ALIAS Italia

ALIAS ITALIA

FANFICTION

Scritto da Anto87
Riassunto: La vita di Sydney viene nuovamente sconvolta quando Irina fa la sua ricomparsa dicendo di volerla aiutare a ritrovare la sorella Nadia. Sydney non sa che la madre nasconde anche un segreto che potrebbe cambiare per sempre il suo già delicato rapporto con Vaughn...

Data di composizione: 8-14 agosto 2004.
Periodo di svolgimento: dopo l’episodio 3.20.
Adatto a: tutti.

DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Alias Italia – Il dossier Sydney Bristow", e che tutti i personaggi della serie "ALIAS" utilizzati sono di proprietà ABC, Bad Robot – Touchstone Television e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro.

NOTA DELL'AUTRICE: ho iniziato a scrivere questo racconto dopo la messa in onda dell'episodio 3.20, e anche se l’ho finito dopo che la conclusione della 3^ stagione era già stata trasmessa, non sono stata minimamente influenzata, quindi non pensate proprio a quello che si scopre negli ultimi episodi perchè non coinciderà niente: nel racconto c’è la mia interpretazione dei fatti, interpretazione che ho dato prima di sapere tutto, basandomi sulle informazioni avute dai primi 20 episodi della terza serie (es: nel mio racconto Nadia non disegna una mappa quando le iniettano il liquido di Rambaldi, ma comunica semplicemente il suo messaggio oralmente).
Inoltre volevo precisare che ho un po' alterato il carattere di Irina, evidenziando più che altro il suo lato materno, quindi non stupitevi se vi apparirà un tantino più debole di quello che è nella serie.

Le colpe dei genitori

Sydney Bristow era accoccolata sul suo divano, con una tazza di caffè tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto. Nel giro di un paio di giorni la sua vita aveva subito una svolta radicale(di nuovo): non solo aveva scoperto di avere una sorella, Nadia, figlia di sua madre Irina Derevko e di quello che era a lungo stato il suo acerrimo nemico, Arvin Sloane, ma era anche venuta a conoscenza che la suddetta sorella era il Passeggero che lei e la CIA cercavano da quasi un anno. Per completare il quadro c’era infine la profezia di Rambaldi svelatale da Vaughn: se la Prescelta (lei) e il Passeggero (Nadia) si scontreranno, ne usciranno entrambe distrutte. Che bella prospettiva! Non aveva ancora accettato che uno scienziato vissuto tanti secoli fa, abbia scritto una profezia che la riguardasse, una profezia che per di più diceva che lei sarebbe stata la rovina del mondo. Perché la sua vita doveva essere tanto complicata? Ora Sloane aveva rapito Nadia e lei era sicura che volesse usarla per scoprire il messaggio di Rambaldi. Doveva trovarla, non avrebbe permesso a Sloane di fare il suo gioco. All’inizio aveva quasi creduto alla storia del padre preoccupato per la figlia che non ha mai conosciuto, aveva incominciato a pensare che anche lui avesse un cuore, che volesse instaurare un rapporto con Nadia, ma quando era fuggito portandosela via aveva capito di aver commesso un macroscopico errore. Non sapeva ancora cosa pensare di Nadia: dopo l’esperienza avuta con sua madre non voleva illudersi, ma di una cosa era sicura: non poteva lasciarla nelle mani di quell’arrivista di Sloane. E in tutto questo, con tutti i guai che c’erano nella sua vita, continuava comunque a pensare a lui: Micheal Vaughn continuava ad essere costantemente presente nei suoi pensieri. Era come una droga, forse anche peggio, specialmente da quando lo aveva perso dopo i due anni in cui era stata rapita dalla Convenzione. Ogni volta che lo vedeva con Lauren sentiva una fitta al cuore…………..per mesi aveva cercato di non pensarci, di negarlo in qualche modo, ma la verità era che odiava quella donna. E non solo perché le aveva portato via l’uomo che più amava al mondo, ma anche perché avevano scoperto che era un’agente doppiogiochista della Convenzione. Li aveva traditi tutti, ma più di tutti aveva tradito Vaughn e, anche se la cosa suonava terribile, ne era quasi felice. Almeno lui ora sapeva con chi aveva a che fare, e aveva capito i suoi errori. Avrebbe quasi voluto essere felice della situazione in cui ora si trovava lui, infondo la aveva fatta soffrire tanto, ma non ci riusciva, non poteva volergli male, non avrebbe mai potuto…… lo amava troppo. In un certo senso questa era la sua condanna, ma non se ne pentiva…….amarlo era ,nonostante tutto, una delle cose migliori che le fossero mai capitate.
Forse ora ci sarebbe stata la possibilità di tornare insieme, ma sentiva che le cose erano ancora maledettamente complicate: non solo non sapeva se sarebbe riuscita a mettere da parte tutto quello che era successo, ma sentiva anche che il fantasma di Lauren avrebbe continuato ad aleggiare tra loro. Suo padre continuava a pensare a sua madre, a trent’anni dal suo tradimento………..e se Vaughn avrebbe fatto lo stesso?Non sapeva neanche se lui voleva stare di nuovo con lei……………Dio, era piena di dubbi. Il telefono che squillava interruppe il flusso dei suoi pensieri. –Pronto?-
-Sydney sono io- rispose dall’altro capo del telefono la voce ferma di Jack Bristow.
-Papà….notizie di Sloane?-
-Non ancora, ma ho controllato, posso individuarlo dai suoi spostamenti finanziari. Forse ha comprato una casa dove nascondersi-
-Ma sarà stato molto attento a non lasciare tracce….Forse avrebbe più possibilità Marshall di trovarlo-
-Di sicuro, ma non deve sapere nessuno che Sloane è vivo……NESSUNO, Sydney, mi hai capito?Se dovesse succedere, saremmo entrambi nei guai-
Syd sospirò -Come vuoi…..chiamami quando hai notizie- detto questo riattaccò. Aveva una brutta sensazione riguardo a quella storia…..forse non sarebbe finita tanto presto.

Micheal Vaughn si trovava in un letto d’ospedale, ancora dolorante a causa delle torture inflittegli da Sark. Non riusciva a pensare ad altro che alle cose rivelategli da Brill…….non riusciva ancora a crederci. Per tutti quegli anni aveva pensato a suo padre come a un modello da seguire, come ad un agente valoroso che non aveva niente a che fare con le cose assurde che gli capitavano davanti tutti i santi giorni, come le profezie di Rambaldi. E invece anche suo padre era un suo seguace, uno di quei pazzi il cui unico scopo nella vita era quello di scoprire cosa avesse in mente, proprio come Sloane. In più non era un semplice agente come aveva sempre creduto, ma faceva parte di una sezione segreta della CIA………no, non poteva accettarlo, era troppo dura per lui. Come se non bastasse, aveva nascosto la sorella di Sydney, l’aveva portata via da sua madre: ecco il vero motivo per cui Irina Derevko lo aveva ucciso. Così il legame tra lui e Sydney diventava ancora più complicato: le loro famiglie apparivano sempre più legate, e sentiva che c’era ancora qualcosa che gli sfuggiva. Eppure, anche se era la figlia della donna che gli aveva portato via suo padre, non poteva fare a meno di amarla………e non riusciva a non pensare a quanto l’avesse fatta soffrire quell’ultimo anno a causa di lui e Lauren…….già, Lauren…….ora come ora le uniche cose che provava per lei erano un profondo disprezzo e un odio atroce. Lo aveva tradito, aveva tradito la sua fiducia e quella di tutta l’agenzia. Dio solo sapeva quanto questo gli facesse male………cominciava a capire cosa avesse provato Jack Bristow nella medesima situazione. Ma, infondo, era stato più fortunato, perché, mentre Jack amava profondamente la moglie, il suo cuore invece era sempre appartenuto a Sydney. Certo, aveva nutrito un profondo affetto per Lauren, ma non la aveva mai amata veramente, se ne era solo servito per dimenticare Syd, per continuare a vivere. Più volte si era sentito colpevole nei confronti di Lauren per quella realtà, ma ora ogni senso di colpa era scomparso. E, in quel momento, l’unica cosa che desiderava era vedere Syd………voleva vederla…….In quell’istante bussarono alla porta.-Avanti- disse lui speranzoso. Weiss entrò nella stanza. –Ah, Weiss, sei tu-
-Deluso? Ti aspettavi che fosse qualcun altro?-
-Scusa, è solo che…..-
-Credevi fossi Syd,o meglio, lo speravi. Tranquillo amico, lo so-. Prese una sedia e si sedette vicino al suo letto. –Non prendertela se non viene spesso a trovarti. Siamo tutti assorti dalla ricerca del Passeggero-. Vaughn inarcò le sopracciglia –Il Passeggero? Ma Syd non vi ha detto niente?...-
Ora era Weiss ad aggrottare le sopracciglia- Di che parli?-
Possibile che lei non avesse detto niente all’Agenzia? Eppure l’aveva avvertita, le aveva detto che era pericoloso per lei avere contatti con sua sorella. -Lei è ancora coinvolta nel caso? Ma non dovrebbe…….io le ho detto di lasciar perdere-
-Vaughn , non ti seguo…vuoi spiegarmi meglio?-
Vaughn voleva dire tutto a Weiss, ma sentiva che non era il caso, almeno per il momento. Sentiva che Syd aveva ignorato il suo avvertimento. Era così testarda……probabilmente voleva fare luce sulla faccenda o semplicemente vedere ancora la sorella. Lui non era il tipo che credeva a certe cose, ma negli ultimi anni, da quando aveva conosciuto Syd, era cambiato. Anche se non fosse stato vero quello che diceva Rambaldi, non poteva rischiare Syd……non la avrebbe più persa, mai più.
Decise di mentire a Weiss. –Scusa, ma sono ancora un po’ stordito. Credo di non essermi ripreso del tutto. – Hai ragione, non hai una bella cera- osservò l’amico
-Mille grazie!-
-Ti lascio riposare, tornerò più tardi-
-Va bene, grazie per la visita- Weiss uscì dalla stanza. Vaughn sospirò: non gli piaceva mentire a Weiss. Lui era un vero amico, non lo aveva mai lasciato solo. Ma in quel momento l’unica cosa di cui gli importava era Sydney……doveva andare da lei.

