1^ PARTE
Ore 15.20: Sydney è all’ospedale per una
visita. È il suo turno. Il medico le si avvcina.
-Sig.na Bristow?-.
-Eccomi, sono qui!-.
-Bene. Entri pure-.
Entrati nello studio del medico, quest’ultimo comincia a parlare delle
ultime analisi di Syd.
-Allora, Sydney. Come si sente?-.
-Molto meglio, dottore. Però le pillole m’intontiscono un po’-.
-E’ normale! Comunque, ho qui con me i risultati delle analisi-.
Syd è tesa. Il cuore le batte a mille.
48 ore prima, base CIA.
-Mi dispiace, signore. Lauren e Sark ci hanno anticipati- spiega Vaughn a
Dixon.
-Non voglio che succeda ancora una volta, intesi?-.
-Certo, signore!-.
Uscito dall’ufficio di Dixon, Michael raggiunge Syd che è da sola nella
sala riunioni.
-Ciao!-.
-Allora, cos’ha detto?-.
-Non vuole che succeda più-.
-Beh, questo è il minimo!-.
I due si abbracciarono. All’improvviso, Sydney sviene e si accascia per
terra.
-Syd? Syd? Oh mio Dio, Syd? Sydney?? Aiuto! Aiutatemi!-.
Ore 11.34: ospedale di Los Angeles.
Syd apre con delicatezza i suoi occhi. Si ritrova nel letto dell’ospedale.
-Oh Dio! Ma dove…-.
-Syd, calma! Ci sono qui io!- la voce di Vaughn la faceva sentire
protetta!
-Michael! Sei qui, amore!-.
-Certo. E non ti lascio per nessuna ragione al mondo!-.
-Che mi è successo?-.
-Stavamo parlando della missione e dopo pochi istanti sei svenuta. Ho
sentito il panico dentro di me!-.
-I medici che dicono?-.
-Non mi hanno ancora detto niente!-.
Ore 13.42: il medico che ha in cura Sydney, arriva con le analisi in mano.
-Dottore!- esclama Sydney.
-Sig.na Bristow, non abbiamo riscontrato niente di preoccupante. Un
classico sbalzo di pressione-.
-Quindi non è niente?- chiede Michael.
-Le analisi non sono precise, ma non c’è da preoccuparsi. Intanto, prenda
queste pillole-.
-Grazie dottore!-.
-Sig.na, venga tra 2 giorni, così potrà sapere di più sulle analisi-.
-Va bene! Grazie mille!-.
-Arrivederci- conclude Michael.
Dopo l’uscita di stanza del dottore…
-Visto? Non è niente!- dice Michael cercando di rassicurare Syd.
-Però hai sentito. Le analisi non sono precise!-.
-Syd, non c’è motivo di preoccuparsi-.
-Non lo so, Michael. Io non sono tranquilla-.
Il giorno dopo, ore 16.11, casa di Sydney.
Michael e Syd sono insieme abbracciati sul divano. Lei tiene la sua testa
appoggiata alla spalla di lui.
-Oggi erano tutti contenti di rivederti!-.
-Già!-.
-L’unico che non era presente era…-.
-Lo so, non serve che ne parliamo proprio ora-.
-Scusami!-.
-Non posso ancora credere a quello che mi ha fatto!-.
-Avevi detto di non parlarne!-.
-Appunto, non ne parliamo per niente- esclama Syd, sorridendo.
La ragazza si alza dal divano e raggiunge lo stereo. Inserisce “Misread”
dei Kings of Convenience.
-La adoro questa canzone- afferma Syd.
-Hai ragione. È romantica e dolce, come te!-.
-Oh, che complimento! Ma, sig. Vaughn, come siamo diventati carini!-.
Gli si avvicina e gli sfiora le labbra dolcemente.
-Lo sai che ti amo?-.
-No, non lo sapevo!-.
-Ma che simpatica!-.
-Ti amo, Michael. Ti amo con tutta me stessa-.
Un giorno dopo.
-E’ normale. Comunque, ho qui con me i risultati delle analisi-.
Il medico apre l’enorme busta. Syd non ce la fa più.
