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Realizzazione Antonio Genna |
"Mammina cara"
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TITOLO ITALIANO: "Mammina cara"
TITOLO ORIGINALE: "Mommy Dearest"
REGIA: Frank Perry
SCENEGGIATURA: Robert Getchell, Tracy Hotchner, Frank Perry e Frank Yablans
BASATO SUL LIBRO DI Christina Crawford
MUSICHE: Henry Mancini
PRODUZIONE: USA 1981
DURATA: 129 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI |
DOPPIATORI |
JOAN CRAWFORD |
Faye Dunaway |
RITA SAVAGNONE |
CHRISTINA 'TINA' CRAWFORD |
Diana Scarwid |
SIMONA IZZO |
CHRISTINA 'TINA' CRAWFORD da bambina |
Mara Hobel |
ROSSELLA ACERBO |
AVV. GREG SAVITT |
Steve Forrest |
SERGIO ROSSI |
LOUIS B. MAYER |
Howard Da Silva |
SERGIO FIORENTINI |
CAROL ANN BARKER |
Rutanya Alda |
ISA BELLINI |
ALFRED 'AL' STEELE |
Harry Goz |
ALESSANDRO SPERLÌ |
MARGARET LEE CHADWICK |
Priscilla Pointer |
ANNA MISEROCCHI |
BARBARA BENNETT |
Jocelyn Brando |
DEDDI SAVAGNONE |
THEODORE 'TED' GELBER |
Michael Edwards |
ROBERTO CHEVALIER |
BETH SIMPSON |
Virginia Kiser |
ANNA RITA PASANISI |
CHRISTOPHER CRAWFORD |
Xander Berkley |
ROBERTO CHEVALIER |
MADRE SUPERIORA |
Carolyn Coates |
MIRANDA BONANSEA |
PRESENTATORE |
James Kirkwood Jr. |
MICHELE GAMMINO |
VERA |
Dawn Jeffory |
ISABELLA PASANISI |
TONY |
David Price |
TONINO ACCOLLA |
ALCUNE NOTE SUL FILM
Il film biografico, un successo con quasi 40 milioni di dollari di incassi, è tratto dall’autobiografia omonima scritta da Christina Crawford nel 1978 e subito diventata un best-seller. Il libro racconta la sua difficile infanzia con la madre adottiva Joan Crawford, stella del cinema hollywoodiano dagli anni ‘30 alla metà degli anni ‘60. Il ritratto che Christina fa della madre è quello di una donna dispotica e intollerante, alcolizzata e sadica, che più di una volta l’avrebbe punita insieme al fratello Christopher – anche lui adottato, in maniera selvaggia e inumana. Gli indescrivibili abusi, sia fisici che psicologici, sarebbero continuati fino all’adolescenza e proseguiti saltuariamente anche in età adulta. L’idea del libro, pubblicato in Italia da Mondadori nel 1979, sembra sia nata nella mente di Christina prima della morte della madre,avvenuta nel 1977: forse a conoscenza delle sue intenzioni, Joan Crawford l’ha poi diseredata in maniera sprezzante insieme a Christopher, indicando nel testamento "per motivi che a loro sono ben noti".
Nonostante diverse personalità (tra cui Bob Hope, Barbara Stanwyck e Myrna Loy – migliore amica di Joan sin dal 1925) abbiano completamente smentito buona parte del libro, giudicandolo un volgare e insensato attacco alla memoria della Crawford, molti altri (da Helen Hayes a James MacArthur a June Allyson) hanno invece confermato di aver assistito a diversi degli episodi descritti da Christina. Anche Betty Hutton, vicina di casa della Crawford a Brentwood, in California, attestò di aver visto i bambini durante o dopo le severe quanto feroci punizioni della madre, e di aver spinto i propri figli a cercare la compagnia di Christina e del fratello per distrarli, anche se per poco, dalle sevizie subite a casa. Eve Arden, collega della Crawford sul set de "Il romanzo di Mildred" (1945), avvalorando la storia di Christina, avanzò l’ipotesi che Joan soffrisse di un disturbo bipolare e che, nonostante fosse una brava persona per molti versi, il suo cattivo carattere e l’abuso di alcool la rendessero completamente inadatta al ruolo di madre. La tanto ricercata maternità, secondo il figlio Christopher, sarebbe infatti stata per la Crawford solo un modo di catalizzare l’attenzione dei media e ottenere nuova pubblicità che la aiutasse nella sua carriera, ormai sul viale del tramonto a causa dell’avanzare dell’età. "Nemmeno per un momento ho mai pensato che nostra madre ci amasse veramente", ha in seguito detto il ragazzo.