Sark entrò nella sede operativa della Convenzione di Los Angeles. La CIA non immaginava che ce ne fosse una proprio sotto il suo naso, era impossibile, infondo avevano una copertura sicurissima.
Vide Lauren intenta a fare delle ricerche al computer –Che fai tesoro?-
-Cerco di infiltrarmi nella rete della CIA, potrebbero avere informazioni su dove si trova il Passeggero- Sark le chiuse il computer portatile.
-Credo proprio che sia un’ipotesi da escludere. La CIA crede che Sloane sia morto, così come lo credevamo anche noi fino a poco tempo fa. Ed è lui ad avere il Passeggero. Gli unici lì dentro che lo sanno sono la tua amica Sydney e suo padre. Ah, e anche tuo marito probabilmente, dato che l’agente Bristow gli dice sempre tutto-
-Ti sarei grata se smettessi di chiamare Vaughn mio marito-
-E perché mai? Per la legge siete ancora sposati-
-Sai meglio di me che me ne infischio della legge. Tornando a parlare di lavoro, come pensi di rintracciare il Passeggero?-
-Semplice, basta seguire gli spostamenti di Bristow & company . Ha il cuore troppo tenero per non cercare di salvare la sorellina appena ritrovata-
-Bene, questo non sarà troppo difficile- Lauren si alzò e si diresse verso la porta.
-Dove vai?-
-Torno a casa, amore-

Dopo la telefonata di Jack, Sydney si era appisolata sul divano. Qualcuno iniziò a bussare insistentemente alla porta, e lei si svegliò di soprassalto. Andò ad aprire –Vaughn! Che ci fai qui? Dovresti essere in ospedale!-
-Posso entrare?-
-Certo- Vaughn entrò e Sydney notò che si muoveva a fatica. Lui continuava a guardarsi intorno, era la prima volta che entrava in quella casa .
-Allora, vuoi spiegarmi? Weiss mi ha detto che ti dimettevano fra tre giorni, sei ancora debole-
-Sono scappato dall’ospedale-
-Cosa? Sei impazzito? Devi tornarci subito, non sei ancora nelle condizioni di farti una passeggiata nei pressi della spiaggia-
-Sono qui per te, non per la spiaggia- Disse quelle parole con un’espressione estremamente seria, Sydney capì che c’era qualcosa che non andava- Cosa è successo?- gli chiese
-Prima devo sedermi, scusa……-
-No, figurati……- visto che si reggeva a stento in piedi, si precipitò ad aiutarlo- Te lo dicevo che sei ancora debole- I due si sedettero sul divano –Syd…..so che non hai detto alla CIA della profezia-
Syd fu presa alla sprovvista. Non pensava che Vaughn l’avesse saputo così presto. Non è che non avesse considerato il suo avviso, ma lei doveva ritrovare Nadia, non poteva rinunciare.
-Ah, l’hai saputo-, riuscì a dire solo questo.
-Ti ho spiegato che rischi la vita correndo dietro a tua sorella, perché vuoi continuare a farlo?-
-Vaughn cerca di capire…-
-No, non voglio capire. Abbiamo già avuto conferma che ciò che riguarda Rambaldi è pericoloso. Se questa profezia fosse giusta, tu saresti destinata a scontrarti con tua sorella e a morire. E io questo non posso permetterlo-
-Micheal, lei è mia sorella, non posso lasciarla…..- “a Sloane” stava per dire, ma si bloccò. Vaughn non sapeva che Sloane era vivo. Suo padre si era raccomandato di non dirlo a nessuno, ma lei sapeva che Vaughn non la avrebbe mai tradita.
-Syd, scusa se te lo dico , ma non sai niente di tua sorella. Potrebbe rivelarsi della stessa pasta di tua madre. Ricorda che è anche figlia di Arvin Sloane- le disse intanto Vaughn.
Sydney abbozzò un sorriso divertito. -Parli esattamente come mio padre-
-Per quanto io e tuo padre ci troviamo spesso in disaccordo, stavolta gli do ragione-
-Ci sono cose che non sai….-
-E allora dimmele. Syd, non escludermi da questa cosa-
Sydney sospirò, poi si apprestò a raccontare –Sloane è vivo-
-Cosa?-
-Non interrompermi, ti prego. Mio padre gli ha dato qualcosa che ha contrastato l’effetto del veleno. Lui non era colpevole di quello di cui era stato accusato, mio padre ne aveva le prove, ma ci ha messo un po’ a decidere di usarle, perché si sentiva ferito dopo aver saputo che mia madre aveva avuto una storia proprio con Sloane. Quando si è deciso era troppo tardi, quindi è ricorso a questo espediente. Lui ci serviva per trovare Nadia, mia sorella. Ma una volta trovata, l’ha rapita e ora non sappiamo dove sia. Io so solo che farà di tutto per scoprire il messaggio di Rambaldi. Ora capisci perché devo trovarla? Non posso permetterlo-
Vaughn si massaggiò la fronte, Syd lo guardò -Lo so è complicato. Ti prego non farne parola con nessuno o saremmo nei guai . Mio padre mi aveva detto di non dirlo a nessuno, si arrabbierà moltissimo quando lo saprà…….Ma di te io mi fido- Vaughn la guardò profondamente e per un attimo lei si perse nell’immensità dei suoi occhi verdi …..sì, solo per un attimo , perché da quando era tornata non riusciva più a sostenere il suo sguardo senza cambiare colorito, proprio come prima che si mettessero insieme. Le sarebbe piaciuto non essere più impacciata e tornare a fissarlo per ore, come faceva ai bei tempi……
-Cos’hai?- le chiese lui facendola tornare alla realtà
-Niente- Vaughn le prese la mano –Sydney…….- lei tornò a guardarlo
-Non dirò a nessuno di Sloane, ma devi promettermi che una volta che avrai trovato Nadia la farai uscire dalla tua vita-
-Io…-
-Ti prego…….non posso neanche concepire l’idea di perderti di nuovo-
Sydney sorrise -Lo so- Era vero, glielo aveva detto anche in precedenza e lei non lo aveva scordato. Ma non poteva prometterglielo. –Mi dispiace…..non posso. Non me la sento di prometterti qualcosa che so che non potrei mantenere-. Vaughn abbassò lo sguardo.
-Ce l’hai ancora con me per non aver lasciato Lauren quando è morto suo padre?-
-Non ce l’ho mai avuta con te per quella storia. Ci sono stata male, lo ammetto, ma non te ne ho mai fatta una colpa. Tu sei una persona buona, quando abbiamo saputo della morte del senatore Reed, sapevo che non avresti lasciato Lauren sola, ma ho voluto illudermi lo stesso, ho voluto continuare a pensare al caffè che avremo preso insieme-
-Non avrei dovuto prometterti niente………è solo che…io volevo davvero lasciarla. Se avessi saputo chi era Lauren in realtà…….-
-Non pensarci più-
Vaughn sospirò -Sono così stanco…..-
-Perché non dormi un po’? Riposa sul mio letto, ti farà bene-
-Ok, grazie-
Sydney lo condusse in camera da letto. Vaughn si stese –Puoi stare qui quanto vuoi- disse Syd e fece per uscire dalla stanza, ma lui la afferrò per un braccio – Aspetta…-, lei si sedette sul letto
-Promettimi almeno che non andrai a cercare Nadia mentre dormo- Sydney sorrise –Te lo prometto-
Lui sorrise debolmente -Resta qui con me- Syd lo guardò ad occhi sbarrati, come per fargli capire che non era una buona idea –Non ti faccio niente, voglio solo starti vicino-.
Sydney si stese affianco a lui ed ecco che si ritrovarono vicini come non lo erano da tempo, l’uno rivolto verso l’altro, lui che non accennava a lasciarle la mano. Continuavano a guardarsi, ininterrottamente, e stavolta Sydney non distolse lo sguardo: si sentiva come se le cose tra loro non fossero mai cambiate.

