INTERVISTA A DANIELA ALTOMONTE
In esclusiva per il sito
IL MONDO DEI DOPPIATORI, un'intervista
(realizzata nel marzo 2002) a
Daniela Altomonte, autrice
dei dialoghi italiani di numerose serie TV di grande successo tra cui "Nikita",
"Cold Case - Delitti irrisolti", "E.R. - Medici in prima linea" e "West Wing"
(per maggiori informazioni leggete il box più in basso).
Per saperne di più sul lavoro di dialoghista e di doppiatore e sulla lavorazione
necessaria per la trasmissione in TV di un telefilm straniero leggete
l'intervista concessami da Daniela, che ringrazio molto. Per maggiori
informazioni visitate la scheda di Daniela
Altomonte presente iun questo sito.
È assolutamente vietato riprodurre questa intervista – anche in modo parziale – senza autorizzazione.
Come si diventa dialoghisti?
Bella domanda.
Per quanto mi riguarda l'accesso è stato facilitato perché ho iniziato a
doppiare da piccolina. Da lì, diventata grande,
approfittando della conoscenza delle lingue, ho iniziato ad affiancarmi ai dialoghisti che avevano bisogno di un traduttore e ho pian pianino "rubato"
il mestiere. Secondo me la strada migliore per avvicinarsi a questa
professione è senza dubbio passare del tempo accanto ad un dialoghista
professionista, per capire innanzi tutto cos'è un adattamento.
Indispensabile poi trasferirsi "con armi e bagagli" in una sala di
doppiaggio e soggiornarvi quanto più possibile, per vedere come avviene il
misteriosissimo passaggio tra il dialogo scritto e l'interpretazione degli
attori.
In cosa consiste il lavoro di un
dialoghista?
Il
dialoghista adatta in sincronismo ritmico e labiale i dialoghi di un
prodotto straniero (dall'inglese americano, nella maggior parte dei casi...)
L'adattamento NON E' UNA TRADUZIONE, ma una TRASPOSIZIONE linguistica, che
ha lo scopo di mantenere lo spirito originario dell'opera nella lingua di
destinazione (nel nostro caso l'italiano). E' un lavoro piuttosto complesso,
che richiede abilità sia tecnica (rispettare le lunghezze, le labiali, il
ritmo delle battute originali) che creativa (ripresentare in italiano lo
stesso colore, la stessa intensità del prodotto originale, rispettando le
intenzioni dello sceneggiatore originale.) Questo, ovviamente, a volte
costringe a cercare dei compromessi, ma per quanto mi riguarda cerco di fare
l'impossibile per mantenermi vicino all’originale.
Qual è l'iter che deve seguire un
telefilm straniero dopo esser stato acquistato e prima di venir trasmesso?
Copione e
cassetta originali vengono affidati al dialoghista, che dopo aver adattato
la/le puntate o il singolo film lo riconsegna alla società che ne cura
l'edizione (con edizione si intende - per semplificare - l'intera
lavorazione che si conclude con il prodotto doppiato in italiano). Il
copione va nelle mani del Direttore del doppiaggio, che prima di entrare in
sala, ovvero prima che si effettui il doppiaggio vero e proprio, lo legge
per mantenere la famosa continuità di cui sopra. Il direttore del
doppiaggio, figura cardine (si pensi al Regista di un film), nel frattempo
avrà già scelto - con criteri diversi a seconda del prodotto a cui si sta
lavorando- le voci, e l'assistente al doppiaggio avrà diviso in turni
(semplificando al massimo…) le puntate del telefilm, o il film da doppiare.
E finalmente si va in sala. Gli attori, davanti al leggio, interpretano
quanto scritto dal dialoghista. I cosiddetti "anelli" - gli spezzoni di
filmato da doppiare - vengono registrati e alla fine sincronizzati e mixati
(e qui mi perdo, perché non è il mio campo, e chiedo venia agli addetti ai
lavori!).
Non so se sapete che una serie, o un film, non si doppiano tutti "di
seguito", ma il prodotto viene suddiviso in quelli che si chiamano "anelli",
ovvero spezzoni di filmato (con il termine anello veniva chiamato il
pezzetto di pellicola che veniva proiettato per essere doppiato, quando non
si lavorava ancora in digitale e si tagliava fisicamente in striscioline,
incollate con lo scotch) e ripartiti nei singoli turni di doppiaggio (UN
TURNO=3 ore di lavoro, x un totale di 3 turni al giorno) a seconda degli
impegni degli attori.
Viene poi eseguito il controllo finale, e tutto è pronto per la messa in
onda.
I doppiatori hanno voce in capitolo
sui tuoi adattamenti?
Se il
dialoghista ha svolto con professionalità il proprio lavoro questo non si
verifica, se non per qualche parola che proprio non piace, o qualcosa che in
sala - dove si ha una visione diversa del nostro lavoro - non funziona a
dovere. D'altra parte, il lavoro del dialoghista è protetto dalla legge sul
diritto d'autore, siamo perciò a tutti gli effetti autori dei dialoghi
italiani.
