Intervista a ROMANO MALASPINA
In esclusiva per il sito IL MONDO DEI DOPPIATORI, un'altra intervista ad un doppiatore italiano. E' il turno di Romano Malaspina, voce italiana di Roger Moore, Jeff Goldblum e Roy Scheider in numerosi film, ma anche doppiatore di numerosissimi altri personaggi del grande e piccolo schermo.
Intervista effettuata nel mese di dicembre 2006, a cura di Antonio Mastroianni. È assolutamente vietato riprodurre questa intervista – anche in modo parziale – senza autorizzazione.
PICCOLA CARTA D'IDENTITA' |
|
Nome:
ROMANO Cognome: MALASPINA Nato il 22 dicembre 1939 a Venaria Reale (TO) Curriculum: |
L'INTERVISTA
Quando ha iniziato la sua
attività di doppiatore?
Ho iniziato a fare il doppiatore nel 1966.
Ci racconti
qualcosa di lei.
Sono nato a Venaria Reale (TO), ho vissuto gli anni dell'infanzia a
Siena, dove ho frequentato il "Piccolo Teatro" diretto dalla Baronessa
Sergardi. Mi sono poi classificato primo al test d'ammissione per
l'Accademia di Silvio D'Amico a Roma, che ho frequentato per tutti e tre gli
anni e in cui mi sono diplomato a pieni voti nel 1965. Nei tre anni di
corso, durante l'estate, ho partecipato a vari spettacoli e letture col
maestro d'Accademia Orazio Costa.
Appena diplomato ho fatto parte per l'intera stagione della nascente
compagnia detta "Teatro Romeo"; sempre col suddetto maestro, il quale aveva
una sentita componente religiosa.
Devo confessare di adorare il teatro, purtroppo negli anni 1960/70 il teatro
era molto politicizzato e se non eri di sinistra... non ti facevano fare
nulla, come anche nel cinema del resto, quindi ho ripiegato nel doppiaggio,
anche se sento che se avessi fatto più teatro avrei potuto dare di più.
Qual è stato il suo primo
lavoro?
Ad essere onesti non ricordo il mio primo doppiaggio: ricordo di aver
iniziato con piccole battute, facendo per un po' il brusio di fondo, per poi
passare ai personaggi principali.
Secondo lei è necessario
ritrasmettere vecchie glorie di tutti i generi (animazione, telefilm, film)
con nuovi doppiaggi?
Sono assolutamente contrario, anche perché così si manca di rispetto al
lavoro fatto da altri colleghi in precedenza. Adoro i doppiaggi di una
volta, quelli anni 1950/60, perché erano molto più curati, anche dal punto
di vista grammaticale e del lessico. Oggi inorridisco quando sento "un
attimino", "mi va alla grande"... una volta non si parlava così!
Il personaggio migliore
doppiato/preferito?
Beh sicuramente Errol Flynn, Roger Moore, Tyrone Power, Humphrey Bogart.
Proprio di Roger Moore posso raccontarvi un aneddoto: dovete sapere che l’ho
doppiato oltre che negli episodi a colori de "Il Santo" anche in quattro
film, e prima di morire Cesare Barbetti, che era stata una sua voce storica,
mi ha fatto i complimenti per come l’ho doppiato. Ho anche doppiato James
Franciscus, Bob Taylor, Jeremy Britt, Randolph Scott e tantissimi altri.
Che differenza c’è tra
doppiare un cartone animato ed un personaggio reale?
Ovviamente un cartone animato è più difficile perché devi essere tu a
caratterizzarlo,a crearlo per così dire,e devi quindi far riferimento al tuo
bagaglio d’attore. Mentre un personaggio reale è più semplice, meglio ancora
se si doppia un attore bravo.
Ama i cartoni animati?
Tra quelli che ho doppiato adoro "Babar", perché è un personaggio
aristocratico, gentile, mai violento, con un tono regale, mi somiglia un
po'.
Ama il suo lavoro?
E’ sicuramente un bel lavoro se fatto con meritocrazia e serietà, al
quale ho dedicato tutto me stesso,e una volta che ci sei dentro lo ami più
di ogni altra cosa,anche se ammetto che è faticosissimo e stressante.
Il suo rapporto con altri
colleghi?
All’inizio un po’ minimali come rapporti,dato che ero molto
risoluto,timido,ma poi ho instaurato un buon rapporto con tutti.
C’è un lavoro che le sarebbe
piaciuto doppiare, ma non ha fatto?
Sì, mi avrebbe fatto piacere doppiare qualche classico d’animazione,
tipo quelli Disney.
Ha avuto soddisfazioni nel
suo lavoro?