Nello stesso momento Sark e Lauren li stavano osservando da una stanza nascosta nella casa dove lei aveva vissuto fino a poco prima con Vaughn. C’erano un paio di monitor su cui potevano vedere cosa succedeva a casa di Sydney, a casa di Jack e nella sede centrale della CIA. Lauren era riuscita a piazzare un paio di cimici in tutti quei luoghi quando era ancora sotto copertura, e non erano ancora state scoperte.
-Ma che carini!- esclamò Sark mentre guardavano Sydney e Vaughn da uno dei monitor –Non dirmi che siamo venuti fin qui rischiando le chiappe solo per vedere questa scenetta stile romanzo rosa!-
-Non dire sciocchezze, vedrai che prima o poi ci riveleranno qualcosa di utile-
-Lo spero cara, perché stare nella tua ex casa non è esattamente sicuro per noi. Sicuramente la CIA la tiene sotto controllo- Lauren non si premurò di sprecare altre parole.
-Certo che sono proprio dei babbei- commentò Sark tornando a guardare Sydney e Vaughn –Invece di fare sesso, dormono- Lauren continuava a non dire niente. Sark sapeva che anche se a Lauren non importava più di tanto del marito, quei suoi discorsi le davano fastidio. Infondo era sempre una donna ferita nell’orgoglio perché il marito preferiva un’altra. E lui adorava stuzzicarla.
-Immagino che questo voglia dire che si amano davvero. Lui ti ha mai detto che “voleva solo starti vicino”?-
-E tu hai mai pensato che faresti meglio a sprecare le tue energie sul lavoro anziché a cercare di farmi perdere le staffe?-
-Sempre con la risposta pronta…. è per questo che mi piaci-

Sydney si svegliò dopo una mezz’oretta. Senza volerlo, si era appisolata anche lei. Vaughn era ancora accanto lei e dormiva profondamente. La sua mano era ancora in quella di lui. Aveva dimenticato com’era bello svegliarsi e vedere come prima cosa il suo volto….se fosse dipeso da lei, sarebbe rimasta così in eterno.
All’improvviso sentì un rumore. Facendo attenzione a non svegliare Vaughn, si alzò e uscì dalla stanza chiudendosi la porta dietro. Si guardò intorno con fare vigile e si rese conto che oltre a loro c’era qualcun’altro in casa. Attraversò il soggiorno con circospezione, quando qualcuno la afferrò da dietro per un braccio riuscendo ad immobilizzarla. Stava per urlare, ma quando vide chi era si fermò –Mamma?-
-Ciao tesoro-
-Che ci fai qui?-
-Potrò spiegartelo meglio una volta abbassata la guardia-
-Abbassala tu e lo farò anch’io-
Irina la lasciò andare e Sydney si massaggiò il braccio -Scusa, non volevo farti male-
-Non è la prima volta- Sydney non si riferiva solo ad un danno fisico. Le due donne stavano là, l’una di fronte all’altra, non sapendo esattamente come comportarsi –Vogliamo sederci?- propose Syd per sciogliere il ghiaccio -Certo-. Le due si sedettero sul divano. Syd non sapeva neanche perché aveva abbassato la guardia. Infondo l’ultima volta che si erano viste era stato in seguito al suo rinnovato tradimento. Da allora ne aveva passate talmente tante che aveva smesso di sprecare energie nell’odiarla anche perché, da quando l’aveva conosciuta, sentiva che anche se Irina Derevko avesse continuato a tradire il suo paese, non avrebbe fatto del male a lei, almeno non fisicamente.
-Da quanto sei nascosta in casa?- le chiese
-Da un po’. Ho aspettato che Vaughn si addormentasse per uscire allo scoperto-
-Non capisco come sia possibile…..mi sono resa conto solo ora della tua presenza-
-Eri presa da altre cose- disse Irina guardando nella direzione della camera da letto.
-Non è come pensi-
-Come sai cosa penso?-
-Lo so e basta, pensi quello che penserebbe chiunque-
-Io penso solo che quell’uomo ti ama moltissimo. L’ho capito dal primo momento che l’ho visto. E so che anche tu lo ami-
Stettero qualche attimo in silenzio, poi Sydney si alzò –Questo è al dir poco ridicolo! Tu non sei mai stata una vera madre per me, sei una spia russa che ha tradito questo paese. Dio, io non ti vedo da tre anni e se qualcuno sapesse che ora sei qui sarebbero guai. Insomma, non puoi presentarti un giorno, all’improvviso, e cominciare a parlare e a darmi consigli sugli uomini come….-
-….Come se fossi una normale madre che viene a trovare sua figlia. Sì, lo so questo, infatti sono qui per un motivo. Ma prima volevo rompere il ghiaccio, volevo…….-
-Qualsiasi cosa volessi fare non farla, arriva al punto-
-So che hai saputo di tua sorella, che lei è il Passeggero………..e di me e Sloane-
Sydney fece una risatina nervosa –Dovevo immaginare che si trattava di questo-
-Durante tutto questo tempo, da quando sa la verità, Sloane ha continuato a contattarmi per chiedermi di Nadia. Ho cercato di intimorirlo per farlo smettere, ma lui ha continuato le ricerche per conto proprio………..Insomma, so che ora l’ha presa, e che il suo unico obbiettivo è venire a conoscenza del messaggio di Rambaldi. Non voglio che questo accada, e immagino che non lo voglia neanche tu-
- E sei venuta da me per avere il mio aiuto?- chiese Sydney
-Sì, insieme avremo più chance di ritrovarli-
-Prima ho un paio di domande-
-Lo capisco-
-Veramente ne ho tante……..-
-Allora incomincia, perché non abbiamo altrettanto tempo-
-So che il vero motivo per cui hai ucciso il padre di Vaughn è che lui aveva rapito Nadia per nasconderla al KGB-
-Questa è una lunga storia-
-Una lunga storia? Vuoi dire che c’è dell’altro?-
-Sydney….-
-Le cose tra me e Vaughn sono già abbastanza complicate, non so neanche se avremo un futuro, poi vengo a sapere che c’è una sorta di strano legame tra le nostre famiglie. Era già difficile sapere che tu avevi ucciso suo padre, ma ora esce fuori che anche lui era un seguace di Rambaldi e che era a conoscenza che proprio Nadia era il Passeggero. Come faceva a saperlo? Sapeva anche che io ero la Prescelta? E che significa tutto questo? Perché proprio io? –
-Sydney devi calmarti!-
-Calmarmi? Come faccio a calmarmi? La mia vita diventa sempre più complicata e quest’anno è stato il più terribile e il più pesante di tutta la mia vita! Sono stanca di questo……..stanca…-
Sydney si passò le mani sul viso, cercando di ricacciare le lacrime che sentiva farsi prepotentemente strada sul suo volto. Le sembrava di non saper fare altro ultimamente: piangere.
Irina esitò un attimo, poi le poggiò una mano sulla spalla in segno di conforto. Sydney fece cadere lo sguardo sulla mano della madre. Quante volte aveva desiderato potersi sfogare con lei, poter piangere sulla sua spalla……..ma ora le sembrava tutto così strano…..- Scusa, sono solo….-
-Stanca, l’ho capito- finì Irina al suo posto.
Sydney si ricompose –Forse è meglio rimandare le domande a dopo. Ho bisogno di un caffè - si alzò diretta verso la cucina –Sydney?- la chiamò Irina, lei si voltò –Qualunque cosa sia successa trent’anni fa a me, a tua sorella o a William Vaughn, questo non ti deve impedire di essere felice con chi vuoi. Le colpe dei genitori non devono cadere sui figli-. Sydney annuì appena, poi andò nella cucina.

-Ed ecco che si è concluso un altro capitolo del melodramma di Sydney Bristow!- esclamò Sark mezzo assonnato. –Vuoi smetterla di lamentarti? Sei uno strazio!- lo ammonì Lauren
-No, Sydney Bristow è uno strazio, io non di certo! Non aveva neanche finito di atteggiarsi a scolaretta romantica con Vaughn che ha subito iniziato a gingillarsi nel suo dramma familiare
<Mamma, la mia vita è uno schifo! Mamma, il mio amore è ostacolato!>. La Derevko non ci ha neanche fatto la cortesia di svelarci altri dettagli sul padre di Vaughn e il resto appresso! Almeno avrebbe saziato la mia curiosità!-
-Sark, noi non siamo qui per divertirci, ma solo per avere informazioni. Il tuo diletto non è uno dei miei interessi primari- disse Lauren seccata
-Ma come sei suscettibile oggi!-
-La mossa della Derevko è stata azzardata. Presentarsi così a casa della figlia…….credi abbia qualcos’altro in mente?-
-Perché lo chiedi a me?-
-Perché hai lavorato per lei! Penso che tu la conosca meglio di me!-
-Da quello che so, la Derevko ha sempre qualcosa in mente. Ma da quando ha avuto rapporti con la figlia nel periodo in cui collaborava con la CIA mi sembrò si fosse addolcita. A quanto pare Sydney Bristow ha quest’effetto sulla gente-
-Su di me, no-
-Oh, questo è sicuro tesoro-

