Non avere paura
Riassunto: Miss Parker e Lyle rimangono bloccati con la loro preda in un bosco e Jarod ne approfitta per rivelare una cosa alla sua cacciatrice…
Scritto il 5/1/2003
Racconto adatto a tutti
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La natura lo affascinava, ogni cosa non
contaminata dall’uomo era stupenda. Era questo che pensava Jarod mentre ammirava
quella distesa di alberi così fitti da non far filtrare quasi per niente la luce
all’ interno del bosco molto esteso che nella sua bellezza nascondeva un
pericolo estremo. Jarod si riscosse dalla sua meraviglia e iniziò a scrutare il
bosco con sguardo indagatore per cercare di individuare la cosa che l’ aveva
condotto fino a lì, una bestia feroce che da settimane stava razziando il gregge
di molti allevamenti nelle vicinanze, ma che da solo un giorno aveva provocato
la morte di una ragazza appassionata di camminate in montagna; dopo aver saputo
la notizia si era precipitato lì in qualità di guardia forestale e l’avevano
accolto ben volentieri. Si mise sulle spalle lo zainetto e iniziò ad esplorare
il bosco.
Erano le 8.30 e Miss Parker era già al Centro da una buona mezz’ ora, non aveva
avuto un buon risveglio visto che Broots l’aveva chiamata circa alle 7.00
dicendole di venire al più presto perché aveva trovato una traccia molto
attendibile e così svogliatamente si era alzata pensando che se fosse stato un
falso allarme avrebbe fatto passare brutti momenti a Broots. M “Parla, Broots” B
“oh,eh…Miss Parker buongiorno…mi spiace averti svegliato, ma credo che ci
siamo…” S “buongiorno” M “vedo che anche tu sei stato buttato giù dal letto.
Allora, Broots dicci cos’ hai trovato” B “beh ecco, tra le cose trovate nell’
ultimo covo di Jarod c’erano dei pezzi di giornale così ho ricercato in internet
gli articoli dei quotidiani locali della data in cui Jarod è partito e ho
trovato un solo articolo che poteva attirare Jarod” porse il foglio a Sydney. S
“Il terrore dilaga tra i nostri boschi dopo il ritrovamento del cadavere di
Monica Prince” M “toglimi una curiosità, ma da quando sei qui?” B “veramente
ieri sera non sono tornato a casa” Miss Parker gli lanciò un’ occhiata che
voleva dire “patetico” S “sei sicuro che questo sia l’unico caso che possa
interessare Jarod?” M “bene allora andiamo”, in quel momento entrò Lyle L “dov’è
che vai sorellina?” M “Lyle…non potresti per una volta farti gli affari tuoi?” L
“credo ti sia sfuggito, ma è proprio quello che sto facendo visto che si tratta
di Jarod” Miss Parker si avvicinò al fratello con aria di sfida M “ah sì? E cosa
esattamente te lo fa pensare?” Lyle alzò le spalle L “ma, credo che sia perché
me lo ha detto il tuo maghetto dei computer…” Miss Parker si girò verso Broots B
“…bhe, io…lui..” la Parker si rigirò verso Lyle che le stava sorridendo L “non
dovremmo andare da qualche parte?” Miss Parker lo guardò ancora negli occhi per
qualche istante M “Broots scrivimi dov’è il posto, a quanto pare io e il mio
fratellino andiamo in gita”
Erano ormai due ore che Jarod si aggirava nella parte esterna per fare
rilevamenti, adattarsi all’ ambiente, tutto al fine di prepararsi alla sua
prossima simulazione quando si ricordò che non aveva fatto colazione, fu il suo
stomaco a ricordarglielo, e così tornò sui suoi passi. Dopo una buona mezz’ ora
di cammino fu fuori dal bosco e si diresse verso la sua jeep dove sicuramente
avrebbe trovato qualcosa da mettere sotto i denti; stava proprio trafficando
nell’ auto quando qualcosa attirò la sua attenzione J “oh no” Jarod aveva
riconosciuto subito la macchina nera del Centro che si era fermata a non più di
100 metri dalla sua, non si mosse, non ancora, voleva aspettare per vedere chi
era (sarebbe stato bello se fosse stata solo Miss Parker, ma raramente si
muoveva da sola) così esitò per un attimo, giusto il tempo di vedere scendere
dall’ auto i gemelli Parker.
M “Jarod!” Jarod pensò in fretta come era abituato a fare e decise in poche
frazioni di secondo di tornare nel bosco, era la sua unica via di salvezza, così
iniziò a correre sentendo le grida irate dei suoi inseguitori si addentrò nella
vegetazione cercando di far perdere le sue tracce e quando non sentì più i
rumori dei suoi cacciatori si fermò riprendendo fiato per qualche istante.
M “Jarod!” Miss Parker e Lyle si misero subito all’inseguimento, ma dopo non
molto si fermarono non vedendo più la loro preda M “dove diavolo è?” L “deve
essere andato per forza da quella parte” M “ah sì? E tu come lo sai?” L “non ti
ricordi della mia passione per la natura? Ne so qualcosa dei boschi” la Parker
non riuscì a trattenere una risata, a dire la verità non ci provò nemmeno, M
“certo! Ho sempre pensato che tu fossi un taglialegna mancato!” L “molto
divertente, comunque io vado anche senza di te. Dici che papà sarà contento
quando gli consegnerò personalmente Jarod?” un ghigno apparve sul suo volto e
poi si girò procedendo per la via da cui pensava fosse passato il simulatore.
Miss Parker guardò la sua sagoma allontanarsi per poco chiedendosi “perché?” che
era riferito a molte cose, ma alla fine con riluttanza seguì il fratello
inoltrandosi sempre di più nel bosco.
Jarod intanto stava pensando al da farsi: non poteva uscire dal bosco da dove
era venuto, lo avrebbero localizzato subito, quindi avrebbe dovuto percorrere la
via più scomoda per poi uscire da una parte più lontana, lo aspettavano ore di
cammino. Così, con una smorfia dipinta sulla faccia, si mise in marcia
chiedendosi perché capitavano tutte a lui. Erano passate circa due ore durante
le quali aveva avanzato senza un attimo di tregua quando, visto che era arrivato
a buon punto decise di fermarsi per qualche istante e in quel momento sentì in
lontananza un urlo a metà fra il dolore e la rabbia.
M “Lyle, non vorrei disturbare la tua capacità di orientamento, ma credi davvero
ancora di trovare Jarod?” Lyle continuò a camminare imperterrito M “no perché
non so se te ne sei accorto, ma sono due ore che stiamo camminando e di Jarod
nemmeno l’ ombra” “non vorrei che il mio fratellino si fosse perso…” aggiunse
poi con malizia, Lyle si fermò girandosi di scatto L “ so perfettamente come
tornare indietro, ma non è ancora il momento, Jarod potrebbe essere vicino…seguimi”
M “Lyle, ma vuoi per una vol…” L “cosa?…” Lyle fu abbastanza svelto a girarsi da
vedere l’ultima parte della caduta di Miss Parker che scivolando su una radice
(non aveva certo scarpe da montagna) era caduta dalla piccola collinetta su cui
stavano camminando. L “Parker!” Lyle scese l’altura in poco tempo L “stai bene?”
