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PARITA' |
EL CAIRO. Interno della base di Hassan. Sydney ha in mano il nucleo di un ordigno nucleare, ha appena annunciato di averlo preso via radio ma Hassan le punta una pistola alla tempia, e le sussurra qualcosa in arabo. Sydney: Con il plutonio che ho in mano posso liquefare le nostre viscere nel giro di quarantott’ore. Hassan: Posalo… a terra. Sydney: Se lo poso mi uccidi. Hassan: Allora? Io adesso conterò fino a uno. Sydney: D’accordo. Sydney lancia in aria il nucleo, stordisce Hassan, recupera il nucleo prima che ricada a terra e fugge. Cambio scena.Aula dell’Università. Il Professore chiude la valigetta e sta per andarsene, Professore: Lei perde terreno Sydney, e comunque non accetto compiti in ritardo Sydney: Mi stia a sentire… Lei ha ragione, ma… ho una valida giustificazione. Dunque, ero in viaggio per affari e mi hanno posticipato il volo… Sydney è in fuga, le sparano addosso, si ripara e comunica tramite la ricetrasmittente al polso Sydney: Ho il nucleo! E sono pronta per il recupero! Voce: (via radio) Fra due minuti. Sydney: Non so se resisterò due minuti! Aula dell’Università Professore: Se Lei rammenta ho scritto nel mio programma che era possibile spedire il compito via e-mail, se c’erano problemi a portarlo di persona. Lei ce l’ha l’e-mail, vero? Sydney: Certo! E so che Lei non ci crederà, ma… c’è stato un blackout nel mio hotel. Professore: … Sydney: Glielo giuro. Mentre Sydney scappa i colpi di pallottola fanno saltare le lampadine del corridoio. Sale una scala di corsa ma il nucleo le scivola e va rotolando verso gli scalini… Università Professore: Basta, si fermi. Senta io mi rendo conto che non è facile conseguire un diploma quando si ha un lavoro a tempo pieno, ma a me sembra che il lavoro stia avendo la precedenza sulla Sua istruzione. E’ chiaro che la situazione le sta sfuggendo di mano… Sydney si lancia per afferrare all’ultimo la sfera, prima che cada dalle scale. Per fermare i suoi inseguitori, Sydneu lancia una bomba a mano ai piedi delle scale, riesce ad uscire all’aperto, dove sta arrivando un elicottero. Sydney: Il lavoro serve solo a mantenermi, e le Sue lezioni mi fanno pensare che forse un giorno farò qualcosa di più nella mia vita. A bordo dell’elicottero, il nucleo passa dalle mani di Sydney a quelle di un militare che lo ripone al sicuro. Voce :(via radio) Pacco consegnato. Voce: (via radio) Ricevuto. Università. Professore: E va bene. La prossima relazione entro giovedì. Non ci saranno problemi? Sydney: Noo, non ce ne saranno. La ringrazio, Professore. Il beeper di Sydney suona. Appare “Sloane – 911” Professore: E’ sicura di farcela? Sydney:…ha detto venerdì?
Giorno. Interno di casa di Sydney,Sydney e Francie prendono un caffè sul divano. Francie: Quello che mi lascia perplessa è che Charlie ha ricevuto una favolosa proposta dal Flemming-Letterman. E’ il più famoso studio legale di Los Angeles! Sydney: Ma lui non ne è entusiasta. Francie: Si comporta in modo strano, non ne parla quasi mai, non se ne…vanta! Tu non ti vanteresti? Io lo farei, io direi a tutto il mondo che mi vogliono in un posto del genere. Sydney: Sì, ma tu e Charlie avete origini molto diverse, insomma, di tutta la sua famiglia lui è stato il primo a laurearsi. Francie: Hai ragione. Sydney: E per giunta in giurisprudenza. Sarà un po’ nervoso. Secondo me è terrorizzato! Francie: Anche mio padre la pensa così, ieri gli ho chiesto un parere e lui ha detto “Lascialo stare! Stai montando un caso per niente, Charlie è un bravo ragazzo.” Sydney: E ha ragione. Francie: Non è facile, quando pensi che la persona a cui tieni non ti dica tutto. Sydney: Come fai a chiamare tuo padre per un consiglio? Io non ce la farei mai… Francie: La cosa peggiore è un padre che ha sempre ragione! Sydney: No… non è la cosa peggiore. Ho incontrato mio padre. Qualche giorno fa. Francie: Dove? Sydney: In giro. Ero a fare shopping, è stato così…vuoto. Anzi è stato pieno, pieno di sensazioni strane e pause imbarazzanti e… non lo so. Francie: Tuo padre, lui è soltanto… è soltanto tuo padre. Sydney: Non voglio più sentirmi in quel modo. Non lo tollero più. Ho sempre avuto la sensazione che magari, un domani, io e mio padre ci saremmo… ritrovati, e tutto sarebbe andato meglio. Francie: Beh tu sai cosa penso di tuo padre. Sydney: Lo so. Francie: Però se tu riesci a trovare nel tuo cuore la forza di perdonarlo per quello che ti ha fatto, una cosa che io non riuscirei mai a fare, allora dovresti fare uno sforzo. Sydney: Non so da dove iniziare! Ho, ho così tante domande che non so… Francie: Puoi telefonargli. Sydney: Non ritroverò mio padre parlando al telefono. Francie: Bene, allora vai da lui, va alla sua fabbrica di areoplani, ma parlagli! Tu sai cosa dire.
