Il Camaleonte Fan Fiction

Affari


Riassunto: Ambientato dopo il film TV “L'isola del fantasma”. Jarod cerca di riprendersi da ciò che è successo, ma deve subito affrontare ciò che sta accadendo al Centro e chiarire alcune cose con Miss Parker che sembra aver messo da parte l’odio per Lyle…

Scritto il 6/10/2003

Racconto adatto a tutti

Disclaimer: tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito “Jarod il camaleonte Italia”, e tutti i personaggi della serie “Jarod il camaleonte/The Pretender" utilizzati sono di proprietà MTM Productions/20th Century Fox, e sono utilizzati senza permesso degli autori e non a fini di lucro.


Il vento caldo che gli scompigliava i capelli era una piacevole sensazione in quella calda giornata, Jarod stava ammirando l’oceano da un bar sulla riva, ormai sulla spiaggia non c’era più nessuno, un ottima atmosfera per rilassarsi, Jarod chiuse gli occhi…niente, non c’era niente da fare, li riaprì e con una smorfia di rassegnazione e disgusto bevve un altro sorso della sua coca-cola. Guardando l’orizzonte ripensò a ciò che cercava in ogni modo di non ricordare, sorrise per un intero secondo, era buffo, lui, lui che cercava da una vita di ricordare, in quel momento avrebbe approvato una cancellazione selettiva della memoria, alla Rains. Quello che avrebbe fatto a meno di sapere, di scoprire, era tutta quella malvagità che era alla base di ciò tra cui era cresciuto, non solo il Centro, ma il male allo stato puro; vedersi poi scivolare tra le mani l’opportunità di conoscere sua madre e di poterla aiutare pur sentendo il suo dolore, scoprire quelle cose su Miss Parker, le aveva detto che conoscere la verità era giusto e che non dovevano arrendersi al Centro che cerca di farti credere che scoprirla sia sbagliato, ma…forse non sarebbe stato meglio non sapere…No, Jarod scosse impercettibilmente la testa, non era un ragionamento giusto, per la verità bisognava lottare sempre per quanto fosse difficile accettarla, il suo sguardo divenne deciso e prese velocemente il suo cellulare dal taschino della giacca, ma non compose il numero, rimase a contemplarlo, non la chiamava da tanto o almeno sembrava a lui e comunque da più del solito, ogni volta che stava per farlo gli tornava in mente ciò che gli aveva detto in macchina. Sapeva che non era stata lei a parlare, ma l’aveva fatto, le aveva affidato tutto se stesso e in particolare il suo cuore e lei si era girata dall’altra parte, guardò il cielo con lievi sfumature arancioni, però poi era salita sull’aereo…certo non per lui, doveva scoprire chi era suo padre…basta, l’avrebbe chiamata.
S “Parker mi vuoi ascoltare!?” M “Sydney non ho bisogno di una vacanza! Ho bisogno di sapere…devo scoprire molte cose e tener sotto controllo Rains soprattutto ora che ha preso il posto di mio…beh hai capito” S “è proprio questo che non riesco a capire con tutto quello che è successo dovresti essere lontano. Parker hai molte cose a cui pensare…” M “infatti! Per esempio tener sotto controllo quel verme” in quel momento suonò il telefono “sono Broots” J “vedo che la vita continua al Centro” B “Jarod!!” Miss Parker anche se impegnata nella discussione percepì il nome della sua preda e strappò letteralmente di mano al tecnico il telefono. M “Jarod!” era qualcosa di molto simile a un ringhio J “Miss Parker, ma che sorpresa…quasi mi ero illuso che non ci fossi” M “cosa?!?” quasi non riuscì a nascondere il disappunto e la sorpresa per le parole del suo conversatore, Jarod fece un sorrisetto J “sai credevo che dopo tutto quello che è successo ti fossi decisa a lasciare il Centro per sempre” M “e lasciarti fare tutto quello che vuoi? Ti piacerebbe eh?”. Come sempre aveva frainteso o fingeva di averlo fatto, Jarod sorvolò sul fatto J “trovo strano che tu possa rispondermi” M “che diavolo dici?” Sydney che stava cercando di non perdersi neanche un parola scosse la testa sorridendo J “avevo pensato che tu, Lyle e Rains avreste avuto qualche problema per quel che è successo sull’aereo” M “ce la siamo cavata. Tu invece, credevo che ormai i fossi buttato da qualche ponte” J “non ancora, ci sono troppe cose da conoscere. Ricordati parker che la verità può ucciderti…ma anche renderti libero” e con questo chiuse la comunicazione. M “Broots, possibile che tu non riesca a trovare anche una piccola traccia da seguire!?” B “per ora no Miss Parker, ma…” M “continua a cercare –si massaggiò le tempie con le dita- io me ne vado a casa, ci vediamo domani” S “Parker…” M “domani Syd” e uscì. Miss Parker dopo aver preso la borsa dal suo ufficio fece una deviazione prima di tornare a casa. Appoggiò la mano alla maniglia in acciaio e la spinse piano, l’ufficio del signor Parker era rimasto come al solito, avanzò verso la scrivania e fece scorrere la mano sul legno livellato, ma in quel momento sentì un rumore e si girò, Lyle entrò e si accorse di lei solo dopo aver fatto due passi nella stanza L “Miss Parker” M “cosa ci fai qui Lyle? Rains ti ha mandato in pausa?” L “sono venuto per pensare un po’” M “ah sì e sei sicuro di averne il permesso fratellino?” Lyle sbuffò L “senti credi che mi diverta a stare con Rains? Io odio essere controllato, ma è inevitabile al momento, ma non dev’essere per forza definitivo” Miss Parker continuò a guardarlo negli occhi L “e tu sorellina perché sei qui?” M “non sono affari tuoi” e si avviò alla porta L “ti posso assicurare che manca anche a me” Miss Parker alzò un sopracciglio “certo immagino non per gli stessi motivi, ma mi dispiace” M “ciao Lyle” disse con una smorfia e uscì lasciando Lyle solo che si mise sulla poltrona del signor Parker contemplando le pareti.
Sydney era andato a casa subito dopo la Parker, era preoccupato per lei, era sicuro che prima o poi non sarebbe più riuscita a far finta che non fosse successo niente e sarebbe esplosa, mentre entrò in casa fece un sospiro, Miss Parker era troppo testarda anche per uno psichiatra paziente come Sydney. Appoggiò le chiavi della macchina sul tavolino del salotto e poi si fermò corrugando la fronte, aveva come la sensazione che…J “ti stavo aspettando” Sydney sorrise e si girò S “Jarod! È bello vederti, ma come mai sei qui, può essere pericoloso…” J “ho deciso di correre il rischio” S “accomodati vuoi qualcosa da bere o da mangiare?” J “no grazie. Volevo parlarti di alcune cose” S “immagino di tutto quel che è successo sull’isola” J “sì e in particolare di una cosa che sicuramente Miss Parker non ti ha detto” S “ah sì?” si stava incuriosendo J “mentre eravamo là, miss Parker stava diventando sempre più triste per quel che scoprivamo e insicura di stare facendo la cosa giusta. Così mentre ci stavamo un po’ riscaldando le ho parlato di tutto questo e ci stavamo per baciare, ma…” S “Jarod ho sentito bene?” il suo tono era tra lo sconvolto e il felice. J “ehm sì”, il sorriso di Sydney si allargò, era da tanto che non sentiva nella sua voce insicurezza, S “è fantastico” J “non direi, quando poi sono arrivati Rains e tutti gli altri, a un certo punto sono rimasto da solo con lei e volevo convincerla di …chissà cosa…e mi ha detto di dimenticare quello che era successo, che era stato solo un momento di debolezza” le parole gli si smorzarono in bocca, raccontandolo provava ancora quel dolore lacerante S “Jarod, tu sai cosa ha dovuto sopportare, e mi riferisco a tutto, credo che per lei sia molto difficile fare scelte che comportino un cambiamento così ampio nella sua vita” J “vuoi dire che farà sempre tutto quel che gli dice suo padre?” S “dopo quello che è successo a thomas…” J “io non…” S “lo so, tu non ti arrenderai. Ed è la cosa giusta da fare” i due si guardarono negli occhi, S “jarod devi stare molto attento, soprattutto ora” J “rains non mi fa paura” S “Rains ha detto al triumvirato che sei stato tu ad uccidere Adama e i suoi sicari, credo che qualche loro incaricato speciale ti stia cercando” J “allora è così che sono riusciti a scamparla! Quei bastardi non hanno limiti…” disse con una smorfia S “ora capisci che devi stare molto attento Jarod -si girò per prendere un bicchiere d’acqua- inoltre Rains ha cambiato gli accordi per la tua cattura, ora chi riuscirà a prenderti tra Lyle e Miss Parker avrà salva la…” Sydney non finì il suo discorso perché rigirandosi vide solo la finestra aperta e Jarod chissà dov’era, l’uomo sospirò e un po’ preoccupato andò a chiudere l’inferiata.