M “certo, benissimo è stato solo un fuori programma” e così dicendo cercò di
alzarsi, ma quando appoggiò il piede destro al suolo non riuscì a trattenere un
grido a metà tra il dolore e la rabbia. M “deve essersi slogata…” L “fantastico!
Ora siamo proprio nei guai!” M “non sono ancora inferma, posso comunque
camminare…” Lyle si sedette di fianco alla sorella e tirò fuori il cellulare L
“bisognava aspettarselo! Niente campo…” Miss Parker lo guardò fisso per
interminabili secondi M “non sei altro che un idiota pieno di orgoglio- il suo
sguardo si fece ancora più sprezzante –ti sei perso” Lyle non rispose, ma non
distolse neppure lo sguardo M “da quanto tempo vai in giro alla cieca?” L “se lo
vuoi proprio sapere ho seguito sempre una direzione, non sono andato alla cieca.
È solo che non riesco più a…” M “da quanto Lyle!?” L “tre quarti d’ora” Miss
Parker si distese incurante del fatto che forse il suo vestito da 300 dollari si
sarebbe rovinato M “va bene Lyle, hai fatto una delle tue, ma adesso mi porterai
fuori di qui perché non intendo restare in questo dannato bosco più del dovuto,
ci siamo capiti Lyle?” L “certo sorellina anch’ io sarei molto felice di
andarmene da qui, quindi se sai come…” M “sei tu che sai come, hai detto che hai
mantenuto sempre la stessa direzione, se non era una balla ci riuscirai ancora e
forse riusciremo ad uscire da questo inferno” Lyle si alzò ripulendosi i vestiti
dal fogliame del sottobosco e tese una mano alla Parker L “andiamo allora” Miss
Parker riuscì ad alzarsi L “dai appoggiati” se voleva avere una qualche
possibilità di muovere dei passi avrebbe dovuto per forza aggrapparsi a lui e
così lottando con se stessa mise un braccio sulle spalle di Lyle. Non avevano
fatto che qualche passo quando…
Jarod si era diretto nella direzione da cui era provenuto il grido e mentre si
avvicinava sentiva sempre più forte dentro di sé una sensazione di disagio, ma
non ci fece caso d'altronde c’era qualcuno che poteva aver bisogno di
aiuto…Quando arrivò a dieci metri dal luogo da dove doveva essere arrivato l’
urlo si fermò di scatto tendendo le orecchie per ascoltare meglio e quando
realizzò che erano davvero le voci di Miss Parker e Lyle non riuscì a trattenere
un’ espressione di sorpresa e si avvicinò, più cauto di prima, per vedere cosa
stavano facendo e riuscì a capire dopo poco che si erano persi e che Miss Parker
era ferita, non poteva lasciarli vagare per il bosco e poi tra meno di due ore
sarebbe diventato buio e così dopo aver fatto una smorfia di rassegnazione uscì
dai cespugli che gli fornivano un sicuro nascondiglio. Gli comparse un sospiro
sulle labbra quando vide la Parker sostenuta da Lyle perché pensò subito allo
sforzo che aveva dovuto fare la sua cacciatrice per non far avere il sopravvento
al suo orgoglio J “intendete andare lontano?” i due si girarono simultaneamente
e così videro Jarod a braccia incrociate e con il suo sorriso beffardo M
“Jarod!” Lyle gli puntò la pistola che aveva estratto velocemente dalla fondina
L “a quanto pare sorellina non avevo sbagliato direzione!” J “ti conviene
metterla via- lo guardò fisso negli occhi- Lyle” “vedi il sole fra non molto
calerà e non avrete certo il tempo di uscire dal bosco. Sempre che troviate la
via giusta quindi vi conviene seguirmi fino a una baita dove potremmo stare per
la notte” sorrise a Miss Parker e, sempre guardandola, aggiunse “allora che
volete fare?” L “ma sentilo! Guarda che non sei tu a dirci quello che dobbiamo
fare! Non so se hai notato, ma hai una pistola puntata addosso…” J “eh sì!
Questo sì che è un problema per me! Certo! Perché tu riuscirai a tenermi sotto
tiro per tutto il tempo in cui dovrai cercare la strada per il ritorno, al buio
magari, e con Miss Parker ferita!” Lyle inclinò la testa spazientito quando Miss
Parker intervenne M “finitela tutti e due andremo in quella baita per la notte e
domani vedremo il da farsi” J “bene, seguitemi allora” e dando le spalle ai due
si mise in cammino Lyle che ancora aveva la pistola alzata sbuffando la mise via
e insieme alla sorella seguì Jarod. Dopo non più di quaranta minuti di cammino
(abbastanza rallentato visto le condizioni di Miss Parker e le continue
obbiezioni di Lyle) i tre arrivarono alla meta, la baita che le guardie
forestali potevano utilizzare in caso di uscita prolungata, e dopo che Jarod
ebbe scassinato la serratura finalmente entrarono: non era molto grande aveva un
divano e un letto a due piazze (su cui si sedette subito Miss Parker), un
modesto cucinino e un camino. L “mmmmh alla fine non è poi così male” M “ti
ricorda una delle tue gitarelle in campeggio?” chiese in tono provocatorio a cui
Lyle rispose con un occhiata fulminante, intanto Jarod stava passando a setaccio
la baita e guardando nella dispensa si rassicurò essendo quasi piena, Jarod fece
una smorfia sospirando, non sarebbero morti di fame, ma lui, sarebbe resistito?
Guardò dalla finestra, il tramonto era già arrivato si chiese tra quanto
avrebbero iniziato a sentire freddo poi si girò e si inginocchiò ai piedi del
letto J “avanti vediamo cosa ti sei fatta Parker” M “guarda che non è il caso
buon samaritano, non è niente” Jarod sbuffò J “già credo che anche con le mie
cure avrai parecchi problemi a camminare domani, ma fai pure come vuoi” disse
alzando le sopracciglia, Miss Parker lo fissò per un attimo e poi controvoglia
iniziò a slacciarsi una scarpa. L “presto farà freddo” J “qui fuori ci dev’
essere una legnaia”rispose distratto ,Lyle fece per ribattere, ma dopo un attimo
di esitazione uscì, Jarod intanto stava esaminando la caviglia di Miss Parker,
non era molto grave, ma neanche leggera, si alzò per cercare dove tenevano il
necessario per il pronto soccorso e stava ancora frugando nella valigetta con
una croce rossa stampata quando rientrò Lyle brandendo un’ ascia.
