Un week-end a Santa Barbara…con
Sydney…sembra quasi impossibile aver già prenotato l’albergo, aver
sistemato il lavoro…un week-end “normale”, una tranquilla pausa con
lei…niente problemi, sotterfugi, inganni e imprevisti per 2 magnifici
giorni…
Questi erano i pensieri di Michael mentre, dopo aver steso il rapporto,
tornava a casa di Syd per poi andare con lei a Santa Barbara…era così
felice che quasi non si accorse dell’andirivieni della gente, delle grida…
almeno finché non ne vide il motivo.
Si aspettava di trovare Syd pronta, con la valigia, ma non fu così. Mai e
poi mai avrebbe immaginato che potesse accadere una cosa simile. Ormai le
fiamme erano state domate, ma dalla casa quasi irriconoscibile saliva
ancora un leggero filo di fumo nero; intorno a lui la gente si agitava,
correva ovunque, sembrava assistesse ad uno spettacolo. Mentre i pompieri
iniziavano a riavvolgere le pompe dell’acqua, arrivò una volante della
polizia,che respinse indietro i civili troppo curiosi. Un gruppo di
infermieri portava il corpo di un ragazzo privo di conoscenza su
un’ambulanza…Michael non si accorse che si trattava di Will. Per lui in
quel momento era come se tutto si muovesse al rallentatore…non poteva
pensare al peggio, non voleva. Ma provava qualcosa di molto strano mentre
cercava di riprendersi…qualcosa che non mai avrebbe voluto provare.
Quasi senza accorgersene corse verso l’entrata della casa carbonizzata, ma
un agente lo bloccò all’istante: - Qui i civili non possono entrare, è
pregato di andare dietro le transenne, potrebbe essere pericoloso...-
Queste parole gli risuonarono nelle orecchie come un’eco lontano,
surreale…poi estrasse come un automa il suo distintivo, senza dire nulla:
-Oh, mi scusi, prego, passi pure…- Per gli agenti ed i vigili del fuoco
tutto questo doveva apparire così normale, così di routine…come lo era per
Sydney rischiare la vita tutti i giorni…Accidenti, Michael si stupì dei
suoi pensieri,mentre entrava nell’ingresso… “era”?? Non sarebbe mai potuto
accadere nulla a Syd, lei era così forte,così pronta a tutto…certo era
scappata prima di…di…Ma lui non l’aveva vista fuori, non aveva sentito la
sua voce…per questo era corso nella casa…Continuava a ripetersi che non
era possibile quello che pensava, non poteva essere successo.
Prima di entrare nella stanza di Syd, trovò la forza di parlare con un
agente:
-Agente Vaughn, dipartimento di Stato. Cosa…cosa diavolo è successo?
-Un incendio. E’ stato evidentemente doloso. Sembra che al momento dello
scoppio dell’incendio ci fossero 3 persone, qui dentro.Ma una sembra sia
uscita dalla casa prima che si riducesse in questo stato…Lo sappiamo
perché in questa stanza c’è sangue di 2 tipi diversi. Ma abbiamo trovato
solo un ragazzo che ora hanno portato all’ospedale e…quello…-
Indicò con un cenno quello che poteva sembrare un corpo, quasi
completamente carbonizzato. Michael deglutì, la sua mente galoppava, alla
ricerca di tutte le varie possibilità, poi chiese:
-Avete già mandato un campione di DNA da analizzare?-
-Si,tra pochi minuti ci arriveranno i risultati.-
Michael osservò ancora il corpo, totalmente irriconoscibile…quante
possibilità c’erano che fosse Syd?non poteva pensarci…perché si pensa
sempre al peggio?
In quel momento, l’agente con cui aveva parlato prima lo chiamò: erano
arrivati i risultati.
Michael si avvicinò nuovamente, quasi tremava…
-Agente Vaughn,i risultati del test sono arrivati. Si tratta di…Bristow
Sydney.-
…..Michael non si senti più le gambe:la prima cosa che pensò fu che non
poteva essere vero,era uno scherzo…come era possibile?no,no…in un attimo
rivide tutti gli attimi passati con Sydney…la prima volta che l’aveva
vista, le volte che l’aveva consolata, quando gli aveva salvato la
vita…gli sembrò di morire…poteva essere solo un incubo, un sogno
orribile!! Si accovacciò accanto al corpo annerito, era ancora troppo
sconvolto anche per piangere, per urlare…troppo incredulo…
Qualche tempo dopo arrivò Dixon, evidentemente aveva saputo…anche lui
incredulo a quello che aveva sentito, che aveva visto…Michael gli rivolse
uno sguardo pieno di dolore, indescrivibile…le lacrime gli rigavano le
guance, e anche se il corpo era stato portato via, Michael rimase lì per
ancora molto tempo…
Ai funerali di Sydney, Michael era come assente, quasi non vedeva gli
altri partecipanti, certo tutti profondamente addolorati, e le parole gli
giungevano come in un sogno, lontane, come senza senso…in fondo, che senso
avevano quelle parole? anche se avesse tentato di spiegare cosa provava in
quel momento, sarebbe stato impossibile! Impossibile, come tentare di
nascondere il suo dolore, o cercare di capire se quello che stava
accadendo era la realtà, o solo un sogno…i suoi pensieri erano così
sconnessi, ancora non lo accettava…non avrebbe mai più rivisto Sydney, non
l’avrebbe più abbracciata, né baciata…
2 ANNI DOPO…
Hong Kong è una di quelle città moderne dove anche di notte sembra ci sia
il sole, tante sono le luci di case e uffici, i neon colorati delle
insegne di locali, ristoranti, discoteche…
Proprio la luce di un ristorante illuminò a giorno un piccolo vicolo buio,
e Sydney si svegliò con un gran mal di testa…Ma cosa ci faceva lì? E
soprattutto, dove diavolo era finita? Era così strano…non era certo a Los
Angeles!