Quando ti viene assegnato un
adattamento ti documenti sul telefilm e parli con i fan, per capirlo meglio?
Da quando
esistono su Internet i Forum dedicati alle varie serie già trasmesse
all’estero mi metto in contatto con i fan, fonte inesauribile di
informazioni: ogni volta che sono approdata in un forum, presentandomi e
chiedendo delucidazioni e spiegazioni, sono sempre stata accolta benissimo!
Non temo il contatto con "gli utenti", al contrario, i fan hanno sempre
molto da insegnare, giacché passano molto del loro tempo a raccogliere
informazioni e notizie sulle serie preferite. Tenete presente che il nostro
è un mestiere molto solitario: si ritira il materiale, ci si rifugia in casa
propria a lavorare, e ognuno di noi imposta il proprio lavoro come meglio
crede. Nel momento in cui ci viene affidato un prodotto, è nostra la
responsabilità di quanto scriviamo, e di quanto stabiliamo. Di conseguenza,
anche un confronto “virtuale” è sempre, a mio avviso, costruttivo.
Hai mai avuto una "passione
particolare" per qualche telefilm a cui hai lavorato?
Ad esempio, trovo che "Roswell" sia un
bel telefilm. E anche se ne ho adattato un'unica puntata ("Quell'estate del
'47", 2^ serie) sono stata fortunata, direi. Ben fatto, bella storia, bravi loro.
Ammetto di aver
avuto un forte innamoramento per "E.R.", e di averlo tutt'ora per "Nikita".
Ma "Nikita" è tutta un'altra storia: ho avuto modo di incontrare in più
occasioni gli iscritti alla Message Board del sito "Sezione Uno" (dedicato a
questa serie tv) e un gruppo piuttosto nutrito è partito con me alla volta
del Canada, alla Convention sulla serie che si è tenuta a fine maggio 2001 a
Toronto, dove sono stata invitata per parlare del mio lavoro (un successone
del doppiaggio italiano!) e dove ho avuto modo di conoscere quasi tutto il
cast.
In base a che criterio vi assegnano
gli adattamenti?
Nessuno, direi.
Ovvero, noi, in quanto Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori
Cinetelevisivi (A.I.D.A.C.) stiamo cercando di creare una specie di
"database" in cui ognuno di noi possa indicare le proprie preferenze: io
vado benissimo per le cose comiche (ho fatto anche teatro comico per 5
anni!) e se mi date qualcosa di drammatico rischio il flop!
Qual'è stato il tuo lavoro più
difficile?
Sempre parlando
di serie televisive, "E.R. - Medici in prima linea" è stato senza dubbio uno
dei più complicati.
Per adattare una puntata di 45 minuti serve mediamente una settimana di lavoro, ma
per adattare un episodio di "E.R." in un paio di casi ce ne sono volute
addirittura due! Certo, di soddisfazioni me ne ha date moltissime.
Come la puntata in cui Ewan McGregor faceva il rapinatore di "supermercati",
ve la ricordate, "La rapina"? Il funzionario Rai, il giorno dopo la messa in
onda, mi ha chiamato quasi commosso: "Signora, ha visto quanti
telespettatori, ieri sera?" Io che a queste cose non ci badavo, ho detto
"No, perché?" E lui mi dice che 7.200.000 persone avevano visto la puntata!
E un senso di vertigine colse la dialoghista... Complicatissima anche "West Wing",
serie perfetta, con un cast eccezionale, attori del calibro di Martin Sheen
e Rob Lowe, che negli USA ha vinto numerosissimi premi, ma che qui da noi è
stata valorizzata pochissimo.
Quali sono stati i lavori che ti hanno
divertita di più?
Tra le ultime cose che ho adattato metterei i "Pets", serie assurda che
però mi prendeva man mano che andavo avanti con la lavorazione… Aggiungerei "Scrubs
- Medici ai primi ferri", come omaggio al telefilm che lo ha ispirato ("E.R."
ovviamente!) e non dimenticherei il mio canguro preferito, "Kangaroo Jack",
il protagonista del film che è uscito nel giugno 2003 nelle sale
cinematografiche!
Come si diventa doppiatori?
I fortunati
come me, che in questo ambiente ci "nascono", imparano sul campo: qualche
battutina qui e là, poi ti viene la passione, e continui, e impari... Ed
essendo un mestiere che si apprende facendolo, acquisisci "naturalmente"
quella tecnica che ti permette di fare tante cose contemporaneamente:
guardare il filmato, leggere la battuta, non perdere il segno e recitarla!
Sembra impossibile, perché forse lo e'! Ora che non doppio da moltissimo
tempo, sembra una vita, mi chiedo se sarei ancora in grado...
Un'ultima considerazione: se il doppiatore ha le difficoltà di cui sopra,
avete idea di quali possono essere le difficoltà dei dialoghisti...che le
frasi devono costruirle una ad una?
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Per maggiori informazioni sul mestiere di dialoghista ed adattatore visitate il sito dell'AIDAC (Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinetelevisivi).
© 2002/20
Antonio Genna
- IL MONDO DEI DOPPIATORI
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