-Allora, dottore?-.
Il dottore respira profondamente.
-Vediamo un po’-.
Syd, dal nervosismo, si mangia le unghie.
-Dopo accurate ricerche, abbiamo capito che lo svenimento è avvenuto a
causa dell’insufficiente azione dell’ADH, un ormone. Questo potrebbe
essere successo per l’emissione di grandi quantità di urine diluite e per
la continua sete volta a compensare l’eccessiva perdita idrica-.
-Dottore, mi scusi, ma non ho capito una parola di quello che ha detto!-.
-A volte il mio lavoro è così difficile…-.
-Dottore? La prego, mi dica…-.
-Sydney, mi dispiace, ma lei…-.
-Io?-.
-Lei ha il diabete-.
Gli occhi di Sydney non brillavano più. Una piccola lacrima le scese
dall’occhio destro.
RINGRAZIAMENTI E
SALUTI…
Eccomi qua, alla fine del mio nuovo racconto. La seconda parte la sto già
impaginando! Comunque, (come sempre), fatemi sapere la vostra. Il mio
indirizzo è sempre quello: guido.db@libero.it.
Alla fine, saluto:
- Antonio Genna, che è sempre gentilissimo;
- JJ Abrams, che ha inventato questo telefilm;
- tutti voi del sito di Alias, siete fantastici! (volevo approfittarne per
porgere un mega saluto ad Erin ed Articiòch!).
CIAO RAGAZZI!!!
2^ PARTE
-Lei ha il diabete-.
-Cosa? Il… il…? Ma com’è possibile?-.
-Abbiamo rinscontrato che l’insulina presente nel suo corpo è minore
rispetto alla norma, Sig.na-.
-Minore rispetto alla norma?-.
-Deve stare al riposo, Sydney. Il minimo sforzo potrebbe essere molto
pericoloso per Lei-.
-E il lavoro?- domandò Syd.
-Lei deve assolutamente riposarsi, sig.na Bristow. La prego, lo faccia-.
Sydney era… era persa. Le stava succedendo di tutto. Dopo la questione del
dossier firmato da suo padre, ora c’è anche questo. Ancora più grave,
però…
Casa di Sydney, ore 18.52.
-Pronto?-.
-Michael?-.
-Syd, tesoro. Come stai?-.
Syd comincia a piangere.
-Sydney? Ma, stai piangendo?-.
La ragazza si asciuga le lacrime.
-No, no. È tutto apposto. Ti va di venire da me?-.
-Ma certo!-.
-Ho bisogno di te!-.
-Syd, è successo qualcosa di grave?-.
-No, no. Voglio solo che tu venga da me, ti prego…-.
-Arrivo!-.
Syd riattacca.
30 minuti dopo.
Il campanello della casa di Syd suona.
-Michael!-.
-Ehi, ciao-. Le si avvicina per baciarla.
I due si siedono sul divano.
-Allora?- domanda Michael.
-Sono stanca. Troppo-.
-Allora so io cosa può farti rinascere-.
Il ragazzo si avvia verso la cucina. Prende una bottiglia di vino. Poi
alza lo sguardo e legge sul calendario nel giorno di oggi “Ore 17.00
analisi”.
Il ragazzo torna in salotto con due bicchieri di vino in mano. Si siede.
-E questo sarebbe quello di cui ho bisogno per tirarmi su?-.
-Certo! Fa bene…-.
Syd sorride.
-Perché non me lo hai detto?-.
-Che cosa, scusa?-.
-Che oggi dovevi andare a controllare le analisi-.
Syd rimane in silenzio.
-Come lo hai saputo?- afferma Sydney, a bassa voce.
-E’ scritto sul calendario-.
Syd sospira. Non sa cosa dire.
-Sydney, cosa c’è?-.
-Michael…-.
-Lo so che stavi piangendo oggi al telefono-.
-Io ho…-.
-Syd?-.
La ragazza scoppia a piangere. Si appoggia alla spalla di lui.
-Oh mio Dio, Syd-.
-Michael, io… io sono malata-.
-Come? In che senso malata?-.
-Ho il diabete-.
-Il diabete?-.
