Intervista ad EMANUELA PACOTTO
In esclusiva per il sito IL MONDO DEI DOPPIATORI, una nuova intervista esclusiva ad un doppiatore italiano. E' il turno di Emanuela Pacotto, voce di numerosissime protagoniste di cartoni animati, ma non solo.
Intervista effettuata il 3 novembre 2004, a cura di Andrea Pannocchia. È assolutamente vietato riprodurre questa intervista – anche in modo parziale – senza autorizzazione.
PICCOLA CARTA D'IDENTITA' |
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Nome:
EMANUELA Cognome: PACOTTO Sito web: www.emanuelapacotto.it Curriculum: |
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L'INTERVISTA
Lei ha fatto il suo
ingresso nel mondo dello spettacolo quando era molto giovane (non che non lo
sia ancora), avrebbe mai pensato che quello sarebbe diventato il suo lavoro?
Ero come dici tu talmente piccola che non potevo avere ancora un'idea
precisa sul mio futuro. Ma forse in fondo l'ho sempre saputo o meglio l'ho
sempre desiderato e poi il destino mi ha aperto le porte giuste... Avevo
finito la quinta elementare e ho fatto l'audizione per entrare alla scuola
di ballo della Scala e contemporaneamente mi ha chiamato Strehler, che
cercava bambini per l'allestimento de "La bambola abbandonata". Non ho
passato la selezione alla Scala, ma in compenso mi ha presa Strehler. Ho
debuttato in teatro alla Piccola Scala all'età di 10 anni. Che dici? Il mio
destino era segnato! (Comunque continuo a studiare danza!)
Crede che l'abbia favorita
l'aver cominciato molto presto?
Non lo so perché per me all'inizio era davvero solo un gioco.
Sicuramente ho avuto più tempo ma non vuol dire c'é gente che comincia molto
più tardi e poi brucia le tappe. Il mio é stato un lento cammino ma... sono
ancora in marcia mentre molti si perdono per strada!
L'incontro con il
doppiaggio invece quando è avvenuto?
Casualmente...
Correva l'anno 1984... Mi ero appena diplomata all'Accademia D'Arte dei
Filodrammatici ho fatto il mio primo provino e "BAM!" mi hanno preso (la
solita fortuna dei principianti!) Cercavano attori per la versione in carne
ed ossa di "Kiss Me Licia" e mi hanno scelto. Ho interpretato il ruolo di
Marika nelle oltre 100 puntate del telefilm di "Licia" che vedeva Cristina
D'Avena come protagonista. Nella prima serie per ragioni di continuità
avevano mantenuto le voci originali del cartone animato, ma con la seconda
serie la mia doppiatrice si è laureata e se ne è andata, e così qualcuno ha
suggerito "Perché non si doppia da sola?". E così è stato. Mi hanno infilata
con un personaggino in una serie di cartoni per imparare la tecnica, me lo
ricordo ancora adesso era "Vola Mio Mini Pony" la mia prima serie! E così é
cominciata!
Durante i primi approcci al
doppiaggio, ha avuto una specie di "maestro"?
Dirigeva la serie dei "Mini Pony": Maurizio Torresan. Una vita dedicata
al doppiaggio. Ha cominciato ancora bambino, doppiando il bambino nel mitico
telefilm "Tre nipoti e un maggiordomo". E' stato lui il mio Maestro paziente
e bravissimo!
La sua area lavorativa è
principalmente Milano, cosa l'ha portata a preferirla a Roma?
Non la preferisco a Roma, semplicemente è la mia città, ci sono nata e
quindi più che una scelta é stata una conseguenza naturale.
Cosa l'ha portata all'ADAP?
Sai com'è questo ambiente, un passaparola. "Mi servirebbe una voce
femminile, 15-16 anni, conosci qualcuno?" E un collega fa il tuo nome.
Così piano piano sono entrata anche nel mondo dello speakeraggio
pubblicitario. Ma, essendo per me un mondo tutto da scoprire, entrare nell'ADAP
ha significato sentirmi più tutelata, e soprattutto trovare qualcuno che,
lavorando in quel mondo da tutta la vita e avendo assistito e contribuito
alla stessa nascita di quel mondo, me ne poteva spiegare i meccanismi.