B “buongiorno Miss Parker” esordì il tecnico entrando nell’ufficio della Parker con un gran sorriso M “mmhh, cos’è successo Broots? Hai conosciuto qualche altra ragazza con delle fossette?” B “no di meglio! Cioè voglio dire…insomma ho trovato Jarod!” Miss Parker si alzò di scatto M “fantastico! Partiamo subito” B “sì beh…dovremmo aspettare…” M “Sydney ci raggiungerà dopo” B “no io veramente stavo parlando…” Miss Parker fece un’occhiata sospettosa e Broots inghiottì prima di riprendere “del signor Lyle” M “che cosa? Sei pazzo perché mai dovrei aspettare mio fratello?” B “è-è stato lui a darmi il segnale iniziale” il viso di Miss Parker si contrasse in un’ espressione di pura sorpresa M “che cosa?!” L “sorpresa sorellina?” la Parker girandosi vide Lyle con un sorrisetto M “beh sai dopo quello che ha detto il tuo signore e padrone Rains –Lyle alzò gli occhi al cielo sbuffando- credevo che trovare Jarod fosse diventata una gara che non ti saresti fatto scappare per nulla al mondo” Lyle alzò le spalle L “se lo prendiamo insieme nessuno dovrà morire” la Parker socchiuse gli occhi come a voler capire qual’era il suo trabocchetto leggendogli direttamente in testa e dopo aver guardato il fratello negli occhi per qualche secondo sentenziò M “broots andiamo” e i tre uscirono dall’ufficio.
Jarod era in camera sua o almeno quella che sarebbe stata la sua camera fino a quando non avrebbe lasciato la zona, la sua “vacanza” stava per finire, si era stancato di non fare niente, era tutto per non pensare al Centro, ma effettivamente era ancora peggio, il giorno dopo sarebbe partito e messo alla ricerca di qualcuno a cui porgere il suo aiuto, stava già pensando a una città dove gli sarebbe piaciuto andare mentre s’infilava i pantaloni bianchi che aveva trovato sullo schienale della sedia lì vicino. Ad un certo punto si raddrizzò di scatto e guardò interrogativo il computer che aveva emesso un suono e si avvicinò con ancora la cintura slacciata, il messaggio diceva di guardarsi alle spalle che presto sarebbe successo qualcosa, Jarod preparò in fretta la sua borsa, aveva la netta sensazione che avrebbe fatto meglio ad andarsene da lì il prima possibile, così dopo aver pagato andò alla macchina e proprio in quel momento vide arrivare le tipiche macchine del Centro e partì subito nel modo più discreto possibile.
M “stiamo cercando quest’uomo l’ha visto?” il ragazzo della reception rispose “certo è un nostro ospite” L “presto, qual’è il numero della sua camera?” “vedete la chiave è qui quindi è fuori…però aspettate, ora che controllo ha saldato il conto del soggiorno proprio 5 minuti fa, magari potete…” quelli che erano stati i suoi interlocutori erano però spariti. Nessuno si accorse della macchina che si stava allontanando, così Jarod potette tirare un sospiro di sollievo e si domandò come erano riusciti a localizzarlo, in fondo non aveva fatto nulla di compromettente…non riusciva a spiegarselo, era certo però che delle volte si facevano proprio pericolosi. Ripensò al messaggio che gli era arrivato poco prima, non credeva che si trattasse solo dell’arrivo di Miss Parker, doveva essere qualcosa di più e non era difficile pensarlo visto tutto quello che era successo, accelerò, voleva fermarsi presto da qualche parte e ragionarci, sentiva che era importante.
Miss Parker accennò un sorriso guardando fuori dal finestrino S “qualcosa di divertente?” le chiese dolcemente M “sai stavo pensando che Jarod è riuscito a scappare un’altra volta e...ho pensato che una volta arrivati al Centro avrei dovuto dare una spiegazione a mio padre” fece un altro sorriso triste, Broots abbassò lo sguardo che era diventato triste in un attimo, come se gli fosse proibito guardare Miss Parker nei pochi momenti in cui era vulnerabile, S “è dura Parker…anche più del necessario” in quel momento tornò dalla toilette Lyle e si rimise al suo posto poi guardando di sfuggita sua sorella inarcò le sopracciglia L “tutto bene?” M “certo” in quel momento arrivò Sam “c’è una telefonata per voi” M “grazie” mise poi il viva voce “cosa c’è” R “Miss Parker, non credevo di trovarti sull’aereo…insolito errore per te Lyle…” i due si guardarono consapevoli che per la prima volta nella loro vita stavano provando sicuramente le stesse emozioni e l’incontrollabile voglia omicida per l’uomo dall’altro capo del telefono R “in ogni caso figlioli ho la sensazione che non siate riusciti nel vostro intento…” L “non abbiamo preso Jarod” R “lo immaginavo, faremo i conti al Centro, a dopo” M “non ho proprio niente da renderti conto Rains e non provare a – Lyle le prese il braccio per esortarla a non continuare – farmi la predica!” R “lo vedremo” le rispose lui a denti stretti. Miss parker si liberò dalla presa di Lyle e lo guardò con aria interrogativa, mentre Sydney stava analizzando tutta la situazione e Broots diventava sempre più nervoso, L “è lui ad avere il comando in questo momento, nel caso non te ne sia accorta” M “e questo ovviamente ti fa diventare automaticamente il suo leccapiedi numero uno” L “è tutto legato alla sopravvivenza sorellina, credevo che papà te l’avesse spiegato” in quel momento le tornarono in mente le parole del Signor Parker, qualcosa riguardo la sopravvivenza dei Parker…lanciò un’ occhiataccia a Lyle e poi si rimise nella posa di prima, guardando fuori dal finestrino, la voglia di discutere le era passata.
Jarod si stava arrovellando alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa che potesse dargli un indizio su cui lavorare, quel messaggio gli aveva messo la pulce nell’orecchio, molto difficile da togliere a Jarod se non una volta scoperto e risolto il problema; si stiracchiò dopo ore di ricerche quando sul suo computer apparve un allarme, Jarod corrugò la fronte, era un segnale di avvertimento che qualcuno si stava immettendo nella rete privata del Centro e in genere in comunicazione diretta con la torre e il triumvirato. Iniziò a cercare di captare la provenienza della chiamata senza essere scoperto, forse proprio lì si nascondeva l’informazione che stava cercando.