Michael la abbraccia.
-Ho bisogno di te, Michael-.
-Io sono qui. Sarò sempre qui insieme a te-.
Durante la notte.
Michael è rimasto con lei. Syd è sveglia. Non riesce a dormire.
******flashback******
Sydney è in ospedale. Il dottore le sta spiegando le precauzioni da
prendere.
-Le prescriverò l’insulina. Lei ha bisogno delle iniezioni-.
-E se non le prendessi?-.
-E’ da escludere. Lei lo deve fare per la sua salute-.
-Ma a quanto pare la mia salute non è delle migliori-.
-Sig.na Bristow, se non prende l’insulina c’è il rischio che Lei entri in
coma diabetico-.
******l’immagine si sfuma******
Syd si alza dal letto. Raggiunge il salotto. Prende da un cassetto un
foglio di carta ed una penna e comincia a scrivere.
Il giorno dopo, ore 9.34.
Vaughn si sveglia. Si gira, ma non trova Sydney a letto. Pensa che sia in
salotto.
-Sydney?-.
Continua a cercarla.
-Syd?-.
Poi scorge sul tavolino una lettera. La prende in mano. Sopra c’è scritto:
Per te, amore mio.
Michael la apre. Comincia a leggerla.
Caro Michael,
caro amore mio. Sicuramente ti chiederai perché ti ho lasciato questa
lettera. Volevo dirti grazie per tutto l’amore sincero che mi hai dato,
per la tua immensa comprensione nei miei confronti e per l’enorme affetto
che mi hai regalato. Ti amo. Non smetterò mai di amarti. Però, sono
arrivata ad un punto della mia vita che si può considerare difficile.
Prima, la scoperta del dossier su di me. È stato un duro colpo, perché non
avrei mai pensato che mio padre fosse capace di una cosa del genere. Poi,
la malattia. Una malattia che si può curare solo con delle iniezioni
giornaliere. Mi sento fuori dal tuo mondo. Con me, perderesti solo tempo.
Hai tutta la vita davanti. Goditela. Hai bisogno di una compagna che sia
degna di te. Io, per te, sarei solo un intralcio, un ostacolo alla tua
esistenza.
Me ne sono andata non per scappare da te, ma da questa vita infernale,
fatta di bugie e sotterfugi. Non cercarmi. Ho portato con me le siringhe
per le iniezioni di insulina. Non starò male. Ti prego, non provare a
rintracciarmi. Ti faresti solo del male.
Ricordati che sarai sempre nel mio cuore. Ti amerò per sempre, con tutta
la mia forza e con tutta la mia anima.
Sempre tua
Sydney.
-Io non ti lascio andare via così. Stanne certa-.
Casa di Michael, ore 11.48.
Michael sta cercando nell’agenda un numero telefonico.
-Avanti. Lo so che sei qui… ah, trovato!-.
2 giorni dopo, New York, ore 12.32.
Michael si è precipitato a New York. Deve incontrare una persona. Gli si
avvicina una ragazza bionda, alta, corporatura esile, sull’età di Sydney.
Michael le fa cenno con la mano per dirle che è qui.
-Ehi!-.
-Michael? Mio Dio, quanto tempo. Vieni qui fatti abbracciare!-.
-Samantha Spade. Sempre più affascinante-.
-Oh, che galante-.
-Come stai?-.
-Benissimo. E tu, invece?-.
-Io no, Sam. Io non sto bene-.
-Ed è per questo che sei qui?-.
-Sì, Sam. Ho bisogno del tuo aiuto-.
48 ore prima.
Appartamento di Michael, ore 11.52.
-555/8924723-.
-Pronto. Ufficio persone scomparse-.
-Salve, vorrei parlare con Samantha Spade, per favore-.
-Un attimo-.
-Grazie-.
Nell’attesa, Michael tamburella le dita sul tavolo.
-Samantha Spade-.
-Ciao Sam, forse non ti ricordi di me…-.
-Come si fa a dimenticare questa voce, eh? Michael Vaughn-.
-Allora mi hai riconosciuto? Sempre perspicace-.
-Dimmi Michael. Posso fare qualcosa per te?-.
