Sydney Bristow era accoccolata sul suo
divano, con una tazza di caffè tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto.
Nel giro di un paio di giorni la sua vita aveva subito una svolta
radicale(di nuovo): non solo aveva scoperto di avere una sorella, Nadia,
figlia di sua madre Irina Derevko e di quello che era a lungo stato il suo
acerrimo nemico, Arvin Sloane, ma era anche venuta a conoscenza che la
suddetta sorella era il Passeggero che lei e la CIA cercavano da quasi un
anno. Per completare il quadro c’era infine la profezia di Rambaldi
svelatale da Vaughn: se la Prescelta (lei) e il Passeggero (Nadia) si
scontreranno, ne usciranno entrambe distrutte. Che bella prospettiva! Non
aveva ancora accettato che uno scienziato vissuto tanti secoli fa, abbia
scritto una profezia che la riguardasse, una profezia che per di più
diceva che lei sarebbe stata la rovina del mondo. Perché la sua vita
doveva essere tanto complicata? Ora Sloane aveva rapito Nadia e lei era
sicura che volesse usarla per scoprire il messaggio di Rambaldi. Doveva
trovarla, non avrebbe permesso a Sloane di fare il suo gioco. All’inizio
aveva quasi creduto alla storia del padre preoccupato per la figlia che
non ha mai conosciuto, aveva incominciato a pensare che anche lui avesse
un cuore, che volesse instaurare un rapporto con Nadia, ma quando era
fuggito portandosela via aveva capito di aver commesso un macroscopico
errore. Non sapeva ancora cosa pensare di Nadia: dopo l’esperienza avuta
con sua madre non voleva illudersi, ma di una cosa era sicura: non poteva
lasciarla nelle mani di quell’arrivista di Sloane. E in tutto questo, con
tutti i guai che c’erano nella sua vita, continuava comunque a pensare a
lui: Micheal Vaughn continuava ad essere costantemente presente nei suoi
pensieri. Era come una droga, forse anche peggio, specialmente da quando
lo aveva perso dopo i due anni in cui era stata rapita dalla Convenzione.
Ogni volta che lo vedeva con Lauren sentiva una fitta al cuore…………..per
mesi aveva cercato di non pensarci, di negarlo in qualche modo, ma la
verità era che odiava quella donna. E non solo perché le aveva portato via
l’uomo che più amava al mondo, ma anche perché avevano scoperto che era
un’agente doppiogiochista della Convenzione. Li aveva traditi tutti, ma
più di tutti aveva tradito Vaughn e, anche se la cosa suonava terribile,
ne era quasi felice. Almeno lui ora sapeva con chi aveva a che fare, e
aveva capito i suoi errori. Avrebbe quasi voluto essere felice della
situazione in cui ora si trovava lui, infondo la aveva fatta soffrire
tanto, ma non ci riusciva, non poteva volergli male, non avrebbe mai
potuto…… lo amava troppo. In un certo senso questa era la sua condanna, ma
non se ne pentiva…….amarlo era ,nonostante tutto, una delle cose migliori
che le fossero mai capitate.
Forse ora ci sarebbe stata la possibilità di tornare insieme, ma sentiva
che le cose erano ancora maledettamente complicate: non solo non sapeva se
sarebbe riuscita a mettere da parte tutto quello che era successo, ma
sentiva anche che il fantasma di Lauren avrebbe continuato ad aleggiare
tra loro. Suo padre continuava a pensare a sua madre, a trent’anni dal suo
tradimento………..e se Vaughn avrebbe fatto lo stesso?Non sapeva neanche se
lui voleva stare di nuovo con lei……………Dio, era piena di dubbi. Il telefono
che squillava interruppe il flusso dei suoi pensieri. –Pronto?-
-Sydney sono io- rispose dall’altro capo del telefono la voce ferma di
Jack Bristow.
-Papà….notizie di Sloane?-
-Non ancora, ma ho controllato, posso individuarlo dai suoi spostamenti
finanziari. Forse ha comprato una casa dove nascondersi-
-Ma sarà stato molto attento a non lasciare tracce….Forse avrebbe più
possibilità Marshall di trovarlo-
-Di sicuro, ma non deve sapere nessuno che Sloane è vivo……NESSUNO, Sydney,
mi hai capito?Se dovesse succedere, saremmo entrambi nei guai-
Syd sospirò -Come vuoi…..chiamami quando hai notizie- detto questo
riattaccò. Aveva una brutta sensazione riguardo a quella storia…..forse
non sarebbe finita tanto presto.
Micheal Vaughn si trovava in un letto d’ospedale, ancora dolorante a causa
delle torture inflittegli da Sark. Non riusciva a pensare ad altro che
alle cose rivelategli da Brill…….non riusciva ancora a crederci. Per tutti
quegli anni aveva pensato a suo padre come a un modello da seguire, come
ad un agente valoroso che non aveva niente a che fare con le cose assurde
che gli capitavano davanti tutti i santi giorni, come le profezie di
Rambaldi. E invece anche suo padre era un suo seguace, uno di quei pazzi
il cui unico scopo nella vita era quello di scoprire cosa avesse in mente,
proprio come Sloane. In più non era un semplice agente come aveva sempre
creduto, ma faceva parte di una sezione segreta della CIA………no, non poteva
accettarlo, era troppo dura per lui. Come se non bastasse, aveva nascosto
la sorella di Sydney, l’aveva portata via da sua madre: ecco il vero
motivo per cui Irina Derevko lo aveva ucciso. Così il legame tra lui e
Sydney diventava ancora più complicato: le loro famiglie apparivano sempre
più legate, e sentiva che c’era ancora qualcosa che gli sfuggiva. Eppure,
anche se era la figlia della donna che gli aveva portato via suo padre,
non poteva fare a meno di amarla………e non riusciva a non pensare a quanto
l’avesse fatta soffrire quell’ultimo anno a causa di lui e Lauren…….già,
Lauren…….ora come ora le uniche cose che provava per lei erano un profondo
disprezzo e un odio atroce. Lo aveva tradito, aveva tradito la sua fiducia
e quella di tutta l’agenzia. Dio solo sapeva quanto questo gli facesse
male………cominciava a capire cosa avesse provato Jack Bristow nella medesima
situazione. Ma, infondo, era stato più fortunato, perché, mentre Jack
amava profondamente la moglie, il suo cuore invece era sempre appartenuto
a Sydney. Certo, aveva nutrito un profondo affetto per Lauren, ma non la
aveva mai amata veramente, se ne era solo servito per dimenticare Syd, per
continuare a vivere. Più volte si era sentito colpevole nei confronti di
Lauren per quella realtà, ma ora ogni senso di colpa era scomparso. E, in
quel momento, l’unica cosa che desiderava era vedere Syd………voleva
vederla…….In quell’istante bussarono alla porta.-Avanti- disse lui
speranzoso. Weiss entrò nella stanza. –Ah, Weiss, sei tu-
-Deluso? Ti aspettavi che fosse qualcun altro?-
-Scusa, è solo che…..-
-Credevi fossi Syd,o meglio, lo speravi. Tranquillo amico, lo so-. Prese
una sedia e si sedette vicino al suo letto. –Non prendertela se non viene
spesso a trovarti. Siamo tutti assorti dalla ricerca del Passeggero-.
Vaughn inarcò le sopracciglia –Il Passeggero? Ma Syd non vi ha detto
niente?...-
Ora era Weiss ad aggrottare le sopracciglia- Di che parli?-
Possibile che lei non avesse detto niente all’Agenzia? Eppure l’aveva
avvertita, le aveva detto che era pericoloso per lei avere contatti con
sua sorella. -Lei è ancora coinvolta nel caso? Ma non dovrebbe…….io le ho
detto di lasciar perdere-
-Vaughn , non ti seguo…vuoi spiegarmi meglio?-
Vaughn voleva dire tutto a Weiss, ma sentiva che non era il caso, almeno
per il momento. Sentiva che Syd aveva ignorato il suo avvertimento. Era
così testarda……probabilmente voleva fare luce sulla faccenda o
semplicemente vedere ancora la sorella. Lui non era il tipo che credeva a
certe cose, ma negli ultimi anni, da quando aveva conosciuto Syd, era
cambiato. Anche se non fosse stato vero quello che diceva Rambaldi, non
poteva rischiare Syd……non la avrebbe più persa, mai più.
Decise di mentire a Weiss. –Scusa, ma sono ancora un po’ stordito. Credo
di non essermi ripreso del tutto. – Hai ragione, non hai una bella cera-
osservò l’amico
-Mille grazie!-
-Ti lascio riposare, tornerò più tardi-
-Va bene, grazie per la visita- Weiss uscì dalla stanza. Vaughn sospirò:
non gli piaceva mentire a Weiss. Lui era un vero amico, non lo aveva mai
lasciato solo. Ma in quel momento l’unica cosa di cui gli importava era
Sydney……doveva andare da lei.
Sark entrò nella sede operativa della Convenzione di Los Angeles. La CIA
non immaginava che ce ne fosse una proprio sotto il suo naso, era
impossibile, infondo avevano una copertura sicurissima.
Vide Lauren intenta a fare delle ricerche al computer –Che fai tesoro?-
-Cerco di infiltrarmi nella rete della CIA, potrebbero avere informazioni
su dove si trova il Passeggero- Sark le chiuse il computer portatile.
