Credi nel destino?
IL CENTRO DELEWARE 11-2-2001
Il vento gelido le graffiava il volto,ma a lei piaceva rimanere da sola in
silenzio sul grande balcone, da lì poteva vedere il mondo,anche se a volte
aveva l'impressione di vivere proprio così, come una spettatrice e non come la
protagonista,ma un timido bussare alla grande e fredda porta di quello che una
volta era stato l'ufficio di suo padre,e che ora era il suo la riporto alla
realtà.
"Avanti" disse lei con il suo solito tono, la sua era una voce fredda
abituata al comando"Lo abbiamo rintracciato"
Velocemente lo seguì, ed insieme andarono nel suo ufficio, là li aspettava
Sydney,che era visibilmente agitato: "Sei arrivata temevo che Broots non ti
trovasse, lo abbiamo scovato, quel bastardo é dove sappiamo noi"
M.P. divenne bianca, e mentre Sydney continuava la sua sfuriata lei cercò di
raccogliere le idee "Dobbiamo sbrigarci, Broots manda una e-mail al
consiglio per dire che stiamo partendo, Syd tu prepara le tue cose, ci vediamo
agli elicotteri tra 20 minuti", così si divisero, l'unica cosa che lei
fece fu di andare nel parco, sembrava dal suo sguardo che non dovesse andare da
nessuna parte, quando ad un tratto si fermò, e la sua mano scivolò sul freddo
marmo di una lapide "Non preoccuparti mamma, tornerò indenne anche
stavolta" poi si voltò, ed incurante del vento andò verso la pista di
atterraggio.
Ormai era parecchio che l'elicottero era in volo, nessuno dei tre aveva parlato,
troppo occupati a sistemare le ultime cose, il loro nuovo lavoro li
entusiasmava, anche se poi non era così diverso dal precedente, però si
sentivano tutti più puliti,a partire da M.P.
"Parker, cosa dobbiamo fare una volta scovato" "Il consiglio è
stato chiaro, niente sangue, una volta preso glielo riporteremo, ci penseranno
loro a consegnarlo alle autorità, comunque ne parleremo dopo, siamo
arrivati" Atterrarono sull'ospedale, per destare meno sospetti, e così si
trovarono in una piccola città di provincia ed iniziarono subito le ricerche.
"Ma perché sembra che nessuno lo abbia mai visto, le coordinate sono
queste, vero Broots?" tuonò M.P. "S-si, ma non preoccuparti, ora lo
troveremo" bisbigliò come al suo solito Broots, ma tutto fu inutile,
passarono l'intera giornata girando ogni piccolo viottolo, ma niente, così
quando giunse la sera non poterono far altro che andare in albergo e cercare di
riposarsi.
L'acqua le scivolava piacevolmente sul corpo, le sembrava che la doccia non
lavasse via solo la polvere, ma anche lo stress degli ultimi interminabili
giorni, solo lo scrosciare della doccia rompeva il silenzio, quando ad un tratto
sentì un rumore provenire dalla sua stanza, lasciò scorrere l'acqua, furtiva
infilò l'accappatoio, afferrò la pistola e silenziosa come un felino si avvicinò
alla porta, ma quando scorse l'ombra ben conosciuta non poté far a meno di
spalancare la porta correre ad abbracciare l'uomo che le stava davanti e dire
"Jarod, ma cosa ci fai qui?".
"Scusa se vengo così all'improvviso, ma dovevo parlarti, a proposito di
Lyle" "Così hai saputo?" "Sì, anche adesso so sempre tutto
quello che succede al CENTRO" "Non preoccuparti lo prenderemo, e non
farà più male a nessuno" "Forse sei troppo ottimista, temo per la
mia famiglia, e per me, non riuscirei a sopportare l'idea di perderli di nuovo,
e poi sono stanco di combattere" "Lo siamo tutti, anche Syd e Broots,
aspetta che li chiamo, saranno felici di rivederti!" "Non ora, prima
volevo chiederti alcune cose, sai so molte cose, ma se mi dicessi chiaramente
cosa é successo negli ultimi mesi al CENTRO, tutto ciò che so é che non sono
più braccato, che ho una vita e che la vivo con la mia famiglia, ne sono
felice, ma odio non capire" "Credevo sapessi tutto, allora... l'intero
consiglio ha approvato una mozione di sfiducia nei confronti dei papaveri del
CENTRO che sono stati così sostituiti, noi 3 siamo gli unici rimasti, Broots é
a capo del settore informatico, Syd organizza il gruppo degli scienziati, io
invece sono al posto di mio padre, ma credo che me ne andrò non appena avremo
catturato il verme, l'unica cosa che non é chiara é chi ha spinto il consiglio
a tornare alle origini della fondazione" "Grazie, potrai sempre
contare sul mio aiuto" le diede un bacio sulla guancia e se ne andò dalla
finestra.