-Sì, Sam. Dobbiamo incontrarci, se è possibile-.
-Certamente! Sei qui a NY?-.
-No. Vengo tra 2 giorni. Dimmi tu dove incontrarci-.
-Va bene, ci incontriamo all’ora di pranzo al Russian Tea Room, ok?-.
-D’accordo. Grazie mille, Samantha!-.
-Michael? Mi devo preoccupare?-.
-No, no-.
-Bene, allora ci vediamo!-.
-Ciao Sam!-.
Russian Tea Room, NY.
-Dimmi tutto!-.
-Sam, ho bisogno assolutamente di te-.
-Dai, parla. Non farmi preoccupare-.
-La mia ragazza è scomparsa-.
-Oh, mi dispiace-.
-Ti prego, la devi trovare. Io ti aiuterò, farò tutto quello che vuoi. Ma
tu, ti prego, trovala-.
-Mike, è il mio lavoro. Non posso tirarmi indietro-.
-Grazie Sam!-.
Samantha si alza in piedi.
-Dove vai?- chiede perplesso Michael.
-Aspettami qui. Arrivo tra una mezzo’oretta. Rimani qui-.
-Va bene, ma…-.
-Niente ma, Vaughn!- afferma Sam con tono scherzoso.
-Ok, aspetto!-.
La ragazza s’allontana.
30 minuti dopo.
-Mio Dio, che puntualità!-.
-Ho portato una cartella. Questo, d’ora in poi, sarà riguardo alla tua
ragazza. Tu mi devi solo dire il suo nome-.
-Sydney. Sydney Bristow-.
-E quanti anni ha?-.
-Ha 29 anni-.
-L’ultima volta che l’hai vista?-.
-2 giorni fa. A casa sua. Sono rimasto la notte da lei e la mattina,
quando mi sono alzato, ho trovato questa sopra al tavolo del salotto-.
Michael mostra a Sam la lettera.
-Bene. Tu lascia fare a me-.
-Posso aiutarti in qualche modo?-.
-Tu lascia stare. Questo è il mio campo-.
-Grazie Sam!-.
-Allora? Che mi racconti di bello?-.
-Scusami Sam, ma non è il momento adatto per parlare di me. Scusa.-.
-Oh, niente, figurati!-.
Michael si alza dal suo posto.
-Ci vediamo Sam- afferma Vaughn abbracciandola.
Samantha gli sorride. Il ragazzo s’allontana e si gira a salutarla. Lei
ricambia.
-Sì, sì. Ci vediamo- dice Sam con tono dispiaciuto.
3 giorni dalla scomparsa.
Ore 13.48, ristorante Felix’s.
Sam ha chiesto a Michael di incontrarsi.
-Ciao Michael!-.
-Sam…-.
-Voglio arrivare al dunque. Non ho buone notizie-.
-Me lo sentivo-.
-Ma non devi preoccuparti. È solo che non ho trovato nessuna Sydney
Bristow-.
-Ma hai cercato bene?…- Michael comincia a scaldarsi.
-Michael? Michael? Maledizione, Mike stai calmo-.
Il ragazzo si zittisce.
-Non è una passeggiata, eh! Sono passate le 48 ore e quando è così…-.
-Cosa?- Michael guarda Sam minacciosamente.
-Dopo le 48 ore non si trovano più-.
-Non è sempre così, Sam! E no! Syd è là fuori, chissà dove e tu mi vieni a
dire che dopo le 48 ore non si trovano più? Non dovresti dirmi una cosa
del genere-.
-Michael, è meglio dirti le cose come stanno che raccontarti una sacco di
bugie-.
-Sam, non può essere scomparsa nel nulla-.
-Mike, sto facendo il poss…-.
-No, non venirmi a dire che stai facendo del tuo meglio, perché non è
vero, Sam-.
-E allora sai che ti dico?- la ragazza si alza di scatto in piedi
–cercatela tu la tua Sydney Bristow!-.
-Ma brava. È così che fai il tuo lavoro? Scappando? Va al diavolo!-.
-Se, se!!- Samantha sbatte la porta.