Si alzò a fatica, ma non aveva più le ferite della lotta furiosa con il
duplicato di Francie…strano…e i suoi vestiti, che fine avevano fatto?
Quelli che indossava non erano certo quelli di poche ore fa…
Vide una cabina telefonica. Fortuna che il numero della CIA è gratuito,
altrimenti, senza un soldo così com’era…
- Sono l'agente 2300844. Chiamo per un contatto. Codice di conferma
"Davanti allo specchio"-
Sydney aveva la voce leggermente tremante,e se ne accorse: <ma cosa mi è
successo?> …
– Un momento…-
rispose la centralinista.
- Parla Kendall.-
- Mi sono appena risvegliata ad Hong Kong. Non so da quanto tempo sono qui
ne come ci sono arrivata.-
Dopo queste parole, Syd non sentì risposta…era tutto così strano! Cercò di
nuovo la voce dall’altra parte del filo…
-Pronto?-
- Raggiunga il rifugio a Singascuik più in fretta che può. Ricorda come
arrivarci?-
- Sì certo.-
- Mando qualcuno ad aspettarla.-
- D'accordo.-
Ora era più tranquilla. Certo l’avrebbero riportata a casa e le avrebbero
spiegato qualcosa di più.
<Ma è possibile che io non mi ricordi come sono arrivata qui?>… Sydney
camminava verso il rifugio della CIA, e continuava a riflettere…Finalmente
varcò la soglia del piccolo bar che fungeva da copertura. Un uomo la
condusse nel retro e le disse di aspettare. Tra poco sarebbe arrivato il
suo contatto. “ contatto”….questa parola le suonava così bella…sapeva bene
chi era il suo contatto…e non vedeva l’ora di vederlo.
Ore dopo, la porta della stanza di Syd si aprì lentamente, e lei corse ad
abbracciare Michael. Lui ricambiò, ma era strano il suo modo di fare. Syd
se ne accorse subito, ma non le sembrò poi così importante:
-Come stanno Francie e Will?
-Will sta bene…ma tu…
No, ora le sembrava importante. Vaughn era troppo strano.
-Vaughn? Cosa c’è?
-Syd…tu…tu eri morta!
Non era il modo migliore per iniziare una conversazione, pensò Syd:
pensava che Michael scherzasse, ma non era proprio il tipo…era rimasta
piuttosto scioccata, e Michael continuò:
-Sydney…io ho visto il tuo corpo…quella sera di due anni fa…quando…- per
Michael ricordare era come una pugnalata al cuore, ma ricordava
perfettamente tutto di Sydney. Per quanto si fosse sforzato, dimenticare
ciò che la riguardava era impossibile. -…quando volevamo andare a Santa
Barbara…La tua casa ha preso fuoco, Allison è scomparsa, Will si è salvato
per poco e tu…tu sei morta.-
Queste parole fecero a Syd lo stesso effetto di una secchiata di acqua
gelata. Rimase paralizzata:
-2…2 anni fa??
-Esatto…2 anni fa. Non ricordi?
-Si, me lo ricordo benissimo…ma…ma non possono essere 2 anni fa!Io…questa
è l’ultima cosa che ricordo…ho lottato con la finta Francie, le ho sparato
e poi…e poi sono svenuta!E mi sono risvegliata qui, a Hong Kong…-
Si, era sicuramente l’unica cosa che Syd ricordava, per quanto si
sforzasse non le veniva in mente nient’altro…Vaughn era stupito quanto
lei; oltre al fatto che era viva, non ricordava nulla degli ultimi 2 anni:
com’era possibile?
In quel momento, Sydney notò qualcosa che luccicava al dito di Michael.
-Vaughn, è una fede quella??-
IL GIORNO DOPO.
Mentre entrava nel quartiere generale della CIA, Syd continuava a pensa a
ciò che Vaughn le aveva detto durante il viaggio…le aveva raccontato
tutto, o quasi, quello che era successo in quei 2 anni che sembrava si
fossero completamente volatilizzati dalla sua mente. Un sacco di novità,
certo…ma una sola di queste l’aveva sconvolta terribilmente, solo una di
queste occupava ora i suoi pensieri…Michael, il “suo” Michael, aveva
sposato qualcun’altra!! Era veramente sconvolta, quasi incapace di
ragionare e di capire…era troppo irreale! Per Vaughn erano passati 2 anni,
per lei non era passato che un giorno…ma come aveva potuto sposarsi? Come
aveva potuto dimenticarla? Avrebbe voluto piangere ancora, ma ormai non
aveva più lacrime…
I suoi pensieri vennero interrotti da Weiss, Kendall, Marshall e Dixon:
sembravano tutti così felici di vederla… avevano gli occhi lucidi, una
cosa davvero strana, soprattutto per Kendall! Anche lei era felice, ma in
fondo, nella sua mente non li vedeva che da un paio di giorni…Mancava suo
padre…stranamente,non disse nulla…si stupì di se stessa!