Jarod vedendolo con la coda dell’occhio si girò e la sua espressine si trasformò
drasticamente in un misto di sorpresa, paura e rabbia (come aveva potuto non
pensare che in una legnaia ci sarebbe stata un’ascia?) poi guardò la Parker per
vedere la sua reazione, era calma L “di legna non ce né, vado a tagliarne un
po’” e detto questo si girò verso la porta M “ed ecco l’ anima del boscaiolo che
riaffiora” disse lei sorridendo compiaciuta, Lyle per tutta risposta alzò di
scatto l’ ascia e poi si allontanò. Jarod si rigirò continuando a cercare,
riflettendo sul fatto che il suo cervello non aveva nemmeno tentato di elaborare
una spiegazione e aveva subito associato l’immagine decisamente inquietante di
Lyle con un’ascia in mano all’allarme rosso, Jarod abbozzò un sorriso J
“trovata!” si rigirò verso Miss Parker che aveva assunto la postura di sempre,
quella della regina di ghiaccio, J “allora Parker com’è che mi avete trovato?”
Miss Parker sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi M “beh genio non sei l’unico a
far lavorare il cervello. Broots ha pensato bene di ricercare tutti i giornali
del giorno in cui hai lasciato l’ultimo covo e ha isolato un solo articolo che
ti poteva interessare” J “mmm…dovrò stare più attento…” M “visto che tornerai
molto presto al Centro ti consiglio di farlo” i due si guardarono negli occhi
per qualche secondo M “allora, vuoi fare qualcosa per questa caviglia o mi lasci
zoppa?” Jarod finse di essere pensoso e poi con il suo sorrisetto furbo si
avvicinò alla Parker. J “allora, qui ti fa male?” M “no” J “qui?” M “ahh!” J “
questa crema non è certo la migliore, ma serve comunque a qualcosa” iniziò a
spalmargliela piano sulla caviglia stando attento a non fare troppa pressione
sulla parte dolorante, dopo circa un paio di minuti guardò Miss Parker che aveva
gli occhi chiusi, Jarod non riuscì a scostare lo sguardo e la stava ancora
guardando quando lei aprì gli occhi, sembrava molto rilassata, ma non appena si
accorse che Jarod la stava fissando il suo sguardo divenne interrogativo. Jarod
le sorrise e le disse piano J “a quanto pare ti piace” i due si scambiarono un
lungo sguardo e proprio quando Miss Parker stava per parlare… “AAAHH!”, entrambi
si voltarono verso il bosco da dove era provenuto l’urlo, “aiutatemi!”, “Lyle!”
,esclamarono Jarod e Miss Parker contemporaneamente, e il simulatore si
precipitò fuori M “aspetta Jarod!” la Parker gli tirò la sua pistola e lui, dopo
averla afferrata prontamente, si mise a correre verso il punto dove gli sembrava
fossero provenute le urla e quando sentì due spari aumentò la velocità. Trovò
Lyle a terra che si teneva la spalla destra, il guanto di pelle nera era
visibilmente sporco di sangue, J “cos’è successo?” L “una bestiaccia mi è
arrivata alle spalle, sono finito per terra e…ho tentato di sparargli, ma è
scappato velocissimo e…” J “mm…andiamo è meglio stare in casa” e detto questo
infilò la pistola nei pantaloni e raccolse la legna tagliata da Lyle e l’ascia,
mentre stavano tornando Lyle borbottò qualcosa sulla tempestività e che ci
poteva rimanere secco, ma Jarod fece finta di non sentirlo per non risvegliare
antichi istinti omicida. M “Lyle cosa diavolo è successo?!” la sua attenzione
era catturata dalla ferita del fratello L “un animale mi ha aggredito” M “non
sarà quel problema di cui ti stavi occupando?” disse rivolta a Jarod J “credo di
sì, da queste parti in genere non ci sono animali abbastanza grandi da buttare a
terra un uomo e comunque non sono certo interessati a farlo.” “Dev’essere
proprio lui” aggiunse avvicinandosi alla finestra, L “ehi,aspettate un attimo!
Di cosa state parlando?” M “del motivo per cui siamo qui. Un animale ha ucciso
delle persone in questo bosco” L “ma davvero?!! E quando pensavi di dirmelo?” M
“beh, credevo lo sapessi fratellino”, Jarod non intervenne, ma pensò che in ogni
caso lui ce l’aveva la pistola non come le altre vittime, “e poi comunque avevi
la pistola, no?” aggiunse lei e Jarod sempre voltato verso la finestra non potè
fare a meno di sorridere pensando che forse la Parker gli aveva davvero letto
nel pensiero. L “certo che anche se mi avvertivi…” continuò a borbottare mentre
cercava di togliersi la giacca e una volta essere rimasto in camicia Jarod si
accorse che le sue ferite non erano per niente superficiali e dopo aver sbuffato
disse J “toglitela, è meglio medicarle” Lyle un po’ sorpreso iniziò a slacciarsi
i bottoni mentre Jarod apriva ancora una volta la valigetta del pronto soccorso,
M “Lyle” L “cosa?” M “stai ancora sanguinando” Jarod intanto li aveva raggiunti
J “siediti” si mise a esaminare la ferita, era abbastanza profonda e si
distinguevano quattro graffi, Jarod aveva già escluso la sua prima ipotesi, un
orso, ma questa era la prova certa, doveva essere un puma, un grosso puma; un
sorriso gli comparve sul volto J “ti farà un po’ male” e versò l’acqua
ossigenata sulle ferite, dalla sua posizione Miss Parker vide il volto di Lyle
contrarsi, ma non avrebbe urlato, non suo fratello. J “a posto, ora che è
disinfettato sarà meglio mettere un cicatrizzante e tenerlo fasciato” prese dei
rotoli di bende e un tubetto “ a te l’onore Miss Parker” e gli lanciò le garze e
la pomata, lei lo guardò gelidamente e lui in risposta le sorrise ed andò ad
occuparsi del camino, Parker un po’ zoppicando (notò che le faceva meno male di
prima) si mise dove prima era seduto Jarod e iniziò prima a stendere la pomata e
poi a fare la fasciatura L “aah” M “male?” L “non è un po’ troppo stretta?” la
allentò un po’ e gli disse nell’orecchio M “ti sei fatto mettere un litro di
acqua ossigenata sulle ferite aperte senza dire niente e adesso ti lamenti?” lui
a bassa voce rispose L “ la sopportazione ha dei limiti, non credi sorellina?”.
Finita la medicazione Lyle si rivestì e guardando fuori dalla finestra si
accorse che ormai era buio, l’aspettava tutta una notte, ma domani…guardò Jarod
indaffarato in chissà cosa e si tastò la pistola nella fondina, sorrise: la
sopportazione poteva essere molta se il premio finale era quello di riportare il
genio a casa! L “nessuno di voi ha fame? Io non mangio da stamattina” Miss
Parker face una smorfia ricordando quello che una volta aveva scoperto sulle
abitudini alimentari di Lyle J “in effetti non è una cattiva idea” tirò fuori
dalla dispensa del riso sotto vuoto e lo preparò per la cottura intanto anche
Miss Parker era andata in cucina M “ehi genio cosa prepari?” J “del riso non c’è
di meglio…” M “meglio immagino che siano quelle schifezze di cui ti strafoghi”
Jarod la guardò con il suo sorriso beffardo J “cerco di compensare a quello che
non ho mangiato quando avrei dovuto” la Parker ricambiò lo sguardo e subito dopo
lo distolse e appoggiandosi al piano della cucina disse M “peccato che non
potrai più mangiarne visto che domani si torna al Centro…”. L “cosa combinate?”
il giovane Parker era appena entrato nella cucina tenendosi la spalla ferita e
Jarod prese dei piatti J “tieni” e glieli lanciò, Lyle li afferrò prontamente
con l’unica mano che era in grado di afferrare qualcosa , ma questa volta non
riuscì a trattenere un lamento per il dolore, Jarod si rabbuiò, non l’aveva
fatto apposta, non ci aveva proprio pensato M “non sarebbe meglio che ti
prendessi un antidolorifico fratellino?” L “no…almeno per adesso…”e uscì dalla
stanza.