Michael rendendosi conto di quello che ha fatto, si alza dal posto e corre
fuori.
-Sam? Sam?-.
-Che vuoi?- con tono seccato.
-Scusami. Lo so che non basta ma… scusami-.
-Vaughn, tu hai la minima idea del lavoro che faccio?-.
-No, Spade. E tu ne hai del mio?-.
-Non so nemmeno che fai!-.
Michael sorride.
-Tutti ci guardavano-.
I due scoppiano a ridere.
-Non facevamo una figuraccia del genere dal college- esclama Michael.
-Quella volta tu, in mensa!-.
Michael ride.
-Finalmente!-.
-Cosa?- domanda lui.
-Un tuo sorriso. È da quando che sei qui a NY che non mi hai fatto uno, ma
dico un sorriso!
La troveremo, Mike. Prima o poi la troviamo-.
4 giorni dalla scomparsa.
Ore 8.52, Sam chiama Michael sul cellulare.
-Pronto?-.
-Michael? Sono io, Sam!-.
-Sam? Hai delle novità?-.
-Penso proprio di sì. Preparati la valigia-.
-E perché, scusa?-.
-Tu preparatela. Ti aspetto alle 16.30 all’aereoporto di NY. Ti saluto
Mike!-.
-Va bene, ma…-.
Sam aveva riattaccato.
Ore 16.11, NY, Airport JFK.
-Sei in anticipo!-.
-Ehi, Sam! Allora?-.
-Ora usciamo da quella porta di là. Ci aspetta un aereo tutto per noi.
Sig. Vaughn, destinazione Tallinn-.
-Tallinn? Estonia? E cosa centra con Syd?-.
-Sig. Vaughn, io e Lei prenderemo l’aereo riservato agli agenti per andare
in Estonia. Una bella vacanza-.
-Vuoi dirmi che Syd è lì?-.
-Esattamente!-.
-Mio Dio, Sam. Grazie, grazie!-.
-Non mi devi ringraziare. Su forza, andiamo!-.
Durante il volo…
-Sam, non so come ringraziarti. Come hai fatto a trovarla?-.
-Ti ripeto che è il mio lavoro!-.
-E dove sarebbe precisamente?-.
-Ho inviato la foto di Sydney a tutte le unità americane. Loro hanno
provveduto a farle girare in tutta l’America. Così è finita anche in
Europa. Sai, la scomparsa di un agente operativo della CIA mette in
allarme le unità speciali-.
Michael si gira verso Sam stupito.
-Perché mi guardi così, Michael?-.
-Hai detto…?-.
-CIA? Sì! E non ne fai parte pure tu, agente Michael Vaughn?-.
-Come hai fatto a scoprirlo?-.
-Mike, io sono dell’FBI. Perché non me lo hai detto?-.
-Non me lo hai chiesto-.
-Ma guarda un po’. Dicevi così anche al college!-.
-Ma di che stai parlando?-.
-Ok! Ok! Scusami, non è il momento adatto per parlare di questo!-.
-Dov’è la mia borsa?-.
-Di là!- afferma Samantha in modo scorbutico.
Michael si dirige verso la cabina. Ritorna con in mano la lettera di Syd.
-Tieni-.
-E’ la lettera di Sydney. Perché la dai a me?-.
-Leggila, ti prego-.
TALLIN, aereoporto nazionale.
-E ora dove si va?-.
-Seguimi-.
Università di Tallin, facoltà di Biologia.
-Professore!-.
-Samantha, come sei cresciuta!-.
-Grazie mille. Professore, ho il piacere di presentarLe Michael Vaughn,
eravamo al college insieme!-.
-Piacere, Michael!-.
-Il piacere è tutto mio, professor Kassàbìan!-.
-Sei venuta per quella questione, piccola Sammy?-.
-Esatto. Possiamo andare in un posto più tranquillo?-.
-Ehm, sì certo… seguitemi!-.
-Ti fai chiamare piccola Sammy da quello?- afferma a bassa voce Michael.
-Gli piace molto chiamarmi così. I miei genitori lo conoscono. La prima
volta che l’ho visto avevo quanto? 6 anni? Beh, comunque, mi ha sempre
chiamata piccola Sammy!-.
