattutto pensi che Raines
rinuncerebbe a Jason?
"Si, e sai perchè? Perchè avrebbe te".
"No, tu non sei la Miss Parker che conosco. Quella che conosco io non direbbe
questo. Sei stata condizionata da Jason".
"Smettila Jarod" gridò lei "lasciami in pace" e dopo di che riattaccò il
telefono. Improvvisamente, neanche lei sapeva il perchè si rese conto che era
scesa qualche lacrima dal suo viso.
"Mi dispiace Jarod" queste parole le uscirono senza che lei volesse e si mise
una mano sulla bocca.
"Ma che sto dicendo?" Si domandò.
Il Centro Blue Cove ore 8:00
Broots si avviava con un passo un pò inpacciato verso l'ufficio di Jason con in
mano delle cartelle con delle notizie importanti su Jarod.
"Dove te ne vai così in fretta Broots?" disse Miss Parker uscendo
dall'ascensore.
"Miss Parker, ciao. Ho scoperto delle cose su Jarod credo si trovi a Los
Angeles, gliele sto portando a Jason" disse Broots.
"E bravo il genietto dei computer, comunque non ti disturbare, porto io queste
cartelle a Jason, tanto devo lo stesso andare da lui" disse lei sorridendo.
"Va bene. Ti vedo radiosa stamattina, che hai?" disse Broots sorpreso.
"Niente, sono felice perchè ho fatto un bel sogno" gli rispose ironicamente.
"Non è che per caso è successo qualcosa fra te e Jason ieri?" le chiese lui
curioso.
"No, e che cosa doveva succedere? Io e Jason siamo solo amici, e poi pensaci, io
che odio a morte Jarod dovrei mettermi insieme al suo clone? Vai a prenderti un
caffè Broots" gli rispose con un'aria seccata prima di avviarsi verso il lungo
corridoio.
"Anch'io stanotte ho fatto un bel sogno, ma non per questo mi metto a ridere.
Come si fa a ridere al Centro, con Raines che potrebbe essere dietro l'angolo a
spiarti? Protestò Broots a bassa voce mentre andava nel suo ufficio.
Miss Parker bussò alla porta dell'ufficio e quando entrò vide Jason che
osservava delle carte girato di spalle.
"Broots mettimi pure le cartelle sul tavolo, e la prossima volta cerca di
arrivare un pò prima" disse Jason pensando che fosse entrato Broots dalla porta.
Miss Parker si avvicinò lentamente a lui, gli circondò i fianchi con le braccia
facendolo spaventare e all'orecchio gli sussurrò: "scusa simulatore, ti prometto
che la prossima volta sarò più veloce".
"Miss Parker" disse lui girandosi e sorridendo "scusa pensavo fosse Broots"
disse e subito dopo le diede un bacio.
"Ricordati che solo io posso trattarlo male, però ti do il permesso di trattare
male me" gli rispose prima di contraccambiare il bacio.
"D'accordo come vuoi. Parliamo di cose serie adesso. Sembra che Broots abbia
trovato Jarod" disse Jason prendendo le cartelle che gli aveva portato Miss
Parker.
"Si, me l'ha detto. Sembra si trovi a Los Angeles. Che facciamo andiamo là?".
"Sì sarà meglio, anche perchè lui non sa che noi l'abbiamo già trovato, è solo
da poche ore che si trova a Los Angeles e quindi gli possiamo fare una bella
sorpresa" disse Jason con un'aria soddisfatta.
"Bene, allora prenoto il jet, ci vediamo dopo" e con queste parole Miss Parker
si avviò verso la porta dell'ufficio.
"Miss Parker aspetta" la richiamò lui.
"Sì che cosa c'è?"
"Volevo solo dirti che ieri sera parlavo sul serio" disse lui avvicinandosi "si
insomma riguardo al fatto di catturare Jarod per te, non l'ho detto per far
colpo su di te o altro".
"Sì lo so che non mi hai mentito e che parlavi seriamente ti ringrazio Jason"
rispose lei prima di baciarlo di nuovo e subito dopo lasciò l'ufficio.
Ufficio di Sidney ore 11:45 a.m.
Sidney era da solo. Stava osservando le simulazioni svolte da Jason. Quello che
gli aveva detto il simulatore il giorno prima doveva ammettere che era vero: le
simulazioni fatte da Jason erano le stesse che aveva svolto Jarod, però il clone
ci aveva messo meno tempo. Non sapeva perchè ma aveva una strana sensazione.
Sentiva che in quel simulatore c'era qualcosa di molto strano, ma non sapeva che
cosa. E mentre stava pensando squillò il telefono dell'ufficio.
"Sono Sidney"
"Sidney ti devo parlare" era Jarod.
"Jarod, che hai mi sembri preoccupato, è successo qualcosa?" rispose il dottore.
"Purtroppo si, Sidney, non so che fare".
"Se stai parlando di Jason, hai ragione a preoccuparti è molto pericoloso, devi
stare molto attento".
