"La leggenda del pianista
sull'oceano"
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TITOLO ORIGINALE: "La leggenda
del pianista sull'oceano"
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REGIA: Giuseppe
Tornatore
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SCENEGGIATURA: Giuseppe Tornatore
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BASATO SUL
MONOLOGO "Novecento" di Alessandro Baricco
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MUSICHE: Ennio Morricone
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FOTOGRAFIA: Lajos Koltai
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SCENOGRAFIA: Francesco Frigeri
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COSTUMI: Maurizio Millenotti
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MONTAGGIO: Massimo Quaglia
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PRODUZIONE: ITALIA 1998
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DURATA: 160 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI
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DOPPIATORI
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DANNY BOODMAN T.D.
LEMON 'NOVECENTO' |
Tim Roth |
MASSIMO POPOLIZIO |
'NOVECENTO' a 4 anni |
Easton Gage |
JULIEN LOVETT |
'NOVECENTO' a 8 anni |
Cory Buck |
JULIEN LOVETT |
MAX TOONEY |
Pruitt
Taylor Vince |
CARLO VALLI |
LA RAGAZZA |
Mélanie Thierry |
MONICA BERTOLOTTI |
'JELLY ROLL' MORTON |
Clarence Williams III |
IDRIS |
DANNY BOODMANN |
Bill Nunn |
VITTORIO DI PRIMA |
PROPR. NEGOZIO DI
MUSICA |
Peter Vaughan |
GRAZIANO GIUSTI |
CAP. SMITH |
Harry Ditson |
DARIO PENNE |
CAPO DEL PORTO |
Niall O'Brien |
CORRADO PANI |
CONTADINO |
Gabriele Lavia |
-- GABRIELE LAVIA |
SEN. WILSON |
Kevin McNally |
CESARE BARBETTI |
MAESTRO FRITZ HERMANN |
Vernon Nurse |
NANDO PAONE |
CAPO DEL PORTO |
Niall O'Brien |
CORRADO PANI |
MACCHINISTA MESSICANO |
Alberto Vazquez |
SAVERIO MORIONES |
MACCHINISTA IRLANDESE |
Roger Monk |
ERMANNO RIBAUDO |
DISCOGRAFICO |
Norman Chancer |
ANGELO NICOTRA |
SERGENTE |
Eamon Geoghegan |
PAOLO TRIESTINO |
FUNZIONARIO |
|
PAOLO BONACELLI |
CAPOSQUADRA |
|
VITTORIO STAGNI |
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EDIZIONE ITALIANA: PIERO SASSAROLI
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DOPPIAGGIO ITALIANO e SONORIZZAZIONE: SEFIT-CDC
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DIALOGHI ITALIANI:
CESARE BARBETTI
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DIREZIONE DEL DOPPIAGGIO:
CESARE BARBETTI
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ASSISTENTE AL DOPPIAGGIO: SABINA
MONTANARELLA
- FONICI DI DOPPIAGGIO: ROBERTO CAPPANNELLI,
DANIELE BARLONE
- FONICI DI MIX: ANGELO RAGUSEO, THOMAS
RICHARD JOHNSON
- FONICO DI MIX AGGIUNTO: RICHARD BEGGS
- ASSISTENZA TECNICA: ROBERTO CASULA
ALCUNE NOTE SUL FILM
a cura di Carlo Mozetic
- Tratto da un monologo teatrale scritto nel 1994 da
Alessandro Baricco, "La leggenda del pianista sull'oceano" racconta la
storia astratta e complessa di "Novecento", pianista eccezionale, nato il
primo gennaio del 1900, mai sceso sulla terraferma, che trascorre tutta la
sua esistenza a bordo del transatlantico Virginian, intrattenendo i ricchi
in viaggio e gli emigranti che sognano l'America.
Un kolossal da più di quaranta miliardi di vecchie Lire, con ben diciannove
set allestiti a Roma (Cinecittà) e undici nel porto di Odessa, con almeno 75
componenti della troupe, un numero spropositato di comparse, due anni e
mezzo di lavorazione e due ore e quaranta di pura arte teatrale trasposta
sul grande schermo da Giuseppe Tornatore, al quale va riconosciuto un vero e
proprio atto di coraggio nel regalarci questo capolavoro del cinema
italiano.