-Gentile da parte sua, non trovi?-.
-Spiritoso!-.
Il professore ha condotto Michael e Sam nel laboratorio degli esperimenti.
Kassàbìan mostra a Michael una foto di Syd.
-E’ lei?-.
-Sì! Dov’è stata scattata questa fotografia?-.
-E’ il porto. Sì, ne sono più che sicuro-.
La foto mostrava Sydney con occhiali da sole neri e un cappotto lungo
dello stesso colore.
-Dottore, come l’ha avuta?-.
-E’ stato uno dei nostri studenti. Ha visto la cartella riguardante
Sydney. Poi un giorno, per caso, ci trovava al porto per una ricerca
sull’inquinamento marino. Aveva con sé la macchina fotografica e così…-.
-Sam, andiamo! Grazie infinite dottore!-.
-Ma…?-.
-Arrivederci Prof!-.
-Ciao piccola Sammy!-.
Porto della capitale.
-Kozga j’i i?-.
Sam e Michael si erano divisi per cercare Syd.
-Trovato niente?- domandò Michael.
-Mi dispiace. Niente-.
-Come hai imparato l’estone?-.
-E’ stato il professore! Perché, tu non lo conosci? Mi sembra un po’
strano dato il mestiere che fai!-.
-Parlo molte altre lingue. E poi, nelle missioni, è Sydney quella che sa
parlare bene!-.
-La ami veramente. Ogni volta che parli di lei ti si illuminano gli
occhi!-.
-Ho paura Sam. Cosa le sarà successo?-.
-Niente, Michael. Devi essere ottimista-.
-Grazie per essere qui…-.
-Non posso lasciarti da solo, Mike! Combineresti delle pazzie senza di
me!-.
Il viaggio alla ricerca di Sydney continua incessantemente. Infatti, molte
segnalazioni delle unità speciali europee li fanno spostare di Stato in
Stato. Questa volta i due sono a Plzeň, nella Boemia occidentale.
-Da agente dell’FBI sezione persone scomparse, sei diventata una ragazza
bionda, americana e nomade!-.
I due sono nella stanza d’albergo.
-Potevi almeno dirli letti separati-.
-Sam, non dare la colpa a me-.
-Io liel’ho detto, ti giuro… si vede che non mi hanno capita!-.
-Faccio finta di crederti. Che dicono questi di Syd?-.
-L’hanno vista ieri uscire dall’albergo. Era loro ospite. Però non era
sotto il suo vero nome. Si era registrata come Sofia Mancuso, una
italo-americana in vacanza-.
-Ma sono sicuri che fosse Syd?-.
-Ho mostrato loro la foto. Mi hanno confermato che Sofia Mancuso è lei-.
-Perché siamo qui senza far niente?-.
-Perché siccome sono più furba di te ho già mandato la foto a tutti i
negozi, gli alberghi e a tutti gli edifici pubblici per sapere se l’hanno
vista in giro! Dobbiamo solo aspettare-.
Michael era silenzioso.
-Michael? Hai sentito quello che ho detto?-.
-Cosa? Sì, sì. Ho ascoltato-.
-Che hai?-.
-Si sta allontanando da me. Nella lettera lo aveva scritto: “Ti prego, non
provare a rintracciarmi. Ti faresti solo del male”-.
-Non si vuole far trovare-.
-Ma perché? Perché?-.
-Forse perché ha paura di farti soffrire. E poi non mi hai detto perché se
ne è andata…-.
-Non posso dirtelo-.
-Mike, ma…-.
-Sam, non voglio. Ti prego!-.
-Va bene-.
Michael apre la finestra per prendere un po’ d’aria.
-Senti, Michael, vado ad ordinare da mangiare. È quasi ora-.
Michael annuisce.
1 ora dopo Samantha e Michael stanno mangiando e ridendo. Sono ubriachi
fradici.
-Ah, ah, ah! Veramente? Perché non me ne hai mai parlato?- esclama Sam.
-Non lo so! Forse perché mi sono dimenticato!- dice Michael ridendo.
-Un altro po’?-.
