Anya aprì lentamente i suoi grandi occhi
castani appena un secondo prima che la sveglia cominciasse a trillare,
preceduta solo da quel sonoro "crak" che innescava il meccanismo
d'allarme, ma non fece in tempo a spegnerla
- tititi tititi titititi - poggiò stancamente il palmo della mano della
mano sul pulsante di spegnimento e il rumore cessò all'istante
- Mannaggia alle sveglie e a chi le ha inventate - biascicò sorridendo, in
fondo non le dispiaceva così tanto andare al lavoro, essere la segretaria
del direttore in una delle banche più prestigiose del mondo, non era poi
così noioso - Credo che quel poveretto si rivolterebbe nella tomba se
sapesse quanti guai portano quei congegni infernali...io sono
dell'opinione che una bel secchio d'acqua gelata sortirebbe effetti
migliori - sorrise Irina alla figlia spalancando le finestre - adoro Mosca
di prima mattina, c'è ancora quel sapore di dormiveglia tra la gente che
passeggia o che va al lavoro, hai come la sensazione di camminare davvero
con loro e non tra loro... e solo per qualche minuto tutti sono accomunati
da un obiettivo comune...invece per il resto della loro vita non fanno
altro che combattersi per ottenere ciò che ha l'altro...- osservando la
madre fantasticare, notò come, tra le sue parole, ci fosse uno strano
senso di amarezza, di rimpianto e francamente non riusciva a capirne la
ragione
- già... svegliarsi, il contrario di quello che vorrei fare io... -
sdrammatizzò Anya, alzandosi lentamente. La donna l'osservò con divertito
rimprovero - è inutile tentare di essere saggia con te la mattina
presto....come durante tutta la giornata, del resto - di tutta risposta,
la figlia le scaraventò addosso un cuscino, che lei, prontamente schivò -
sai mamma, non si direbbe che sei una prof. di letteratura al Liceo più
prestigioso di Mosca, sai? Hai dei riflessi impressionanti...per l'età che
hai...- sorrise sibillina, adorava prendere in giro la madre, o almeno per
quanto potesse ricordare...nei due anni appena trascorsi Irina si era
preoccupata di raccontarle nei minimi particolari tutta la sua vita fino
al giorno in cui si era risvegliata in un ospedale di Mosca, senza avere
la più pallida idea di cosa le era successo fino a quel momento...Da quel
giorno aveva scoperto di chiamarsi Anya Derevko e di essere l'assistente
personale di Vladimir Kracovskj, il direttore della più importante banca
di Mosca. Era andata a vivere con la madre, come aveva sempre fatto
secondo quest'ultima, e le era sempre stata accanto, come negli anni
passati con lei, sopratutto dopo l'abbandono di suo padre, avvenuto circa
vent'anni prima, di cui lei, purtroppo, non ricordava nulla.
- Se non fosse perchè ritengo le tue accuse infondate, mi riterrei
offesa...- sorrise Irina per mascherare, un'altra volta la verità a sua
figlia. A mentire era sempre stata brava, aveva imparato con Jack, anche
se durante la maggior parte del tempo il suo amore era stato vero e
l'illusione del suo matrimonio reale, finché non gli aveva definitivamente
detto addio, lasciandolo solo e con una figlia piccola da crescere...Lei
era tornata in Russia, dove aveva continuato a lavorare per il KGB e poi
per il Direttorio K, fino a che la CIA non aveva sconfitto anche quello...
da allora collaborava segretamente con Sark...questa volta però Sydney...Anya
non sarebbe stata coinvolta. Aveva fatto in modo che non fosse d'impiccio
a Sark, riuscendo a farla abitare con lei, e nel frattempo non fosse
nemmeno in pericolo...purtroppo sapeva che la Convenzione sarebbe presto
venuta a cercarla per quel maledetto "figlio" di Rambaldi...coraggio
Irina, sii ottimista, tua figlia è al sicuro finché Sark tiene la bocca
chiusa...
- Mamma?! Sei su questo pianeta? Io vado a fare colazione e poi al lavoro
e mi risulta che debba farlo anche tu! - la figlia le agitò la mano a
pochi centimetri dal viso per farla tornare in se. Irina si ridestò e
annuì
- hai ragione, pensieri nostalgici - poi la baciò sulla fronte e,
guardandola uscire dalla stanza felice, non poté non pensare a quanto
l'aveva fatta soffrire quando ancora era Sydney, la coraggiosa Agente
della CIA, alleata di suo padre Jack, che debellava ogni pericolo per il
suo Paese, disposta anche a combattere contro la sua stessa madre per
proteggere la sua vita e quelle delle persone a lei care
- già - pensò soddisfatta - Anca è diventata la donna che non sono
riuscita ad essere io...- eppure l'aveva portata via da quella vita, per
permetterle di vivere quella sua tanto agoniata esistenza normale, lontana
da CIA, Convenzione e da qualunque altra cosa legata a Sydney Bristow. Ora
sua figlia era Anya Derevko una perfetta segretaria di banca con una vita
perfettamente normale, quella che aveva desiderato a lungo... eppure non
riusciva a convincersi nemmeno dopo due lunghi anni di aver fatto la cosa
giusta...La voce della figlia la richiamò nuovamente alla realtà - mamma
vado, ci vediamo questa sera, ti voglio bene! -
- anch'io tesoro, ciao - Irina sorrise e si portò una ciocca di capelli
scuri dietro l'orecchio, in quell'istante Olga fece lo stesso con i suoi,
ora rossi.
