"Excalibur"
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TITOLO ITALIANO: "Excalibur"
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TITOLO ORIGINALE: "Excalibur"
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REGIA: John Boorman
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SCENEGGIATURA: Rospo Pallenberg e John Boorman
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BASATO
SULL'OPERA "La morte di Artù" di Sir Thomas Malory
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ADATTAMENTO: Rospo Pallenberg
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MUSICHE: Trevor Jones
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PRODUZIONE: USA 1981
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DURATA: 140 minuti
PERSONAGGI |
INTERPRETI
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DOPPIATORI
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RE ARTU' |
Nigel Terry |
PINO COLIZZI |
MORGANA |
Helen Mirren |
MARIA PIA DI MEO |
LANCILLOTTO |
Nicholas Clay |
GIANNI WILLIAMS |
GINEVRA |
Cherie Lunghi |
EMANUELA ROSSI |
PARSIFAL |
Paul Geoffrey |
ROMANO GHINI |
MERLINO |
Nicol Williamson |
SERGIO ROSSI |
MORDRED |
Robert Addie |
SANDRO ACERBO |
UTHER
PENDRAGON |
Gabriel Byrne |
ROMANO MALASPINA |
DUCA DI
CORNOVAGLIA |
Corin Redgrave |
GIANNI MARZOCCHI |
URYENS |
Keith Buckley |
SANDRO IOVINO |
KAY |
Niall O'Brien |
LUCIANO DE AMBROSIS |
ECTOR |
Clive Swift |
SERGIO FIORENTINI |
LEONDEGRANCE |
Patrick Stewart |
RENATO MORI |
GALVANO |
Liam Neeson |
PAOLO POIRET |
IGRAYNE |
Katrine Boorman |
SIMONA IZZO |
ABATE |
Eamonn Kelly |
ROBERTO VILLA |
TENENTE DI
MORDRED |
Mannix Flynn |
MASSIMO RINALDI
?? |
CAVALIERE
FEDELE A RE ARTU' |
|
MARIO MILITA |
- ALTRE VOCI:
VITTORIO STAGNI
- DOPPIAGGIO ITALIANO:
C.D.
- DIREZIONE DEL DOPPIAGGIO: RENATO IZZO
ALCUNE NOTE SUL FILM
a cura di Giulio
- La figura di re Artù proviene da racconti orali di
origine gallese (trascritti in seguito nei "mabinogî", cioè opere poetiche
redatte nel XII secolo che raccolgono quasi tutta la mitologia britonica) e
bretone (poi riportati in francese) risalenti al VIII-IX secolo d.C.; in
queste narrazioni egli appariva come il capo militare-eroe a capo di milizie
britanniche-celtiche che fermò temporaneamente i sassoni alla battaglia di
monte Badon (anno 496 d.C. circa) menandone strage. Secondo due frai
maggiori storici altomedievali della Gran Bretagna, Gilda (celta-550 d.C.) e
Beda (sassone-730 d.C.), il comando della battaglia fu invece di tal
Ambrogio Aureliano, celto romanizzato a capo di una confederazione di re
britannici. Nennio (IX secolo) e gli Annales Cambriæ (X secolo) invece
confermano Artù a capo dei britanni celti. In Guglielmo di Malmesbury (1135)
invece Artù è l'aiutante di Ambrogio, ed oggidì si tende a dar credito a
questa terza possibilità visto che probabilmente Ambrogio Aureliano
all'epoca doveva essere troppo vecchio per condurre le truppe sul campo:
Artù sarebbe quindi un suo luogotenente. Un'altra teoria contemporanea vuole
invece Artù una versione gallese dell'eroe irlandese Cú Chuláinn oppure una
divinità celtica trasformatasi in eroe con l'avvento del cristianesimo.
La Gran Bretagna dei secoli dell'alto medioevo era contesa fra i nativi
celtici di ceppo britonico, i predoni irlandesi (celtici di ceppo gaelico)
ed i conquistatori germanici (angli, sassoni e iuti) destinati a prevalere.