-No, Sam, sono a pezzi! Ti prego…-.
-E dai! Un altro goccio!-.
-Ok, mi hai convinto!-.
-Mio Dio, vedo doppio!- afferma Sam.
-Starai diventando cieca!- dice sempre Michael ridendo.
-Uhm, spiritoso! Forse ho bevuto un po’ troppo!-.
-Dai, stenditi qui sul letto-.
Michael prende in braccio Sam. Sta per scivolare ma riesce a reggersi in
piedi.
-Sta attento, mio prode cavaliere!-.
-Ssssssh. Dormi-.
-Mike?-.
-Sì, Sam?-.
-Ti amo-.
-Certo come no. Ti amo anch’io-.
-No, no. Io non scherzo-.
-Nemmeno io. Ora dormi però!-.
Michael non era poi così ubriaco.
-Michael Vaughn, vieni immediatamente qui!-.
-Che c’è ancora?-.
-Siediti qui vicino a me…-.
-Non sono mai stata così seria in vita mia. Mike io ti amo. Non ho mai
amato nessuno come te. Credimi, non è l’effetto della Vodka che mi fa
parlare. È il mio cuore-.
Michael le si avvicina.
-Che vuoi fare?-.
Il ragazzo la bacia dolcemente sulla bocca.
-Anch’io ti ho amata, ma ora c’è Syd nella mia vita e voglio a tutti i
costi trovarla-.
-Lo sapevo. Sei uno di parola, Vaughn!-.
-Notte Sam!-.
-Notte!-.
Il giorno dopo, ore 8.54.
-Michael? Svegliati! Mike?-.
-Che vuoi Sam?-.
-Syd. L’hanno trovata-.
-Cosa? E dove?-.
-E’ all’ospedale nazionale di Praga-.
-All’ospedale?-.
-Muoviti, non c’è tempo da perdere-.
-Quanto ci vuole da qui a Praga?-.
-1 ora e mezza. Dai!-.
Praga, ospedale nazionale.
-E’ la stanza numero 54-.
-Bene, muoviamoci…-.
-Michael, dobbiamo aspettare-.
-Perché?-.
-E’ in sala operatoria… le hanno sparato-.
-Cosa?-.
2 ore dopo.
Michael e Sam sono nella stanza di Syd.
-Come si è registrata qui?-.
-Helen Hoobstong. Americana, 27 anni-.
-In ogni posto diverso cambia personalità-.
-E’ tipico di chi vuole scappare…-.
-Lei non vuole and…-.
In quel momento entra nella stanza Syd. Sta dormendo.
-Dottore?…-.
-Aspetta Mike…-.
-No, non serve conosco la vostra lingua. Ho studiato Medicina in America.
Siete americani, no?-.
-Uhm, uhm…-.
-Chi siete voi? Parenti?-.
-Io sono il suo ragazzo. Lei è… è…-.
-Sono la sorella di Helen- esclama Sam –Samantha Hoobstong-.
-Cos’ha avuto?-.
-Le hanno sparato alla gamba. Siamo riusciti a ricostruire il tessuto.
Dalle analisi ci è risultato, però…-.
-Che è diabetica?-.
-Esatto. Però si è curata-.
-Quando si sveglierà?-.
-Quando l’effetto dell’anestesia termina. Ora scusatemi, ho altri
pazienti. Arrivederci-.
-Arrivecerci dottore-.
-Sam, vai. L’importante è che io sia qui con lei!-.
-E no, caro mio. Io aspetto qui con te. E poi voglio conoscerla!-.
-Grazie Sam. Grazie-.
25 minuti dopo.
Syd si risveglia.
-Syd?-.
-Uhm. Chi c’è?-.
Syd ha la vista appannata.
-Dove sono?-.
Poi i suoi occhi cominciano a vedere sempre meglio.
-Michael???-.
-Sydney, tesoro-.
-Michael? Come hai fatto a trovarmi?-.
-Syd, perché te ne sei andata, eh?-.
-Ti avevo detto di non cercarmi-.
-Non posso stare senza di te, Sydney-.
-Vattene. Vattene via, ti prego-.
-Perché Syd? Perché?-.
