Intervista a FRANCESCA GUADAGNO
In esclusiva per il sito IL MONDO DEI DOPPIATORI, una nuova intervista ad un doppiatore italiano. è il turno di Francesca Guadagno, doppiatrice fin da bambina (era la voce di Heidi, protagonista dell'omonimo cartone animato).
Intervista effettuata nel mese di febbraio 2006, a cura di Alessandro Germani. È assolutamente vietato riprodurre questa intervista – anche in modo parziale – senza autorizzazione.
PICCOLA CARTA D'IDENTITA' |
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Nome:
FRANCESCA Cognome: GUADAGNO Nata a Roma il 22 gennaio 1967 Sorella del doppiatore Marco Guadagno Curriculum: |
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L'INTERVISTA
Tu sei la sorella piu’
piccola di Marco,pero’ leggendo il tuo curriculum ho avuto modo di vedere
che tu hai lavorato rispetto a lui molto di piu’ nel campo del doppiaggio.
Io ho fatto delle cose che hanno avuto più risonanza. Devo dirti che
però anche mio fratello ha lavorato molto come doppiatore, poi ha in parte
lasciato il doppiaggio per dedicarsi alla carriera di regista. Attualmente
sta dirigendo molti film di un certo rilievo.
Chi ha cominciato la carriera
di doppiatore per primo?
Abbiamo iniziato insieme. Tecnicamente, ho cominciato io per prima.
All’eta di?
Quattro anni e mezzo.
Che cosa hai doppiato cosi
piccola?
Se non ricordo male un film dal titolo "Nicole e Alessandra". Un film
molto vecchio, ambientato nel periodo dello zar di Russia.
E come attrice?
Come attrice, con Vittorio De Sica nel film "Lo chiameremo Andrea".
Anche qui comunque ero molto piccola. Un film molto importante, con un
grande cast: Mariangela Melato, Nino Manfredi, Lino Patruno ecc. Il
doppiaggio, però, è venuto dopo la mia partecipazione a questo film.
Come entrasti a far parte del
film?
Tramite mio padre. Infatti lui era un insegnante di fotografia, ed un
suo amico che era montatore di film e che stava terminando il montaggio del
film appena detto, era alla ricerca di una bambina di quattro anni. Pensò di
provare me, divertendomi molto andai bene. E così cominciava la mia
carriera.
Dopo "Lo chiameremo Andrea"?
Come ti ho detto, il doppiaggio è diventato il mio lavoro. Continuai a
doppiare svariate cose, poi verso i sette – otto anni arrivò il cartone
animato "Heidi". Un successo che ancora oggi, come posso, vedo anch’io. Per
essere una bambina, non trovavo difficoltà davanti al microfono. Non
m’impacciavo. Queste fece sì che, intorno al 1975, Domenico Modugno chiamò
una società di doppiaggio,per cercare una nuova bambina che potesse
reincidere con lui la canzone "Piange il telefono". La prima incisione a lui
non piaceva molto, perchè la bambina che cantava aveva un forte accento
milanese e lui non lo trovava grazioso per una bambina. Tra i numeri che la
società diede a Modugno, c’era anche il mio. All’età di otto anni, io ero al
telefono con lui. Certo è che a quell’età io non capii l’importanza della
mia conversazione per telefono, o meglio il provino che stavo facendo
attraverso il telefono, visto che poi la canzone era una telefonata. Dopo la
nostra chiacchierata, lui volle parlare con mia madre, e solo dopo due ore
io ero nella sua casa a provare la canzone, e il giorno dopo a inciderla. Fu
un grande successo.
I discografici non credevano
molto in questa canzone, la reputavano una canzone per bambini. Invece, come
poi si è visto, questa canzone ha venduto moltissimo rendendoti famosa nel
mondo dello spettacolo come attrice.
Sì!
Poi, da lì, la tua vita è
cambiata in meglio.
In meglio da una parte, perchè si diventi famosa, però essere famosa
all’età di otto anni e mezzo con la gente che come ti vede, ti circonda è
stata un'esperienza a volte difficile da superare. Renditi conto che, quando
la mia mamma mi portava al parco a giocare, venivo accerchiata dai miei
coetanei, senza rendermi conto che era un gesto di popolarità.
Eri diventata una piccola
star. Visto che hai lavorato con il grande Mimmo, che ricordo hai di lui,che
tipo di persona era?
Ma guarda, era gioioso, allegro e poi pensa che io con lui ho avuto modo
di fare anche degli spettacoli a Milano e Sanremo.
Per cantare sempre "Piange il
telefono"?
Sì!
Era proprio diventato un
successone questa canzone...
