BIP. BIP. BIP. BIP. Il cercapersone di
Will incominciò a suonare come un pazzo.
"Che ore sono... sei meno un quarto... dov'è l'interruttore...
Dannazione!" Era fortunato ad abitare da solo; niente compagni di stanza
impiccioni, niente genitori... la sua vita era perfetta.
Beh, quasi. Sul lavoro non aveva orario, e potevano chiamarlo quando
volevano.
Ma il suo lavoro non era il giornalista per il Los Angeles Register, no.
Almeno lì sarebbe stato pagato meglio. Quella "testata" era una copertura;
il suo vero lavoro era Agente Operativo per l'SD-6, una sezione segreta
della CIA.
Nello stesso attimo in cui si stava infilando le scarpe, incominciò a
suonare il telefono. "Pronto?"
"Abbiamo bisogno di te, Will." riecheggiò la voce di Arvin Sloane, il suo
capo.
"E allora aspettate solo un minuto, sto arrivando! E poi, perchè mi
chiamate a casa?" chiese lui, confuso.
"Solo un controllo. Avverti i tuoi amici che starai via per qualche
giorno."
"Tokyo?" "No, Taipei. Ma spiegherò tutto quando arrivi."
"OK." Rispose Will, chiudendo la comunicazione.
Un quarto d'ora dopo, dopo ovviamente essere passato per la stanza bianca,
Will arrivò, recandosi dritto nella sala principale per il rapporto.
"Questo è Peter Cryver." disse Sloane, mentre sui visori passava
l'immagine di un tizio che come cariatide era ben conservato, mentre come
essere umano... "E lui ha la pagina del diario di Rambaldi che cerchiamo."
"La numero 47. Manco a farlo apposta..." commentò lui. "E cosa dovremmo
fare, andare là e chiedergliela in prestito?"
"No, signor spiritoso, perchè si dà il caso che Cryver finanzi il
Direttorio K."
Will sbuffò. Il Direttorio K significava Anna Espinoza, e dopo sei mesi di
finto fidanzamento per scoprire i finanziatori del Direttorio (ed essere
stato scoperto) non aveva francamente voglia di rivedere di nuovo quella
psicotica.
"Tu e Jenny (la sua assistente-fidanzata nella serie, Ndr.) vi recherete
al suo nightclub, a Taipei, e mentre lei distrarrà tutti, andrai
nell'ufficio principale, che è nel retro, e sostituirai la pagina con una
identica, ma bianca."
"Sembra facile." disse lei.
Subito dopo Marshall incominciò ad introdurre i suoi "gadgets": delle
caramelline ingoiando una delle quali Jenny poteva anche fingere di
morire, un orologio che nascondeva un raggio capace di stendere al suolo
in uno stato di temporanea incoscienza, e ovviamente un paio di occhiali
trendy a raggi x, capaci di far vedere l'antifurto... e di disattivarlo.
TA I PEI
"Ho avvistato il nostro tipo." Jenny sussurrò a Will, che la teneva a
braccetto perchè si dovevano fingere due fidanzati, tali Susan Krevik e
Jim Dramberg, che "casualmente" erano in vacanza a Taipei. I vestiti
erano, ovviamente, ultracool.
"OK. Adesso inizia il divertimento." disse lui passandole una delle
pillole.
Jenny si recò abbastanza lontano da lui e poi ingoiò la pillola, svenendo
quasi all'istante.
"Avrai 60 secondi da quando Jenny prenderà la pillola." La voce di
Marshall riecheggiava ancora nelle sue orecchie mentre correva per il
lungo corridoio che conduceva al'ufficio.
Entrò facilmente nell'ufficio, e la sostituzione avvenne senza problemi.
Quando tornò nella sala principale, non c'era più nessuno.
"Dove sono tutti?" chiese ad un cameriere. "Il signor Cryver ha chiuso,
signore." rispose lui.