**********************************************
- Questo è Vladimir Krakovskj, un noto
direttore di banca, in Russia, - spiegò Dixon agli agenti alla Rotonda,
quella mattina - recentemente ci ha fatto pervenire delle informazioni
interessanti sulla possibile locazione di un manufatto di Rambaldi - poi
sghignazzò - anzi ha fatto di più, lo ha "comprato" sotto il naso della
Convenzione e l'ha messo al sicuro - gli piaceva essere un passo avanti
rispetto ai suoi avversari, da quando era diventato il nuovo direttore,
aveva ottenuto qualche successo ma erano state più frequenti le volte in
cui non era riuscito a fregare il nemico....non da quando Sydney era morta
e Vaughn se ne era andato... poveretto sapeva fin troppo bene come ci si
sente quando uccidono la donna che si ama più di tutto al mondo, ma
Michael era giovane e si era rifatto una nuova vita, lontano da quel mondo
che voleva abbandonare assieme a Sydney, dopo la sconfitta della
Convenzione e che invece era stato costretto a lasciare da solo e
sull'orlo del crollo emotivo...lo guardò studiare attentamente l'immagine
sullo schermo e voltarsi si tanto in tanto verso la moglie e sorriderle...doveva
essere grato a Lauren Reed e a Weiss, in fondo erano loro ad averlo
convinto a tornare alla CIA
- Purtroppo, essendo avido e bramoso di denaro, ha indetto un'asta per la
vendita del manufatto a cui parteciperemo noi e la Convenzione. Il vostro
compito, questa volta sarà relativamente semplice, dovrete andare a Mosca,
prendere il manufatto e riportarlo qui... se per caso il nemico avesse la
stessa idea, basterà soffiarlo a loro - poi si voltò dinuovo, ma questa
volta verso Jack Bristow...lo ammirava molto, aveva perso tutto, eppure
stava seduto lì, sempre attivo e pronto all'azione, come se sua moglie non
lo avesse mai ingannato e sua figlia non fosse mai morta... ma tenersi
tutto dentro, prima o poi, lo avrebbe fatto diventare pazzo...
- Beh, certo, direi che è proprio facile soffiare qualcosa alla
Convenzione, così facile che credo che farò testamento... - dopo quelle
parole Weiss si voltò istintivamente verso l'amico che chiuse lentamente
gli occhi...non poteva nemmeno lontanamente capire cosa si provasse a
perdere improvvisamente la persona più importante al mondo, ma immaginava
che si dovesse sentire un dolore così lacerante da desiderare la morte...Intanto
Dixon continuava a illustrare gli aspetti tecnici del piano, supportato da
Marshall, il genio dell'Agenzia.
- allora, come potete vedere queste sono due cravatte, sapete quelle che
si indossano nelle occasioni speciali, anche se non credo di aver
azzeccato il colore che va' di moda quest'anno - poi, accorgendosi dell'occhiatacia
di Dico, proseguì - ma, premendo qui dietro, sparano un bel sonnifero
potente che stenderà i vostri avversari... - poi mostrò loro una penna
stilografica - e questa è una penna che contiene una microcamera che vi
permetterà di filmare il manufatto, inviarmelo e permettermi così di
crearne una copia... - ma Vaughn lo bloccò
- Come non ci avete detto che saremmo dovuti tornare qui e poi tornare
dinuovo a Mosca per sostituirlo... -
- Infatti non sarà necessario se sarà la Convenzione a prenderlo per
prima....ma in quel caso dovreste combattere... l'asta si terrà tra una
settimana, voi partirete tra un'ora, filmerete le attività all'interno
della banca, il manufatto, lo invierete a Marshall, tornerete qui e, la
notte prima dell'asta, sostituirete il manoscritto vero con quello made in
CIA e all'asta offrirete una miseria...rispetto alla Convenzione... tutto
chiaro? - gli agenti annuirono e si diressero verso i rispettivi uffici
- Tesoro, tutto bene? - chiese Lauren al marito, mentre uscivano dalla
sala riunioni
- certo, perchè? - rispose Vaughn quasi seccato, non aveva voglia di
trovarsi faccia a faccia con Sark, probabilmente uno dei principali
responsabili della morte di Syd, già, gli sembrava strano riuscire a non
pensare a lei per qualche minuto...nonostante tutto era sempre lì, nella
sua mente e nel suo cuore distrutto...e stare di nuovo seduto a quel
tavolo non poté che aumentare la sua nostalgia dei bei momenti passati a
discutere delle missioni che sapeva avrebbe svolto con lei, fianco a
fianco, come sempre...poi, improvvisamente, gli balenò il ricordo del suo
funerale e dell'oblio che ne era seguito... maledetto il giorno in cui
aveva deciso di tornare alla CIA
- niente è che mi sei sembrato un po' restio ad accettare gli ordini di
Dixon - come al solito i suoi occhi l'avevano tradito, Lauren aveva
intuito qualcosa, ma decise di mentire - No, va tutto bene è che non ho
voglia di stare tanto lontano da te... - in fondo, almeno in quello, un
po' di verità c'era...Lauren era stata l'unica che l'avesse davvero
aiutato a dimenticare Syd, a ricominciare una nuova vita e a riprendere il
suo vecchio lavoro " forse combattere contro gli assassini dell'Agente
Bristow ti aiuterà a sentirti meglio" ricordava perfettamente quella frase
innocente che lo aveva convinto...per non parlare delle prediche di
Weiss...sorrise
- Mi sentirò tanto sola senza di te - la moglie lo baciò - sbrighiamoci,
ti devi preparare per la missione - decise di seguirla senza protestare,
un litigio con sua moglie era giusto quello che mancava per coronare la
sua già orribile esistenza.