-Credo proprio che sia un’ipotesi da escludere. La CIA crede che Sloane
sia morto, così come lo credevamo anche noi fino a poco tempo fa. Ed è lui
ad avere il Passeggero. Gli unici lì dentro che lo sanno sono la tua amica
Sydney e suo padre. Ah, e anche tuo marito probabilmente, dato che
l’agente Bristow gli dice sempre tutto-
-Ti sarei grata se smettessi di chiamare Vaughn mio marito-
-E perché mai? Per la legge siete ancora sposati-
-Sai meglio di me che me ne infischio della legge. Tornando a parlare di
lavoro, come pensi di rintracciare il Passeggero?-
-Semplice, basta seguire gli spostamenti di Bristow & company . Ha il
cuore troppo tenero per non cercare di salvare la sorellina appena
ritrovata-
-Bene, questo non sarà troppo difficile- Lauren si alzò e si diresse verso
la porta.
-Dove vai?-
-Torno a casa, amore-
Dopo la telefonata di Jack, Sydney si era appisolata sul divano. Qualcuno
iniziò a bussare insistentemente alla porta, e lei si svegliò di
soprassalto. Andò ad aprire –Vaughn! Che ci fai qui? Dovresti essere in
ospedale!-
-Posso entrare?-
-Certo- Vaughn entrò e Sydney notò che si muoveva a fatica. Lui continuava
a guardarsi intorno, era la prima volta che entrava in quella casa .
-Allora, vuoi spiegarmi? Weiss mi ha detto che ti dimettevano fra tre
giorni, sei ancora debole-
-Sono scappato dall’ospedale-
-Cosa? Sei impazzito? Devi tornarci subito, non sei ancora nelle
condizioni di farti una passeggiata nei pressi della spiaggia-
-Sono qui per te, non per la spiaggia- Disse quelle parole con
un’espressione estremamente seria, Sydney capì che c’era qualcosa che non
andava- Cosa è successo?- gli chiese
-Prima devo sedermi, scusa……-
-No, figurati……- visto che si reggeva a stento in piedi, si precipitò ad
aiutarlo- Te lo dicevo che sei ancora debole- I due si sedettero sul
divano –Syd…..so che non hai detto alla CIA della profezia-
Syd fu presa alla sprovvista. Non pensava che Vaughn l’avesse saputo così
presto. Non è che non avesse considerato il suo avviso, ma lei doveva
ritrovare Nadia, non poteva rinunciare.
-Ah, l’hai saputo-, riuscì a dire solo questo.
-Ti ho spiegato che rischi la vita correndo dietro a tua sorella, perché
vuoi continuare a farlo?-
-Vaughn cerca di capire…-
-No, non voglio capire. Abbiamo già avuto conferma che ciò che riguarda
Rambaldi è pericoloso. Se questa profezia fosse giusta, tu saresti
destinata a scontrarti con tua sorella e a morire. E io questo non posso
permetterlo-
-Micheal, lei è mia sorella, non posso lasciarla…..- “a Sloane” stava per
dire, ma si bloccò. Vaughn non sapeva che Sloane era vivo. Suo padre si
era raccomandato di non dirlo a nessuno, ma lei sapeva che Vaughn non la
avrebbe mai tradita.
-Syd, scusa se te lo dico , ma non sai niente di tua sorella. Potrebbe
rivelarsi della stessa pasta di tua madre. Ricorda che è anche figlia di
Arvin Sloane- le disse intanto Vaughn.
Sydney abbozzò un sorriso divertito. -Parli esattamente come mio padre-
-Per quanto io e tuo padre ci troviamo spesso in disaccordo, stavolta gli
do ragione-
-Ci sono cose che non sai….-
-E allora dimmele. Syd, non escludermi da questa cosa-
Sydney sospirò, poi si apprestò a raccontare –Sloane è vivo-
-Cosa?-
-Non interrompermi, ti prego. Mio padre gli ha dato qualcosa che ha
contrastato l’effetto del veleno. Lui non era colpevole di quello di cui
era stato accusato, mio padre ne aveva le prove, ma ci ha messo un po’ a
decidere di usarle, perché si sentiva ferito dopo aver saputo che mia
madre aveva avuto una storia proprio con Sloane. Quando si è deciso era
troppo tardi, quindi è ricorso a questo espediente. Lui ci serviva per
trovare Nadia, mia sorella. Ma una volta trovata, l’ha rapita e ora non
sappiamo dove sia. Io so solo che farà di tutto per scoprire il messaggio
di Rambaldi. Ora capisci perché devo trovarla? Non posso permetterlo-
Vaughn si massaggiò la fronte, Syd lo guardò -Lo so è complicato. Ti prego
non farne parola con nessuno o saremmo nei guai . Mio padre mi aveva detto
di non dirlo a nessuno, si arrabbierà moltissimo quando lo saprà…….Ma di
te io mi fido- Vaughn la guardò profondamente e per un attimo lei si perse
nell’immensità dei suoi occhi verdi …..sì, solo per un attimo , perché da
quando era tornata non riusciva più a sostenere il suo sguardo senza
cambiare colorito, proprio come prima che si mettessero insieme. Le
sarebbe piaciuto non essere più impacciata e tornare a fissarlo per ore,
come faceva ai bei tempi……
-Cos’hai?- le chiese lui facendola tornare alla realtà
-Niente- Vaughn le prese la mano –Sydney…….- lei tornò a guardarlo
-Non dirò a nessuno di Sloane, ma devi promettermi che una volta che avrai
trovato Nadia la farai uscire dalla tua vita-
-Io…-
-Ti prego…….non posso neanche concepire l’idea di perderti di nuovo-
Sydney sorrise -Lo so- Era vero, glielo aveva detto anche in precedenza e
lei non lo aveva scordato. Ma non poteva prometterglielo. –Mi dispiace…..non
posso. Non me la sento di prometterti qualcosa che so che non potrei
mantenere-. Vaughn abbassò lo sguardo.
-Ce l’hai ancora con me per non aver lasciato Lauren quando è morto suo
padre?-
-Non ce l’ho mai avuta con te per quella storia. Ci sono stata male, lo
ammetto, ma non te ne ho mai fatta una colpa. Tu sei una persona buona,
quando abbiamo saputo della morte del senatore Reed, sapevo che non
avresti lasciato Lauren sola, ma ho voluto illudermi lo stesso, ho voluto
continuare a pensare al caffè che avremo preso insieme-
-Non avrei dovuto prometterti niente………è solo che…io volevo davvero
lasciarla. Se avessi saputo chi era Lauren in realtà…….-
-Non pensarci più-
Vaughn sospirò -Sono così stanco…..-
-Perché non dormi un po’? Riposa sul mio letto, ti farà bene-
-Ok, grazie-
Sydney lo condusse in camera da letto. Vaughn si stese –Puoi stare qui
quanto vuoi- disse Syd e fece per uscire dalla stanza, ma lui la afferrò
per un braccio – Aspetta…-, lei si sedette sul letto
-Promettimi almeno che non andrai a cercare Nadia mentre dormo- Sydney
sorrise –Te lo prometto-
Lui sorrise debolmente -Resta qui con me- Syd lo guardò ad occhi sbarrati,
come per fargli capire che non era una buona idea –Non ti faccio niente,
voglio solo starti vicino-.
Sydney si stese affianco a lui ed ecco che si ritrovarono vicini come non
lo erano da tempo, l’uno rivolto verso l’altro, lui che non accennava a
lasciarle la mano. Continuavano a guardarsi, ininterrottamente, e stavolta
Sydney non distolse lo sguardo: si sentiva come se le cose tra loro non
fossero mai cambiate.
Nello stesso momento Sark e Lauren li stavano osservando da una stanza
nascosta nella casa dove lei aveva vissuto fino a poco prima con Vaughn.
C’erano un paio di monitor su cui potevano vedere cosa succedeva a casa di
Sydney, a casa di Jack e nella sede centrale della CIA. Lauren era
riuscita a piazzare un paio di cimici in tutti quei luoghi quando era
ancora sotto copertura, e non erano ancora state scoperte.
-Ma che carini!- esclamò Sark mentre guardavano Sydney e Vaughn da uno dei
monitor –Non dirmi che siamo venuti fin qui rischiando le chiappe solo per
vedere questa scenetta stile romanzo rosa!-
-Non dire sciocchezze, vedrai che prima o poi ci riveleranno qualcosa di
utile-
-Lo spero cara, perché stare nella tua ex casa non è esattamente sicuro
per noi. Sicuramente la CIA la tiene sotto controllo- Lauren non si
premurò di sprecare altre parole.
-Certo che sono proprio dei babbei- commentò Sark tornando a guardare
Sydney e Vaughn –Invece di fare sesso, dormono- Lauren continuava a non
dire niente. Sark sapeva che anche se a Lauren non importava più di tanto
del marito, quei suoi discorsi le davano fastidio. Infondo era sempre una
donna ferita nell’orgoglio perché il marito preferiva un’altra. E lui
adorava stuzzicarla.
-Immagino che questo voglia dire che si amano davvero. Lui ti ha mai detto
che “voleva solo starti vicino”?-
-E tu hai mai pensato che faresti meglio a sprecare le tue energie sul
lavoro anziché a cercare di farmi perdere le staffe?-
-Sempre con la risposta pronta…. è per questo che mi piaci-
Sydney si svegliò dopo una mezz’oretta. Senza volerlo, si era appisolata
anche lei. Vaughn era ancora accanto lei e dormiva profondamente. La sua
mano era ancora in quella di lui. Aveva dimenticato com’era bello
svegliarsi e vedere come prima cosa il suo volto….se fosse dipeso da lei,
sarebbe rimasta così in eterno.