OH MERDA! "Scusi, e arrivederci!" disse prendendo la via della porta.
"Pas si vite, Tippin." disse una voce femminile.
"Anna."
"Je suis très surprise de te voire à nouveau, Tippin."
Quando Anna aveva scoperto che Jorge Suarez era solo una copertura per un
agente dell'SD-6, e un giovincello addirittura, cinque anni prima (il
primo anno di servizio attivo di Will), aveva cercato in tutti i modi di
farlo fuori. Come era sopravvissuto, non lo sapeva esattamente manco lui.
Ed era l'unico ad aver visto la furia di Espinoza ed essere ancora vivo.
"Vif, Anna? Tu aurais du le savoir, j'ai la peau trés dure. Et je
dèsormais connais tous tes sècrets. Tu ne me fais pas peur."
Anna si scostò per far passare un tizio; cinese, in un completo e con
occhiali eleganti.
"Mais lui t'en fera." lei disse, e fu l'ultima cosa che lui sentì prima di
svenire, colpito alla testa dal "cameriere".
Si risvegliò in una stanza buia, legato mani e piedi ad una sedia. La
porta della stanza si aprì e ne uscì il nostro "amico".
"Buongiorno e ben svegliato, signor Dramberg... oh, scusi, Tippin.
Cercherò di essere breve con le domande. Se risponderà, potrà andarsene di
qui con... tutti i suoi denti." disse con accento cinese (ovviamente).
Will lo guardò per strano. Ma dov'era finito, nel Maratoneta?
Il tizio, comunque, con tutta calma, prese un paio di tenaglie e
incominciò: "Allora... che cosa ci fa qui?"
"Vacanza." "Con un nome falso?" "Forza dell'abitudine. Sa, quando non ci
si può scrollare il lavoro di dosso." All'improvviso il trapano venne
acceso, e Will deglutì nervosamente. "Credo che lei lo capisca bene."
"Bella storia, ma io credo che invece lei e la sua... amichetta... siate
venuti qua per una certa pagina del diario di Milo Rambaldi."
"Quello che fa gli effetti speciali?" Il cinese gli prese un braccio e
glielo torse.
"Molto spiritoso, ma con me non funziona. Mi risponda!" "Si è già dato la
risposta da solo..."
"Allora, a cosa vi serve?" chiese con più insistenza il cinese.
"Ok, calma, amico." Will manteneva come poteva l'apparenza di calma,
mentre dentro di sè tremava. "Ti dirò qualcosa. Ma devi prendere carta e
penna."
Il cinese lo fece. "Ok. Ora scrivi... A... P... E... R.. C. Fatto?" chiese
con un ghigno. "Ora, leggi al contrario."
Lui lo fece ad alta voce "C... R... E... P... A. Beh, allora vedo che
dovremo ricorrere alle..." aprì e chiuse le tenaglie con un suono
metallico "maniere forti."
Improvvisamente Will pensò, con ironia, a quanto i dentisti non capissero
lo humour.
;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:
A
BRADLEY COOPER
MICHAEL VARTAN
L
JENNIFER GARNER
MERRIN DUNGEY
I
SARAH SHAHI
RON RIFKIN
A
KEVIN WEISMAN
NANCY WETZEL
S
EDWARD ATTERTON
And VICTOR GARBER
ALIAS
CREATED BY J.J. ABRAMS
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LOS A NGELES.
Sydney Bristow era appena uscita dall'Università, carica di libri, quando
vide la silhouette della sua amica Amy Tippin, sorella di Will.
"Amy! Hey, Amy!" gridò, ma la testa rossa della ragazza si girò solo dopo
qualche secondo.
Syd si avvicinò; Amy aveva uno sguardo nervoso, cosa rara per la
sorridente fanciulla. "Che succede?" chiese.
"Will." disse. "Ho suonato a casa sua e lui non c'era. Sono preoccupata.