-Papà dovrebbe chiamare da un momento all’altro- disse Sydney guardando il telefono.
-Come sta Jack?- chiese Irina
-Sta bene- Irina annuì
-Sai, anche se lui non lo ammette, so che ci è rimasto male quando ha saputo di te e Sloane- aggiunse Sydney
-Quella storia non ha significato niente per me-
-Dico solo che non so se sarà contento di vederti-
-Lo capisco-
-Era per questo che lo ignorasti quando ti chiese informazioni sul Passeggero?- Irina annuì semplicemente. In quel momento squillò il telefono e Sydney si precipitò a rispondere –Papà?-
-Sì, sono io. Ho trovato Sloane. Vediamoci nel magazzino dove ti incontravi con Vaughn ai tempi dell’SD-6-
-Ok- Jack riattaccò.
-Non gli hai detto di me?- le chiese Irina
-No. Credo sia meglio farlo di persona-
-Bene, allora andiamo- fece Irina.
Sydney guardò verso la camera da letto –Avevo promesso a Vaughn di non andare a cercare Nadia mentre lui dormiva-
-Non puoi fare altrimenti. So che è ferito, ci sarebbe solo di intralcio-.
-Hai ragione. Solo…..devo fare una cosa prima, aspetta un attimo-
Sydney entrò delicatamente nella camera da letto. Vaughn dormiva ancora profondamente. Doveva proprio essere stanco…….Gli si sedette accanto e gli passò una mano fra i capelli –Devo andare Vaughn, mi dispiace. Devo salvare Nadia, lo so che probabilmente non sarà mai una vera sorella per me, così come Irina non è mai stata una vera madre, ma devo farlo-
Vaughn si agitò nel sonno: o stava facendo un incubo o era prossimo a svegliarsi.
Sydney lo baciò sulla fronte –Tornerò da te……..lo prometto- gli sussurrò vicino all’orecchio, lui aprì gli occhi per metà -Syd…..che succede?-
-Niente, va tutto bene. Dormi ora- Vaughn riprese sonno e Sydney uscì dalla stanza
-Pronta?- chiese Irina
-Sì….andiamo-

-Ecco, sei contento? Seguendoli arriveremo al Passeggero- disse Lauren a Sark.
-Ok, ammetto che ne è valsa la pena. C’è solo un piccolo particolare: come facciamo a sapere di che magazzino parlano?- chiese Sark
-Lo so io qual è. Ho letto il fascicolo su Sydney scritto da Vaughn quando era il suo supervisore, e lì c’è scritto anche qual’era il luogo dove avvenivano i loro incontri-
Sark fece un sorriso compiaciuto –Geniale…….sei proprio la mia donna ideale-, poi iniziò a baciarla nei pressi dell’orecchio. Lauren lo fermò –No, no. Prima il dovere, poi il piacere-.

Jack stava aspettando Sydney nel magazzino. Tutta quella storia non gli piaceva per niente, ma la sua unica priorità era il bene di Sydney e sentiva che lei avrebbe comunque cercato Sloane e Nadia. Questo era l’unico motivo per cui si stava impegnando in quella faccenda : almeno così avrebbe potuto proteggere sua figlia. Certo, poi c’era anche il fatto che Sloane aveva nelle sue mani quella che sembrava essere una potentissima arma, e questa non era di certo una cosa buona. Non sapeva come aveva potuto credere anche solo per un momento alla redenzione di quell’uomo. Quello che aveva saputo di recente poi……..la sua relazione con Irina……..non capiva perché gli faceva così male, infondo sapeva che quella donna era una traditrice, ma era così…………..gli faceva male, anche se non lo avrebbe mai ammessi con nessuno. Sentì dei passi e vide Sydney avvicinarsi. Ma non era sola, c’era qualcuno con lei……….qualcuno di molto familiare………con lei c’era la donna a cui stava pensando appena un attimo fa.
-Che cosa ci fai tu qui? Sydney, come ti è venuto in mente di portarla con te?- si mise ad urlare.
-Te l’avevo detto che non sapevo come l’avrebbe presa- disse Sydney rivolta alla madre.
-E io avevo detto a te di non farne parola con nessuno. Tanto valeva che lo dicessi a tutti i dirigenti della CIA, o al dipartimento di giustizia, se preferisci-
-Ma lei lo sapeva già e vuole aiutarci……….non l’ho detto a nessun’altro…………se non contiamo Vaughn, ma solo a lui, lo giuro-
-Perfetto!-
-Jack calmati,non è colpa sua. Io sono andata da lei, so tutto e voglio aiutarvi- disse Irina
-Non vogliamo il tuo aiuto-
-Non mi importa, verrò lo stesso con voi-
-Non puoi…..-
-Verrò Jack perché, che ti piaccia oppure no, ci sono di mezzo le mie figlie in questa storia! E per quanto io abbia sbagliato nella mia vita, non permetterò che questo rovini la loro!- stavolta era Irina ad urlare e Jack non osò replicare. Sydney si sentiva proprio come una bambina che si ritrova suo malgrado di fronte ad una lite dei genitori. Si era già sentita così tre anni prima, quando erano tutti e tre in missione e Jack continuava ad aggredire Irina, specialmente quando questa cercava di parlare con lei. Ma stavolta le venne in mente un episodio avvenuto quando aveva cinque anni: Jack aveva un fermacarte a forma di piramide che a lei piaceva molto, non ricordava neanche perché, forse per il colore. Comunque lui le aveva vietato di toccarlo perché era un oggetto tagliente, ma lei non lo ascoltò, e si tagliò sul palmo della mano. Era un taglio molto profondo, e Jack e Irina la portarono all’ospedale. Le misero un paio di punti e tornati a casa lei era ancora molto spaventata. Jack la sgridò, le disse che se lo avesse ascoltato non si sarebbe mai fatta male. A quel punto Irina si schierò in sua difesa, disse che era già abbastanza traumatizzata e non c’era bisogno di spaventarla di più. I due iniziarono a litigare e a quel punto lei scoppiò a piangere, non per il dolore o lo spavento, ma perché non le piaceva vedere i suoi genitori litigare, specialmente se era colpa sua.
Era passato tanto tempo da allora, era adulta ormai, ma provava la stessa identica sensazione.
-Papà, l’aiuto della mamma può esserci utile. Ti prego, non fare storie, non litigate…..è l’ultima cosa di cui ho bisogno ora- disse infine.
Jack annuì – Va bene, allora vieni con noi. Ho scoperto che Sloane si nasconde in Italia. C’è un aereo pronto a potarci lì immediatamente-
-Muoviamoci……….quando si tratta di Arvin Sloane non bisogna perdere tempo- disse Irina e Jack e Sydney annuirono.

Alcune ore dopo padre, madre e figlia erano arrivati in Italia, più precisamente a Firenze, ed ora erano diretti nella villa in cui avrebbe dovuto trovarsi Sloane, nella periferia della città.
Quando furono sul posto, Sydney rimase affascinata dall’edificio: una villa sicuramente risalente al periodo barocco. Molto probabilmente quando se ne sarebbero andati, non sarebbe più stata in ottime condizioni……un vero peccato.
-Finora ho contato dieci guardie intorno al perimetro della casa- disse Jack
-Sloane non bada proprio alle spese- osservò Sydney.
Irina diede un’occhiata alle guardie –Noi saremo anche in minoranza, ma siamo spie ben addestrate, possiamo entrare senza difficoltà. Non abbiamo tempo di studiare un modo per entrare inosservati, quindi faremo un po’ di confusione-
-Non credo che ce ne sia bisogno……le guardie davanti all’entrata secondaria sono tre, posso distrarle io mentre voi entrate- propose Sydney
-Sydney ……-
-Lasciala fare Jack-
Sydney si avvicinò all’entrata posteriore del cancello –Ehi, ragazzi!- li chiamò salutando con la mano. I tre si guardarono, poi le si avvicinarono –Lei non potrebbe stare qui,signorina. Questa è una proprietà privata- disse una delle guardie
-Datemi del tu…….sono Maria. Abito a tre isolati da qui……..vi vedo sempre in questo posto, a lavorare….non avreste voglia di divertirvi un po’con me?- disse Sydney muovendosi in modo sensuale vicino alle sbarre. I tre si guardarono ancora –Siamo in servizio-
dissero all’unisono. “Accidenti!” pensò Sydney “Sloane è riuscito a trovare dei bravi cagnolini”.
Vide Jack e Irina che entravano dall’entrata posteriore. Doveva riuscire ad entrare anche lei………
-Dovrei andare in bagno. Per favore, è molto urgente!- vide che i tre erano titubanti. Stava cominciando a stufarsi. L’avrebbe evitato volentieri, ma decise di ricorrere al metodo che funziona con tutti gli uomini, per quanto devoti al lavoro possano essere
-Uno di voi potrebbe accompagnarmi? Saprò ricompensarlo molto bene……-
-Ti accompagno io!- esclamarono i tre all’unisono. Come volevasi dimostrare……..
Sydney si esasperò quando vide che le tre guardie avevano cominciato a litigare per decidere chi di loro avrebbe dovuto accompagnarla al bagno….e godersi il resto dopo.
Doveva assolutamente entrare in quella casa………..magari in quel momento i suoi genitori erano di fronte a Sloane. Disse la prima cosa che le passò per la testa –Potete accompagnarmi tutti e tre. Saprò ricompensare tutti voi fusti- Non riusciva a credere di averlo detto.
Inutile dire che le tre guardie aprirono subito il cancello e si diressero con lei in casa. Mentre uno di loro stava per indicarle la direzione del bagno, Sydney lo mise KO con un calcio. A quel punto gli altri due cacciarono la pistola, ma Syd fa più veloce e sparò ad entrambi un tranquillante. Poi corse al piano di sopra, aveva una brutta sensazione……..-Papà! Mamma! Nadia!- chiamò agitata.
Per la prima volta non pensò a quanto strana fosse la sua famiglia, a quanto sua madre l’avesse fatta star male o a quanto suo padre fosse stato assente durante la sua infanzia. Non pensò neanche che Nadia era figlia di Sloane, voleva solo salvarli…….tutti e tre.
Entrò in una stanza qualsiasi e si trovò davanti una scena che non si sarebbe mai immaginata: suo padre che combatteva con Sark, sua madre che combatteva con Lauren e Sloane che intanto trascinava Nadia svenuta sulla terrazza, dove c’era un elicottero ad aspettarlo. Ma come facevano quei due a sapere che Sloane era vivo e si trovava qui? E che aveva il Passeggero? E come avevano fatto ad entrare senza che lei li vedesse? Non aveva tempo per trovare risposta a queste domande. Corse verso Sloane e Nadia -Sloane! Fermati!Lascia Nadia o sparo!- gli intimò.
-Sydney và via! Non voglio farti del male, ma se mi costringerai lo farò!- urlò Sloane mentre stava per salire suall’elicottero -Sloane non farlo! Se almeno una piccola parte di quello che hai detto di provare per Nadia è vero, non farlo!-
-Sydney, questa in cui ti stai immischiando è una cosa più grande di quello che credi! Il messaggio di Rambaldi……..lo conosco ora. E tu sei implicata! Non si tratta di un gioco, Rambaldi era davvero un profeta ed è meglio che tu non sappia cosa ti riserva il futuro!-
-Tu sei pazzo!-
Sloane stava per adagiare Nadia sull’aereo. Erano leggermente in alto e lui si manteneva con un braccio alla portiera e con l’altro sosteneva la ragazza. “O ora o mai più” pensò Sydney e sparò un colpo in direzione del braccio con cui Sloane manteneva Nadia. L’uomo urlò di dolore e lasciò cadere Nadia. Sydney si precipito verso il punto in cui stava per cadere e riuscì ad attenuare la sua caduta mettendosi sotto di lei. Ora aveva un dolore lancinante alla schiena, ma almeno Nadia stava bene, eccetto il fatto che era ancora svenuta. Intanto Sloane era riuscito a salire sull’elicottero aiutato da uno dei piloti . -Tornerò Sydney! Tornerò per tutte e due, lo giuro!- disse prima di essere troppo lontano. Sydney sparò un altro paio di colpi, ma non centrarono il bersaglio. Corse a vedere come se la cavavano i suoi genitori: erano riusciti a mettere KO Sark e Lauren.
-Sydney dobbiamo andarcene subito via!- disse Irina
-Non possiamo lasciare questi due qui! Dobbiamo arrestarli!- fece Syd
-Tesoro, ricorda che la nostra missione non è autorizzata! Tua madre ha ragione, abbiamo Nadia, andiamo via!- fece Jack.
Sydney era riluttante a lasciare liberi Sark e Lauren, ma vi era costretta. Jack prese Nadia in braccio, poi i tre uscirono dalla villa. Non incontrarono ostacoli: Sark e Lauren avevano già ucciso le sette guardie rimanenti.