"Veramente parlavo di Miss Parker, io credo che sia cambiata".
"Non capisco cosa vuoi dire, io non ho notato nessun cambiamento, ne sei
sicuro??"
"Si sicurissimo, stamattina le ho telefonato e mi ha detto delle cose che non mi
aveva mai detto prima, Sidney non è più lei. Devo fare qualcosa. Voglio venire a
Blue Cove".
"No Jarod, non puoi farlo, sarebbe molto pericoloso per te. Ascolta, lascia fare
a me, le parlo io e se noto qualcosa prometto che ti chiamerò".
"Va bene, grazie Sidney" e chiuse la telefonata.
Jarod era steso nel suo letto e pensava. Era molto preoccupato. Per lui Miss
Parker era come una sorella, anzi più di questo e non avrebbe permesso a nessuno
di distruggere il rapporto che avevano. Anche se questo non era dei migliori,
comunque lui sapeva che lei non gli avrebbe mai sparato o non gli avrebbe mai
fatto del male. Improvvisamente si rese conto di essere geloso del suo clone.
Forse tra loro era già successo qualcosa. Però ad un tratto si ritrovò a
sorridere pensando che il suo clone non era come lui. Jarod in 2 anni non si era
mai fatto avanti con Miss Parker per rivelargli i suoi sentimenti, invece questo
qui in poco tempo l'aveva già conquistata. "Ma forse non è ancora successo
niente" sperò Jarod e con questi pensieri si addormentò.
Sidney uscì dall'ufficio per andare da Miss Parker, ma fatti pochi passi la vide
uscire dall'ascensore.
"Parker, stavo proprio venendo da te, puoi venire un attimo nel mio ufficio ti
dovrei parlare".
"D'accordo Sidney purchè sia una cosa breve tra poco devo partire".
Entrarono nell'ufficio e si sedettero.
"Allora che c'è Sidney?"
"Ti devo chiedere una cosa importante e vorrei che tu sia sincera. C'è qualcosa
tra te e Jason?"
A quella domanda Miss Parker si mise a ridere "Sidney che razza di domande fai?
Prima Jarod poi Broots e adesso tu, non c'è niente tra me e lui, siamo solo
amici, voglio dire lo conosco da ieri".
"Prima hai nominato Jarod, ti ha chiamato?" Gli domandò curioso anche se sapeva
già la risposta.
"Si, stamattina. Pensa un pò che stupido quel simulatore, mi ha detto di star
lontano da Jason perchè secondo lui è pericoloso. E' pericoloso certo, ma per
Jarod non per me. Dico bene Sidney?"
Miss Parker lo guardò sicura che lui le avrebbe dato ragione ma Sidney fece una
faccia strana come per ammettere che era Jarod ad aver ragione in realtà.
"Non ci posso credere, sei anche tu dalla sua parte. Ma che ha fatto Jason per
avervi tutti contro?" Miss Parker mentre diceva queste parole si era alzata
velocemente dalla sedia.
Sidney si alzò anche lui e si avvicinò a lei.
"Miss Parker calmati, io ti sto dicendo questo per il tuo bene. La verità è che
Jarod mi ha telefonato, lui è veramente molto preoccupato per te.
"Ma perchè? Il fatto che Jason sia stato assistito da Raines non vuol dire che
sia pericoloso, lui è .... non è cattivo ha solo bisogno di qualcuno con cui
parlare, vuole catturare Jarod solo per non tornare a fare la cavia da
laboratorio di Raines, nient'altro" mentre diceva queste parole qualche lacrima
le scese dagli occhi.
"E preferiresti che fosse Jarod a diventare una cavia da laboratorio Parker"
disse Sidney duramente.
"Quando riporterò Jarod al Centro ti prometto che chiederò a Raines di affidarlo
a te per le simulazioni, ma adesso scusa devo andare, ci vediamo". Miss Parker
uscì dall'ufficio e Sidney si convinse che Miss Parker diceva la verità. Non
c'era niente tra lei e Jason. Si rimise alla scrivania e continuò il suo lavoro.
Los Angeles ore 15:15 p.m.
Jarod era seduto a un tavolino di un bar e stava prendendo un caffè. Nella sua
mente continuavano a risuonargli le parole dette da Miss Parker quella mattina
al telefono.
"Speriamo che Sidney mi chiami presto, questa attesa mi preoccupa" disse lui
continuando a controllare l'orologio.
A un certo punto guardò fuori e notò una macchina nera che si fermava proprio
vicino al bar.
All'inizio non gli diede molta importanza, ma poi vide scendere Sam, lo spazzino
di Miss Parker e subito dopo anche lei e Jason.
"Accidenti come hanno fatto a .... Broots ma certo, accidenti". Si alzò
velocemente, prese un quotidiano da un tavolo e si diresse verso l'uscita
coprendosi il viso andando dalla parte opposta della macchina cercando di non
farsi vedere ma subito Jason lo notò.
"Jarod fermati" gridò cominciando a correre nella sua direzione.
