Segreti e bizzarrie del mondo del doppiaggio in formato quiz
ARCHIVIO: quiz
148
(30/05/2016)
QUIZ #148 |
Nelle innumerevoli commemorazioni della scomparsa di Giorgio Albertazzi non v'è traccia delle testimonianze della sua voce calda e magnetica, che hanno impreziosito gli annali del doppiaggio italiano. La più importante è stata al servizio di un divo internazionale, su scrittura del suo mentore Luchino Visconti. La più consistente è stata come onnipresente voce narrante delle struggenti peripezie di un cane randagio. Contribuite a completare la biografia del grande artista toscano. Qualche indizio a vostra disposizione...
|
Scorrete la pagina in basso per le risposte...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
...
Luchino Visconti dopo avere provinato
Giorgio Albertazzi nel ruolo dello Straniero per "Le notti
bianche" (1957), gli preferì, prevalentemente per ragioni distributive,
il ben più noto, soprattutto in Francia (il film è una coproduzione
italo-francese), Jean Marais. Tuttavia non si dimenticherà del suo
pupillo, che aveva lanciato a teatro nel 1949, offrendogli di doppiare
proprio quella parte.
In "Lauta mancia" (1956), favola minimalista diretta con garbo e competenza
da Fabio D'Agostini, Albertazzi è il narratore sui generis, non solo guida
costante dello spettatore, ma talvolta anche chiave per antropomorfizzare il
simpatico quadrupede.
La fotografia è di Carlo Di Palma, qui al suo esordio. Sarà compagno di
Monica Vitti negli anni 1960 e '70.
Cosa avete risposto...
Tra le risposte ricevute segnalo in particolare:
Il doppiaggio più importante di
Albertazzi riguarda Jean Marais nel ruolo dell'inquilino in “Le notti
bianche” del 1957 di Luchino Visconti tratto dal racconto di
Dostoevskij.
Il più consistente è come voce narrante in “Lauta mancia” del 1956 di
Fabio De Agostini, opera prima come fotografia di Carlo Di Palma (Roma
1925-2004) compagno di vita per diversi anni di Monica Vitti.
Dovrebbe aver prestato la sua voce anche a Gèrard Philipe in “Le belle
della notte” del 1952 di Renè Clair e in “L'uomo e il diavolo” del 1954
di Claude Autant-Lara, sicuramente Francisco Rabal in “Marisa la
civetta” del 1957 di Mauro Bolognini e John McEnery nel ruolo di
Mercuzio (qui è eccellente il suo doppiaggio) in “Romeo e Giulietta” del
1968 di Franco Zeffirelli.
E' voce narrante in “Dogville” del 2003 di Lars Von Trier e nei
documentari:
“Questo sporco mondo meraviglioso” di Mino Loy e Luigi Scattini uscito
nelle sale nel 1971.
“Storia del fascismo visto da destra” edito in tre VHS dal “Il Borghese”
nel 1997.
“Almirante l'Arcitaliano” di Andrea Laurenzi del 2010 è voce negli
scritti di Almirante.
Ovviamente l'elenco potrebbe essere parziale. - Massimo P.
Pur ignorando le esperienze di
doppiaggio di questo grande, del nostro teatro e non solo di quello, non
posso fare a meno di ricordare che è sua la voce di Jean Marais ne "Le
Notti Bianche" di Luchino Visconti (1957), ambientazione da San
Pietroburgo a Livorno di un racconto di Dostoevskij, interpretato da
Marcello Mastroianni e Maria Schell.
Lo stesso anno Albertazzi è stato la voce narrante di "Lauta Mancia",
diretto da Fabio De Agostini e interpretato da attori presumibilmente
non professionisti, o quanto meno che non hanno avuto altre esperienze
cinematografiche, film che ha segnato l'esordio di Carlo Di Palma,
apprezzato direttore della fotografia in ambito nazionale (Michelangelo
Antonioni) e internazionale (Woody Allen), nonché compagno per anni di
Monica Vitti. - Luciano A.
Hanno risposto parzialmente Antonietta F. e Giovanni C.
|
© 2016
Antonio Genna - IL
MONDO DEI DOPPIATORI
E' consigliata una
risoluzione 1024 x 768 con Microsoft Internet
Explorer versione 5 o superiore
E' vietato inserire in altre pagine il materiale presente in questo sito senza
autorizzazione!
Le
domande e le risposte sono curate da Lorenzo Bassi e Franco Longobardi.