RIASSUNTO:
E se Felicity non avesse seguito Ben a New York?
AMBIENTATO:
Idealmente è un episodio alternativo a "Ben ha un problema", 20°
episodio della prima stagione, da cui vengono in parte citate alcune
frasi di Ben e Felicity.
DATA DI
COMPOSIZIONE: 29-30 luglio 2002
ADATTO: a
tutti
DISCLAIMER:
I personaggi di "Felicity" sono proprietà di Imagine Television,
Touchstone Television, WB Television e vengono usati senza il permesso
degli autori e non a scopo di lucro. Scott è un personaggio inventato
dall'autrice. Tutti i diritti del racconto appartengono al sito Felicity
World.
E-MAIL:
dreamhunter72@libero.it
NOTE DELL'AUTORE: Ragazzi, aspetto da tutti un parere... Sincero,
mi raccomando! E' la prima fanfiction che scrivo e vorrei continuare,
perciò i vostri consigli e le vostre critiche saranno preziosi!
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"Cara Sally, da dove comincio ?
Beh... Innanzitutto sono a New York !! Cioè... Ti rendi conto ?!
Tu lo sai. Tu sai perchè e quanto ho sognato questa città... Ma ormai era un
sogno che avevo messo da parte. Sai anche questo.
Poi Scott ha iniziato a corrispondere via Internet con una certa Elena Tyler,
una studentessa in medicina che frequenta proprio l'università di New York
!! Sono diventati amici: lei è un tipo con le idee chiare, che prende lo
studio di petto. Esattamente come Scott.
Elena partecipa all'esclusivo seminario del dottor McGrath, una specie di
luminare della ricerca scientifica,e un paio di settimane fa, ha invitato
Scott ad assistere a una serie di conferenze di McGrath aperte al pubblico.
E ovviamente Scott mi ha chiesto di andare con lui !!
Mi aspettavo che mio padre avrebbe fatto delle storie, invece il nome di
McGrath ha sortito l'effetto di una parola magica: papà ha detto che non
dovevo assolutamente perdermi quest'occasione ! E poi credo che si fidi di
Scott... Certo! Chiunque si fida di Scott, giusto?
Siamo arrivati a New York quattro giorni fa. Come...Come faccio a spiegarti
ciò che ho provato ?
Elena mi piaciuta subito, è bellissima e brillante. Ci ha fatto visitare la
Casa dello Studente e l'università. E' tutto così variopinto, qui, Sally,
così pieno di vita... Non mi fraintendere, a Stanford mi trovo bene: ho
incontrato Scott e anche Keri... Ma qui, non so, si respira un'aria
frizzante, carica di aspettativa...E' stimolante, capisci ?
Ho guardato tutti quei ragazzi che mi camminavano intorno e ho pensato che
avrei potuto essere una di loro, se soltanto...
Già, se soltanto...
Ho dovuto nascondere l'annuario. L'ho ficcato in un vecchio baule e ho
gettato la chiave nel fondo di un cassetto, dove si è confusa con altre
cianfrusaglie. Era l'unico modo, perchè, all'inizio, ogni giorno, andavo a
sfogliarlo, a rileggere quelle parole... E rivedevo lui, seduto sul prato,
intento a scrivere, con i suoi capelli biondomiele illuminati dal sole...Oh,Sally!
Sono stata troppo debole, non ho insistito abbastanza con i miei! Come
sarebbe andata se fossi venuta a studiare qui ?
Dove...Dove ero rimasta ?
Ah, sì! La prima conferenza di McGrath, secondo Scott è stata interessante.
Io non l'ho seguita molto, in effetti. E poi la sera, la mia seconda sera a
New York, siamo usciti con Elena, il suo ragazzo, Blair e due loro amici,
Noel e Hannah. Noel è il referente interno del piano dove alloggia Elena, un
bel ragazzo, con gli occhi verdi e un sorriso spontaneo. Elena mi ha
raccontato di quanto sia fantastico e di come l'abbia aiutata quando ha
avuto problemi con la retta. Chissà, forse sarebbe stato anche il mio
referente interno se...
Mi trovi patetica, per caso?