Intanto al Centro Sydney e Broots non riuscivano a capire dove fossero scomparsi
Miss Parker e Lyle B “ai loro telefoni non rispondono, ho chiamato la guardia
forestale del luogo e dicono di non averli visti!” S “calmati Broots sicuramente
si faranno sentire presto e…” un cigolio sospetto non gli fece finire la frase R
“Sydney il signor Parker la vuole subito nel suo ufficio” S “e si può sapere
perché, Raines?” R “ordini” rispose l’asmatico con un sorriso Sydney si alzò, ma
Broots lo trattenne B “cosa vorranno Syd?” con lo stesso tono basso lo psicologo
rispose S “qualcosa su Jarod, o su Parker” e uscì dall’ufficio seguito da
Raines. P “Sydney spero di non averla interrotta in qualcosa d’importante” S
“venga pure al punto” il signor Parker fece una smorfia digrignando i denti e
poi ricominciò P “Volevo parlare con mia figlia poco fa, non c’era…così ho fatto
chiamare Lyle, ma nemmeno lui c’era…Sembrano scomparsi, lei ne sa qualcosa?”
Sydney guardò per un attimo quell’uomo che non meritava di essere padre,
soprattutto di Miss Parker e dopo aver sospirato rispose S “certo. Sono partiti
stamattina, alla ricerca di Jarod come sempre” P “e dove diavolo sono adesso?” S
“non ne ho idea non si sono fatti sentire e non riusciamo a contattarli” P
“Jarod dev’essere ancora lì” Sydney non riuscì a trattenere una smorfia di
disapprovazione, non gli era passato nemmeno per l’anticamera del cervello che
forse i suoi figli potevano essere in pericolo. P “farò andare là una squadra di
spazzini a dargli una mano” S “non credo che possa servire, ma…” P “dove si
trovano?” Sydney aspettò qualche secondo prima di rispondere (e se Jarod fosse
davvero ancora là?).
Nella baita si era creato il silenzio, a quanto pareva avevano più fame di
quanto non dicessero infatti persino Miss Parker divorava il cibo con una certa
foga e in cinque minuti tutti i piatti erano puliti L “buono anche se preferisco
quello cinese” M “beh quando si ha fame ci si accontenta” Lyle le sorrise e si
alzò per portare il suo piatto e quello degli altri in cucina M “qualcosa non va
genio?” J “no, stavo solo pensando…come sta tuo padre?” il viso di Miss Parker
assunse un’espressione di sorpresa M “mio padre? Bene perché?” Jarod alzò le
spalle, ma allo stesso tempo il suo sguardo era di chi ne sapeva di più M “se
hai qualcosa da dire dilla, soprattutto se riguarda mio padre” Jarod sorrise
tristemente notando come quell’uomo riusciva a manipolarla così facilmente, ma
non ebbe il tempo di risponderle infatti il rumore di un piatto rotto li
interruppe M “Lyle!” disse ancora arrabbiata poi si alzò per andare a
controllare e vedendo il fratello corrugò la fronte: Lyle si stava appoggiando
al piano di cottura e respirava affannosamente quasi avesse appena corso. M “che
succede?” Lyle si girò con occhi stanchi verso la sorella, intanto Jarod era
entrato in cucina capendo che qualcosa non andava J “portiamolo sul letto” e
così fecero sorreggendolo uno da una parte uno dall’altra e lo fecero sdraiare
lentamente, ma Lyle si lamentò comunque quando la spalla toccò il letto M “ma
cosa gli è successo?” J “dev’essersi indebolito più di quanto credessi”
“veramente non credevo proprio niente, è solo Lyle, anche se morisse non m’
importerebbe” aggiunse mentalmente senza nemmeno rendersene conto, era vero, non
gli sarebbe importato, ma non lo avrebbe mai permesso, non ora, non quando lui
avrebbe potuto salvarlo, altrimenti perché non gli aveva sparato quella volta,
in quell’ altra baita? Non era da lui J “vado a prendere qualcosa” Miss Parker
annuì e tornò a guardare il fratello, gli mise una mano sulla fronte M “avrai la
febbre a 40” L “che fai ti preoccupi?” disse lui sorridendole M “sarebbe dura
trascinare il tuo cadavere attraverso tutto il bosco” disse lei seria prima di
ricambiare il sorriso L “beh me lo dovresti visto che se non fosse stato per me
a quest’ ora eri ancora là fuori a zoppicare” M “tu credi Lyle?” J “allora,
possiamo dargli un antidolorifico e un antibiotico per calmargli la febbre” Lyle
fece per alzarsi, ma il risultato non fu esattamente quello desiderato L “oh
andiamo non è necessario, me la sono sempre cavata…” M “sì certo i veri
boscaioli sono a prova di tutto” Jarod sorrise L “mmmhh ancora questa storia…” J
“ora stai zitto e prendi questo” gli passò il bicchiere con la polverina
disciolta, dalla faccia del giovane Parker non doveva essere una festa per le
papille gustative, il simulatore si rivolse poi a Miss Parker J “fagli prendere
anche questa fra un po’” e poi tornò in cucina, la Parker rimase un po’ a
guardarlo, non l’avrebbe mai capito.
Sydney dopo aver provato a telefonare a due persone ottenendo lo stesso
risultato, nessuna risposta, si mise a contemplare la parete davanti a lui
assorto nei suoi pensieri e così non sentì Broots entrare B “Sydney è
incredibile!” lo psichiatra fece letteralmente un salto sulla sedia e dopo aver
visto Broots disse riacquistando il suo solito tono calmo S “cosa è
incredibile?” B “in questo momento stanno partendo due macchine piene di
spazzini” S “vanno da Parker e Lyle” B “e da Jarod” S “mmmh” B “in effetti la
presenza di Jarod sarebbe l’unico motivo per cui non si sono ancora fatti
sentire” Sydney si alzò e si mise la giacca B “dove vai?” S “a casa e dovresti
andarci anche tu, se per tutto il giorno non si sono fatti sentire perché
dovrebbero di notte” mise una mano sulla spalla del tecnico e poi uscì. Mentre
percorreva il corridoio non aveva certo in mente di andare a riposare, doveva
sapere in qualche modo cosa stava succedendo.