Voglio dire, lo so che va lontano spesso, per lavoro, ma sai.."
"Amy," disse Sydney, "Will è un uomo adulto, sa come cavarsela. E poi, con
Jenny... a Taipei..."
"Hey tipe!" gridò Francie avvicinandosi. "Che succede? Ho sentito che
qualcuno è a Taipei. Chi? Voglio vedere le foto!" Come avrete capito, ama
le città orientali.
"Will è a Taipei, e Amy si preoccupa perchè non è tornato per il giorno
stabilito."
"Ma lo sai che spesso Will si trattiene di più. Anzi, ero venuta apposta
per dirvelo, Will ha chiamato; per dire che il suo ritorno è stato
ritardato."
"Spero che tu non l'abbia trattenuto troppo, Francie", disse Amy
ritrovando il sorriso. "Vabbè che sei cotta di lui, ma l'ultima volta gli
hai fatto scaricare tutti i soldi sul cellulare!"
"E tu, allora? Sei peggio di una madre! Quando è andato a Londra per
quell'articolo sulla mucca pazza gli hai chiesto se si era LAVATO I
DENTI!!"
All'improvviso Sydney sentì qualcuno dietro di lei dirle "Ciao!" e tirò un
urlo; non si era accorata dell'arrivo del suo fidanzato, Danny Hecht,
laureando in medicina e scrittore a tempo perso. "Allora?"
"Allora??" "Allora," ripetè lei, "c'era bisogno di spuntarmi alle spalle?
Sembra che tu mi stia... spiando."
"Hai visto troppe volte i film di 007, Syd. A quanto vedo, c'è una
litigata tra le due donne di William Tippin."
"Meno male che lui non lo sa." disse Syd con un sorrisetto. "Invece,"
disse Danny, "io penso che si divertirebbe."
TAI P EI
Nella stanza buia il silenzio era completo in quel momento, rotto solo dal
rumore sordo delle gocce di sangue che cadevano dal labbro spaccato di
Will. Due denti erano stati "delicatamente" asportati prima che lui
perdesse i sensi dal dolore.
All'improvviso il Cinese parlò: "La pagina."
Will alzò gli occhi verso il tizio, non dicendo una parola.
"Dov'è la pagina di Rambaldi?"
?? Ma non ce l'avevano di nuovo loro, dato che... ma dopo tre secondi, il
nostro si rese conto che CE L'AVEVA ANCORA ADDOSSO!
"L'ho... data al mio contatto." Ora doveva giocare il tutto per tutto. I
nodi si erano abbastanza allentati, e forse si sarebbe riuscito a
liberare, ma aveva bisogno di tempo.
"Quale contatto, signor Tippin? Uno dell'Alleanza?"
Alleanza? "No, della CIA. Io lavoro per la CIA, signor Dentista Cinese."
Il Dentista Cinese rise "No, no, lei sta lavorando contro la CIA, non
per."
Will fece seguire un sorpreso silenzio.
"La SD-6 non è parte della CIA." Fece una pausa. "Fa parte dell'Alleanza
dei 12. Lei pensa di servire il suo Paese, ma in realtà lo sta tradendo."
"Perchè... dovrei crederle?" disse lui diffidente. "Perchè io sono l'unico
abbastanza imparziale per dire la verità."
La corda cadde per terra, senza rumore. Tienilo occupato... "Ma lei non
lavora per il Direttorato?"
"Lavoro per Khasinau. Niente agenzie. Troppe persone da cui guardarsi."
"Come per esempio..." Will colpì il cinese in testa, facendogli perdere i
sensi, e si alzò dalla sedia "ME!"
Corse rapidamente fuori dalla stanza, sorprendendosi di non incontrare
guardie o agenti speciali... o Mr. Khasinau.