Jarod senza neanche voltarsi gettò in terra il giornale e cominciò a correre per
la strada, alla fine girò a sinistra sperando di seminarlo ma si ritrovò in un
vicolo cieco.
"Come un topo in trappola" sogghignò Jason.
Jarod si voltò di scatto e lo vide con la pistola puntata verso di lui così alzò
le mani.
"Dì le tue ultime preghiere Jarod".
"Aspetta Jason, non hai il compito di riportarmi al Centro vivo?" disse Jarod
sorpreso.
"Vivo o morto non fa alcuna differenza. Mi hai provocato anche già abbastanza
disturbo, quindi dirò che hai tentato di uccidermi e io non ho potuto fare altro
che spararti per difendermi. Sono sicuro che la mia adorata Parker mi
perdonerà".
"No non credo.... aspetta aspetta la tua adorata Parker ho sentito bene?".
"Miss Parker non te l'ha detto? Già è vero immagino che voglia tenere il
segreto. Devi sapere che lei si è innamorata di me e adesso stiamo insieme".
"E tu la ami?"
"Io? Bè fammi pensare. Ragazza bellissima con un bel carattere, ma no non è il
mio tipo. Lo so che tu provi qualcosa per lei, lo si vede dalla tua espressione.
Non ti preoccupare quando sarai morto mi prenderò io cura di lei".
"Stai lontano da lei Jason altrimenti io"... disse Jason a denti stretti.
"Non sei proprio nella condizione di minacciarmi. Addio per sempre".
Jarod chiuse gli occhi perchè ormai pensava che la sua fine fosse vicina. Il suo
pensiero era rivolto a Miss Parker. Voleva che fosse lei il suo ultimo pensiero
della sua vita che ormai stava per finire.
"Jason per fortuna l'hai preso" disse felicemente Miss Parker avvicinandosi
insieme a Sam.
Jarod aprì gli occhi e tirò un sospiro di sollievo. In quel momento fu molto
felice di rivedere Miss Parker, senza saperlo gli aveva salvato la vita.
"Accidenti" disse Jason sottovoce dopo di che si girò e le sorrise.
"Si, ma non è stato facile".
Miss Parker prima guardò Jarod sogghignado e poi bacio appassionatamente Jason.
Jarod che non voleva vedere la scena, girò la testa e poi disse:
"Miss Parker se tu sapessi cosa voleva farmi non lo ringrazieresti in quel
modo". disse Jarod furiosamente.
"Sentiamo allora simulatore cosa voleva farti Jason?"
"Semplice voleva uccidermi, se tu fossi arrivata un minuto dopo avresti visto il
mio cadavere".
"Questo è assurdo, io credo che tu abbia dei problemi mentali Jarod, una volta
al Centro dovrò dire a Raines di farti un controllo nel cervello prima di farti
svolgere delle simulazioni. Tutto questo tempo passato fuori dal Centro ti ha
fatto male" rispose Jason ridendo.
"Ascolta Miss Parker" Jarod si avvicinò a lei ma Sam lo fermò e lo portò via.
"Lui è pericoloso devi credermi Miss Parker, ti ho mai mentito? Rispondimi
Parker!" Gridava Jarod mentre Sam lo trascinava via.
Lei lo guardava sorpresa. Jarod non aveva mai avuto queste reazioni. "Che
dicesse la verità?" Pensò nella mente.
"Spero che tu non voglia credergli Miss Parker" disse Jason seriamente.
Miss Parker scuotè la testa per mandare via tutti i pensieri che aveva in mente.
Finalmente Jarod era stato preso e lei se ne sarebbe potuta andare via dal
Centro e passare un pò più di tempo con Jason al di fuori del lavoro. Si girò
verso di lui e sorrise.
"Sta tranquillo, io sono contenta che tu abbia preso Jarod. Ci pensi finalmente
possiamo andarcene dal Centro" si baciarono e andarono insieme verso la
macchina.
Ma quando arrivarono scoprirono che nel frattempo Jarod era scappato lasciando
Sam svenuto e con una botta in testa.
"Idiota te lo sei fatto scappare" sbraitò Miss Parker.
"Maledizione anche questa volta ce l'ha fatta" disse poi Jason.
"Ormai è inutile star qui a lamentarci. Torniamo al Centro" disse lei.
"Si hai ragione. Ma non diciamo niente a Raines. E' meglio".
"Ci avevo pensato anch'io, non voglio che ti punisca, dopotutto hai fatto del
tuo meglio". Gli disse lei sorridendo.
Il Centro Blue Cove una settimana dopo 10:30
a.m.
Miss Parker uscì dall'ascensore dirigendosi verso il suo ufficio. Passando per
l'ufficio di Raines sentì la voce di Jason che parlava con lui, la porta
dell'ufficio era semi-aperta e, curiosa di sapere se dicevano qualcosa riguardo
a Jarod, si mise in ascolto.
"Quindi non hai ancora trovato Jarod" disse Raines un pò scocciato al clone.
