ALIAS Italia

ALIAS ITALIA

FANFICTION

Scritto da Neverin
Riassunto: Sydney Bristow e Michael Vaughn studiano nello stesso college, ma non si conoscono... saranno amici comuni a farli incontrare o sarà la missione che devono affrontare?

Data di composizione: 26 settembre 2003
Adatto: a tutti
Svolgimento: Prima della 1^ stagione.

DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Alias Italia – il dossier Sydney Bristow", e che tutti i personaggi della serie "ALIAS" utilizzati sono di proprietà ABC, Bad Robot – Touchstone Television e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro. I personaggi nuovi sono di proprietà dell'autrice.

Nota dell'autrice: E’ solo un piccolo gioco di fantasia... Ho cercato di conciliare azione e romanticismo...Spero che vi diverta.

Spy rendez-vous

“Il mondo gira solo perché ora c’è lei
Solo per il suo sguardo che mi fa prendere il volo
Muoio”

Mercoledì

- Tre mesi al grande giorno? Allora, hai già qualche idea su cosa farai quando uscirai di qui? –
- Nessuna. Mi troverò un lavoro, qualcosa di tranquillo...-
- Mi sta prendendo in giro vero? Tu non hai mai fatto niente di tranquillo in cinque anni di università: l’hockey, le feste, i viaggi...Non ti ho mai visto senza un impegno...La vita tranquilla non ti si addice per niente!-
- Forse, ma credo sia arrivato il momento di mettere la testa a posto...-
- Dì quello che vuoi Mike...ma io non ti credo. –
E faceva bene a non credergli. In realtà, la vita di Michael Vaughn non era affatto come appariva. Per tutti i suoi amici lui non era altro che un simpatico ragazzo di 24 anni che giocava nella squadra di hockey dell’università. Un ragazzo sicuramente brillante, con un’ottima media scolastica nonostante le numerose assenze dovute a viaggi di lavoro. Nessuno aveva capito bene che lavoro facesse e dove andasse, ma tutti sapevano che delle volte le sue assenze duravano per molti giorni.
Michael non poteva dire a nessuno che i suoi “viaggi” avevano come meta sempre lo stesso posto: Langley. Lui era una giovane recluta della CIA, e appena avrebbe ottenuto la laurea sarebbe partito di nuovo per Washington: lo aspettavano sei mesi di addestramento nei corpi clandestini e poi una destinazione sconosciuta, Asia forse, o Europa...Ovunque l’Agenzia lo mandasse. Era quella la vita che aveva sempre voluto fare, quello era l’unico lavoro che aveva mai contemplato: il lavoro di suo padre. E sicuramente William Vaughn sarebbe stato immensamente orgoglioso di vedere quanto era riuscito ad ottenere. Lo sarebbe stato di sicuro, se fosse stato ancora vivo.
- Ehi Mike!-
- Eric...cosa ci fai qui?-
- Sto cercando di rintracciarti da almeno due ore, hai un momento?-
-Certo...Ciao Steve, ci vediamo agli allenamenti. –
- Ok...Ciao-
Aspettarono che l’amico si allontanasse prima di iniziare a parlare.
- Perché sei venuto fino a qui? Sarei passato io più tardi. –
- Lo so, ma abbiamo un lavoro urgente. –
- Non capisco...-
- So che non hai ancora completato il tuo addestramento, ma si tratta di un’operazione relativamente facile. –
- Di che si tratta? –
- Al Dipartimento di Arte sta per essere consegnato un dipinto. Olio su legno. Una Madonna dipinta da un pittore italiano alla fine del ‘400. E’ qui per una perizia. Un miliardario, un certo Josh Stevens l’ha acquistato ad un’asta in Italia, ora vuole verificarne l’autenticità –
- Non capisco ancora. –
- Quel dipinto non ha solo un valore artistico. All’asta erano presenti agenti di diverse Agenzie...Ma quel riccone ci ha strappato il dipinto offrendo una cifra improponibile. Riteniamo che sul legno sottostante il dipinto sia trascritto un testo, una formula....Molte agenzie e organizzazioni vogliono quella formula. Noi dobbiamo averla.-
- Devo prendere il dipinto?-
- Esatto...ti avevo detto che era un’operazione semplice –
- No, tu hai detto “relativamente” semplice...Cosa c’è d’altro?-
- Un’altra agenzia vuole quel dipinto. Hai mai sentito parlare di una certa SD-6?-
- Qualcosa a Langley...Fa parte dell’Alleanza, non è vero?-
- E’ una cellula dell’Alleanza con base qui, a Los Angeles. E’ un’organizzazione criminale che si occupa di traffico di droga, armi, informazioni...spacciandosi per una divisione segreta della CIA-
- E opere d’arte?-
- No. E’ questo il punto. Loro vogliono quella formula perché quella formula potrebbe avere un possibile utilizzo militare. –
- Aspetta aspetta. La CIA non sa di che cosa si tratta, non è vero?-
- Praticamente sì. Ma di qualsiasi cosa si tratti, l’SD-6 non deve averla. –
- Prenderò io quel quadro. –
- Sarà meglio, ma non sarà facile. Da circa tre anni, l’SD-6 ha un nuovo agente. E’ molto in gamba. Se ti troverai faccia a faccia con lei...non dare per scontato di batterla. –
- Ho detto che avrò quel quadro...e non mi farò mettere a tappeto da una ragazza. –
- L’importante è esserne convinti!...Ascolta, lo so che non hai mai lavorato su questo caso, ma abbiamo bisogno di te perché sei già nel campus.-
- E così non avete problemi per la copertura. Tranquilli, la biblioteca è nello stesso edificio di quel Dipartimento. Non sarà difficile trovare il quadro e portarlo fuori. –
- Bene, il quadro arriva domani sera alle 9.30, verrà scortato nel dipartimento, lì verrà chiuso in una cassaforte nella stanza 304, al terzo piano. Da quel momento resterà incustodito. Tu giochi domani. Alle 9.45, abbandonerai il campo e lo stadio. Hai un’ora per agire indisturbato: finché ci sarà la partita, le guardie non staccheranno il naso dal teleschermo. Ti aspetto alle 10.45 all’ingresso degli spogliatoi. –
- Nessun problema. –
- Mi raccomando...-
- Andrà bene, anche perché altrimenti, mi scordo i Servizi Clandestini –
- Più o meno...Ehi...per dopodomani allora tutto a posto?-
- Sì a casa tua alle 10-
- Porta una ragazza decente stavolta –
- Eric...-
- Sì lo so: devi partire e bla bla bla-
- Eric, ci vediamo domani. Ora vado agli allenamenti. –
- A domani allora. Puntuale, odio aspettare. –
- Ti porterò un bel cadeaux..-