Poco prima, al Centro, il jet era atterrato e Lyle entrato nella LYLE2 prima di partire si guardò intorno e una volta assicurato che nessuno fosse nelle vicinanze prese il cellulare e fece il numero L “sono Lyle, no signore, Jarod è ancora libero…certo, tutto sistemato, aspetto il vostro arrivo” mise via il cellulare e partì sgommando con una certa sensazione di pericolo che gli gravava sul collo.
La telefonata era stata troppo breve e Jarod non era riuscito a capire da dove provenisse, aveva invece scoperto che qualcun’ altro si era allacciato alla rete ascoltando la telefonata, nessuna informazione utile. Proprio in quel momento in un ufficio del Centro Rains appese il ricevitore guardando nel vuoto con lo sguardo di chi ha finalmente ciò che voleva da tempo.
J “sta succedendo qualcosa” M “molto interessante Jarod, ma non credo che vorrò scoprire di cosa si tratta…” Miss Parker stava per mangiare quando il telefono l’aveva interrotta J “qualcosa a che fare con il triumvirato” M “ma davvero? Quei simpatici succhiasangue, e tu esattamente come faresti a saperlo?” J “non ha importanza, ma credo che centri qualcosa con il nostro ultimo viaggio in aereo” M “oh Jarod tu arrivi sempre alle conclusioni troppo in fretta…” dall’altro capo del telefono Jarod corrugò la fronte J “ma che…hai bevuto?” Miss Parker diede una rapida occhiata alla bottiglia di vodka vuota per un quarto M “no e comunque non sono cose che ti devono interessare! Ci vediamo J” e mise giù la cornetta. Jarod rimase per qualche secondo ancora con il ricevitore all’orecchio, l’aveva davvero chiamato così o aveva capito male lui?impossibile, non si perdeva mai niente delle loro preziose conversazioni, J era così che si firmava, gli piaceva, era una bella sintesi di se stesso, uno che non ha un cognome viene chiamato sempre nello stesso modo, certo sentire Jarod lo confortava, sapeva di esistere, ma anche J lo rassicurava, era lui. Scosse la testa, la Parker l’ aveva detto solo grazie agli effetti offuscanti dell’alcool , l’avrebbe richiamata l‘indomani al Centro per parlargli della faccenda e giocare un po’, sorrise, ma si ricordò di ciò che aveva in programma poi di fare e il sorriso scomparve.
L “ciao sorellina” M “Lyle…ma che bello, che ci fai nel mio ufficio?” L “niente, mi stavo annoiando, sto aspettando una certa cosa” M “ma davvero e perché non vai ad aspettarla da qualche altra parte?” L “non c’è problema sorellina” e se ne andò sfoderando un gran sorriso, Miss Parker lo guardò ancora per qualche secondo, sembrava proprio felice. Miss parker si diresse verso l’ufficio di Sydney M “qualche novità?” lo psicologo scosse la testa così Miss Parker si lasciò cadere sulla poltrona più vicina M “sai…” proprio in quel momento suonò il telefono M “cosa c’è?!” J “quante volte ti devo dire che bere non fa bene alla tua ulcera?” M “preferibilmente nessuna topo da laboratorio” uno spillò colpì Jarod al cuore, quel nomignolo non gli piaceva affatto e poi confrontato a come l’aveva chiamato la sera prima… M “Jarod!” J “hai scoperto cos’ha in programma il triumvirato?” M “ma di che parli?” J “di quello che cercavo di dirti ieri sera, quando non eri esattamente in perfetta forma…” M “che…maledizione!” il simulatore aveva già riattaccato. S “cosa ha detto?” M “qualcosa sulle nuove prodezze del triumvirato, non appena arriva Broots chiamami, ho un lavoro per lui” disse alzandosi.
Jarod era già a Blu Cove, sorrise pensando al suo progetto di pochi giorni prima di stare lontano dal Centro, era lì per fare ricerche personalmente così era andato a casa di Rains dove aveva trovato soltanto delle carte di un progetto, ma che da sole non davano nessuna informazione, aveva deciso di andare allora nell’appartamento di Lyle che a quell’ora era al Centro sperando che lui fosse stato meno accurato a nascondere le prove del loro prossimo crimine. Iniziò a cercare nei cassetti dei numerosi schedari di Lyle, quella casa gli metteva un po’ i brividi, era così impersonale, ma allo stesso tempo riassumeva perfettamente la personalità del signor Lyle, scosse la testa, doveva concentrarsi, non aveva ancora trovato niente di utile, ma era sicuro che presto qualcosa sarebbe emerso, era …una sensazione.
Intanto al Centro Miss Parker aveva chiesto a Broots di fare delle ricerche che però non avevano dato risultati, così lei aveva deciso di andare da suo fratello a chiedere delle informazioni, sentiva che per quella volta erano dalla stessa parte.
Gli schedari erano finiti e Jarod stava per ispezionare ormai ogni centimetro della casa J “accidenti!” non aveva trovato niente di niente, fece una torsione completa del collo per sgranchirsi le ossa e riprese la ricerca con la sicurezza, ora, che non avrebbe trovato niente quando, dopo qualche minuto, sentì il cellulare squillare, lo tirò fuori dal taschino per esaminarlo e capire chi lo stava chiamando, ma lo schermo non era illuminato e il telefonino non emetteva suoni, non era il suo…in quel momento Jarod sentì distintamente il rumore di una porta che si apriva provenire da dietro di lui, proprio da dove si trovava l’armadio.
Miss Parker era andata nell’ufficio di Lyle, ma l’aveva trovato vuoto così si era rivolta ad una delle sue tante segretarie che le aveva detto che il signor Lyle era tornato a casa per riposarsi, Miss Parker aveva inarcato un sopracciglio e dopo aver avvertito Broots aveva imboccato la strada per la casa di suo fratello, mentre guidava per essere sicura di trovarlo presentabile aveva fatto il suo numero, ma dopo una decina di squilli si era rassegnata.