M “ Si è addormentato” disse Miss Parker entrando nel cucinino dove Jarod stava
guardando delle carte J “ci credo, in una delle cose che ha bevuto era disciolto
anche del sonnifero” disse lui sorridendo alla Parker lei scosse piano la testa
e sorrise M “dimmi una cosa, tu lo sapevi che era da queste parti?” J “chi?” M
“quell’animale” J “credevo che potesse essere a questa altezza del bosco, ma se
avessi saputo che si trovava esattamente qui non ci sarei venuto, non credi” lui
la guardò negli occhi e lei in tutta risposta fece un mezzo sorriso e alzò le
sopracciglia come a voler dire “ne sei proprio sicuro genio?” Jarod tornò a
guardare le sue carte sorridendo J “come va la caviglia?” M “meglio non ti
preoccupare riesco ancora a correre” J “ ti conviene non sforzarla troppo o
rischierai di non poter correre…domani” disse lui in tono beffardo M “oh ma non
sarà necessario, vedi stanotte ho intenzione di non dormire. Non mi scapperai
questa volta” disse quasi seria. In quel momento mentre il buio calava si sentì
uno spaventoso grido animalesco, Jarod e Miss Parker si guardarono negli occhi
dopo un iniziale attimo di sorpresa, la belva era molto vicina.
J “non preoccuparti non può certo entrare” entrambi erano usciti dalla cucina e
Miss Parker si era seduta al tavolo M “oh io non mi preoccupo, ma lui sa che
siamo qui” J “va bene” M “cosa? dove vai?” Jarod era già sparito in uno
sgabuzzino J “meglio essere sicuri” uscì con in mano un fucile “no?” M “vuoi
uscire là fuori e ucciderlo? Non ci pensare nemmeno perché…” J “veramente non
voglio fare né l’una ne l’altra cosa . Questo è solo per sicurezza anche se non
credo sarà necessario e comunque lo sto caricando a tranquillizzanti, è colpa
dell’uomo se si comporta così, non sua. Una volta questi boschi erano il suo
mondo adesso sono decimati e lui si sente in trappola, è per questo che è così
aggressivo” “un po’ come te, vero Jarod?” pensò Miss Parker, Jarod appoggiò poi
il fucile al muro e proprio in quel momento la luce si spense M “Jarod che è
successo?” J “un piccolo black out, magari si è allentato un fusibile” M “e non
lo puoi riparare?” J “si, la centralina mi sembra sia giusto qui fuori” e
dicendo questo prese la giacca M “no, non importa tanto c’è il camino che fa
luce” Jarod posò la giacca e si girò con sguardo di sfida verso la sua
cacciatrice J “la temeraria Miss Parker che ha paura di un gattone!” M “mi
dispiace deluderti -disse in tono calmo- ma è che non ho voglia di stare al
freddo, qui dentro si sta bene” Jarod le sorrise sornione, ma una volta girato i
suoi occhi assunsero l’espressione di chi ha un dubbio “e se avesse voluto dire…noo
tu sogni Jarod!” pensò in quel momento il simulatore, poi tornò a guardare Miss
Parker J “hai sonno?” lei alzò un sopracciglio M “secondo te mi metterei a
dormire adesso, giusto per darti il tempo di scappare?” J “come vuoi” rispose
seccamente e si distese sul divano con il viso rivolto verso il muro, Jarod
detestava quando Miss Parker ignorava le sue gentilezze e, anzi, quasi lo
offendeva, guardando lo schienale del divano pensò al perché fosse così, in
effetti regina di ghiaccio era un soprannome azzeccato, ma lui non si sarebbe
arreso, lei non era come tutti credevano, poi chiuse gli occhi, doveva dormire,
era molto stanco.
Sydney stava cercando di contattare Jarod in tutti i modi, non sapeva più cosa
fare, alla fine si sedette sul letto pensando che, come sempre, per aiutarlo
riusciva a fare ben poco. Sperava soltanto che riuscisse a scappare poi si
ricordò che con lui non c’era solo una Parker, ma due e uno dei peggiori, Lyle…e
se invece non fosse come tutti credevano, se Miss Parker fosse in pericolo,
magari a causa del fratello… Sydney prese una cartina e il cellulare e montò in
macchina, prima di partire guardò l’ ora: erano le due, doveva correre
altrimenti gli spazzini avrebbero avuto un vantaggio irraggiungibile su di lui.
Proprio in quel momento le due squadre del Centro che avevano preso l’incarico
stavano imboccando l’uscita dell’autostrada per il bosco.
Jarod aprì gli occhi e sorrise erano poche le volte che il suo risveglio era
piacevole, bisognava assaporarle, mise a fuoco quello che i suoi occhi stavano
già, inconsciamente, guardando e il suo sorriso si allargò vedendo Miss Parker
addormentata su una poltrona, illuminata solo dalla tenue luce del camino.
Qualsiasi persona avrebbe pensato vedendola, è bellissima, ma non lui, Jarod
poteva vedere la sua bellezza ogni volta che la incontrava o che i suoi pensieri
si soffermavano su di lei, ma non poteva mai vedere la sua vera personalità
quella che Jarod sperava un giorno di poter far tornare in superficie e in quel
momento lei non era più la cacciatrice disposta a tutto ( beh alla fine non gli
aveva mai sparato) per riportarlo al Centro, era solo Miss Parker, la sua Miss
Parker. Si mise a sedere sempre guardandola perso nella sua figura, avrebbe
voluto avvicinarsi e sussurrargli a un orecchio di non avere paura, che lui per
lei ci sarebbe sempre stato; era ancora perso nei suoi pensieri quando notò un
particolare che non andava e spostò la sua attenzione al letto, era vuoto “e
Lyle?” pensò Jarod e si mise in ascolto per sentire un rumore che rivelava la
sua presenza, così si accorse che dalla cucina proveniva un rumore. Si alzò per
andare a vedere e molto furtivamente arrivò fino alla porta della cucina e poi
si raddrizzò un po’ sconcertato, in quel momento Lyle che era ai fornelli si
girò per prendere qualcosa e vide il simulatore L “Jarod! Ne vuoi un po’?” Jarod
guardò nella padella le quattro strisce di bacon e rispose con un indifferente
“no grazie” Lyle alzò le spalle e si rigirò per curare il bacon L “mi è venuta
fame. Strano, solitamente non faccio spuntini di mezzanotte” J “hai controllato
la confezione? Non vorrei che quelle cose fossero scadute” Lyle fece per parlare
girandosi, ma Jarod era già tornato in soggiorno. Jarod controllò l’ora erano le
quattro e pensò per la prima volta a cosa avrebbe dovuto fare, sorrise a se
stesso pensando “ti sei messo in un bel casino Jarod” poi tornò serio, in
effetti c’era una alta probabilità che presto arrivassero delle squadre di
spazzini a cercarli, si mise alla finestra, ma con il buio e senza conoscere il
posto non avrebbero avuto molte possibilità di trovarli ed era anche da contare
che gli spazzini non erano certo delle aquile, alzò un sopracciglio e tornò a
sedersi, non doveva aspettarseli prima dell’alba. In quel momento si sentì un
tonfo sul tetto, le assi del soppalco scricchiolarono, Lyle che stava mettendo
il suo spuntino in un piatto raggiunse Jarod con sguardo interrogativo, il
simulatore senza dire una parola prese il fucile e aprì la porta molto
lentamente, i due uscirono restando per una decina di secondi aspettando in
silenzio poi Jarod puntò il fucile e contemporaneamente Lyle gridò “eccolo!”