"Mi dispiace Dr. Raines, ma purtroppo non abbiamo notizie. Jarod non si fa più
sentire al Centro da una settimana ormai, e quindi è impossibile localizzarlo,
ma la prossima volta che lo troverò, non mi sfuggirà" rispose Jason.
"Bene. Ah proposito, come và la tua relazione con Miss Parker?" Chiese a un
certo punto Raines sogghignando.
Miss Parker a queste parole si sorprese. Nessuno sapeva della loro relazione Che
Raines li avesse spiati?
"Bene, e devo ammettere che non ho dovuto neanche faticare tanto per
conquistarla. E' bastato trovare il suo punto debole e puff!! caduta come una
pera cotta" dopo queste parole Raines e Jason si misero a ridere sonoramente.
Miss Parker non voleva credere a quello che aveva sentito. L'aveva tradita.
Pensava che lui la amasse, aveva riposto tutta la sua fiducia in lui e invece
per tutto questo tempo l'aveva presa in giro. Con le lacrime agli occhi corse
via.
Jason che nello stesso istante era uscito dall'ufficio di Raines per andare nel
suo, fece in tempo a vederla correre verso l'ascensore. Subito capì quello che
era successo e le corse dietro.
"Aspetta Miss Parker, posso spiegarti".
Miss Parker non si girò, schiacciò il bottone per chiamare l'ascensore ed entrò,
ma Jason fece in tempo ad entrare anche lui prima che l'ascensore si chiudesse.
"Ascolta Miss Parker, non so cosa tu abbia sentito ma quello che gli ho detto è
tutto falso" disse cercando di giustificarsi.
"Sta zitto! Non dire niente. Ti ho sentito dire a quel cadavere ambulante quello
che pensi di me. Una persona debole, che basta trovarle il punto debole e puff!!
cade in trappola come una pera cotta" gridò lei piangendo.
L'ascensore si aprì, lei uscì e cominciò a camminare per il corridoio.
"Aspetta lascia che ti dica la verità" disse lui.
Miss Parker si fermò ma non si girò. Rimase solo ad aspettare.
"Tu potrai anche non credermi, ma quello che ti sto per dire è la verità. Prima
che Raines mi presentasse a te, a Sidney e a Broots, mi disse che avrei dovuto
conquistarti, per distrarti nella ricerca di Jarod. All'inizio quando ti ho
baciato, ho fatto finta, devo ammetterlo, ma poi durante questi giorni ho capito
quello che provo veramente per te"
Miss Parker si girò e vide che qualche lacrima gli scese dal viso.
"Io ti amo, Miss Parker, non voglio perderti. Se avessi detto a Raines che ti
amavo veramente, non so cosa mi avrebbe fatto. Probabilmente mi avrebbe punito,
e non ti dico come" continuò tristemente
Lei si avvicinò a lui, gli mise le mani sugli occhi e gli asciugò le lacrime.
"Devi credermi, questa volta parlo seriamente, io ...
"Si ho capito, non dire più niente". Si abbracciarono "ma perchè non mi hai
detto del piano di Raines?"
"Semplice perchè avevo paura di perderti".
"Anche pochi minuti fa stavi per perdermi, non mi mentire mai più. Promesso"
disse lei guardandolo dritto negli occhi.
"Promesso" rispose lui sorridendo prima di baciarla "puoi fidarti di me
ricordatelo" le sussurrò prima di avviarsi verso l'ascensore e salire al piano
di sopra.
Il Centro, Blue Cove ore 2:25
Sidney si trovava nel suo ufficio a lavorare quando a un certo punto squillò il
telefono.
"Sono Sidney".
"Sidney, ascolta ti devo parlare" era Jarod "sono a Blue Cove"
"A Blue Cove? Ma sei matto? E se Jason ti trovasse?" gli disse Sidney
preoccupato.
"No, non c'è pericolo che mi trovi. Vediamoci al porto tra un quarto d'ora, va
bene?"
"Bene, ci sarò, ma nel frattempo stai attento" e dopo queste parole Sidney
chiuse la telefonata, e si diresse verso la porta dell'ufficio.
Ma nello stesso tempo nell'ufficio di Raines quest'ultimo e Jason avevano
ascoltato tutto.
"Vai a prenderlo Jason, a Sidney penserò io" disse Raines, così Jason prese la
pistola e si diresse verso l'uscita.
Sidney stava percorrendo il corridoio, era appena arrivato all'ascensore quando
sentì dietro di lui una strana presenza, come se qualcuno lo stesse seguendo, ma
non fece in tempo a girarsi perchè ricevette una violenta botta sulla testa e
perse i sensi.
Miss Parker dopo pochi minuti arrivò, e quando lo vide si spaventò e corse ad
aiutarlo.
"Sidney riprenditi, che è successo" disse preoccupata.
"Miss Parker, sei tu. Non so, a un certo punto ho sentito una botta dietro la
testa e ..." Sidney con l'aiuto di Miss Parker si alzò da terra.
"Si ma chi è stato e perchè?" gli domandò confusa.