-Te l’ho pure scritto nella lettera. Michael va, ti prego!-.
-No Sydney, io non ti lascio qui chiaro?-.
-Ho fatto molti sacrifici per venirti a trovare ed ora che ti ho ritrovata
ti lascio qui?-.
-Michael, con me soffriresti solamente-.
-No, Syd, non è vero! Io con te provo solo amore e non sofferenza. Fammi
rimanere qui con te. Andiamocene. Fuggiamo. Dove vuoi tu, basta che io
possa stare con te-.
Sydney piange.
-No. Non piangere-.
-Miche…? Michael?- afferma Syd singhiozzando –io non ti amo più-.
Michael, dopo quella frase, sentì il vuoto dentro di sé.
-Come non mi ami più?-.
-Ho conosciuto un uomo a Plzeň. E credo proprio di essermi innamorata di
lui-.
-Non è possibile. Syd?-.
-Mi dispiace, Michael-.
Il ragazzo si alza in piedi. Si dirige verso la porta.
-Michael?-.
Lui si volta.
-Io ti ho amato. Veramente-.
-Allora è un addio questo?-.
-Direi proprio di sì-.
Michael le si avvicina. La bacia appassionatamente.
-Addio Syd. Sarei sempre qui, dentro di me-.
-Addio Michael-.
Il ragazzo esce dalla porta. Sam lo sta aspettando. Intanto Syd scoppia a
piangere.
-Addio Michael. Addio amore mio-.
-Michael?-
-Non ora Sam- e corre verso l’uscita.
Sam si dirige verso la camera di Sdyney. Quest’ultima sta ancora
piangendo.
-Sydney?-.
-E Lei chi è?-.
-Mi chiamo Samantha Spade, FBI- la ragazza mostra il distintivo.
-Cos’ho fatto?-.
-Niente. Io ho aiutato Michael a cercarti e ti assicuro che non ha mai
smesso di pensare a te. Aveva paura che ti fosse successo qualcosa. Quello
che voglio dirti è che non è giusto che lui soffra-.
-Io non lo voglio far soffire-.
-E invece lo stai facendo molto bene. Addio Syd-.
La ragazza esce.
-Aspetta- Syd si alza dal letto e raggiunge Sam –aspetta un momento-.
-Dimmi-.
-E’ vero quello che mi hai detto?-.
-Come fai a dubitare del suo amore?-.
-Non è vero! Non è così. Io lo amo-.
-Hai appena detto che…-.
-E’ una bugia. Io non ho fatto altro che pensare a lui. Giorno e notte,
sempre-.
-E allora perché lo lasci andare così?-.
-Non voglio che soffra-.
-L’amore supera ogni ostacolo, Sydney-.
-Dagli questa-.
Syd tira fuori una lettera.
-L’ho scritta quando ero a Tallin. Ti prego, dagliela-.
-Certo, Syd-.
-Grazie!-.
-Addio Sydney!-.
-Addio Samantha e grazie per aver aiutato Michael-.
Sam s’allontana verso l’uscita. Syd la guarda andar via.
Fuori dall’ospedale.
-Mi ha dato questa per te. Leggila-.
-Andiamo Sam-.
-Dove?-.
-Dove vuoi! Basta che sia lontano da Sydney e da tutti!-.
-Tu sei matto!-.
-No, andiamocene via insieme Sam-.
I due si dirigono verso la macchina. Dalla finestra della camera si vede
Syd che li guarda.
So little time
Try to understand that I’m
Try to make a move to stay in the game
Try to stay awake and remember my name
But everybody’s changing and I don’t feel the same.
FINE
RINGRAZIAMENTI E
SALUTI…
Seconda parte terminata! Lo so, l’ho fatto finire in modo triste, però
Michael sarà sempre innamorato di Sydney e viceversa. Le ultime parole che
ho usato sono della canzone "Everybody’s changing" dei Keane. Come al
solito, se volete farmi sapere la vostra opinione sul racconto la mia
e-mail è sempre quella: guido.db@libero.it.
Infine saluto Antonio e tutti voi della sezione Fanfiction di “Alias”.
CIAO RAGAZZI!!!
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