Quel giorno le fecero moltissimi esami: scansione oculare, DNA… I
risultati sarebbero arrivati la sera stessa.
Weiss si offrì inoltre di ospitarla per un po’ a casa sua, e Syd fu
contenta di questo…è uno che sa tirar su il morale,pensò, ed io ne ho
davvero bisogno. Non aveva più visto Michael da quando erano arrivati a
Los Angeles, e pensò con fastidio che forse era a casa con la sua
mogliettina, a gustare una buona cenetta preparata da lei, e poi a
guardare un film alla TV insieme, sul divano…cercò di scacciare quei
pensieri che la deprimevano ancora di più, e si accorse con disappunto che
già, senza neppure conoscerla, odiava quella ragazza che ora aveva Michael
tutto per sé…
-Vuoi un caffè?… Hey, Terra chiama Syd! Hey!!
Sydney si scosse dai suoi pensieri, udendo la voce di Weiss…
-Eh? Oh, scusami, ero soprappensiero…comunque, no grazie.
-Un tè?
-Un tè va benissimo, grazie!
Era buffo vedere Weiss affaccendarsi ai fornelli…quella sera aveva
preparato la cena, ed era stato anche abbastanza bravo…certo, Francie era
tutta un’altra cosa…Sydney si rese conto all’improvviso che non aveva più
pensato ai suoi amici: come aveva potuto? Improvvisamente, saltò in piedi,
tanto che spaventò il povero Weiss:
-Will!!
-No hai sbagliato. Io mi chiamo Eric, Eric Weiss, sono un tuo collega e…
-Ma no!!- Syd non potè fare a meno di ridere…in fondo aveva perso 2 anni
della sua vita, non certo il senso dell’umorismo. - Io dicevo Will Tippin,
il mio amico! Che fine ha fatto?-
-Beh, è in un programma di protezione testimoni…visto che hanno appiccato
fuoco a casa vostra, abbiamo pensato di proteggerlo a dovere.-
Syd si sentì più tranquilla, anche se probabilmente sarebbe stato
difficile rivedere presto Will, sapeva almeno che era al sicuro. Chiese
poi di suo padre:
-Tuo padre è in prigione, Syd. Ha collaborato con tua madre per sapere chi
era il responsabile della tua morte, e così è finito in cella. Mi
dispiace. Temo non lo potrai rivedere per un po’…
Syd non la prese bene, ma almeno sapeva che era vivo…Comunque, al momento
la sua mente era occupata da altri pensieri….
-ehm, Weiss…ascolta…vorrei…vorrei sapere qualcosa sulla… moglie di
Vaughn…-oddio, ma cosa aveva fatto? Aveva fatto capire a Weiss che era
gelosa di quella ragazza! Arrossì terribilmente… e meno male che le
avevano insegnato a contenere le emozioni…
Weiss sorrise leggermente, in fondo la capiva…e gli faceva anche un po’
tenerezza, chissà come si sentiva male,povera!
-Dunque, la moglie di Vaughn, Lauren Reed…
-Lauren Reed…si chiama così?
-Si, esatto…è anche lei un’agente della CIA ed è…
-Davvero? Anche lei un agente?
-Si…però è inglese e…
-Inglese? Oooh, raffinata…
-Oh,ma Syd!! Vuoi lasciarmi parlare si o no?Se vuoi ti do un block-notes,
così prendi appunti!!
Risero entrambi…Weiss era davvero molto divertente, come sempre…come lo
era 2 anni fa…quella sera, Syd non pensò più ai suoi problemi e ai suoi
guai, ma si divertì solamente a chiacchierare con Weiss, e scoprì molto di
quello che era successo in quei 2 anni, anche se avrebbe tanto voluto
riuscire a ricordare ciò che le era accaduto…
Il giorno dopo Syd andò alla CIA, le sembrava tutto così normale! Era
anche piuttosto allegra, nonostante tutto…allegria che svanì di botto
quando vide Vaughn baciare una ragazza bionda, carina, all’apparenza anche
simpatica, che detestò all’istante!Capì subito che il suo nome era Lauren
Reed…
Nonostante il breve momento di stizza, Sydney si ricompose subito; del
resto, “quella” era sua moglie, chi era lei per dividerli? Era sparita per
2 anni, Vaughn si era rifatto una vita e le sembrò giusto…
In quel momento, Vaughn la vide, e fece un espressione alquanto
imbarazzata…in fondo, lui l’amava ancora, ma ora non era più la stessa
cosa. Ora era sposato, e amava anche Lauren…cosa doveva fare?Si allontanò
da Lauren e fece un cenno di saluto a Syd, prima di tornare a immergersi
nel suo lavoro, o meglio…nei suoi pensieri.
Syd, ricambiato il saluto di Vaughn, pensò bene che le conveniva
svignarsela al più presto, prima che…
- Salve! Lei deve essere Sydney Bristow, giusto? Ho…saputo qualcosa… Come
sta? Io sono Lauren Reed…
- Piacere di conoscerla.
Improvvisamente, provò simpatia per quella ragazza…sembrava davvero una
brava persona!
-si, io sono l’agente Bristow, e lei è…la moglie di Vaughn??