***********************************************
Anya entrò di corsa nell'ufficio del
direttore, un po' trafelata
- Mi scusi direttore, c'è un traffico infernale - disse tutto d' un fiato
senza nemmeno guardare l'anziano signore dall'espressione bonaria che le
stava di fronte e il suo giovane interlocutore
- Anya, aspetti venga le devo far conoscere un il figlio di un mio vecchio
amico - la bloccò l'uomo indicando il ragazzo biondo accanto a lui - Anya,
lui è Julian Sark - poi, rivolto a lui - Julian, lei è Anya, la mia
segretaria personale -
- Piacere sig. Sark -
- Il piacere è mio signorina... -
- Derevko, Anya Derevko - chiarì, senza poter fare a meno di notare
l'espressione divertita del suo interlocutore... che avesse infilato i
bottoni nelle asole sbagliate? D'istinto si osservò nello specchio senza
però notare nessun difetto d' abbigliamento... poi quell' immagine: una
donna che le assomigliava terribilmente, vestita con il suo stesso
tailleur blu, ma con i capelli castani e leggermente più lunghi dei suoi...in
un istante l'immagine scomparve, lasciando spazio solo alla sua immagine
riflessa con un'espressione decisamente stupita
- Che c'è Anya, posso chiamarla Anya vero? Forse si stupisce anche lei
della sua bellezza? - la richiamò alla realtà lo sconosciuto
Olga si limitò a balbettare che aveva molto da fare e a congedarsi,
scusandosi
- E' davvero bellissima la sua segretaria sig. Krakovskj, anche se è un
po' bizzarra - sorrise Sark ripensando alla sua spina nel fianco come una
premurosa segretaria
- Mi chiami pure Vladimir sig. Sark, in fondo dovremo fare affari insieme,
giusto? - in quel momento la docile espressione del direttore si tramutò
in un ghigno sadico
- E' proprio di questo che vorrei parlarle Vlad - detto questo si
avviarono nell'ufficio del direttore e Sark, finalmente, distolse lo
sguardo da Anya, intenta a scrivere al computer chissà cosa - è davvero
incredibile - pensò il giovane - e meraviglioso...pensare che Irina mi
aveva avvertito di quanto fosse cambiata, non finirà mai di stupirmi - e
sul suo viso comparve il solito ghigno beffardo
Intanto Anya tentava disperatamente di ricordare il viso della donna che
aveva visto...in fondo era passato solo un istante, a lei era semrato che
le assomigliasse, ma non ne era più così sicura
- non fare l'idiota Anya - si disse ad un certo punto - potrebbe essere
stata solo un'allucinazione dovuta alla stanchezza, rilassati! - dopodichè
riprese a controllare i documenti del sig. Marc Stephard ripromettendosi
di non ripensare alla "donna dello specchio"
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- Questa è la foto dell' atrio della banca -
disse Weiss al collega, sull'aereo che li avrebbe condotti a Mosca,
mostrandogli una foto in bianco e nero, sicuramente un pezzo del filmato
di una telecamera girevole - e questo è il direttore Vladimir Krakovskj -
concluse mostrandogli invece una foto colorata del calvo direttore della
banca... in quell'istante i suoi occhi si posarono sullo specchio posto a
fianco dell'uomo e tutta la sua concentrazione venne catturata dal
riflesso della donna che stava scattando la foto: l'immagine era
leggermente sfuocata ma poteva vedere chiaramente la massa di capelli
rosso fuoco che le ricadevano morbidamente sulle spalle e per un attimo
gli tornò alla mente il suo primo incontro con Syd, alla sua espressione
quando era entrata per la prima volta nel suo ufficio, spaventata e
fragile, ma allo stesso tempo decisa, determinata e...quei folli capelli
rossi
- Non può essere lei - mormorò incredulo, non era Sydney la donna di
quella foto, si disse, la donna che aveva amato con tutto se stesso era
morta, dopo un combattimento contro quel duplicato, avevano trovato il suo
corpo, il dna combaciava e... lui aveva sparso le sue ceneri nella baia di
Santa Monica...eppure, contro ogni logica o razionalità il suo cuore
cominciò a battere più in fretta....