Giorno. Jack Bristow esce dalla macchina appena parcheggiata, e si incammina per un portico. Sydney: Papà! Jack: Sydney, che ci fai qui? Sydney: Volevo chiamarti ma non sapevo che cosa avresti.. Jack: Non puoi venire qui. Sydney: Te l’ho detto che ho delle domande da farti. Non ci dormo la notte. Jack: Prendi un sonnifero. Sydney: Tu sapevi che l’SD-6 voleva arruolarmi? Gli hai dato una mano? Oppure… Jack: Sydney non è il momento. Sydney: Io voglio sapere di mia madre. Jack: Sydney! Sydney: E’ stato solo un’incidente? O… o tu le hai detto che lavoro facevi, come io con Danny? Jack: Guarda dove siamo! Ci vedono. Sydney: Papà, ti prego. Jack: Non venire più qui. Non è il caso. Jack volta le spalle a Sydney e se ne va.
Giorno. Interno del Credit Dauphine. Briefing SD-6. Sloane: Il congengno prelevato a Tai Pei il mese scorso è ancora alla sezione scientifica, stiamo cercando di capire a cosa serve, e come si usa. Allora vi dissi che l’aveva progettato Oscar Müller. In realtà Müller era solo un docente universitario, uno scienziato che ha preso i disegni di un altro, li ha trasformati in un progetto concreto e infine ha messo insieme il congegno. Sydney: E di chi sono i disegni? Sloane: Di un certo Milo Rambaldi. Dixon: Non l’ho mai sentito. Sloane: Questo non mi sorprende. E’ morto nel 1496. Rambaldi era il capo architetto di Papa Alessandro VI. Fu scomunicato per eresia e poi condannato a morte per aver detto che un giorno la scienza ci avrebbe permesso di conoscere… Dio. Dopo la morte di Rambaldi, il suo laboratorio venne distrutto e i suoi disegni furono barattati o venduti per quattro soldi. E per cinque secoli le sue opere hanno vagato per il mondo. Nessuno sa cosa ne sia rimasto. Il che è un peccato, perché a marzo scorso una storica russa ha ritrovato uno dei primi disegni di Rambaldi. E ha riconosciuto qualcosa che somigliava tanto a un… transistor. Sydney: Io non capisco. Voi avete capito? Sloane: A quanto pare Rambaldi era un profeta. Abbiamo trovato alcuni suoi appunti a San Lazzaro. Questo è il rapporto scientifico. Sydney prende il fascicolo e lo legge. Sydney: “Rudimentale progetto per un comunicatore vocale di tipo portatile…” Sloane: Quell’uomo stava progettando un telefono cellulare durante l’impero Ottomano. Dixon: Andiamo… Sloane: Ridicolo, no? Voi mi conoscete, non credo nella New Age, non credo nel potere delle piramidi. Il müsli non mi piace. Queste cose di solito mi fanno alzare gli occhi al cielo. Poi i miei occhi sono finiti su questo. Sloane accende un monitor nella sala, che mostra un codice binario. Sloane: Scritto nel 1489. Dixon: Rambaldi scriveva in codice binario? Marshall: Sc.. scusate se vi interrompo ma probabilmente non è codice binario…cioè… il concetto di zero esisteva già da prima di Cristo e i numerali forse c’erano addairittura da prima e anche Tolomeo usava lo zero come segno di interpunzione e per gli Indiani lo zero è più un concetto spirituale che un numero… E’ ovvio che quando dico Indiani non intendo quelli con le frecce e il calumet… Sloane: Grazie Marshall. Non sappiamo cosa sia. Rambaldi è adesso una priorità per noi, vogliamo scoprire cos’è prima di chiunque altro. Sydney: Avete fatto eseguire la sequenza? Sloane: E’ incompleta. L’intera sequenza è stata scritta sul dorso di due disegni. Noi ne abbiamo uno, e l’altro è nella collezione privata di quest’uomo: Edoardo Benegas, vice cancelliere dell’ambasciata di Spagna, appassionato di automobili. Marshall: Ha anche la più grande collezione di arte erotica di tutta Madrid. Eh.. beh, credevo fosse un particolare interessante… Scusate. Sloane: Stavamo negoziando l’acquisto del disegno, ma improvvisamente lui ha chiuso le trattative. Riteniamo sia stato informato del suo reale valore. Forse c’entra il Direttorio K, purtroppo sono anche loro su Rambaldi. Mentre Sloane continua a parlare, appare una scena in cui Benegas fa sesso con una donna, che con la mano tatuata (un simbolo) gli strappa via qualcosa legato al collo. Sloane: Probabilmente il Direttorio K ha rubato le chiavi a Benegas. La nostra sezione informativa ritiene, ma il dato non è stato ancora confermato, che Benegas sia sempre circondato da sei guardie del corpo, uomini addestrati nei corpi speciali. Inoltre abbiamo motivo di credere che Benegas non si separi mai dalla chiave. Perciò il mistero è… come ha fatto il Direttorio K a rubarla? Sydney: Anna. E’ stata Anna, vero?