Jarod si girò verso l’armadio giusto in tempo per vedere Lyle che ne usciva e riuscì a cogliere l’esatto momento in cui vedendolo si immobilizzò di scatto mentre il telefono faceva i suoi ultimi tre squilli L “Jarod” si guardò intorno per individuare la sua pistola, ma poi si accorse di averla lasciata nella baracca nell’armadio e così esaminò Jarod per capire se lui ne aveva una, poteva essere pericoloso restare da solo con Jarod…J “dovresti essere al Centro” L “è vero, ma anche tu” J “lascia perdere, sai stavo cercando qualcosa che potrebbe illuminarmi sul nuovo progetto di Rains ,ma non ho trovato ancora niente…” aveva notato che Lyle era molto nervoso, doveva essere perchè non aveva la pistola a portata di mano, forse quella situazione poteva essergli vantaggiosa, poteva direttamente avere le informazioni che voleva da lui J “allora tu ne sai qualcosa?” disse tirando fuori dalla fondina la sua pistola.In quell’esatto momento qualcuno bussò ed entrambi guardarono verso la porta, poi la maniglia si abbassò M “Lyle!”, entrando Miss Parker in una frazione di secondo si accorse della situazione ed estrasse la pistola puntandola verso Jarod che spostò la mira da Lyle alla nuova arrivata L “Miss Parker! Meno male, allora è vero che hai un senso interiore” M “che sta succedendo?!” J “miss Parker! Ora ci siamo proprio tutti eh!” M “Jarod che ci fai tu qui?” J “cercavo di capire quale fosse il motivo per cui qualcuno si è messo in contatto con il triumvirato, te ne ho già parlato” Miss Parker gli diede un’occhiataccia M “infatti ero giusto venuta per parlarne con Lyle” “ah sì?” dissero in coro Jarod e Lyle, troppo sorpresi per accorgersene. J “allora perché non mettiamo via le pistole e ne parliamo?” Lyle pensò che se avessero riportato a casa il genio adesso sarebbe stato Rains a prendersi tutto il merito e forse sarebbe tornato nelle loro grazie L “mi sembra una buona idea- la sorella lo guardò completamente spiazzata –infondo è una cosa che non riguarda solo Jarod e poi una piccola tregua non causerà grandi danni!” M “ma stai bene?” L “più o meno…” Miss parker si rigirò verso la sua preda che aveva messo via la pistola e la stava guardando fissa negli occhi M “e va bene!” disse tra i denti. I tre si sedettero sul divano a debita distanza l’uno dall’altro, M “avanti Jarod parla” J “come ti ho già detto ho scoperto che qualcuno ha chiamato il triumvirato, immagino Rains, per fare non so cosa, ma ho il sospetto che potrebbe riguardare quegli omicidi compiuti sull’aereo di cui il Centro mi ha accusato. Magari Rains stava prendendo accordi con un loro agente speciale incaricato di farmi fuori…” L “questo è impossibile!” disse quasi ridendo J “che cosa?”Lyle tornò immediatamente serio, aveva parlato troppo, M “sputa il rospo Lyle”. Il giovane Parker li guardò entrambi, non avrebbe avuto scampo gli avrebbero fatto domande fino a scoprire tutto così sbuffando iniziò a parlare L “innanzitutto sono stato io a mettermi in contatto con il triumvirato, per rifinire un certo accordo” M “che accordo? Maledetto!” L “eh! Dovresti ringraziarmi invece, qualche tempo fa ho deciso che Rains doveva essere fermato, così ho iniziato ad avere comunicazioni private con il Triumvirato per ripristinare la loro fiducia, poi gli ho raccontato che non eri stato tu, Jarod, ad uccidere Adama e gli altri, ma Rains che era a capo di questo progetto da molto tempo.” J “complimenti sei riuscito a trovare un modo per sbarazzarti di Rains…e tornare ad essere tu il capo del Centro” L “è superfluo dire che il triumvirato si è infuriato e che si è subito adoperato per far avere a Rains ciò che si merita, arriveranno tra pochi giorni” M “è strano che ti sia dimenticato che anche tu eri d’accordo con lui” L “sorellina, l’importante è togliere a Rains il potere che ha adesso, ciò che appartiene a noi” J “è per questo che hai acconsentito, riportarmi adesso al Centro avrebbe distrutto il tuo piano” L “capisci sempre tutto eh…” Lyle iniziava a odiare la capacità che Jarod aveva di essere sempre una mossa avanti a lui J “cos’ hanno intenzione di fare a Rains? L “non ne ho idea! Ma vedi Jarod io se fossi in Rains non troverei piacevole stare in compagnia di quei dannati zulu!” M “non ti credevo capace di una simile macchinazione, sai non è facile come sparare a un uomo…” L “ovviamente tutto questo deve rimanere tra noi, insomma fino a quando non arriveranno gli scagnozzi del Triumvirato Rains potrebbe…” J “ucciderti ad esempio?” Lyle guardò fisso il simulatore il suo sguardo rivelava la sua paura pura M “Jarod, sono affari del Centro questi…” J “dove mi volete riportare da 5 anni…adesso però non mi riguardano, beh avete ragione, io non farò proprio niente.-disse alzandosi- Siete voi che dovete fare i conti con vostro padre” guardò poi la pistola di Miss Parker molto vicina a lei J “e tu Parker? Sei con tuo fratello?” ma non aspettò la risposta si girò invece e aprì la porta, uscendo senza che qualcuno glielo impedisse, era con lui. M “ci vediamo domani Lyle” L “sei dalla mia parte sorellina?” M “odio Rains e tu lo sai, il fatto che poi lui adesso sia al posto di…sia il capo del Centro è una cosa che non posso sopportare. Quindi se hai intenzione di far finire questa situazione non sarò certo io a fermarti” L “bene. Parker ho corso un grande rischio a informarti di tutto questo, ma alla fine anche se non l’avrei mai fatto, ora mi sento più sollevato, anche se…” M “…anche Jarod lo sa e potrebbe anche mandare tutto a monte, alla fine a lui non dispiacerebbe saperti morto, ma francamente non so fra te e Rains quale odi di più” L “in ogni caso presto questa storia sarà conclusa e non dovremo più preoccuparci” M “lo spero, ma non sarà così…” disse lei mentre usciva. Jarod stava ripensando a quello che aveva appreso poco prima e decidendo cosa avrebbe fatto lui, la sua adorata cacciatrice gli aveva detto che erano affari del Centro e in effetti non aveva tutti i torti perché lui in questa situazione non centrava molto anche se questo in realtà non l’avrebbe fermato, forse poteva sfruttare la situazione per annientare sia Lyle che Rains, ma sfortunatamente per lui, a quanto diceva Lyle, tutto era già stato deciso dal triumvirato e il tempo era poco. Doveva lasciare fare e una volta risolto il capitolo Rains avrebbe attaccato Lyle, doveva solo aspettare, inoltre voleva sfruttare a tutti i costi questa sua momentanea intoccabilità da parte di Miss Parker che per non mandare in fumo il piano del fratello non poteva catturarlo, frenò con una sgommata la macchina e si diresse verso la casa di Miss Parker, non poteva resistere…
Intanto, nei più bui sottolivelli del Centro Rains sembrava molto impegnato in qualcosa R “sai ho scoperto una cosa orribile, mi sono fidato di una persona che mi ha tradito, ma la mia vendetta, la nostra vendetta finalmente gli farà capire chi ha sempre comandato…” intanto qualcuno fece partire un filmato che viene proiettato per qualcuno che siede nell’ombra “ vedi questo è il signor Lyle, credo che tu sappia chi sia anche se non l’hai mai incontrato di persona…e sai anche cosa ha fatto, non è vero Ethan?”
Miss Parker era tornata direttamente a casa visto che anche se sapeva dov’era Jarod non poteva catturarlo, si mise a preparare da mangiare, forse quel giorno sarebbe riuscita a fare una cena decente, era ormai sera e Miss Parker stava gustando quello che era riuscita a cucinare complimentandosi con sé stessa quando sentì del vento dietro di sé, lei si girò per constatare cosa fosse stato e trovando solamente la finestra aperta si rigirò con uno sguardo di disapprovazione che si trasformò in sorpresa (ma forse poi nemmeno tanta) vedendo in piedi davanti a sé Jarod con una scatola in mano. M “dovevo immaginare che fossi tu” J “ho portato del gelato, ho preso tutti i gusti che stavano nella vaschetta” e dicendo questo posò la vaschetta e si sedette di fronte alla donna M “Jarod, cosa pensi di fare? Hai dimenticato che il mio compito è quello di riportarti al Centro?” J “certo che no, ma vedi Parker il piano di tuo fratello non prevede che tu mi riporti al Centro e visto che lo appoggi, per stasera dovrai farne a meno” Miss Parker non aveva avuto apparentemente nessuna reazione a quelle parole, ma mentalmente aveva scandito un “maledizione” da quando aveva sentito Jarod ancora più sicuro del solito, si sentiva a disagio, non aveva il solito controllo sulla situazione, non poteva minacciarlo in nessun modo, doveva per forza stare ad ascoltarlo, ed era questo che più la spaventava perché sapeva quel che Jarod avrebbe detto…J “è stata buona la tua cena?” M “direi di sì” J “lo vuoi vero il gelato?” M “Jarod…non intendo stare qui a parlare con te, ritieniti fortunato perché non ti riporterò al Centro, ma ora devi andartene” J “beh se avevi di meglio da fare tolgo subito il disturbo…ma stare da soli non mi sembra un programma fantastico per la serata!” M “Jarod vattene! Se riesci a farmi innervosire abbastanza il piano di Lyle non riuscirà a trattenermi da chiamare una squadra di spazzini, te lo assicuro” J “d’accordo, me ne andrò molto in fretta, ma prima voglio che ne parliamo” M “di che diavolo parli?” J “del tuo momento di debolezza…voglio che tu mi spieghi” M “Jarod, andiamo è stata una cosa stupida, molto stupida, dopo tutto quello che è successo…” J “…dopo tutto quello che è successo, eri così esausta che ti sei lasciata andare, hai fatto cadere per una volta la barriera che il Centro ti ha fatto costruire” M “Jarod…” Miss Parker odiava quella situazione, Jarod le stava facendo il terzo grado su un argomento che non le piaceva affatto, già al Centro succedevano di quelle cose…J “tu mi odi veramente Parker?” Miss Parker prima di rispondere cambiò direzione del suo sguardo guardandolo dritto negli occhi M “certe volte sì Jarod, certo immagino che sia dovuto anche al Centro, ma ti posso assicurare che alcune volte sono sicura di odiarti. Poi però sei tu quello che mi chiama, anche se nel cuore della notte, e cerca di farmi star meglio –cambiò posizione dando le spalle a Jarod- però non ti devi fare nessuna illusione, le due facce della medaglia si annullano tra di loro. Non so come stiano le cose per te, ma…” dicendo l’ultima frase si era rigirata scoprendo che Jarod se n’era andato. Non era giusto, lei gli aveva risposto e lui se l’era svignata, stava pensando la Parker, alla fine forse era meglio così, era stata praticamente sincera con lui, nonostante l’ultima parte, Miss Parker si mise a mangiare il gelato che gli aveva portato pensando che se Jarod fosse tornato, piano di Lyle o no, l’avrebbe riportato al Centro o almeno avrebbe minacciato di farlo….
