Intervista ad ALESSIO CIGLIANO
In esclusiva per il sito IL MONDO DEI DOPPIATORI, una nuova intervista esclusiva ad un doppiatore italiano: questa volta è di scena Alessio Cigliano, attore teatrale, direttore del doppiaggio e voce italiana di attori come Noah Wyle/dott. Carter di "E.R. - Medici in prima linea".
Intervista effettuata il 28 ottobre 2004, a cura di Andrea Pannocchia. È assolutamente vietato riprodurre questa intervista – anche in modo parziale – senza autorizzazione.
PICCOLA CARTA D'IDENTITA' |
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Nome:
ALESSIO Cognome: CIGLIANO Nato il 28 luglio 1966 a Roma Curriculum: |
L'INTERVISTA
La classica domanda, come è
arrivato al doppiaggio? Quando si è accorto di questa passione?
Ho iniziato a 13 anni, per gioco e passione, come d'altronde molti dei
miei colleghi. Poi il gioco è diventato professione, anche se il
divertimento è costantemente alla base del mio lavoro e lo rende sempre
nuovo e interessante...
Preferisce doppiare (o
dirigere) film o cartoni animati?
Per quanto riguarda il doppiaggio, sicuramente i cartoni animati sono
più semplici da realizzare. Nei film e telefilm l'approccio con il
personaggio è più profondo e ricco di sfumature legate alla recitazione e
alla mimica dell'attore straniero. La difficoltà aumenta, ma aumenta anche
la soddisfazione.
C'è un personaggio a cui è
rimasto particolarmente affezionato?
Il dottor Carter, per anzianità di servizio!
Qual è il motivo che l'ha
avvicinato alla società LaBibi.it?
E' un team di amici al quale sono legato artisticamente e affettivamente da
oltre un decennio. Si lavora con serenità e altissima professionalità.
Lei è stato la mitica voce
di Ken (nel cartone animato "Ken il guerriero"). Qual è la sua opinione su
questa serie, giudicata da molti troppo violenta? Le dava fastidio il fatto
che nei titoli non venivano menzionati i doppiatori italiani?
Era prassi negli anni '80. All'epoca non credevo che potesse avere tanto
successo. Mi sbagliavo.
Lei ha lavorato al fianco
di noti comici come Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu durante il doppiaggio
del cartone animato "Sitting Ducks", le è piaciuta quell'esperienza?
Miracoli del doppiaggio: ci parliamo e rispondiamo, ma il doppiaggio è
avvenuto in tempi e luoghi diversi. Non ci siamo mai incontrati, loro hanno
doppiato a Milano, dopo di noi. E' una condizione che non si verifica
spesso, ma in quest'occasione è andata così.
Lei è stato il direttore di
doppiaggio di tre serie del cartone animato Digimon oltre che doppiatore
nelle prime due. E' stato un impegno faticoso?
Interessante e divertente, direi. Quando si lavora per un pubblico di
giovani, a mio avviso, è necessario un pizzico d'attenzione in più,
soprattutto nella scelta del linguaggio e dello stile che si vuole
applicare. A volte i cartoni animati vengono trattati come edizioni di serie
B, ma il pubblico a cui sono destinati e decisamente di serie A. E bisogna
tenerlo sempre presente, in ogni istante della lavorazione. Il risultato
ripaga della fatica.
Lei ha vinto un premio come
miglior direttore di doppiaggio, si aspettava di vincere? Cosa ha provato in
quella occasione?
No, non me l'aspettavo. Ricevere un premio è sempre gradevole, anche se
il premio maggiore è il buon risultato del proprio lavoro. In questo caso,
mi è sembrato meritato.
Recentemente, durante la 4^
serie di "Digimon", di cui stava dirigendo il doppiaggio, è scomparso
prematuramente uno dei doppiatori, Maurizio Romano. Cosa ricorda di lui?
Tante ore passate al leggio insieme a ridere e scherzare, con risultati
di altissima qualità. Il doppiaggio ha perso un valido ed eccellente
interprete. E noi abbiamo perso un amico. Uno vero.
Lei è stato il dialoghista
di un noto telefilm, "X-Files". Cosa ricorda di quella esperienza? Le è
dispiaciuto quando le è arrivata la notizia della conclusione della serie?
Sì, anche se dopo nove anni lo smalto non era più quello degli inizi.
Era una serie difficile, ma avvincente e gratificante. Ed era sempre un
piacere iniziare un dialogo, perdersi nei suoi misteri e tecnicismi, e
seguire il filo conduttore fino all'ultimo secondo del filmato. Ne ho fatti
davvero tanti, ma non mi sono stancato mai, come del resto tutto il team che
partecipava alla lavorazione. E' stato un evento televisivo, e sono felice
di averlo firmato anch'io.
Lei ha anche recitato in
teatro in diverse commedie, ne ricorda una in particolare? Reciterà ancora?
Gli impegni di doppiaggio sono tanti e sempre crescenti, è difficile
trovare spazi per teatro o cinema. Per ora, preferisco dedicare il mio tempo
libero ad altro.
Lei ha anche diretto due
rappresentazioni, ne è rimasto soddisfatto al momento di portarle in scena?
Erano esperienze giovanili, che ho portato a termine come meglio potevo.
Oggi non ci riproverei, lascerei il campo a chi ha più esperienza di me.
Che cosa pensa dei suoi
colleghi?
Che sono tutti grandi professionisti. E quando al leggio ci regaliamo
emozioni a vicenda, l'alchimia funziona e il lavoro diventa un gioco pieno
di soddisfazioni. In un mondo sempre più patria di dilettanti e
saltimbanchi, il doppiaggio è un'isola felice: non c'è improvvisazione. Chi
sa esprimersi, crea una musica di altissima qualità, gli altri restano al
palo. Siamo professionisti, appunto.
Quali consigli darebbe a
chi volesse intraprendere la sua carriera?
Non ci si inventa attori da un giorno all'altro. E tanto meno attori
doppiatori. O ce l'hai nel sangue, o devi studiare, per imparare o
perfezionare. In due parole, chi non è già un attore difficilmente può
avvicinarsi al doppiaggio. Perderebbe tempo.
Vuole dire qualcosa ai suoi
fan?
Grazie!
Questo è tutto. La
ringrazio ancora molto per la sua disponibilità e gentilezza.
Grazie a lei. A presto.
© 2004/06
Antonio Genna
- IL MONDO DEI DOPPIATORI, le interviste
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