Arrivato al punto di estrazione non riusciva a togliersi dalla mente
quelle parole: "No, no, lei sta lavorando contro la CIA, non per.", "La
SD-6 non è parte della CIA. Fa parte dell'Alleanza dei 12." "Lei pensa di
servire il suo Paese, ma in realtà lo sta tradendo." Aveva mentito per
farlo capitolare più facilmente? No, sembrava sincero. E mentre Jenny
arrivava con un team dell'SD-6 per riportarlo a Los Angeles, si chiese se
forse, questa volta, non fosse il nemico a tradire.
L O S ANGELES
Danny, Sydney, Amy e Francie stavano chiacchierando dell'ultimo episodio
di "CSI" nell'appartamento di Will quando la porta si aprì.
"Salve a quelli che non abitano qui!" disse.
"Will, amico! Meno male che sei arrivato!" disse Danny, correndo verso di
lui come se fosse stato una scialuppa di salvataggio sul Titanic. "Che ne
dici di andarci a fare un giro?"
"Parlano ancora del sedere di George Eads?" sospirò lui.
"No, peggio." Danny fece una pausa. "Dei modi in cui ci ucciderebbero se
le tradissimo!"
"Ti, Danny. Sei l'unico fidanzato, bello mio. Io sono felicemente single e
progetto di restarlo."
"Eh, sì, dopo come è finita con quella giornalista del Mundo, come si
chiamava?"
"Anna Espinoza. Ed è stata una fine quantomeno... pirotecnica."
"OK, ma allora, quel giro?" chiese Danny.
"Un'altra volta. Ora sono stanco morto. Ma vi prego, crematemi."
"Spiritoso."
Le ragazze, nel frattempo, avevano smesso di "chiacchierare". "Will! Ciao!
Ma quando sei tornato!" Syd. "Potevamo venirti a prendere all'aeroporto!"
Francie. "Che è successo? Continui a massaggiarti la bocca!" Amy.
"Pochi minuti fa, non volevo scomodarvi, e niente che il mio dentista non
possa risolvere. Dovevo scrivere sulla violenza nelle strade e... l'ho
provata. Mi sono partiti ben tre denti, ma non mi preoccupo molto."
"Tu non me la conti giusta." disse Amy.
"Sorellina, tranquillizzati. Non ti sto nascondendo niente." Sono il
bugiardo perfetto, pensò.
Il cercapersone di Will scelse proprio quel momento per suonare. "Ach!"
disse.
"Il giornale?" chiese Francie.
Will annuì. "Che impiccioni!"
"Beh, sorella, questo è il prezzo da pagare per gli sghei che guadagno."
"Ciao!" disse Syd, senza neanche alzare il naso dal giornale che stava
leggendo, "Storia Illustrata".
Lui salutò tutti, e Danny prese al volo l'occasione per svignarsela,
adducendo un'"emergenza farmacologica" (disperato il tipo).
La porta si chiuse delicatamente, lasciando le tre donne nei loro
pensieri.
SD-6.
"Allora, gente", disse Sloane, "quello che state vedendo è la pag. 47 del
Diario Di Milo Rambaldi, che l'agente Tippin è riuscito abilmente a
trafugare." Si fermò per prendere fiato. "Ci mostra i piani per la
costruzione di un'arma di distruzione di massa."
A quelle parole, le frasi del Cinese tornarono prepotentemente nella mente
di Will, costringendolo a fingersi malato per poter uscire dalla sala.
All'improvviso incoccò in una persona.
"Mi scusi, io..."
Ma quando la guardò in faccia, scoprì con uno shock chi era.
Jack Bristow.
Il padre di Sydney.
Che vendeva ricambi per aerei.
Che idiota! Era una copertura. E anche piuttosto ovvia.
L'uomo non mosse un ciglio. "Cercavo proprio te. Devo parlarti."
E gli fece cenno di seguirlo.
Fidarsi?
Will entrò nello stanzino, l'unico posto in tutta l'SD-6 privo di
telecamere, microspie o altre tecnodiavolerie.
"Allora...?"
