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Realizzazione Antonio Genna |
"Il poliziotto della brigata criminale"
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TITOLO ITALIANO: "Il poliziotto della brigata criminale"
TITOLO ORIGINALE: "Peur sur la ville"
REGIA: Henri Verneuil
SOGGETTO: Henri Verneuil
SCENEGGIATURA: Jean Laborde e Francis Veber
MUSICHE: Ennio Morricone
PRODUZIONE: FRANCIA / ITALIA / GERMANIA OVEST 1975
DURATA: 120 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI |
DOPPIATORI |
COMM. JEAN LETELLIER |
Jean-Paul Belmondo |
PINO LOCCHI |
ISP. MOISSAC |
Charles Denner |
FERRUCCIO AMENDOLA |
PIERRE VALDEC / MINOSSE |
Adalberto Maria Merli |
-- ADALBERTO MARIA MERLI |
COMM. CAPO SABIN |
Jean Martin |
GIORGIO PIAZZA |
HELENE GRAMMONT |
Catherine Morin |
VITTORIA FEBBI |
ISP. DUVIEL |
Louis Samier |
PINO COLIZZI |
GERMAINE DOIZON |
Rosy Varte |
ANNA MISEROCCHI |
‘NOCCIOLINA’, il titolare del bar |
Jacques Rispal |
SERGIO FIORENTINI |
NORAH ELMER |
Lea Massari |
RITA SAVAGNONE |
JULIO CORTES |
Henri-Jacques Huet |
RENATO MORI |
PREFETTO |
Georges Riquier |
GIANFRANCO BELLINI |
JACQUES PAOLI |
Jacques Paoli |
GIANNI MARZOCCHI |
JACQUES LIPSTEIN, lo psicologo |
Roland Dubillard |
CARLO ALIGHIERO |
JULIEN DALLAS |
Jean-François Balmer |
|
ISP. DI POLIZIA |
Philippe Brigaud |
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SIG. MACLEN, il portiere |
Roger Riffard |
GIANFRANCO BELLINI |
DIRETTORE POLIZIA GIUDIZIARIA |
Jean-Louis Le Goff |
ANTONIO GUIDI |
PAMELA SWEET |
Germana Carnacina |
------------------- |
MARCUCCI |
Giovanni Cianfriglia |
------------------- |
ISP. DI POLIZIA |
Henry Djanik |
MARIO MASTRIA |
ISP. DI POLIZIA |
Jean-Louis Fortuit |
SERGIO FIORENTINI |
JULIEN REMY, il radio-reporter |
André Valardy |
SERGIO MATTEUCCI |
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Maurice Vallier |
CARLO ALIGHIERO |
UN MALIANO CLANDESTINO |
|
ROBERTO CHEVALIER |
SIG.RA VALDECK |
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ROSETTA CALAVETTA |
ALCUNE NOTE SUL FILM
Questo thriller d’azione è un classico
degli anni ’70. Un pregevole poliziesco francese in cui il protagonista
Letellier interpretato dal magistrale Jean-Paul Belmondo, è un misto tra eroe e
antieroe, essendo un poliziotto tutto d’un pezzo, incorruttibile e scaltro, ma
al contempo vendicativo e anticonformista. Insomma il ribelle giustiziere, che
negli USA ebbe il volto sia di Clint Eastwood sia di Charles Bronson.
Incomprensibilmente di minor successo come figura e audacia date le proverbiali
doti acrobatiche di Belmondo e la sua affascinante natura che mai appartennero
ai suoi due colleghi statunitensi.
La trama in realtà di scarso spessore e la prevedibilità dello svolgimento delle
indagini, fanno sembrare tutto troppo semplice e scontato. Se non fosse per la
colonna sonora di Morricone ne verrebbe meno la suspense che invece avrebbe
dovuto far da padrona; nel complesso la pellicola risulta poco credibile più
vicino ai “poliziotteschi” nostrani piuttosto che ai più fortunati statunitensi
in cui i vari Callaghan (Eastwood) e Kersey (Bronson) sembrano pistoleri
reciclati da vecchi western piuttosto che commissari di polizia.
Fotografia e montaggio sono però davvero ben architettati e gli effetti speciali
seppur di modesta fattura, danno un valore aggiunto al film. In definitiva è un
prodotto piuttosto godibile, per niente lento o noioso nonostante la durata che
per quegli anni era uno standard elevato specie nel genere poliziesco.
Jean-Paul Belmondo che veste il ruolo
del protagonista è neanche a dirlo ottimamente doppiato da Pino Locchi che era
solito prestar la propria voce a personaggi atletici, affascinanti e scaltri
(Sean Connery, Tony Curtis, Steve McQueen, Terence Hill, per citarne alcuni).
Ad affiancare il timbro profondo di Locchi, per dar voce al collega di Letellier
venne scelto Ferruccio Amendola il quale aveva un timbro di media profondità,
con voce graffiante e “sporca”. Il duo è perfettamente assortito proprio perché
come vigeva in quegli anni il contrasto vocale per timbrica era doveroso fosse
direttamente proporzionale al carattere dei personaggi: scattante e
tendenzialmente impulsivo il primo, meditativo e posato ma non meno efficiente
il secondo.
Non ultimo merita menzione l’istrionico Adalberto Maria Merli capace di calarsi
a meraviglia nei panni dell’assassino e di prestar voce a se stesso con
eccellente risultato di vestire i panni del co-protagonista piuttosto che del
ruolo dell’antagonista.
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