- Fran, ho capito bene?! Tu che esci con il capitano della squadra di hockey?!-
- Ehi, cosa vuoi da me? E’ così carino...-
- Niente in contrario...Ma non sono mai riuscita a convincerti ad accompagnarmi ad una sola partita in tre anni!-
- Lo so...ho sempre preferito gli avvocati a quei pazzi che si picchiano sul ghiaccio...Ma Steve è diverso... –
- Già...lui è “così carino”...-
- E smettila di prendermi in giro –
- Scusa, ma la cosa è troppo bizzarra...troppo divertente! Allora, dimmi, dove l’hai conosciuto? –
- Seguiamo lo stesso corso di storia contemporanea...Mi ha chiesto degli appunti, perché aveva perso una lezione...e abbiamo iniziato a parlare...l’ho scoperto solo dopo mezz’ora che aveva perso la lezione per colpa degli allenamenti...-
- Certo...domani ci sono le semifinali...-
- Esatto...e così mi ha chiesto se voglio uscire con lui domani sera dopo la partita...-
- E brava la mia amica Francie...così esci con Steve Connelly...il capitano della squadra di hockey –Scoppiò in una fragorosa risata. Era veramente uno scherzo del destino..Fran odiava ogni tipo di sport!
- Smettila di ridere... –
- Scusa...scusa. Cerco di stare seria – Ma era veramente difficile trattenersi.
- Syd....c’è però una cosa...-
- Cosa? Devo preoccuparmi?-
- Non lo so...voglio dire...no...credo di no.-
- Fran dimmi che non avete organizzato un’uscita a quattro! –
- In effetti...sarebbe sembrato imbarazzante ad entrambi uscire da soli...non ci conosciamo nemmeno...-
- Fran! –
- Avanti Syd, dì di sì ...A te piacciono gli sportivi...-
- A me piace l’hockey...questo non significa che voglia uscire con un giocatore di hockey –
- Non uno qualsiasi...è un amico di Steve...è un ragazzo simpatico, intelligente...e anche il migliore attaccante della squadra...Si chiama Michael....Ti prego...-
- Ok...ok...uscirò con questo Michael...ma solo perché non mi voglio perdere il tuo appuntamento! –
- Grazie Syd...sei un’amica...Vedrai che ti divertirai! – Le saltò al collo.
- Su questo non ci sono dubbi – Già si pregustava la scena di Fran che cercava di sembrare competente in materia sportiva...
- Bene...allora domani andiamo a vedere la partita...e poi usciamo...-
- La partita...Certo-
- Perché quella faccia? Non ti perdi mai una partita...non vuoi vedere la semifinale? –
- No... è che domani sarò in ufficio fino a tardi. Non posso essere alla partita...Fammi sapere dove vi incontrate...vi raggiungerò là. –
- Ok.... Ma non ci posso credere che ti facciano lavorare fino a quegli orari ...-
- Fran...non iniziare –
- Va bene...Ma sai cosa penso di quella banca...E non cambierò idea. –
- Bene. A me piace quel lavoro...anche se mi fa perdere la semifinale del campionato. Sarò all’appuntamento...te lo prometto. Ora devo andare in biblioteca...prima che chiuda. –