All’improvviso sentì un rumore. Facendo attenzione a non svegliare Vaughn,
si alzò e uscì dalla stanza chiudendosi la porta dietro. Si guardò intorno
con fare vigile e si rese conto che oltre a loro c’era qualcun’altro in
casa. Attraversò il soggiorno con circospezione, quando qualcuno la
afferrò da dietro per un braccio riuscendo ad immobilizzarla. Stava per
urlare, ma quando vide chi era si fermò –Mamma?-
-Ciao tesoro-
-Che ci fai qui?-
-Potrò spiegartelo meglio una volta abbassata la guardia-
-Abbassala tu e lo farò anch’io-
Irina la lasciò andare e Sydney si massaggiò il braccio -Scusa, non volevo
farti male-
-Non è la prima volta- Sydney non si riferiva solo ad un danno fisico. Le
due donne stavano là, l’una di fronte all’altra, non sapendo esattamente
come comportarsi –Vogliamo sederci?- propose Syd per sciogliere il
ghiaccio -Certo-. Le due si sedettero sul divano. Syd non sapeva neanche
perché aveva abbassato la guardia. Infondo l’ultima volta che si erano
viste era stato in seguito al suo rinnovato tradimento. Da allora ne aveva
passate talmente tante che aveva smesso di sprecare energie nell’odiarla
anche perché, da quando l’aveva conosciuta, sentiva che anche se Irina
Derevko avesse continuato a tradire il suo paese, non avrebbe fatto del
male a lei, almeno non fisicamente.
-Da quanto sei nascosta in casa?- le chiese
-Da un po’. Ho aspettato che Vaughn si addormentasse per uscire allo
scoperto-
-Non capisco come sia possibile…..mi sono resa conto solo ora della tua
presenza-
-Eri presa da altre cose- disse Irina guardando nella direzione della
camera da letto.
-Non è come pensi-
-Come sai cosa penso?-
-Lo so e basta, pensi quello che penserebbe chiunque-
-Io penso solo che quell’uomo ti ama moltissimo. L’ho capito dal primo
momento che l’ho visto. E so che anche tu lo ami-
Stettero qualche attimo in silenzio, poi Sydney si alzò –Questo è al dir
poco ridicolo! Tu non sei mai stata una vera madre per me, sei una spia
russa che ha tradito questo paese. Dio, io non ti vedo da tre anni e se
qualcuno sapesse che ora sei qui sarebbero guai. Insomma, non puoi
presentarti un giorno, all’improvviso, e cominciare a parlare e a darmi
consigli sugli uomini come….-
-….Come se fossi una normale madre che viene a trovare sua figlia. Sì, lo
so questo, infatti sono qui per un motivo. Ma prima volevo rompere il
ghiaccio, volevo…….-
-Qualsiasi cosa volessi fare non farla, arriva al punto-
-So che hai saputo di tua sorella, che lei è il Passeggero………..e di me e
Sloane-
Sydney fece una risatina nervosa –Dovevo immaginare che si trattava di
questo-
-Durante tutto questo tempo, da quando sa la verità, Sloane ha continuato
a contattarmi per chiedermi di Nadia. Ho cercato di intimorirlo per farlo
smettere, ma lui ha continuato le ricerche per conto proprio………..Insomma,
so che ora l’ha presa, e che il suo unico obbiettivo è venire a conoscenza
del messaggio di Rambaldi. Non voglio che questo accada, e immagino che
non lo voglia neanche tu-
- E sei venuta da me per avere il mio aiuto?- chiese Sydney
-Sì, insieme avremo più chance di ritrovarli-
-Prima ho un paio di domande-
-Lo capisco-
-Veramente ne ho tante……..-
-Allora incomincia, perché non abbiamo altrettanto tempo-
-So che il vero motivo per cui hai ucciso il padre di Vaughn è che lui
aveva rapito Nadia per nasconderla al KGB-
-Questa è una lunga storia-
-Una lunga storia? Vuoi dire che c’è dell’altro?-
-Sydney….-
-Le cose tra me e Vaughn sono già abbastanza complicate, non so neanche se
avremo un futuro, poi vengo a sapere che c’è una sorta di strano legame
tra le nostre famiglie. Era già difficile sapere che tu avevi ucciso suo
padre, ma ora esce fuori che anche lui era un seguace di Rambaldi e che
era a conoscenza che proprio Nadia era il Passeggero. Come faceva a
saperlo? Sapeva anche che io ero la Prescelta? E che significa tutto
questo? Perché proprio io? –
-Sydney devi calmarti!-
-Calmarmi? Come faccio a calmarmi? La mia vita diventa sempre più
complicata e quest’anno è stato il più terribile e il più pesante di tutta
la mia vita! Sono stanca di questo……..stanca…-
Sydney si passò le mani sul viso, cercando di ricacciare le lacrime che
sentiva farsi prepotentemente strada sul suo volto. Le sembrava di non
saper fare altro ultimamente: piangere.
Irina esitò un attimo, poi le poggiò una mano sulla spalla in segno di
conforto. Sydney fece cadere lo sguardo sulla mano della madre. Quante
volte aveva desiderato potersi sfogare con lei, poter piangere sulla sua
spalla……..ma ora le sembrava tutto così strano…..- Scusa, sono solo….-
-Stanca, l’ho capito- finì Irina al suo posto.
Sydney si ricompose –Forse è meglio rimandare le domande a dopo. Ho
bisogno di un caffè - si alzò diretta verso la cucina –Sydney?- la chiamò
Irina, lei si voltò –Qualunque cosa sia successa trent’anni fa a me, a tua
sorella o a William Vaughn, questo non ti deve impedire di essere felice
con chi vuoi. Le colpe dei genitori non devono cadere sui figli-. Sydney
annuì appena, poi andò nella cucina.
-Ed ecco che si è concluso un altro capitolo del melodramma di Sydney
Bristow!- esclamò Sark mezzo assonnato. –Vuoi smetterla di lamentarti? Sei
uno strazio!- lo ammonì Lauren
-No, Sydney Bristow è uno strazio, io non di certo! Non aveva neanche
finito di atteggiarsi a scolaretta romantica con Vaughn che ha subito
iniziato a gingillarsi nel suo dramma familiare
<Mamma, la mia vita è uno schifo! Mamma, il mio amore è ostacolato!>. La
Derevko non ci ha neanche fatto la cortesia di svelarci altri dettagli sul
padre di Vaughn e il resto appresso! Almeno avrebbe saziato la mia
curiosità!-
-Sark, noi non siamo qui per divertirci, ma solo per avere informazioni.
Il tuo diletto non è uno dei miei interessi primari- disse Lauren seccata
-Ma come sei suscettibile oggi!-
-La mossa della Derevko è stata azzardata. Presentarsi così a casa della
figlia…….credi abbia qualcos’altro in mente?-
-Perché lo chiedi a me?-
-Perché hai lavorato per lei! Penso che tu la conosca meglio di me!-
-Da quello che so, la Derevko ha sempre qualcosa in mente. Ma da quando ha
avuto rapporti con la figlia nel periodo in cui collaborava con la CIA mi
sembrò si fosse addolcita. A quanto pare Sydney Bristow ha quest’effetto
sulla gente-
-Su di me, no-
-Oh, questo è sicuro tesoro-
-Papà dovrebbe chiamare da un momento all’altro- disse Sydney guardando il
telefono.
-Come sta Jack?- chiese Irina
-Sta bene- Irina annuì
-Sai, anche se lui non lo ammette, so che ci è rimasto male quando ha
saputo di te e Sloane- aggiunse Sydney
-Quella storia non ha significato niente per me-
-Dico solo che non so se sarà contento di vederti-
-Lo capisco-
-Era per questo che lo ignorasti quando ti chiese informazioni sul
Passeggero?- Irina annuì semplicemente. In quel momento squillò il
telefono e Sydney si precipitò a rispondere –Papà?-
-Sì, sono io. Ho trovato Sloane. Vediamoci nel magazzino dove ti
incontravi con Vaughn ai tempi dell’SD-6-
-Ok- Jack riattaccò.
-Non gli hai detto di me?- le chiese Irina
-No. Credo sia meglio farlo di persona-
-Bene, allora andiamo- fece Irina.
Sydney guardò verso la camera da letto –Avevo promesso a Vaughn di non
andare a cercare Nadia mentre lui dormiva-
-Non puoi fare altrimenti. So che è ferito, ci sarebbe solo di intralcio-.
-Hai ragione. Solo…..devo fare una cosa prima, aspetta un attimo-
Sydney entrò delicatamente nella camera da letto. Vaughn dormiva ancora
profondamente. Doveva proprio essere stanco…….Gli si sedette accanto e gli
passò una mano fra i capelli –Devo andare Vaughn, mi dispiace. Devo
salvare Nadia, lo so che probabilmente non sarà mai una vera sorella per
me, così come Irina non è mai stata una vera madre, ma devo farlo-
Vaughn si agitò nel sonno: o stava facendo un incubo o era prossimo a
svegliarsi.
