Intervista a RICCARDO ROSSI
In esclusiva per il sito IL MONDO DEI DOPPIATORI, un'altra intervista ad un doppiatore italiano. E' il turno di Riccardo Rossi, voce italiana di Johnny Depp, Ben Affleck, Matt Damon, Adam Sandler e numerosi altri attori.
Intervista effettuata nel mese di luglio 2005, a cura di Alessandro Germani e Simone Poletto (testo di Riccardo Sorrentino e Alessandro Germani). È assolutamente vietato riprodurre questa intervista – anche in modo parziale – senza autorizzazione.
PICCOLA CARTA D'IDENTITA' |
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Nome:
RICCARDO Cognome: ROSSI Nato il 9 novembre 1963 a Roma Fratello dei doppiatori Emanuela e Massimo Rossi Curriculum: |
L'INTERVISTA
Tu sei il più piccolo di
una famiglia di doppiatori, ma chi è stato il primo di voi a dedicarsi al
doppiaggio?
Il primo di noi è stato mio fratello Massimo con un film della Walt Disney,
poi Emanuela e infine io. Anche il mio primo lavoro è stato con un film della
Walt Disney dal titolo "Gli Aristogatti"... non è stato facile perché essendo
ancora piccolo non sapevo leggere, e quindi dovevo imparare le battute a
memorie e poi ripeterle.
Quanti anni avevi?
Cinque anni. Nonostante ciò, superai il provino e mi affidarono il
personaggio del gatto Matisse.
Quindi hai lavorato anche
con il grande Renzo Montagnani, che ricordo hai di lui?
Sì, lui dava la voce al gatto Romeo, comunque stiamo parlando sempre di
molti anni fa.
Una domanda classica,
quanto ti ha aiutato essere fratello di due famosi doppiatori?
Ti sembrerà strano, ma al contrario di quanti molti pensano non ho avuto
nessuna agevolazione. In quanto mia sorella e mio fratello, fanno questo lavoro
come liberi professionisti e non sono vincolati da alcune società di
doppiaggio. Perchè specialmente oggi, con i tempi serrati che abbiamo nelle
produzioni, il prodotto deve essere fatto nel minor tempo possibile e nella
maniera migliore. Ecco perché ci tengo a precisare non serve essere imparentati
per lavorare.
Smentisci questa voce!
Sì, almeno per quanto riguarda la mia famiglia! Con questo non voglio dire che
poi non ci siano delle eccezioni, ma ripeto visto che noi siamo degli attori
professionisti (mio fratello, mia sorella...) e non degli imprenditori.
Comunque non siamo i primi
a farti questa domanda! Penso che anche altri già ti abbiano chiesto quanto è
importante la parentela...
Sì, è una domanda classica!
Come mai, non avete mai
pensato di diventare imprenditori?
Sono scelte di vita, noi abbiamo visto che siamo più portati ad occuparci di
doppiaggio che di imprenditoria. Mentre nel doppiaggio siamo affermati, come
imprenditori troveremmo non poche difficoltà.
Dopo "Gli Aristogatti", quali sono stati i tuoi lavori?
Tantissime cose, purtroppo elencarli tutti mi risulterebbe difficile.
Hai alternato la tua
carriera con moltissimi cartoni animati, a grandi film e telefilm. Hai
cominciato con cartoni come "Lulù l'angelo tra i fiori", "Cuore"…
Questi che tu nomini sono solo alcuni. Sempre in quel periodo ho fatto
anche molta televisione.
Hai fatto "Walkie Talkie",
a 10 anni se non sbaglio.
Sì, era il 1974.
Ti ricordi di cosa parlava
quella trasmissione?
Faceva parte della serie "La Tv dei ragazzi", all'epoca c'erano solamente il
primo e il secondo canale. E questa trasmissione era una presentazione ai
programmi che andavano in onda in quel periodo. Vi lavoravamo io che ero un
bambino e il grandissimo attore Armando Bandini che aveva un cappello con sopra
un elica, insieme presentavamo il palinsesto del pomeriggio.
Quanto è durata la suddetta
trasmissione?
Se non ricordo male dalle 30 alle 40 puntate circa.
Ebbe un grande successo!
Sì, allora vista la poca concorrenza televisiva tutto aveva successo!
So che hai lavorato anche
con altri grandi personaggi.
Sì, con Renato Rascel e tanti altri.
Sei entrato a testa alta
nel mondo del lavoro fin da bambino. Parliamo un attimo dei tuoi film, hai
fatto "Pearl Harbor" ambientato nella seconda guerra mondiale.
Sì, quello è uno dei miei ultimi lavori dove io davo la voce a Ben Affleck.
Un altro grande film-verità
che tu hai fatto è "Alive - Sopravvissuti", che parla di una sciagura aerea
realmente accaduta.
Esatto, io doppiavo Carlitos. Una storia vera, come da te detto, una curiosità
è che i ragazzi oggi sono diventati una comunità, ed ogni Natale si incontrano.
Ripercorrendo la tua
carriera, la tua vita l'hai vissuta più nelle sale di doppiaggio che fuori; ma
penso che anche attualmente sia ancora così.
Esatto. Infatti adesso abbiamo doppiato un film che è uscito da poco al
cinema che si chiama "Sahara" e un altro che si chiama "Spanglish", dove io
doppio sempre Adam Sandler.
Parliamo adesso di un
grande telefilm "Arnold", dove tu davi là voce al fratello maggiore di lui,
Willis, ed era un po' un anomalia perché tu sei il fratello minore nella realtà
ed invece nella fiction interpretavi quello maggiore.