*****************************
- Tolstoj, senza dubbio uno dei più famosi
scrittori russi dell'età contemporanea - spiegò Irina alla sua classe di
giovani sedicenni distratti - chi sa dirmi il titolo della più famosa
opera di Tolstoj - una pallida biondina alzò debolmente la mano - dimmi
Svetlana - la ragazza mormorò - Guerra e Pace? - Irina sorrise - esatto,
Guerra e Pace, il dramma della nostra vita...chi di voi non ha mai pensato
di fare la guerra, di farla pagare a qualcuno, per un gesto che ci ha
ferito o solamente perchè è giusto così...vendetta, mi direte giustamente,
ma in fondo che c'è di tanto diverso?! La vendetta il più delle volte è
causa di guerra... ma la verità e che si combatte soprattutto per avidità,
bramosia di avere ciò che possiede qualcunaltro, qualcosa che non è ancora
nostro...anche il KGB faceva così - azzardò Irina e due dozzine di teste
si voltarono attentissime - lo spionaggio è questo, avere qualcosa prima
dell'avversario... -
- del nemico - la corresse un corrucciato ragazzino bruno. Irina venne
colpita nel vivo e non riuscì a trattenersi
- Non sempre, il più delle volte siamo noi i nostri stessi nemici Kaplov,
poiché non sappiamo quando è il momento di abbandonare l'obiettivo e
tornare ad essere solo uomini invece che soldati...imparate questo
ragazzi, potrete uccidere tutti quelli che vorrete con la scusa che siano
dei nemici, ma non riuscirete mai a dimenticare il ruolo che hanno avuto
nella vostra vita, poichè, nel bene e nel male, il vostro gesto avrà una
conseguenza, che a sua volta ne avrà un'altra e un'altra ancora, finché
non arriverete al punto di non ricordare quando avete cominciato a fare
del male - fece una breve pausa, rivivendo la notte in cui aveva detto
definitivamente addio all'uomo che aveva usato, tradito, abbandonato e
amato più di ogni altra cosa al mondo e per un istante gli occhi le si
riempirono di lacrime - oppure avrete la condanna di ricordare per
l'eternità l'esatto istante in cui avete smesso di essere uomini ed avete
cominciato ad essere soldati, solo uno strumento nelle mani di qualcosa di
più grande di voi che vi ha spinto a desiderare di avere di più del vostro
"nemico", e per conquistarlo si perde, il più delle volte la cosa più
importante....se stessi....ricordate queste parole quando vi porranno di
fronte alla scelta di avere o di essere - pronunciate quelle parole prestò
attenzione alla classe: i ragazzi, prima distratti e annoiati, la stavano
fissando incantati, come ipnotizzati da quelle parole così profonde e
sentite, frutto di anni di dolorose esperienze e scelte difficili - la
maggior parte delle persone che incontrerete nel corso della vostra vita
hanno già scelto, voi riflettete bene prima di farlo, perchè ogni cosa ha
una conseguenza, starà a voi decidere se è meglio affrontarla da uomini o
da soldati - il suono della campanella di fine lezioni risvegliò la classe
- per la prossima volta studiate sul libro la parte dedicata all'argomento
di oggi - gli studenti s'incamminarono verso l'uscita ancora scossi per
quell'appassionato discorso. Irina cominciò a sistemare il materiale di
lavoro nella sua valigetta quando sentì dei passi avvicinarsi
- Che cos'hai dimenticato? - chiese senza voltarsi. Ma la voce richiamò la
sua attenzione all'istante
- Niente, solo quanto puoi essere saggia Irina - ironizzò - la tua lezione
è stata davvero...come definirla...emozionante, si vede che sai di cosa
parli -
- Che diavolo vuoi Sark, il nostro incontro è fissato per 'sta sera, o te
ne sei dimenticato? Comunque io qui mi chiamo Olga e non Irina, ci manca
solo che mi scrivo in fronte "ricercata dalla CIA" e poi mi potrei
direttamente consegnare.... è già un grande rischio essere tornata a
lavorare per lo Stato, senza che tu mi venga a trovare in pieno giorno...
fortunatamente il vecchio preside ha tirato le quoia, questo è giovane,
non sa neanche chi sia Irina Derevko...ammesso che lo sappia io - mormorò
tra se
- Oggi sono andato alla banca dove lavora Sydney...pardon, Anya, giusto?