"So solo che poco fa ho ricevuto una telefonata di Jarod che .... Oh mio dio,
Raines, ma certo è stato Raines. Mi ha stordito per impedirmi di andare da
Jarod. Deve aver sentito la telefonata, sicuramente ha mandato Jason
all'appuntamento per ..." Sidney guardò Miss Parker molto spaventato.
"Per cosa Sidney? Vuoi dire per ... ucciderlo? Ma non è possibile".
"C'è un solo modo per accertarsene. Presto corri, vai al porto. E' là che mi
dovevo incontrare con Jarod".
"Va bene. Vieni anche tu?"
"No, ho una faccenda da sistemare" disse lui seriamente e si avviò
precipitosamente verso il suo ufficio mentre Miss Parker corse verso
l'ascensore.
Il porto, Blue Cove ore 2:36
Jarod stava aspettando l'arrivo di Sidney. Aveva in mente insieme a lui di far
finire questa storia una volta per tutte. Quel simulatore da quando era arrivato
aveva portato solo guai e lui voleva assolutamente fermarlo prima che accadesse
qualcos'altro.
Sentì una macchina avvicinarsi e si voltò. All'inizio pensava fosse Sidney, ma
quando vide scendere Jason improvvisamente si accorse di avere paura.
"Calma Jarod" pensava "dov'è Sidney" disse poi al clone.
"Sidney è rimasto invischiato in un improvviso impegno, quindi ha mandato me"
gli rispose ironicamente.
"Molto spiritoso, e adesso cosa vuoi fare?"
"Molto semplice, clone" tirò fuori la pistola e gliela puntò contro "ucciderti,
a Los Angeles prima che quella guastafeste di Miss Parker arrivasse cosa stavo
dicendo? Ah già, bye bye simulatore".
Ma mentre stava per premere il grilletto sentì avvicinarsi una macchina. Jason
sapeva che si trattava di Miss Parker, perciò continuò a tenere sotto tiro
Jarod. Non poteva permettere che scappasse ancora.
"Che diavolo stai facendo Jason?" gridò Miss Parker avvicinandosi a lui.
"Sei arrivata giusto in tempo per salutare il tuo caro topo da laboratorio" le
rispose sogghignando.
"Non erano questi gli accordi, tu dovevi solo aiutarmi a catturarlo".
"Bè gli accordi sono cambiati".
"Non per me" Miss Parker tirò fuori la sua pistola e la puntò contro Jason
"metti giù quella pistola Jason" gli ordinò.
"Miss Parker ti consiglio di metterla giù tu la pistola, o giuro che gli
sparerò" disse Jason senza però distogliere lo sguardo da Jarod e con la pistola
puntata sempre verso di lui.
"E va bene, ma non sparargli".
"Miss Parker non farlo, anche se ti arrendi lui mi ucciderà lo stesso" gridò
Jarod, ma Miss Parker l'aveva già buttata lontano da lei.
Jason si mise a ridere sonoramente "Che ingenua che sei Miss Parker, ti credevo
più intelligente, per fortuna che non mi sono innamorato veramente di te
altrimenti sarei in grossi guai".
"Ma tu avevi detto che ... ma certo mi hai di nuovo mentito dicendo di amarmi"
disse lei tristemente.
"Finalmente l'hai capito. Raines mi ha addestrato a uccidere Jarod, non a
catturarlo e poi voleva che io facessi finta di innamorarmi di te solo per farti
odiare Jarod e per un certo periodo di tempo ci sono riuscito. Sai devi sapere
che quando Jarod mi ha ferito in ospedale ricordi? Io ho solo fatto finta di
cadere a terra svenuto. Volevo vedere se tu mi avresti aiutato e infatti è
successo, mi dispiace Miss Parker, questa è la realtà dei fatti" concluse Jason.
"E ora addio per sempre Jarod" e premette il grilletto.
"Nooo" gridò Miss Parker, prima di cadere per terra ferita e priva di sensi.
Jarod si ritrovò anche lui per terra ma non era ferito. Miss Parker l'aveva
spinto prendendosi lei la pallottola e salvandogli la vita.
"Nooo, Miss Parker" gridò Jarod e subito dopo si inginocchiò vicino a lei.
Lui sentì se respirava ancora. Fortunatamente non era ferita gravemente. Jason
l'aveva colpita alla spalla; Jarod mentre era vicino a lei vide la sua pistola e
senza farsi vedere dal clone la prese.
"Che stupida che sei stata Parker, ma non credere di averlo salvato" disse Jason.
Jarod si alzò da terra con uno sguardo furioso "Maledetto" sussurrò a denti
stretti; alzò la pistola verso di lui e premette il grilletto sparando a Jason
in pieno petto.
Jarod quindi si girò velocemente verso Miss Parker. Il proiettile doveva essere
tolto, altrimenti le poteva venire un'infezione. La prese in braccio e la mise
sul sedile posteriore della sua macchina dopo di che si mise alla guida. Jarod
aveva deciso di non portarla in ospedale, altrimenti avrebbe dovuto spiegare
troppe cose, per esempio chi gli avesse sparato. Decise di portarla in un suo
rifugio segreto nascosto in una specie di bosco di cui nessuno ne conosceva
l'esistenza.
