Dal diario di Miss
Parker:
Per Elise
Riassunto: Jarod legge il diario di Miss Parker e scopre...
Data di composizione: 10/03/2002
Racconto adatto: a tutti.
DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito “Jarod
il Camaleonte Italia”, e che tutti i personaggi della serie “Jarod il
Camaleonte / The Pretender” utilizzati nel racconto sono di proprietà MTM
Productions / 20th Century Fox, e sono utilizzati senza il permesso degli autori
e non a fini di lucro.
Sapevo di non dovere leggere il suo
diario ma era troppo forte la tentazione di vedere se Miss Parker tra le sue
pagine parlava di me, era lo stesso motivo che mi aveva portato a rubarlo dal
suo ufficio mentre cercavo documenti sulla mia famiglia, come sempre non trovai
nulla e per poco uno spazzino non mi vide mentre scappavo dalla mia uscita
segreta.
Sfogliai quel diario con tanta cura, ma lessi solo pagine intere rivolte alla
povera madre di Miss Parker, le uniche parole rivolte a me erano del tipo
(10.11.2000 quell’imbecille di Jarod ci è scappato di nuovo, questa volta era un
medico e si trovava a Los Angeles) oppure (Quello stupido topo da
laboratorio mi è sfuggito da sotto il naso.)
Lessi per ore il suo diario, i suoi pensieri fino a quando trovai una pagina
diversa dalle altre, era scritta con cura e non con la solita grafia nervosa, in
quelle pagine c’era un nome come titolo (ELISE).
Incuriosito cominciai a leggere.
(Oggi come al solito sono andata in
banca a versare i soldi di mio padre, “non capisco perché con tutte le
segretarie che ha deve farlo fare proprio a me!?”.
Comunque entrai in banca, non c’era praticamente nessuno, solo io, una ragazzina
sui 16anni con una valigia a presso a l’impiegata che come al solito ci metteva
50anni per compilare 4 moduli.
Ero li ferma ad aspettare che “quella” si muovesse, e come mi succede per la
maggior parte della giornata comincia a pensare a Jarod) Io sgranai gli
occhi e dissi tra me e me “la cosa si fa interessante” poi continuai a leggere
“Pensavo a dove si trovasse in quel momento, e se e quando l’avrei preso
finalmente me ne sarei andata dal centro, infondo però sapevo di volergli bene,
o perlomeno ricordavo il ragazzino che mi accompagnava in ogni momento
importante.
Scacciai subito il suo pensiero dalla mia testa e tornai alla realtà, c’era
qualcosa di strano in quella banca non avevo mai visto così poca gente allora
chiesi alla signora “mi scusi ma come mai così pochi al lavoro oggi?” “sono
stati mandati tutti ad un corso di aggiornamento” “e lei?” “oh a me non serve
fra due giorni vado in pensione” accennai un sorriso e provai tenerezza per
quella donna che prima avrei criticato fino all’impossibile per la sua lentezza.
Ad un tratto non capii più nulla, mi trovai sotto le macerie, era scoppiata una
bomba, cercai di alzarmi e vidi che tutto era distrutto e in fiamme)“ oh,
mio Dio, lei era in quel edificio” pensai. (cercai una via d’uscita ma tutto
era bloccato, vidi la signora stesa le sentii il battito ma era morta.
La testa mi girava l’avevo battuta e perdevo sangue, avevo anche vari graffi su
gambe e braccia, sentii chiamare aiuto, era la ragazzina, era ridotta male aveva
un cavo d’acciaio piantato nello stomaco e perdeva molto sangue.
Sentii le sirene dei soccorsi allora le dissi “non ti preoccupare stanno
arrivando i soccorsi” poi le tolsi i sassi che aveva indosso e appoggiai la sua
testa sulle mie gambe, per tranquillizzarla le accarezzai la testa.
“allora come ti chiami?” “Elise” “è un bellissimo nome, se non mi sbaglio è di
origine italiana solo che li si pronuncia Elisa” “e tu come ti chiami?” era
incredibile in quei momenti sapevo cosa fare e sentivo di potermi confidare con
quella ragazzina
“tutti mi chiamano Miss Parker ma a te posso dirlo, io mi chiamo Sarha, Sarha
Jessica Parker” quella povera ragazzina faticava a parlare ma non avevo altra
soluzione dovevo tenerla sveglia, cercai di tamponarle la ferita con un pezzo
della mia camicetta e continuai a parlarle “dimmi Elise cosa ci facevi in banca
tutta sola”
“me…..me ne stavo andando, volevo prendere tutti i miei risparmi” “sei scappata
di casa?” “si” “e perché? Forse i tuoi non ti vogliono abbastanza bene?” “no
tutt’altro, buffo no? Me ne sono andata di casa perché amavo troppo i miei
genitori” “non capisco!” “non sopporterei mai il dolore di perderli, e quindi
avevo bisogno di staccarmi un po’ da loro” “e loro lo sanno” “no! Gli ho detto
che me ne volevo andare e basta, infatti abbiamo litigato, perfino mio fratello
si è messo in mezzo per fermarmi” e si misi a piangere “ei ei non piangere
vedrai che si sistemerà tutto” le dissi quello che speravo per lei succedesse ma
la vedevo spegnersi come una candela, le sue condizioni continuavano a
peggiorare e lei sapeva benissimo in che situazione si trovava e mi disse
“invece no, andiamo guar……guard….ami sto….sto morendo” “Elise tu non morirai hai
tutta una vita davanti” cercai più che potevo di trattenere le lacrime e le
dissi “coraggio ragazzina non mollare” “sai in non….non ho paura di morire,
infondo nella mia vita ho avuto tutto a….amore e fe….felicità”
a quelle parole scoppiai a piangere ma poi ripresi forza e dissi “sai ragazzina
vorrei averti conosciuta in altre circostanze” “a….anch’io, tu devi essere una
persona bu….buona” “non credo, nella mia vita continuo a sbagliare e non faccio
mai la cosa giusta” “fo….forse è così che deve andare,è…..è quello che il
destino ti ha riservato, pria o poi farai la cosa giusta, dei solo aspettare,
guar…guarda me, non…non volevo vedere morire i miei genitori e così saranno loro
a……a vedermi morire” “ma loro ti amano, non puoi lasciarli hanno bisogno di te,
insomma nessuno vorrebbe sopravvivere ai propri figli” “ce la faranno, loro
hanno mio fratello, sono…………sono sicura che ce la faranno”
La serenità di quella ragazzina mi sconvolse, nei suoi occhi non c’era paura, ne
rassegnazione, aveva solo 16anni e non aveva paura di morire.
