Intervista a PAOLO BUGLIONI
In esclusiva per il sito IL MONDO DEI DOPPIATORI, una nuova intervista esclusiva ad un doppiatore italiano. Tocca a Paolo Buglioni, attore teatrale e televisivo nonché voce italiana di attori come Nick Nolte e Alec Baldwin... e del cane Ettore negli spot della Tim!
Intervista effettuata il 28 luglio 2004, a cura di Andrea Pannocchia. È assolutamente vietato riprodurre questa intervista – anche in modo parziale – senza autorizzazione.
PICCOLA CARTA D'IDENTITA' |
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Nome:
PAOLO Cognome: BUGLIONI Nato il 2 novembre 1950 a Roma Curriculum: |
L'INTERVISTA
Prima di tutto una domanda
banale ma immancabile, come ha iniziato a fare il doppiatore?
Ho cominciato "da grande"...avevo 31 anni, prima avevo diviso il mio
tempo tra una banca (il giorno) e tanto teatro (la notte). Distrutto da
ritmi di vita impossibili ho lasciato l'impiego e "sono entrato in arte"
come si diceva allora. L'approccio al doppiaggio è stato abbastanza
casuale...un provino...un immediato apprezzamento...il mio stupore...due
provini...un film...due film...un incontro importante, quello con Renato
Izzo (a cui mi preme riconoscere che devo tutto)...i primi ruoli
importanti...il lavoro con grandissimi colleghi...e poi via via quasi
venticinque anni di carriera. Ripeto un inizio casuale e baciato da una
immensa fortuna.
Immagino che avrà fatto
molta "gavetta" prima di arrivare ad essere un doppiatore affermato. C'è
stato un momento in cui ha pensato di lasciar perdere?
No, all'inizio non mi è mai passato per la testa di lasciar perdere...assolutamente
no. Se mai il desiderio di mollare viene adesso, da qualche anno a questa
parte, e non certo per un "affaticamento" dovuto all'età, quanto piuttosto
alle mutate condizioni di lavoro, alla diversa "filosofia" con cui viene
visto il doppiaggio da parte della stessa industria cinematografica e
televisiva. Non più il completamento di un opera d'arte, non più un' opera
d'arte esso stesso, ma sempre più spesso la confezione rabberciata per un
prodotto di consumo da bruciare in fretta e al costo più basso possibile.
Basti pensare che da un po' di tempo a questa parte, e questo vale per
grandissimi film con grandissimi lanci promozionali, siamo costretti a
doppiare guardando uno schermo su cui in sovraimpressione ci sono nomi,
scritte, croci nere, numeri,...una sorta di monoposto di formula uno...lo
fanno per evitare la pirateria dicono, ma vi assicuro che è come se un
pittore dipingesse senza vedere la tela e i colori. Insomma per chi come me
pensava di "recitare", di "dare emozioni" al pubblico, e si ritrova a dover
solo "dire" battute in un tempo prestabilito, senza alcun analisi del
personaggio, senza alcuno studio della drammaturgia di quel film...beh,
viene proprio voglia di smettere. Non sempre...per fortuna qualche isola di
poesia ancora rimane.
La sua voce appare in molti
film famosi: "Star Wars", "L'ultimo dei Mohicani", "Tremors", "L.A.
Confidential" e molti altri. C'è ne è uno che ricorda in modo particolare?
Come dimenticare il primo ruolo importante in "Il senso della vita" dei
Monty Python (1983)...o Nick Nolte in "Affliction"...o Jean Reno in "Le
grand bleu"... o lo stesso Fassbinder, il regista, in "Attenzione alla
puttana Santa" ....o....insomma un figlio prediletto non c'è!
Lei è stato anche direttore
di doppiaggio in alcune occasioni, crede che lo rifarà?
"Mai dire mai"...scusate la banalità della risposta ma è l'unica che
sintetizza il mio pensiero anche se le mutate condizioni di lavoro, come ho
già accennato, non mi inducono certo a re-intraprendere un lavoro che sempre
più spesso viene considerato alla stregua di quello di un capo-classe molto
più attento alla puntualità dei compagni che non a guidare e amalgamare le
loro prestazioni artistiche.
Lei ha ricevuto un premio
nel 2001, giusto? ricorda quali furono le sue emozioni?
Fu un bel momento...meraviglioso. Nonostante fosse arrivato dopo 20 anni
di carriera, mi dicevo "Mah...si saranno sbagliati!" "Che ci faccio io
qui?"... ma l'applauso dei colleghi presenti, applauso che ho sentito vero,
il segno di un apprezzamento sincero, e le meravigliose parole che furono
usate per presentarmi...mi hanno convinto che ero uno di loro...che avevano
accettato quell' ex-bancario intruso che vent'anni prima si era presentato
all'improvviso tra di loro. Continuo comunque a pensare che quel premio lo
devo a tante persone che con pazienza mi hanno insegnato "il mestiere" e
forse a una "svista" della giuria che ha dimenticato i tanti più bravi di
me.
Passando ai cartoni
animati, lei ha dato la voce ad alcuni personaggi di note serie.