Sydney lo baciò sulla fronte –Tornerò da te……..lo prometto- gli sussurrò
vicino all’orecchio, lui aprì gli occhi per metà -Syd…..che succede?-
-Niente, va tutto bene. Dormi ora- Vaughn riprese sonno e Sydney uscì
dalla stanza
-Pronta?- chiese Irina
-Sì….andiamo-
-Ecco, sei contento? Seguendoli arriveremo al Passeggero- disse Lauren a
Sark.
-Ok, ammetto che ne è valsa la pena. C’è solo un piccolo particolare: come
facciamo a sapere di che magazzino parlano?- chiese Sark
-Lo so io qual è. Ho letto il fascicolo su Sydney scritto da Vaughn quando
era il suo supervisore, e lì c’è scritto anche qual’era il luogo dove
avvenivano i loro incontri-
Sark fece un sorriso compiaciuto –Geniale…….sei proprio la mia donna
ideale-, poi iniziò a baciarla nei pressi dell’orecchio. Lauren lo fermò
–No, no. Prima il dovere, poi il piacere-.
Jack stava aspettando Sydney nel magazzino. Tutta quella storia non gli
piaceva per niente, ma la sua unica priorità era il bene di Sydney e
sentiva che lei avrebbe comunque cercato Sloane e Nadia. Questo era
l’unico motivo per cui si stava impegnando in quella faccenda : almeno
così avrebbe potuto proteggere sua figlia. Certo, poi c’era anche il fatto
che Sloane aveva nelle sue mani quella che sembrava essere una
potentissima arma, e questa non era di certo una cosa buona. Non sapeva
come aveva potuto credere anche solo per un momento alla redenzione di
quell’uomo. Quello che aveva saputo di recente poi……..la sua relazione con
Irina……..non capiva perché gli faceva così male, infondo sapeva che quella
donna era una traditrice, ma era così…………..gli faceva male, anche se non
lo avrebbe mai ammessi con nessuno. Sentì dei passi e vide Sydney
avvicinarsi. Ma non era sola, c’era qualcuno con lei……….qualcuno di molto
familiare………con lei c’era la donna a cui stava pensando appena un attimo
fa.
-Che cosa ci fai tu qui? Sydney, come ti è venuto in mente di portarla con
te?- si mise ad urlare.
-Te l’avevo detto che non sapevo come l’avrebbe presa- disse Sydney
rivolta alla madre.
-E io avevo detto a te di non farne parola con nessuno. Tanto valeva che
lo dicessi a tutti i dirigenti della CIA, o al dipartimento di giustizia,
se preferisci-
-Ma lei lo sapeva già e vuole aiutarci……….non l’ho detto a nessun’altro…………se
non contiamo Vaughn, ma solo a lui, lo giuro-
-Perfetto!-
-Jack calmati,non è colpa sua. Io sono andata da lei, so tutto e voglio
aiutarvi- disse Irina
-Non vogliamo il tuo aiuto-
-Non mi importa, verrò lo stesso con voi-
-Non puoi…..-
-Verrò Jack perché, che ti piaccia oppure no, ci sono di mezzo le mie
figlie in questa storia! E per quanto io abbia sbagliato nella mia vita,
non permetterò che questo rovini la loro!- stavolta era Irina ad urlare e
Jack non osò replicare. Sydney si sentiva proprio come una bambina che si
ritrova suo malgrado di fronte ad una lite dei genitori. Si era già
sentita così tre anni prima, quando erano tutti e tre in missione e Jack
continuava ad aggredire Irina, specialmente quando questa cercava di
parlare con lei. Ma stavolta le venne in mente un episodio avvenuto quando
aveva cinque anni: Jack aveva un fermacarte a forma di piramide che a lei
piaceva molto, non ricordava neanche perché, forse per il colore. Comunque
lui le aveva vietato di toccarlo perché era un oggetto tagliente, ma lei
non lo ascoltò, e si tagliò sul palmo della mano. Era un taglio molto
profondo, e Jack e Irina la portarono all’ospedale. Le misero un paio di
punti e tornati a casa lei era ancora molto spaventata. Jack la sgridò, le
disse che se lo avesse ascoltato non si sarebbe mai fatta male. A quel
punto Irina si schierò in sua difesa, disse che era già abbastanza
traumatizzata e non c’era bisogno di spaventarla di più. I due iniziarono
a litigare e a quel punto lei scoppiò a piangere, non per il dolore o lo
spavento, ma perché non le piaceva vedere i suoi genitori litigare,
specialmente se era colpa sua.
Era passato tanto tempo da allora, era adulta ormai, ma provava la stessa
identica sensazione.
-Papà, l’aiuto della mamma può esserci utile. Ti prego, non fare storie,
non litigate…..è l’ultima cosa di cui ho bisogno ora- disse infine.
Jack annuì – Va bene, allora vieni con noi. Ho scoperto che Sloane si
nasconde in Italia. C’è un aereo pronto a potarci lì immediatamente-
-Muoviamoci……….quando si tratta di Arvin Sloane non bisogna perdere tempo-
disse Irina e Jack e Sydney annuirono.
Alcune ore dopo padre, madre e figlia erano arrivati in Italia, più
precisamente a Firenze, ed ora erano diretti nella villa in cui avrebbe
dovuto trovarsi Sloane, nella periferia della città.
Quando furono sul posto, Sydney rimase affascinata dall’edificio: una
villa sicuramente risalente al periodo barocco. Molto probabilmente quando
se ne sarebbero andati, non sarebbe più stata in ottime condizioni……un
vero peccato.
-Finora ho contato dieci guardie intorno al perimetro della casa- disse
Jack
-Sloane non bada proprio alle spese- osservò Sydney.
Irina diede un’occhiata alle guardie –Noi saremo anche in minoranza, ma
siamo spie ben addestrate, possiamo entrare senza difficoltà. Non abbiamo
tempo di studiare un modo per entrare inosservati, quindi faremo un po’ di
confusione-
-Non credo che ce ne sia bisogno……le guardie davanti all’entrata
secondaria sono tre, posso distrarle io mentre voi entrate- propose Sydney
-Sydney ……-
-Lasciala fare Jack-
Sydney si avvicinò all’entrata posteriore del cancello –Ehi, ragazzi!- li
chiamò salutando con la mano. I tre si guardarono, poi le si avvicinarono
–Lei non potrebbe stare qui,signorina. Questa è una proprietà privata-
disse una delle guardie
-Datemi del tu…….sono Maria. Abito a tre isolati da qui……..vi vedo sempre
in questo posto, a lavorare….non avreste voglia di divertirvi un po’con
me?- disse Sydney muovendosi in modo sensuale vicino alle sbarre. I tre si
guardarono ancora –Siamo in servizio-
dissero all’unisono. “Accidenti!” pensò Sydney “Sloane è riuscito a
trovare dei bravi cagnolini”.
Vide Jack e Irina che entravano dall’entrata posteriore. Doveva riuscire
ad entrare anche lei………
-Dovrei andare in bagno. Per favore, è molto urgente!- vide che i tre
erano titubanti. Stava cominciando a stufarsi. L’avrebbe evitato
volentieri, ma decise di ricorrere al metodo che funziona con tutti gli
uomini, per quanto devoti al lavoro possano essere
-Uno di voi potrebbe accompagnarmi? Saprò ricompensarlo molto bene……-
-Ti accompagno io!- esclamarono i tre all’unisono. Come volevasi
dimostrare……..
Sydney si esasperò quando vide che le tre guardie avevano cominciato a
litigare per decidere chi di loro avrebbe dovuto accompagnarla al bagno….e
godersi il resto dopo.
Doveva assolutamente entrare in quella casa………..magari in quel momento i
suoi genitori erano di fronte a Sloane. Disse la prima cosa che le passò
per la testa –Potete accompagnarmi tutti e tre. Saprò ricompensare tutti
voi fusti- Non riusciva a credere di averlo detto.
Inutile dire che le tre guardie aprirono subito il cancello e si diressero
con lei in casa. Mentre uno di loro stava per indicarle la direzione del
bagno, Sydney lo mise KO con un calcio. A quel punto gli altri due
cacciarono la pistola, ma Syd fa più veloce e sparò ad entrambi un
tranquillante. Poi corse al piano di sopra, aveva una brutta
sensazione……..-Papà! Mamma! Nadia!- chiamò agitata.
Per la prima volta non pensò a quanto strana fosse la sua famiglia, a
quanto sua madre l’avesse fatta star male o a quanto suo padre fosse stato
assente durante la sua infanzia. Non pensò neanche che Nadia era figlia di
Sloane, voleva solo salvarli…….tutti e tre.
Entrò in una stanza qualsiasi e si trovò davanti una scena che non si
sarebbe mai immaginata: suo padre che combatteva con Sark, sua madre che
combatteva con Lauren e Sloane che intanto trascinava Nadia svenuta sulla
terrazza, dove c’era un elicottero ad aspettarlo. Ma come facevano quei
due a sapere che Sloane era vivo e si trovava qui? E che aveva il
Passeggero? E come avevano fatto ad entrare senza che lei li vedesse? Non
aveva tempo per trovare risposta a queste domande. Corse verso Sloane e
Nadia -Sloane! Fermati!Lascia Nadia o sparo!- gli intimò.