Pensa che talmente era un successo all’epoca, che lui inseriva questa
canzone nei suoi recital. Noi abbiamo fatto delle serate al locale "Bussola
Domani", dove io cantavo solo una canzone, lasciata sempre per ultima. Io in
lacrime, perché essendo l’ultima finivamo sempre tardi. Però c'è un aneddoto
molto carino che voglio dirti.
Quale?
Io avevo sempre otto anni, e per volere di Modugno cantavamo sempre dal
vivo questa canzone perché a lui faceva piacere. Mi ricordo di una volta a
Sanremo, dove lui mi raccomandava che nell’ipotesi avessi sbagliato, non
avrei dovuto mettermi a piangere in quanto lui, essendo vicino a me, mi
avrebbe aiutato a riprendere la canzone. Quando siamo andati in diretta per
cantare, a sbagliare fu lui. Confuse un pezzo con un altro, ed io invece
incurante di questo errore riuscii a cantare bene la canzone. Finita la
nostra esibizione, ricordo che Mimmo mi disse scherzando: "Sei un mostro,
sei riuscita a non sbagliare tu, ma ho sbagliato io". Solamente adesso, mi
rendo conto dell’occasione che ho avuto da bambina, ma che all’epoca, vista
la mia piccolissima età, non ho saputo sfruttare appieno.
I tuoi genitori in quel
periodo t’incoraggiavano, oppure vedevano in te una bambina troppo presa
dagli impegni di lavoro e quindi avevano paura?
Ci vennero proposte delle cose abbastanza particolari. Per farti un
esempio, io che stavo sopra una macchina nei paesi della Campania che doveva
avere l’effetto tipo di un santo padre che cammina. La mia mamma preferì
farmi smettere con queste trovate e mi fece continuare solo con il
doppiaggio.
Hai detto bene, hai pensato
solo a dedicarti al doppiaggio e con il doppiaggio hai dato voce a grandi
personaggi dei cartoni animati. Oltre a Heidi, hai lavorato con tuo fratello
nei Puffi. Nel lavoro, con tuo fratello sei sempre andata d’accordo?
Guarda, io trovo difficoltà a lavorare con tutte quelle persone che mi
possono emozionare: fratelli, fidanzati. Invece con persone con cui non ho
legami affettivi o sentimentali sono più calma. Mio fratello mi ha dato la
possibilità di fare delle bellissime cose, tra cui “The Truman Show”, dove
io doppiavo la moglie di Truman, quella finta che poi faceva le pubblicità
occulte, ecc. Però per lavorare con persone a me legate richiedo un maggior
tempo.
Tornando a "Piange il
telefono",nel film a differenza della canzone, il finale e’ un po' diverso
se si confrontano le due cose.
Siamo negli anni ’70, quindi penso che si sia voluto lasciare un finale
aperto, ossia Modugno malato di cuore lascia questa donna perché poteva
morire o non morire. Forse perche’ si pensava ad un seguito di questo film.
Vuoi dire che c’era in
programma un "Piange il telefono 2"?
Sì, mi pare che si stesse valutando questa ipotesi. Ma poi non è mai
stato girato.
Francamente ti dico che, come
per altri tuoi colleghi, t’invidio. Perché nella tua infanzia hai conosciuto
persone come Modugno, che era ed è ancora un grande, però non c’era solo lui
nel film: c’era anche un giovanissimo Claudio Lippi. Parlami di lui,
com’era?
Con lui mi feci tante risate,muovendo le guance riusciva ad imitare
Paperino.In tutte le foto con lui che conservo,io rido sempre per questo
motivo.
Hai avuto, dopo il film,
occasione di rivederlo?
Sì, ci siamo incontrati qualche anno fa a Cinecittà. Sai ogni tanto noi
doppiatori ci rechiamo li per fare dei doppiaggi, e c’era anche lui che
stava facendo "Buona Domenica". Quando l’ho visto, timidamente mi sono
avvicinata a lui. Sai, dopo circa vent’anni e più gli ho detto se per caso
si ricordava di me. Rimasi contenta, quando mi disse che era ancora vivido
il mio ricordo in lui.
Parliamo dei cartoni animati
sempreverdi: "Lucy May", "I Puffi", "Candy Candy". In quest’ultimo hai
lavorato anche con Laura Boccanera, la voce di Candy. Ti sei divertita con
lei?
Sì, con Laura sì. Noi abbiamo un buon rapporto d’amicizia, comunque io
non è che abbia lavorato per molto tempo in "Candy Candy", perché davo la
voce a un personaggio secondario. La cosa che mi ricordo è che in quel
periodo questi cartoni animati arrivavano da noi senza il sonoro,ossia non
c’era la colonna guida. Puoi renderti conto di come fosse pesante la
lavorazione.
Quindi il sonoro lo abbiamo
messo noi nelle nostre case di doppiaggio, dopo che questo era stato fatto?
