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Realizzazione Antonio Genna |
"INLAND EMPIRE - L'impero della mente"
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TITOLO ITALIANO: "INLAND EMPIRE - L'impero della mente"
TITOLO ORIGINALE: "INLAND EMPIRE"
REGIA: David Lynch
SCENEGGIATURA: David Lynch
PRODUZIONE: USA / POLONIA / FRANCIA 2006
DURATA: 172 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI |
DOPPIATORI |
NIKKI GRACE / SUSAN BLUE |
Laura Dern |
ISABELLA PASANISI |
KINGSLEY STEWART |
Jeremy Irons |
RODOLFO BIANCHI |
DEVON BERK / BILLY SIDE |
Justin Theroux |
CHRISTIAN IANSANTE |
FREDDIE HOWARD |
Harry Dean Stanton |
|
PIOTREK KROL |
Peter J. Lucas |
FRANCESCO PEZZULLI |
RAGAZZA PERDUTA |
Karolina Gruszka |
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JANEK |
Jan Hench |
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VISITATRICE #1 |
Grace Zabriskie |
MARIA PIA DI MEO |
VISITATRICE #2 |
Mary Steenburgen |
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MARILYN LEVENS |
Diane Ladd |
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DORIS SIDE |
Julia Ormond |
BARBARA BERENGO |
HENRY |
Ian Abercrombie |
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LINDA |
Bellina Logan |
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TRACY |
Amanda Foreman |
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JANE / SE STESSA |
Laura Harring |
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CONIGLIO PARLANTE (voce) |
Naomi Watts |
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ALCUNE NOTE SUL FILM
a cura di Nicola Bianchi
Il complesso film, presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2006, è uscito nelle sale italiane il 9 febbraio 2007, su distribuzione BIM.
David Lynch è nato a Missoula, nel
Montana nel 1946. Sono diventati quasi subito celeberrimi i suoi cortometraggi,
a metà tra cinema e arte moderna, immediatamente apprezzatissimi dalla critica
d'arte oltre che di cinema: "Six Figures Getting Sick" ('66), "The Alphabet"
('68) e, sopratutto, "The Grandmother" ('70). Questo allucinante connubio tra
cinema e arte moderna è centrale anche nel suo primo lungometraggio "Eraserhead"
('77). Il suo lavoro successivo, "The Elephant Man" ('80, prodotto da Mel Brooks),
lo rende uno dei giovani registi più quotati del periodo (stavano esordendo
anche John Carpenter e Ridley Scott).
"The Elephant Man" è linguisticamente molto più "classico" dei cortometraggi, ma
la sua novità filosofica nel trattare il "mostro" rappresentò una novità
indiscussa, che rasentava i risultati ottenuti da Murnau e Browning, e che
raggiungerà di nuovo solo Tim Burton.
Il cinema "mainstream" lo cattura immediatamente dopo. Dino De Laurentiis lo
convince a risolvere il problematico progetto di "Dune" (progetto che era
naufragato dopo il primissimo trattamento di Alejandro Jodorowski e
l'incidentale coinvolgimento di Ridley Scott).
"Dune" esce nel 1984 con scarsissimo successo, ed è rimasto l'unico film "su
commissione" di Lynch.
Nonostante i suoi vistosi e numerosissimi difetti, perfino in "Dune" è evidente
la straordinaria forza visiva e il peculiare "trattamento dei mostri" di Lynch.
Ma è proprio Dino De Laurentiis che produce il primo capolavoro "maturo" di
Lynch: "Velluto Blu" ('86).
È da lì che parte il percorso autorale Lynchiano ed è lì che viene rappresentata
per la prima volta (dopo gli esperimenti giovanili) la tendenza "onirica" che
sarà la croce e delizia dello stile lynchiano.
"Cuore Selvaggio" ('90) e "Strade Perdute" ('97) segnano altre tappe di questo
percorso "di sogni e d'incubi" di Lynch.
In mezzo a questi due film, il percorso onirico di Lynch trova una delle sue
massime espressioni in TV con il telefilm in 30 puntate
"Twin Peaks". Realizzato con Mark Frost
(Lynch ha girato in prima persona solo 6 puntate) nel '90-'91 "Twin Peaks"
rappresenta l'evento centrale della Storia del Telefilm. Un "Roma Città Aperta"
dopo il quale niente in TV sarebbe più stato lo stesso... (l'emulo più celebre è
senz'altro l'anime "Neon Genesis Evangelion" di Hideaki Anno, e si possono
trovare tonellate di "echi" di Twin Peaks in "X-Files", "Buffy, the Vampire
Slayer" e perfino in "Nip/Tuck", "24", e, ovviamente, in "Lost").
Il successo del telefilm porta alla realizzazione del suo prequel
cinematografico, "Twin Peaks: Fuoco Cammina con Me" ('92), molto meno apprezzato
ma ugualmente fondamentale nel percorso onirico.
Nel '99 il percorso onirico trova una splendida pausa con un capolavoro se
vogliamo "tradizionale e narrativo", "Una storia vera". "Una Storia Vera" è
stato apprezzato enormemente a livello artistico.
E da lì è cominciata la diatriba, perdurante ancora oggi, su quale "Lynch"
preferire: quello onirico o quello narrativo.
Ma è proprio sull'onirico e sempre più sull'incubo che Lynch ritorna nel 2001.