"Credo che qualcuno ti abbia... sconvolto la mente a Taipei. Forse una
verità che non riesci a sopportare?"
Il tono impersonale di Jack gli fece venire i brividi. "Vuol dire che...
il Cinese... aveva ragione?"
"Sì, Will. L'SD-6 è parte dell'Alleanza dei 12, una organizzazione
criminale internazionale. Una verità che sanno solo gli agenti di alto
livello."
"Ed ora, io. Ma... se sa che qui è corrotto, perchè ci lavora ancora?"
Jack lo guardò, sempre impassibile. "A meno che.. lei non sia un
doppiogiochista per la CIA."
Un sorriso apparve sulla bocca del padre di Sydney. "Bingo."
"E potrei farlo anch'io?" Il doppiogiochista annuì.
"Ma sei sicuro di volerlo fare? Sarebbe un grave rischio."
"Lo so, ma ci sono abituato." Uscendo, Will si girò verso Jack e disse
"Sono in pericolo da quando mi hanno reclutato all'SD-6."
POCHI MINUTI DOPO.
SEDE DELLA CIA.
"OK, credo che potremmo prendere in considerazione la candidatura, signor
Tippin." rispose l'Agente Eric Weiss.
"Quando arriverà la conferma?" chiese il nostro.
"In giornata." rispose. "Ora la lascio con il mio collega, Michael Vaughn.
E' lui che si occupa del caso SD-6."
Vaughn entrò nella stanza con fare deciso-troppo deciso, tanto che Will
alzò gli occhi al cielo, pensando Oh bene, proprio quello che mi ci
voleva, un guerrafondaio.
Ma dopo qualche minuto l'uomo si rivelò essere molto calmo, ed intuitivo,
e per chissà quale ragione al giovane agente venne in mente Jack Ryan,
l'analista dell'Agenzia dei libri di Tom Clancy.
Dopo una discussione sul come avrebbe dovuto capire che l'SD-6 mentiva,
Vaughn gli affidò la prima contromissione, nonostante Will non fosse stato
ancora accettato come doppiogiochista; sostituire la pagina 47 con una
diversa made in CIA. E doveva farlo il prima possibile.
LOS AN G ELES.
Will rientrò a casa quasi a mezzanotte, avendo speso tutta la sera a
progettare - ed eseguire - la contromissione, e si prese un colpo quando
vide un tizio in piedi in mezzo al salotto.
Era Vaughn. "Sei stato accettato. E io sarò il tuo contatto." disse,
semiserio.
"Vedo che volevi darmi per primo la notizia." scherzò l'altro agente CIA.
"Ecco la pagina. Ora la vostra bella riproduzione è la possessione più
importante dell'SD-6. Una vera reliquia." Il trillo del telefono li
scosse.
Il nuovo doppiogiochista fece per rispondere, ma il suo contatto gli fece
segno di star zitto. <Aspetta la segreteria.> gli suggerì usando il
linguaggio dei segni.
"Ciao Will, ti vorrei ricordare che io e Francie andiamo in disco con Syd
e Danny, quindi se vuoi venire con noi, tira su la cornetta. Se vieni da
solo allo Sporting, tira su la cornetta. Se non vieni... bè, non ti resta
che tirare su la cornetta." Amy. <E' mia sorella>. fece segno a Vaughn.
<E' una civile.>
<Lo so> fu la risposta.
<Rispondo. Meglio che non si insospettisca.> "Pronto sorellina? Ah, scusa,
ma mi sono appena fatto la doccia e quando sono arrivato a rispondere...
lo sai."
"Vieni in disco con noi?" chiese la piccola Tippin.
E ritrovarmi presentate tutte la ragazze della discoteca? No grazie. "Mi
dispiace, non posso! E' appena arrivato un collega per discutere
dell'ultimo articolo che stiamo scrivendo assieme."