-Sydney và via! Non voglio farti del male, ma se mi costringerai lo farò!-
urlò Sloane mentre stava per salire suall’elicottero -Sloane non farlo! Se
almeno una piccola parte di quello che hai detto di provare per Nadia è
vero, non farlo!-
-Sydney, questa in cui ti stai immischiando è una cosa più grande di
quello che credi! Il messaggio di Rambaldi……..lo conosco ora. E tu sei
implicata! Non si tratta di un gioco, Rambaldi era davvero un profeta ed è
meglio che tu non sappia cosa ti riserva il futuro!-
-Tu sei pazzo!-
Sloane stava per adagiare Nadia sull’aereo. Erano leggermente in alto e
lui si manteneva con un braccio alla portiera e con l’altro sosteneva la
ragazza. “O ora o mai più” pensò Sydney e sparò un colpo in direzione del
braccio con cui Sloane manteneva Nadia. L’uomo urlò di dolore e lasciò
cadere Nadia. Sydney si precipito verso il punto in cui stava per cadere e
riuscì ad attenuare la sua caduta mettendosi sotto di lei. Ora aveva un
dolore lancinante alla schiena, ma almeno Nadia stava bene, eccetto il
fatto che era ancora svenuta. Intanto Sloane era riuscito a salire
sull’elicottero aiutato da uno dei piloti . -Tornerò Sydney! Tornerò per
tutte e due, lo giuro!- disse prima di essere troppo lontano. Sydney sparò
un altro paio di colpi, ma non centrarono il bersaglio. Corse a vedere
come se la cavavano i suoi genitori: erano riusciti a mettere KO Sark e
Lauren.
-Sydney dobbiamo andarcene subito via!- disse Irina
-Non possiamo lasciare questi due qui! Dobbiamo arrestarli!- fece Syd
-Tesoro, ricorda che la nostra missione non è autorizzata! Tua madre ha
ragione, abbiamo Nadia, andiamo via!- fece Jack.
Sydney era riluttante a lasciare liberi Sark e Lauren, ma vi era
costretta. Jack prese Nadia in braccio, poi i tre uscirono dalla villa.
Non incontrarono ostacoli: Sark e Lauren avevano già ucciso le sette
guardie rimanenti.
Tornati a Los Angeles, Jack portò Irina, Nadia e Sydney in un rifugio.
-Tu e Nadia potete restare qui per un po’ finchè lei non si sarà ripresa.
Io devo trovare il modo di confessare che ho salvato Sloane- disse ad
Irina
-Grazie-
-Cosa pensi che ti faranno?- gli chiese Sydney
-Non lo so, ma negherò ogni tuo coinvolgimento in questa storia, quindi
dici a Vaughn di tenere la bocca chiusa-
-Non te lo permetterò! Per una parte sono stata anch’io tua complice, non
voglio che ti assuma tutte le responsabilità-
-Sydney, non discutere, so come comportarmi, sono uscito da situazioni
peggiori-
-Ne sei sicuro?-
Jack non rispose, infondo quella era la prima volta che simulava la morte
di un criminale e lo faceva scappare. Cambiò argomento –Dovrò dire anche
del Passeggero alla CIA-
Irina lo guardò –Non puoi farlo-
-Lo stanno cercando da mesi, e potrebbe essere un pericolo-
-Stai parlando di mia figlia, non di un’arma! Non permetterò che la
trattino come una cavia da laboratorio, voglio che abbia una vita normale-
-Che eufemismo! Tu hai ucciso William Vaughn perché l’ha portata via dalle
mani del KGB! Sai cosa le avrebbero fatto loro?-
-Certo che lo so! E non lo avrei mai permesso! Volevo proteggerla!-
-Adesso basta!- urlò Sydney –Sono stanca delle vostre liti, del rancore,
delle recriminazioni! Papà, tu non puoi prendertela con Nadia solo perché
è la figlia della mamma e di Sloane!-
-Sydney, non sai di cosa stai parlando!-
-Sì che lo so, papà! Tu continui a nasconderlo, ma lo so che ti fa male
che la mamma sia stata con Sloane. Siete due persone adulte, fareste
meglio a discuterne invece che a continuare ad aggredirvi l’un l’altro!-
Jack ed Irina rimasero in silenzio. Sydney sospirò –E comunque la cosa
migliore è lasciare andare Nadia….se Rambaldi aveva ragione, è pericoloso
per noi stare vicine. Ma prima deve riferirci il suo messaggio. Sloane la
sa ora…… ha detto che mi riguarda……ho bisogno di sapere-
-Io vado a casa, domattina presto devo essere alla CIA- disse Jack e se ne
andò.
-Papà…….-
-Lascialo andare Sydney, ha tutto il diritto di essere arrabbiato- disse
Irina
Sydney annuì –Prima di andare a salvare Nadia, ti ho detto che avevo delle
domande- le ricordò
-Vuoi sapere di William Vaughn?-
-Sì…ma prima dimmi di Nadia. Lei……sa di te? Insomma l’hai cresciuta tu?-
-Sydney, se credi che ti abbia lasciata per stare con Nadia, ti sbagli. Se
me ne andai, fu solo per lavoro, perché ero una spia russa-
-Questo lo so, non c’è bisogno che me lo ricordi. Rispondi alla mia
domanda-
-L’agente Vaughn riuscì a nasconderla bene, l’ho ritrovata solo dieci anni
fa. Aveva vissuto in Argentina con dei genitori adottivi, e all’epoca,
quando mi feci viva, era stata già reclutata dai loro servizi segreti-
-Che cosa le hai detto? Semplicemente che sei la sua vera madre, che sei
ricercata dal governo statunitense e che lei è una specie di chiave per
accedere al messaggio di un profeta vissuto migliaia di anni fa?-
-Sì, le ho detto tutto-
-Oh…- Sydney non era seria, non credeva che Irina le avesse raccontato
tutto –E come l’ha presa?-
- All’inizio credeva che fossi pazza. Mi disse di lasciarla in pace e io
lo feci, ma continuai a tenerla d’occhio, a proteggerla da lontano, come
ho fatto con te quest’anno-
Sydney accennò un sorriso: infondo era vero, la maggior parte delle volte
che era stata nei guai suo padre l’aveva salvata grazie all’aiuto di
Irina.
-Poi un anno dopo venne a cercarmi. Disse che l’avevano mandata a
recuperare un manufatto di un certo Rambaldi, e che aveva fatto delle
ricerche su di lui. Era terrorizzata all’idea di essere parte della sua
profezia. Da allora abbiamo mantenuto rapporti, ma con estrema segretezza-
-Non le hai mai detto della mia esistenza?-
-No, avevo paura che avrebbe voluto cercarti…..era troppo pericoloso.
Prima di consegnarmi alla CIA tre anni fa, le dissi semplicemente che per
un anno circa non ci saremo viste, che sarei stata con una persona molto
importante-
Sydney annuì, era tutto così….improvviso, forse. Sapeva solo che si
sentiva strana, non sapeva come reagire a quelle cose –E…..cosa hai fatto
in questi tre anni? Sei ancora interessata a Rambaldi?-
-Per un anno, quando ti credevamo morta, ha aiutato tuo padre a cercare i
colpevoli-
-Questo lo so-
-Per il resto……..non posso parlartene, mi dispiace. Non posso dire di aver
smesso di occuparmi di Rambaldi, ma non metterò mai a repentaglio la vita
tua o di Nadia per questa ossessione-
Sydney la guardò –Tu sei a capo di qualche organizzazione, vero? Sei
sempre stata un personaggio influente nel mondo dello spionaggio. Prima
eri l’Uomo, ora cosa sei? Dimmi che non sei il capo della Convenzione, ti
prego…..-
-Non sono il capo della Convenzione. Non avrei mai permesso che ti
facessero quello che ti hanno fatto-
-Ok, lascia perdere, forse è meglio che non lo sappia, o sarei costretta a
dirlo alla CIA, perché non tollero l’esistenza di nessuna organizzazione
criminale. Però………però quando si tratta di te non riesco a essere
imparziale perché, per quanto tu non abbia fatto niente per esserlo, sei
mia madre, e so che anche se una parte di me non vorrebbe vederti mai più,
l’altra starà male quando uscirai nuovamente dalla mia vita- , per la
seconda volta Sydney cercò di non piangere in presenza di sua madre, ma
non era tanto facile…
-Sydney…..- Irina si avvicinò e la abbracciò e lei scoppiò in lacrime tra
le braccia della madre per la prima volta dopo trent’anni.
Sark era disteso sul divano del suo ufficio alla sede di Los Angeles della
Convenzione, con un impacco di ghiaccio sul viso. Lauren entrò .
-Ucciderò Jack Bristow, lo giuro, quel figlio di puttana mi ha rotto il
naso!- disse Sark a denti stretti, Lauren intuì che era davvero
arrabbiato.
- Almeno siamo vivi…..la cosa davvero grave che non abbiamo noi il
Passeggero, ma loro-
-Non preoccuparti, una volta attuato il nostro piano il Passeggero sarà
nelle nostre mani- fece Sark
-Sei proprio sicuro che funzionerà?- gli chiese Lauren
-Sicurissimo-
Dopo quel momento di debolezza, Sydney ed Irina avevano ripreso a parlare.
-Ora perché non mi dici del padre di Vaughn? Mi è parso di capire che ci
sono altri dettagli di cui non sono a conoscenza- disse Sydney .