Giorno. Sydney è nel parco, su un tavolino, e sta scrivendo qualcosa. Sydney: (Voce fuori campo) “Eduardo Benegas ha un progetto, disegnato da Milo Rambaldi. Sul retro del disegno c’è un codice. L’SD-6 vuole quel codice. Il disegno è in una valigia. La valigia è in caveau. Il caveau è all’ultimo piano del museo dell’auto di Benegas. Quindi andrò a Madrid. Qual è la mia contromissione?” Sydney passeggiando getta qualcosa in un cestino, immediatamente uno spazzino recupera quanto gettato.
Interno. Casa di Sydney. Will porta uno scatolone. Will: E quindi devo scrivere tre cartelle sulla sequenza genica di un cavolo resistente ai virus, capisci? E mi sto pian piano rendendo conto che… non credo di aver afferrato in pieno l’argomento. Sydney: (ridendo) Quale parte? Will: Ahh, diciamo la parte… della sequenza genica e del… Squilla un cellulare. Will: …cavolo resistente ai virus. Sydney: (rispondendo al cellulare) Ma al tuo giornale non c’è un’esperto scientifico? Pronto?... Salve. Squilla il telefono di casa. Will: Vado io? Sydney: D’accordo, ah… sì… Will: (rispondendo al telefono) Pronto? Sydney: Ok. Grazie. Passo più tardi… Will: No, ha sbagliato numero. Arrivederci. Sydney: (attaccando al cellulare) Chi era? Will: Quanti impegni! Tutto ok? Sydney: Sì. Will: Al telefono sembravi… Sydney: Era il padrone di casa di Danny, hanno trovato delle sue cose nel garage. Will: Stai bene? Sydney: Sì, bene. Will: Comunque se vuoi, posso andare io a prenderle, te le porto qua. Sydney: Non ti scoccia? E’ che devo andare a San Diego per la banca, e poi passare di lì è un problema… Will: Sì sì, stai tranquilla, ci vado io, dai! Sydney: Grazie. Chi era al telefono? Will: Ah, hanno sbagliato numero. Cercavano una pizzeria… Sydney: Senti, io vado a farmi una corsetta, prima che arrivi il taxi.
Syd corre nel parco. Si ferma a fianco a una persona che fa streching dietro a una panchina. Vaughn: Ciao. Sydney: Ciao. Vaughn: Devlin dice di eseguire l’ordine di Sloane, pare che a entrambi interessi la stessa parte del codice. Sydney: Stai scherzando? Vaughn: No. Sydney: Tu sapevi già di Rambaldi. Vaughn: No, io no, ma la CIA sì. Un’incrocio fra Leonardo e Nostradamus? Non la bevo. Sydney: Dì al referente CIA di Barcellona di prepararsi per la consegna. Se ci sono problemi trasformo il codice in mp3 e lo metto su Audio Galaxy. Vaughn: Come fanno i russi a sapere di Rambaldi? Sydney: Sei tu che lavori alla CIA… Vaughn: Eheh… che mi dici di quella donna, Anna Espinosa? Sydney: E’ nata a Cuba e cresciuta in Russia, una delle ultime bambole della guerra fredda. Specialista del Direttorio K per missioni sottomarine ed estreme. Circa un anno fa incontrai un informatore in Serbia, non era un informatore tra i più importanti, Anna registrò l’incontro dal palazzo accanto con un microfono parabolico. Vaughn: Come lo sai? Sydney: Perché mentre lo salutavo per andare via, lei gli fece saltare il cervello con una fucilata anche se aveva ottenuto ciò che voleva. Un modo per dirmi che era più forte. Vaughn: Fa’ attenzione a Madrid. Sydney: Ci vediamo quando torno. Vaughn: No, non credo. Mi sostituiscono con un superiore. Non ho abbastanza esperienza per farti da contatto. Ma è stato bello conoscerti. Buona fortuna.
Interno. Ufficio della CIA. Vaughn: E’ un idiota, questo è il problema. E anche Davenport, sono così invischiati nella loro… burocrazia… Weiss: Protocollare. Vaughn: Sai chi mi rimpiazza? Weiss: Sì, Lambert. Vaughn: Lambert? Lambert! Weiss: Posso dire una parola? E non solo da tuo collega d’ufficio, ma da essere umano pensante. Vaughn: Spara. Weiss: La stai prendendo un po’ troppo sul personale. Vaughn: Ah, basta con questa storia. Weiss: Sei evidentemente legato a questa donna! Vaughn: Senti, tu dici sempre la stessa cosa! Weiss: Se io fossi il tuo analista, vuoi sapere che cosa… Vaughn: Zitto, basta! Weiss: E io te lo dico: secondo me sei un po’ geloso. Vaughn: Di Lambert? Ma smettila! Lui è un superiore, ma non vale niente! Weiss: Lui vedrà Sydney tutte le settimane, e tu sei furioso. Vaughn: Io non mi preoccupo per me. Weiss: Invece sì. Vaughn: Ho detto di no! Breve silenzio. Vaughn si siede sul divano. E’preoccupato. Vaughn: Deve andare a Madrid. Ci sarà anche un’agente del Direttorio K, è una situazione pericolosa. Sono preoccupato per Sydney. Il caso non è più mio, ma voglio che torni indietro. Weiss: Senti, non puoi fare niente ormai. E non è sicuro che l’agente del Direttorio K sarà a Madrid, perché preoccuparsi?