Guarda che non me la prendo. Un pò lo sono...Però tu non sai ancora
tutto,Sally!!!
Come ti dicevo, siamo usciti tutti insieme e...Davvero non mi spiego come
sia potuto accadere, ma,ecco, a un certo punto ho perso di vista Scott e in
un batter d'occhio lui e gli altri erano scomparsi inghiottiti dai passanti,
le porte della metropolitana si sono chiuse e il treno è ripartito !!
Capitano soltanto a me queste cose, già!!
Scesa alla fermata successiva, ho aspettato. Non so bene cosa. Che Scott
venisse a prendermi o che arrivasse un altro treno, ma non conoscevo i nomi
delle fermate e probabilmente gli altri non si erano resi conto di avermi
perduta sulla metropolitana e forse mi stavano semplicemente cercando tra la
folla... Insomma,sono uscita dalla stazione. Mi rendo conto di aver
rischiato grosso, quello poteva essere un quartiere pericoloso e infatti mi
sono presa immediatamente un bello spavento... Sally, c'era qualcuno
sdraiato per terra, sul marciapiede. Mi sono bloccata, ho guardato quella
figura immobile e mi sono detta:"Ecco qua, Felicity! Sei appena arrivata a
New York, ti perdi come un'idiota e trovi subito un cadavere...". Già mi
vedevo alla Centrale di polizia, a dare la mia testimonianza ad un rude
detective in stile "New York Police Department", hai presente ?
Poi la figura si è mossa, tentando di rialzarsi e a quel punto mi sono
spaventata anche di più !
Ma lo sai come sono fatta, no ?
In certe situazioni proprio non riesco a pormi dei freni, così mi sono
avvicinata. Dopotutto, poteva trattarsi di qualcuno bisognoso d'aiuto...
Non ci crederai, Sally. Io non ci credo tuttora. Aveva il volto tumefatto e
insanguinato, ma l'ho riconosciuto all'istante. In fondo avevo sognato
quella faccia per tutto il periodo del liceo... Sì, Sally !! Era Ben ! Ben
Covington !! Ed era lì, disteso ai miei piedi !
In seguito, è accaduto tutto molto in fretta. Ricordo di aver dato il mio
fazzoletto a Ben perchè si tamponasse una ferita sopra l'occhio destro, poi
ho fermato un taxi e l'ho portato al Pronto Soccorso. E là sono rimasta ad
aspettarlo seduta nella saletta d'attesa.
E' andata meno peggio del previsto: non l'hanno nemmeno trattenuto ed è
tornato da me sulle sue gambe. I suoi occhi... Erano così sperduti. Mi si è
avvicinato un po' esitante, con le mani nascoste nelle tasche, guardandomi
di sbieco.
"Felicity...? Sei Felicity Porter ? ".
"Sì, proprio io".
Mi è sembrato sollevato ed è venuto a sedersi nella poltroncina accanto alla
mia. "Meno male. Ti ho riconosciuta subito, ma ho creduto che fosse
un'allucinazione... Cioè, perchè poi tu dovevi essere lì ?...".
Parlava con tono stanco e intanto si massaggiava la fronte.
"Sì...Beh, sono qui da qualche giorno, con il mio ragazzo... E' complicato
da spiegare. Comunque mi sono persa alla stazione della metropolitana. Stavo
cercando un taxi e...".
"E hai trovato me, un tuo ex-compagno di liceo di cui forse neanche ti
ricordavi più...". Ha ridacchiato. "Che bella sorpresa,eh ?".
"Beh, effettivamente... Senti, come stai ?".
"Bene... Non mi hanno neanche dovuto mettere dei punti. Nessun trauma
cranico, solo escoriazioni".
"Hai detto ai medici di essere caduto...".
Lui ha annuito. I suoi occhi azzurri si sono spostati brevemente su di me.
"Infatti...".
"Ma non è vero. Qualcuno ti ha picchiato". L'ho detto e poi me ne sono
pentita. "No, lascia perdere, non sono affari miei. Adesso chiamo un taxi e
ti accompagno a casa".
Ben ha sollevato di scatto la testa. "No, me la cavo da solo, hai già...".
"Niente storie ! Abiti alla Casa dello Studente ? ".