"Ma non l'avevi scritto tutto da solo, l'ultimo articolo?"
GAFFE!!! "Non ti ho detto che mi avevano incaricato di scriverlo su note
di un altro."
"Beh, divertiti."
"Ciao." e posò la cornetta. "Allora?"
"Devlin ha fatto analizzare ai tecnici la pagina e ne risulta che l'arma
che Rambaldi aveva progettato è inservibile senza un componente che allora
era comune, ma che adesso è diventato abbastanza raro."
"Cioè?" Chiese Will. "Carbone?"
"Esattamente."
"Un'arma di distruzione di massa che va a carbone! Buona questa!"
"Non è il combustibile. E' il proiettile."
"Scusa? Vuoi dire che l'arma di distruzione di massa tanto paurosa è una
macchina sparacarbone? Persino IO potrei inventare un'arma più
terrificante!" disse Will, stupefatto, ed anche un pò deluso.
"Non mi hai lasciato finire." si giustificò l'agente CIA. "L'arma è
composta da tre parti, una è quella lì illustrata, la seconda è in una
pagina posseduta dalla CIA, e la terza è stata localizzata a Sydney."
"Oh, no, non un'altra missione pagina!" mormorò il giovane agente, senza
per fortuna essere sentito da Vaughn.
"Si trova a Lima. E ovviamente, bisogna recuperarla al più presto." disse
Michael.
"E la terza parte?" chiese il doppiogiochista.
"L'agente Weiss - Eric - è già diretto a recuperarla."
"Chissà perchè, ma sento puzza di inghippo." commentò Will. "Non ci sarà
mica da affrontare dentisti cinesi, vero?"
"No, però... "
"Però cosa???"
"E' in un locale di spogliarello. Maschile."
"Non è possibile! Tutte a me capitano?" commentò. "Almeno non avrò
problema, nello scegliere il travestimento."
L I MA
La musica di "Unbelievable" suonava, mentre nel club (arieccoci!) vari bei
ragazzi allietavano ricche e annoiate signore.
Ma nello spogliatoio, uno dei ragazzi non si stava preparando affatto per
lo spettacolo.
Will riuscì a eludere la sorveglianza e ad introdursi nella stanza dove
era la pagina, ma proprio mentre stava per afferrarla sentì una pistola
puntata alla tempia.
"Metti in alto le mani e girati. E non fare scherzi." Elusa, huh? Forse
con un trapano a motore ero più discreto, pensò.
Estraendo la pistola che aveva nascosta nel (ridicolo) giacchetto che
doveva portare, il nostro spostò tranquillamente l'altra e disse "Peccato.
Volevo divertirmi." E gli mollò un calcio ben dato negli addominali,
facendolo volare contro la porta, che si aprì.
"Ma che gentile!" disse, afferrando la pagina e andandosene schioccando le
dita a ritmo di musica.
La squadra della CIA gli aveva dato luogo, per il recupero, in un tipico
casolare.
Ma lì non c'era la CIA.
"Ciao Will!" disse una voce.
"Ciao Will!" disse una voce.
"Non è possibile! Cosa ci fai qui?"
"Beh," disse Jenny, "non ti ho visto venire, oggi, e così ho chiesto a
Sloane se potevo andare anche da sola, e lui ha ceduto."
"Incredibile!" commentò Will, cercando di capire cosa stesse per
succedere. Jenny non era un persona "riservata", non so se mi spiego.
"Certo, ma ancora di più lo è vederti QUI, in piena salute, mentre tua
sorella, chiamata da me, ha risposto che eri a letto con un mal di testa
assurdo!"
Quello che mi verrà adesso, pensò lui ironicamente. "Senti, Jenny, io non
ti posso spiegare perchè ero qui. Ma tu mi conosci, e sai che non tradirei
mai nè l'Agenzia nè il nostro Paese. Fidati di me, ti prego. Non ti posso
dire di più."
"Ma lo sai, sei davvero strano."