Accidenti, che errore imperdonabile! Come aveva potuto essere così
sfacciata? Comunque, la ragazza sorrise:
-Si, proprio così. Possiamo darci del tu?
-Beh, certo...Scusami, ma ora devo andare. A dopo!
Syd si sentiva così strana…quella tipa le stava simpatica, ma era
strano…erano gentili l’una con l’altra, ma perché? Sarebbe stato più
normale se si fossero odiate cordialmente a vicenda, da brave rivali in
amore…ma noi non siamo rivali in amore, pensò, ormai lei ha già vinto…
A interrompere i suoi pensieri questa volta fu Kendall:
-Agente Bristow, visto che lei non si ricorda assolutamente nulla dei 2
anni trascorsi, la metterò in contatto con qualcuno che forse sa
qualcosa.Andrà a Zurigo, e lì vedremo se riusciremo a sapere cosa diavolo
le è successo.
-E chi sarebbe questo “qualcuno che forse sa qualcosa”?
-Sloane.
In quell’istante, Sydney ebbe ben chiaro in mente cosa avrebbe fatto.
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-Allora, figlio di puttana, cosa mi hai fatto?
Syd teneva la testa di Arvin Sloane premuta sulla scrivania, le mani ben
strette intorno al suo collo. Gran parte degli oggetti e delle carte che
erano su di essa volarono a terra, e la poltrona si rovesciò, facendo un
gran rumore. Ma nessuno accorse. In quell’ufficio all’ultimo piano di un
palazzo di Zurigo, in quel momento, erano soli, a parte, forse, due
guardie stese a terra, prive di conoscenza:
-Rispondimi!
-Non so di cosa tu stia parlando… Sydney… lasciami!
-No, dimmi cosa mi è successo! Perché non ricordo nulla di questi ultimi 2
anni? Parla!
-Prima lasciami!
Sydney mollò la presa, ma la rabbia si rifletteva nei suoi occhi…Quanto
odiava quell’uomo! Lo avrebbe ucciso all’istante, ma gli serviva ancora. E
poi, adesso, a quanto pare era un libero cittadino, con tutti i diritti
che questo comporta…
ALCUNE ORE PRIMA, ALLA CIA…
-Quindi, ora Sloane vive a Zurigo. Ma non era in custodia alla CIA? Mi
sfugge qualcosa…
L’ironia di Syd irritò leggermente Kendall…come si permetteva? Comunque
non si scompose:
-Sloane ha aiutato molto la CIA, così ha ottenuto l’immunità.
-Uhm, capisco…e così, voi avete liberato l’uomo che con tutta probabilità
mi ha fatto…oddio, non so neppure cosa cavolo mi ha fatto, ma so che è
stato lui! Ma cosa vi è saltato in mente?
-Agente Bristow, si calmi! Qui non è lei a dettar legge!
-hey hey, che succede qui?
L’arrivo di Weiss impedì la discussione tra Kendall e Syd, e le consegnò
un dossier su Sloane. Era stato Michael a dirgli di porterglielo,
conosceva già la reazione che avrebbe avuto la ragazza. Aveva davvero
ragione.
Syd si calmò e prese il dossier. Lo avrebbe letto in viaggio:
-Vado a prepararmi.
Salutò quasi militarmente Kendall, e Weiss sorrise sotto i baffi: erano
davvero divertenti!
Mentre Syd si avviava all’uscita, incontrò Vaughn: ci fu un leggero
imbarazzo, e lui le sorrise, in modo piuttosto malinconico:
-Vedo che Weiss ti ha dato il dossier.
-Già,sei stato tu a dirglielo, vero?
-Esatto…Ascolta, vuoi…vuoi che ti accompagni a Zurigo?
-No, no… me la caverò benissimo da sola. Grazie, comunque. Ciao, ci
vediamo e…salutami tua moglie…
Poi si allontanò. Vaughn si stupì delle sue parole. Suonavano davvero
strane! Magari un tempo il massimo che gli avrebbe potuto dire sarebbe
stato –salutami Donovan, il tuo cane!- ma non glielo aveva mai
detto…c’erano così tante cose che non si erano mai detti ma che avrebbero
voluto e dovuto dirsi…purtroppo, non sarebbe stata concessa loro una
seconda possibilità…Vaughn lo sapeva: lui amava Lauren, forse meno che Syd
ma…non sarebbe mai riuscito ad abbandonarla così.
DI NUOVO A ZURIGO…
-Avanti, Sloane, ora puoi parlare.
Syd si tratteneva davvero a fatica, e fissava l’uomo, che non appariva per
nulla spaventato.
-Sydney, ti ripeto che non so nulla.
-Se pensi davvero che ti creda, inizi ad invecchiare.
Sloane azionò in quel momento con un pulsante un mitra posto sotto la
scrivania, e una scarica di pallottole passò velocissima di fianco a Syd:
fortuna che se ne era accorta in tempo…
Sydney estrasse a sua volta una pistola: era nervosa, adesso, chissà
quante altre diavolerie aveva lì dentro Sloane. Stava per sparare, ma
qualcuno, alle sue spalle, fu più veloce di lei, e una piccola ma efficace
freccetta di tranquillante la colpì al collo: non fece nemmeno in tempo a
girarsi per vedere di chi si trattasse che svenne.
7 ORE PIU’ TARDI…
-Ciao tesoro!