MADRID. Interno aeroporto. Una donna ispanica, con un simbolo tatuato sulla mano, è appena arrivata.
Notte. Ufficio CIA. Vaughn e Lambert esaminano un fascicolo. Lambert: Certo hai scritto un bel po’ di cose su questa agente Bristow. Qualcos’altro da sapere su di lei? Vaughn: Si accorgerà che Sydney è in grado di parlare per se’ stessa. Lambert: Non è niente male. Non la manderei via dal mio letto.
Interno SD-6. Marshall, Sydney e Dixon. Marshall: Ok, voi sarete a Madrid stasera, il party di sottoscrizione si terrà al museo dell’auto. Lei dovrà essere elegante, con un vestito mozzafiato, e forse le starà bene questa. Una collana. Ah, le perle sono in fibra di vetro, il meglio che c’è per trasmettere le vibrazioni dalla laringe al microfono che è nel pendaglio. Ah, forse vuole… provarla? Posso… farlo io. Ma non si abbina con…
MADRID. Museo dell’auto. Sydney indossa un abito rosso, come i capelli. Portiere: Seňora, el collier che tiene es encantador. Sydney: Graçias. (al microfono) Sono entrata. Dixon: (voce alla radio) Ricevuto. Indietro, di nuovo all’SD-6. Marshall: L’anno scorso Benegas ha prestato dei soldi ai paramilitari in Colombia, e la cosa non è piaciuta ai guerriglieri, quindi ci sarà un po’ di tensione da quelle parti, ma per noi la situazione è giusta, perché, qui vedete una normale peseta spagnola esatto? Sbagliato, è una mina acustica… Mentre Marshall spiega torniamo a Madrid. Marshall: …la faccia cadere accanto alla finestra… Sydney lascia cadere la peseta a terra, poi si allontana; camminando per la sala scorge Anna Espinosa vestita da cameriera, che si volta, la riconosce, e le fa l’occhiolino.\ Sydney: Anna è riuscita a entrare al party. Dixon: (dal furgone operativo) Sta attenta, Syd. Di nuovo all’SD-6. Marshall: Senta, non sono io che devo dirle cosa fare quando è in missione, ma quando scopriranno il prototipo, forse sarà il momento per attivare la moneta, perché è l’unico momento in cui non guarderanno lei e il suo vestito. In una sala del museo parte la presentazione del prototipo: viene scoperta, da sotto un telo, la nuova automobile. Presentatore: La Benegas Racing è fiera de presentare el suo nuovo esclusivo prototipo Quantum 627! Marshall: Lei prende questa penna, è una normale penna per scrivere, tira qui e… e Bum! Al party, la moneta si attiva e si infrange il vetro della finestra. Tutti scappano, e Sydney approfitta del caos per scendere al caveau. Syd e Dixon comunicano via radio. Marshall: Dunque, il caveau è all’ultimo piano, quindi dovremo bypassare le telecamere interne. Per questo c’è il modem a distanza. Modem a distanza: funziona così, ok, lei lo inserisce nel quadro di controllo generale che si trova al primo piano, e Dixon mette in loop il segnale. Dixon: Quadro di controllo pannello A. Sydney esegue sul quadro di controllo. Sydney: Oh no! Dixon: Che c’è? Sydney: Anna è stata qui. Si è inserita nel sistema d’allarme. Dixon: Ha usato un modem? Sydney: Sì. Anche lei ha una squadra di supporto. Dixon: D’accordo, Syd, lascialo lì. Sfrutteremo il loro segnale. Non dobbiamo innescare l’allarme centrale. Sydney: Vedi Anna sui monitor? Dixon: Su nessuno, finora. Mentre Sydney lavora al modem nel quadro di controllo, sente dei rumori nei condotti di aerazione sopra di lei. Sydney: E’ nel condotto. Vado agli ascensori, hai manomesso le telecamere? Dixon: Le metto in loop. Sydney corre agli ascensori, le guardie non vedono nulla sui monitor di sorveglianza. Sydnwy arriva al caveau, protetto da una porta di vetro. Sydney: Attivo il decodificatore. Mentre Sydney aspetta la decodifica, all’interno del caveau arriva Anna forando il pavimento dal piano inferiore. Sydney: Anna è nel caveau. Dixon: Il caveau si aprirà tra cinque secondi. Mentre Anna si impossessa della valigia all’interno del caveau, il decodificatore si ferma al 75%. Sydney: Che cos’ha il decodificatore?? Dixon: Stanno disturbando la frequenza, cerco di trovarli. Prima di scappare dal buco nel pavimento, Anna saluta Sydney con un bacio sul vetro. Scattano gli allarmi. Sydney: Dixon! L’ascensore è bloccato! Il decodificatore non va! All’esterno, Dixon alla guida del furgone. Dixon: Resisti, Sydney! Ora li vedo. Anna si confonde nella confusione della folla impaurita del party, e comunica in russo con la sua squadra di appoggio. Sydney: Presto! Presto, stanno arrivando! Dixon lancia a tutta velocità il suo furgone contro quello parcheggiato della squadra di appoggio, travolgendolo. Il decodificatore riparte. Sydney: Siamo tornati in linea!