In fondo il "mito" del grande pianista non è mai esistito; esiste solo
l'uomo, l'uomo che diventa una leggenda...
La meravigliosa colonna sonora è stata scritta dal grande maestro Ennio
Morricone composta da quasi una trentina di brani magistralmente
interpretati dalla famosa pianista Gilda Buttà.
Uno dei brani da segnalare si intitola "The Crisis" ed è stato utilizzato
come sottofondo musicale in una delle scene più magiche del film di
Tornatore. Ma la caratteristica che rende unico questo brano è la presenza
di una "dissonanza ritmata" inserita intenzionalmente e ripetuta ogni
quattro accordi. La straordinaria capacità del maestro Morricone di
evidenziare alcuni stati d'animo di un personaggio attraverso un particolare
sottofondo musicale raggiunge il culmine nel film di Tornatore. Sembra che
il maestro abbia lavorato un anno intero per creare ed arrangiare le musiche
di questo film.
Non di meno è stato il doppiaggio nella versione italiana, affidato
all'inconfondibile talento di Carlo Valli, che ha dato la voce a Pruitt
Taylor Vince (Max Tooney), il grande amico di "Novecento". La narrativa
iniziale e la metafora del quadro che cade sono alcune delle scene
assolutamente da non perdere dal punto di vista della recitazione. Notevole
anche il contributo di Massimo Popolizio, che ha doppiato un formidabile Tim
Roth nei panni del protagonista.
- LE SCENE DI RILIEVO:
L'arrivo al porto di New York e l'avvistamento della statua della libertà
nella scena introduttiva.
La danza del pianista e del suo amico Max al ritmo delle onde dell'oceano,
seduti sul seggiolino di un pianoforte senza freni che scivola sul pavimento
del salone di prima classe.
Il duello musicale tra "Novecento" e "l'inventore del jazz", Jelly Roll
Morton; una sfida all'ultima nota, dove il tempo viene scandito da una
sigaretta che si consuma.
Il ritrovamento di "Novecento" e l'addio al suo grande amico Max.
- ALCUNI PASSAGGI CELEBRI:
- "Non sei fregato veramente
finché hai una buona storia e qualcuno a cui raccontarla"
- "Quello che per primo vede l'America.
Su ogni nave ce n'è uno;
e non bisogna pensare che sia il caso,
o una questione di diottrie.
E' il destino...
Quella è gente che da sempre
aveva già quell'istante stampato nella vita;
e quando erano bambini
tu potevi guardarli negli occhi,
e se guardavi bene... già la vedevi!
L'America!"
- "Quando non sai cos'è... allora è jazz!"
- "Quando cade un quadro,
quando ti svegli un mattino e scopri che non la ami più,
quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra,
quando vedi un treno e pensi - Io devo andarmene da qui -,
quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio,
quando una sera, in mezzo all'oceano,
novecento... alzò lo sguardo dal piatto,
mi guardò negli occhi, e..."
- "Non era quello che vidi che mi fermò; era quello
che non vidi.
In tutta quella sterminata città c'era tutto tranne la fine.
C'era tutto, ma non c'era una fine."
- "Ma se io salgo su questa scaletta e davanti a me
si srotola
una tastiera di milioni di tasti.
Milioni e miliardi, di tasti,
di tasti che non finiscono mai e questa è la verità, che non finiscono mai,
allora quella tastiera è infinita.
E se quella tastiera è infinita,
allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare.
Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato.
Quello è il pianoforte su cui suona Dio.
Cristo, ma le vedevi le strade?!
Anche solo le strade... ce n'era a migliaia,
come fate voi laggiù a sceglierne una.
A scegliere una donna,
una casa, una terra che sia la vostra,
un paesaggio da guardare, un modo di morire.
Tutto quel mondo,
quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n'e'.
Non avete mai paura, voi,
di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormità,
solo a pensarla?... A viverla..."
- "La terra è una nave troppo grande per me.
E' un viaggio troppo lungo.
E' una donna troppo bella.
E' un profumo troppo forte.
E' una musica che non so suonare..."
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