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Realizzazione Antonio Genna

Il mondo dei doppiatori - Zona Cinema

"Vivere" (1952)

Manifesto originale del film


PERSONAGGI

INTERPRETI

DOPPIATORI

KANJI WATANABE

Takashi Shimura

MIMMO PALMARA

KIMURA

Shin'ichi Himori

GIOACCHINO MANISCALCO

KAZUE

Kyoko Seki

EVA RICCA

SAKAI

Haruo Tanaka

PIERA VIDALE

KIICHI WATANABE

Makoto Kobori

ELIA IEZZI

NOGUCHI

Minoru Chiaki

 

TOYO ODAGIRI

Miki Odagiri

 

OHARA

Bokuzen Hidari

 

SAITO

Minosuke Yamada

 

ONO

Kamatari Fujiwara

 

  • DOPPIAGGIO ITALIANO: SINC CINEMATOGRAFICA
  • DIALOGHI ITALIANI: VINICIO MARINUCCI
  • DIREZIONE DEL DOPPIAGGIO: VINICIO MARINUCCI

ALCUNE NOTE SUL FILM

  • Il film drammatico, ispirato alla novella "La morte di Ivan Il'ič" (1886) di Lev Tolstoj, ha avuto un remake inglese, "Living" (2022).

UN COMMENTO AL FILM
a cura di Eugenio

Inizialmente c'era "L'idiota",monumentale opera dostojevskiana trasposta dalla Russia ottocentesca all'industrializzato Giappone; prima ancora "L'angelo ubriaco",che seppur in chiave poliziesca, riprendeva tematiche simili al riconosciuto capolavoro di Kurosawa "Vivere". Grigio capufficio della sezione civile (interpretato magistralmente da uno splendido Takashi Shimura), apprende di avere pochi mesi di vita a causa di un cancro allo stomaco che non gli lascia via di salvezza. Sconvolto dalla tragica notizia e resosi conto di aver trascorso un'intera vita nell'opacità e nell'inconcludenza, il funzionario deciderà di dare una svolta alla sua esistenza,tentando,inizialmente,di lasciarsi andare a una placida dissolutezza nei bar di una Tokyo nebbiosa e "sotterranea", in seguito, intrecciando un legame affettivo con la sua ex collega d'ufficio. Sarà proprio la giovane donna,emblema di una giovinezza mai goduta dall'anziano burocrate, a consigliargli, indirettamente, di dedicare le sue ultime energie realizzando qualcosa di utile per la comunità: la bonifica di un'area paludosa e la successiva trasformazione in parco giochi per bambini. Un'impresa che muterà significativamente la tetra esistenza del funzionario,aprendogli un percorso inaspettato verso la strada della coscienza di sé e della presa di posizione. Il male di cui questi è attanagliato assurge quindi a una condizione esistenziale estrema che permette al maestro nipponico di analizzare, con sguardo naturalista e mai patetico, le vite anonime e senza senso di una Tokyo post-bellica in fase di industrializzazione. Di questo ne sono simbolo universale le meschine condizioni dei suoi colleghi di lavoro,che ricordano i compagni del protagonista del racconto "La morte di Ivan Ill'ic"di Tolstoj,la società progressista e consumista (si veda la bellissima scena del colloquio con il sindaco),il freddo compatimento delle autorità. L'influenza dei grandi narratori russi è evidente: l'andare della vita,il senso della propria esistenza sono classiche tematiche affrontate dalla narrativa dell'età della crisi. Kurosawa riesce a andare oltre: attraverso il potente ritratto di un uomo solo davanti al proprio destino, realizza uno splendido film sulla vecchiaia (riscontrato dall'occidentale "Umberto D.") permeato di un'atmosfera mista a realismo e simbolismo, emozione e rigore stilistico con una struttura innovativa per l'epoca: si pensi ai frequenti primi piani che inquadrano il volto scavato dalla sofferenza e dalla tristezza dell'anziano,la spensierata allegria della giovane collega,la passività e l'invidia dei compagni d'ufficio. Non solo: il sapiente uso della tecnica del flashback e flash-forward permettono al cineasta lo studio, con intento scientifico, della psicologia e delle reazioni dei comprimari a seguito della morte del protagonista,uno sperimentalismo privo di enfasi ma non per questo colmo di suggestione ed espressività. Memorabile è la scena della ubriacatura di saké durante la veglia funebre,ove ciascuno,a mo' di racconto medievale,caratterizza un aspetto distintivo della vita del burocrate,la strenua lotta,i suoi sforzi. "Vivere" nasce come pellicola di rinnovamento,di miccia vitale alla scure di indolente passività che caratterizza la vita dell'essere umano di fronte alla morte, vecchia signora che tutti,presto o tardi,avvolgerà tra le sue spire ma,sembra suggerirci Kurosawa,impotente di fronte alle azioni, gesti e ricordi che ciascuno di noi ha lasciato in vita.


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