Rifugio di Jarod, ore 3:05 p.m.
Quando arrivò scese dalla macchina e portò Miss Parker in casa. Essa non era
arredata. Era una casa piuttosto piccola con solo 3 stanze.
Jarod portò Miss Parker in camera e la sdraiò sul letto. Dopo di che prese tutto
il materiale chirurgico, che gli serviva quando doveva simulare di essere un
dottore, e cominciò l'operazione.
Dopo 4 ore Miss Parker si svegliò. Al momento non si ricordava di quello che era
successo, ma improvvisamente si ricordò di tutto. Il porto, Jason, il suo
tradimento e alla fine si ricordò anche che aveva salvato Jarod, prendendosi lei
la pallottola. Infatti sentì la spalla che le faceva male, ma quando la guardò
vide che c'erano dei cerotti. Qualcuno l'aveva soccorsa e anche operata. Ma chi?
E dove si trovava lei ora? Che posto era quello?
E mentre pensava chi potesse essere la persona che l'aveva salvata, la porta si
aprì.
Miss Parker quando lo vide si spaventò.
"Jason, che diavolo ci fai qui? Vattene" gridò Miss Parker pensando si trattasse
del clone, alzò di scatto la testa dal cuscino ma le venne un forte capogiro.
"Miss Parker calmati" disse Jarod sedendosi vicino a lei e facendola sdraiare
"Io non sono Jason".
"Jarod, allora sei tu che mi hai salvato" gli disse lei confusa.
Lui sorrise "certo, non avrei dovuto farlo? Anche tu mi hai salvato la vita e ti
ringrazio".
"Jason è morto?" Gli chiese.
"Si, gli ho sparato subito dopo che ti aveva ferito".
"Se non lo facevi tu l'avrei fatto io, grazie del favore. Comunque sul fatto di
averti salvato, ti consiglio di non ringraziarmi invece, quando starò ancora
bene ti converrà scappare, il fatto che ti ho salvato non vuol dire che non ti
voglia più catturare".
"No, se hai impedito a Jason di spararmi vuol dire che dopotutto non mi vuoi
riportare al Centro".
"Ti sbagli, mi sono messa in mezzo perché non volevo che ti uccidesse, voglio
riportarti vivo al Centro e ci riuscirò prima o poi stanne certo" disse lei
chiudendo gli occhi.
"Inveve sono sicuro che non lo farai. Ascolta Miss Parker" le disse
accarezzandogli il volto e facendole aprire gli occhi "tu e io insieme possiamo
trasformare il Centro in qualcosa di utile alle persone. Potrebbe diventare
un'organizzazione per salvare vite umane. E' inutile che io salvi ogni giorno
una singola persona quando se ne potrebbero salvare decine grazie al Centro".
"Vai a provarti la febbre Jarod, stai delirando. Andiamo lo sai anche tu che c'è
mio padre e lui non ti permetterà di fare questo e poi ti dimentichi di Raines.
Inoltre, sono sicura che tu dici queste cose, ma in realtà non ti importa
proprio niente del Centro e neanche di me. Se io dicessi a mio padre di non
volerti più catturare sarei obbligata comunque a rimanere al Centro, mentre tu
saresti libero.
"No, ti sbagli" gli disse duramente "non ti farei mai una cosa del genere, ti
prego Miss Parker fidati di me!".
A quelle parole Miss Parker lo guardò e nella sua mente rivide il volto di Jason
mentre le diceva che si poteva fidare di lui, che l'amava e poi si ricordò che
invece poi alla fine l'aveva tradita e qualche lacrima le solcò il viso.
"No, questo no! Non chiedermi di fidarmi di te. Non posso ancora fidarmi di
qualcuno" disse tristemente.
"Lo so adesso stai pensando a Jason. Lui ti ha fatto del male, ma non tenerti
tutto dentro, sfogati vedrai che dopo ti sentirai meglio" disse sorridendo.
"Pensavo di aver trovato finalmente una persona che mi volesse bene, io mi ero
innamorata di lui. Forse era solo attrazione, ma qualcosa c'era. Quando mi ha
detto la verità è come se il mondo mi fosse crollato addosso non so se adesso
riuscirei ancora a fidarmi di qualcuno" dopo queste parole si mise a piangere
disperatamente tra le braccia di Jarod.
Dopo qualche minuto lei si scostò da lui.
"Grazie Jarod e scusami".
"Per cosa, Miss Parker?" domandò lui confuso.
Lei lo guardò intensamente "tu mi avevi messo in guardia su Jason e io non ti ho
voluto ascoltare. Se penso che ti ho detto tutte quelle cose terribili quella
mattina al telefono mi vergogno di me stessa, ma in realtà non le pensavo
veramente, mentre tu sei sempre stato lì ad aiutarmi anche quando ti ho
insultato".