Tornati a Los Angeles, Jack portò Irina, Nadia e Sydney in un rifugio.
-Tu e Nadia potete restare qui per un po’ finchè lei non si sarà ripresa. Io devo trovare il modo di confessare che ho salvato Sloane- disse ad Irina
-Grazie-
-Cosa pensi che ti faranno?- gli chiese Sydney
-Non lo so, ma negherò ogni tuo coinvolgimento in questa storia, quindi dici a Vaughn di tenere la bocca chiusa-
-Non te lo permetterò! Per una parte sono stata anch’io tua complice, non voglio che ti assuma tutte le responsabilità-
-Sydney, non discutere, so come comportarmi, sono uscito da situazioni peggiori-
-Ne sei sicuro?-
Jack non rispose, infondo quella era la prima volta che simulava la morte di un criminale e lo faceva scappare. Cambiò argomento –Dovrò dire anche del Passeggero alla CIA-
Irina lo guardò –Non puoi farlo-
-Lo stanno cercando da mesi, e potrebbe essere un pericolo-
-Stai parlando di mia figlia, non di un’arma! Non permetterò che la trattino come una cavia da laboratorio, voglio che abbia una vita normale-
-Che eufemismo! Tu hai ucciso William Vaughn perché l’ha portata via dalle mani del KGB! Sai cosa le avrebbero fatto loro?-
-Certo che lo so! E non lo avrei mai permesso! Volevo proteggerla!-
-Adesso basta!- urlò Sydney –Sono stanca delle vostre liti, del rancore, delle recriminazioni! Papà, tu non puoi prendertela con Nadia solo perché è la figlia della mamma e di Sloane!-
-Sydney, non sai di cosa stai parlando!-
-Sì che lo so, papà! Tu continui a nasconderlo, ma lo so che ti fa male che la mamma sia stata con Sloane. Siete due persone adulte, fareste meglio a discuterne invece che a continuare ad aggredirvi l’un l’altro!-
Jack ed Irina rimasero in silenzio. Sydney sospirò –E comunque la cosa migliore è lasciare andare Nadia….se Rambaldi aveva ragione, è pericoloso per noi stare vicine. Ma prima deve riferirci il suo messaggio. Sloane la sa ora…… ha detto che mi riguarda……ho bisogno di sapere-
-Io vado a casa, domattina presto devo essere alla CIA- disse Jack e se ne andò.
-Papà…….-
-Lascialo andare Sydney, ha tutto il diritto di essere arrabbiato- disse Irina
Sydney annuì –Prima di andare a salvare Nadia, ti ho detto che avevo delle domande- le ricordò
-Vuoi sapere di William Vaughn?-
-Sì…ma prima dimmi di Nadia. Lei……sa di te? Insomma l’hai cresciuta tu?-
-Sydney, se credi che ti abbia lasciata per stare con Nadia, ti sbagli. Se me ne andai, fu solo per lavoro, perché ero una spia russa-
-Questo lo so, non c’è bisogno che me lo ricordi. Rispondi alla mia domanda-
-L’agente Vaughn riuscì a nasconderla bene, l’ho ritrovata solo dieci anni fa. Aveva vissuto in Argentina con dei genitori adottivi, e all’epoca, quando mi feci viva, era stata già reclutata dai loro servizi segreti-
-Che cosa le hai detto? Semplicemente che sei la sua vera madre, che sei ricercata dal governo statunitense e che lei è una specie di chiave per accedere al messaggio di un profeta vissuto migliaia di anni fa?-
-Sì, le ho detto tutto-
-Oh…- Sydney non era seria, non credeva che Irina le avesse raccontato tutto –E come l’ha presa?-
- All’inizio credeva che fossi pazza. Mi disse di lasciarla in pace e io lo feci, ma continuai a tenerla d’occhio, a proteggerla da lontano, come ho fatto con te quest’anno-
Sydney accennò un sorriso: infondo era vero, la maggior parte delle volte che era stata nei guai suo padre l’aveva salvata grazie all’aiuto di Irina.
-Poi un anno dopo venne a cercarmi. Disse che l’avevano mandata a recuperare un manufatto di un certo Rambaldi, e che aveva fatto delle ricerche su di lui. Era terrorizzata all’idea di essere parte della sua profezia. Da allora abbiamo mantenuto rapporti, ma con estrema segretezza-
-Non le hai mai detto della mia esistenza?-
-No, avevo paura che avrebbe voluto cercarti…..era troppo pericoloso. Prima di consegnarmi alla CIA tre anni fa, le dissi semplicemente che per un anno circa non ci saremo viste, che sarei stata con una persona molto importante-
Sydney annuì, era tutto così….improvviso, forse. Sapeva solo che si sentiva strana, non sapeva come reagire a quelle cose –E…..cosa hai fatto in questi tre anni? Sei ancora interessata a Rambaldi?-
-Per un anno, quando ti credevamo morta, ha aiutato tuo padre a cercare i colpevoli-
-Questo lo so-
-Per il resto……..non posso parlartene, mi dispiace. Non posso dire di aver smesso di occuparmi di Rambaldi, ma non metterò mai a repentaglio la vita tua o di Nadia per questa ossessione-
Sydney la guardò –Tu sei a capo di qualche organizzazione, vero? Sei sempre stata un personaggio influente nel mondo dello spionaggio. Prima eri l’Uomo, ora cosa sei? Dimmi che non sei il capo della Convenzione, ti prego…..-
-Non sono il capo della Convenzione. Non avrei mai permesso che ti facessero quello che ti hanno fatto-
-Ok, lascia perdere, forse è meglio che non lo sappia, o sarei costretta a dirlo alla CIA, perché non tollero l’esistenza di nessuna organizzazione criminale. Però………però quando si tratta di te non riesco a essere imparziale perché, per quanto tu non abbia fatto niente per esserlo, sei mia madre, e so che anche se una parte di me non vorrebbe vederti mai più, l’altra starà male quando uscirai nuovamente dalla mia vita- , per la seconda volta Sydney cercò di non piangere in presenza di sua madre, ma non era tanto facile…
-Sydney…..- Irina si avvicinò e la abbracciò e lei scoppiò in lacrime tra le braccia della madre per la prima volta dopo trent’anni.