I britonici indeboliti da secoli di dominazione romana e divisi in varî
regni riuscirono inizialmente a sconfiggere in varie battaglie i germanici
ma non riuscirono a sfruttare i proprî successi, anche perchè decimati da
una terribile epidemia dell'anno 549. Molti britonici emigrarono nella
vicina penisola dell'Armorica, oggigiorno la Bretagna nella Francia del
nord. Nel giro di due-tre secoli i celtici britonici rimasero solo più il
Galles, l'isola di Man e la Cornovaglia: in queste due ultime regioni le
locali lingue celtiche si sono estinte poco più di un secolo fa, mentre il
gallese conta ancora mezzo milione di parlanti.
Ad ogni modo la mitizzazione di Artù, iniziata dai britonici gallesi e
bretoni fu per la prima volta codificata da Goffredo di Monmouth che col suo
Historia Regum Britanniae ("Storia dei Re di Britannia"), scritto verso il
1135 e compilato basandosi su materiale orale e scritto raccolto presso le
comunità britoniche del Galles fece di Artù il re dei Britanni. Goffredo
sarebbe l’inventore, a favore della monarchia anglo-normanna dei
Plantagenèti allora regnante in Inghilterra, di una tradizione epica che
potesse contrapporsi all’epopea carolingia dei sovrani di Francia.
Dall'altra parte della Manica Chrètien de Troyes, menestrello francese e la
poetessa Maria di Francia, partendo dal materiale epico bretone, scrissero
romanzi e poesie su Artù, prima testimonianza continentale di quella che
venne poi chiamata la "materia di Bretagna". La tradizione continentale
affibbiò ad Artù ed ai personaggî ad esso connessi dei valori e delle
imprese estranee alla cultura celtica, come la ricerca del Graal, la Tavola
Rotonda o l'amor cortese fra Lancillotto e Ginevra. Già prima della storia
di Goffredo di Monmouth però delle leggende dovevano essersi diffuse
oralmente in mezza Europa: infatti sull'archivolto della Porta della
Pescheria (1125-30) del Duomo di Modena è scolpito un episodio delle
avventure di Artù.
Per tutto il basso medioevo le narrazioni francesi su Artù aumentarono fino
ad assumere dimensioni pari a quelle della mitologia greca o scandinava e si
diffusero in Germania, Inghilterra, Provenza ed Italia dove vennero scritte
altre opere nelle lingue locali; in ogni caso l'eco dell'originario Artù -
sempre che fosse esistito - si era già spenta ed il condottiero-eroe celta
era divenuto il modello più insigne di sovrano cavalleresco europeo.
Nel 1470 circa ser Tommaso Malory scrisse un romanzo, basandosi perlopiù su
fonti francesi, che compendiava quasi tutto quello che era stato scritto sul
ciclo arturiano: questo romanzo venne stampato qualche anno dopo la morte di
Malory (1480?) col titolo "La morte di Artù". Su questo libro si basarono
gli scrittori romantici inglesi dell''800, Terenzio Hanbury White per il suo
romanzo "La spada nella roccia" (1938), la cinematografia hollywoodiana
degli anni '60 e '70 e la pellicola 'Il primo cavaliere". Dalla pellicola "Excalibur"
del 1983 e dalla pentalogia omonima di B. Cornwell (fine anni '90) emerge
invece una tendenza a rifarsi, stilisticamente e narrativamente, alle
origini celtiche del mito arturiano.