Nella sua carriera di
doppiatrice ha interpretato soprattutto cartoni animati, questo è dovuto al
fatto che doppia a Milano oppure dipende da un altro fattore?
Come hai sottolineato tu, dipende dalla piazza di Milano, che per vari
fattori non del tutto volontari nel tempo si è specializzata soprattutto nel
settore cartoni.
Questa domanda non è bella:
lo spettacolo e soprattutto il doppiaggio non offrono certezze, si è mai
ritrovata in difficoltà (anche economica) facendo questo lavoro?
Vedo che sei bene informato! Ebbene si é vero questo é un lavoro che non
offre certezze, mai. Ma saprai anche che nel mio caso io sono una che non si
é mai limitata al solo doppiaggio. Anzi quello é arrivato dopo. Nella mia
vita, fin qui, ho fatto davvero tutto e di più.
Ho lavorato come attrice in teatro, cinema e televisione, ho fatto la
conduttrice per diversi programmi Rai, sono stata "giornalista" per un anno
per il Flash di MTV. E poi telepromozioni, inviata speciale e
intervistatrice d'assalto, presentatrice e potrei continuare...
A parte il rischio di schizofrenia e di ricovero in ospedale per
iperattività, tutto questo mi offre innumerevoli possibilità di lavoro. Per
cui nel mio caso non me la sono mai vista brutta, anzi! A volte non riesco a
star dietro a tutti gli impegni! Incrocio le dita e spero che il vento non
cambi!
A Milano ci sono molti
doppiatori, tutti bravissimi, c'è molta rivalità nel settore?
Per come la intendi tu direi di no! O almeno io non la vivo così. Più
che colleghi e rivali di lavoro siamo un "gruppone" di amici che giocano e
si divertono insieme. Forse sarà colpa (o merito) dei cartoni animati. C'è
rivalità sì, ma quella sana che ti spinge a cercare di essere sempre un po'
più bravo rubando magari qualcosa dal compagno di lavoro che ti é accanto!
Come 'incontentabile' ha
girato molto per l'Italia incontrando volti noti di molti settori diversi, è
stata una bella esperienza?
Ebbene sì! Mi sono divertita davvero un casino! Si può dire 'casino'?!
Accipicchia, ma sei davvero informatissimo... non ti sono sfuggite nemmeno
"Le incontentabili" (programma di Odeon TV del 2002/03, NdR)! Si
girava con una troupe ridottissima: autore, operatore-regista, fonico ed io!
Eravamo un gruppo di matti, si improvvisavano le cose sul posto complice
forse la massima disponibilità di tutti i personaggi che abbiamo incontrato!
Ricordo che partivano sempre tutti un po' titubanti e preoccupati che
fossimo lì per creare grane e fargli fare brutta figura, e poi si finiva a
tarallucci e vino. Letteralmente!
La Famiglia Nonino ci ha aperto casa sua e si é fatta intervistare in
salotto. Giovanni Rana, che é ancora più simpatico di come appare in
televisione, ci ha fatto visitare tutta la sua fabbrica che di solito é
rigorosamente off limits. Elio Fiorucci ha voluto assolutamente regalarmi la
maglietta con gli angioletti e... le manette di pelliccia rosa!!!!!! Un
mito!
Lei ha frequentato
un'accademia "vera", crede che sia una scelta obbligata a chi vuole
intraprendere un mestiere come il suo?
Non é necessaria la scelta di un'Accademia "ufficiale" ma é sicuramente
fondamentale una buona formazione. Magari anche presso scuole private ma
serie e professionali. La base é sicuramente importante oltre é ovvio ad una
dote naturale! Perché, come mi dicevano in Accademia, attori si nasce non si
diventa, si può affinare la tecnica ma non ci si può inventare!
Il fatto che lei abbia un
sito web dimostra che tiene molto al contatto con i suoi fan, non è vero?
Beh, mi ha stupito molto scoprire di averne e adesso... mi diverte molto
scoprire chi sono!
Ci saranno novità sul
piccolo e sul grande schermo?
Novità? Boh! Per ora no, ma... tenete gli occhi aperti e le orecchie
spalancate!
Per concludere, vuole fare
un saluto ai suoi fan?
Siete davvero incredibili! Grazie di esistere!!
© 2004
Antonio Genna
- IL MONDO DEI DOPPIATORI, le interviste
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