Beh, devo ammettere che non l'avrei riconosciuta se non mi avesse quasi
spaccato la faccia contro un tavolino - poi si grattò il mento, fingendo
di essere confuso - no mi sbaglio, quello era il simpatico ex di tua
figlia, l'Agente Vaughn...a dire il vero io gli avevo appena sparato ma...
fa lo stesso -
- Vuoi stare un po' zitto! Non ti sembra che il solo essere venuto qui sia
un passo falso? Non dimenticare che siamo i due terroristi più ricercati
d'America! - lo rimproverò Irina - e non solo dalla CIA, la Convenzione
rivuole i suoi soldi... - a quelle parole Sark sghignazzò
- Vuoi dire i MIEI soldi cara, la bella eredità del paparino in cerca di
perdono. Comunque non preoccuparti, finché la Convenzione MI crede
prigioniero della CIA e VI crede morte, siamo a cavallo -
- Già - Irina si appoggiò alla cattedra con le braccia conserte - ma se tu
vieni "gentilmente" a trovarmi sul lavoro pericoloso che svolgo
attualmente e ti metti a sbandierare alcuni nomi inopportuni, non ci
metteranno molto a trovarci e linciarci entrambi...per non parlare di lei,
non voglio nemmeno immaginare i loro trattamenti per estrarre da mia
figlia ciò che gli serve - Irina rabbrividì al pensiero di ciò che Anya
avrebbe dovuto subire se l'avessero trovata - e comunque - urlò per
attirare l'attenzione del suo giovane "collega", intento a sbirciare nei
suoi registri - sono state le terribili esperienze che ha vissuto a
temprare mia figlia, se non le ricorda non possono avere influenza su di
lei, e poi non si comporta sempre come faceva con te Sark, al mondo non
sono tutti terroristi assassini come -
- Noi - concluse l'altro con un sorrisetto ironico
- Sì, noi - confermò la donna tristemente, non era certo fiera delle due
azioni passate, ma almeno aveva cercato di redimersi, salvando Sydney
dalla Convenzione
- Ah, comunque non ti ho detto la ragione per cui sono qui, il datore di
lavoro di Anya, il sig. Vladimir Krakovskj, ha organizzato un'asta per un
manufatto di Rambaldi, tra la Convenzione e la CIA, quindi mi devo
occupare del piano per giocarle tutte e due, fingendo di lavorare per la
Convenzione fregherò la CIA, ma per la seconda non so come fare...se
quelli mi vedono, come minimo mi squartano vivo...nel vero senso della
parola - si lamentò
- La CIA e la Convenzione nella banca dove lavora Anya? - sobbalzò
preoccupata la donna - devo fare qualcosa, impedire che vada al lavoro,
almeno per questa settimana, ma come? - cominciò a misurare a grandi passi
la stanza - ora vattene Sark, con te intorno non riuscirò mai a combinare
niente - sbottò dopo qualche minuto
- Calmati! Fa' pure come vuoi, ma secondo me è ridicolo tentare di vivere
una vita normale quando si è dei ricercati come te e lei...Irina ascolta,
non potrai tenerla nascosta per sempre, nemmeno tu...- sentenziò Sark
uscendo
- Ti sbagli, troverò il modo invece, nessuno ci troverà Julian - ma
avrebbe scoperto presto quanto si sbagliasse...
***************************************
Vaughn e Weiss erano appena entrati nella
hall dell'hotel dove avrebbero alloggiato, quando una giovane donna dai
corti capelli neri andò a sbattere contro il corpulento agente, ricadendo
a terra con un tonfo
- Oh, mi dispiace, si è fatta male? - chiese Weiss, aiutandola ad alzarsi
- No, è stata colpa mia - arrossì lei allontanandosi velocemente
- Ehi amico hai fatto colpo - lo incoraggiò Vaughn ridendo
- Sì certo, il colpo l'ha preso lei e pure forte, devo mettermi a dieta...
-
- I vostri nomi prego -
- Io sono Dimitri Drakov e questo è il mio amico Ivan Kasinskj, abbiamo
prenotato per una notte - dichiarò Vaughn alla reception
- Oh certo, eccovi qui, stanza 47, primo piano - rispose l'uomo dopo aver
controllato sulla lista - buona permanenza signori -
- Grazie, anche a lei - rispose Weiss distrattamente
- Grazie anche a lei? Ma che sei diventato scemo? Quello ci lavora qui,
altro che permanenza - lo canzonò Vaughn - facciamo quello che dobbiamo -
**********************************
Anya aveva quasi finito di compilare i conti
dei nuovi clienti della banca quando squillò il telefono
- Anya sono io -
- Mamma che succede? Di solito non mi chiami mai sul lavoro, è successo
qualcosa? - chiese preoccupata
- No è che devi venire a casa subito, si è rotto il tubo della lavatrice e
si sta allagando la casa, ho chiamato il tecnico ma non può venire prima
di un'ora, mi devi aiutare -
- Va bene mamma, sta' calma, avverto il direttore e arrivo -
- Grazie tesoro, sei unica - ed era la pura verità, ma purtroppo questa
sua caratteristica le avrebbe causato non pochi problemi da quel momento
in poi. Senza esitare Irina diede un calcio deciso al tubo della lavatrice
che cominciò a spruzzare acqua dappertutto...il fine giustifica i mezzi,
si disse impugnando lo straccio e iniziando ad asciugare quel disastro
- Scusi direttore ma ho dei problemi a casa, potrei uscire prima oggi? -
chiese Anya al suo capo
- Va bene ma è qualcosa di grave? -
- No, solo la lavatrice che fa i capricci -
Era ormai arrivata nell'atrio della banca e schivando un paio di signore
anziane con i loro illustri nipoti e alcuni bambini che si rincorrevano,
riuscì a raggiungere l'uscita, ma all'improvviso venne pervasa da una
strana sensazione di protezione e sicurezza e un profumo familiare le
riempì le narici...si voltò e si perse negli occhi più belli che avesse
mai visto, di un verde intenso, sicuri e decisi, protettivi e comprensivi,
talvolta severi, in quell'istante sbalorditi...