Frank Yablans, produttore e poi anche sceneggiatore del film, decise di fare di "Mammina cara" il suo primo progetto presso la Paramount Pictures, all’epoca retta da Michael Eisner in veste di presidente e da Barry Diller come amministratore delegato, dopo aver letto l’eccitante biografia di Christina, ancora non pubblicata, e memore di un suo incontro con la vera Joan Crawford durante un ricevimento della Pepsi Cola anni prima, quando era solo un bambino. Yablans rimase incantato e intimorito allo stesso tempo dallo sguardo abbagliante dell’attrice, dalle sue sopracciglia pesantemente ritoccate e dalla sua geometrica silhouette, accentuata dallo squadrato completo di Dior che indossava. Furono inoltre i temi dell’abuso infantile, del profondo rapporto tra genitore e figlio e della competizione che a volte si sviluppa tra le due parti a convincerlo a provvedere anche alla sceneggiatura. Per avere un’idea della celebre attrice oltre a quanto riportato nel libro dalla figlia, Yablans iniziò delle ricerche personali con l’aiuto di alcune persone che avevano conosciuto molto bene Joan Crawford: l’attore Kirk Douglas, che in seguito descriverà la diva nella sua autobiografia come una "ninfomane dittatrice dal pessimo alito", e il suo legale Greg Bautzer, all’epoca avvocato di numerose celebrità come Ginger Rogers e Ingrid Bergman. Bautzer riferì in particolare del potere che Joan aveva su di lui, costringendolo a camminare a tre passi da lei dovunque andassero e a portare in braccio il suo cagnolino.
Terminata la sceneggiatura, per Frank Yablans iniziarono le traversie per assemblare il cast. Per il ruolo protagonista la sua prima scelta fu la celebre Anne Baxter, vincitrice dell’Oscar per "Il filo del rasoio" (1947), dove recitava al fianco di Tyrone Power e Gene Tierney. L’attrice era molto interessata al ruolo ma aveva un approccio al copione che non soddisfò il produttore, che quindi la scartò. Fu il fotografo londinese e amico di vecchia data Terry O’Neill, che all’epoca aveva una relazione con Fay Dunaway, a fare il suo nome a Yablans e ad informarlo su quanto Fay fosse interessata alla parte. Ma Yablans non era sicuro della scelta, soprattutto a causa del famoso perfezionismo per cui era nota l’attrice, e di malavoglia accettò di incontrarla sul set della miniserie "Evita Perón" (1983), che la Dunaway stava girando per la NBC. I due si accordarono su richiesta di lei per cenare insieme a casa di Yablans e discutere il ruolo: quando il campanello suonò quel venerdì sera, e il produttore andò ad aprire, si trovò davanti Fay Dunaway truccata e vestita esattamente come Joan Crawford, con un fiore bianco tra i capelli e un abito anni ‘40 dal taglio geometrico. In quel preciso momento Frank Yablans capì quanto Fay tenesse al ruolo e di quanto fosse perfetta per la parte, e decise di affidargliela.
Le sequenze iniziali del film, che mostrano senza mai inquadrare il volto della Dunaway gli snervanti preparativi estetici ai quali la diva si sottoponeva prima di recarsi sul set – in questo caso quello di "Follie sul ghiaccio" (1939), non era l’idea iniziale proposta da Yablans nella sceneggiatura: la prima stesura del copione, poi modificato, prevedeva di riprendere la Crawford alle prese con l’allenamento per imparare i rudimenti del pattinaggio richiesti dal personaggio interpretato in "Follie sul ghiaccio". Durante le prove, Joan avrebbe dovuto cadere e procurarsi una profonda ferita ad una gamba con la lama di uno dei pattini. Nonostante il dolore e l’handicap di non poco conto, l’attrice, chiamata sul set dopo una pausa, avrebbe dovuto lo stesso andare in scena e mostrarsi impassibile, per far capire immediatamente al pubblico quanto forte, determinata e testarda fosse la celebre Joan Crawford.
Il film uscì negli Stati Uniti il 18 settembre 1981 con grandi aspettative, distribuito dall’unico studio hollywoodiano con il quale Joan Crawford non aveva mai lavorato, la Paramount. Nonostante le pessime critiche, soprattutto verso la grottesca e caricaturale interpretazione di Faye Dunaway (che si aggiudicò un Razzie Award come peggior attrice protagonista), la pellicola fu un successo a livello di botteghino, incassando quasi 40 milioni di dollari a fronte di un budget iniziale di soli 5 milioni, e generando con gli anni un considerevole seguito di ammiratori, soprattutto tra la comunità omosessuale.
Il film è uscito nelle sale italiane nel febbraio 1982 su distribuzione C.I.C. – Cinema International Corporation. Successivamente è stato trasmesso per la prima volta in televisione l’8 maggio 1985 in prima serata su Canale 5.
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