Veramente non saprei dirti se questo lavoro avveniva per problemi di
costi o altro, però posso dirti che per esempio "Candy Candy" era tutta
muta. Ci mettemmo molto tempo per doppiarla, proprio perché mancava il
sonoro.
Eri sempre piccola quando
doppiavi questi cartoni animati!
Sì, avrò avuto circa dodici o tredici anni. Io con il doppiaggio non ho
mai smesso, e penso sempre di essere andata bene.
Certo che sì! Sempre con tuo
fratello hai doppiato "La Famiglia Addams", che e’ un telefilm cult. Non a
caso, viene ancora riproposto in televisione. Penso che anche in questo
telefilm vi siate divertiti a doppiarlo.
Molto.
Per l’epoca era una storia
abbastanza atipica quella della famiglia Addams: questa famiglia di strani
componenti con strane abitudini di vita.
Infatti, all’inizio non riuscivamo a capire bene la trama di questo
telefilm, poi piano piano invece siamo riusciti a immedesimarci nel ruolo.
Pensa che poi c’erano delle situazioni così divertenti che ci mettevamo a
ridere in sala di doppiaggio.
Un altro telefilm molto
importante, che penso tu ti ricorderai ancora, è "Arnold", o meglio "Harlem
contro Manhattan", dove hai lavorato con Riccardo Rossi e Fabrizio Manfredi.
Avevi sempre dodici o tredici anni, o eri più grande?
Se non sbaglio,tra i tredici e i quattordici anni. Me lo ricordo perché
fu a quell'età che i miei genitori mi regalarono il motorino. Fu una seria
molto lunga, ci ho lavorato almeno due o tre anni. Un giorno, finito il
turno di doppiaggio, venne a prendermi mio fratello in sella a questo
motorino, dicendomi che era il regalo dei nostri genitori. Li avevo
stressati non poco, per farmi accompagnare durante i turni di doppiaggio,
più mio padre che mia madre, visto che lei non aveva la patente.
Comunque tornando al
telefilm, "Arnold" era una storia che forse all’epoca anche voi doppiatori
non avevate capito. Era una storia che parlava del razzismo che vi era tra
il quartiere nero di Harlem e il quartiere bianco di Manhatthan.Era trattato
in maniera scherzosa,ma in realtà nascondeva un fine serio e importante. Io,
all’epoca della sua messa in onda, ero piccolo e non lo capii più di tanto.
Veramente all’inizio neanch’io, però mi ricordo che su alcune puntate
c’era questo discorso del razzismo, di lui che si confrontava con questi
pseudo-fratelli bianchi.
Un altro tuo grande collega è
Romano Malaspina, col quale hai lavorato nel cartone animato "Jeeg, robot
d’acciaio", dove tu eri la piccola Mayumi. Che ricordo hai di Malaspina?
Lo adoro! Ogni volta che capita d’incontrarci tra me e lui, c’è uno
scambio di complimenti interminabile.
Mi hanno detto che riesce ad
immedesimarsi nel suo personaggio,in una maniera fuori dal comune.E’ vero?
Sì, e ti posso anche dire che e’ una persona d’altri tempi per il
comportamento che sa tenere. Rievoca i vecchi cavalieri, che si leggono nei
libri di favole.
Un altro telefilm cult e’
stato "Alice", però sarebbe meglio dire che tu hai preso parte anche al film
dal titolo "Alice non abita piu’ qui", dal quale poi è nato il telefilm. Tu
doppiavi Tommy, il figlio di Alice, ruolo che hai mantenuto anche nel
telefilm.
Come no, era una delle prime soap opera. Io ero il maschietto, il figlio
di questa cameriera che lavorava dentro un fast food. Molto spesso capita
che le bambine doppino i maschietti, perché irrobustendo un po' la
voce,riescono ad avere un tono più forte. Mi ricordo che a un certo punto
della serie, io venni sostituita perché questo bambino, essendo cresciuto,
aveva acquisito un tono di voce più adulto.
Tu hai dato la voce anche ad
un'attrice che all’epoca era ai suoi esordi. Sto parlando di Francesca
Dellera.
Sì, sul film "La Romana" e "Nanà". Lei però non era proprio agli esordi,
se non sbaglio aveva già lavorato in un film di Tinto Brass.
Senti se ti riporto al 1977,
che cosa ti ricordi? Ti aiuto: un film poliziesco con Luc Merenda ed Enzo
Cannavale, "Napoli si ribella", in poche parole.
Sei informatissimo!
Mi sono chiesto: Francesca
Guadagno, da piccola cantante con Domenico Modugno, é passata ad essere una
collaboratrice di un poliziotto, perché tu nel film eri la figlia di un
boss, ma collaboravi con un poliziotto che era appunto Luc Merenda.
Esatto!