No, non era possibile, non poteva essere lei, stava sognando, quella non
poteva essere Syd, lei era morta più di due anni prima...eppure era
identica a lei, in ogni singolo particolare, aprì e richiuse gli occhi più
volte, ma lei era ancora lì e lo stava osservando stupita per quel suo
strano comportamento, con i suoi lucenti occhi castani, i morbidi capelli,
le labbra che l'avevano baciato teneramente, con passione, con amore... in
quel momento capì che la donna che aveva amato più di tutto al mondo e che
si era accorto di amare più di prima, una donna che avrebbe dovuto essere
morta, si trovava solo a qualche metro da lui...
Tutto del suo viso gli era familiare: le labbra sottili, il naso
particolare, la fossetta sul mento ma soprattutto quegli occhi
meravigliosi, profondi come il mare...come l'amore, un sentimento che
doveva aver provato e che ora stava crescendo dentro di lei, in un istante
ebbe di nuovo una visione, ma questa volta si trovava su un aereo, uno di
quelli da cargo, e provava una strana sensazione, simile a quella che
aveva provato nel sentire quel profumo, lo stesso che sentiva in quel
momento accanto ad un uomo che le sorrideva gentilmente... e poi provò
quell'irrefrenabile impulso di abbracciarlo e il suo cuore prese a battere
più forte... Anya si ritrovò nell'atrio della banca a fissare quel giovane
che la guardava come se non la vedesse da tempo...come se la conoscesse...
- Strano - pensò - la mamma non mi aveva mai parlato di lui... già la
mamma...mi sono dimenticata della lavatrice - tentò di riprendere a
camminare ma i suoi piedi non ne volevano sapere di muoversi...
Vaughn osservò ancora per qualche istante quella donna che somigliava così
tanto alla sua Syd e poi decise, doveva parlarle, almeno sentire il suono
della sua voce... si avvicinò cautamente...
Anya lo guardò avvicinarsi lentamente e, senza saperne la ragione,
desiderò corrergli incontro e abbracciarlo, invece restò ferma e attese
immobile che il suo destino si compisse fino a quando lui non parlò
- Syd, sei tu - l'atmosfera idilliaca s'interruppe, l'aveva confusa per
un'altra... ma la sua voce, bassa e suadente le risvegliò sensazioni che
credeva di non aver mai provato... sentiva che loro in qualche modo si
erano conosciuti e...amati, che pensiero assurdo...tentò di rispondere ma
un'esplosione la scaraventò a terra, no, era stato lui, le aveva fatto da
scudo col suo corpo... non sapeva chi fosse questa Syd, ma di sicuro
doveva volerle molto bene per rischiare senza batter ciglio la vita per
lei...era molto fortunata...
Ormai le urla della gente sovrastavano qualunque rumore, tranne quello del
suo cuore che aveva cominciato a battere all'impazzata, sentire il calore
del corpo di quello sconosciuto sul suo l'aveva come risvegliata da una
specie di trance...Syd, si certo aveva già sentito questo nome...forse
questa Syd era un'amica comune che li aveva fatti incontrare, sua madre
non l'avrebbe certo potuta conoscere...ma allora perchè quella strana
euforia? Lo sentì allontanarsi improvvisamente
- Maledetto Sark - si voltò dinuovo verso di lei e sorrise...quel caldo
sorriso rassicurante che tanto amava...amava? Ma cosa le stava accadendo,
era solo uno sconosciuto...o forse no...
- Ma chi l'avrebbe mai detto che sareste arrivati cosi presto? - ironizzò
Sark rivolto a Vaughn e Weiss - sembra quasi che voleste precedermi... non
fate mosse false o sparo all'impazzata chiaro? - sembrava deciso a
mantenere la parola
- Piantala Sark, lasciali andare, è una storia tra noi, loro non c'entrano
-
- Lo sai agente Vaughn? Non ho più nulla da perdere, ormai la Convenzione
ha scoperto che non sono vostro prigioniero, colpa di una soffiata del
caro direttore - mugugnò Sark... Vaughn, Michael Vaughn, era quello il suo
nome lo aveva pronunciato migliaia di volte e, senza rendersene nemmeno
conto lo aveva marcato a fuoco nella sua mente, nel suo
cuore....improvvisamente Sark l'afferrò dal suo nascondiglio, rannicchiata
dietro di lui e le aveva puntato la fredda canna della pistola alla tempia
- Adesso, tu andrai nell'ufficio del direttore e prenderai per me il
manufatto, o le faccio saltare le cervella - lo minacciò Sark...vide il
terrore negli occhi di Vaughn, poi fu lei ad avere paura...Sark aveva
puntato la pistola su di lui...non poteva perderlo, non proprio adesso che
la sua vita cominciava ad avere un senso...poi un lampo le attraversò la
mente, lei sapeva cosa fare, rifilò una gomitata a Sark e gli rubò la
pistola puntandola a sua volta verso di lui
- Come la mettiamo se invece adesso la smetti di fare l'idiota e ti giri
così l'agente Vaughn ti blocca quelle luride manacce con due belle
manette, mentre Weiss va a prendere il manufatto di Rambaldi - Weiss,
Rambaldi...chi li aveva mai sentiti nominare? Eppure sapeva esattamente
chi erano
- Non lo faresti mai, non sei più capace Sydney, il lavoretto di tua madre
è stato provvidenziale... - Anya si sentiva sempre più confusa, anche Sark
l'aveva chiamata Sydney e che lavoretto poteva averle fatto sua madre?