“Sa…..Sarha” “dimmi ragazzina” “devi…….devi fa…..fare una cosa per me, devi dire
ai miei genitori che…..che non è stata colpa loro, che li amavo e che sarò sepre
con loro” dopo avermi detto questo svenne, quelle parole mi fecero gelare il
sangue e mi misi a piangere “no, no Elise dovrai farlo tu, ti prego non
lasciarmi, poi gridai “allora muovetevi qui c’è una ragazza che sta morendo
Dannazione!!”
“non lasciarmi Elise ti prego non lasciarmi.”)
Mentre leggevo le parole di Miss Parker mi accorsi che stavo piangendo con lei.
(5 minuti dopo i soccorsi riuscirono ad aprire un varco e caricarono Elise su
un’ambulanza io volli salire con lei e gli infermieri furono costretti a
mettermi i punti sull’ambulanza.
Volevo chiamare i genitori di Elise ma non sapevo come contattarli, rimasi con
lei tutta la notte le stringevo forte la mano, volevo che sentisse che c’era
qualcuno con lei, verso le 23.30 circa le dissi “sarai un angelo ragazzina,
sarai un angelo” in quello stesso istante lei aprì gli occhi mi guardò e
sorrise, poi li chiuse ed il suo cuore smise di battere, i dottori fecero il
possibile ma ormai Elise se n’era andata, io infondo non conoscevo nemmeno
quella ragazza ma piansi come non avevo mai pianto, e mi promisi che avrei
trovato i suoi genitori.
Mio padre arrivo qualche ora dopo e con la solita ansia di finta preoccupazione
disse “Angelo che è successo sei sconvolta ?!” io non avevo voglia di parlare
con lui “portai a casa papà”.
Arrivata mi feci una doccia, per una volta nella mia vita avrei tanto voluto che
Jarod fosse li con me, ma lui non c’era e così andai dormire, pensai per tutta
la notte a quell’angelo di nome Elise.
Nei giorni seguenti cercai di contattare i suoi genitori ma non ci riuscii, così
per l’ennesima volta mi rassegnai e non mantenei la mia promessa.)
Quelle pagine mi avevano sconvolto,
volevo fare qualcosa per lei e così tramite i miei contatti al FBI trovai i
genitori di Elise.
Decisi di ridarle il diario e aspettai quando lei rientrò a casa lo trovò
davanti alla porta si guardò in giro e cominciò a sfogliarlo, forse per vedere
se mancava qualcosa, quando arrivò alla pagina di Elise trovò un biglietto che
io le avevo lasciato:
[ se avessi saputo ci sarei stato per te Miss Parker, questo è l’indirizzo dei
genitori di Elise.
Perdonami
Jarod ]
Così andò ad esaudire la sua promessa, suonò al campanello ed un ragazzo sulla
ventina gli aprì “ci sono i tuoi genitori?” lui senza dirle nulla li andò a
chiamare, lei rivolgendosi con rispetto disse “sono qui perché vi mando un
messaggio di Elise, prima di morire mi ha detto di dirvi che non è stata colpa
vostra, che vi amava tanto e che sarà sempre con voi” i due si guardarono e si
misero a piangere il ragazzo poi le disse “lei era con Elise quando è morta?”
“si sono stata con lei fino alla fine” poi continuò “i dottori ci hanno parlato
di lei ma non sapevamo come contattarla” poi l’abbracciò e le disse “grazie!” i
genitori fecero altrettanto e poi le dissero “siamo felici che Elise sia stata
con lei, almeno ha avuto una persona buona al suo fianco!, e mi dica ha avuto
paura di morire?” “no, è morta felice grazie all’amore che voi gli avete dato”
Una settimana dopo la chiamai:
“si” “mi dispiace” “Jarod sei tu” “io non ero li per te non quella volta” “non
importa quello che hai fatto è stato importante, Grazie Jarod” chiuse il
telefono e si riaddormentò davanti al fuoco del camino. Da quel giorno Miss
Parker rivolse sempre un po' di tempo per pensare a quella ragazzina che gli
aveva fatto capire molte cose, quell'angelo di nome Elise.
(scritto da Vale (Meg2))