Mentre si dirigeva verso l’edificio del Dipartimento di Arte che ospitava la biblioteca, ripassava mentalmente la missione che avrebbe dovuto portare a termine la sera successiva. Per Sydney Bristow, il lavoro al Credit Dauphine era solo una copertura. Lei era un agente segreto Un operativo dell’SD-6, una divisione segreta della CIA che si occupava della lotta al terrorismo. La settimana prima aveva partecipato ad un’asta a Firenze. La sua missione era quella di acquistare a tutti i costi un bellissimo dipinto olio su legno del ‘400 italiano. Ma un miliardario gliel’aveva soffiato per poche centinaia di migliaia di dollari. E l’indomani sera quel dipinto sarebbe arrivato in Università per una perizia. Doveva prenderlo. Probabilmente anche altre organizzazioni avrebbero tentato di recuperarlo...ma sarebbe stata lei ad averlo. Aveva solo ventidue anni, ma era il migliore operativo dell’agenzia. Avrebbe concluso la sua missione.
Era arrivata. Voleva controllare il percorso un’ultima volta. La stanza 304 era al terzo piano. Le scale di destra erano l’accesso più veloce. Voleva controllare la serratura della porta...ma.... “accidenti”...c’era un’altra persona nel corridoio. Cosa ci faceva lì quel ragazzo? E l’aveva vista...doveva inventarsi una scusa.
- Scusa...credo di essermi persa...Cercavo la biblioteca –
- Sei al piano sbagliato...La biblioteca è al secondo piano. E’ indicato ovunque. –
Era vero...pessima scusa, ma non aveva avuto troppo tempo per pensare...Ed era anche estremamente difficile pensare davanti a un ragazzo carino come quello “riprenditi Syd...hai una missione da compiere”
- Già...sono proprio sbadata. Grazie-
Diede un’altra rapida occhiata alla serratura, sorrise a quel ragazzo e se ne andò...Aveva una missione da organizzare, ma avrebbe perso volentieri qualche minuto a parlare con quel ragazzo... “Basta. E poi ricordati che hai un appuntamento.” Al solo pensarci le veniva ancora da ridere. Uscì dall’edificio pensando a Francie, alla missione, alle occasioni perse.