La voce colpì molto Sydney, e lei capì di chi si trattava prima ancora di
aprire gli occhi:
-…Mamma??
-Devi stare sdraiata, adesso, quel tranquillante è molto potente; il suo
effetto non è ancora passato completamente. Come mi vedi?
-uhm…Dove siamo?
-Beh, direi a 11.000 metri sull’ Atlantico…Siamo diretti in Cile.
-Dov’è Sloane?
-Sloane è…ehm, scappato!
-Che cooosa?? Mi hai fatto scappare Sloane! Perché non l’hai fermato?
-Eri caduta giù come una pera matura, il sonnifero ha fatto effetto
davvero in fretta! mi sono spaventata…cosa avrei dovuto fare?
-Tu…
Sydney si rese conto che le possibilità erano due: o sua madre era in
combutta con Sloane e l’aveva fatto fuggire di proposito, oppure…se si era
davvero preoccupata per lei… forse aveva trovato un’alleata.
-Hai fame? Vuoi qualcosa da mangiare, o da bere? O vuoi dormire ancora un
po’?
-No, va bene così…
Era indecisa se fidarsi o no. In fondo,quella donna era una grande
attrice, se voleva.
- Ma perché andiamo in Cile?
-Sloane è diretto là. Lo so per fonti sicure.
-uhm, ma…tu sai cosa mi è successo durante questi due anni?
-Io… può darsi, ma devi scoprirlo da sola. Non posso interferire con i
grandi piani.
-Grandi piani? Ma cosa…
-Hai ancora gli orecchini che ti avevo dato?
-Si, eccoli, li ho sempre con me, ma devi spiegarmi…
-No. Ora devi dormire, ne hai bisogno.
Detto questo, Irina passò delicatamente la mano sugli occhi di Syd, che si
addormentò all’istante. Poi sorrise; se Sydney avesse saputo la verità…
Sloane aveva evitato che la profezia si avverasse, ma questo non andava
bene; doveva rimettere tutto a posto, ed era lì per quello…anzi, non solo
per quello, pensava… in fondo, anche i sentimenti hanno la loro parte!
Irina avrebbe rimesso tutto a posto, in un modo o nell’altro.
VALPARAISO, CILE…
L’aereo stava atterrando, e Irina svegliò Sydney:
-Siamo arrivati, siamo in Cile!
-Bene. Ora, dove posso trovare Sloane?
-Stai calma, io verrò con te, comunque. Avrai bisogno del mio aiuto.
Le parole sibilline della madre lasciarono Syd un po’ perplessa, ma ormai
si era quasi abituata. L’aeroporto era proprio sul mare, ed il panorama
era splendido, ma nessuna delle due lo notò.
-Il tuo aiuto? Se vuoi aiutarmi dimmi cosa sai e cosa cavolo sono i
“grandi piani”!!
-Ti ho già detto che non posso! Dimentica le mie parole, lo saprai a tempo
debito.
Per questa volta Sydney lasciò correre, più tardi avrebbe provato ancora:
non si sarebbe arresa facilmente.
-Per trovare Sloane ,continuò Irina, Ci metteremo in contatto con Sark.
-Sark? Ma non è in custodia alla CIA?
-Si, ma questo non vuol dire che io non possa parlargli. Tu devi andare a
procurarti il necessario per attaccarlo. In quel locale – indicò un
piccolo bar in fondo alla strada, che non aveva certo un bell’aspetto –
nel retro, troverai un uomo: la parola d’ordine è…
- “La verità richiede tempo” ??
- Esatto…come lo sai? Beh, non importa… Lui ti darà tutto quello che ti
occorre. Vai!
- Un momento, e intanto tu che farai?
- Questo non ti riguarda, per ora. Vediamoci sulla spiaggia davanti
all’hotel Nacional, a Vina del Mar, tra cinque ore.
Detto questo, Irina si allontanò verso il molo, mentre Syd era rimasta un
po’ perplessa…ma poi anche lei si “risvegliò” e si diresse in fretta al
locale indicatole dalla madre.
LOS ANGELES, CIA…
Michael era tremendamente preoccupato: non si avevano notizie di Sydney da
molte ore, ma nessuno oltre a lui sembrava farci troppo caso. Lauren
arrivò in quel momento, e notò subito che qualcosa non andava:
- Mike, cosa ti succede?
- Io… sono preoccupato per Sy…ehm, per l’agente Bristow.
- Capisco…- Lauren si rese davvero conto che la gara era ancora aperta,
per lei… non voleva accadesse nulla di male a Sydney, quella ragazza le
era simpatica, ma… ora era in gioco il suo amore.
- Cosa pensi di fare, allora?
- Vado da Kendall.
- Aspetta, vengo anche io.
Vaughn entrò come una furia nell’ufficio di Kendall, stupendolo non poco.
- Agente Vaughn, cosa diavolo…
- Voglio parlare con Jack Bristow. Mi dia un permesso.
Davanti a tanta determinazione, Kendall non poté fare a meno di
acconsentire: Vaughn uscì poi immediatamente dall’ufficio, e si recò da
Jack: ignorò completamente Lauren, che stranamente non lo seguì. Aveva
altro in mente:
- Signor Kendall, io desidero un permesso speciale per ascoltare e vedere
la conversazione di Vaughn con Bristow, ma lui non lo dovrà sapere.