Una guardia all’ingresso ferma Anna mentre esce, e vuole perquisirle la borsa. Guardia: Apra la borsa, por favor. Anna: Sì, claro. Anna lo copisce e si libera. Nel frattempo anche Sydney è libera di entrare nel caveau e di calarsi nel buco, appena in tempo. Getta via i tacchi e corre al piano inferiore per raggiungere Anna. Sydney: Sta andando al corridoio Nord, cercherò di bloccarla! Anna: (alla ricetrasmittente) Mi dirigo verso l’elicottero! Sydney la vede, è poco sotto di lei nel sotterraneo. Si getta contro di lei appesa ad una catena, e ingaggia un duro combattimento, finendo però giù da una scala. Sydney: Dixon! Sta tornando indietro! Dixon: (andandole incontro) Sydney! Syd, è lassù! Sydney: Dammi la pistola! Dixon: Sydney… Sydney: Dammi la pistola! Anna è ormai sul tetto. Sydney afferra la pistola di Dixon, prende la mira, chiude un occhio e… spara con precisione impressionante alla cinghia della borsa di Anna, e la borsa cade ai suoi piedi.
Notte, Will suona alla porta di casa di Danny, il fidanzato di Sydney. Will: Salve, sono Will Tippin, un amico di Sydney. Sarei venuto a prendere quella roba. Signora (portando uno scatolone): E’ tutto qui dentro. Hanno arrestato qualcuno? Will: (distratto, guardando fuori dalla finestra) Ehm… per l’omicidio? No, no, no, non ancora. Scusi, da quanto c’è quel rilevatore del traffico? Signora: Non lo so...
Giorno. Interno della redazione. Will è al telefono. Will: Quei rilevatori fotografano solo chi passa col rosso, o chiunque attraversi l’incrocio? Davvero? Riusciamo ad avere le foto scattate l’8 giugno tra mezzanotte e le sei all’angolo tra Altavista e Sunset? Ok, splendido. Richiamami. Will attacca il telefono.June Litvack, caporedattrice nonché capo di Will compare nella stanza. Litvack: Hai una multa da contestare? Will: Giuro che ho il pezzo sulla genetica. E’ già sulla tua scrivania, praticamente. Litvack: Praticamente? Will: Diciamo praticamente, appena finisce questa conversazione. Litvack: E delle tre cartelle, quante ne hai scritte, praticamente? Will: Contando il titolo? Litvack: Non farmi pentire di avere un redattore che ha poco più di vent’anni… La Litvack si allontana. Will: Ffff…
Giorno. Credit Dauphine. Sydney è alla sua scrivania all’SD-6, le squilla il cellulare, risponde. Sydney: Sì? Voce: Salve, eh, non so se ho fatto il numero giusto, ma… voglio un prestito di un milione di dollari.. E’ Will, le parla dalla redazione. Will: Kim Basinger è stata quotata in borsa, io vorrei investire. Sydney: Avrò bisogno di garanzie, non so se Lei può darmele. Will: Ma l’ha vista la mia vecchia Chevrolet? Sydney: Quella con la bambolina sul cruscotto? Altrochè se l’ho vista… Will: Bentornata. Sydney: Grazie. Will: Com’era San Diego? Sydney: Monotona. Com’è venuto l’articolo? Will: Monotono. Ah, senti, non so se, sarai distrutta ma… ci vediamo per cena? Sydney: Sì, ho voglia di divertirmi un po’. Se venite da me ordino qualcosa! Will: Splendido! Alle sette? Sydney: Diciamo sette e mezza. Will: D’accordo. Ora vado prima che mi licenzino. Che poi è inevitabile. Sydney: Will? Will: Sì? Sydney: Niente, solo che… essere qui è bello. Will: Sì. Eh, ci vediamo stasera. Sydney:…ciao.
Notte. Un furgone è parcheggiato in un vicolo. All’interno, seduti a terra l’uno di fronte all’altro, Lambert e Sydney. Lambert con una piccola torcia sembra leggere un fascicolo. Lambert: Voglio che tu sappia che ti piacerà lavorare con me. Sydney: Davvero? Lambert: Immagino che sarà stato… non so neanche che termine usare. Devastante… accettare la morte di Kenny. Ma voglio che tu sappia che puoi fidarti di me. Io ti capisco. So cosa provi. Sydney: Si chiamava DANNY. Lambert: Danny. Sì, certo. Beh, la morte di Danny è stata una tragedia, eppure… tu non hai mollato. Sydney: Signor Lambert, mi ha mandato un messaggio. Mi dice perché sono qui? Lambert: Io, io volevo soltanto presentarmi. Guardare in faccia la “mia ragazza”. E volevo assicurarmi che tu non avessi dubbi che in seguito magari… Sydney: Un dubbio ce l’ho. Lambert: Sì? Spara. Sydney: E’ impazzito? Mi fa venire qui solo per presentarsi? L’SD-6 ha un reparto la cui sola responsabilità è controllare gli agenti e riferire di attività sospette. La “sua ragazza” rischia sicuramente la vita e Lei altrettanto ogni volta che i nostri sguardi si incrociano per cui PER FAVORE… non sia troppo socievole! Lambert: Aahh. Adoro il tuo spirito. Sydney: Ne sono lieta. Abbiamo finito? Lambert: Sì, tesoro. Abbiamo finito. Sydney: OK. Sydney esce dal furgone, infastidita.
