Segreti e bizzarrie del mondo del doppiaggio in formato quiz
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(27/10/2014)
EDUARDO DE FILIPPO (1) |
In
occasione della proiezione in prima assoluta del docufilm CineEduardo,
realizzato dagli Autori di questa rubrica e dedicato al grande Eduardo De
Filippo, facciamo un po' di chiarezza sul primo
doppiaggio da lui subito. Il Guidorizzi lo localizza in un istant movie sul problematico reinserimento sociale dei reduci. Il Mereghetti punta il dito su un melò tratto da un'opera verdiana, senza riuscire a trovare risposta alla sconcertante scoperta che "Eduardo è incomprensibilmente doppiato". Scansando imprecisioni e vaghezze, cercate di individuare pellicola, autore e causa di quel doppiaggio, a dir poco dissennato.
Qualche indizio utile...
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Scorrete la pagina in basso per le risposte...
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Nel saggio "Voci d'autore" di Mario Guidorizzi, si legge che in "La vita
ricomincia" (1945), di Mario Mattoli, Eduardo De Filippo è doppiato da
Giulio Panicali. Niente affatto! Nel
film,interessante spaccato sul risveglio dell'Italia postbellica, girato con
le macerie materiali e morali ancora fumanti, Eduardo recita con ben salda
la propria voce.
Paolo Mereghetti, nel suo "Dizionario dei film", annota che in
"Traviata 53" (1953), di Vittorio
Cottafavi, Eduardo è incomprensibilmente doppiato.
Nella realtà dei fatti Eduardo è doppiato da Giulio Panicali nel film
"Traviata 53", ispirato alla Traviata di Giuseppe Verdi, a sua volta
ispirato a "La signora delle camelie" di Alexander Dumas.
Perché? Le riprese furono in parte girate in lingua italiana e parte in
lingua francese, di entrambe le nazionalità erano pure le società
produttrici, nonché il cast. La pretesa di mantenere la presa diretta in
alcune scene svanì per la scarsa qualità del sonoro e ciò rese inattuabile
anche la sovrapposizione in oversound di doppiaggi circoscritti ad alcuni
attori. Fu perciò inevitabile procedere al doppiaggio completo della
versione italiana.
I produttori si trovarono costretti a richiamare Eduardo per doppiare se
stesso, ma la freddezza dimostrata dal grande drammaturgo napoletano per le
difficoltà di conciliare l'imprevisto con altri impegni già assunti, indusse
Cottafavi ad illudersi di poterne fare a meno.
L'errore da grave precipitò in gravissimo, quando il regista scelse un
doppiatore che si adattasse al personaggio ideato a copione: l'arido ed
insensibile finanziere Commendator Cesati, contraddicendo la scelta di
casting di scritturare un attore di forte personalità, "che da solo
riempisse lo schermo".
Risultato: un pastrocchio, con Panicali doppiatore in toni piatti e
monocordi, funzionali alla grigia figura di meschino alto borghese del
Commendator Cesati, in netto scollamento con la passionalità ed impeto,
tipici della recitazione eduardiana.
Cosa avete risposto...
Tra le risposte esatte ricevute, segnalo in particolare:
Come citato dagli autori della rubrica, i due titoli dai quali scegliere
la pellicola dovrebbero essere:
- quello indicato da Mario Guidorizzi è “La vita ricomincia”, film del 1945
diretto da Mario Mattoli con interpreti principali Fosco Giochetti, Alida
Valli ed Eduardo De Filippo. Trattasi di melodramma popolare con una
risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni
arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più);
- quello invece indicato da Mereghetti è “Traviata '53”, film del 1953
diretto da Vittorio Cottafavi. Tra i suoi interpreti vi sono Barbara Laage,
Armando Francioli ed Eduardo De Filippo; il film si svolge a Milano e
ricalca la trama de La signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio e, di
riflesso, quella de La traviata di Giuseppe Verdi.
Tra le due pellicole ritengo che il doppiaggio subito da Eduardo sia stato
quello di “Traviata 53”. In questo film, il grande attore interpreta il
vecchio e ricco amante della protagonista: venne scelto probabilmente per la
sua popolarità e venne doppiato (nell’occasione da Giulio Panicali) in
quanto doveva interpretare un industriale lombardo. -
Daniele Do.
Ha risposto esattamente anche Paola F.
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Le
domande e le risposte sono curate da Lorenzo Bassi e Franco Longobardi.