Irina stava per iniziare a parlare, quando sentirono dei passi provenire
verso loro: Nadia si era svegliata –Mamma? Che ci fai qui? Dove siamo?-
chiese disorientata. Irina si alzò e andò verso di lei –Siamo al sicuro,
tesoro- poi l’abbracciò. Nadia vide Sydney – Sei stata tu a salvarmi?-
Sydney non sapeva cosa dire, si limitò a sorriderle
–Grazie-
Irina e Nadia si sedettero di fronte a Sydney “Mia madre e mia sorella”
pensò lei. Non poteva perdere tempo a fantasticare, doveva chiedere della
profezia.
-Nadia, so che Sloane, l’uomo che ti ha rapita…-
-Mio padre-
-Sì…….tuo padre, so che ti ha iniettato il DNA di Rambaldi e che tu hai
detto qualcosa in seguito a questo. Dovresti dirlo anche a me, so che mi
riguarda-
-Mi dispiace, non ricordo assolutamente niente-
-Che cosa? Sei sicura?Insomma, come è possibile?-
-Forse è un effetto collaterale. Nadia, cerca di sforzarti, non ricordi
neanche un piccolo particolare? Qualsiasi cosa può esserci utile- le
chiese Irina.
Nadia ci pensò –Ricordo solo di aver provato un dolore lancinante, mi pare
di aver avuto le convulsioni-
-Nient’altro?-
-No, mi dispiace-
Sydney sospirò, come avrebbe fatto a scoprirlo? In quel momento era troppo
stanca per pensarci.
-Io……..forse è meglio che vada a casa, sono troppo stanca. Tornerò domani-
si alzò e si infilò la giacca, ma prima di uscire si ricordò di una cosa
–Mamma…..cosa stavi per dirmi su William Vaughn?-
Vaughn si trovava nell’appartamento di Sydney. Era molto preoccupato,
perché lei mancava da quasi due giorni. Era sicuro che fosse andata da
Nadia : e se le fosse successo qualcosa?
In quel momento sentì che la serratura della porta d’ingresso girava e si
voltò di scatto per vedere chi era: Sydney era appena entrata in casa.
Vaughn si precipitò verso di lei –Syd! Stai bene? – lei lo guardò:
sembrava essersi resa conto solo in quel momento che lui era lì.
-Vaughn……..che ci fai ancora qui?-
-Ero preoccupato per te! Sei stata fuori quasi due giorni e sapevo che
nonostante i miei avvertimenti eri andata a cercare Nadia-
-Lo hai detto alla CIA? –
-No, sapevo che non eri in missione autorizzata e non volevo metterti nei
guai. Sono rimasto qui ad aspettarti- la guardò bene: era stravolta
–Ehi…….c’è qualcosa che non va?- le chiese.
Sydney lo guardò, i suoi grandi occhi marroni erano lucidi per le lacrime
-Sydney…..- lei gli si gettò tra le braccia e lui la strinse a sé, senza
fare altre domande.
Un’ora dopo mancavano pochi minuti all’alba e Sydney aveva raccontato a
Vaughn cosa era successo negli ultimi due giorni, tutto tranne un
particolare.
-E così Nadia non ricorda niente……forse è meglio così, se uscirà presto
dalla tua vita non correrai più pericoli- disse Vaughn.
Sydney annuì –Perché piangevi quando sei tornata? Se è per tua madre…..-
-Non è per lei- lo interruppe Sydney
-E allora per cosa? Syd, non mi hai detto tutto, vero?-
-Hai ragione, c’è qualcosa che non ti ho detto perché non so come potresti
prenderla-
-Tu puoi dirmi qualunque cosa, lo sai-
-Questa non è una cosa qualsiasi……….Vaughn, io non so come dirtelo-
-Insomma, cosa può esserci di tanto grave? Abbiamo affrontato tante
difficoltà….-
-Riguarda tuo padre- disse Sydney tutto d’un fiato.
-Mio padre?-
-Sì. A mia madre ho chiesto anche di lui, lei ha un po’ esitato, ma alla
fine mi ha detto la verità, la versione intera intendo-
-Syd, mi stai spaventando, arriva al punto-
Sydney fece un profondo respiro – A quanto pare tuo padre era ossessionato
da Rambaldi tanto quanto lo è Sloane………sapeva che il Passeggero è la
chiave per conoscere il messaggio di Rambaldi e conosceva la profezia che
parla di me e di Nadia, così come il contenuto della pagina 47…-
-Non è possibile che sapesse tante cose……..insomma, la pagina 47 è stata
letta per la prima volta dalla CIA quattro anni fa. Noi c’eravamo-
-Vaughn, anche a me è sembrato strano, ma ho imparato che a questo mondo
tutto è possibile-
-Continua-
-Lui credeva fossi una minaccia per Nadia, che voleva assolutamente
proteggere-
-Sydney, qual è il punto?-
-Il punto è che lui voleva uccidermi. La sera che mia madre lo ha ucciso,
lui stava venendo a cercarmi…….aveva scoperto l’identità americana di mia
madre e che aveva avuto una bambina sette anni prima………-
-No……..no!Stai mentendo, è assurdo!-
-Vaughn, lo so che è difficile accettarlo, ma è andata così. Io non volevo
dirtelo, sapevo che saresti rimasto sconvolto……-
Vaughn si alzò –Io non credo a quello che dice tua madre. Irina Derevko è
un’assassina, una terrorista e dirò alla CIA che sai dov’è-
Anche Sydney si alzò –Vaughn, non puoi farlo! Ti rendi conto in che guaio
mi caccerei?-
-Deve finire in prigione! Quella donna ti sta manipolando! Sta sfruttando
il fatto che per la maggior parte della vita hai desiderato avere una
madre! Ma lei non potrà mai essere veramente tua madre, lo capisci?-
-Vaughn……ti prego non prenderla così, non lasciare che si frapponga un
altro ostacolo tra di noi!-
-Sydney, io non lo posso accettare. Tutta questa storia………è così
complicata……e non posso credere che mio padre fosse una persona del
genere. Una persona capace di uccidere una bambina per quello che dice una
stupida profezia. Non posso credere che avrebbe potuto uccidere proprio
te, la donna che amo di più sulla faccia della terra-
Sydney aveva il volto inondato dalle lacrime, la voce soffocata –Che cosa
vuoi dirmi con questo?-
-Voglio dire che credo siano tutte bugie e che troverò tua madre. La
troverò e la consegnerò alla CIA, costi quel che costi-
-Ti prego non farlo…..-
-Mi dispiace- Vaughn si avviò verso l’uscita
-Non te ne andare!- urlò Sydney, ma lui non si voltò
-Micheal! Micheal!- Sydney continuò a chiamarlo anche dopo che era uscito.
Si lasciò cadere sul divano –Non farlo, Micheal…………-
Sydney era sdraiata sul suo letto, il viso incollato al cuscino. Ora che
sembrava che le cose tra lei e Vaughn sarebbero potute andate meglio era
subentrato quest’altro intoppo. Perché la sua vita doveva essere sempre
così sbagliata? Era così strano pensare che il padre di Vaughn l’avrebbe
voluta morta…..ora sapeva come si sentiva lui sapendo che sua madre aveva
ucciso suo padre. Sembrava che tutto e tutti volessero separarli………..stava
cominciando a pensare che era destino che non sarebbero mai stati
nuovamente insieme. E pensare che lei non ci credeva neanche nel destino!
Pensò che avrebbe dovuto avvertire sua madre: e se Vaughn fosse riuscito
veramente a trovarla?
Non poteva rischiare…..Nadia aveva bisogno di Irina, se lei sarebbe finita
in prigione, come avrebbe fatto? Si alzò diretta verso il telefono, quando
avvertì la medesima sensazione di due giorni prima quando sua madre si era
intrufolata in casa: non era sola, c’era qualcun altro lì.
Si girò in direzione della camera da letto per prendere la pistola nel
comodino, ma non ci arrivò: qualcuno le mise un braccio intorno al collo
stringendo sempre più forte. Sydney si portò le mani al collo per cercare
di difendersi dal suo aggressore, ma lui era molto forte, sentiva che
stava per soffocare. Alzò lo sguardo per riuscire a vederlo in faccia e
vide la persona che più odiava in quel momento –Ciao Sydney- disse Lauren
con voce maligna. Sydney cominciò a dimenarsi ancora di più ma senza
successo.
–Tesoro, ti divertirai più tardi, ora dobbiamo andare- disse Sark, che a
Sydney parve sbucato dal nulla. Che cosa volevano da lei? Non erano tanto
stupidi da pensare che avrebbe consegnato sua sorella proprio a loro.
-Siete due bastardi! Lasciatemi andare- disse con voce strozzata. Sentiva
che stava per perdere conoscenza: ma perché non riusciva a liberarsi?
Possibile che Lauren fosse così forte?
-Spiacente bellezza, ma tu vieni con noi-, detto questo Sark le diede un
pugno e a quel punto Sydney svenne –Così ci darà meno fastidio……..portiamola
via-
In mattinata Jack tornò al rifugio dove si nascondevano Irina e Nadia.