Notte. Casa di Sydney. Sul tappeto a gambe incrociate gli amici giocano a poker e bevono margaritas: Will, Sydney, Francie, Charlie. Ridono di qualcosa che sta raccontando Will. Will: No, ve lo giuro, sono completamente, assolutamente cieco senza le mie lenti… Francie: No, ora la racconta ancora! Will: Sì, era il primo giorno nella mia casa nuova, ero seduto in cucina e stavo mangiando cereali da almeno cinque minuti, e sento una voce che mi chiama. Metto gli occhiali e vedo: tre persone… che dipingevano la parete! Avevo dimenticato che venivano.. (Sydney ride) Charlie: Ah non è bello? No… Sydney: La cosa peggiore è che era nudo. Will: E’ vero. Sydney: Nudo! Charlie: Io pulisco nudo. Sì, proprio così… Francie: Noo, adora mettermi in imbarazzo… Will: Ferma ferma ferma ferma… che vuol dire “io pulisco nudo”? Francie: Oh per favore ora… Charlie: Quello che ho detto. Faccio le pulizie nudo, mi piace stare così… Francie: Che vi dicevo? Adora mettermi in imbarazzo. Sydney: Ho capito… Will: Allora io rilancio di cinque. Sydney: Stai bluffando. Charlie: Hai il tic più evidente del pianeta. Will: Cosa? Ehi ehi ehi, prima di tutto… neanche nelle cose più importanti io scelgo di bluffare. Sydney: Tu rilanci solo quando bluffi! Will: Non è vero. Sydney: Ho un full. Francie: Ohhh. Cavolo. Squilla un cellulare. Will: Che roba! Che roba… Will prende il cellulare nella tasca interna della giacca. Francie: (ride) Io lo capisco quando Will bluffa! Will: (alzandosi) Torno subito. Francie: (a Sydney) Com’è che con te non ci riesco? Sydney: (alzando le spalle…) Mmm… Will è andato in un’altra stanza, dove non lo possono sentire. Will: Ok ok ferma ferma ferma ferma ferma ferma… Che dici? Tutti i rilevatori erano spenti? Ok, aspetta. Nel raggio di un chilometro dall’appartamento di Danny… A te sembra normale? No, a me non sembra tanto normale… Will tira fuori una penna per prendere appunti, mentre di là… Charlie: Domattina devo alzarmi presto, a questo punto: andiamo, finchè vinciamo… Francie: Dobbiamo andare? Ah sì, certo. Grazie Sydney. Sydney: Buonanotte! Sydney bacia Charlie, poi Francie, che stanno uscendo. Charlie: Ci vediamo Will! Francie: Ciao Will! Will: (al telefono) Grazie. Jenny, grazie. E’ un po’ strano, no? Sì. D’accordo. Will attacca la telefonata, si volta e Sydney è lì. Sydney: Cos’è strano? Will: Ehh? Ah, è quello stupido articolo che devo scrivere. Sydney tira fuori da frigorifero un cestello di gelato, mentre uno è già fra le mani di Will armato di cucchiaio. Sono un po’ brilli. Sydney: Guarda qua… Will: Uuuu! Sydney: A me la tequila fa questo effetto. Scatta una scintilla. Will: Sì? Sydney: Mi fa sempre venire questa voglia. Anzi è più di una voglia: quando bevo tequila… il gelato è d’obbligo! Will: Come… un cache? Sydney: Come l’ossigeno! E’ una necessità. Al primo anno di università non andavo spesso alle feste ma ogni tanto ci capitavo… una volta bevvi del punch in cui c’era molta tequila e… mi sentii COSI’ male… eheh… ero patetica! Andai in un supermercato aperto tutta la notte, e comprai tre scatole di gelato al doppio cioccolato… Will: (mentre armeggia con coppa, sciroppo e gelato) Questa storia ha una fine? Sydney: Chiudi il becco! Ihihih… Affondano i cucchiai nelle coppe e gustano la prima cucchiaiata di gelato. Sydney: Mmmm… Will: Oh mio Dio è squisito… Sydney: Mmmm, molto meglio! Will: Ssshhh, devi provare questo. E’ una super combinazione di cioccolato e frutta…(Will imbocca Sydney col suo cucchiaio)…ed è geniale. Com’è? Eh? Eh? Sydney: Tieni. (Sydney imbocca a sua volta Will, e gelato e sciroppo colano giù) Will: Mhhh, mhhh… (ridono). Grazie! Sydney: Eheh, mi dispiace! Will: Oh grazie! Sydney: Oh mio Dio… (ridendo) Oh nooo… (Sydney cerca di pulire le macchie addosso a Will) Will: Va bene, va bene. Ci voleva un po’ di gelato sulla maglietta! Sydney: (ride, cerca di pulire Will) Ops! Ora sono uno di fronte all’altro molto vicini. Sydney alza gli occhi e cambiano espressione, Sydney chiude gli occhi e bacia Will. Poi lentamente si stacca. Sydney: Io… (seria) Senti io… (si allontana da Will)…Will… Will: …ho lasciato in macchina la scatola…la roba di Danny…vado a prenderla sennò me ne scordo. Sydney: Va bene. Will: Vado. Sydney: Ok. Will esce di casa.