- Steve...Non posso credere che sei riuscito a coinvolgermi un’altra volta nei tuoi casini! –
- Mike è l’ultima volta, te lo prometto...Ma non volevo sembrare uno con cattive intenzioni. Francie è una ragazza seria...-
- Sì...come quelle con cui esci di solito...o peggio come quelle che mi presenti -
- Ti sei sempre divertito...-
- Certo...come potrei non divertirmi con ragazze che mi chiedono se Giotto è il nome di uno stilista italiano!!! Sono immensamente divertenti...esilaranti direi –
- Ok, di solito non frequento delle cime...ma Francie è una ragazza in gamba. E con noi uscirà la sua migliore amica...E’ intelligente e molto molto carina. Guardami. Molto carina. –
- Molto carina. Ok, ho capito. Ma è l’ultima volta. –
- Ma che ti prende, Mike...-
- Nulla, nulla. –
Pensava alla missione, a come avrebbe fatto ad abbandonare la squadra a metà partita, a raggiungere il Dipartimento di Arte in pochi minuti, arrivare alla 304...Avrebbe preso le scale di sinistra, arrivando dallo stadio erano le più vicine. La serratura non sarebbe stata un problema...L’aveva appena controllata. Già....e mentre era lì per controllarla aveva incontrato la ragazza più bella che avesse mai visto. Non ricordava bene il suo viso, ma ricordava i suoi occhi...erano brillanti come stelle e profondi, ricordava i suoi capelli e il suo sorriso...Se solo avesse scambiato con lei due parole di più...sentiva che si sarebbe perdutamente innamorato. Ma non c’era tempo per le ragazze, tempo per l’amore...Doveva portare a termine la missione. Doveva concentrarsi...Avrebbe recuperato quel quadro. Non l’avrebbe mai lasciato all’SD-6.


Giovedì

Mattina

Si svegliò molto presto come al solito. Si vestì e uscì per correre. Tutte le mattine il percorso era lo stesso. Amava correre nel parco, osservare altre persone che come lei si alzavano presto, si sgranchivano le gambe all’aria aperta. Poi sarebbero tornate a casa, una doccia e sarebbero andate al lavoro: banche, uffici, negozi. Anche lei sarebbe passata alla banca, come ogni mattina, ma quando le porte dell’ascensore si sarebbero aperte al suo piano, si sarebbe trovata in quella fredda stanza bianca. E dopo la scansione oculare sarebbe entrata nel centro operativo dell’SD-6. La sua vita segreta. Nessuno sapeva la verità sul suo lavoro. Nessuno doveva sapere niente. Alle volte era difficile fingere, nascondersi, ma il suo lavoro era troppo importante e meritava quel sacrificio. Quella sera sarebbe stata decisiva. Nel pomeriggio avrebbe preparato con il suo collega Dixon i dettagli della missione. Ma prima doveva fare rapporto riguardo il sopralluogo del giorno precedente. Avrebbe dovuto menzionare la presenza di quel ragazzo? Non era importante per il rapporto. L’edificio si trovava in un campus universitario, un posto pieno di ragazzi. E anche lui doveva essere uno studente qualsiasi. Ma per lei non era stato un’incontro qualsiasi. Quando l’aveva visto aveva sentito un salto al cuore...Quanto avrebbe voluto stare lì a parlare con lui, a fargli altre domande stupide, qualsiasi cosa per passare un minuto di più in sua compagnia. E pensare che non ricordava nemmeno bene il suo volto. Ma mentre correva nel parco, continuava a pensare a suoi occhi...al suo sguardo...Non avrebbe mai dimenticato il modo in cui quello sguardo l’aveva fatta sentire... Questa era una delle volte in cui odiava il fatto di avere una missione da compiere.