Jarod lo colpì all’addome e si spostò velocemente insieme a Lyle per non essere
colpito dal corpo del puma che toccato il suolo fece un ruggito cercando di
rialzarsi, ma il tranquillizzante fece subito effetto M “che diavolo succede?!”
I due guardarono Miss Parker apparsa sul ciglio della porta, L “ci siamo
liberati del gattino” disse alla sorella rimettendosi in piedi mentre si puliva
la camicia dalla polvere Jarod fece un smorfia, Lyle non si smentiva mai, anche
per le piccole cose lui doveva prendersi il merito J “dammi una mano piuttosto”
disse Jarod serio e Miss Parker non potè non sorridere vedendo l’espressione di
Lyle cambiare in una frazione di secondo per poi guardare diffidente Jarod J
“bisogna sistemarlo nella legnaia così potrà dormire tranquillo, come hai fatto
tu prima” detto questo si chinò prendendo saldamente il puma e Lyle fece lo
stesso (con qualche difficoltà) e iniziarono a trascinarlo vedendo la scena Miss
Parker alzò un sopracciglio, se li avessero visti quelli del Centro in quel
momento forse l’opinione che avevano su ognuno di loro sarebbe cambiata M
“mentre giocate con il gatto non perdetevi nel bosco eh” e tornò in casa
chiudendo la Porta sempre con un sorriso stampato in faccia. L “ecco, sistemato”
Jarod si diresse verso la casa J “fa ancora male?” disse senza alcun vero
interesse L “ehm no, ma forse varrà una vacanza” J “e dove? Ai cottage dell’
amore?” L “che cosa?! Ma come…” in quel momento Jarod entrò e si sedette sul
divano frugando nel suo zaino mentre Lyle non molto di buon umore andò nel
cucinino dove trovò Miss Parker L “mi dispiace di averti svegliato, dormivi così
bene, peccato che dovevi sorvegliare Jarod!” disse abbassando la voce M “guarda
che non so se te ne sei accorto, ma tu eri in catalessi mentre io lo
sorvegliavo” L “oh sì ho visto come lo sorvegliavi” detto questo si mise a
mangiare il bacon M “senti Lyle vedi di fartela passare altrimenti non so se
riusciremo a catturarlo” e uscì dalla stanza Lyle rimasto solo disse a se stesso
“sempre che tu lo voglia davvero” e si mise un altro boccone in bocca. Jarod
intanto stava esaminando il suo quadernino rosso, la morte della vittima non era
stato un caso…purtroppo però lui non se ne poteva più occupare, si lasciò cadere
sullo schienale, doveva stare veramente più attento, quella volta era stata pura
fortuna, ma non poteva permettere che il Centro ostacolasse il suo operato. M
“hey genio ti sei incantato?” disse la Parker prima di sedersi al tavolo J
“stavo solo pensando” disse mettendo via il quaderno M “ah sì? E perché non
pensi una volta per tutte di tornare al Centro?” J “perché voi invece non vi
rassegnate al fatto che io non tornerò mai?” M “questo è da vedere topo da
laboratorio!” J “non credo proprio” disse lui a denti stretti, era davvero
insopportabile quando agiva come se fosse suo padre. I due si fissarono per
qualche secondo poi Miss Parker lo guardò sospettosa M “non dovevi dirmi
qualcosa riguardo mio padre?” J “ho scoperto delle cose, ma – guardò verso la
cucina – non so se ti conviene saperle adesso” M “sputa il rospo Jarod!”
Intanto gli spazzini arrivati alla spiazzo che precedeva il bosco stavano
tentando di capire da che parte andare, Sam intanto era al telefono “sì signor
Parker la loro macchina è qui, devono essere nel raggio di qualche miglio. Li
ritroveremo al più presto, certo signore Jarod rimane l’obbiettivo primario”
dopo aver rimesso in tasca il cellulare urlò alle due squadre di iniziare ad
entrare nel bosco e così si spensero i fari delle due auto nere e si accesero
contemporaneamente dieci torce che lentamente scivolavano nella vegetazione. Nel
frattempo Sydney che stava guidando non esattamente a norma di legge era circa a
metà strada dalla meta
“Allora Jarod, sto aspettando” Jarod non sapeva che fare da una parte voleva
dirglielo perché la verità era la cosa più importante quando si viveva nel mondo
del Centro e inoltre voleva fargli capire che suo padre era un ignobile
bastardo, ma dall’altra non voleva che lei gli desse del bugiardo (perché oh sì,
l’avrebbe fatto eccome) o che comunque si rattristasse ancora una volta a causa
di quell’uomo che non riusciva in una cosa che per Jarod era molto semplice:
amare Miss Parker. Jarod sospirò e iniziò a parlare J “pochi giorni fa sono
andato a casa di tuo padre per trovare delle informazioni su una certa cosa, ho
trovato invece un DSA in uno strano nascondiglio che non avevo mai notato così
pensando fosse qualcosa d’importante, visto il disturbo che si era preso il
signor Parker per nasconderlo, l’ho portato via” M “Jarod cosa c’è nel disco?”
disse lei un po’ spazientita, Jarod poteva tirare avanti un discorso per ore
senza mai arrivare al punto, J “è un filmato che risale a due giorni prima della
tua nascita…della vostra nascita” si corresse dando un’ occhiata alla cucina, la
presenza di Lyle lo infastidiva molto. M “e allora che cosa dice?” J “lo
scoprirai da sola, il DSA è nella mia jeep” disse avvicinandosi e abbassando la
voce poi si mise a preparare il suo zaino M “Jarod!” Miss Parker alzò gli occhi
al cielo e poi con sguardo commiserativo guardò di nuovo il simulatore M “che
stai facendo?” J “fra poco sorgerà il sole” L “e tu esattamente dove credi di
andare?” Lyle apparve sull’uscio della porta con un sorrisetto e la pistola
puntata su Jarod, lui guardò prima Miss Parker che però non riuscì a non
scostare lo sguardo e poi il pavimento con gli occhi chiusi e una smorfia di
rabbia, era stato un idiota.