- La leggenda vuole che Uther Pendragon, re dei re
della Gran Bretagna, morì mentre il suo legittimo erede, Artù, era ancora
giovanissimo. Merlino, mago di fama, nascose il giovane erede presso un
potente feudatario fino all'età in cui Artù fu in grado di prendere in mano
la guida del regno. Artù fu incoronato dopo aver estratto una spada fatata
da una roccia ed aver dimostrato così la sua discendenza regale: fondò un
regno di ordine e cavalieri galanti. Uno di essi, Lancillotto dalla piccola
Bretagna, si innamorò di Ginevra, moglie del re. Quando Merlino morì il
regno si disfece ed Artù, inimicatosi Lancillotto, morì in battaglia contro
Mordred, suo figlio illegittimo.
- Morgana e Merlino erano
originariamente divinità britanniche, in particolare: Merlino era un dio che
forniva oracoli e Morgana-Dama del lago (o Nineve) - Nineve (o Viviana)
doveva essere una divinità tricorpore (come l'Ecate greca) poi divisasi
nelle 3 fate Morgana, Damadellago e Nineve.
- Negli anni '50 e '60 del XX secolo a Hollywood sono
in voga le pellicole storiche e molti film e cartoni animati vengono
ispirati dalle leggende della saga arturiana.
- CURIOSITÀ LINGUISTICHE
Artù è l'abbreviazione italiana di 'Arthur', derivante dal britonico "arth",
che significa "orso" e, fra l'altro, Gilda parla di un capo chiamato 'Orso'.
Il termine Graal invece deriva dal latino tardo "gradialis", cioè 'coppa'.
Merlino deriva dal gallese 'Myrddin', da "mori-dunon", cioè "fortezza
del mare". Egli era probabilmente un druido, ed il suo ruolo di consigliere
presso la corte di Artù è tipicamente celtico.
Lancillotto deriva forse dal francese 'ancellot', cioè piccolo servo
(servo d'amore della donna amata, cioè Ginevra.
Meleagant appare nel romanzo di Chrétien de Troyes "Il cavaliere sulla
carretta" ed è il tipico cattivo che rapisce la principessa (in questo caso
Ginevra) ma vien raggiunto dal buon cavaliere (in questo caso Lancillotto) e
sconfitto. L'origine del suo nome è oscura (vien forse dal semisconosciuto
re del Glywysing, Margano): probabilmente deve esserselo inventato Chrétien.
Ser Ettore e ser Caio sono rispettivamente padre e fratello adottivi di Artù:
il primo appare solo nelle narrazioni romanzesche, il secondo è citato nei
mabinogî come "Cei figlio di Cynyr".
Camelot anch'essa non compare nelle narrazioni britanniche ma è una
invenzione dei romanzieri continentali. Fino al XIX secolo era più il
castello residenza di Artù, che la capitale del suo regno. anche la Tavola
Rotonda è una creazione tipica dell'epoca cavalleresca e compare per la
prima volta nel Roman de Brut di Roberto Wace (1155). Re Edoardo II
Plantageneto si fece fare una tavola rotonda ad imitazione di quella
leggendaria nel suo castello di Winchester.
Ginevra viene dal francese 'Guinevere', derivante a sua volta dal
gallese 'Gwenhwyfar', cioè "bianco fantasma". Suo equivalente irlandese:
Findabair la figlia di Medhb, regina del Connaught.
Excalibur è la versione latineggiante (e facilmente pronunciabile)
del gallese "Caledfwlch", che significa "[spada dal] duro taglio" (calet +
bwlch); un re irlandese pare possedesse una analoga caladbolg, cioè una
spada fatata: secondo molti questa è una prova (oltre alla possibile
derivazione irlandese di Ginevra) del fatto che Artù sia la versione
britonica di Cú Chuláinn.
- Oltre alle musiche originali di Trevor Jones, sono
presenti brani tratti dalle opere di Richard Wagner (“Il crepuscolo degli
dei”, “Tristano e Isotta”, “Parsifal”) e Carl Orff (“Carmina Burana”).
- Il tenente di Mordred (Mannix Flynn), oltre ad
avere la voce di Massimo Rinaldi, ne ha una seconda non identificabile.
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Antonio Genna
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