-Jack….-
-Sydney è scomparsa-
-Cosa?- Irina pareva sorpresa
-Sono andata a prenderla per andare a lavoro, ma lei non era in casa e a
quanto vedo non è neanche qui- spiegò Jack
-No, non l’ho più vista da ieri notte. Non è neanche alla CIA?-
-No, ed è strano, quando và via per un po’ me lo dice sempre e comunque
non l’avrebbe fatto ora, data la situazione-
-Hai provato a chiedere a Vaughn? Forse è da lui- suggerì Irina
Jack cambiò espressione –Non ci ho pensato-
Irina sorrise –Non ti piace tanto, vero?-
-La questione non è se mi piaccia o meno. So solo che l’ha fatta soffrire
e che nella situazione emotiva in cui si trova ora per via della moglie
non può stare vicino a mia figlia-
-Tutto quello che dici sarà anche vero, ma non credo che a Sydney
importi……..ora che ci penso, forse è ancora sconvolta per quello che le ho
detto ieri-
-E cosa le avresti detto?-
Vaughn era davanti allo specchio e si stava mettendo la cravatta. Dopo la
lite con Sydney era tornato a casa e si era buttato sul letto, ma non era
riuscito a chiudere occhio: si sentiva male per come le aveva
parlato………….ma non riusciva a credere a quello che gli aveva detto, ed era
serio quando diceva di voler trovare e arrestare Irina Derevko…………non
sopportava che denigrasse suo padre e neanche che facesse il lavaggio del
cervello a Syd. Era già stato difficile accettare che suo padre fosse un
seguace di Rambaldi, ma era troppo pensare che fosse tanto ossessionato da
arrivare ad uccidere qualcuno. Suonarono alla porta e andò ad aprire:
davanti a lui c’era Jack Bristow. –Che cosa ci fa lei qui? – gli chiese.
Jack entrò senza neanche chiedergli il permesso e cominciò a perlustrare
la casa
-Ehi! Mi ha sentito?- Vaughn si stava arrabbiando.
-Mia figlia è qui?-
-La vede?-
-Sydney è scomparsa-
-Che cosa?-
-Non la trovo da nessuna parte-
-Forse voleva stare un po’ da sola-
-Perché dice questo?-
-Perché…….ieri sera abbiamo litigato, forse voleva schiarirsi un po’ le
idee-
-Lo sapevo che centrava lei. Se succede qualcosa a mia figlia…….-
-Ehi, si calmi! Sta parlando come se l’avessi rapita! Sydney è grande, sa
badare a se stessa-
-Le ha detto di suo padre, vero?-
-Lo sa anche lei?Ma perché mi sorprendo……..lei sa sempre tutto-
-A dire il vero non sapevo che suo padre avesse intenzione di uccidere
Sydney, l’ho saputo solo oggi. Sono sempre stato indignato per quello che
ha fatto mia moglie, per tutti gli agenti che ha ucciso, ma le dico una
cosa: se è vero che suo padre voleva fare del male a mia figlia, sono
felice che Irina lo abbia ammazzato-
Il volto di Vaughn era pieno di rabbia –Lei non conosceva mio padre,
quindi non si azzardi mai più a dire una cosa del genere! Lei non ha le
prove che lui volesse uccidere Sydney!-
-Irina le ha e me le ha mostrate: ci sono dei documenti, degli appunti che
lo provano-
Vaughn scosse il capo –No….-
-Si rende conto che sta facendo lo stesso errore che ha fatto con Lauren?
Lei sta negando l’evidenza-
-Ora le dico io una cosa: se non mi dice dove nasconde Irina Derevko, la
denuncio-
In quel momento squillò il suo cellulare –Pronto?-
-Salve agente Vaughn-
Vaughn aggrottò le sopracciglia –Con chi parlo?-
-Sono l’uomo che ti ha torturato la settimana scorsa-
-Sark- disse Vaughn, Jack lo guardò interessato.
-Vedo che ti ricordi!-
-Che cosa vuoi?-
-Sai, sono passato a casa della tua bella stamattina-
-Che cosa centra Sydney?- chiese Vaughn che ora era davvero incavolato.
-Quando si parla di Sydney diventi subito aggressivo………..ora lei è qui con
me e tua moglie e se non mi darai quello che voglio, quello che ti ho
fatto l’ultima volta che ci siamo incontrati non sarà niente in confronto
a quello che farò a lei. Peraltro Lauren muore dalla voglia di torturarla-
-Brutto figlio di puttana! Se la tocchi giuro che ti ammazzo!-
-L’accordo è semplice: il Passeggero in cambio di Sydney. Se non sai come
procurartela chiedi a Jack Bristow……l’avrei fatto di persona, ma mi piace
troppo farti incazzare-
-Sei uno str***o!-
-Mi farò sentire presto. Pensa a quello che ti ho detto- Sark riattaccò.
Vaughn guardò Jack –Sark e Lauren hanno Sydney-
Jack aveva condotto Vaughn nel rifugio. Una volta arrivati, lo fermò:
-La avverto, non cerchi di sfruttare l’occasione per catturare Irina, ora
dobbiamo pensare solo a Sydney e lei può esserci d’aiuto-
-Crede davvero che catturare sua moglie per me sia più importante del bene
di Sydney? Se è così, non mi conosce affatto. Non lo farei mai-
Jack annuì, poi entrò nel rifugio seguito da Vaughn -Irina!-
Lei spuntò da un angolo –Sono qui- vide Vaughn –Salve agente Vaughn-
Lui le fece un semi-sorriso forzato: era il massimo che gli riusciva
davanti a quella donna.
-Sappiamo dov’è Sydney: l’hanno rapita Sark e Lauren-
-O mio Dio….-
-In cambio della sua vita vogliono Nadia-
-Che cosa? Jack……….non posso sacrificare una delle mie figlie per
l’altra…….è una cosa abominevole!-
-Non voglio che sacrifichi Nadia. La porteremo al luogo dello scambio, nel
frattempo uno di noi sarà nascosto lì vicino e attaccherà Sark e Lauren di
soppiatto-
Irina si morse il labbro –Potrebbe essere rischioso-
-Voglio farlo, mamma-
-Nadia! Dovresti riposare!-
-Sto bene adesso e voglio farlo. Sydney mi ha salvato e ora tocca a me
salvare lei-
Vaughn la osservò bene: non che potesse dire che era identica a Sydney, ma
aveva qualcosa che gliela ricordava. Forse era la determinazione che aveva
dimostrato oppure il mento………..o semplicemente il fatto che lui sapeva che
lei era sua sorella. Somigliava anche alla madre, anche se non quanto
Sydney, mentre non le ricordava per niente Sloane: era troppo bella per
poter sembrare sua figlia. Mise da parte quei pensieri.
-Credo dovrebbe essere Irina ad attaccare alle spalle Sark e Lauren. Loro
si aspettano che sia io che Jack saremmo presenti allo scambio- disse
-Vaughn ha ragione, faremo così- acconsentì Jack
-D’accordo, spero che funzioni- fece Irina
-Deve funzionare- sottolineò Jack.
Il cellulare di Vaughn squillò : tutti lo guardarono. Lui fece un respiro
profondo e rispose:
-Pronto?-
-Hai il Passeggero?- era Sark.
-Sì-
-Bene, allora ci vediamo tra sei ore a Malibù, sul molo vicino alla
spiaggia-
-Perché sulla spiaggia?-
-Perché mi va così-
-Ascoltami bene, Sark. Se tu o Lauren torcete un solo capello a Sydney,
giuro che vi inseguirò in capo al mondo e quando vi troverò vi farò
rimpiangere di essere nati-
-Ma io non le farò niente! Sarebbe un peccato sfregiare quel bel
visino……….ma non garantisco per Lauren-
-Se le fai del male, niente Passeggero-
-Se non mi consegni il Passeggero, non vedrai mai più Sydney-, detto
questo Sark attaccò.
-Cosa ha detto?- chiese Jack
-Vuole che portiamo Nadia tra sei ore a Malibù-
-Malibù?-
-Lo so, è sembrato strano anche a me-
-Hai parlato con Vaughn?- chiese Lauren a Sark quando entrò nella stanza
-Sì, vedrai che andrà bene, non farebbe mai qualcosa che gli impedisse di
rivedere quella ragazza viva-
-Già, ma è anche un tipo maledettamente corretto. Potrebbe aver
architettato un piano con Jack Bristow e Irina Derevko-
-In quel caso abbiamo il mare dalla nostra parte- disse Sark
Lauren sorrise, poi lo baciò appassionatamente –Andiamo di là?- le propose
lui.
-Non ora, Sydney mi aspetta- rispose Lauren con un sorriso malvagio
-Ok, ma vacci piano: ci serve viva……almeno per ora-
-Sta tranquillo-
Lauren scese nella cantina dove avevano rinchiuso Sydney. Lei era legata
ad una sedia ed imbavagliata, ma non la smetteva di agitarsi.
-Sydney, calmati!- Lauren le tolse lo straccio legatole intorno alla bocca
che le impediva di parlare.
-Lauren, sei solo una str***a! Che cosa speri di ottenere avendomi
rapito?-
-Sto per ottenere quello che voglio: tra meno di sei ore il tuo caro
Vaughn mi consegnerà il Passeggero, o tua sorella Nadia, se preferisci-
-Non lo farà mai!-
-Sì che lo farà……….lui farebbe di tutto per te. Per due anni sono stata
costretta a vivere con un uomo che non faceva altro che aggrapparsi al
passato, a pensare ad una donna di nome Sydney che aveva amato tempo prima
e che ora era morta. Poi tu sei ricomparsa ed è stato peggio. Ogni volta
che stava con me, io sapevo che in realtà pensava a te e mi chiedevo:
dovevano assegnare proprio a me un tale perdente? Un uomo che passa ogni
singolo minuto della sua giornata a pensare ad una donna? Ad un certo
punto stava anche per lasciarmi per te, ho dovuto sacrificare mio padre
per evitarlo. Per non parlare di tutte le volte che mi hai messo i bastoni
tra le ruote. Tu mi hai causato non pochi problemi, Sydney Bristow e te la
farò pagare per questo-
Sydney scoppiò a ridere, una risata di scherno
-Che diavolo hai da ridere?- le chiese Lauren
-Tu. Sei ridicola…….non vincerai mai e sai perché? Perché io ho dalla mia
parte persone che mi amano e tu no. Certo, se non contiamo Sark. Ma dubito
che a lui interessi qualcosa di te, oltre alle tue prestazioni sessuali-
Lauren le diede un pugno, poi prese quella che sembrava una piastra per
capelli, ma Sydney dubitava che volesse usarla per la messa in piega.