"No, sto in un appartamento con un altro ragazzo. Lui è il padrone,
dividiamo le spese. Ma a quest'ora non dev'essere in casa, so che rientrava
tardi...".
Gli ho teso la mano. "E allora vedi che ho ragione ?
Forza,andiamo!".
Infatti l'appartamento era vuoto. Ho fatto sedere Ben sul divano e l'ho
convinto a dirmi dov'era l'occorrente per il caffè.
"Sei gentile", mi ha detto lui mentre gliene versavo una tazza. "Ma lo sei
sempre stata...Anche al liceo, vero ?
L'ultima volta che ci siamo visti, se non mi sbaglio, era il giorno del
diploma...Mi hai chiesto di firmarti l'annuario, giusto ?".
"Sì...Che memoria...". Mi sono seduta di fronte a lui, stringendo la mia
tazza bollente. La luce delle lampade era bassa e disegnava sul suo volto
ferito rughe di stanchezza.
"Dove sei andata a studiare ?".
Gli interessava davvero saperlo ?
Il suo sguardo era vuoto.
"A Stanford. Medicina".
"E gli studi vanno bene ?".
"Sì. Piuttosto bene. E a te come va ?
Ho visitato l'università. Sembra un bel posto...".
Ben ha stretto gli occhi come se sentisse dolore. "Dillo. Dillo pure. Ti
chiedi chi è stato a picchiarmi e perchè".
Quella sua voce così esausta...Te lo giuro, Sally, avrei voluto gettare via
il caffè e correre a stringerlo. Invece mi sono limitata a mugugnare un: "Ma
no...Non è necessario che tu mi racconti niente, se non vuoi".
Di nuovo i suoi occhi, questa volta spalancati su di me, non più vuoti, ma
pieni di una richiesta che non ho saputo decifrare. "Qualche mese fa mio
padre ha deciso di non pagarmi più l'università. Così. Di punto in bianco.
Una cosa proprio da lui, sai...All'inizio ce l'ho messa tutta. Ho trovato un
lavoro, ho pregato Sean, il ragazzo che vive con me, di venirmi incontro...
Ma i soldi hanno cominciato a non bastare. E così mi sono messo a
scommettere".
Ho deglutito, senza trovare nulla da ribattere.
"Ho un sacco di debiti, Felicity. Mi hanno picchiato perchè non riesco a
pagarli". Ha sospirato. "Perché sono un perdente, come ha sempre sostenuto
mio padre".
Credo che stesse parlando più con sè stesso che con me. Ma mi faceva troppo
male vederlo così sconfitto, così diverso dal Ben che mi ricordavo.
"Non puoi cercare di far cambiare idea a tuo padre ?".
Lui ha sorriso a denti stretti, scuotendo il capo. "No... Sono mesi che non
lo sento".
"E tua madre ?".
"I miei hanno divorziato. Mia madre si è liberata di lui e finalmente ha
un'occasione di essere felice. Non voglio rovinarle tutto, farla
preoccupare. Non deve sapere di avere un figlio perdente...".
No, non potevo sopportarlo, Sally. Mi sono alzata, sono andata ad
inginocchiarmi di fronte a lui e l'ho preso per le spalle. "Tu non sei un
perdente. E' vero, io non ti conosco, ma ti ho incrociato tutti i giorni per
anni, lungo i corridoi del liceo. Ti ho osservato e mi sono convinta che tu
avessi qualcosa di speciale. Perdonami, Ben, ma mi rifiuto di ammettere di
essermi sbagliata tanto clamorosamente... E ,a essere sincera, non ci vedo
nulla di terribile nel fatto che tua madre si preoccupi per te. E' la tua
mamma, Ben. Lascia che faccia la mamma e si prenda cura di suo figlio".
Adesso riuscivo ad interpretare quella richiesta nei suoi occhi: erano
lacrime che gridavano forte, che volevano uscire, ma Ben le tratteneva,
ostinato. Le gambe mi si stavano facendo molli.
"Ok", ho esclamato risoluta, schizzando in piedi. "Adesso te ne vai a letto
e sarà meglio che io chiami un taxi. Scott sarà preoccupatissimo e mi starà
aspettando in albergo".