Il giorno dopo si misero subito al lavoro, ma ad un tratto arrivò una chiamata
al cellulare di Sydney "Questo é il numero di casa di Jarod, chissà perché
chiama?" ma quando rispose sentì alcune voci, come se qualcuno avesse
fatto il numero e poi avesse posato la cornetta "Allora, se starete buoni
nessuno si farà male, Jarod, prova a fare uno dei tuoi soliti giochetti ed io
ti stermino l'allegra famigliola" "Ma questa é la voce di Lyle, ciò
vuol dire che é a casa sua... PRESTO!".
Così corsero in macchina e violando parecchie norme del codice arrivarono in un
attimo a casa di Jarod "Qual'é il piano?" bisbigliò Sydney "Non
lo so" "Come non lo sai?" urlò sotto voce Broots "Una volta
tanto improvviseremo, ho avuto un'idea, ora sfonderemo la porta, lui é qui
dietro, avete tutti le vostre pistole? Bene".
Con un calcio sfondò la porta,in un attimo furono su Lyle e gli levarono la
pistola dalle mani, Broots lo stava ammanettando, quando Lyle si svincolò prese
la pistola che nascondeva sotto la camicia e la puntò verso M.P, erano a cinque
metri l'uno dall'altra, aveva quasi premuto il grilletto, quando Jarod si
frappose tra loro, anche lui con una pistola in mano, e si spararono a vicenda,
entrambi caddero, ma mentre Lyle morì sul colpo Jarod era ancora vivo quando
tutti gli corsero accanto.
M.P. gli sorreggeva delicatamente la testa "Stai calmo, shh, va tutto bene,
ora arriva l'ambulanza" ma mentre parlava le lacrime le rigavano il viso
"Perché piangi come se stessi morendo, io sto bene, no, hai ragione Erika,
io sto morendo" "No, ora arriva l'ambulanza ed andrà tutto bene"
e mentre gli diceva queste cose si teneva la sua mano sulla guancia
"Ascoltami voglio dirti 2 cose, e voglio che tu le ricordi: la prima è che
ci rincontreremo, é destino, e tu credi nel destino, la seconda è che ti
amo" Ad un tratto lei si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò
"Anch'io" poi gli diede un bacio sulle labbra, in quel bacio poté
sentire il suo ultimo respiro.
Ma cosa fece Miss Erika Parker del resto della sua vita? Lo passò girando il
mondo ed aiutando persone,ma ogni anno tornava al CENTRO dove erano seppellite
le uniche persone a cui aveva voluto bene: sua madre, sua sorella, Jarod.
STAZIONE ANDROMEDA DATA
TERRESTRE 26-7-2301
Il vento gelido le graffiava il volto, ma a lei piaceva rimanere da sola in
silenzio sul grande balcone, da lì poteva vedere il mondo, anche se a volte
aveva l'impressione di vivere proprio così, come una spettatrice e non come la
protagonista, ma un timido bussare alla grande e fredda porta di quello che una
volta era stato l'ufficio di suo padre, e che ora era il suo la riporto alla
realtà.
"Avanti" disse lei con il suo solito tono, la sua era una voce fredda
abituata al comando "E' arrivato"
Subito la snella e scattante femminile arrivò alla banchina atterraggi, si
aspettava un altro anziano tecnico, così fu piacevolmente sorpresa quando ebbe
davanti un uomo sui 35 anni, fisico ben allenato, alto,moro e con grandi e
profondi occhi scuri "Capitano DeMorrel, sono il comandante Masa, lieta di
darle il benvenuto a bordo, se così si può dire" "Il piacere è mio
signora, mi scusi, il viaggio é stato lungo vorrei potermi riposare"
"Faccia pure, parleremo dei suoi compiti più tardi" così si girò e
se ne andò, il capitano non poté far a meno di notare lo splendido fisico del
superiore e la fissò finché poté. "Non farci troppi pensieri sopra"
disse l'uomo che aveva accompagnato il comandante "Come scusa?"
"Ho detto che é inutile che la guardi in quel modo, qui la chiamiamo la
REGINA DI GHIACCIO, non sperare che si sciolga per te".
ALCUNI GIORNI DOPO AL JEER, UNICO LOCALE DELLA STAZIONE
"Buona sera comandante" "DeMorrel, credevo che lei passasse il
suo tempo solo nel suo laboratorio, da bravo bambino prodigio" disse lei
con aria sprezzante "Ed io credevo che lei non scendesse tra noi comuni
mortali" rispose lui a tono, prima lei lo guardò male, poi scoppiò a
ridere, mentre con la mano si toccava i bei capelli scuri. "Era da tanto
che nessuno mi teneva testa, qui la gente mi teme e basta" e dicendo questo
i grandi e meravigliosi occhi azzurri le si illuminarono, mentre la loro
patina di ghiaccio si scioglieva. "Visto che qui é l'unico che dimostra un
po' di coraggio perché non ci diamo del tu?" "Non posso certo
rifiutare l'ordine di un superiore" Lei sorrise di nuovo "Stai
attenta, credo proprio che ti farò innamorare di me" "E cosa ti fa
credere che io mi dovrei innamorare?" "Beh Erika sento di averti già
conosciuta, forse siamo anime destinate, sarà il destino, e tu ci credi al
destino" Lei rispose con aria stupita: "Sai Jarod, questa frase l'ho
già sentita".
(scritto da Lorien)