Sark approfittò del suo istante di distrazione per afferrare la pistola,
ma Vaughn gli si lanciò addosso e la pistola volò lontano vicino alle mani
di Sark
- Nooo - urlò Anya mentre si udiva un sparo...Ma non era stato Sark a
sparare, bensì sua madre, che apparve improvvisamente con un'espressione
gelida e pentita
- Non doveva finire così Sark, non avresti dovuto tradirmi... - ma Sark
non poteva più sentirla... Anya non sapeva più cosa fare o dire, sua madre
aveva sparato a quel terrorista senza batter ciglio e per giunta lo
conosceva, lavoravano insieme...
- Irina Derevko, sapevi che c'entravi tu in qualche modo - biascicò Vaughn
scrollandosi di dosso il corpo esanime di Sark
- Sono lieta di rivederti Michael, mi mancavano i tuoi sguardi carichi
d'odio, quanto è che non ci vediamo, due anni? All'incirca da quando vi
sono sfuggita da sotto il naso alla CIA - Sua madre conosceva quel
ragazzo, che la odiava? E cosa c'entrava la CIA? La sua mente si riempì di
ricordi confusi di sua madre che si lanciava da un palazzo, Vaughn con lei
su una macchina, una stanza piena di facce conosciute...svenne.
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Anya si svegliò con la voce di Vaughn - Si,
pronto sono l'agente Vaughn, vorrei parlare immediatamente con Jack
Bristow...è urgente, si tratta di Sydney... pronto agente Bristow, sono
Vaughn, ho una notizia per lei, Sydney è viva, lo so che sembrerà
impossibile ma è vissuta in questi due anni a Mosca con...Irina Derevko,
credo che l'abbia salvata dalla Convenzione dopo la lotta con il
duplicato...sì, torneremo presto, vedrò cosa posso fare - appena attaccato
il telefono si avvicinò a lei e le si sedette accanto - Tua madre è di là,
ma ti ha lasciato in buone mani, promesso - Anya aprì gli occhi e sorrise
debolmente a Vaughn che le stava accarezzando delicatamente i capelli
- Oddio Vaughn, sono così confusa! Tutto quello che avete detto, mi
sembrava di capirlo, di saperlo ma c'è qualcosa che mi blocca.... - le
prese una mano e la strinse forte tra le sue - andrà tutto bene adesso ci
sono qua io... questa volta non ti lascerò più... -
- Questa volta? - lo guardò, osservò attentamente ogni centimetro del suo
viso ed ebbe una voglia irrefrenabile di baciarlo, si voltò
- Questa, ti ricorda qualcosa? - chiese mostrandole una foto dov'erano
raffigurati lui e la donna che aveva visto allo specchio
Improvvisamente quella spiaggia così familiare, con lui....
- Vaughn, o mio Dio! - aveva ricordato quando l'avevano scattata, poco
dopo la sconfitta dell'SD6...
- Non volevi farla, continuavi a dire che avremmo dovuto farla ad Arvin
Sloane in cella... - sorrise Vaughn con gli occhi lucidi...doveva aver
sofferto molto - non avrei mai immaginato che neanche un mese dopo ho
creduto di averti persa per sempre...si coprì gli occhi con la mano - è
come se fossi morto con te... - non voleva sentire altro, solo il calore
dei suoi baci
- Baciami Vaughn e rinasceremo insieme - lui alzò gli occhi e se la trovò
a pochi centimetri dal viso... Dio, aveva faticato tanto per averla, per
confessarle ciò che provava realmente per lei, anche se non le aveva mai
detto che l'amava, l'aveva persa ed ora dinuovo ritrovata e baciarla era
stato il suo più grande desiderio dal primo istante in cui l'aveva vista
alla banca...
Le sue labbra si posarono delicatamente e su quelle di lei e man mano che
il bacio diventava più intenso sentiva il suo respiro aumentare e le
lacrime scorrerle lungo le guance...