Sì, tante, ma anche tante batoste e seccature. Purtroppo, se non sei in
certi giri di amicizie, anche in teatro e nel cinema, non ti chiama nessuno
e non lavori. Posso dirvi di avere arricchito le cooperative di doppiaggio,
poiché sono andato sempre a tariffa, parlando come un pazzo e facendo un
numero di anelli superiore a quelli che facevano gli altri. A causa di
questo lavoro frenetico mi sono anche ammalato. Anche i sindacati ci si sono
messi, equiparando di fatto il compenso di chi dice solo una battuta a
quello di chi parla per tre ore, voi capite che è assurdo. Nel 1968 Emilio
Cigoli mi "ascoltò" e mi mise nella CVD, di sua iniziativa, perché dovete
sapere che io ho il difetto di non saper chiedere lavoro, di andare a fare
provini, file, ecc.. ma non perché sia altezzoso, anzi,è proprio una mia
incapacità. Dunque mi mise in questa cooperativa, ma decisi poi di
andarmene, facendo anche una scelta di carattere perché se non eri nelle
cooperative non lavoravi. Bene, dopo poco scoppia il doppiaggio libero e io
ne divenni il re!! C’era gente che mi odiava, che parlava male di me e che
poi veniva a prendermi sotto casa per farmi doppiare questo o quel
personaggio. Posso dire di aver arricchito un bel po' di gente,ma di sicuro
non mi sono arricchito io.
Le è capitato di rifiutare un
personaggio che le hanno proposto?
No mai, perché comunque per noi è un lavoro, quindi non stiamo lì a
badare tanto a cosa doppiamo, certo fa piacere quando è un grande lavoro
importante, ma altrimenti va bene lo stesso.
C’è un personaggio che
rimpiange e che avrebbe voluto doppiare?
Sì, avrei voluto tanto doppiare Robert Redford, che ho doppiato
solamente nel documentario di Sky "Qualcosa su Sidney Pollack", e anche
Richard Chamberlain, che ho doppiato nella serie TV "Il dottor Kildare" ma
avrei voluto doppiarlo anche in "Uccelli di rovo".
Ci sono quelle giornate nelle
quali non si riesce proprio a stare dietro alla storia e a restare
sincronizzati?
Sì, certo, come in tutti i mestieri. Anche se per fare questo lavoro è
necessario avere i nervi a posto e non farsi coinvolgere dalla vita privata.
Lei pensa di avere qualcosa
in comune con i personaggi che doppia?
Sì, ritengo di avere molto in comune con Actarus/Duke Fleed di "Goldrake",
che è stato il personaggio che più mi ha dato notorietà. Lui era un po'
solitario, romantico, ma anche pronto a scattare per combattere, anche se
poi si struggeva nel suo privato per le sue azioni.
Anche Babar un po’ mi somiglia: è un re, si comporta in modo aristocratico,
un gentiluomo.
Consiglierebbe ai giovani di
avvicinarsi al mondo del doppiaggio?
No, è una vita d’inferno, dipendi poi dalle amicizie che girano e se non
sei amico di… non lavori.
La famiglia cosa pensa del
suo lavoro?
Mio padre non si è mai interessato di me, mentre invece mia madre mi ha
sempre sostenuto, anche se quando seppe che volevo entrare nel mondo dello
spettacolo mi disse "Ma che c’entriamo noi con questo mondo?". Ho poi un
fratello che è generale della Folgore ed è più grande di me, mentre un altro
è più piccolo, anche se non ho rapporti con loro.
Che rapporto ha avuto col
cinema?
Direi davvero scarso: ho fatto qualcosa con Fellini, Nuzzi, Laurenti,
Pastore, Pupi Avati e Ronsisvalle, ma roba di poco conto.
In televisione invece ho partecipato ad alcuni sceneggiati Rai per la regia
di Anton Giulio Maiano, Bolchi, ho anche letto dei passi del Vangelo in
campo ed ho partecipato ad altre trasmissioni culturali in campo.
Ha lavorato anche in radio?
Sì certo, in radio ho fatto tantissime trasmissioni con i registi
Benedetto, Colosimo, Bollini, Bandini, Da Venezia, spesso interpretando il
protagonista, ricordo di aver fatto molta radio a Firenze e a Napoli.
Secondo lei chi Le ha
insegnato questo mestiere e cosa pensa dei grandi artisti coi quali ha
lavorato?
Posso dire che per imparare il mestiere del doppiaggio si deve andare lì
in sala,ai turni,essere presenti e seguire, cercare di carpire i segreti dai
più bravi. Ad esempio, i miei maestri sono stati Giuseppe "Peppino" Rinaldi,
Carlo Romano ed Emilio Cigoli, la mitica voce di John Wayne.
Tra i colleghi che stimo di più ci sono Glauco Onorato e Sergio Graziani.
Aspirazioni future?
Fondamentalmente sono un tipo solitario, vorrei costruirmi una casa ed
andare a vivere per conto mio (ora sono in un condominio), e vorrei vivere
in pace ed in solitudine. E' vero, è il mio carattere, che a volte mi ha
causato anche qualche disagio, ma son fatto così.
C’è invece un personaggio che
ritiene poco adatto alla sua voce (o viceversa) ?
Sicuramente le persone di colore (non per un fatto razziale
ovviamente!), quanto piuttosto per la tipica voce che ritengo lontana dalla
mia. In genere sono più adatto a doppiare personaggi nordici, lord inglesi,
militari…
Signor Malaspina la ringrazio
molto, anche a nome di tutti i visitatori e del webmaster de "Il mondo dei
doppiatori": auguri di buone feste e di buon compleanno.
Ringrazio tutti e ricambio affettuosamente i saluti.
© 2007
Antonio Genna
- IL MONDO DEI DOPPIATORI, le interviste
è consigliata una risoluzione
1024 x 768
con Microsoft Internet Explorer versione 5 o superiore
è vietato inserire in altre pagine il materiale presente
in questo sito senza autorizzazione!