Intervista a CIP BARCELLINI
In esclusiva per il sito IL MONDO DEI DOPPIATORI, una nuova intervista esclusiva. E' protagonista Cip Barcellini, importante nome del doppiaggio milanese.
Intervista effettuata il 7 luglio 2011, a cura di Morris Lugato. È assolutamente vietato riprodurre questa intervista – anche in modo parziale – senza autorizzazione.
PICCOLA CARTA D'IDENTITA' |
|
Nome:
CIP Cognome: BARCELLINI Curriculum: |
L'INTERVISTA
Come ha cominciato?
Ho sempre avuto la passione della recitazione, tanto che al mio paese tutti
mi sfottevano chiamandomi Gassman. Circa nel 1955/56, mi ero appena
diplomato, decisi di andare all'estero. Dopo svariate lettere partii per la
Germania, per la precisione andai a Monaco di Baviera, dove mi presentai
all'hotel Regina come nuovo segretario italiano: peccato che non fosse
assolutamente vero. Avevo mandato solo una lettera per chiedere
informazioni, e loro mi avevano gentilmente risposto, tutto qui. Recitai,
una cosa che mi veniva bene, e alla fine rimasi a lavorare con loro. Nel
frattempo frequentavo il quartiere degli artisti e mi ero iscritto
all'Accademia di recitazione e all'Università. Un giorno vidi, sempre nel
quartiere degli artisti, una gelateria, la "Gelateria Capri", ricordo ancora
il nome del proprietario, Soravia. Entrai e praticamente non ne uscii più:
iniziai a lavorare per loro dal giorno dopo! Feci 2 o 3 film con Buchholtz,
poi, nel 1958, per farmi uno scherzo, dei miei amici mi iscrissero ad un
concorso canoro: mi presentai con una chitarra, strumento che tutt'oggi non
so assolutamente suonare, e vinsi. Mi offrirono una tourné di 6 mesi nel
Nord, Amburgo, Bremenhalle, Copenhagen e accettai. Le cose però non andarono
bene, quindi mi inventai due numeri da cabaret, uno alla Charlie Chaplin e
nell'altro imitavo Doris Day in "Baby Doll": fu un successone! La tourné
riprese, andammo a Copenhagen, nei giardini di Tivoli conobbi Fred
Buscaglione, e poi ci fu offerto di partire sulla nave da crociera "Arcadia"
e di fare due anni le crociere ai tropici: una cosa che nessuno avrebbe mai
nemmeno immaginato. Da lì è poi partito tutto.
Poi è arrivato il successo
in Italia...
Già. Tornai in Italia per fare il militare e decisi di trasferirmi a Milano.
Studiai mimo con Marise Flachs e Angelo Corti, capo mimi del Piccolo Teatro,
con cui feci delle Tourné, anche a Parigi. Marise poi mi fece diventare capo
mimo e mi disse anche di parlare durante lo spettacolo, cosa che mi avrebbe
fatto guadagnare un po' di più: ovviamente seguii il suo suggerimento! Il
mio primo spettacolo importante fu "Il re dagli occhi di conchiglia" con
Gian Maria Volonté, a cui ne seguirono moltissimi altri, insieme ai più
grandi attori teatrali italiani: Marisa Merlini, Emma Gramatica, Lina
Volonghi, Franca Nuti, recitando ne "Antigone" a Siracusa, in "I giusti" di
Camus, con il Teatro di Roma, "I nobili ragusei", "Equus", "Il giardino dei
ciliegi", "Arlecchino servitore di due padroni", "Nel fondo" tutti diretti
da Giorgio Strehler e tantissimi altri.
E' stato anche un attore
televisivo.
Sì, ho iniziato con una comparsata nella sigla di "Canzonissima" condotta da
Dario Fo e Franca Rame: suonavo il trombone con le dita fasciate! E' stato
allora che la gente del mio paese, quella che mi prendeva in giro, capì che
ero diventato "famoso": si riunivano nel cortile di casa dei miei a guardare
la televisione, quasi increduli che io fossi lì dentro! Ho poi recitato
negli sceneggiati "La Freccia Nera", "Il castello di Warwick" e ho fatto
tantissima rivista: ho lavorato con le gemelle Kessler, Gino Bramieri,
Renato Rascel, ho fatto "Music Land" con il Quartetto Cetra. Inoltre ho
interpretato quasi 200 caroselli, come quelli con Paolo Ferrari per una nota
marca di materassi!
Una vita intensa!
Assolutamente! C'erano volte che partivo da Siracusa all'alba per essere a
Milano a girare un carosello per poi tornare a Siracusa a recitare! Oppure
mi dividevo tra radio, ho lavorato per radio Capodistria e altre radio,
teatro e cabaret: sono stato tra i fondatori dell'Intra's Derby Club, quello
che poi sarebbe diventato il Derby: è un bene ricordarlo, grazie a Enrico
Intra e Franco Cerri si sono esibiti artisti come Ornella Vanoni, Bruno
Lauzi, Giorgio Gaber, Pupo De Luca e altri grandissimi jazzisti italiani e
non solo!