Era un film abbastanza
difficile per l’età che avevi, come ti sei trovata?
Sempre bene. Mi ricordo che girammo alcune scene in un cimitero vicino
Napoli di mattina presto, tutti con un aria un po' mesta, correvamo in
questo cimitero. Dopo cinque ore di lavoro dentro un posto simile, eravamo
seduti a mangiare sopra le tombe con i cestini della produzione.Io cominciai
a sorridere,pensando che mangiare sopra una tomba non mi era mai capitato.
Mi ricordo anche dei grandi inseguimenti che si svolgevano a Napoli, con
queste macchine che si scontravano, che si ribaltavano.
Quindi non ti sei per niente
impressionata, anzi divertita?
No, perché sapevo che era finzione.
E poi perché hai lavorato con
un simpaticone come Enzo Cannavale.
Anche lui simpaticissimo, divertente.
E di Luc Merenda, che ricordo
hai?
Con Luc Merenda non è che io abbia lavorato molto. Mi ricordo che era un
bell'uomo,che aveva questi capelli biondi, e che durante le riprese del film
gli spruzzavano delle bombolette per renderlo ancora più biondo. Mi trovai
molto bene con Nando Murolo. Lui nel film sarebbe uno degli uomini di mio
padre che però, avendolo tradito, mi rapisce per sfuggire alla polizia.
Durante questa scena mi fece un gran male, perché mi trascinava per le vie
di Napoli, tirandomi per il collo. Essendo piccola, il gesto più facile era
quello di mettermi un gomito intorno al collo,e trascinarmi. Lui poverino,
prima di girare queste scene mi chiedeva scusa in anticipo,sapendo che dopo
mi avrebbe fatto male. Poi ho un bel ricordo del regista che era Michele
Massimo Tarantini, una persona solare.
C’era anche una giovanissima
Sonia Viviani, di lei cosa mi dici?
Francamente non mi ricordo di lei, è possibile che abbiamo fatto lo
stesso film ma che non ci siamo mai incontrate durante la lavorazione. Per
esempio, nel film "Piange il telefono", se non erro io e Modugno
c’incontriamo solo nelle scene finali, perché essendo lui separato da mia
madre, io ho girato più scene con l’attrice che faceva mia madre.
Quindi l’hai ritrovato dopo
la canzone nel film, e vi siete divertiti lo stesso?
Sì, perché sai a quell’età prendevo gli aerei, dormivo in albergo.
Un altro film al quale hai
partecipato come doppiatrice è "Tutti pazzi per Mary".
Tante le risate che ci siamo fatti durante il doppiaggio, ci fecero
fermare fino a quando non ci passò questa ventata di allegria.
Hai doppiato Marisa Tomei nel
film "Qualcuno da amare".
Un bellissimo film, dove c’erano questi due lavoranti di un fast food
che s’innamorano. Al cinema ebbe un successo limitato, invece con la messa
in commercio il risultato fu più soddisfacente.
Passiamo alle soap opera e
telenovele. Tu ne hai fatte parecchie.
Moltissime. Calcola che per quindici anni sono stata attaccata a
"Beautiful", ossia fino a quando il mio personaggio non ha cessato di vivere
nella soap. In "Aspettando il domani" già doppiavo Marisa Tomei, che ha
iniziato mi sembra proprio con questa soap, o con "Così gira il mondo". In
tutte e due le soap doppiavo un personaggio. E poi, ce ne sono state molte
altre.
Tu hai fatto parte anche del
remake de “La Freccia Nera”.
Sì, come attrice. Io sono la cuoca del campo delle frecce nere. E sono
anche colei che da’ consigli alla Freccia Nera su strategie di battaglie e
d’amore, aiutandola con varie pozioni magiche.
La prima Freccia Nera era
interpretata da Loretta Goggi, chi riveste adesso il personaggio?
La Freccia Nera attuale è Martina Stella. E poi c’è Riccardo Scamarcio,
un attore molto giovane che ha già lavorato in televisione in altre fiction,
come "La meglio gioventù".
Il regista?
La regia è di Fabrizio Costa.
Quando verrà trasmesso in
televisione?
Il remake dovrebbe andare in onda su Canale 5 in autunno.
Ma tu hai mai visto la prima
versione de “La Freccia Nera”?
Grazie ad un mio amico, che mi ha prestato i DVD.
Senti, a distanza di tanto tempo da quell’articolo, dove si diceva che era difficile parlare con te e con Modugno perché il telefono piangeva, e non era per una volta colpa della vecchia Sip, oggi invece spezziamo una lancia a favore della Telecom. Il telefono mi ha dato una mano, perché io ti ho contattata e tu sei stata gentilissima a concedermi questa intervista.
© 2006
Antonio Genna
- IL MONDO DEI DOPPIATORI, le interviste
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