-Va bene, ma mi dovrà spiegare…
Non fece in tempo a terminare che anche Lauren era sparita: non voleva
perdersi una parola di quello che si sarebbero detti Mike e Jack.
- Jack? Come va?
- Vaughn… da quanto tempo non ci si vede…anzi, direi: da quanto tempo che
non vedo qualcuno! bah, come vuoi che vada…Perché sei qui?
- Non te l’hanno detto?
-detto cosa?
-Che…che Sydney è viva!
- Ah, ma io lo sapevo!- Vaughn rimase sconvolto… possibile? E perché non
gli aveva detto nulla, perché non glielo aveva detto quando voleva sposare
Lauren, perché non glielo aveva detto quando erano state sospese le
ricerche?Voleva chiedergli tutto questo, ma l’unica cosa che riuscì a dire
fu:
- Perchè?
- Perché lo sapevo e perché non te l’ho detto? Lo sapevo perché me l’ha
detto Irina, ma lei non aveva idea di dove fosse Sydney…abbiamo continuato
le ricerche, ma l’unica cosa che abbiamo scoperto prima del mio arresto è
stato il coinvolgimento di Sloane… Irina sa di sicuro più cose di quante
me ne ha dette, e ora credo che Sydney sia con lei. Vorranno trovare
Sloane.
Non te l’ho detto per vari motivi; il primo, noi non ci siamo mai più
rivisti, da quando Syd è morta; il secondo, io e Irina non volevamo
interferire con la tua vita, se ti avessimo detto la verità, inoltre, ti
saresti cacciato in un sacco di guai, e Sydney non avrebbe voluto. Ora,
non so se tu hai capito, ma devi trovare Irina, e con lei Sydney. Ascolta…
io so dove sono: devi andare in Cile.-
Le parole di Jack erano state estremamente enigmatiche, Michael ci aveva
capito poco e niente, ma una sola cosa ora voleva fare: trovare Sydney, in
Cile. Quindi, si fiondò letteralmente fuori dalla prigione, verso
l’aeroporto; una cosa non sapeva: anche Lauren era al corrente di tutto,
ora.
VINA DEL MAR…
Sydney era leggermente in anticipo, ma sapeva che sua madre sarebbe
arrivata tra 7 minuti esatti. Chissà come diavolo si era messa in contatto
con Sark… e cosa si erano detti. Syd pensò che forse non l’avrebbe mai
saputo: l’importante, comunque, era trovare Sloane, non importava come, o
con l’aiuto di chi. In quell’istante, le venne in mente Michael: chissà
cosa stava facendo, in quel momento…chissà se anche lui stava pensando a
lei…2 anni fa non si sarebbe mai posta la domanda: la risposta sarebbe
stata scontata, ma ora… certo non immaginava che l’avrebbe visto di lì a
poco!
Osservò ancora una volta gli aggeggi che le avevano dato…erano molto
strani, non ne aveva mai visti di simili, a parte una comunissima pistola.
Erano stati accompagnati da una spiegazione molto tecnica, veloce…
completamente il contrario di quelle di Marshall: chissà cosa stava
facendo anche lui? Per la prima volta, pensò che forse non lo avrebbe più
rivisto…pensò che forse questa volta avrebbe davvero rischiato la vita:
del resto, con Sloane non si poteva scherzare… ebbe paura, ma sapere cosa
diavolo le era successo in quei 2 anni valeva bene un po’ di rischio, e
sorrise: in fondo, ormai, cosa aveva da perdere?
In quel momento arrivò Irina, e la guardò stupita: non l’aveva ancora
vista sorridere, da quando era con lei:
- Beh, cosa c’è di così divertente?
- Nulla, stavo solo pensando…Allora, cosa mi dici?
- Per adesso, niente più di questo: Sloane si trova in un magazzino, al
porto, n° 47. Andremo subito lì.
-Che fantasia…Beh, andiamo. Voglio sapere.
Irina e Syd si incamminarono, ma non si dissero nient’ altro. Entrambe
avevano i loro pensieri, molto diversi.
Vaughn si era informato su Sloane appena arrivato a Santiago. Sembrava che
tutti ,o quasi, sapessero dove si trovasse: di sicuro non aveva paura di
essere attaccato…probabilmente era provvisto di parecchi sistemi di
difesa, tanto da non temere alcun attacco; oppure, era solamente
ammattito, del resto aveva una certa età… per la prima volta, Michael ci
pensò, divertito: mai avrebbe creduto che un simile “vecchietto” avrebbe
creato tali e tanti problemi.
Per fortuna, Vina del Mar era abbastanza vicina a Santiago, ci sarebbe
arrivato in poco tempo; e finalmente avrebbe trovato Syd, sapeva che era
lì, lo sentiva.
Irina e Sydney, intanto, scelsero di aspettare la notte per entrare nel
magazzino di Sloane, che avevano già individuato: non c’era un motivo
preciso per questa decisione: era solo più… “classico”. Irina sapeva che
presto avrebbe dovuto dare delle spiegazioni a Syd, e ancora non si era
preparata un “discorso” adeguato: beh, ci avrebbe pensato sul momento…del
resto, nulla si può mai programmare perfettamente, questo lo aveva
imparato a sue spese, era lì proprio per riparare a un “imprevisto”.