Sark era disteso sul divano del suo ufficio alla sede di Los Angeles della Convenzione, con un impacco di ghiaccio sul viso. Lauren entrò .
-Ucciderò Jack Bristow, lo giuro, quel figlio di puttana mi ha rotto il naso!- disse Sark a denti stretti, Lauren intuì che era davvero arrabbiato.
- Almeno siamo vivi…..la cosa davvero grave che non abbiamo noi il Passeggero, ma loro-
-Non preoccuparti, una volta attuato il nostro piano il Passeggero sarà nelle nostre mani- fece Sark
-Sei proprio sicuro che funzionerà?- gli chiese Lauren
-Sicurissimo-

Dopo quel momento di debolezza, Sydney ed Irina avevano ripreso a parlare.
-Ora perché non mi dici del padre di Vaughn? Mi è parso di capire che ci sono altri dettagli di cui non sono a conoscenza- disse Sydney .
Irina stava per iniziare a parlare, quando sentirono dei passi provenire verso loro: Nadia si era svegliata –Mamma? Che ci fai qui? Dove siamo?- chiese disorientata. Irina si alzò e andò verso di lei –Siamo al sicuro, tesoro- poi l’abbracciò. Nadia vide Sydney – Sei stata tu a salvarmi?- Sydney non sapeva cosa dire, si limitò a sorriderle
–Grazie-
Irina e Nadia si sedettero di fronte a Sydney “Mia madre e mia sorella” pensò lei. Non poteva perdere tempo a fantasticare, doveva chiedere della profezia.
-Nadia, so che Sloane, l’uomo che ti ha rapita…-
-Mio padre-
-Sì…….tuo padre, so che ti ha iniettato il DNA di Rambaldi e che tu hai detto qualcosa in seguito a questo. Dovresti dirlo anche a me, so che mi riguarda-
-Mi dispiace, non ricordo assolutamente niente-
-Che cosa? Sei sicura?Insomma, come è possibile?-
-Forse è un effetto collaterale. Nadia, cerca di sforzarti, non ricordi neanche un piccolo particolare? Qualsiasi cosa può esserci utile- le chiese Irina.
Nadia ci pensò –Ricordo solo di aver provato un dolore lancinante, mi pare di aver avuto le convulsioni-
-Nient’altro?-
-No, mi dispiace-
Sydney sospirò, come avrebbe fatto a scoprirlo? In quel momento era troppo stanca per pensarci.
-Io……..forse è meglio che vada a casa, sono troppo stanca. Tornerò domani- si alzò e si infilò la giacca, ma prima di uscire si ricordò di una cosa –Mamma…..cosa stavi per dirmi su William Vaughn?-

Vaughn si trovava nell’appartamento di Sydney. Era molto preoccupato, perché lei mancava da quasi due giorni. Era sicuro che fosse andata da Nadia : e se le fosse successo qualcosa?
In quel momento sentì che la serratura della porta d’ingresso girava e si voltò di scatto per vedere chi era: Sydney era appena entrata in casa. Vaughn si precipitò verso di lei –Syd! Stai bene? – lei lo guardò: sembrava essersi resa conto solo in quel momento che lui era lì.
-Vaughn……..che ci fai ancora qui?-
-Ero preoccupato per te! Sei stata fuori quasi due giorni e sapevo che nonostante i miei avvertimenti eri andata a cercare Nadia-
-Lo hai detto alla CIA? –
-No, sapevo che non eri in missione autorizzata e non volevo metterti nei guai. Sono rimasto qui ad aspettarti- la guardò bene: era stravolta –Ehi…….c’è qualcosa che non va?- le chiese.
Sydney lo guardò, i suoi grandi occhi marroni erano lucidi per le lacrime
-Sydney…..- lei gli si gettò tra le braccia e lui la strinse a sé, senza fare altre domande.

Un’ora dopo mancavano pochi minuti all’alba e Sydney aveva raccontato a Vaughn cosa era successo negli ultimi due giorni, tutto tranne un particolare.
-E così Nadia non ricorda niente……forse è meglio così, se uscirà presto dalla tua vita non correrai più pericoli- disse Vaughn.
Sydney annuì –Perché piangevi quando sei tornata? Se è per tua madre…..-
-Non è per lei- lo interruppe Sydney
-E allora per cosa? Syd, non mi hai detto tutto, vero?-
-Hai ragione, c’è qualcosa che non ti ho detto perché non so come potresti prenderla-
-Tu puoi dirmi qualunque cosa, lo sai-
-Questa non è una cosa qualsiasi……….Vaughn, io non so come dirtelo-
-Insomma, cosa può esserci di tanto grave? Abbiamo affrontato tante difficoltà….-
-Riguarda tuo padre- disse Sydney tutto d’un fiato.
-Mio padre?-
-Sì. A mia madre ho chiesto anche di lui, lei ha un po’ esitato, ma alla fine mi ha detto la verità, la versione intera intendo-
-Syd, mi stai spaventando, arriva al punto-
Sydney fece un profondo respiro – A quanto pare tuo padre era ossessionato da Rambaldi tanto quanto lo è Sloane………sapeva che il Passeggero è la chiave per conoscere il messaggio di Rambaldi e conosceva la profezia che parla di me e di Nadia, così come il contenuto della pagina 47…-
-Non è possibile che sapesse tante cose……..insomma, la pagina 47 è stata letta per la prima volta dalla CIA quattro anni fa. Noi c’eravamo-
-Vaughn, anche a me è sembrato strano, ma ho imparato che a questo mondo tutto è possibile-
-Continua-
-Lui credeva fossi una minaccia per Nadia, che voleva assolutamente proteggere-
-Sydney, qual è il punto?-
-Il punto è che lui voleva uccidermi. La sera che mia madre lo ha ucciso, lui stava venendo a cercarmi…….aveva scoperto l’identità americana di mia madre e che aveva avuto una bambina sette anni prima………-
-No……..no!Stai mentendo, è assurdo!-
-Vaughn, lo so che è difficile accettarlo, ma è andata così. Io non volevo dirtelo, sapevo che saresti rimasto sconvolto……-
Vaughn si alzò –Io non credo a quello che dice tua madre. Irina Derevko è un’assassina, una terrorista e dirò alla CIA che sai dov’è-
Anche Sydney si alzò –Vaughn, non puoi farlo! Ti rendi conto in che guaio mi caccerei?-
-Deve finire in prigione! Quella donna ti sta manipolando! Sta sfruttando il fatto che per la maggior parte della vita hai desiderato avere una madre! Ma lei non potrà mai essere veramente tua madre, lo capisci?-
-Vaughn……ti prego non prenderla così, non lasciare che si frapponga un altro ostacolo tra di noi!-
-Sydney, io non lo posso accettare. Tutta questa storia………è così complicata……e non posso credere che mio padre fosse una persona del genere. Una persona capace di uccidere una bambina per quello che dice una stupida profezia. Non posso credere che avrebbe potuto uccidere proprio te, la donna che amo di più sulla faccia della terra-
Sydney aveva il volto inondato dalle lacrime, la voce soffocata –Che cosa vuoi dirmi con questo?-
-Voglio dire che credo siano tutte bugie e che troverò tua madre. La troverò e la consegnerò alla CIA, costi quel che costi-
-Ti prego non farlo…..-
-Mi dispiace- Vaughn si avviò verso l’uscita
-Non te ne andare!- urlò Sydney, ma lui non si voltò
-Micheal! Micheal!- Sydney continuò a chiamarlo anche dopo che era uscito. Si lasciò cadere sul divano –Non farlo, Micheal…………-

Sydney era sdraiata sul suo letto, il viso incollato al cuscino. Ora che sembrava che le cose tra lei e Vaughn sarebbero potute andate meglio era subentrato quest’altro intoppo. Perché la sua vita doveva essere sempre così sbagliata? Era così strano pensare che il padre di Vaughn l’avrebbe voluta morta…..ora sapeva come si sentiva lui sapendo che sua madre aveva ucciso suo padre. Sembrava che tutto e tutti volessero separarli………..stava cominciando a pensare che era destino che non sarebbero mai stati nuovamente insieme. E pensare che lei non ci credeva neanche nel destino!
Pensò che avrebbe dovuto avvertire sua madre: e se Vaughn fosse riuscito veramente a trovarla?
Non poteva rischiare…..Nadia aveva bisogno di Irina, se lei sarebbe finita in prigione, come avrebbe fatto? Si alzò diretta verso il telefono, quando avvertì la medesima sensazione di due giorni prima quando sua madre si era intrufolata in casa: non era sola, c’era qualcun altro lì.
Si girò in direzione della camera da letto per prendere la pistola nel comodino, ma non ci arrivò: qualcuno le mise un braccio intorno al collo stringendo sempre più forte. Sydney si portò le mani al collo per cercare di difendersi dal suo aggressore, ma lui era molto forte, sentiva che stava per soffocare. Alzò lo sguardo per riuscire a vederlo in faccia e vide la persona che più odiava in quel momento –Ciao Sydney- disse Lauren con voce maligna. Sydney cominciò a dimenarsi ancora di più ma senza successo.
–Tesoro, ti divertirai più tardi, ora dobbiamo andare- disse Sark, che a Sydney parve sbucato dal nulla. Che cosa volevano da lei? Non erano tanto stupidi da pensare che avrebbe consegnato sua sorella proprio a loro.
-Siete due bastardi! Lasciatemi andare- disse con voce strozzata. Sentiva che stava per perdere conoscenza: ma perché non riusciva a liberarsi? Possibile che Lauren fosse così forte?
-Spiacente bellezza, ma tu vieni con noi-, detto questo Sark le diede un pugno e a quel punto Sydney svenne –Così ci darà meno fastidio……..portiamola via-