Intanto Jarod la guardava da fuori dalla finestra, lei aveva ammesso che in una piccolissima parte teneva a lui, quindi aveva detto la verità? Era questo che Jarod andava cercando di tirar fuori da tutto quel tempo? Ovviamente no, ma almeno adesso sapeva che qualcosa c’era, Jarod sorrise prima di tornare alla sua macchina, forse ci sarebbe voluto del tempo, ma non era una cosa così impossibile…
M “fammi indovinare Broots: nessuna traccia del nostro eroe!” B “ciao…no purtroppo non ho trovato niente per oggi” M “bene” disse lei in modo che Broots non la potesse sentire S “sono contento che ieri ti sia riposata un po’” M “sfortunatamente però non è andata esattamente così…” L “ciao sorellina! Come va?” M “bene Lyle e a te?” L “dovrebbe andare meglio domani” M “non ne sei sicuro?” B “di che state parlando?” chiese Broots sempre più confuso, sembrava che parlassero in codice e in effetti il tecnico non aveva sbagliato di molto. I due si girarono verso chi li aveva interrotti con sguardo tagliente che fece alzare le mani a Broots come per ricordare che era disarmato L “vado nel mio ufficio” prima che potesse uscire però la sorella lo fermò dicendogli piano M “non fare cose di cui potresti pentirti Lyle, per il tuo bene” L “andiamo Parker, non essere così drammatica! Andrà tutto bene”
R “Ethan, credevo che volessi bene a tuo fratello, così lo deluderai…” E “finiscila! Stai solo cercando di plagiarmi, ma non funzionerà!” R “allora non mi credi…non credi che Lyle abbia ucciso tuo fratello” E “le voci mi dicono che stai mentendo” R “ma tu sai che non è così, le voci ti hanno mentito, tu sai che Lyle ha ucciso tuo fratello Kyle” E “non stavi parlando di lui, tu dicevi che Jarod era stato ucciso” R “esattamente Ethan, Lyle ha ucciso prima Kyle e ora Jarod, non credi che qualcuno dovrebbe fermarlo, lo dico per il bene della tua famiglia” E “no! So che non è vero, mia madre me lo ha detto, tu stai mentendo come sempre” R “Ethan, credevo tu fossi più acuto, ma stai sottovalutando l’amore di una madre per i suoi figli e il suo senso di protezione” E “cosa…” R “vedi, Jarod è tuo fratello proprio come Lyle, ma c’è una differenza: Jarod non è figlio di tua madre, è per questo che ti mente, cerca di proteggere suo figlio” E “sei patetico, lei non mi mentirebbe mai!” R “guarda qui Ethan, credi che questo non sia vero?”
Miss Parker intanto stava facendo ciò che di norma faceva ogni giorno insieme a Sydney e Broots, per non destare sospetti, ma, trovata la scusa giusta, andò da suo fratello, aveva deciso di non dire niente a Sydney anche se probabilmente lui lo sapeva già grazie a Jarod, non l’aveva fatto perché sapeva che Sydney avrebbe complicato tutto facendola riflettere a tutti i costi sul fatto che quell’essere alla fine era suo padre cosa a cui non voleva nemmeno pensare. Entrò nell’ufficio di Lyle senza bussare trovandolo sul suo divanetto a fissare il vuoto, sentendo che qualcuno entrava si girò con malavoglia verso la porta, Miss Parker intanto si era seduta alla sua scrivania M “come mai tutto questo tempo libero?” L “che vuoi dire?” M “che il sacco di ossa prima non poteva fare a meno di averti sempre alle calcagna e adesso ti lascia qui a non fare niente” L “ti ho già spiegato che non ti devi preoccupare di lui e comunque gli ho detto che avevo delle piste su Jarod su cui lavorare e poi lui è impegnato in qualcosa…” M “sarebbe?” L “pazienza Parker, lo scopriremo diciamo domani”. “Lyle” qualcuno era entrato proprio in quel momento, ma ai due Parker non serviva guardare verso la porta per individuare chi aveva parlato perché sapevano bene di chi si trattava e il sangue gli si era gelato nelle vene all’ingresso dell’unica persona che non sarebbe mai dovuta entrare in quel momento, Rains, R “credevo stessi lavorando a delle piste su Jarod” L “infatti è così, ma qualcuno è venuto a disturbarmi e…” R “la competizione tra figli è una cosa che adoro…spero che qualcuno di voi trovi presto qualcosa” e così dicendo uscì M “spero che funzioni Lyle, non ho mai odiato tanto una persona” L “wow non sono al primo posto…” M “questo solo perché al mondo, incredibile ma vero, esiste qualcuno ancora più spregevole di te” L “che parole toccanti sorellina! Sarà meglio andare nel tuo ufficio a finire il discorso nel caso venisse voglia a qualcuno di tornare”. Mentre camminavano tra i corridoi continuarono la conversazione infatti quando Miss Parker entrò nel suo ufficio Lyle stava ancora parlando e quasi non si accorse che sua sorella si era bloccata sulla porta rischiando di andarle addosso; Miss Parker si era immobilizzata perché di certo non si aspettava quella scena entrando nel suo ufficio, Jarod era seduto sulla sua poltrona con i gomiti appoggiati alla scrivania J “ciao Miss Parker”, in quel momento Lyle si fece spazio per capire se aveva sentito bene L “Jarod!” l’impulso era troppo forte e senza nemmeno volerlo aveva già tirato fuori la pistola J “vedo che tu e il signor Lyle siete diventati inseparabili” L “sei diventato completamente pazzo?!” intanto Miss Parker aveva chiuso la porta cogliendo l’occasione per accertarsi che nessuno avesse visto chi c’era nel suo ufficio, M “Jarod che ci fai qui?” J “sono venuto a fare un giretto, quanto a te Lyle non ti conviene essere scontroso perché in effetti potrei anche uscire di qui e non credo che la cosa aiuterebbe il tuo piano” Lyle fece un abbozzo di sorriso, incredulo della situazione, mentre rimetteva a posto la pistola. M “Jarod te lo ripeto che diavolo ci fai qui?” J “Miss Parker non potevo lasciarmi sfuggire l’opportunità di venire fino a qui senza essere catturato…” M “e se ti dicessi, genio, che il piano di Lyle ha già funzionato? Oppure che era tutta una macchinazione per prenderti?” la Parker lo guardò con occhi accesi dalla sfida, non sopportava la sua arroganza, J “direi che non è così perché Rains è ancora in circolazione e Lyle è veramente d’accordo con il triumvirato” L “va bene Jarod, ma adesso cosa vuoi fare?” J “parlare con Miss Parker, da solo…” Lyle inarcò un sopraciglio e poi si girò verso la sorella per capire cosa ne pensava lei al riguardo M “vai Lyle, me la cavo” L “d’accordo, ma se hai bisogno di qualsiasi cosa chiama il mio interno” prima di andarsene scoccò un’altra occhiata a Jarod e uscì, l’idea di non catturare Jarod lo faceva già arrabbiare, il fatto che in quel momento era a pochi metri da lui solo con sua sorella lo faceva semplicemente imbestialire così mentre camminava per il corridoio non resistette e per la frustrazione tirò un pugno al muro mormorando un “maledizione” che avrebbe voluto urlare. M “Jarod mi perseguiterai fino alla fine dei miei giorni?” era abbastanza arrabbiata per ovvi motivi J “non sono io quello che perseguita le persone Parker, tu stai parlando del Centro…” M “non cercare di cambiare discorso Jarod, mi stai veramente stancando! La tua sta diventando un ossessione…” J “è solo che non riesco a capire Parker! Come fai dopo quello che è successo ad essere ancora qui ad occuparti della mia caccia, della privazione della mia libertà?!” M “è così che facciamo…per sopravvivere” J “non intendo farlo per sempre” M “bene anzi perfetto allora perché non appena questa faccenda sarà finita non vieni di nuovo a trovarmi così la caccia sarà conclusa” J “scegli sempre la via più facile…per te” Jarod si alzò rimettendosi la giacca che aveva appoggiato alla scrivania J “ci vediamo Parker” disse girato mentre si issava nel condotto di aerazione. Miss Parker andò allora nell’ufficio di Sydney dove ovviamente trovò anche Broots B “Miss Parker tutto bene?” M “perché?” S “era da un po’ che eri uscita e ci stavamo chiedendo se ti fosse successo qualcosa” M “non temere Syd so badare a me stessa, in quanto alla ricerca immagino nessuna novità…”.