"Più del solito?" commentò Will sorridendo.
"No, voglio dire, queste bugie, questa tua decisione di non fidarti di
nessuno... manco lavorassimo per un'organizzazione criminale!"
Certe volte l'imbrocca proprio. "Beh, io sono in..." esitò un secondo,
"missione segreta. Sloane ha pensato di lasciarti la giornata libera,
tanto non c'era bisogno di due agenti sul posto."
"Mi fiderò... per stavolta." disse Jenny, mentre si sistemava la gonna.
"Ora scusami, ma devo tornare alla mia..." e qui gli fece l'occhiolino,
"copertura."
Mentre la vedeva allontanarsi con un vestito che la faceva sembrare la
Carmen rediviva il doppiogiochista utilizzò rapidamente il suo
orologio-telefono marca CIA. "Vaughn, dov'è la squadra?"
"Abbiamo dovuto ritardare la partenza, quando siamo stati informati che un
agente SD-6 era presente nel punto di estrazione."
"E questo fatto è anche la ragione per cui domani, all'aeroporto, ho
bisogno di un team che "copi" la pagina, in modo da non consegnarla al
caro Arvin." Le ultime due parole furono buttate fuori con una dose di
veleno tale da riempire un'autobotte. Le bugie che aveva scoperto essergli
dette avevano lasciato il segno.
"Cercheremo di fare il prima possibile, ma non credo riusciremo prima
delle 09:05."
"Meno male, noi prendiamo il volo delle 09:10. La mia "ispanica" partner
starà fuori tutta la notte per cercare di prendere qualcosa, qualsiasi
cosa. Per una come lei, è il gioco la cosa più eccitante. A domani,
allora."
"A domani." disse Vaughn, chiudendo la comunicazione.
Il giorno dopo, appena tornati a LA, Vaughn e Will si scambiarono la
pagina, fingendo uno scontro. Ma era già arrivato con Jenny fuori
dall'aeroporto e la pagina non era ancora arrivata. Il nostro aveva i
sudori freddi, tanto che quando, due secondi dopo, la seconda copia di una
pagina del Diario di Rambaldi era già nel doppiofondo della sua giacca,
pronta a portare l'SD-6 su false piste, tirò un sospiro di sollievo.
CASA DI W I LL.
"Hey, c'è nessuno?" Will sorrise; era davvero credibile, a recitare la
parte di quello che non sapeva di avere una festa a sorpresa nel suo
salotto. E quando la festa cominciò sul serio, la vera sorpresa furono i
regali. Ce n'era anche uno di Mike. Liquidò le domande di tutti dicendo
che era un collega, cronista di Hockey. Sul biglietto c'era scritto "MILLE
DI QUESTI TRENT'ANNI! TIENITI PRONTO, IL TUO TELEFONO NON SMETTERA' DI
SUONARE. IN EFFETTI, CI SARANNO UN SACCO DI PERSONE CHE SBAGLIERANNO
NUMERO!!! CON AMICIZIA, MIKE.
P.S. "JOEY'S PIZZA?" SI, IL MAGAZZINO AL MOLO 23!
Tradotto, voleva dire "Quando ti dovremo chiamare, diremo "Joey's Pizza?"
e tu dovrai dire che abbiamo sbagliato numero, poi uscire e recarti al
magazzino abbandonato al molo 23. Auguri per i tuoi trent'anni, con
amicizia, Mike."
Bel regalo di compleanno, non c'era che dire.
**FINALE**
PIU' TARDI.
SD-6.
Arvin Sloane era rimasto solo negli uffici della sezione, poeticamente
chiamata "Section Disparue" (Sezione Scomparsa) dal fatto che la
maggioranza degli alti papaveri erano ex agenti CIA "misteriosamente
scomparsi", a ultimare la digitazione di un documento, che poi chiuse
nella cartella segreta 47. Il nome del file era 2gioco... |