-Mike...è tua!-
- Arrivo...-
-Mike!!! Attento! –
Troppo tardi, era già a terra...i due difensori gli erano arrivati addosso come treni e l’avevano atterrato.
- Ma siete pazzi! Guardate cosa avete combinato...E’ un allenamento, non dovete mettere fuori gioco il miglior giocatore.- Corse verso l’amico che urlava a terra –Mike, tutto bene? –
- Credo di no...Credo di essermi fatto male al ginocchio – Mentiva. Stava benissimo, si era fatto buttare a terra volontariamente, ma aveva bisogno di una scusa per non giocare quella sera.
- Per la miseria! Guardate cosa avete fatto idioti!-
- Steve...non ti preoccupare...Mi sostituirà David. Ce la farete.-
- Accidenti...non ci voleva!-
- Su questo sono d’accordo...Ma non ti preoccupare per la partita...e neanche per l’appuntamento. –
- Già...l’appuntamento. Comunque tu ragazzo non me la racconti. Non hai mai fatto storie per uscire con una delle mie bionde. Tu hai conosciuto qualcuno. –
- Forse...- Disse mentre si allontanava dal campo. Aveva conosciuto una ragazza meravigliosa. Un ragazza che non avrebbe mai dimenticato. Ma non era tempo per perdere la testa. Il lavoro era più importante, anche se delle volte lo odiava!


Pomeriggio

- Allora per stasera è tutto pronto. Alle 9.30 sarò fuori dal dipartimento. Entrerò alle 9.45. Salirò per le scale dell’ala destra. La 304 è a 56 passi sulla sinistra. Non sarà un problema aprire la porta. La cassaforte ha una combinazione elettronica. Niente di complesso. Disattiverò il sistema di allarme prima di entrare, e le guardie saranno tutte davanti alla tv per la partita. Sarà uno scherzo prendere quel dipinto. Alle 10.30 sarò già fuori. –
- Mi raccomando Syd....L’operazione è facile, ma non dare niente per scontato. –
- Ci sono altre agenzie su quel dipinto? –
- Il Direttorio K non è interessato...non dovrebbero esserci problemi. Ma stai attenta. Il signor Stevens tenterà di proteggere il suo dipinto...dopo tutto quello che gli è costato! Potrebbe esserci qualche ulteriore allarme all’interno della stanza. –
- Ma sfortunatamente finché il dipinto non sarà sul posto, non potremo saperlo. –
- Esatto –
- Bene, starò attenta. So che devo riportarlo. –
- Non ho dubbi riguardo il tuo successo. –


- Eric, ho dovuto fingere di essermi infortunato al ginocchio per saltare la partita, quindi evita di ridere! –
- Scusa...ma fingi malissimo di zoppicare –
- Ah, sì? E perché non mi insegni tu come si zoppica?-
- Non ti preoccupare...ai corpi clandestini perfezionerai la tua tecnica.- Rise – Allora, tutto a posto?–
- Tutto come avete detto voi. Non sembrano esserci troppe difficoltà Spero che Stevens non faccia installare qualche allarme ulteriore quando porta lì il quadro. –
- Purtroppo non potremo saperlo fino alle 9.30 di stasera. –
- Se non lo sappiamo noi...non lo sa nemmeno l’SD-6. –
- Già, a proposito. Abbiamo ricevuto conferma che anche l’SD-6 manderà il suo agente per tentare il recupero del quadro. Sarà lì per lo stesso orario...quindi oltre a recuperare il quadro...-
- Devo occuparmi dell’agente. A proposito. Ieri, durante il sopralluogo ho visto una ragazza che girava nel corridoio –
- Ti sembrava sospetta ?-
- Non saprei. Mi ha fatto una domanda stupida....ma non mi sembrava una pericolosa terrorista. –
- Perfetto. Comunque fai attenzione –
- Sì Weiss...A dopo allora. –
- Ascolta...se non è una terrorista, perché non porti quella misteriosa ragazza a cena da me? –
- Weiss, non so nemmeno come si chiama –
- Fossi in te cercherei di scoprirlo...Ho visto che occhi hai fatto quando l’hai nominata –
- Weiss...Ci vediamo più tardi. Ciao. –


Ore 9.30 p.m.