Jarod sapeva che rimanere al Centro tutto quel tempo poteva essere pericoloso anche perché poteva contare solo sul fatto che i Parker non l’avrebbero catturato, ma gli spazzini potevano benissimo consegnarlo direttamente a Rains che non l’avrebbe facilmente fatto tornare nell’impianto che gli faceva da comoda entrata e uscita, comunque voleva correre il rischio per parlare con Angelo, era da molto che non lo vedeva e inoltre voleva sapere se conosceva qualcosa del progetto di Rains.
Lyle aveva passato il pomeriggio beh, aspettando che il pomeriggio finisse e di certo uscito dall’ufficio si pregustava il rientro a casa, così mentre camminava per un corridoio non potette fare a meno di sorridere pensando che finalmente il giorno dopo sarebbe tornato ad essere il capo del Centro, si stiracchiò, sentiva già il peso della carica, ma era un peso che avrebbe sopportato con molto piacere, venne riscosso però dai suoi pensieri da qualcuno che lo stava chiamando, Lyle si girò per vedere chi fosse sputando un seccato “che c’è?”, non aveva la minima intenzione di trattenersi di più, appena però vide chi l’aveva chiamato rimase a bocca aperta, la fronte corrugata, in una pura espressione di incredulità.
Miss Parker non si era mossa dall’ufficio di Sydney e aveva passato il tempo occupandosi di alcune piccoli affari per qui non aveva mai tempo, ma aveva deciso di tornare a casa, Sydney se n’era già andato e ancora si chiedeva perché lei era rimasta, perfino Broots intendeva andarsene di lì a poco. M “andiamo Broots, non vedo l’ora di farmi un bagno caldo” B “sì anch’io così posso guardare tranquillamente quel programma che è veramente uno spasso! Come si chiama…ok la smetto” Miss Parker fece un piccolo sorriso, Broots non sarebbe mai cambiato, ma adesso capiva al volo come comportarsi quando lo fulminava con una delle sue occhiate; i due si stavano dirigendo verso il parcheggio quando sentirono uno sparo, Miss Parker tirò subito fuori la pistola B “cosa succede!?” M “shhh! Stai dietro di me” disse avvicinandosi piano al luogo da dove credeva fosse stato sparato il colpo B “Miss Parker!” M “che c’è?” B “questo è sangue…” il tecnico stava indicando una macchia scura sulla quale erano evidenti delle strisce, i due non dovettero seguire per molto la scia, infatti non appena girarono l’angolo trovarono Lyle per terra che si teneva l’addome con la mano che era ormai completamente ricoperta di sangue M “Lyle!” Miss Parker si precipitò inginocchiandosi a fianco del fratello alzandogli piano la mano, gli sollevò la camicia, ma non riuscì a capire se il proiettile era uscito M “Broots muoviti chiama l’infermeria!” B “certo subito”. Miss Parker strappò poi un pezzo della camicia di Lyle e lo premette sulla ferita al che il fratello fece un lamento prendendo la mano della Parker stringendola M “è stato Rains?” Lyle fece piano di no con la testa, sembrava che la sua resistenza al piangere stesse per finire M “te la caverai Lyle, l’ hai detto tu che se c’è una cosa che non fai facilmente è morire…è stato Jarod?” il tono della voce era chiaramente meno accusatorio, come se la Parker facesse quella domanda giusto per farla perché tanto sapeva già la risposta, Lyle fece di nuovo no con la testa B “stanno arrivando” L “E…E…” M “non importa devi stare calmo, non ti muovere e non parlare. Broots rimani tu con lui e premigli questo sulla ferita” B “ma Parker…” M “per favore Broots” B “certo…ma tu dove vai?” M “a caccia” e sparì correndo dal corridoio. Non riusciva a capire chi avesse potuto sparargli, forse uno spazzino molto devoto a Rains oppure il triumvirato aveva fatto un voltafaccia ai danni di suo fratello o forse…fu interrotta da un rumore così si girò di scatto puntando la pistola verso il punto da cui proveniva M “Ethan! Cosa ci fai qui?” disse lei sorpresa e rassicurata abbassando la pistola M “ma dove eri finito?” gli chiese lei avvicinandosi con un sorriso, si bloccò però quando vide un particolare: aveva una pistola in mano. E “Miss Parker mi dispiace…ma lui ha ucciso mio fratello…” Miss Parker socchiuse le palpebre M “di che stai parlando?” E “Rains me l’ ha detto, Lyle ha ucciso Kyle e…” M “…tu hai ucciso lui?!” E “JAROD! Lui ha ucciso Jarod! Non potevo…lui era mio fratello” gridò lui singhiozzando M “Ethan! Lyle non ha ucciso Jarod! Rains ti ha mentito, come gli hai potuto credere?” E “tu sei contenta adesso, non è vero? Tu lo odiavi e adesso stai mentendo proprio come lei…” M “no, ti dico la verità, ho visto Jarod solo qualche ora fa” Ethan le lanciò un’occhiataccia M “credi che se Lyle avesse ucciso jarod sarebbe stato ancora vivo? Non avrei potuto sopportarlo, gliela avrei fatta pagare io stessa Ethan!” E “stai mentendo” disse lui lentamente puntando la pistola verso Miss Parker, in quel momento arrivò Jarod che dal condotto aveva sentito uno sparo ed era piombato lì dopo aver sentito gridare il suo nome. J “miss Parker stai bene?” lei per tutta risposta lo guardò e poi voltò lo sguardo verso il suo precedente interlocutore e in quel momento Jarod si accorse di Ethan che aveva un’espressione stralunata J “Ethan?!” disse sorridendo E “Jarod io l’ ho visto, tu eri morto. C’era tutto quel sangue poi il funerale, ho visto le foto del tuo cadavere…” J “che cosa?” M “rains gli ha fatto credere che Lyle ti aveva ucciso” J “ma per…lui lo sapeva, sapeva tutto…Ethan ascolta le voci e ascolta me, mi vedi, io non sono morto, Rains ti ha di nuovo usato, ma gliela faremo pagare ora pensiamo ad uscire di qui” e gli tese una mano E “non posso crederci l’ ha fatto di nuovo e io gli ho creduto, cosa ho fatto…” e ricominciò a piangere M “Ethan forza, ha ragione Jarod, dovete andarvene!” in quel momento iniziarono ad arrivare degli spazzini e Jarod prese di forza la mano di Ethan che fu obbligato a seguirlo mentre Miss Parker li guardava allontanarsi. J “dai Ethan! Possiamo farcela! Svolta a destra…” i due dopo qualche tempo riuscirono a seminare gli spazzini, passando da un sottolivello all’altro, stavano per entrare finalmente nel condotto dell’aerazione quando si ritrovarono davanti due uomini, chiaramente non spazzini, che parlavano tra loro, Jarod se ne accorse e si fermò in tempo, ma Ethan, ancora troppo scosso, non li sentì nemmeno e andò dritto davanti a loro che lo guardarono stupiti prima di riconoscerlo “ è il progetto Mirage!” Jarod decise di utilizzare a pieno l’effetto sorpresa e uscì dal nascondiglio, i due sconosciuti ebbero appena il tempo di realizzare che davanti a loro c’era il prezioso simulatore prima di averlo addosso, seguito da Ethan, tornato finalmente in sé, dopo qualche colpo riuscirono a stenderli senza che avessero avuto nemmeno il tempo di tirar fuori la pistola; E “adesso andiamocene di qui Jarod” Jarod gli rivolse un sorriso prima di dirgli da che parte andare, ma non ne ebbe il modo infatti in quel momento Ethan crollò in ginocchio per poi accasciarsi su un fianco, Jarod quasi non aveva sentito lo sparo e si stava chinando per soccorrere il fratellastro quando qualcuno parlò “ io non lo farei se fossi in te, Jarod! Oggi è un giorno fortunato per il triumvirato, verrai via con me, ma non temere, non ti uccideremo, ora sappiamo la verità. Ci sarai molto utile Jarod”.