Un paio d’ore dopo, Syd e Irina decisero di entrare. I marchingegni in
dotazione a Syd servirono per eludere la sorveglianza di raggi infrarossi,
allarmi a rilevazione termica, sonora e visiva. Tutto qui: non ce n’erano
altri: una volta davanti a Sloane, l’unica cosa che Syd avrebbe avuto per
difendersi sarebbe stata la sua pistola, oltre naturalmente alla sua
furbizia e intelligenza.
Attraversati i sistemi di sorveglianza, si ritrovarono all’interno del
magazzino. Nel momento esatto in cui entrarono, si accesero
contemporaneamente tutte le luci dell’hangar, che le abbagliarono per
qualche istante, e prima ancora di ricominciare a vedere distintamente,
Syd sentì dei passi, e poi, una voce:
-Benvenuta, Sydney. Ti aspettavo.
Era Sloane.
La ragazza si guardò intorno, cercando la sua pistola, cadutale nel
momento in cui era stata abbagliata, ma non la trovò: infatti, era Sloane
che la impugnava, adesso. Irina era scomparsa, eclissata, come se non
fosse mai stata lì, l’aveva lasciata sola, di nuovo: probabilmente nemmeno
Sloane l’aveva vista, perché non disse nulla.
-So perché sei venuta qui, e ti spiegherò tutto, questa volta. Poi però,
dovrò impedire che tu possa intralciare di nuovo i miei piani. Avanti,
mani sopra la testa e precedimi, sempre dritto.
Syd iniziò a camminare. Le parole di Sloane l’avevano spaventata, sua
madre l’aveva di nuovo abbandonata e lei non poteva difendersi…cosa
avrebbe fatto, ora? Sloane l’avrebbe uccisa? Non avrebbe più rivisto
nessuno, nemmeno Michael…
Assorta com’era nei suoi pensieri, non si accorse di essere arrivata
proprio davanti alla grande macchina di Rambaldi,
Il Dire: Sloane, sempre tenendola sotto tiro, le andò di fronte,
piazzandosi proprio davanti alla macchina misteriosa. Sembrava quasi fosse
la guida in un museo…sembrava aspettasse di ottenere l’attenzione di Syd,
persa nel guardare l’enorme macchinario che non aveva mai visto, ma di cui
aveva tanto sentito parlare, benché non avesse mai capito a cosa diamine
servisse: ora lo avrebbe saputo.
- Bene, Sydney. Questo è il mio famoso gioiellino, la straordinaria
macchina costituita dai 47 manufatti di Rambaldi.
Non credo tu sappia a cosa serva; ebbene, ha molteplici funzioni. Ma è
bene che ti spieghi tutto dall’inizio, così soddisferò la tua curiosità,
finalmente. 2 anni fa, un caro amico mi fece leggere un manoscritto di
Rambaldi di cui ignoravo l’esistenza, e nel quale c’erano informazioni
preziosissime, che riguardavano, tra l’altro, anche te e me: la prima,
scioccante verità, fu la rivelazione che la profezia della donna che
avrebbe distrutto la grande potenza non era completamente reale. Rambaldi
aveva commesso un errore: la donna in questione non avrebbe distrutto la
grande potenza,bensì l’avrebbe protetta, ed avrebbe distrutto tutto ciò
che attentava alla sua sicurezza. La Derevko aveva ragione, tu sei quella
donna: la questione è che IO avrei dovuto essere distrutto da te, e
ovviamente non mi avrebbe fatto molto piacere, ed ho trovato la soluzione
nella seconda parte di quel manoscritto: la macchina costruita con tutti i
manufatti di Rambaldi avrebbe permesso a colui che l’avrebbe saputa usare
di manipolare la storia. Una sorta di macchina del tempo, per dirla con
parole semplici. Così, per evitare che tu mi creassi problemi, ho pensato
di inserirti in una specie di vortice temporale. La mia intenzione era di
cancellarti definitivamente dalla faccia della terra, ma un errore nel
montaggio ha fatto sì che la macchina si limitasse a mandarti 2 anni
avanti nel tempo. Vedrò di non ripetere l’errore, questa volta sarò sicuro
di farti fuori. Se le macchine del tempo sbagliano, le pistole sono più
sicure. Comunque, se vuoi sapere cosa ti è successo in questi 2 anni, ecco
la semplice risposta: assolutamente niente. Tu, in questi 2 anni non sei
esistita! Capisci?-
Sydney aveva ascoltato tutto il discorso di Sloane a bocca aperta: tutto
avrebbe immaginato, fuorchè qualcosa di così surreale e incredibile. Non
aveva tempo però di ripensare a quella storia così fantascientifica:
Sloane estrasse una pistola, e la puntò contro di lei; Sydney chiuse
istintivamente gli occhi, non c’era più scampo…
Sentì due colpi di pistola, ma nessuno la colpì: aprì di nuovo gli occhi e
vide Sloane a terra, colpito da due pallottole, provenienti da direzioni
diverse: le mancò il respiro quando vide Vaughn e sua madre venirle
incontro uno da sinistra e l’altra da destra…avevano sparato ognuno
all’insaputa dell’altro! Irina si diresse verso il macchinario di
Rambaldi, mentre Vaughn corse da lei e l’abbracciò, in lacrime…Syd era
ancora sconvolta dalle rivelazioni di Sloane, ma era così felice di
rivedere Michael…
-Oh mio Dio, Sydney…non ti lascerò mai più…
Irina li chiamò:
- Sydney!Michael! Mettetevi sotto quell’arco, presto! Tornerete a due anni
fa…questa volta non ci saranno interferenze!!