Sì, sono il minore dei miei fratelli veri, però nella serie ero il fratello
maggiore di un altro grande doppiatore che interpretava Arnold che è Fabrizio
Manfredi, mentre il padre era il grandissimo Emilio Cigoli, purtroppo
scomparso.
Cigoli dirigeva soltanto?
No, ha preso anche lui parte alla sit-com.
Hai trovato difficoltà a
rivestire la figura del fratello maggiore?
No, perché Arnold fu la prima sit-com ad essere trasmessa in Italia, e noi ci
divertimmo moltissimo a doppiarla anche perché di particolare aveva le risate
sotto le battute.
Le classiche risate
americane! Si può dire che l’hai tenuta tu a battesimo la prima sit-com
trasmessa in Italia?
Sì, io e Fabrizio Manfredi.
Quanti anni avevi al tempo
della serie suddetta?
Avevo circa 13 o 14 anni, ma devo dire che ne ho fatte parecchie di "prime
cose". Perché sempre io e Francesca Guadagno doppiammo il primo cartone
giapponese che arrivò in Italia che era "Heidi". Io ero Peter e lei Heidi.
Un altro cartone animato
giapponese era "Cuore" dove tu davi la voce al personaggio di Precossi. Però il
tuo grande successo per il quale ancora oggi sei ricordato era il personaggio
di Ataru in "Lamù".
Sì, Ataru Moroboshi, che doppiai solamente per un certo periodo di tempo
visto l’enorme quantità di lavoro che avevo all'epoca.
Un altro telefilm è stato
"Casa Keaton"…
Sì, io davo la voce a Skippy.
Johnny Depp è il
personaggio che ormai ti appartiene nel campo del doppiaggio!
Sì, lo doppio ormai da tanto tempo che lo considero mio!
Tipo com’era per Ferruccio
Amendola con Tomas Milian, un abbinamento perfetto che poi è diventato storico.
Sai che hai un'omonimia con un altro personaggio della televisione che si
chiama come te?
Sì, pensa che siamo andati io, il mio omonimo e mia sorella al programma "NessunDorma"
condotto da Paola Cortellesi dove abbiamo interpretato una scenetta molto
divertente.
Neanche a farlo apposta, tu
hai dato la voce per lo spot pubblicitario del tuo omonimo, secondo te l’hanno
fatto apposta?
Probabilmente sì! Perché ormai c’è una certa amicizia tra noi, nata appunto
da questa omonimia.
Gli scherzi del destino!
Tutti e due con lo stesso nome, e tutti e due lavorate nel campo dello
spettacolo...
L'omonimia piena, perché siamo nati nello stesso anno.
Torniamo a te , per ben due
volte hai lavorato insieme a tuo fratello e tua cugina in "Candy Candy" e "Hello
Spank".
Nel primo doppiavo 3 o 4 personaggi, ma il principale era Neil, mentre nel
secondo ero Ryo.
Hai doppiato moltissimi
cartoni animati. Come è stato lavorare con i tuoi cugini?
Bene. Abbiamo un buon affiatamento.
Una domanda che già ho
fatto a tuo fratello: c’è mai stata rivalità tra voi fratelli e voi cugini? Lui
mi ha risposto di no, al contrario c’è stato un certo aiuto da parte di tutti,
anche per te è stato così?
Certamente, sai quando si lavora si cerca sempre di creare un'atmosfera
tranquilla, serena.
Un'altra grande serie
televisiva è stata "La famiglia Bradford" , già ci lavorava anche tua sorella
nella serie?
No, io doppiai le prime 9 puntate per la S.A.S. che feci con un grande
attore purtroppo scomparso che era Renzo Palmer; il resto della serie venne
affidato alla C.D.C. dove poi mia sorella doppiò un personaggio.
Un altro film storico è "Donnie
Brasco" con Johnny Deep.
Sì, io facevo la parte dell'agente di polizia infiltrato nella mala, una
storia accaduta veramente nell'America degli anni 1970.
Il primo momento in cui hai
trovato difficoltà a fare doppiaggio?
Il momento in cui per motivi di età ho iniziato a cambiare voce e quindi
iniziavo a doppiare le persone più grandi.
Quando hai cominciato a
fare il direttore del doppiaggio?
Ho cominciato con il film tratto da una storia vera dal titolo "Aria
sottile", un film-denuncia commissionato dall'ente National Geographic,
realizzato per denunciare le scalate a pagamento sull'Everest.
Per quanto riguarda il
teatro?
Come ti ho detto, l'esperienza fatta con Renato Rascel al Teatro Parioli di
Roma, per una commedia scritta da Maurizio Costanzo. Dopo però ho lasciato
stare.
Come mai?
Perché mi sono dedicato di più al doppiaggio.
Sui tuoi colleghi
doppiatori che oggi non ci sono più, a cominciare da Renzo Montagnani, a chi
devi qualcosa, o meglio chi ti ha insegnato qualcosa?
Sicuramente tutti i grandi doppiatori del passato come Cigoli, Panicali,
Sibaldi, De Angelis, Montagnani... vecchie glorie che hanno dedicato il loro
tempo ad insegnarmi molte cose.
Tuo figlio promette in
questo campo?
Sì, come spettatore, perché mi segue moltissimo attraverso la televisione.
Un tuo sogno nel cassetto?
Vivere felicemente con la mia famiglia.
© 2005
Antonio Genna
- IL MONDO DEI DOPPIATORI, le interviste
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