Quei baci erano stati la sua ancora di salvezza durante la lotta contro
Sloane e la Convenzione... lentamente i ricordi tornarono a galla nella
sua mente e ciò che rivide le scatenò un'emozione fortissima: eccola da
piccola con suo padre e sua madre, poi lei che spariva, morta in un
incidente d'auto, la fanciullezza con suo padre sempre lontano, Will,
Francie, Danny, Sloane, L'SD6, Dixon, Marshall, la morte di Danny ucciso
da chi credeva essere la CIA, Tai Pei, l'arrivo alla vera CIA, suo padre
doppiogiochista e poi lui, Vaughn che l'aveva aiutata a sopravvivere
durante tutto quell'inferno di menzogne, che l'aveva amata...Khasinau,
Anna Espinoza, Weiss, Carrie, Devlin, Kendall, la sconfitta dell'SD6, l'hokey
e poi Sark, il duplicato di Francie, Allison Doren e infine sua madre
Irina Derevko, la donna che aveva creduto morta per tutti quegli anni e
che aveva ucciso il padre di Michael...la notte in cui era sparita, la
vacanza a Santa Barbara e ancora la lotta con Allison, il viso di sua
madre e l'operazione per farle dimenticare tutto...Quando i ricordi
terminarono per Anya fu come risvegliarsi da un lungo sonno, durato due
anni e guardò Vaughn negli occhi, come se lo rivedesse per la prima volta
dopo tanto tempo
- Vaughn, Allison era il duplicato, Will come sta? - il volto dell'uomo si
rilassò
- Will sta bene ma Francie... - lesse la verità nei suoi occhi, come
sempre, e lo abbracciò come non aveva mai fatto, per ricordare cosa si
provasse ad essere dinuovo totalmente felice...
- Ti amo Sydney Bristow come non ho mai amato e non amerò mai nessuna
donna al mondo, era un pezzo che volevo dirtelo, ma non ne ho mai avuto il
coraggio... -
- Anch'io ti amo Michael Vaughn e non ti permetterò di abbandonarmi di
nuovo - sorrise mentre gli mostrava la fede d'oro che aveva all'anulare
sinistro - l'ho notata subito, appena ti ho visto. - Lui non rispose ma
abbassò lo sguardo
- Credevi che non me ne sarei accorta? O lo speravi? - non sembrava
arrabbiata
- Syd, quando tu sei morta io sono morto con te...non hai idea di cos'ho
passato, quando ho visto quel cadavere carbonizzato, mi hanno detto che
era il tuo, ho lasciato la CIA, ho cominciato a bere e a...parlarti, prima
da solo ma poi hai addirittura cominciato a rispondermi, Syd io stavo
impazzendo e....- lei, che lo osservava attentamente parlare lo zittì
posandogli un dito sulle labbra -
- Va bene, lo so, quando ho ricordato tutto, poco fa, mi sono passati
davanti trent'anni della mia vita e nei momenti più felici c'era la tua
presenza costante...anch'io credevo che dopo la morte di Danny non sarei
riuscita a sopravvivere eppure il destino a voluto che mi innamorassi di
te e fossi davvero felice, forse per la prima volta in vita mia da quando
credevo mia madre fosse morta...so quanto è grande il tuo amore e non
permetterò ad un errore di compromettere tutto un'altra volta...il destino
ci ha già ostacolati abbastanza, ora voglio ricominciare una nuova vita...
con te - Vaughn non poteva credere alle sue orecchie, gliela faceva
passare liscia così? Forse vedere la loro vita tutta in un minuto le aveva
davvero fatto cambiare prospettiva!!!
Si baciarono e parlarono a lungo prima che Syd chiedesse - E mia madre? -
- Non lo so, dovrebbe essere con Weiss...oh no -
Appena furono in cucina videro il loro amico a terra, privo di sensi e un
biglietto con degli orecchini accanto
Il vostro collega è stato molto gentile, è
un peccato doverlo " addormentare"...Syd sapevo che l'unico modo per farti
ritornare la memoria era provocarti una grande emozione...inutile dire che
oggi ne hai vissute parecchie...non mi posso trattenere oltre, sapete,
sono una ricercata, ma ti lascio questo piccolo ricordo di me...d'ora in
avanti sarà l'unico modo che avremo per comunicare...ah dimenticavo! Siate
felici e salutatemi Jack! Dasvidania piccioncini....
Irina - Credo che alla fine le
cose si siano aggiustate per il meglio - sentenziò Syd dopo aver letto il
biglietto
- No, manca ancora una cosa - rispose Vaughn sorridendo e lanciò la fede
giù dalla finestra della casa di Syd...non gli sarebbe più servita... -
sei pronta a tornare a casa?-
- Non proprio - lo baciò - ora lo sono -
Nonostante il destino li avesse sempre ostacolati, quei due ragazzi
avevano saputo esattamente cosa fare nel momento in cui i loro sguardi si
erano incontrati di nuovo.... ci sarebbero voluti ben più di Sark, una
fede o la morte per separare quelle due anime che erano ormai diventate
una sola....
POSTFAZIONE
DELL'AUTRICE: eccomi arrivata alla fine del mio secondo
racconto... che dire? E più lungo e un po'... alternativo... ma in fondo
il messaggio sembra ben chiaro: non ne possiamo più della "cozza", in
questo racconto appariva solo per rompere, come sempre e Syd e Vaughn sono
la coppia perfetta che niente e nessuno potrà mai dividere...! - CHIARO?
Un ciao speciale alla mia migliore amica Milena perchè mi sopporta quando
parlo di Alias senza batter ciglio...o quasi... e un saluto a tutta la
famiglia di Alias Italia... CIAO GUAGLIO' |