Tornerà tutto come prima, come doveva essere!
I due ragazzi, ancora sconvolti, corsero verso Il Dire, stringendosi le
mani.
- Mamma, ma tu chi sei? Tu sapevi tutto!
-Si, tesoro, io sapevo tutto…ma non ho voluto dirtelo, non so neanche io
perché…temevo la tua reazione… e poi… se tu avessi davvero saputo chi
sono…
- Chi sei? Dimmelo, prima di andare!!
-Io…aaaaaah!
In quel momento, una pallottola colpì Irina alla gamba. Syd e Michael si
girarono di scatto, spaventatissimi… erano disarmati, non avrebbero potuto
competere con una pistola, e meno che mai con Lauren.
Negli occhi di Lauren si rifletteva un odio profondo…tutto il suo aspetto
angelico era sparito d’incanto:
-Bene, Sydney, quello che Sloane non è riuscito a fare lo farò io, non
accetterò mai di perdere Michael!
Sollevò la sua pistola verso Sydney, e premette il grilletto…ma non andò
esattamente come Lauren aveva previsto. Infatti Vaughn si parò davanti
alla ragazza, e ricevette al suo posto il colpo; si accasciò a terra, e
Lauren e Syd gridarono quasi all’unisono. In quel momento, Irina abbassò
una leva, e…
-AAAAAAAAAAAH!!
- Sydney, cosa succede??
La forte luce della stanza d’ospedale indusse Sydney a sbattere per
qualche istante le palpebre, prima di mettere a fuoco il ragazzo che la
guardava con espressione preoccupata.
-Vaughn! Oh mio Dio, sei vivo!
Lo abbracciò così forte da fargli mancare il fiato. Michael rimase
piuttosto sorpreso, soprattutto quando Syd lo baciò.
- Credevo fossi morto! Ma dove diavolo siamo?
- Veramente, sono vivo e vegeto…siamo in un ospedale, Syd! Ma di cosa stai
parlando?
-Ma non ricordi, Lauren, mia madre, Il Dire…
-Chi? Lauren? E chi cavolo è?
-Oddio, quanti anni sono passati, questa volta?
- Anni? Ma Syd, sei sicura di stare bene?
-Si, sto bene, ma…da quanto tempo sono qui?
- Dormi da 47 ore. Ti abbiamo tirato fuori dalla tua casa in fiamme, eri
priva di conoscenza. Will sta bene, mentre il clone di Francie è sparito
nel nulla…ma lo troveremo!
- Cosa? Vuoi dire che siamo davvero tornati indietro?
-Syd, credo proprio di non capire! Mi vuoi spiegare, per favore?
Sydney cominciò a raccontare tutto dall’inizio, dal momento in cui Michael
l’aveva lasciata a casa per andare a stendere il rapporto, a quando sua
madre l’aveva portata da Sloane e poi li aveva fatti tornare qui…Alla fine
del racconto, Vaughn sorrise:
-Syd, era solo un sogno!
-Un sogno? Ma era così ben definito, così…reale! E poi, non è un po’ lungo
per essere un sogno?
-Beh, con 47 ore di sonno, il tempo lo hai avuto! E poi, come avrei potuto
sposare un’altra?
- Uhm, forse hai ragione… Ma quando potrò tornare a casa? Non mi piacciono
gli ospedali!
- Beh, ora la tua casa è un po’… “inagibile”, ma potrai venire a stare da
me. Visto che ti sei svegliata, potremo andarci anche stasera stessa!
- Uh, pensavo dovessi andare da Weiss! Però è stato divertente!
Risero entrambi. Era un tale sollievo per Syd sapere che era solo un
sogno…Accidenti, che paura che aveva avuto!
Quella sera, a casa di Michael, Syd era stesa sul divano, dato che era
ancora un po’ debole, mentre Vaughn stava preparando un tè…questo la face
sorridere < Beh, Weiss sarà anche carino, ma Michael…> in quel momento,
sentì gli orecchini di sua madre ticchettare, e prese subito un foglietto
e una penna per scrivere, ormai sua madre comunicava così… ma non sa che
esistono anche i cellulari?
Il messaggio di Irina era questo:
Tesoro, ricordati che non sempre nella realtà ci viene offerta una seconda
possibilità… e noi non possiamo saperlo in anticipo. Ti voglio bene.
SPECIAL THANKS…
Vorrei ringraziare prima di tutto Alias, il suo
creatore, JJA, che mi sta facendo ammattire, gli attori, fantasticizzzimi!,
e tutti coloro che collaborano e seguono questo telefilm, il mio
preferito...
Poi ringrazio tanto tanto la mia “sorellina”, per il supporto morale e per
sopportarmi ogni volta che parto a parlare di Alias…Grazie Cry!!
I miei tesori del Forum, che mi hanno ispirato, senza le loro idee non
avrei mai scritto una fan-fiction (prendetevi le vostre responsabilità!!)
ehehehe, vi voglio tanto bene!!
Ringrazio Antonio, per ospitare questa Fan-fiction nel suo sito (con tutte
le conseguenze che questo può portare!!)
Gli spoiler…come farei a sopravvivere senza, ora?
Baci… |