Nascosta nel parco davanti al Dipartimento un’ombra osservava una costosa macchina europea avvicinarsi all’ingresso. Dietro la vettura un furgone. Degli uomini scesero e scaricarono quello che sembrava essere un grosso e pesante dipinto. Poi entrarono nell’edificio.

-Bluebird in posizione. Il pacco è arrivato Pronta ad entrare in azione tra 15 minuti da...adesso –
- Ricevuto Bluebird. Resto in attesa. –

Quindici minuti di attesa. Avrebbero installato altri allarmi? Sarebbe intervenuto qualche altro agente? Ci sarebbero state complicazioni impreviste? Odiava le missioni che apparivano troppo semplici... c’era sempre qualcosa che andava storto.


***

Lasciò lo stadio di corsa. Aveva dovuto trovare una scusa abbastanza credibile per lasciare la panchina a metà partita. Fortunatamente tutto stava andando per il meglio, altrimenti i suoi compagni non gli avrebbero permesso di allontanarsi. Zoppicò fino all’uscita, ma appena ebbe oltrepassato il cancello iniziò a correre a perdifiato mentre con una mano cercava di aggiustarsi l’auricolare e con l’altra cercava il passamontagna nero nella tasca del giubbotto.

- Sarò in posizione tra 10 minuti da adesso...Cosa mi dite, il campo è sgombro? –
- Nessun agente rilevato per adesso. Il pacco è stato consegnato come previsto. –
- Perfetto. Sono in posizione. Pronto ad entrare in azione tra 5 minuti da ... adesso. –
- Ricevuto. Resto in attesa. –

Cinque minuti. Avrebbe incontrato l’agente dell’SD-6? Sperava di no, non aveva voglia di complicare quella missione. Voleva solo recuperare il quadro e tornare per tempo.

***


Ore 9.45 p.m.

“Bene Syd, è tempo di muoversi. L’accesso è sgombro. Mi raccomando calma. Calma. E’ una missione semplice, non c’è motivo di preoccuparsi.”

-Qui Bluebird. Entro in silenzio radio tra 5, 4, 3, 2, 1...-

Ora era sola. Lasciò la posizione e si diresse verso l’accesso sud al Dipartimento. Come aveva previsto le guardie erano tutte davanti agli schermi. La squadra dell’università stava stracciando gli avversari. Bene, almeno Fran avrebbe avuto un appuntamento divertente. Sarebbe stato un incubo uscire con un capitano che aveva appena perso le semifinali. “ Ma a che diavolo stai pensando...Hai una missione da compiere!”. Terzo piano, 56 passi sulla sinistra e sarebbe arrivata alla 304. 55, 54, 53...5, 4, 3, 2, 1...Fare saltare la serratura fu uno scherzo, più complicato era invece trovare la combinazione della cassaforte, ma con i piccoli congegni di Marshall, anche l’impresa più complicata diventava uno scherzo...Ecco il codice... Cassaforte aperta...


***

- Muovo adesso. Entro in silenzio radio. –
- Ricevuto. –

L’ingresso nord era incustodito. Salire al terzo piano era stata una passeggiata. Ma la missione non poteva essere così tanto semplice. Nessuna operazione era senza imprevisti. Ed ecco l’imprevisto. Nella stanza 304 c’era qualcuno davanti alla cassaforte. Estrasse la pistola, tolse la sicura e puntò.

- Fermo, non ti muovere. Alza le mani e girati molto lentamente.... Bene, ora allontanati dalla cassaforte... Fai tre passi verso di me e fermati. –


Sydney obbedì, ma appena fu abbastanza vicino, con un calcio fece cadere di mano la pistola all’agente nemico. Vaughn non rimase fermo... evidentemente era arrivato il momento di occuparsi dell’operativo dell’SD-6... E la lotta non fu una passeggiata. Non capì come, ma si trovò contro il muro, con il braccio dell’operativo che gli premeva sulla trachea...non riusciva a muoversi...e nemmeno a respirare. Alzò gli occhi...