"Sì...Sì, hai ragione...",ha borbottato Ben, alzandosi a sua volta. "E' come
se mi fosse passato sopra un carro armato...". Mi ha sorriso, non il suo
solito sorriso luminoso, ma pur sempre un sorriso. "Il telefono è là. Per il
taxi...Grazie di tutto, Felicity, io non so che...".
Mi sono affrettata ad agitare una mano con disinvoltura. "Finiscila e va a
dormire. L'avrebbe fatto chiunque".
Lui si è passato una mano tra i capelli, in segno di resa e si è diretto
verso la sua stanza.
"Ah...Ben ?". Si è girato. "So che il mio parere non conta, ma pensa a
quello che ti ho detto, ok? ".
Ah,ecco il suo sorriso di un tempo ! Un raggio di sole nella stanza in
penombra...
"Felicity Porter...L'avrebbe fatto chiunque, dici ?
Mi sa proprio di no...".
Il cuore mi batteva a mille mentre telefonavo per chiamare il taxi e uscivo
dall'appartamento silenzioso. O meglio, mentre uscivo dalla vita di Ben. Si
possono mettere da parte i sogni impossibili, Sally, ma in fondo non si
riesce mai a smettere veramente di sognarli, non trovi ?
Il destino, una coincidenza, le conferenze di McGrath...Non so cosa, ma
qualcosa mi aveva ridato il mio sogno e adesso, eccomi lì, che lo lasciavo
di nuovo, probabilmente per sempre.
Il destino, già...Perchè, Sally, mi sono accorta di non avere la borsa.
Doveva essere rimasta in casa di Ben. Quando si dice voler spargere il sale
sulla ferita...
Sono rientrata in punta di piedi, decisa a fare il più in fretta possibile,
ma poi l'ho sentito. Le lacrime avevano vinto. Ben stava piangendo.
L'ho trovato rannicchiato sul suo letto, ancora vestito. Singhiozzava come
un bambino. Non ho più capito niente. Mi sono stesa accanto a lui e l'ho
stretto con forza, anche se mi sembrava di avere braccia troppo piccole per
contenere tutto il suo smarrimento. Anche Ben si è aggrappato a me. Piano
piano,il suo pianto è divenuto sempre più flebile e il suo respiro si è
fatto regolare, nel sonno.
Oh, Sally...Io non sapevo che potesse crearsi una tale, magica intimità tra
due persone ! Nel buio della stanza, esistevano solo il tepore del nostro
abbraccio, il suo fiato caldo contro il mio collo, i suoi capelli
biondomiele che mi solleticavano la guancia e il suo cuore. Lo sentivo
battere.
...Ok!! La cassetta sta per finire, perciò ti saluto ! Te la spedirò il
prima possibile !
Baci, Felicity.
...
AH! Ci sei cascata! Dì la verità ! Scusami, ma non ho resistito !!
Ovviamente la storia non è finita...
Quando mi sono svegliata, era mattina, un sole accecante dominava su tutto
e...Ben mi stava a guardare! Era ancora sdraiato lì, accanto a me, nel
letto, e mi guardava. Il livido attorno al taglio sulla fronte aveva assunto
tutta una gamma di tonalità orribili, ma le sfumature dall'azzurro al verde
dei suoi occhi, in quella luce, erano ancora più incredibili , bellissime...
In cucina abbiamo trovato Sean. Quando ci ha visti sbucare insieme dalla
stanza di Ben, è rimasto a bocca aperta, con un cucchiaio di cereali sospeso
a mezz'aria come un punto di domanda. Poi i cereali sono caduti dal
cucchiaio, giù sulla tovaglietta di plastica. E mi sono ricordata di Scott :
avevo trascorso la notte, senza neanche chiamarlo.
Sally...Sarà significativo che il nome di Scott sia affiorato nella mia
mente mentre guardavo cadere dei cereali freddi ?
Comunque sia, non credevo che la sua voce ( di Scott, intendo) potesse
raggiungere toni così striduli... Mi ci è voluta una giornata intera e
qualche ritocattina ai fatti qua e là (che mi ero addormentata in poltrona e
da sola, per esempio) per indurlo a calmarsi e a perdonarmi.