Interno dell’SD-6. Sloane, Sydney e Marshall percorrono un corridoio. Sloane: Marshall non ha aperto la valigia. Marshall: A a mia difesa devo dire che è chiusa con una tecnica che prevede la distruzione del contenuto in caso di apertura senza la chiave originale. Sloane: Marshall, puoi tornare al lavoro? Marshall: Ah… è solo per chiarezza, mi sta licenziando? Sloane: Torna al lavoro non significa licenziato. (Marshall si allontana) Sloane: (a Sydney) Ci serve un piano d’emergenza, abbiamo chiamato il nostro uomo migliore. (entrano in una sala riunioni, di spalle è seduto qualcuno.) Jack: Ciao, Sydney. Sydney: … Sloane: Siediti. Il piano prevedeva che ti infiltrassi nel laboratorio del Direttorio K dove pensiamo sia tenuta la chiave. Jack però pensa, tuo padre pensa che sia un rischio troppo grande. Sydney: Perché? Mi sembra un buon piano. Jack: Ovviamente a noi serve la chiave, e ovviamente a loro la valigetta. Sei ore fa ho contattato il Direttorio K e abbiamo stabilito un accordo. Tu e Anna vi incontrerete, in territorio neutrale, protette dagli agenti di entrambi i servizi, insieme aprirete la valigia blindata. Sydney: Cos’è uno scherzo? Sloane: Ci risulta che il Direttorio K non sappia che il codice è diviso in due disegni, quindi possiamo fargli vedere cosa c’è nella valigetta. Jack: Questo è un piano simmetrico, che costringe entrambe le parti ad adottare un comportamento di aiuto reciproco. La collaborazione imposta è uno dei più sicuri paradigmi di strategia. Sydney: Se gli interpreti sono razionali. E poi io dovrei fidarmi di Anna Espinosa? Sloane: Ho un briefing con la squadra di copertura. (esce dalla sala) Jack: Il piano iniziale era un suicidio. Sydney: Io me la sarei cavata! Jack: Non sono d’accordo. Almeno così evitiamo i rischi. Sydney: Quindi dovrei ringraziarti. Jack: Non è quello che mi aspetto. (si alza) Sydney: Papà? (Jack si volta) Prima che io vada, rispondi alla mia domanda, sulla mamma. Jack: …tua madre sapeva che ero della CIA. Non glielo avevo nascosto… E’ morta in un incidente. Su questo non ti ho mai mentito. Jack esce dalla sala, mentre Sydney rimane seduta.
Giorno. Esterno. Sydney è ad un’edicola di giornali. Qualcuno rimette a posto la rivista sulla Collezione di Pipe del mese. Sydney la prende, aprendola trova una bustina di plastica con qualcosa all’interno. Si volta verso l’uomo, è Lambert. Sydney: Che roba è? Lambert: Un microfono con auricolare e una microspia. Devi appuntarla addosso ad Anna, c’è un team di sorveglianza già in allerta a Berlino. Sydney: No no no no, chi ha avuto quest’idea? Lambert: Questa è la MIA operazione, agente Bristow. Sydney: Questo piano si basa su un comportamento leale, e… NON sarò io a infrangere le regole, specie con dei cecchini che aspettano solo la mossa sbagliata! Lambert: Odio far pesare il mio grado ma qui non abbiamo molto tempo. Sydney: Non abbiamo molto tempo, vuol sapere quanto tempo c’è? Sette anni, quelli per cui ho lavorato per l’SD-6 senza sapere chi fossero, e ora che lo so, non sono più disposta a ubbidire ciecamente. Lambert: Con chi cavolo credi di parlare? Sydney: So esattamente con chi sto parlando. Dica a Devlin, che se l’agente Vaughn non sarà dall’altra parte di questa trasmittente…la CIA non avrà niente. Lambert: Vaughn è un agente semplice. Sydney: Promuovetelo, allora. (Sydney si allontana)
Interno della redazione. Will guarda una piantina della città con il suo caporedattore. Will: Danny Hecht abitava qui. I rilevatori erano spenti da qui a qui, era al centro di un blackout di un chilometro quando è stato ucciso, e a meno che non sia una coincidenza, cosa di cui dubito, quello non è stato un tentativo di rapina. Litvick: Può essere, ma è Eisenberg ad occuparsi della cronaca, e tu per quanto mi riguarda sei in ritardo con la consegna. Will: (consegnandole dei fogli) Non farmi pentire di avere un capo di cinquant’anni. Litvick: … Will: Quaranta! Litvick: (afferrando i fogli) Una settimana.