Parliamo di doppiaggio...
Era il 1965, stavo recitando in "Molto rumore per nulla" al Castello
Sforzesco con Marisa Merlini, Ernesto Calindri e Tino Carraro. Arrivò Aldo
Danieli e mi propose di fare doppiaggio a Milano: lo presi per pazzo, il
doppiaggio di faceva a Roma! Aldo mi disse che secondo lui si poteva fare
anche a Milano, mi convinse e così andai a Roma a rubare un po' il mestiere.
Conobbi Sergio Graziani che mi prese per doppiare nel film "Le 5 giornate"
di Dario Argento, e imparai il mestiere, diciamo così!
Tornato a Milano, insieme a Danieli fondammo la cooperativa C.D.M.: avevamo
la sede in un sottoscala! Arrivò il primo film, un film su un oratorio,
pieno di bambini, che ovviamente non avevamo a disposizione! Io ero
disperato, ma Aldo mi disse di non preoccuparmi, ce l'avremmo fatta
comunque! Chiamammo Giampaolo Rossi, Gianni Mantesi e altri attori adulti
per fare i bambini, una cosa quasi imbarazzante, ma al Vescovo piacque, e ce
ne commissionò un altro poco tempo dopo: per fortuna con pochissimi bambini!
Tra questi c'era Mauro Di Francesco, che in seguito sarebbe diventato un
volto noto del cinema e della televisione! Questi sono gli albori del
doppiaggio milanese!
Poi sono arrivati gli anni
d'oro.
Per svariati motivi chiudemmo la C.D.M., e aprimmo l'A.D.C. in cui lavorai
fino a circa il 1979, anno della morte di Danieli. Agli inizi degli anni
'80, per motivi familiari, decisi di smettere di fare teatro, attirandomi le
ire di Strehler, e mi imbarcai in un'altra avventura nel doppiaggio: dopo un
periodo nella Fono Roma decisi, con altre persone di fondare la Merak Film.
All'inizio doppiavamo per la Televisione Svizzera, per cui facemmo un
orrendo cartone spagnolo ambientato nel Far West doppiando gli indiani con
accento sardo, divertendoci un sacco, ottenendo un enorme successo, dato che
ci fecero fare anche la seconda serie, Telemontecarlo e altre reti, finchè
non avvenne l'incontro con la nascente Fininvest, per cui doppiammo film e
telefilm, arrivando agli ultimi anni con i cartoni animati.
Un cambio importante...
A parte qualche serie, come "Kiss me Licia" o "Tazmania", io non amo
particolarmente i cartoni animati, infatti ne ho diretti pochi. Ho creato,
insieme ad Alessandra Valeri Manera, i telefilm con Cristina D'Avena,
dirigendoli, ma poi mi sono ritirato.
Un aneddoto su "Tazmania": Taz, in originale, non parla, ma Alessandra
Valeri Manera voleva che in italiano lo facesse. Per fortuna avevamo il
grande Pietro Ubaldi: lo mandavo in sala, gli dicevo "Pietro, qui Taz parla
come le prefiche siciliane" e lui iniziava, ed era buona la prima, se gliela
facevo rifare non riusciva altrettanto bene!
Altri aneddoti?
Tanti, per esempio Franco Gamba non voleva fare le scene di lotta! In
"Premiata agenzia Whitney" nelle scazzottate io dovevo fare i miei versi e,
in colonna separata, i suoi. Ma di aneddoti ce ne sono davvero tanti!
Il doppiaggio è cambiato in
questi anni?
Sì, tantissimo! Una volta si usciva dalla sala sudati, ora escono e
fumano una sigaretta. Non ci si può inventare doppiatori, non basta avere
una bella voce, bisogna saper recitare, non è una cosa che si impara con un
mese di corso. Si imparerà la tecnica, ma non "l'anima" del lavoro.
Ora si è ritirato, le manca
il doppiaggio?
Affatto! Ora posso viaggiare, una delle mie passioni, scrivere e dipingere:
ho esposto i miei quadri a Los Angeles, a Parigi e non solo! E mi godo la
mia casa in montagna! Ho fatto e faccio una bella vita! Ho imparato ad
inventarmi!
Grazie mille per la gentilezza e la disponibilità Cip!
© 2011
Antonio Genna
- IL MONDO DEI DOPPIATORI, le interviste
E' consigliata una risoluzione
1024 x 768
con Microsoft Internet Explorer versione 5 o superiore
E' vietato inserire in altre pagine il materiale presente
in questo sito senza autorizzazione!