Cinque minuti dopo i tre erano fuori dalla baita e Lyle teneva ancora sotto tiro
il simulatore L “bene Jarod vai da quella parte” J “ti sai orientare adesso?” L
“è il sole che mi ha dato l’ispirazione e poi alla fine la mia sorellina ha
ragione, sono un buon boscaiolo!” Lyle era al settimo cielo era evidente, Jarod
invece era quasi scandalizzato da quanto fosse sfacciato il caro Lyle e con una
smorfia di puro disgusto iniziò ad incamminarsi seguito da Miss Parker,
stranamente silenziosa, e, più distante, da Lyle, J “sarà proprio contento tuo
padre eh Miss Parker!Tu e tuo fratello siete i migliori figli che poteva
immaginare!” M “Jarod…” J “no Parker, ti posso assicurare che è così!” M
“finiscila Jarod!” L “questi devono essere gli spazzini! Meglio tardi che mai e
per te è finita” aveva un sorriso a trentadue denti, intanto Miss Parker si era
allontanata da Jarod e messa alla destra del fratello. Jarod in quell’ istante
si rese conto che doveva agire e in fretta o sarebbe stata davvero la fine così
si girò verso i due Parker e proprio in quel momento vide quasi a rallentatore
Miss Parker chiamare il fratello e mettergli poi in un gesto amichevole la mano
sulla spalla…quella ferita, Jarod iniziò a correre, forse quella sarebbe stata
la sua unica opportunità e in breve tempo si disperse tra la vegetazione, sapeva
bene dove andare per non farsi trovare; intanto mentre Lyle era ancora dolorante
arrivarono gli spazzini L “è andato di là, muovetevi!” poi raccolse la pistola e
si mise lui stesso a correre, ma si girò prima verso la sorella urlandogli L
“non te la farò passare liscia questa volta Miss Parker!” in quel momento
sopraggiunse Sam “Miss Parker dov’è Jarod?” M “non ti preoccupare Sam, usciamo
da questo posto piuttosto”. S “Miss Parker! Stai bene?” M “oh sì, benissimo” S
“dov’è Lyle?” M “sta cercando Jarod” S “allora era veramente con voi! Ma cos’è
successo?” in quel momento Miss Parker vide la jeep parcheggiata qualche metro
più in là M “ti spiegherò tutto dopo” intanto si diresse verso la macchina di
Jarod S “Parker!” lui la seguì, una volta arrivata all’auto guardò se qualche
spazzino la stesse osservando, via libera, trovò il DSA al primo colpo, era nel
cruscotto, e lo mise nel taschino di Sydney che la guardò interrogativo M “ti
spiegherò tutto, ma non adesso” insieme si diressero verso l’auto di Sydney S
“va bene, ma dimmi una cosa, Jarod?” M “sta bene e ho la sensazione che non
uscirà con la scorta da questo posto” Sydney cercò di capire se era un tono
contento o dispiaciuto, ma non ci riuscì, era una delle caratteristiche dei
Parker non far trasparire le emozioni, lo sapeva bene.
Jarod riuscì a seminarli molto facilmente (era o no stato nelle squadre speciali
dei marines?) e quando circa due ore dopo era finalmente uscito da quel bosco il
suo umore si era molto risollevato come succedeva ogni volta che riusciva a non
farsi catturare dal Centro, mentre s’incamminava verso la cittadina più vicina
tirò fuori il cellulare che finalmente aveva campo e chiamò la forestale per
dirgli del puma catturato nella baita, finita la comunicazione sorrise, oltre
all’animale avrebbero trovato le ultime cose che aveva scoperto sul caso che
avrebbero, sperava, incastrato la mente malata che aveva architettato quel
massacro. Soddisfatto, Jarod si mangiò una PEZ e pensò a prima, era riuscito a
scappare solo grazie a Miss Parker e ora lei si trovava sicuramente nei guai, ma
era possibile che l’avesse fatto apposta? Jarod alzò le spalle sospirando, ci
avrebbe pensato per giorni…
Intanto Miss Parker stava a braccia incrociate aspettando il ritorno della
squadra quando finalmente vide gli spazzini, non molto contenti, salire nelle
loro macchine e per ultimo arrivò suo fratello a cui lei andò in contro M
“niente?” L “no!” più che una risposta era stato un ruggito M “mi dispiace per
prima, non intendevo…” L “beh dovrai dirlo a nostro padre perché la prima cosa
che faccio quando arrivo al Centro è raccontargli della tua bravata!” detto
questo salì nella macchina che il giorno prima li aveva portati lì e dopo un
ultimo “maledizione” partì seguito poi dalle macchine degli spazzini. Miss
Parker restò ad osservarli M “fantastico” poi sospirando salì in macchina, M
“forza Syd torniamo nella fossa dei leoni”.
Miss Parker andò subito al Centro senza nemmeno passare da casa sua, Jarod
riusciva sempre a spronare la sua curiosità, M “Broots!” B “M-miss Parker,
Sydney! Finalmente siete tornati, iniziavo a temere davvero per il peggio, ma
cos’è successo?!” M “poi ti spiegherà tutto Sydney,adesso però devi farci vedere
questo” e diede il DSA a Broots B “che cos’è?” S “è un DSA che Jarod ha trovato
a casa del signor Parker” B “che cosa!?” M “ti vuoi muovere?!” B “sì, sì certo.
Ecco adesso inizia” Nel DSA: la data è, come aveva detto Jarod, di due giorni
prima della nascita di Miss Parker e Lyle, la registrazione inizia in un
corridoio buio in cui ci sono due uomini, il signor Parker e Rains, R “voleva
parlarmi?” P “tra poco nasceranno i miei figli” R “lo so” P “io però domani devo
partire e quindi non sarò presente. Voglio che tu assista Cathrine e ti occupi
dei bambini” R “d’accordo” P “e ora ascoltami attentamente Rains, voglio che tu
faccia trasferire il maschio alla NuGenesis, lì sapranno a chi affidarlo, a mia
moglie dirai che è morto durante il parto, ho già preparato tutto per questo” R
“va bene, ma perché vuole darlo in adozione?” P “la presenza di Cathrine lo
influenzerebbe fino a farlo indebolire, invece io voglio che mio figlio cresca
senza che i sentimenti lo intralcino e comunque Rains non sono fatti tuoi, fai
quello che ti ho detto” R “e la bambina?” Mr Parker sbuffò tra i denti guardando
il soffitto P “niente, non m’importa, almeno terrà a bada Cathrine” Rains a quel
punto se ne andò lasciando il signor Parker da solo. Sydney e Broots erano
rimasti come frastornati da quello che avevano visto M “non voglio sentire
nessun tipo di commento, tienilo tu il DSA Sydney, adesso me ne vado a casa!” e
si diresse verso la porta dove quasi si scontrò con uno spazzino “Miss Parker,
scusi, suo padre la manda a chiamare, vorrebbe…” Miss Parker rispose a denti
stretti M “digli che sono molto stanca e parleremo domani” “ma…” lei però aveva
già preso l’ascensore e con i pensieri era probabilmente lontana chilometri.