- Tu?!- Aveva il passamontagna, ma non si sbagliava. Quelli erano gli occhi della ragazza che aveva visto il pomeriggio precedente nel corridoio. E così era lei il famoso nuovo operativo dell’SD-6? Come poteva quello sguardo angelico appartenere a una pericolosa terrorista? Forse lei non sapeva nulla delle vere attività dell’agenzia per cui lavorava. Dopo tutto gli sembrava di ricordare che l’SD-6 si faceva passare per una divisione della CIA...Sicuramente quella ragazza non sapeva per chi lavorasse in realtà... La guardò fermamente negli occhi...si accorse che erano ancora più belli di quanto si ricordasse...Non riusciva a muoversi, ma ora non più a causa della presa, che in effetti si era allentata, ma era semplicemente ipnotizzato dallo sguardo duro, stupito e magnetico della ragazza che aveva di fronte.


- Tu?!- Aveva sognato quegli occhi verdi per tutta la notte, li aveva cercati per tutto il giorno sui volti di ogni studente che incrociava nel campus...aveva cercato di levarseli dalla testa mentre preparava la missione...E ora quegli occhi la stavano fissando, ma erano gli occhi di un operativo nemico...Non poteva crederci, per chi lavorava? L’agenzia non gli aveva detto nulla riguardo altri operativi, non poteva essere del Direttorio K? Forse era di qualche agenzia straniera? O forse di qualche organizzazione criminale? No, quelli non erano gli occhi di un terrorista...Quello era uno sguardo sincero, onesto...Era uno sguardo che la lasciava senza forze...Sentì che stava lasciando la presa, ma non riuscì a muoversi...si stava perdendo in quegli occhi...


- Scusate se interrompo il convegno amoroso. Non vorrei davvero, ma devo ordinarvi di staccarvi....di allontanarvi. In ginocchio e mani dietro la testa. Così.... molto lentamente...Non vi muovete, non mi sono mai fatto molti problemi a sparare... – Era una voce molto giovane, con un marcato accento britannico. Il ragazzo si mosse velocemente, afferrò il dipinto e si dileguò nel nulla dal quale era arrivato.

- E questo chi diavolo é?!-
- Era un ragazzino! Mi sono fatta portare via il dipinto da un ragazzino! –

Si guardarono stupiti e senza dire più niente corsero giù per la scalinata est....Ma di quel ragazzo non c’era più traccia... Non c’era più niente da fare. Avevano perso il dipinto. L’unica cosa da fare ora era tornare al punto di recupero... Sarebbe stata una lunga nottata.... Entrambi si voltarono...Un ultimo sguardo prima di correre in direzioni opposte...


***


- Il pacco è al sicuro, signore. Tutto come previsto, anzi, molto più semplice del previsto. –
- Molto bene. Ottimo lavoro signor Sark. Farà strada, ne sono sicura. –


Venerdì


Aveva dovuto passare l’intera nottata all’SD-6 a spiegare come era riuscita a farsi portare via il dipinto da un ragazzino che avrà avuto si e no diciotto anni. Ma la strigliata che si era presa da Sloane era nulla in confronto a quello che l’avrebbe aspettata al suo rientro a casa. Infatti aveva dovuto annullare l’uscita con Francie...e sicuramente la sua amica sarebbe stata terribilmente arrabbiata. Entrò in casa sperando di non incrociarla, era stanchissima, e non aveva voglia di giustificarsi...Ma Fran la stava aspettando sul divano.