BERLINO. Notte. Dixon è alla guida del furgone operativo. Sydney è al cellulare mentre un agente le sistema il microfono. Sydney: Francie, tesoro, tu stai esagerando. Francie: Charlie mi tradisce. Ho le prove. Gli ho tovato una cosa in tasca. Francie è al parco, lì è giorno, è seduta su una panchina, con un piccolo oggetto in mano. Francie: E’una scatola di fiammiferi, con un nome di donna e il numero di telefono. Dixon è alla guida, ricetrasmittente alla mano. Voce: (via radio) Restiamo in attesa. Dixon: Ricevuto. Siamo a cinque minuti. Sydney: (al cellulare, l’agente continua a sistemarle il microfono addosso) Non andare in paranoia! Non vuol dire niente. Francie: Dice “Che serata favolosa, Rachel”. Sono i fiammiferi di un’albergo. Sydney: Oh Francie, non devi pensare subito al peggio. Devi prima esserne sicura, e la verità non è sempre come sembra…(dando uno schiaffo alla mano impertinente dell’agente…) Bitte! Nicht! Francie: Sydney, dove sei? Sydney: Sono con un cliente tedesco, ti richiamo. (attacca la telefonata, guardando male l’agente) Voce: (via radio) Il campo è sgombro. Si accendono i riflettori sull’Olympia Stadion. Un agente all’esterno comunica via radio. Agente: (alla radio) Allora state a sentire, d’accordo con il Direttorio, divideremo lo stadio esattamente a metà. Loro avranno il lato ovest, noi quello est. Squadra Alpha, voi copriret eil retro, in caso tentino di sorprenderci. (agenti in tute nere ed armati di fucili prendono posizione sugli spalti) Voce: (via radio) Squadra Bravo e Charlie, voi sarete i controcecchini. Gli ordini sono: siete autorizzati a sparare solo se spareranno ai nostri agenti. (altri agenti si schierano dal lato opposto, in tute blu) Altra voce: (via radio) Sto seguendo il Direttorio K. Prendono posizione. Agente: (alla radio) Aspettiamo che Bristow apra il microfono. Tutti ai vostri posti. Sydney fa l’ingresso nello stadio, ha una borsa voluminosa con se’. Scende la scalinata e si dirige verso il centro del prato. E’ sotto tiro. Sydney: (all’auricolare) Con chi parlo? Voce: Con il tuo amico invisibile. Vaughn sta seguendo ogni passo di Sydney da un monitor. Sydney: Dove sei? Vaughn: In una stazione satellitare di Los Angeles. Ti guardo da un’orbita di trecento chilometri. Sydney: (volgendo lo sguardo al cielo) Il mio angelo custode. Vaughn: Eheh, stavo per dire lo stesso di te. Grazie della promozione. Sydney: Non c’è di che. Vaughn: Sta’ attenta. Un’automobile entra da una galleria laterale nello stadio. Sydney attiva la comunicazione con Dixon. Dixon: Siamo in collegamento. Voce: (via radio) Ricevuto. Sydney: Sta arrivando. Sloane è nel suo ufficio, con Jack, seguono l’operazione. Sloane: Avete parlato? Di sua madre? Jack: Sì. Mi ha chiesto della sua morte. Sloane: Le hai detto la verità? Jack scuote la testa. Syd è al centro dell’erba. La macchina si ferma al limite del prato, Anna Espinosa scende, mentre Vaughn segue tutto dal satellite. Anna si incammina verso Sydney. E’ sotto tiro. Anna: Priviet. Come va con il russo? Sydney le risponde in russo, poi le chiede se preferisce lo spagnolo, in spagnolo. Anna risponde, sempre in spagnolo, di non complicarsi la vita, e riprendono a parlare inglese. Anna: Mi hanno riferito del tuo ragazzo. Che tristezza! Ho pensato che fosse stata un’esecuzione decisa dai tuoi capi per motivi di sicurezza. Forse nel sonno hai detto qualcosa… che non dovevi dire. Ma allora perché saresti qui? Al servizio delle persone che hanno ucciso il tuo vero amore. Sydney lancia uno sguardo ai cecchini piazzati intorno. Sydney: Tu dovresti avere la chiave. Anna: Tu dovresti avere la valigia. Sydney: Una volta aperta andiamo in direzioni opposte. Anna tira fuori dal cappotto la chiave, è nel mirino dei cecchini, sotto lo sguardo di Vaughn, di Jack e Sloane. Sydney a sua volta mette la valigetta a terra. Si inginocchiano, l’una a fianco dell’altra, ed Anna procede, inserendo la sua chiave nella serratura elettronica della valigetta. La luce rossa diventa verde, le due si scambiano un’occhiata tesa. Sydney sgancia i perni di chiusura, apre la valigia. Gli occhi delle due donne si sgranano, la bocca si spalanca. Sydney: Oh mio Dio. |
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