Indimenticabili le sue interpretazioni di Gargamella ne "I Puffi" e di
Cuordipietra in "Duck Tales". Ci sono momenti che ricorda meglio di altri?
L'emozione più grande non è legata a un lavoro in particolare ma alla
scoperta, una decina d'anni fa, in occasione di una importante esposizione
di fumetti, che i cartoni non avevano un pubblico unicamente infantile, come
credevo fino a quel momento, ma anche un grande seguito di adulti...fu una
autentica scoperta...
Che cosa preferisce
doppiare, film o cartoni?
Preferisco doppiare i buoni prodotti, che siano film o cartoni...anche
se nell'immaginario produttivo i cartoni vengono spesso trattati in partenza
come prodotti di importanza inferiore. Lo dimostra il fatto che il contratto
collettivo del doppiaggio prevede paghe inferiori e tempi di lavoro
notevolmente inferiori il che si tramuta necessariamente in una minore cura
del prodotto. E aggiungerei che da qualche anno a questa parte anche la
creatività del doppiatore italiano viene spesso limitata...si richiede una
imitazione passiva...una fotocopia delle voci americane....delle intenzioni
del collega americano...presupponendo che quello che è stato fatto
dall'altra parte dell'oceano per il pubblico di lingua inglese sia
assolutamente perfetto e non passibile di miglioramenti. E questo spesso non
è vero.
Ha un personaggio che le è
piaciuto doppiare più di altri?
Se si riferisce ai cartoni non ho dubbi: Hi-Ho...l'asinello di Winnie
the pooh...così dolcemente triste, solo...con quella sua cantilena nel
parlare...ecco, in questo caso il collega americano ha fatto un grande
lavoro.
Che rapporto ha con i suoi
colleghi?
Direi ottimo! Sono sempre stato il burlone della comitiva...e non
ricordo particolari contrasti con nessuno...neanche gelosie, tipiche del
nostro lavoro...l'ho detto prima, ancora adesso mi ritrovo a bocca aperta
nel sentire quanto sono bravi e quasi quasi a qualcuno chiederei
l'autografo. Purtroppo il tempo ha fatto sì che qualche giovane a volte
esprima questa stessa ammirazione nei miei confronti...è senz'altro
gratificante ma vuol dire che sto diventando vecchio. Insomma voglio bene a
tutti, vecchi maestri, coetanei e giovani promesse e credo che gli altri me
ne vogliano...almeno lo spero.
C'è un'altro doppiatore che
ammira molto?
Beh...questa è una domanda imbarazzante...ce ne sono così tanti che
preferisco non nominarne nessuno....sicuramente ne dimenticherei qualcuno.
Anzi no...due li voglio nominare perchè sono talmente grandi che nessuno si
offenderà....Peppino Rinaldi e Sergio Graziani. A loro due tutti noi
dobbiamo qualcosa e anche tutti gli italiani devono a questi due grandi
ARTISTI, e la prego di dar peso a questa parola, ...tutti gli italiani
devono a questi due grandi artisti e ad altri che non ci sono più, la
possibilità di godere dei più grandi film stranieri, dei più grandi artisti
stranieri con la più completa fedeltà allo spirito dell'opera originale. E
dicendo spirito non intendo certo i doppiaggi fotocopia cui veniamo
costretti da qualche tempo.
Se non sbaglio, lei si è
tenuto alla larga dal doppiaggio dei videogiochi, posso chiederle perché?
La risposta è banalissima...non mi è mai stato chiesto. Non so se
esserne contento o dispiaciuto...semplicemente non è un mercato che
frequento.
In televisione ha recitato
in alcune famose produzioni. Apparirà ancora in futuro?
La televisione è come una bella donna che ti seduce all'improvviso e
altrettanto all'improvviso ti lascia e scompare...Non so se apparirò in
futuro, dipende da lei, dalla sua volontà di lasciarsi afferrare...non mi è
difficile riconoscere che mi affascina molto...ma forse il sentimento non è
reciproco...vedremo.
Che consigli darebbe a chi
volesse intrapendere il suo mestiere?
Bella gatta da pelare! Tralascio le dissuasioni ormai rituali e anche un po'
gigioneggianti e dico: STUDIO - GRINTA - PAZIENZA - STUDIO. Lo Studio lo
metto come primo e ultimo ingrediente perchè non si può essere un bravo
artista doppiatore se non si studia il cinema e il teatro.
Alcune parole per i fans?
Intanto voglio ringraziarli per il fatto di apprezzare il mio lavoro.
Sappiate che ogni volta che mi accingo a doppiare una battuta, la più
semplice, la più banale, mi chiedo se quella battuta regalerà un emozione al
pubblico...ecco, diciamo che c'è un feeling bidirezionale tra me e tutti
loro...non posso vederlo, non posso ascoltarlo, eppure ho sempre in mente il
pubblico...credo che questo sia fondamentale per dare un senso al mio
lavoro.
© 2004
Antonio Genna
- IL MONDO DEI DOPPIATORI, le interviste
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