"La Cosa" (1982)
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TITOLO ITALIANO: "La Cosa"
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TITOLO ORIGINALE: "The
Thing"
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REGIA: John
Carpenter
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SCENEGGIATURA: Bill Lancaster
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BASATO SUL
ROMANZO "Who Goes There?" di John W. Campbell Jr.
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MUSICHE: Ennio Morricone
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PRODUZIONE: USA 1982
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DURATA: 109 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI
|
DOPPIATORI
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R.J. MacREADY |
Kurt Russell |
MICHELE GAMMINO |
DOTT. BLAIR |
Wilford Brimley |
RENATO MORI |
NAULS |
T.K. Carter |
MAURO GRAVINA |
PALMER |
David Clennon |
PAOLO POIRET |
CHILDS |
Keith David |
RAFFAELE UZZI |
DOTT. COPPER |
Richard A. Dysart |
SERGIO ROSSI |
VANCE NORRIS |
Charles Hallahan |
GIANNI MARZOCCHI |
BENNINGS |
Peter Maloney |
SERGIO FIORENTINI |
CLARK |
Richard Masur |
|
GARRY |
Donald Moffat |
ARTURO DOMINICI |
FUCHS |
Joel Polis |
SILVIO ANSELMO |
WINDOWS |
Thomas G. Waites |
TONINO ACCOLLA |
NORVEGESE CON
IL FUCILE |
Larry Franco |
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- DOPPIAGGIO ITALIANO:
C.D.
- DIALOGHI ITALIANI: ALBERTO PIFERI
- DIREZIONE DEL DOPPIAGGIO: RENATO IZZO
ALCUNE NOTE SUL FILM
- Il film ha avuto un prequel, l'omonimo
"La Cosa" (2011).
ALCUNE NOTE SUL FILM
a cura di Riccardo
- Il film di Carpenter è il secondo ad essere tratto
dal romanzo di Campbell. Il primo adattamento è un classico della
fantascienza, "La cosa da un altro mondo" ("The thing from another world"),
diretto nel 1951 da Howard Hawks e Christian Nyby. Il film di Hawks si
limitava però a riprendere dall'opera di Campbell l'ambientazione polare e
l'idea del rinvenimento di una creatura aliena congelata, rappresentata nel
film come una sorta di vegetale umanoide, trascurando deliberatamente (a
causa delle difficoltà tecniche di realizzazione) l'idea centrale del
romanzo, e cioè la capacità dell'alieno di assimilare ed assumere le
sembianze di qualunque essere vivente. Ed è proprio su questa idea che
invece lo sceneggiatore Bill Lancaster (figlio del celebre attore Burt
Lancaster) e John Carpenter puntarono per creare quel senso di sospetto e
paranoia che pervade tutto il film. Malgrado il fatto che "La Cosa" non
fosse considerato dai suoi realizzatori un semplice remake del film di Hawks,
Carpenter volle comunque inserire due espliciti omaggi al predecessore: il
primo è dato dalla sinistra apparizione del titolo del film, il secondo
dalla corsa tra i ghiacci della creatura aliena in fiamme.
- Inizialmente il film ebbe uno scarso successo di
pubblico, complice il fatto di essere considerato dai più un banale remake
del film di Howard Hawks. Un altro motivo fu la contemporanea uscita dell'"E.T.
l'extraterrestre"
di Spielberg, cioè di un modo di rappresentare gli alieni nettamente opposto
alla natura elusiva e terrificante della creatura di Carpenter. Tuttavia,
negli anni a venire l'iniziale incomprensione del pubblico e l'insuccesso
commerciale contribuiranno a creare attorno al film di Carpenter un alone di
"opera maledetta" che ne risolleverà le sorti, elevandola al rango di pietra
miliare della fantascienza e del fantahorror.
- Uno dei punti di forza del film è costituito dagli
incredibili effetti visuali impiegati per rappresentare le trasformazioni
dell’alieno. Allontanandosi del tutto dall’eleganza formale dell’Alien di H.
R. Giger, l’illustratore Michael Ploog si concentrò su realizzazioni che
stravolgevano i canoni dell’anatomia umana ed animale in una serie di
incarnazioni assurde e mostruose, in continua mutazione. Per realizzare
concretamente le creature concepite da Ploog, fu chiamato l’esperto Rob
Bottin ("L'ululato", "Atto di forza",
"Seven"), mentre la meccanizzazione dei vari modelli
fu opera dei veterani Roy Arbogast ("Lo squalo",
"Incontri ravvicinati del
terzo tipo", "Il fuggitivo") e Stan
Winston ("Terminator",
"Aliens", "Jurassic Park"). La squadra di
Rob Bottin lavorò ininterrottamente, giorno e notte, per tutta la durata
della produzione, sperimentando ogni sorta di tecnica e di materiale per
cercare di superare i limiti imposti dalla tecnologia dell’epoca. Il
risultato finale fu impressionante, assolutamente fuori dai canoni dei film
di quel periodo.
- Le riprese in esterni furono effettuate sui
ghiacciai dell’Alaska e della Colombia Britannica. Qui furono edificati i
capannoni della base americana e le rovine della base norvegese. In questo
ambiente impervio e desolato furono realizzate anche le riprese del furioso
inseguimento iniziale che vede protagonisti il cane husky e l’elicottero
norvegese. La base americana fu poi ricostruita negli Universal Studios, su
un set appositamente refrigerato per ottenere l’effetto dell’alito
condensato durante i dialoghi tra gli attori.
- L'efficacissima colonna sonora, a metà strada tra
le composizioni seriali per orchestra e il cupo sound elettronico alla
Carpenter, è firmata da Ennio Morricone.
- Sempre a proposito della prima versione del 1951,
il film fu caratterizzato da una particolare soluzione registica, all'epoca
rivoluzionaria. Hawks chiese ai suoi attori di recitare le battute in modo
molto rapido e concitato, addirittura sovrapponendole tra di loro secondo
una tecnica che sarà cara a Robert Altman, e che fu definita "overlapping
dialogues" ("dialoghi sovrapposti" appunto). Questo fatto creò naturalmente
delle grosse difficoltà di doppiaggio, che in Italia vennero risolte
affidando il lavoro ai doppiatori più esperti e blasonati. "La cosa da un
altro mondo" è perciò un compendio di tutte le più celebri voci del
doppiaggio d'epoca.
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