A Elena invece ho raccontato la verità. E' un tipo sveglio, non la si
inganna facilmente. Buffo... Non so ancora che pensare di tutto quello che è
successo, ma ho la certezza di avere una nuova amica.
Il mio quarto e ultimo giorno a New York sta per concludersi. Scott è andato
all'ultima conferenza di McGrath, io invece l'ho evitata con la scusa della
stanchezza.
Scott era appena uscito e io stavo facendo le valige, quando hanno bussato
alla porta. E' accaduto meno di un'ora fa.
Ho aperto ed era Ben. Aveva un bell'aspetto e stava anche più dritto con le
spalle, come se si sentisse libero da un peso. Infatti si è deciso a parlare
con la madre. L'unica cosa che non ha avuto il coraggio di rivelarle è la
brutta faccenda delle scommesse e,saldati i debiti, non avrà abbastanza
soldi per il viaggio di ritorno a Palo Alto, quest'estate. Ma i suoi occhi
erano luminosi, pieni di rinnovata fiducia : è sicuro che troverà una
soluzione. Abbiamo chiacchierato un po', mi ha ringraziata di nuovo e
figurati che mi ha riportato il fazzoletto che gli avevo prestato, lavato e
stirato a puntino!
Che dolce, vero ?
"Beh... Quest'estate, a Palo Alto... ci si vede, no ?", ha detto
indietreggiando verso la porta.
Io non sapevo decidermi se stare in equilibrio su un piede o sull'altro.
"Certo! Ci si vede!".
Lui ha messo una mano sulla maniglia, poi l'ha lasciata e ha fatto un passo
verso di me. "Ehm... Con quel Scott...E' una cosa seria ?".
Equilibrio ? Quale equilibrio ?
Avevo le vertigini, Sally!!
" Con...chi, scusa ?".
"Oh, perdonami, che imbecille! Devo essermi sbagliato... Mi pareva che il
tuo ragazzo si chiamasse Scott...".
Aiuto... "Scott...? Sì!!! Si chiama Scott, già... Ma... ma non è che ci
frequentiamo da molto...cioè...".
Gli occhi di Ben hanno indagato dentro i miei e il suo sorriso si è fatto
più sicuro. "Quindi non se la prenderà se ti chiamo per uscire, qualche
volta...".
Aiuto, aiuto... "Noooo... E poi lui non vive a Palo Alto".
Lui si è messo a ridere. Deve aver pensato che ero pazza. "D'accordo,
allora...Ciao,Felicity...".
Si è girato, ha aperto la porta, poi l'ha richiusa, si è voltato di nuovo e
in un secondo me lo sono ritrovato vicinissimo, la sua mano posata sul mio
collo. "Ieri mattina", ha mormorato la sua bocca a pochi centimetri dalla
mia,"ho aperto gli occhi e ho visto te".
Tutto qui, Sally, ha detto solo questo. Le più belle parole che abbia mai
sentito... Mi ha baciata sulla fronte, senza fretta... E poi... Non so, deve
avermi senz'altro salutata, prima di andarsene, ma io ero ancora
completamente preda del suo incantesimo e vedevo solo i suoi occhi,
dappertutto.
Non ho mica finito di fare le valige... Tu credi che mi chiamerà davvero,a
Palo Alto?
Che importa... Se non mi chiama lui, lo chiamo io, puoi giurarci!!
Bene, Sally !! Adesso la mia storia è davvero finita. Anzi è finito l'inizio
della storia, almeno spero... Ma il mio cuore, quello che non ha mai davvero
dimenticato il sogno di nome Ben, mi suggerisce che ci sono ad attendermi
ancora molte sorprese.
Sarà stato il destino, Sally ? Una coincidenza ? Le conferenze di McGrath ?
E come sarebbe andata se invece avessi seguito la mia folle idea di venire a
studiare a New York ?
Probabilmente non avrò mai le risposte, ma di una cosa sono assolutamente
sicura: mio padre aveva ragione... Non potevo davvero perdermi
quest'occasione !!!
Ti voglio bene,
baci,
Felicity"
Scritto da Franca |
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