- Fran, mi dispiace incredibilmente per ieri sera. Ma una pratica è andata smarrita e il cliente era su tutte le furie... Ci ho messo una vita a sistemare tutte e poi il mio capo...-
- Syd... non fa niente –
- Come... – Non capiva.
- Voglio dire... sono furiosa per il fatto che ti abbiano trattenuto tutta la notte in ufficio, ma per fortuna nemmeno l’amico di Steve era all’appuntamento, pare che ieri si sia fatto male durante gli allenamenti e durante la partita abbia lasciato la panchina perché non stava bene...Quindi, se fossi venuta sarebbe stato molto imbarazzante. –
Si sentiva sollevata, ma era comunque dispiaciuta per aver trascurato la sua amica.
- E come è andato l’appuntamento? –
- Non male, ma non so se uscirò ancora con Steve... Sai, io preferisco gli avvocati a quei pazzi che si picchiano sul ghiaccio. –
- Non ne avevo dubbi... Mi dispiace per averti trascurato... Ora sono stanchissima, vado a dormire. –
- Buon riposo tesoro. –

Entrò in stanza e si lasciò cadere ancora vestita sul letto. Aveva troppi pensieri per la testa per dormire, ma voleva stare un po’ da sola. Pensò a quel ragazzino dagli occhi di ghiaccio che le aveva soffiato il quadro a quel modo. Si sentì una stupida, non avrebbe mai più sottovalutato una missione, aveva imparato la lezione. Pensò al fatto che si era persa l’appuntamento di Francie....per fortuna nemmeno l’amico di Steve si era presentato... E pensò che quella sera anche lei aveva avuto una specie di appuntamento inaspettato. Pensò a quegli occhi verdi che l’avevano paralizzata. Avrebbe voluto ricordare il volto di quel ragazzo, ma l’aveva visto solo per pochi secondi e la sua attenzione era stata catalizzata dal suo sguardo divertito... Non ricordava il suo volto, ma non avrebbe mai dimenticato quello sguardo...E di nuovo si perse, come la notte precedente, in quegli occhi...e si addormentò con un sorriso sulle labbra.



- Non posso credere che tu mi abbia tirato pacco... Che non eri convinto di venire all’appuntamento era chiaro...Ma non presentarti...non è proprio da te –
- Te l’ho detto, stavo male... E poi non mi hai detto che nemmeno l’amica della tua Francie era presente? –
- Sì, ma questo è irrilevante. Io contavo su di te. E poi mi hai mentito...ieri sera non eri in camera quando sono tornato. Mike...Dimmi la verità. Non capisco perché fai così tanto il misterioso. Ieri sera tu eri con una ragazza. Ammettilo. –
- Diciamo che ieri sera.... ho fatto un incontro inaspettato...-
- E bravo il mio Mike...lo sapevo....-
- Ehi, non farti strane idee...Non credo che la vedrò più –
“Non la vedrai più? Ma se non l’hai mai vista...” Non ricordava il suo volto, ma ricordava i suoi occhi. La luce che emanavano, la serenità, la paura e la sorpresa...Non avrebbe più dimenticato quello sguardo e l’avrebbe cercato negli occhi di ogni ragazza che avrebbe incontrato in futuro. Solo quando l’avrebbe ritrovato, avrebbe corso il rischio di innamorarsi... perdutamente...


Sera

- Allora come è andata ieri sera con Devlin?-
- Come è andata ?...ancora un po’ mi buttava fuori... Non so per quale miracolo ha deciso di non ritirare la lettera di raccomandazione per i Servizi Clandestini. –
- Ma chi era quello? –
- Eric lo chiedi a me? C’eri tu fuori. E’ apparso dal nulla e nel nulla è scomparso...-
- Già tu eri troppo impegnato con l’operativo dell’SD-6? –
- Già....è una ragazza in gamba...Avevi ragione quando dicevi di non darla per scontato-
- E sì, ti ha proprio messo a tappeto...Vedila così...Anche se non sei uscito con l’amica di Steve...hai avuto il tuo rendez-vous. –
- Già...un rendez-vous tra spie!- Sorrise all’idea.


Alias © 2001/03 Bad Robot - Touchstone Television
Alias Italia - Il dossier Sydney Bristow © 2003 Antonio Genna
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