Segreti e bizzarrie del mondo del doppiaggio in formato quiz
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191
(22/01/2018)
QUIZ #191 |
Accogliamo con favore l'ultima novità editoriale sul doppiaggio,
titolata "Senti chi parla". E' una vivace rassegna, ricca di
annotazioni e di glamour, dei più memorabili doppiatori di tutti i
tempi. Una lista di mostri sacri del leggio selezionata secondo le
strategie degli autori, sicuramente plausibile, a cui,
personalmente, a puri fini di giocoso spunto per il quiz,
aggiungeremmo la coppia di fratelli, a nostro avviso, di maggior
talento di sempre.
Di seguito alcuni indizi per aiutarvi nella risoluzione:
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Scorrete la pagina in basso per le risposte...
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I due fratelli che, secondo noi, hanno
avuto un ruolo di vertice nella storia del doppiaggio italiano sono
Luigi (il maggiore, nato il 25.10.1897)
e Nino Pavese (nato il 10.4.1904).
Indimenticabili sia per il non comune grado di parentela a così alti livelli
professionali, ma soprattutto per le tracce indelebili che hanno lasciato
come attori e doppiatori nel patrimonio artistico italiano.
Luigi ha esordito come voce protagonista nel 1936, doppiando Charles
Vanel -vincitore del David di Donatello nel 1981 come attore non
protagonista in "Tre fratelli" di Francesco Rosi- nel film francese
"L'equipaggio" (1935) di Anatole Litvak.
Nino invece ha esordito come voce protagonista nel 1939 doppiando Conrad
Veidt in "Scacco alla Regina" (1938) di Jean Dreville. Doppierà ancora
l'attore tedesco nel celeberrimo "Casablanca" (1942).
I due fratelli hanno doppiato uno dei
più famosi attori italiani dell'epoca bellica, Massimo Girotti, che
per merito di Alessandro Blasetti ottenne un grande successo personale in
"La corona di ferro" (1941), curioso film storico con messaggio pacifista
girato in piena Seconda Guerra Mondiale.
Prima lo ha doppiato Nino in "Le due tigri" (1942), dove interpreta Tremal
Naik (mentre Luigi è Sandokan e Nino Lord Brooke), poi ci ha pensato Luigi
in "Harlem" (1943), dove interpreta un pugile italiano in trasferta nei
corrotti USA. In quest'ultimo caso il doppiatore interviene solo in alcune
scene, nelle quali probabilmente il doppiaggio eseguito dallo stesso Girotti
è risultato inutilizzabile.
Il regista Romolo Marcellini, autore di
"Pastor Angelicus" (1942), biografia di Papa Pio XII, nel 1941 realizzò il
cortometraggio documentaristico "Messi". Non è un'anticipazione profetica
del grande calciatore, ma è un prodotto propagandistico sulle potenzialità
dell'agricoltura autarchica nazionale. Luigi sostituisce la voce del Duce in
alcuni brevi inserti tratti da riprese dal vero girati per i cinegiornali,
il cui sonoro appariva deteriorato.
Nel melodramma "Addio mia bella signora" (1953) di Fernando Cerchio, Luigi
interpreta un alto ufficiale dell'Esercito Regio durante la Prima Guerra
Mondiale. Un ruolo condensato in poche scene, ma dominante quando è
presente.
Per altro impegno sopravvenuto Luigi non poté partecipare alla sessione di
doppiaggio. Gino Cervi, protagonista nel film, anch'egli superimpegnato non
accettò rinvii e forte della sua posizione di fondatore della CDC, impose
che fosse doppiato da chi disponibile all'istante. Guarda caso, il fratello
Nino!
In "Sono stato io!" (1973), il regista Alberto Lattuada riportò al cinema
Nino, che dai quei set era assente da ben 11 anni. Lattuada era stato
l'artefice della forse miglior performance cinematografica di Nino, ne "Il
mulino del Po" (1948), nel ruolo del sindacalista Raibolini.
Nella postproduzione di quell'ultima fatica, Nino -e l'intero film- venne
doppiato dalla CVD, Casa di doppiaggio alla quale era associato il
protagonista del film, Giancarlo Giannini. Ma Lattuada bocciò l'operazione e
pretese il richiamo, anche al leggio, del fido Nino, che salvò se stesso e
noi spettatori da un pessimo servizio.
Cosa avete risposto...
Tra le risposte ricevute, segnalo in particolare...
H
anno risposto parzialmente Luisa F. e Leonardo C.
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Le
domande e le risposte sono curate da Franco Longobardi.