"Lo so che è stato un duro colpo per te quando hai scoperto che in realtà Jason
non ti amava, ma devi fidarti di me. Io ti ho mai mentito?".
"No, non mi hai mai mentito Jarod, tu sei stata l'unica persona che da quando mi
ha conosciuto mi ha voluto bene e mi ha sempre aiutata. Tu ci sei sempre stato
quando avevo bisogno" queste parole le disse senza che lei se ne accorgesse,
infatti dopo averle dette fece una faccia stupefatta sotto lo sguardo sorridente
di Jarod.
"Ma che ho detto? No, Jarod ascolta, fa come se io non avessi mai detto queste
parole, io ... volevo dire che ...." lui le mise un dito davanti alla bocca per
zittirla.
"Volevi dire che ti fidi di me e che mi ami" disse lui e subito dopo le prese il
viso tra le mani e la baciò appassionatamente.
Lei lo abbracciò e si sdraiarono sul letto sempre baciandosi ma lei
all'improvviso si scostò da lui spingendolo via.
"No Jarod, non possiamo farlo, tra noi due non potrebbe mai funzionare. Dio che
stavo per fare? Disse lei mettendosi le mani sul viso.
"Miss Parker calmati" gli disse lui tirandogli via le mani dal viso "e inutile
negare l'evidenza, tu mi ami e anche io ti amo, se continui a respingere questi
sentimenti sarà peggio non puoi farcela ancora a lungo".
"Io non nego di amarti, ma non so se questa storia potrebbe funzionare".
"Non avere paura Miss Parker, non succederà più niente. Io non ti farei mai
soffrire come ha fatto Jason".
Dette queste parole si sorrisero a vicenda e senza più dire niente si baciarono
di nuovo. Miss Parker ora si sentiva veramente felice. Finalmente aveva trovato
una persona che l'amava veramente. Senza saperlo l'aveva inseguito per anni,
anche se lo aveva sempre amato, nascondeva i suoi veri sentimenti per lui.
Promise a se stessa che l'indomani avrebbe parlato a suo padre. Questa caccia
doveva finire. Ma ora voleva solo stare insieme a Jarod e non le importava del
resto.
Il giorno dopo lei venne svegliata dalle prime luci del mattino che entravano
dalla finestra della camera. Si girò verso Jarod che dormiva ancora, gli diede
un bacio e poi si alzò.
Quando Jarod si svegliò vide Miss Parker che stava finendo di prepararsi.
"Buongiorno, dove stai andando" domandò.
"Jarod, finalmente ti sei svegliato, sto andando al Centro, la spalla non mi fa
più molto male, ma ti prometto che quando dovrò togliere i punti verrò da lei
dottore" gli rispose prima sorridendo e poi baciandolo.
Jarod si alzò anche lui e si preparò. Alla fine disse:
"Cosa dirai a Raines?"
"La verità, e poi mi dovrà spiegare molte cose a proposito di Jason" rispose lei
"spero di rivederti presto, ma conoscendoti sono sicura che lascerai Blue Cove
oggi stesso".
"Sinceramente non lo so ancora, ma credo di si" rispose lui sorridendo.
Dopo essersi salutati lei uscì, prese la macchina e si diresse verso il Centro.
Il Centro, Blue Cove ore 9:12 a.m.
Miss Parker si stava dirigendo verso l'ufficio di suo padre. Era intenzionata a
dirgli tutto riguardo lei e Jarod. Sidney appena la vide le andò incontro.
"Miss Parker, grazie al cielo stai bene ma dov'eri finita ieri?" le chiese
preoccupato.
"Ciao Sidney, ieri sono successe tante cose a dirti la verità, ti devo spiegare
tutto andiamo nel tuo ...."
"No, aspetta Miss Parker, mentre tu eri via, io ho scoperto una cosa.. molto
importante che riguarda la morte di tua madre".
"Hai scoperto chi l'ha uccisa per caso" le domandò lei.
"Si... e c'è dell'altro".
"Parla Sidney dimmi chi è stato e io giuro che lo vado ad ammazzare" disse lei
sottovoce e prendendo la pistola.
"Non serve, ci ho già pensato io".
"Vuoi dire che l'hai ucciso tu? Dimmi chi è stato?"
"E' stato Raines, però...."
"Raines, maledetto" disse lei piangendo.
"Miss Parker quello che ti sto per dire ti farà ancora più male di questo".
"Cosa c'è di più terribile nel sapere chi ha ucciso mia madre?"
"Raines ha ucciso tua madre perchè è stato tuo padre a ordinarglielo. Ho trovato
dei filmati nell'ufficio di Raines dopo averlo ucciso, facevano vedere tutto.
Tuo padre e Raines volevano creare un altro simulatore"
"Jason" disse lei nelle lacrime.
"Già, tua madre non voleva che Jarod fosse clonato, era intenzionata ad
avvertire la polizia per farli arrestare, non solo per questo esperimento ma
anche per altri che in passato Raines aveva compiuto sempre con il permesso di
tuo padre. E' per questo che è stata uccisa, loro volevano assolutamente creare
un altro simulatore utilizzando Jarod, e ci sono riusciti" concluse Sidney.