In mattinata Jack tornò al rifugio dove si nascondevano Irina e Nadia.
-Jack….-
-Sydney è scomparsa-
-Cosa?- Irina pareva sorpresa
-Sono andata a prenderla per andare a lavoro, ma lei non era in casa e a quanto vedo non è neanche qui- spiegò Jack
-No, non l’ho più vista da ieri notte. Non è neanche alla CIA?-
-No, ed è strano, quando và via per un po’ me lo dice sempre e comunque non l’avrebbe fatto ora, data la situazione-
-Hai provato a chiedere a Vaughn? Forse è da lui- suggerì Irina
Jack cambiò espressione –Non ci ho pensato-
Irina sorrise –Non ti piace tanto, vero?-
-La questione non è se mi piaccia o meno. So solo che l’ha fatta soffrire e che nella situazione emotiva in cui si trova ora per via della moglie non può stare vicino a mia figlia-
-Tutto quello che dici sarà anche vero, ma non credo che a Sydney importi……..ora che ci penso, forse è ancora sconvolta per quello che le ho detto ieri-
-E cosa le avresti detto?-

Vaughn era davanti allo specchio e si stava mettendo la cravatta. Dopo la lite con Sydney era tornato a casa e si era buttato sul letto, ma non era riuscito a chiudere occhio: si sentiva male per come le aveva parlato………….ma non riusciva a credere a quello che gli aveva detto, ed era serio quando diceva di voler trovare e arrestare Irina Derevko…………non sopportava che denigrasse suo padre e neanche che facesse il lavaggio del cervello a Syd. Era già stato difficile accettare che suo padre fosse un seguace di Rambaldi, ma era troppo pensare che fosse tanto ossessionato da arrivare ad uccidere qualcuno. Suonarono alla porta e andò ad aprire: davanti a lui c’era Jack Bristow. –Che cosa ci fa lei qui? – gli chiese.
Jack entrò senza neanche chiedergli il permesso e cominciò a perlustrare la casa
-Ehi! Mi ha sentito?- Vaughn si stava arrabbiando.
-Mia figlia è qui?-
-La vede?-
-Sydney è scomparsa-
-Che cosa?-
-Non la trovo da nessuna parte-
-Forse voleva stare un po’ da sola-
-Perché dice questo?-
-Perché…….ieri sera abbiamo litigato, forse voleva schiarirsi un po’ le idee-
-Lo sapevo che centrava lei. Se succede qualcosa a mia figlia…….-
-Ehi, si calmi! Sta parlando come se l’avessi rapita! Sydney è grande, sa badare a se stessa-
-Le ha detto di suo padre, vero?-
-Lo sa anche lei?Ma perché mi sorprendo……..lei sa sempre tutto-
-A dire il vero non sapevo che suo padre avesse intenzione di uccidere Sydney, l’ho saputo solo oggi. Sono sempre stato indignato per quello che ha fatto mia moglie, per tutti gli agenti che ha ucciso, ma le dico una cosa: se è vero che suo padre voleva fare del male a mia figlia, sono felice che Irina lo abbia ammazzato-
Il volto di Vaughn era pieno di rabbia –Lei non conosceva mio padre, quindi non si azzardi mai più a dire una cosa del genere! Lei non ha le prove che lui volesse uccidere Sydney!-
-Irina le ha e me le ha mostrate: ci sono dei documenti, degli appunti che lo provano-
Vaughn scosse il capo –No….-
-Si rende conto che sta facendo lo stesso errore che ha fatto con Lauren? Lei sta negando l’evidenza-
-Ora le dico io una cosa: se non mi dice dove nasconde Irina Derevko, la denuncio-
In quel momento squillò il suo cellulare –Pronto?-
-Salve agente Vaughn-
Vaughn aggrottò le sopracciglia –Con chi parlo?-
-Sono l’uomo che ti ha torturato la settimana scorsa-
-Sark- disse Vaughn, Jack lo guardò interessato.
-Vedo che ti ricordi!-
-Che cosa vuoi?-
-Sai, sono passato a casa della tua bella stamattina-
-Che cosa centra Sydney?- chiese Vaughn che ora era davvero incavolato.
-Quando si parla di Sydney diventi subito aggressivo………..ora lei è qui con me e tua moglie e se non mi darai quello che voglio, quello che ti ho fatto l’ultima volta che ci siamo incontrati non sarà niente in confronto a quello che farò a lei. Peraltro Lauren muore dalla voglia di torturarla-
-Brutto figlio di puttana! Se la tocchi giuro che ti ammazzo!-
-L’accordo è semplice: il Passeggero in cambio di Sydney. Se non sai come procurartela chiedi a Jack Bristow……l’avrei fatto di persona, ma mi piace troppo farti incazzare-
-Sei uno str***o!-
-Mi farò sentire presto. Pensa a quello che ti ho detto- Sark riattaccò.
Vaughn guardò Jack –Sark e Lauren hanno Sydney-

Jack aveva condotto Vaughn nel rifugio. Una volta arrivati, lo fermò:
-La avverto, non cerchi di sfruttare l’occasione per catturare Irina, ora dobbiamo pensare solo a Sydney e lei può esserci d’aiuto-
-Crede davvero che catturare sua moglie per me sia più importante del bene di Sydney? Se è così, non mi conosce affatto. Non lo farei mai-
Jack annuì, poi entrò nel rifugio seguito da Vaughn -Irina!-
Lei spuntò da un angolo –Sono qui- vide Vaughn –Salve agente Vaughn-
Lui le fece un semi-sorriso forzato: era il massimo che gli riusciva davanti a quella donna.
-Sappiamo dov’è Sydney: l’hanno rapita Sark e Lauren-
-O mio Dio….-
-In cambio della sua vita vogliono Nadia-
-Che cosa? Jack……….non posso sacrificare una delle mie figlie per l’altra…….è una cosa abominevole!-
-Non voglio che sacrifichi Nadia. La porteremo al luogo dello scambio, nel frattempo uno di noi sarà nascosto lì vicino e attaccherà Sark e Lauren di soppiatto-
Irina si morse il labbro –Potrebbe essere rischioso-
-Voglio farlo, mamma-
-Nadia! Dovresti riposare!-
-Sto bene adesso e voglio farlo. Sydney mi ha salvato e ora tocca a me salvare lei-
Vaughn la osservò bene: non che potesse dire che era identica a Sydney, ma aveva qualcosa che gliela ricordava. Forse era la determinazione che aveva dimostrato oppure il mento………..o semplicemente il fatto che lui sapeva che lei era sua sorella. Somigliava anche alla madre, anche se non quanto Sydney, mentre non le ricordava per niente Sloane: era troppo bella per poter sembrare sua figlia. Mise da parte quei pensieri.
-Credo dovrebbe essere Irina ad attaccare alle spalle Sark e Lauren. Loro si aspettano che sia io che Jack saremmo presenti allo scambio- disse
-Vaughn ha ragione, faremo così- acconsentì Jack
-D’accordo, spero che funzioni- fece Irina
-Deve funzionare- sottolineò Jack.
Il cellulare di Vaughn squillò : tutti lo guardarono. Lui fece un respiro profondo e rispose:
-Pronto?-
-Hai il Passeggero?- era Sark.
-Sì-
-Bene, allora ci vediamo tra sei ore a Malibù, sul molo vicino alla spiaggia-
-Perché sulla spiaggia?-
-Perché mi va così-
-Ascoltami bene, Sark. Se tu o Lauren torcete un solo capello a Sydney, giuro che vi inseguirò in capo al mondo e quando vi troverò vi farò rimpiangere di essere nati-
-Ma io non le farò niente! Sarebbe un peccato sfregiare quel bel visino……….ma non garantisco per Lauren-
-Se le fai del male, niente Passeggero-
-Se non mi consegni il Passeggero, non vedrai mai più Sydney-, detto questo Sark attaccò.
-Cosa ha detto?- chiese Jack
-Vuole che portiamo Nadia tra sei ore a Malibù-
-Malibù?-
-Lo so, è sembrato strano anche a me-

-Hai parlato con Vaughn?- chiese Lauren a Sark quando entrò nella stanza
-Sì, vedrai che andrà bene, non farebbe mai qualcosa che gli impedisse di rivedere quella ragazza viva-
-Già, ma è anche un tipo maledettamente corretto. Potrebbe aver architettato un piano con Jack Bristow e Irina Derevko-
-In quel caso abbiamo il mare dalla nostra parte- disse Sark
Lauren sorrise, poi lo baciò appassionatamente –Andiamo di là?- le propose lui.
-Non ora, Sydney mi aspetta- rispose Lauren con un sorriso malvagio
-Ok, ma vacci piano: ci serve viva……almeno per ora-
-Sta tranquillo-
Lauren scese nella cantina dove avevano rinchiuso Sydney. Lei era legata ad una sedia ed imbavagliata, ma non la smetteva di agitarsi.
-Sydney, calmati!- Lauren le tolse lo straccio legatole intorno alla bocca che le impediva di parlare.
-Lauren, sei solo una str***a! Che cosa speri di ottenere avendomi rapito?-
-Sto per ottenere quello che voglio: tra meno di sei ore il tuo caro Vaughn mi consegnerà il Passeggero, o tua sorella Nadia, se preferisci-
-Non lo farà mai!-
-Sì che lo farà……….lui farebbe di tutto per te. Per due anni sono stata costretta a vivere con un uomo che non faceva altro che aggrapparsi al passato, a pensare ad una donna di nome Sydney che aveva amato tempo prima e che ora era morta. Poi tu sei ricomparsa ed è stato peggio. Ogni volta che stava con me, io sapevo che in realtà pensava a te e mi chiedevo: dovevano assegnare proprio a me un tale perdente? Un uomo che passa ogni singolo minuto della sua giornata a pensare ad una donna? Ad un certo punto stava anche per lasciarmi per te, ho dovuto sacrificare mio padre per evitarlo. Per non parlare di tutte le volte che mi hai messo i bastoni tra le ruote. Tu mi hai causato non pochi problemi, Sydney Bristow e te la farò pagare per questo-
Sydney scoppiò a ridere, una risata di scherno
-Che diavolo hai da ridere?- le chiese Lauren
-Tu. Sei ridicola…….non vincerai mai e sai perché? Perché io ho dalla mia parte persone che mi amano e tu no. Certo, se non contiamo Sark. Ma dubito che a lui interessi qualcosa di te, oltre alle tue prestazioni sessuali-
Lauren le diede un pugno, poi prese quella che sembrava una piastra per capelli, ma Sydney dubitava che volesse usarla per la messa in piega.
-Vediamo se ora hai ancora voglia di ridere-

