Intervista ad IVO DE PALMA
In esclusiva per il sito IL MONDO DEI DOPPIATORI, una nuova intervista esclusiva ad un doppiatore italiano. E' il turno di Ivo De Palma, voce di numerosissimi protagonisti di cartoni animati, attore e direttore del doppiaggio.
Intervista effettuata il 16 aprile 2005, a cura di Andrea Pannocchia. È assolutamente vietato riprodurre questa intervista – anche in modo parziale – senza autorizzazione.
PICCOLA CARTA D'IDENTITA' |
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Nome:
IVO Cognome: DE PALMA Nato il 9 marzo 1962 a Napoli Sito web: www.ivodepalma.it Curriculum: |
L'INTERVISTA
Quando si è accorto per la
prima volta che in lei c'era l'attore?
All'asilo? In quella foto che mi ritrae nei panni di S. Giuseppe nel presepe
animato dai bambini? O alle elementari? Quando venivo scelto frequentemente
per le recite scolastiche a causa della mia memoria di ferro? Molto presto,
insomma. Poi, più niente per molto tempo, fino alle prime esperienze
radiofoniche, che mi fecero scoprire le potenzialità della mia voce al
microfono, con tutti gli sviluppi che ne sono seguiti.
L'incontro con il
doppiaggio è stata una cosa programmata?
Direi che senz'altro è stata fortemente voluta. Non fu un ripiego, visto
che, da professionista, scelsi prima il microfono del palcoscenico.
Dal primo ingresso in sala
al primo doppiaggio quanto tempo è passato?
Poche settimane. Il primo protagonista grosso arrivò un po' più tardi.
Cosa l'ha spinta a Milano?
Ha mai pensato a spostare la sua area lavorativa a Roma?
Mi ha spinto a Milano la relativa vicinanza con Torino, mia residenza. A
Roma penso certamente più spesso adesso, che in passato. In fondo, Milano mi
ha dato possibilità che forse a Roma non avrei avuto, anche se certamente il
doppiaggio cinematografico, ancora praticamente solo romano, è stata una
grossa rinuncia.
Dopo tanti anni di
doppiaggio l'entusiasmo tende a calare scivolando nella routine?
E' il rischio di qualunque professione, specie se, potenzialmente
bellissima, non ti viene sempre concesso di svolgerla al meglio. E questo al
nord ogni tanto accade, purtroppo. Anche se sono l'unico che pubblicamente
lo dice.
In passato lei doppiava
molto ma negli ultimi anni sembra che si sia un po' frenato, come mai?
Ah, sono io che mi sono frenato? Non me ne ero accorto. Pensavo che mi
avessero frenato gli altri...
Ho diretto il doppiaggio per 8 anni, dal 1992 al 2000 e questo, ovviamente,
ti toglie un po' dal mercato delle voci, anche se con evidenti vantaggi in
termini di continuità del lavoro. Per il resto, un doppiatore della mia età
al nord è considerato, se va bene, un'ex voce giovane, e in un mercato
ancora denso di produzioni per ragazzi questo è penalizzante. Ecco perché a
Roma penso più ora, che in passato...
Doppiare
per tanto tempo uno stesso personaggio ("I Cavalieri dello Zodiaco" e
"Sentieri" per fare un paio di esempi) può diventare noioso o con il passare
del tempo ci si affeziona al personaggio?
Dipende dal personaggio. Con Pegasus indubbiamente non ti annoi mai...
Dal doppiaggio alla
direzione il passo è stato breve? quali furono le sue prime impressioni?
Arrivai alla direzione dopo 9 anni di professione. Per i tempi,
abbastanza in fretta. Oggigiorno i balletti attorno alle poltrone da
direttore sono molto più animati... Le mie prime impressioni furono che
avevo certamente molto più da imparare che da insegnare... Anche se poi fui
particolarmente prodigo di attenzioni verso i principianti, ricordando i
miei esordi.
Lei ha provato anche
l'esperienza del doppiaggio dei videogiochi, cosa può dirci?
Poco. Non furono esperienze molto continuative e spesso non era
doppiaggio propriamente detto, ma battute registrate su nastro e solo
successivamente abbinate all'animazione. Ricordo però con piacere
particolare la più recente, quella del gioco Sony "Kill Zone", nel quale dò
la voce al perfido generale Adams e che fu doppiato nel modo più corretto,
cioè sovrapponendo le voci all'immagine, come si fa di solito.
EIKONTEATRO, ci parli un
po' della sua compagnia.
Beh, è un progetto culturale attualmente in fase di stallo, causa problemi
vari occorsi negli ultimi mesi. Esiste comunque un sito apposito, per chi
fosse interessato a saperne di più. Tra le ultime produzioni, il monologo
"Onda di Piena", andato in scena nel giugno scorso, e due letture sceniche,
abbinate ad immagini, su Neruda ("Accadde a quell'età...") e sulla guerra
("WAR... um?"). In progetto, uno "spoken words", sempre abbinato ad
immagini, con materiali tratti dal libro "Cosmo Blues Hotel", di Stefano
Lorefice.
Lei insegna anche
doppiaggio, tuttavia si è spesso detto che il modo migliore per imparare a
doppiare è osservare i doppiatori al lavoro (così come ha fatto anche lei),
cosa ne pensa?
Penso che è vero. Ma che il corso ti consente di valutare con molto
anticipo, e in ambiente protetto, tutte le problematiche di gestione della
sala, nonché di imparare la tecnica del sincrono. Poi, come per qualunque
lavoro, è l'ambiente professionale vero e proprio (che talvolta può anche
coincidere con la scuola stessa) a darti la regolata definitiva. Io non ho
frequentato nessun corso, perché all'epoca non ce n'erano. Ma ci ho
impiegato un anno buono a entrare in sala senza il patema... Il corso ti
consente di presentarti con quel minimo di competenze e di controllo emotivo
che aiutano i direttori a... aiutarti meglio.