Jarod non poteva crederci: era al Centro, suo fratello era gravemente ferito e il triumvirato stava per catturarlo…se solo li avesse fermati prima non sarebbe successo niente del genere, quella situazione lo stava portando sull’orlo della disperazione. “allora Prodigio, inizia a mettere lentamente le mani sulla testa e…” in quel momento qualcuno lo colpì alla testa e l’esponente del triumvirato cadde a terra svenuto, J “ Miss Parker, ma come…” M “ho un sesto senso, ricordi?” rispose lei distratta, Jarod annuì e s’inginocchiò vicino a Ethan J “maledizione è una bella ferita!” E “stanno arrivando, devi scappare Jarod, mi dispiace…” in quel momento Jarod percepì quella sensazione indistinta, ma costante di dejavù che si sente quando sembra di aver già vissuto quel momento J “non ti devi preoccupare, non sforzarti di…” E “devi scappare, si occuperà di me Miss Parker” M “certo, fra poco arriveranno i dottori Ethan” E “sentito? Vai adesso…” J “io non…” E “vai via di qui!” Jarod si alzò di scatto come se gli fosse scattata una molla e fece qualche passo non convinto indietro E “ti voglio bene fratellone” J “anch’io…ci vediamo presto Ethan” e finalmente si girò e si mise a correre nell’oscurità. Intanto qualcuno si stava avvicinando e Miss Parker sperava che non fossero solo gli spazzini M “andrà tutto bene Ethan, vedrai” E “ma anche tu lo sai…” Parker sentì le lacrime che le salivano e cercò di controllarle, non era per niente facile, M “Ethan tu non morirai” E “non devi piangere sorellina” fu come un flash per Miss Parker –sorellina– detestava quando lui la chiamava così, Lyle, in quel momento si ricordò di lui, gli avevano sparato, Ethan gli aveva sparato, realizzò che entrambi i suoi fratelli erano in pericolo di morte, ed erano uno la causa della situazione dell’altro, in modo diretto e indiretto, Miss Parker si ritrovò a pensare che solo un miracolo li avrebbe salvati entrambi.
Jarod aveva male al cuore, ora che era in macchina e vedeva allontanarsi la sagoma del Centro non riusciva a credere di aver lasciato Ethan ferito là dentro, ma pensandoci aveva ragione suo fratello era stato meglio così…appena gli spazzini fossero arrivati l’avrebbero subito allontanato impedendogli di dare qualsiasi aiuto e lui sarebbe stato di nuovo prigioniero al Centro, cosa che non avrebbe di certo aiutato suo fratello, inoltre lì gli avrebbero dato subito le cure necessarie, sarebbe stata una follia portarlo in un ospedale vicino e poi con lui c’era Miss Parker... malgrado tutto questo Jarod non riusciva ad andarsene da lì e ad un certo punto frenò di colpo, avrebbe aspettato e poi sarebbe tornato, doveva sapere.
Intanto al centro gli spazzini erano arrivati e Ethan era stato trasportato nell’infermeria seguito ovviamente da Miss Parker che gli rivolgeva un dolce sorriso ogni volta che incrociava il suo sguardo, quando i dottori iniziarono a lavorare lei si accorse del letto a fianco sporco di sangue e vuoto e in quel momento vide Broots B “ma è, è Ethan!” M “Lyle è…” B “non lo so, l’ hanno portato all’ospedale più vicino” M “all’ospedale?” B “non chiedermi perché, non ne ho idea. Pensi che dovremmo chiamare Sydney?” M “no, non c’è niente che lui possa fare adesso e poi arriverà domani mattina, anzi se vuoi andare a casa…” B “no Debbie passa la notte da una sua amica…” M “aspettiamo insieme allora” Broots annuì e miss Parker guardò con occhi tristi verso il vetro che la separava dai dottori, le faceva male il cuore.
Jarod aveva aspettato tre ore circa prima di tornare al Centro, ormai mancava poco all’alba, ma contava sul fatto che gran parte del centro quella notte non aveva dormito molto, entrò nell’ufficio di Miss Parker, voleva sapere la situazione da lei, la trovò addormentata sul suo divano così lui s’inginocchiò davanti alla spalliera su cui aveva appoggiato la testa e sussurrò dolcemente il suo nome, dopo qualche minuto Parker si svegliò e solo quando lei aprì gli occhi Jarod notò che il suo viso era rigato da segni di lacrime M “Jarod?” J “già, ti sei addormentata nel tuo ufficio, sono successe molte cose stanotte…” un guizzo attraversò gli occhi di Miss Parker, ora ricordava, deglutì M “Jarod…” J “in che condizioni è Ethan?” le lacrime le salirono agli occhi J “no” Miss Parker stava cercando le parole per dirglielo, ma lui aveva già capito J “non può essere” stava ancora guardando dritto negli occhi di Miss Parker, ma si era alzato in piedi, anche Miss Parker si alzò M “non ce l’ha fatta Jarod” miss Parker non trattenne più le lacrime e Jarod l’abbracciò senza trovare alcun tipo di resistenza e anche lui scoppiò a piangere. Stettero così senza poter smettere di piangere per un buon quarto d’ora fino a che Jarod si staccò da lei guardandola in faccia con gli occhi ancora umidi J “io avrei potuto salvarlo” M “i dottori hanno fatto tutto il possibile…” J “ma non capisci! Sarebbe bastato fermare Lyle e non sarebbe accaduto” M “già e Ethan avrebbe continuato ad essere assoggettato da Rains” J “meglio che morto” Miss Parker non rispose, sapevano entrambi che quell’affermazione era abbastanza discutibile, M “lo farò seppellire vicino a mia madre” J “già, è un ottima idea. Mio Dio…non li ha mai conosciuti, nemmeno mio padre, chissà forse sarà anche il mio destino…” M “no Jarod.Non posso ancora crederci…” J “credici Parker perché questo è il Centro ed è così che facevano e continuano a fare” i due si guardarono negli occhi e poi Jarod tornò silenziosamente nel condotto di aerazione.