Vaughn era seduto su una sedia nel rifugio e non riusciva a pensare ad altri che a Sydney.
Sapeva che Lauren la odiava: cosa le stava facendo in quel momento? Il solo pensiero lo fece sentir male. Irina si sedette affianco a lui –Salveremo Sydney, vedrà-
-Questo lo so-
-Sta facendo un gran sforzo per non aggredirmi, vero? Specialmente ora che sa la verità e non vuole accettarlo-
-Io non crederò mai e poi mai a quello che dice su mio padre-
Irina gli porse un fascicolo –Queste sono ricerche che suo padre fede su di me e sulle mie figlie. Ci sono i suoi appunti, le sue firme…….lo feci recuperare dopo averlo ucciso perché non volevo che qualcuno arrivasse a Sydney o a Nadia-
-E ora lo ha con sé solo per caso?-
-No. Sapevo che Sydney mi avrebbe fatto delle domande e che non mi avrebbe creduto senza delle prove. Quando la rividi tre anni fa le nascosi tutto, ma ora ho capito che a questo punto non potevo più farlo. Tenga questo fascicolo, lo legga e poi giudichi lei stesso-
Vaughn prese il fascicolo, Jack si avvicinò –Muoviamoci, l’appuntamento è fra tre ore-

Tre ore dopo Jack, Vaughn e Nadia stavano aspettando l’arrivo di Sark e Lauren. Irina si era già nascosta. Videro un’auto avvicinarsi : erano loro. Uscirono dalla vettura, Sark sosteneva una Sydney sfinita. Li raggiunsero sul molo
-Cosa avete fatto a mia figlia, bastardi?- chiese Jack infuriato
Sark fece una faccia innocente -La bionda non ha saputo trattenersi-
Vaughn lanciò a Lauren un’occhiataccia disgustata e lei contraccambiò con un sorriso.
-Allora, facciamo lo scambio sì o no?- chiese Sark
-Prima vogliamo Sydney qui- disse Vaughn
-O abbiamo prima il Passeggero o non se ne fa niente-
Vaughn sospirò, poi guardò Nadia- Sono pronta- disse lei
-D’accordo- disse Vaughn a Sark.
Nadia si diresse verso Sark e Lauren –Brava, ora devi lasciarti legare- Nadia lo fece
-Ora dateci Sydney- disse Jack
-Certo- disse Lauren e fece per dirigersi verso di loro con Sydney, ma all’ultimo momento si voltò di scatto e la gettò in mare.
-Sydney!!!- urlarono Jack e Vaughn all’unisono.
Da quel momento fu il caos: Irina uscì allo scoperto riuscendo a prendere Nadia, Sark la inseguì, Jack e Lauren iniziarono un’agguerrita sparatoria mentre Vaughn si era immediatamente gettato in mare per salvare Sydney. Sark tornò dall’inseguimento senza Nadia: lei e Irina erano riuscite a scappare. Sparò da dietro a Jack, che non lo aveva visto. L’uomo si accasciò a terra.
-Lauren, dobbiamo andare!- urlò Sark
-E il Passeggero?-
-L’ho perso. Dobbiamo andare!-
Lauren guardò verso il mare, ma non c’erano segni di Sydney e Vaughn. Sorrise, poi fuggì con Sark

Intanto Vaughn era riuscito a portare Sydney sulla spiaggia: lei non respirava
-Sydney!-
Le fece più volte la respirazione artificiale –Andiamo!Sydney, svegliati!-
Continuò a cercare di rianimarla –Forza………..ti prego, Syd!-
Lei iniziò a tossire per cacciare l’acqua che aveva in bocca: era salva.
Aprì gli occhi –Vaughn?-
-Sì, sono io. Va tutto bene, sei salva ora- le baciò la fronte, poi la strinse.
-Sydney!- Jack li aveva raggiunti e corse ad abbracciare la figlia
-Papà!Stai bene?-
-Sì, Sark mi ha sparato ma avevo il giubbotto antiproiettile. Tu come stai?-
-Bene ora. E Nadia e la mamma?-
-Sono scappate…….non credo che le rivedremo tanto presto-

Un paio di giorni dopo Sydney era nella sua cucina, con una tazza di tè fumante davanti.
Aveva chiesto un paio di giorni di ferie per riprendersi, Lauren l’aveva conciata piuttosto male, ma ora stava molto meglio. Suo padre aveva detto la verità alla CIA: stranamente non era stato perseguito, forse perché voleva solo trovare il Passeggero. Sydney non aveva avuto più notizie di sua madre e sua sorella, ma non si meravigliava: Irina Derevko non poteva permettersi di fare una telefonata alla figlia per dirle come stava. Per quanto riguardava Vaughn………non avevano più affrontato l’argomento “genitori”. A dire il vero non lo vedeva da due giorni. Probabilmente le cose non si sarebbero mai aggiustate. Squillò il telefono e lei andò in salotto a rispondere
-Pronto?-
-Sydney, sono la mamma-
Sydney rimase sorpresa . -Non preoccuparti, questa è una linea sicura- disse Irina
-Come state tu e Nadia?-
-Bene, e tu?-
-Sto bene-
-Mi dispiace di essere sparita così, senza assicurarmi che stessi bene, ma dovevo lasciare il paese al più presto-
-Lo so, non preoccuparti-
-Sydney, probabilmente passerà molto tempo prima di rivederci, non mi è possibile restare a lungo in America, ma se avrai bisogno di aiuto, dici a Jack di contattarmi. Lo so che è arrabbiato e che non abbiamo avuto il tempo di chiarirci, ma digli di farlo, ok?-
-D’accordo-
-Ora devo andare…………….cerca di riguardarti Sydney, ok? E cerca di chiarire le cose con Vaughn, buttatevi alle spalle il passato. Vivi la tua vita-
A Sydney sembrò che la madre stesse piangendo mentre le diceva questo
-Ci rivedremo, prima o poi…………ti voglio bene, Sydney. Lo so che non sono mai stata una madre per te, ma ti voglio bene-
Sydney si lasciò scendere una lacrima sul viso –A volte lo sei stata………ti voglio bene anch’io…….nonostante tutto- Irina riattaccò. Ecco, ci era cascata di nuovo: si era di nuovo illusa di avere una madre e lei se ne era già andata. Si asciugò la lacrima.
Suonarono alla porta e andò ad aprire: era Vaughn.
-Ciao, posso entrare?- chiese lui
-Sì-
Vaughn entrò –Volevo venire prima, ma volevo prepararmi un discorso……..volevo trovare le parole giuste per parlarti…….ma ora non ricordo più niente-
-Vaughn, cosa c’è?-
-Avevi ragione su mio padre. Ho letto il fascicolo che mi ha dato tua madre…….non posso più negarlo. Syd, mi dispiace da morire…..come ti ho parlato, quello che ti ho detto….non avrei dovuto-
-Non devi scusarti, avevi tutto il diritto di arrabbiarti-
-Non cercherò più di catturare tua madre, ho capito che non mi aiuterà, niente potrà far sì che riesca a perdonare mio padre. Se fosse riuscito nel suo intento……se ti avesse ucciso………non posso neanche pensarci-
-Vaughn……..-
-Sydney, l’unica cosa che voglio è stare con te. Capirò se tu non vorrai perdonarmi per tutto quello che ti ho fatto passare, ma volevo che lo sapessi-
-Vaughn, io non sono arrabbiata, non più. La mia unica paura è che il fantasma di Lauren o dei nostri genitori viva per sempre tra di noi-
-A me non importa assolutamente niente di Lauren, e non permetterò che quello che hanno fatto i nostri genitori ci separi. Insomma, Syd………io ti amo, ti amo con tutto me stesso-
Sydney sorrise –Anch’io ti amo tanto-A quel punto lui la baciò e Sydney ebbe la sensazione che niente più al mondo avrebbe potuto dividerli………..finalmente nella sua vita c’era qualcosa di giusto.



POSTFAZIONE DELL'AUTRICE:
E così sono riuscita a concludere la mia prima fan fiction su Alias! Spero che vi sia piaciuta almeno un pochino...
Volevo dedicare questo racconto a mia sorella Angela che, anche se non ama molto le fanfiction, si è prestata a leggere la mia prima che la facessi pubblicare sul web! E naturalmente dedico questo racconto anche a tutti quelli che avranno la pazienza di leggerlo... se ce ne saranno!


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