-Vediamo se ora hai ancora voglia di ridere-
Vaughn era seduto su una sedia nel rifugio e non riusciva a pensare ad
altri che a Sydney.
Sapeva che Lauren la odiava: cosa le stava facendo in quel momento? Il
solo pensiero lo fece sentir male. Irina si sedette affianco a lui
–Salveremo Sydney, vedrà-
-Questo lo so-
-Sta facendo un gran sforzo per non aggredirmi, vero? Specialmente ora che
sa la verità e non vuole accettarlo-
-Io non crederò mai e poi mai a quello che dice su mio padre-
Irina gli porse un fascicolo –Queste sono ricerche che suo padre fede su
di me e sulle mie figlie. Ci sono i suoi appunti, le sue firme…….lo feci
recuperare dopo averlo ucciso perché non volevo che qualcuno arrivasse a
Sydney o a Nadia-
-E ora lo ha con sé solo per caso?-
-No. Sapevo che Sydney mi avrebbe fatto delle domande e che non mi avrebbe
creduto senza delle prove. Quando la rividi tre anni fa le nascosi tutto,
ma ora ho capito che a questo punto non potevo più farlo. Tenga questo
fascicolo, lo legga e poi giudichi lei stesso-
Vaughn prese il fascicolo, Jack si avvicinò –Muoviamoci, l’appuntamento è
fra tre ore-
Tre ore dopo Jack, Vaughn e Nadia stavano aspettando l’arrivo di Sark e
Lauren. Irina si era già nascosta. Videro un’auto avvicinarsi : erano
loro. Uscirono dalla vettura, Sark sosteneva una Sydney sfinita. Li
raggiunsero sul molo
-Cosa avete fatto a mia figlia, bastardi?- chiese Jack infuriato
Sark fece una faccia innocente -La bionda non ha saputo trattenersi-
Vaughn lanciò a Lauren un’occhiataccia disgustata e lei contraccambiò con
un sorriso.
-Allora, facciamo lo scambio sì o no?- chiese Sark
-Prima vogliamo Sydney qui- disse Vaughn
-O abbiamo prima il Passeggero o non se ne fa niente-
Vaughn sospirò, poi guardò Nadia- Sono pronta- disse lei
-D’accordo- disse Vaughn a Sark.
Nadia si diresse verso Sark e Lauren –Brava, ora devi lasciarti legare-
Nadia lo fece
-Ora dateci Sydney- disse Jack
-Certo- disse Lauren e fece per dirigersi verso di loro con Sydney, ma
all’ultimo momento si voltò di scatto e la gettò in mare.
-Sydney!!!- urlarono Jack e Vaughn all’unisono.
Da quel momento fu il caos: Irina uscì allo scoperto riuscendo a prendere
Nadia, Sark la inseguì, Jack e Lauren iniziarono un’agguerrita sparatoria
mentre Vaughn si era immediatamente gettato in mare per salvare Sydney.
Sark tornò dall’inseguimento senza Nadia: lei e Irina erano riuscite a
scappare. Sparò da dietro a Jack, che non lo aveva visto. L’uomo si
accasciò a terra.
-Lauren, dobbiamo andare!- urlò Sark
-E il Passeggero?-
-L’ho perso. Dobbiamo andare!-
Lauren guardò verso il mare, ma non c’erano segni di Sydney e Vaughn.
Sorrise, poi fuggì con Sark
Intanto Vaughn era riuscito a portare Sydney sulla spiaggia: lei non
respirava
-Sydney!-
Le fece più volte la respirazione artificiale –Andiamo!Sydney, svegliati!-
Continuò a cercare di rianimarla –Forza………..ti prego, Syd!-
Lei iniziò a tossire per cacciare l’acqua che aveva in bocca: era salva.
Aprì gli occhi –Vaughn?-
-Sì, sono io. Va tutto bene, sei salva ora- le baciò la fronte, poi la
strinse.
-Sydney!- Jack li aveva raggiunti e corse ad abbracciare la figlia
-Papà!Stai bene?-
-Sì, Sark mi ha sparato ma avevo il giubbotto antiproiettile. Tu come
stai?-
-Bene ora. E Nadia e la mamma?-
-Sono scappate…….non credo che le rivedremo tanto presto-
Un paio di giorni dopo Sydney era nella sua cucina, con una tazza di tè
fumante davanti.
Aveva chiesto un paio di giorni di ferie per riprendersi, Lauren l’aveva
conciata piuttosto male, ma ora stava molto meglio. Suo padre aveva detto
la verità alla CIA: stranamente non era stato perseguito, forse perché
voleva solo trovare il Passeggero. Sydney non aveva avuto più notizie di
sua madre e sua sorella, ma non si meravigliava: Irina Derevko non poteva
permettersi di fare una telefonata alla figlia per dirle come stava. Per
quanto riguardava Vaughn………non avevano più affrontato l’argomento
“genitori”. A dire il vero non lo vedeva da due giorni. Probabilmente le
cose non si sarebbero mai aggiustate. Squillò il telefono e lei andò in
salotto a rispondere
-Pronto?-
-Sydney, sono la mamma-
Sydney rimase sorpresa . -Non preoccuparti, questa è una linea sicura-
disse Irina
-Come state tu e Nadia?-
-Bene, e tu?-
-Sto bene-
-Mi dispiace di essere sparita così, senza assicurarmi che stessi bene, ma
dovevo lasciare il paese al più presto-
-Lo so, non preoccuparti-
-Sydney, probabilmente passerà molto tempo prima di rivederci, non mi è
possibile restare a lungo in America, ma se avrai bisogno di aiuto, dici a
Jack di contattarmi. Lo so che è arrabbiato e che non abbiamo avuto il
tempo di chiarirci, ma digli di farlo, ok?-
-D’accordo-
-Ora devo andare…………….cerca di riguardarti Sydney, ok? E cerca di chiarire
le cose con Vaughn, buttatevi alle spalle il passato. Vivi la tua vita-
A Sydney sembrò che la madre stesse piangendo mentre le diceva questo
-Ci rivedremo, prima o poi…………ti voglio bene, Sydney. Lo so che non sono
mai stata una madre per te, ma ti voglio bene-
Sydney si lasciò scendere una lacrima sul viso –A volte lo sei stata………ti
voglio bene anch’io…….nonostante tutto- Irina riattaccò. Ecco, ci era
cascata di nuovo: si era di nuovo illusa di avere una madre e lei se ne
era già andata. Si asciugò la lacrima.
Suonarono alla porta e andò ad aprire: era Vaughn.
-Ciao, posso entrare?- chiese lui
-Sì-
Vaughn entrò –Volevo venire prima, ma volevo prepararmi un discorso……..volevo
trovare le parole giuste per parlarti…….ma ora non ricordo più niente-
-Vaughn, cosa c’è?-
-Avevi ragione su mio padre. Ho letto il fascicolo che mi ha dato tua
madre…….non posso più negarlo. Syd, mi dispiace da morire…..come ti ho
parlato, quello che ti ho detto….non avrei dovuto-
-Non devi scusarti, avevi tutto il diritto di arrabbiarti-
-Non cercherò più di catturare tua madre, ho capito che non mi aiuterà,
niente potrà far sì che riesca a perdonare mio padre. Se fosse riuscito
nel suo intento……se ti avesse ucciso………non posso neanche pensarci-
-Vaughn……..-
-Sydney, l’unica cosa che voglio è stare con te. Capirò se tu non vorrai
perdonarmi per tutto quello che ti ho fatto passare, ma volevo che lo
sapessi-
-Vaughn, io non sono arrabbiata, non più. La mia unica paura è che il
fantasma di Lauren o dei nostri genitori viva per sempre tra di noi-
-A me non importa assolutamente niente di Lauren, e non permetterò che
quello che hanno fatto i nostri genitori ci separi. Insomma, Syd………io ti
amo, ti amo con tutto me stesso-
Sydney sorrise –Anch’io ti amo tanto-A quel punto lui la baciò e Sydney
ebbe la sensazione che niente più al mondo avrebbe potuto dividerli………..finalmente
nella sua vita c’era qualcosa di giusto.
POSTFAZIONE DELL'AUTRICE:
E così sono riuscita a concludere la mia prima fan fiction su Alias! Spero
che vi sia piaciuta almeno un pochino...
Volevo dedicare questo racconto a mia sorella Angela che, anche se non ama
molto le fanfiction, si è prestata a leggere la mia prima che la facessi
pubblicare sul web! E naturalmente dedico questo racconto anche a tutti
quelli che avranno la pazienza di leggerlo... se ce ne saranno! |