L'idea era quella di bissare il successone di "Twin Peaks" in TV, ma imprevisti
e incomprensioni con l'emittente TV hanno fatto naufragare tutto. Poi lo Studio
Canal si è interessato al progetto e quello che era un pilot di una serie TV si
è trasformato nelle 2h e 15' di "Mulholland Drive".
Allora "Mulholland Drive" era il film più radicale di Lynch, in cui il sogno e
l'incubo andavano di pari passo con le metafore autoreferenziali e con le
metafore sull'"idea del cinema" (già iniziate in Twin Peaks).
L'onirismo ritorna nei cortometraggi, con "Rabbits" ('02) e altri e Lynch
diventa una leggenda amata o odiata: i suoi film sono capolavori o solo idiozie
volutamente fumose?
Il Leone d'Oro alla Carriera a Venezia 2006 ha portato la diatriba al suo punto
più elevato e questo "INLAND EMPIRE" ('06, presentato a Venezia in contemporanea
al premio alla carriera) era lì a fare da oggetto degli insulti e degli osanna
(quasi tutti i critici, specie Edoardo Bruno, si sono detti entusiasti, mentre
caustico e tremendo si è rivelato il fumettista Stefano Disegni con le sue
satiriche vignette su Ciak).
INLAND EMPIRE ha scalzato il precedente
"Mulholland Drive" dal trono del film "più radicale" di Lynch.
3 ore densissime ed enormi in cui c'è tutto quello che Lynch ha fatto in passato
e probabilmente tutto quello farà in futuro: un concentrato potente e scioccante
di tutto il Cinema di Lynch.
Come in Twin Peaks c'è da avere a che fare con un "male" che non è per niente
affascinante come quello romantico, ma è solo spaventoso (qui il misterioso
Krumpy equivale a Killer Bob di Twin Peaks).
Un Male che ci annuncia Grace Zabriskie all'inizio e che ha origine in una torba
vicenda avvenuta in Polonia in cui si imbatte un regista che vuole farci un
film.
L'attrice principale di questo film (una somma Laura Dern che andrebbe davvero
fatta santa) si trova in un certo senso a rivivere questa vicenta polacca, e ci
si perde dentro come in un incubo, zeppo di sovraimpressioni, in cui un
personaggio può sovrapporsi ad un altro, in cui situazioni possono ripetersi in
scenari diversi, e dove moltissime sono le trame da poter seguire...
Ma, attenzione, le trame non vanno seguite in modo deduttivo, logico e positivo.
In INLAND EMPIRE l'unica logica che regge è quella del sogno, una logica mobile
e varia, che si trasforma proprio mentre la stiamo indagando e in cui seguire
l'indizio non porta alla soluzione, ma ad una "impressione" di soluzione...
Il viaggio d'incubo della nostra attrice è come un "esorcismo" sanguinario dalle
09:45 a dopo Mezzanotte.
Il malvagio Krumpy (l'uomo nero del male, che ha avuto origine dai numeri 4 e 7)
deve essere trovato, ma per trovarlo si deve vivere sulla propria pelle
l'omicidio polacco, le avventure di tante persone infelici, e poi si deve
addirittura morire (anche se, probabilmente, solo all'interno di un film). Solo
allora potremmo sparare a Krumpy davanti alla porta 4 7 , salvo poi accorgerci
che spariamo solo a noi stessi...
Dopo la "morte di Krumpy" al di là della porta 4 7 non ci sono più i giganteschi
conigli (quelli di "Rabbits" coinvolti in una insensata sit-com) e quindi
potremmo riappacificarci (e forse anche fonderci) con la bimbona lacrimosa
(molto simile alla Laura Palmer del finale di "Fuoco Cammina con Me") che ci ha,
in qualche modo, guidato (con il radiodramma AXX°NN.) fino ad allora...
E, alla fine, tutti i personaggi si ritrovano per dire "Bellissimo!..." e per
ballare mentre scorrono i titoli finali.
Da ultimo Laura Harring (una delle protagoniste di "Mulholland Drive" - l'altra, Naomi Watts, è sotto la maschera di un coniglio) manda un bacio a Laura Dern, e la Dern ricambia il gesto, poi parte la canzone dei titoli finali che è "Sinnerman" di Nina Simone, il cui enigmatico testo (il rapporto tra un peccatore, Dio e il Diavolo) può benissimo essere letto come un "riassunto" della complicata trama del film...
Laura Dern è anche co-produttrice e
molto amica di Lynch (insieme anche in "Velluto Blu" e "Cuore Selvaggio").
INLAND EMPIRE è stato girato da Lynch completamente in digitale.
Questo ha permesso a Lynch di fare da solo praticamente tutto, anche se molti
suoi collaboratori hanno fatto da consulenti: Patricia Norris (scenografia),
Peter Deming (fotografia - l'altro direttore della fotografia storico di Lynch è
il vecchio Freddie Francis), Angelo Badalamenti (musica, che spazia da Nina
Simone alla "At Last" di Etta James, al Krzystof Penderecki usato anche da
Kubrick in "Shining").
Dopo il debutto a Venezia (sul quale potete leggere qui), la distribuzione della BIM ha avuto diversi problemi a gestirlo. Pare che Lynch non volesse il doppiaggio (che tra l'altro è venuto molto bene). Per un po' si è detto di farlo uscire solo in DVD nel maggio 2006. Per fortuna, anche se doppiato, è riuscito a uscire nelle sale. Un debutto in sala che ha dato la possibilità di riavviare la diatriba tra quelli pro e quelli contro.
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