Arrivato finalmente giorno, dopo quella notte che non voleva più passare, Miss Parker andò all’ospedale, Lyle si stava rimettendo e lei sentiva il bisogno di andare a trovarlo, Miss Parker saputo il numero della camera ci andò e appena vi si affacciò non potette fare a meno di sorridere, Lyle sempre in giacca e cravatta era nel suo letto con uno dei vestiti ospedalieri con gli occhi chiusi M “sei sveglio?” L “Miss Parker?” M “mmh bravo, riesci ancora a riconoscere le persone” L “ma sai che stanotte potevo morire?” M “poverino…” Lyle si tirò più su nel letto L “fa un male del diavolo! Beh…comunque volevo…” Miss Parker lo guardò con occhi indagatori, ma lui evitò lo sguardo “…ringraziarti. Se non ci fossi stata tu credo che non ce l’avrei fatta” in quel momento alzò gli occhi incrociando lo sguardo di Miss Parker che alzò un sopracciglio L “dico davvero” M “ credevo che tu avessi già venduto la tua anima, ma forse ce n’è ancora qualche brandello” Lyle le riservò un’ occhiataccia e poi proseguì L “e al Centro cos’è successo? Non ho nemmeno capito perché sono qui, voglio dire all’ospedale” M “non mi sembra una grande sorpresa, che tu non abbia capito voglio dire, comunque credo che sia stato un ordine superiore” L “ordine superiore? Piuttosto hanno trovato quel pazzo? Ethan…” Miss Parker gli si avvicinò prendendolo per il collo della maglietta M “non provare mai più a dire una cosa del genere” malgrado tutto il suo impegno le salirono le lacrime L “ma che è successo?”. Dopo aver sentito il racconto della sorella Lyle era infuriato perché aveva finalmente capito di essere stato aggirato da Rains che aveva architettato il tutto per ucciderlo L “ma adesso dov’è quel bastardo?” M “i tuoi amici del triumvirato lo stanno cercando, ma credo abbia lasciato il Centro e magari il Delaware da un pezzo”.
Jarod era sconcertato, non capiva il senso di tutto quello che era successo, Ethan era morto e Lyle era vivo…non ci voleva un genio per capire che le cose sarebbero dovute andare al contrario, non era giusto semplicemente…aveva passato con lui solo, quanto…2 settimane? Sempre di più di quanto aveva passato con Kyle…o a dir la verità con qualunque altro membro della sua famiglia. Era così allora…Ethan poteva considerarsi il membro della sua famiglia che più conosceva ed era morto, Jarod fece un sorriso amaro e gli si inumidirono gli occhi quando gli venne in mente una strana analogia: lui era una specie di Re Mida, solo che ciò che toccava non diventava oro, ma polvere. Forse sarebbe stato meglio per tutti se non avesse cercato la sua famiglia, se non avesse trovato nessuno, se non fosse scappato dal Centro…era per questo che si trovava lì davanti alla sua porta…a cui stava bussando. Non aprì Miss Parker, ma Sydney, cosa che fortunatamente distrasse Jarod dai suoi pensieri S “Jarod vieni” e gli mise una mano sulla spalla J “cosa ci fai qui” S “sono venuto a far compagnia a Miss Parker dopo che Broots mi ha raccontato ogni cosa…mi dispiace Jarod” J “già e dove…” M “sono qui” Jarod si girò, era dietro di lui, sul divano M “cosa ci fai qui?” J “ehm…non lo so…” M “è una fortuna…avevo una cosa da dirti, faremo questa sera i funerali, al tramonto, nessuno lo saprà a parte le persone fidate…” J “mi stai chiedendo di venire?” M “ti sto offrendo la possibilità di venire al funerale di tuo fratello” J “ci sarò” e uscì.
Quella sera erano in quattro, il solito trio e Jarod, in silenzio al fianco di Miss Parker, fecero entrambi il discorso di addio e poi lasciarono la bara tra l’arancione del cielo mentre il sole scompariva J “ci vediamo Parker…grazie per aver fatto questo per me…” M “figurati, Jarod cosa succederà adesso?” J “al Centro?” M “sì, ormai non c’è più nessuno…nessuno che…” J “ti obblighi a rimanere?” M “è strano avrei immaginato un finale diverso…comunque…Jarod?” il simulatore era sparito M “ma per te non è diverso, vero Jarod…” Miss Parker tornò alla macchina dove la aspettavano Sydney e Broots, la aspettava una lunga nottata e un risveglio ancora peggiore.
Quella mattina Jarod si alzò, uscì e prese un gelato mangiandolo seduto sulla panchina di un parco, stranamente quella notte aveva fatto bei sogni e si sentiva pieno di energie, tirò fuori uno dei suoi libretti rossi, aveva scoperto che un tizio aveva assassinato un ragazzo per della droga riuscendo a farla franca, il criminale stava uscendo proprio in quel momento dal barbiere del paese proprio di fronte al parco, come tutti sanno da un barbiere si possono trovare più informazioni che non dietro a un distintivo così Jarod s’incamminò verso il negozietto, alla fine una spuntatina non gli avrebbe fatto male.
Miss Parker era tornata al Centro anche se non aveva niente da fare, voleva andare all’ufficio di suo padre…del signor Parker, a pensare, ma dopo aver aperto la porta si fermò, c’era qualcuno sulla sua poltrona che era girata dalla parte opposta, all’inizio Miss Parker pensò a Lyle, ma si ricordò che era ancora all’ospedale e allora aggrottò la fronte M “chi è?!” la poltrona si girò lentamente e ci mancò poco che Miss Parker svenisse vedendo chi c’era seduto e che aveva sfoderato uno dei suoi soliti sorrisi dopo aver detto “Angelo! Sono contento di vederti”. La vista del signor Parker l’aveva spiazzata e non era riuscita a dire nemmeno una parola P “allora, non vieni ad abbracciare tuo padre?” Parker era talmente sconvolta che riuscì a dire solo ciò che in quel momento le aveva attraversato la testa M “tecnicamente tu non sei mio padre…” dopo aver sentito quelle parole uscire dalla sua bocca Miss Parker si riscosse e andò ad abbracciare l’uomo che stava sbuffando P “hai ragione…nessuno ti ha ancora detto niente…vedi in realtà io sono veramente tuo padre…” M “non ti ricordi, ormai l’ho scoperto anche se sarai per sempre mio padre so che…” P “no tesoro non hai capito, sono io tuo padre, non Rains. Abbiamo dovuto farti credere il contrario predisponendo quei falsi dati e analisi, ma sono sempre stato io tuo padre” disse aggiungendo un sorriso M “che cosa!? e perché? Papà come…” P “non è importante, ora sono qui” disse alzandosi M “come sarebbe non è importante!?” P “angelo ora l’unica cosa importante è catturare Jarod. Non ti preoccupare, tutto tornerà come prima”

(scritto da Mary)

COMMENTO: Ecco! Direi che da qui potrebbero proseguire con altre dieci serie…non siete d’accordo? Spero che la mia personale continuazione vi sia piaciuta e perdonatemi gli errori.


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