Miss Parker era sconvolta. Suo padre era stato ad uccidere sua madre, e lei che
si era sempre fidata di lui.
"E adesso dov'è quel maledetto?" domandò a denti stretti.
"In prigione, l'ho fatto arrestare, e lui ha confessato tutto. In quanto a
Raines non verrà mai trovato, o almeno troveranno la sua cenere".
"L'hai bruciato!! Grazie Sidney per avere fatto giustizia a mia madre".
"Dovevo farlo, te lo dovevo, e adesso dove vai?" chiese Sidney vedendola andare
via.
"Voglio stare da sola Sidney, ci vediamo" e se ne andò.
Cimitero di Blue Cove ore 9:30 a.m.
Miss Parker era in piedi vicino alla lapide di sua madre. Anche se quello che le
aveva detto Sidney l'aveva sconvolta, era sollevata nel sapere che adesso sua
madre era stata vendicata.
"Mamma, finalmente dopo tanto tempo potrai riposare in pace" disse e subito dopo
si baciò la mano e la appoggiò sulla lapide.
"Ciao Miss Parker".
Miss Parker si girò e vide Jarod avvicinarsi.
"Non dovevi partire?"
"Sidney mi ha raccontato tutto, non me la sono sentita di lasciarti sola. gli ho
detto anche di noi due. Sapevo di trovarti qui. Stai bene?" chiese preoccupato.
"Per tutto questo tempo ho sempre voluto sapere chi avesse ucciso mia madre.
Sospettavo di Raines, ma non avrei mai creduto che mio padre ...." si mise a
piangere e Jarod l'abbracciò.
"Miss Parker calmati, adesso tua madre è stata vendicata, finalmente la tua
caccia è finita".
"Già ma la tua?" gli chiese guardandolo negli occhi.
"Parli della mia famiglia? Li troverò prima o poi. Intanto ho trovato te".
"Jarod ascolta, sul fatto di trasformare il Centro in un'organizzazione per
salvare vite umane, io sono d'accordo. Adesso sono io il capo del Centro e
voglio farlo diventare qualcosa di utile a tutte le persone bisognose di aiuto,
verresti a lavorare con me, Sidney e Broots?" gli chiese sorridendo.
"Non lo so, sinceramente quando ieri ho avuto questa idea, l'ho detta sul
momento, non so se mi sento pronto a lavorare nel luogo che mi ha privato della
libertà per gran parte della mia vita".
"Si ti capisco, non importa se non accetterai, l'importante è che stiamo
insieme".
"Anch'io voglio stare con te, ma adesso devo proprio andare".
"Ah già devi partire, dimenticavo" disse lei tristemente.
"E'solo per qualche settimana. Devo ritornare a Los Angeles per sistemare alcune
cose, ci sentiremo per telefono" disse.
Subito dopo si salutarono con un bacio, e lui si avviò verso la macchina.
"Jarod" lo chiamò.
"Si che c'è?"
"Ti amo" sussurrò sorridendo.
"Anch'io ti amo" rispose, sorridendo anche lui e poi se ne andò.
Il Centro Blue Cove un mese dopo ore 8:15
a.m.
Miss Parker stava camminando nei corridoi del Centro dirigendosi verso il suo
ufficio quando vide Sidney e Broots che si avvicinarono a lei.
"Buongiorno, che fate qui?" domandò sorpresa.
"Miss Parker ci sono delle novità" disse Sidney sorridendo "abbiamo un nuovo
collaboratore".
"Spero non si tratti di cloni" disse lei ironicamente.
"No, niente di tutto questo, scusa avrei dovuto consultarti prima di assumerlo,
ma non ho potuto farne a meno".
"Va bene, va bene, vediamolo questo nuovo aiutante, dov'è?"
"Vieni è nel tuo ufficio" disse Broots.
Arrivati vicino alla porta dell'ufficio Sidney disse:
"Miss Parker ti presento" aprì la porta "Jarod Russell, il nostro nuovo
aiutante"
"Jarod ma cosa..."
"Bè diciamo che facendo 4 chiacchiere con Sidney sono riuscito a farmi
convincere a lavorare qui" disse sorridendo e poi andando verso di lei
l'abbracciò. "Ti amo, Miss Parker".
"Anch'io ti amo Jarod" rispose e guardandosi intensamente si diedero un lungo
bacio appassionato.
Sidney e Broots chiusero sorridendo la porta e tornarono ai propri lavori.
Da ora in poi Jarod e Miss Parker sarebbero stati i nuovi capi del Centro
affiancati, come sempre da Sidney e Broots. Il Centro era diventato
un'organizzazione che si occupava di salvare vite umane.
Jarod cercava ancora la sua famiglia, ma con un'organizzazione potente dove
lavorava, si diceva, l'avrebbe trovata molto presto.
(scritto da Maura)