Già sera, Jarod si distese sul letto della camera d’albergo che aveva trovato a
contemplare per qualche secondo il soffitto chiedendosi se la sua Parker aveva
già guardato il DSA, sorrise, certo che l’aveva fatto, Miss Parker odiava i
misteri, Jarod scosse la testa era davvero una contraddizione odiare i misteri e
lavorare al Centro, incrociò le braccia dietro la testa e chiuse gli occhi. Il
filmato…suo padre era davvero un…li riaprì, questa cosa gli dava il tormento,
avrebbe voluto non avere trovato quel DSA, lo faceva solo diventare furente,
come poteva un padre pensare cose del genere per il futuro dei propri figli! Si
mise a sedere sul letto e prese dalla giacca il cellulare componendo un numero
che ormai era diventato automatico. M “cosa c’è?!” J “stai bene Parker?” M “oh e
perché non dovrei?! Ho soltanto scoperto che a mio padre non importava niente di
me e che è colpa sua se mio fratello è un pazzoide omicida!” J “mi dispiace, ma
era…dovevi saperlo” M “sai Jarod per la prima volta ho pensato a come sarebbe
stato” J “cosa?” M “se Lyle non fosse stato mandato alla NuGenesis. Avrei un
vero fratello…e probabilmente anche tu” Jarod ebbe una stretta al cuore, non ci
aveva pensato J “forse…ma non è andata così” M “grazie a mio padre” i due
restarono un po’ in silenzio, stranamente non avevano niente da dire M “ehi
Jarod” J “cosa?” M “tu credi che mi abbia mai voluto bene” J “dovresti chiederlo
a lui”Jarod chiuse la comunicazione, ma continuò a parlare J “non avere paura
Parker, io te ne vorrò sempre” poi sorrise J “devo essere diventato matto” prese
la sua giacca e uscì per una passeggiata al chiaro di luna, non aveva voglia di
dormire.
La mattina dopo Miss Parker andò al Centro senza nessuna voglia, ma con un gran
mal di testa M “spero che il vostro risveglio sia stato più piacevole del mio”
disse entrando nell’ufficio B “ciao Miss Parker” S “buongiorno, stai bene?” per
risposta a Sydney bastò un suo sguardo non esattamente di approvazione B “Sydney
mi ha raccontato cos’è successo e so che non è il momento più adatto, ma tuo
padre ha detto che ti voleva vedere non appena arrivavi” M “va bene” disse tra
sé in tono di sfida e dirigendosi all’uscita S “cosa intendi fare?” M “il
necessario”. M “papà” P “ciao angelo finalmente ce l ’hai fatta” disse con un
sorriso (non esattamente ciò che si aspettava Miss Parker) P “è stato un vero
peccato che ieri Jarod vi sia scappato, eravate entrambi così vicini!” M “beh…”
la Parker si era preparata a tutto un altro discorso P “comunque sono contento
che abbiate cooperato! Vedrai tesoro che presto riusciremo a prendere Jarod, i
Parker non si arrendono mai” il signor Parker aveva lasciato la figlia
letteralmente senza parole per due buoni motivi P “scusami, ma adesso devo
andare tesoro” e uscì dopo un ultimo sorriso. Miss Parker andò nel suo ufficio
abbastanza sconcertata, dopo essersi preparata un bicchiere d’acqua si sedette
sulla sua poltrona, era ancora immersa nei suoi pensieri quando la porta si aprì
M “Lyle! Come va?” L “bene, la spalla non fa più male” si avvicinò alla
scrivania M “bene” disse lei con un mezzo sorriso L “ah…non sono andato a
parlare con papà…sai alla fine è stato un incidente e poi credo che per questa
volta Jarod se lo sia meritato. Poteva sempre lasciarci a brancolare nel bosco
non credi?” M “allora ce l’hai qualcosa di simile a un anima” gli disse
sorridendogli L “beh sai…siamo fratelli…” ricambiò il sorriso e si avviò alla
porta L “se hai notizie di Jarod fammelo sapere. Ah, sorellina, spero che…se mai
dovesse capitare, farai lo stesso con me” M “maledetto boscaiolo” disse lei
mentre la porta si stava chiudendo L “guarda che ti ho sentito!”
Miss Parker con la scusa di vedere se c’era qualche pista su Jarod andò
nell’ufficio di Sydney e Broots, se rimaneva senza far niente ancora un po’ la
sua testa sarebbe esplosa per il turbinio di pensieri che l’affollavano, M
“Sydney…non c’è Broots?” S “già ti manca?” disse lui con il suo solito sorriso
dolce M “non è il momento di scherzare Syd, questi due giorni sono stati un vero
inferno” S “come è andata con tuo padre?” M “bene, mi ha detto che era
dispiaciuto per il fallimento, ma contento perché c’eravamo molto vicini” S
“nient’altro?” M “sorpreso eh, sai prima Lyle mi ha detto che non è andato a
lamentarsi” S “davvero? E ti ha detto perché?” M “dice che è stato un incidente
e che comunque Jarod ci ha aiutato” S “mmmh” M “in effetti nemmeno io me lo
spiego…” S “forse perché non c’è sempre una cospirazione sotto quello che fa
Lyle” Miss Parker lo guardò un po’ male (Sydney ottimista verso un membro della
sua famiglia?!) S “ma forse il signor Parker ha scoperto che qualcuno gli ha
rubato quel DSA…” M “sai Syd è pazzesco quello che ho visto…non l’avrei mai
immaginato e non glielo perdonerò mai. Se penso poi quanto ha fatto soffrire mia
madre…” S “lo affronterai?” M “forse, un giorno gli dirò tutto quello che penso
di lui e forse allora mi darà qualche spiegazione” Sydney sospirò e in quel
momento arrivò Broots B “ho delle notizie su Jarod…” si fermò vedendo Miss
Parker M “ti si è fermato il disco Broots? Avanti, sentiamo”
Era in un paesino sperduto circondato dalla campagna, faceva caldo così Jarod
dopo aver raggiunto una fattoria molto fuori mano tanto da doverci andare a
piedi, al ritorno si era spogliato, ma facendo ancora maledettamente caldo si
fermò distendendosi ormai in canottiera sotto l’ombra di un albero lungo la
strada. Maledisse il fatto di non avere un gelato a portata di mano, l’avrebbe
semplicemente divorato, invece doveva aspettare di arrivare in paese…prese
allora il cellulare e compose il numero M “che diavolo c’è?!” rispose una Miss
Parker assonnata e non esattamente contenta della chiamata J “mi dispiace non
avevo contato il fuso orario! Ti ho svegliata?” M “se vuoi prendermi in giro
chiama domani topo da laboratorio” J “veramente volevo chiederti come stai” M
“oggi ho parlato con mio padre” J “gli hai detto qualcosa?” M “no e…nemmeno lui
ha detto niente, comunque Jarod sono molto stanca e…” J “lo credo che tu sia
stanca. Dopo tutte le bugie, i segreti…beh è tuo padre…sai tu quello che devi
fare” e chiuse la comunicazione sbattendo ancora una volta il telefono in faccia
a Miss Parker che sospirò stancamente prima di tornare a dormire anche se
probabilmente non avrebbe più chiuso occhio. Jarod mise via il cellulare, forse
era stato troppo duro con lei, l’indomani l’avrebbe richiamata, si rincamminò
mettendo la giacca e la camicia sulla spalla e dopo essersi terso il sudore
dalla fronte si mise gli occhiali da sole per proteggersi gli occhi abituati
alla poca luce dei sotterranei.
(scritto da Mary)
Commento: Spero che vi piaccia e perdonatemi gli errori!