Fra i suoi allievi in
quanti sono effettivamente riusciti ad entrare nel mondo del doppiaggio?
E' una domanda malandrina, perché tutti sanno che a livello
astrattamente numerico gli allievi che entrano nel mondo del doppiaggio sono
una minoranza. Ma attenzione: non tutti gli allievi hanno un obiettivo
professionale. E tra coloro che hanno un obiettivo professionale una buona
fetta è costituita da attori specializzati in altre discipline artistiche,
desiderosi quindi di aggiungere una freccia in più al proprio arco (un po'
come i traduttori professionisti che vengono a fare il corso di
adattamento), ma senza l'obiettivo di fare esclusivamente doppiaggio, semmai
con quello di saperlo fare all'occorrenza (anche solo per saper doppiare se
stessi in caso di partecipazione a pubblicità televisiva o a fiction). Tra
coloro che hanno il doppiaggio come obiettivo professionale, infine,
emergono solo quanti riescono ad abbinare alle qualità artistiche una buona
dose di pazienza e di "capatosta". Non tutti, evidentemente, ma il corso, o
l'insegnante, in questo caso non possono farci nulla e non è da ascrivere a
loro l'eventuale insuccesso di elementi anche discretamente dotati. Il corso
di doppiaggio, se ben fatto, ti consente di preparare la tua scommessa
professionale ad un costo relativamente contenuto. Se potessi dare la
certezza del lavoro, un corso lo farei pagare 6.500 euro, non 650...
Lei insegna anche come
dialoghista. A Torino e a Milano si lavora perlopiù su titoli che finiranno
sulle reti Mediaset (e sappiamo tutti come la Mediaset sia propensa alle
censure), questo complica il lavoro del dialoghista?
Mah, direi in realtà che lo semplifica... In ogni caso, la gestione delle
lavorazioni per ragazzi (quelle più esposte al richio-censura) delle reti
Mediaset non è più quella del passato. Si può sempre sperare che cambi
qualcosa. Possibilmente in meglio. Vedo, viceversa, programmare sempre più
spesso, su altre emittenti, cartoni americani rivolti a un target più
adulto, ma di gusto a mio parere veramente pessimo...
Secondo lei i mercati di
Milano e Torino sono gia saturi di doppiatori o c'è sempre spazio per le
nuove voci?
A questo rispondo nel mio sito con la seguente F.A.Q.:
Quali sono le reali possibilità di sbocco professionale?
Al di là delle puerilità da marketing di serie B di alcuni concorrenti
("Abbiamo bisogno di giovani colleghi!"... Ma quando mai...), le possibilità
di sbocco professionale dipendono dalla propria volontà di proporsi, e
infine di imporsi, grazie alle proprie qualità artistiche (senza le quali
non si fa molta strada...), in un mercato che non prevede una prassi di
accesso standard, per le nuove leve. Tutto sta alla discrezionalità dei
direttori di doppiaggio, insomma. Sono possibili, inoltre, periodiche
contrazioni della quantità di lavoro disponibile sulle piazze principali
(Roma, Milano e Torino), quindi eventuali difficoltà incontrate in un dato
periodo possono poi risolversi in un momento successivo. Certo, è un mercato
che fa gola a molti, e la mia serietà non può esimermi dall'informarvi, a
differenza di quanto fanno tutti i concorrenti, che eravamo già troppi
quando ho cominciato io. Questo, però, non ha impedito a me e a tutti i
colleghi che avevano le carte in regola per emergere di avviare e condurre
in porto la propria carriera. Il ricambio delle voci, peraltro, è
fisiologicamente indispensabile, anche perché non si può avere in eterno la
voce dei vent'anni... Forza e coraggio, quindi. Il successo della vostra
scommessa professionale in questo campo sta, per un buon 50/60%, nella
saldezza della vostra motivazione.
Vorrei lasciare un po' di
spazio al ricordo di due suoi colleghi, Enrico Carabelli e Gianfranco Gamba,
le va di parlarci di loro?
Mi limito a pochi e brevi cenni, per non far torto a quanti, tra i miei
colleghi, li hanno conosciuti e frequentati molto meglio, in qualche caso
accompagnandoli fino all'ultimo appuntamento... Enrico è stato davvero
speciale per me, avendolo conosciuto in un momento di mia grossa crescita
professionale e avendolo avuto tra i più rigorosi e al tempo stesso
stimolanti direttori della piazza, con una stima professionale che ho sempre
ricambiato anche se a un certo punto ci siamo un po' persi di vista e ho il
personale rammarico di non averlo cercato, negli ultimi tempi della sua
vita, quanto senz'altro meritava. Franco negli ultimi tempi dedicava molto
tempo al volontariato, seppe quindi distinguersi, umanamente, anche fuori
dalle sale di doppiaggio, e in un modo che certamente le mie parole non
riescono a restituire.
Alla fine non possono
mancare le domande classiche, consiglio agli aspiranti doppiatori?
Crederci parecchio e darsi scadenze ben precise, a seconda della propria
situazione di partenza. Se devi monetizzare subito, è chiaro che non puoi
porti scadenze troppo larghe, però nel contempo diminuisci le possibilità di
entrare stabilmente nel giro.
Saluti ai fans?
Ci si ribecca sul mio forum!!
© 2005
Antonio Genna
- IL MONDO DEI DOPPIATORI, le interviste
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